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NEANCHE LA MORTE ::: PROMISED
LAND In fuga nella notte dagli uomini che stanno cercando di catturarle, le Amazzoni guidate da Xena e Olimpia raggiungono una scogliera in riva al mare, da dove sono perfettamente distinguibili gli scafi di due grandi navi, in attesa poco al largo. Le due donne sono costrette a separarsi. Olimpia dovrà dirigere le operazioni di imbarco, mentre Xena si occuperà di rallentare la marcia dell'armata che le insegue. Con l'angoscia nel cuore, Olimpia lascia Xena da sola ad affrontare il nemico che, giunto in vista del gruppo di fuggitive, si lancia armi in pugno verso di loro. Ma la guerriera è pronta ad accoglierli. Un ben calcolato tiro del chakram colpisce e spezza le torce impugnate dai più immediati inseguitori, dando fuoco all'erba secca sotto i loro piedi e causando un incendio che si propaga velocemente anche grazie al forte vento che spira, mettendoli in fuga con gli abiti in fiamme e costringendo anche tutti gli altri a ripiegare. Soddisfatta per il nuovo tempo guadagnato, Xena raggiunge Olimpia e le Amazzoni, dove ancora i mugugni di protesta, da parte di Raya soprattutto, non si sono ancora acquietati. La giovane Amazzone non riesce a mandare giù l'idea di essere costretta a fuggire invece di combattere. Facendo appello a tutta la sua autorità, e alla minacciosa presenza di Xena, Olimpia riesce per il momento a rintuzzare le proteste, ma sa che la situazione minaccia di esplodere. Dalle scialuppe, intanto attraccate per raccogliere le donne, scendono Soroi e Cydell, due sorelle ex-Amazzoni, datesi ormai da anni alla navigazione che Xena ha conosciuto in passato e con cui si era messa d'accordo in precedenza perché venissero ad incontrarle proprio lì in caso fossero state costrette ad abbandonare di corsa il villaggio. Ma ora Xena e Olimpia dovranno nuovamente dividersi ed ognuna, al comando di un proprio gruppo, salire su una delle navi che le porteranno verso la salvezza. OLIMPIA: Non
è esattamente come avevo immaginato la mia prima notte. Avvertendo il dolore di Olimpia attraverso questo nuovo legame che si è formato tra loro, Xena fa la sola cosa che può, e l'accoglie tra le sue braccia stringendola a sé e facendole sentire tutto il suo amore. Dopo un momento, Olimpia si riprende e si stacca asciugandosi gli occhi. OLIMPIA: Mi
dispiace. Riabbracciandosi, si baciano, e il dolce potere di quel bacio le scuote fin nel fondo della loro anima. E quando infine si staccano, entrambe sono visibilmente turbate. OLIMPIA: Whoo. Accidenti. Ci... ci vorrà un po' per abituarsi. Già molti
giorni sono passati e le due navi sono in viaggio in mare aperto,
quando Xena osserva con preoccupazione l'avvicinarsi di una grossa
tempesta che di lì a poco si abbatte su di loro. La nave
su cui si trova Olimpia ne esce a fatica, ma l'altra, quella di
Xena, non appare all'orizzonte e la ragazza ha come un improvviso,
terrificante presentimento che le dà un'irrazionale e tuttavia
concreta certezza che Xena sia nei guai e immediatamente ordina
a Soroi di rituffarsi nella tempesta per scoprire cosa è
successo. Questa non vuole saperne di mettere di nuovo in pericolo
la nave e tutti i suoi occupanti, ma vedendo Olimpia così
determinata si arrende ed acconsente a tornare indietro. E ben presto
i timori di Olimpia si realizzano, quando vengono avvistati resti
dell'altra nave e molte Amazzoni sotto shock e semi congelate tratte
in salvo dalle acque gelide. Ma a quanto pare nessuna traccia di
Xena. Tra i detriti a galla viene rinvenuta legata ad una tavola
Cydell, la sorella di Soroi, e Olimpia riconosce dai nodi la tecnica
di Xena. Pur essendole grata per averle salvato la sorella, tuttavia
Soroi non riesce credere che, come Olimpia continua testardamente
ad affermare, Xena sia ancora viva ed è solo quando Cydell
le dice che le due donne si sono unite nel legame di sangue del
congiungimento amazzone che si convince che le sensazioni di Olimpia
siano di più che semplici speranze. E infatti, servendosi
di questa nuova accresciuta capacità, entrando in una specie
di stato meditativo, Olimpia riesce ad individuare la presenza della
sua compagna ed un attimo dopo, una Xena semi distrutta dalla fatica
e piena di lividi e tagli, scarica nella loro barca Esme, la giovanissima
Amazzone priva di sensi che è riuscita a tenere fino a quel
momento con la testa fuori dall'acqua e Olimpia può riabbracciare
la sua esausta sposa. Dopo aver rischiato di perdere nuovamente
Xena, Olimpia non vuol più sentir parlare di dividersi e
così il gruppo superstite prosegue il viaggio su una sola
imbarcazione, ma ha presto modo di pentirsi della sua decisione,
quando viene avvistata una nave pirata in rapido avvicinamento e
l'eccesso di carico impedisce la fuga. Raya immediatamente cerca
di spingere le Amazzoni a combattere e si sfiora lo scontro con
Soroi che non è disposta a impegnare la propria nave in combattimento,
ma Xena ha un'idea migliore, e così poco dopo le due compagne,
seminude e con la pelle coperta di una tintura scura che le rende
praticamente invisibili nell'oscurità si gettano in acqua
e raggiungono lo scafo pirata, senza che i suoi occupanti tutti
concentrati sul prossimo abbordaggio si accorgano di nulla. Salite
a bordo, Xena li assale, mentre Olimpia lanciando il chakram con
abilità consumata, taglia la corda della vela maestra, facendola
cadere addosso ai già abbastanza disorientati pirati e ripresolo
al volo, cosparge di olio infiammabile l'enorme tela a cui poi dà
fuoco. L'incendio trova facile preda nella nave pirata e le due
donne saltano, approfittando della distanza ormai ridottissima tra
le due imbarcazioni, sulla loro nave (e qui Olimpia si esibisce
in una doppia capriola in aria, che dimostra ormai tutta la sicurezza
acquisita dalla ragazza, costringendo Xena a farne una doppia con
avvitamento per superarla), e lasciando i pirati alle prese con
la loro nave in fiamme e in procinto di affondare. E così
il viaggio prosegue, ma i mesi si accumulano e le Amazzoni costrette
ad una lunga convivenza spalla a spalla cominciano ad evidenziare
una sempre più marcata intolleranza alla situazione e Raya
ne approfitta per alimentare i dubbi delle sue sorelle su quella
"terra promessa" di cui continuano a parlare Xena e Olimpia,
ma di cui non si vedono ancora tracce. XENA(fissando Olimpia dopo un bacio mozzafiato): Andiamo. Ti ho promesso una prima notte indimenticabile. E lasciamole quindi a godersi finalmente la loro luna di miele. Una settimana dopo, Xena e Olimpia sono in procinto di ripartire per la Grecia. Inutilmente Adelia tenta di convincerle a restare. Per loro non è ancora giunto il tempo di ritirarsi e le due compagne risalgono a bordo della nave, non senza aver ricevuto prima un'ultima visita dello spirito di Anfitea giunta a salutarle e ad augurare loro un buon viaggio di ritorno. Ed è con un pizzico di commozione che, mentre la nave si allontana, restano a guardare le Amazzoni che sempre più distanti agitano le braccia e urlano il loro addio. PS: Ed eccoci arrivati alla fine di questa mini saga che chiude il ciclo delle Amazzoni, e lo chiude con un'ardita ipotesi, ma come spesso è successo nelle storie di Xena, molto meno ardita di quanto non si pensi. Ritrovamenti neanche troppo recenti testimoniano della presenza di arrivi esterni in America, molto tempo prima di Colombo (uno per tutti, quello dei Vichinghi) ed è francamente incredibile che si possa aver pensato per secoli che prima del navigatore genovese (o portoghese, come sostengono alcuni) nessuno abbia raggiunto un continente vasto come quello americano. E' ad esempio molto probabile che altri vi siano arrivati dall'Oriente e che, o non ve ne sia rimasta testimonianza, o sia sta fatta intenzionalmente sparire per ragioni politiche o altri più oscuri fini. Per quanto riguarda poi, la presenza di Amazzoni in America, sentite cosa dice Susanne Beck, l'autrice di questo episodio: "Ho scelto le Americhe perché ci sono leggende indiane (che fanno parte del mio retaggio famigliare) che affermano che alcune tribù indigene discendevano da "feroci guerriere" di un tempo antichissimo. Così ho pensato, perché non le Amazzoni?" E se così fosse, niente di più facile che la stirpe si sia diffusa anche all'America del Sud, dove appunto troviamo un Rio delle Amazzoni e un intero territorio chiamato Amazzonia. Ma chiuso il discorso sulle Amazzoni, c'è anche un altro tema da approfondire, più strettamente inerente alla saga di Xena e Olimpia e che ho lasciato appositamente per ultimo, a conclusione di questo arco narrativo. Come era stato predetto da Adelia e Anfitea nello scorso episodio, la cerimonia di congiungimento tra le due compagne ha approfondito un legame, che esisteva già in maniera più latente forse, ma che adesso ha raggiunto quasi i livelli della telepatia. La perdita di sensi alla fine dell'episodio precedente, subito dopo il rito, ha dato inizio ad un processo che porterà davvero Xena e Olimpia alla consapevolezza totale di essere un'anima unica divisa in due e i primi effetti abbiamo cominciato a vederli in questo episodio, quando Olimpia è riuscita a ritrovare la compagna solo grazie alla forza del pensiero che le lega. Per non parlare dei contatti fisici che adesso hanno fatto un salto di qualità notevole, rendendo anche un bacio un'esperienza sconvolgente. In realtà questa evoluzione della trama deriva forse anche dai romanzi di Melissa Good. Fin dalle sue primissime opere, la Good aveva ipotizzato che tra Xena è Olimpia esistesse di più che un semplice rapporto di amicizia o di amore e che le due donne fossero legate da una specie di vincolo psichico ("the bond", come lo ha chiamato) che permette all'una di sapere sempre quando l'altra è in pericolo o ha bisogno di lei. In uno dei suoi romanzi migliori, che appunto s'intitola "Bound", "Legate", Xena rimane sepolta sotto una frana, e Olimpia riesce a rintracciarla ancora viva, contro l'opinione di tutti che invece la danno per spacciata, grazie a questo legame, e addirittura, una volta recuperata praticamente in fin di vita, tenendola solamente tra le braccia per ore ed ore, le dà la forza di riprendersi e guarire. Come vedete, la storia ricorda molto da vicino la scena del naufragio di questo stesso episodio. La Good ha scritto "Bound" nell'estate del '97, quasi due anni prima che nella quarta stagione, con "Between The Lines", gli autori della serie tv introducessero il tema delle anime gemelle. Lo scrittore di quel particolare episodio è Steven L. Sears, autore di alcuni dei migliori episodi di Xena, da "The Greater Good" ("Xena e la freccia avvelenata") a "The Quest", da "The Price" ("Xena e il ritorno al passato") a "The Bitter Suite" ("Xena e la ruota del fato"), tutti capisaldi del subtext, e ammiratore della prima ora degli scritti di Melissa, che consigliò a Tapert quando questi gli chiese di trovargli un bravo scrittore di fanfiction da aggregare allo staff del telefilm per la sesta stagione. Come vedete tutto si collega per farci pensare che Melissa Good, magari inconsapevolmente, abbia cominciato a collaborare con la serie, molto prima di quella sesta stagione e di questa SVS.
In viaggio per Potidea, dove finalmente Olimpia avrà l'opportunità di poter riabbracciare sua sorella Leuca e la nipote Selina (che abbiamo conosciuto in "Who's Gurkhan?", "Xena e la tratta delle schiave", sesta stagione) ora sposata con un giovane del luogo, Stefan, e incinta, le due compagne si fermano per un bagno rilassante presso un fiume con una cascatella per ritemprarsi. La ragazza si sente a disagio. I venticinque anni passati insieme a Xena in quella tomba di ghiaccio ( "Looking Death in The Eye", "Xena e le lacrime della morte" e "Livia", "Xena e la sfida di Livia", quinta stagione) le creano di tanto in tanto dei momenti di sfasamento, al pensiero di tutte le persone che non ci sono più, come i suoi genitori, e quelle che sono impietosamente invecchiate come sua sorella minore che adesso sembra abbia il doppio dei suoi anni. Ma le due donne non hanno il tempo di lasciarsi andare a ricordi e rimpianti, perché improvvisamente si trovano circondate ed attaccate da uomini armati. Senza farsi pregare Xena e Olimpia si gettano nella mischia e Xena, mentre combatte, non può evitare di constatare con un pizzico di preoccupazione, quanto la sua Olimpia sia diventata brava in questo e come, se costretta, sappia uccidere senza esitazioni o sensi di colpa apparenti. Messi in fuga i superstiti del gruppo di aggressori, le due donne si soffermano un attimo a chiedersi la ragione dell'attacco, ma questa diviene evidente quando nel frugare nella sacca, Xena non trova più il suo chakram. Oltre il naturale fastidio per essersi fatta portare via l'arma che è un po' il suo simbolo, Xena è anche impensierita dal fatto che probabilmente quegli uomini le tenevano d'occhio da parecchio tempo e non riesce a capire come abbia fatto a non accorgersene. Non sarà che alla fine l'età stia avendo la meglio su di lei, facendole gradualmente perdere le sue capacità? Olimpia cerca di consolarla, ma senza molto successo. Intanto, però, altre nubi si addensano funeste su di loro. La famiglia di Olimpia infatti è stata avvicinata da un sconosciuto, Janos, che appellandosi all'amore di Leuca per sua sorella, cerca di convincere lei, Selina e Stefan, ad assecondare il suo piano per neutralizzare una volta per tutte la Principessa Guerriera, liberando così, a quanto dice, Olimpia dal suo ascendente e restituendola alla sua famiglia. Janos è a capo di un nutrito gruppo di uomini che come lui hanno patito perdite e lutti in passato a causa delle imprese belliche di Xena, quando era la Distruttrice di Nazioni (l'aveva chiamata così la strega Antinea in "Adventures on The Sin Trade I e II", "Xena nel regno delle ombre" e "Xena e i cancelli dell'eternità", quarta stagione) e più tardi di sua figlia Livia, ora Evi, per anni spietato braccio armato dell'Impero romano. Nonostante le resistenze di Leuca, alla fine le argomentazioni di Janos, e la possibilità di riavere la sua amata sorella di nuovo con lei (oltre evidentemente ad un sordo rancore mai del tutto confessato verso Xena che gliela aveva portata via) la convincono a collaborare. Ignare di tutto questo, Xena e Olimpia arrivano a Potidea e Olimpia confida a Leuca i suoi disagi e inconsapevolmente le dà un'immagine di sé, di stanchezza e di crescente insensibilità alla vita dura che conduce, da confermarle indirettamente le parole di Janos. E il mattino dopo, Leuca ha una discussione con Xena a questo proposito. LEUCA: Credo
che abbia bisogno di riposo. Sono preoccupata per lei, Xena. Sembra
così smarrita. Mentre Xena riflette sui timori di Leuca, che sotto sotto sono un po' anche i suoi, Janos sta preparando i suoi piani. E poco dopo, un uomo arriva alla casa di Leuca in cerca di soccorso gridando che lui e la sua famiglia sono stati aggrediti da banditi. Leuca e i suoi accorrono, ma Xena è diffidente. Qualcosa non la convince, e in effetti, come scopriamo, si tratta di uno stratagemma di Janos che prevede che Xena si separerà da Olimpia per prendere gli eventuali aggressori tra due fuochi, e lui attende proprio questo. I suoi uomini cattureranno Olimpia e la useranno come esca per attirare Xena. Infatti, rimasta sola nel bosco, Olimpia viene assalita, ma se gli uomini di Janos credevano di aver a che fare con una facile preda hanno sbagliato clamorosamente i loro calcoli. La ragazza non solo tiene loro testa fieramente, ma nella lotta riduce uno di loro in fin di vita, costringendo gli altri alla fuga. Intanto Xena ha avvertito il pericolo in cui si trova la compagna ma, nonostante gli incitamenti di Leuca che sa ciò che sta succedendo e cerca di indurla a cadere nella trappola di Janos, resiste alla tentazione di accorrere, incrociando le dita e aggrappadosi alla sua fiducia nell'abilità e nell'esperienza di Olimpia. Ma Olimpia ha sottovalutato la fedeltà degli uomini di Janos alla loro causa e mentre sta cercando di prestare soccorso all'uomo rimasto ferito, proprio questi pur moribondo le spruzza qualcosa sul viso accecandola. Completamente disorientata dall'azione improvvisa, Olimpia viene circondata da altri uomini e tenta un'ultima, disperata resistenza, ma colpita da un dardo, intinto in qualche sostanza soporifera, crolla al suolo priva di coscienza. Xena ancora in compagnia di Leuca, Selina e Stefan, con tutti i sensi all'erta, sta continuando a resistere contro tutti i suoi istinti che la spingerebbero ad accorrere da Olimpia, ma qualcosa di ancor più profondo dentro di lei le suggerisce che sarebbe proprio ciò che qualcuno vorrebbe, e Leuca, accortasi dei sospetti di Xena, non sa più cosa fare. Sulla strada, s'imbattono in un'altro uomo che urla loro che il carro con dentro i suoi figli si è rovesciato e che ha bisogno di aiuto, ma giunti sul posto prima che che il gruppetto possa prestare soccorso, Xena reagisce con la velocità del lampo salvando la famiglia di Olimpia da una pioggia di frecce che all'improvviso li bersaglia dall'alto, mentre i "feriti" si alzano e li attaccano. E in mezzo a tutto quel caos, Xena scorge quello che è evidentemente il capo, Janos, che la sfida urlandole che ha catturato Olimpia e le mostra il suo chakram, sfidandola a seguirlo, prima di galoppare via. Xena colpita ad una gamba, rimuove la freccia che ne spunta e prima di inseguire l'uomo, si accerta delle condizioni di Stefan, anche lui ferito, ma non gravemente. Dopodiché convinta che gli assalitori abbiano ordine di prendere solo lei, Xena si scaglia contro di loro, attraversando le loro schiere come un coltello caldo nel burro, portandoli lontano da Leuca e gli altri. Intanto Janos sta cercando di operare la sua opera di convincimento anche su Olimpia, tentando di portarla dalla sua parte, ma pur comprendendo le ragioni che lo muovono, Olimpia non è disposta a seguirlo. OLIMPIA: Il
nostro rapporto non ha niente a che vedere con chi possiede chi
o cosa,, Janos. (...) Tu non sai cosa mi stai chiedendo. E infatti, è proprio così, e Olimpia ne è dolorosamente cosciente. Poco dopo, Xena arriva nella caverna dove Janos ha allestito la sua trappola ed ha finalmente il suo primo confronto col suo nemico. Janos l'invita ad abbreviare le sue e le altrui sofferenze, uccidendosi lì, poiché ciò che l'attende è molto peggio, e un attimo dopo, il terreno le cede sotto i piedi e la donna cade all'interno di una cella di pietra dove la raggiunge anche Olimpia. L'unica via di uscita è un oscuro cunicolo. Chi vi entrerà, afferma la voce di Janos che giunge loro da fuori, affronterà una morte lenta e dolorosa nelle spire della sua "macchina della giustizia", mentre l'altra potrà andarsene libera. La giustizia e la vendetta saranno ugualmente servite, nella morte o nel dolore. Accanto a lui, Leuca che finalmente ha capito l'errore commesso, contempla con orrore ciò che ha contribuito a provocare. LEUCA: Non è
giusto. Nella cella intanto, Olimpia esamina le pareti in cerca di un punto debole, mentre Xena seduta su una roccia, comincia a liberarsi delle armi. OLIMPIA: Che
stai facendo? Xena fa per muoversi verso la trappola, ma Olimpia le si para davanti. OLIMPIA: No. Xena cerca di superarla, ma Olimpia la spinge indietro. OLIMPIA: Xena,
ho diritto a dire la mia in questo. Quell'uomo è pazzo, e
tu devi fermarlo. Tu devi uscire di qui, non io. E Olimpia si getta verso la trappola, ma Xena l'afferra al volo e entrambe finiscono a terra aggrappate. XENA: Anche
se fosse vero, non te lo permetterei. E le due donne cominciano la lotta più dura della loro vita, mentre entrambe cercano con tutte le forze di avere il sopravvento. Xena prova a bloccare Olimpia senza farle del male, ma la ragazza è diventata davvero brava, ed è un compito arduo. XENA: Olimpia!
Pensaci! Tu hai una famiglia là fuori che ti aspetta, una
casa... tutta una vita da vivere! Xena afferra Olimpia e la spinge contro la parete. Sono viso a viso. Xena è mortalmente seria. XENA: Io non
urlerò. Si fissano l'un l'altra, poi ricomincia la lotta, che è sempre più violenta e disperata, man mano che diventa evidente che nessuna delle due intende arrendersi. Alla fine, Xena coglie il momento giusto e colpisce. Olimpia le si abbatte tra le braccia e le due donne scivolano al suolo. All'esterno, Janos non vedendo uscire nessuno, comincia a diventare impaziente e minaccia di allagare la cella, rassicurando Leuca che in caso i suoi uomini porteranno in salvo Olimpia in tempo. Dentro, Xena culla il corpo di Olimpia svenuta. XENA: Mi dispiace di averlo dovuto fare, Olimpia. Ma ti sbagliavi. Se solo una di noi, deve salvarsi, è meglio che sia tu. (abbracciandola) Questo è il prezzo che devo pagare io, amore mio, non tu. Tu hai dato abbastanza. Ora forse potrai avere un po' di pace. (piangendo) Non dimenticare quanto ti ho amata, eh? Xena la bacia delicatamente sulla fronte, e l'adagia sul pavimento. Prende la sua spada e la posa sul petto di Olimpia, chiudendo le sue dita intorno all'elsa. Quindi si china su di lei e la bacia sulle labbra, prima di rialzarsi e dirigersi verso la trappola. Si ferma davanti all'entrata, si gira un'ultima volta verso Olimpia e poi scompare nel buio. Appena entrata nella trappola, questa si chiude istantaneamente dietro di lei e congegni d'incredibile precisione cominciano a tirarla per le braccia e le gambe. Xena si dibatte, ma inutilmente. La sua armatura viene rimossa, mentre dall'esterno le arrivano le risate di Janos. Nella cella, Olimpia rinviene e nel trovarsi tra le mani la spada di Xena capisce cosa è successo. Balza in piedi e corre alla porta della trappola ormai sigillata e con la spada comincia a colpirla disperatamente. Dentro la trappola, ormai completamente avviluppata da corde e catene, Xena è nuda e pronta ad essere trafitta da decine di lame, sopra e sotto di lei, con la voce di Janos, che si sta godendo il suo momento di gloria, e il sinistro rumore del meccanismo a tenerle compagnia. Ma Janos è evidentemente uno che mantiene le promesse. Ha promesso che Olimpia e la sua famiglia sarebbero state riunite e in un attimo Leuca e Selina si ritrovano nella cella insieme ad Olimpia. Questa neanche se ne accorge, presa come è a colpire con furia cieca il legno della porta, stringendo tra le mani la spada di Xena. OLIMPIA: Xena!! No!!!! NO!!!!! Leuca e Selina cercano di fermarla, Olimpia le spinge via. LEUCA: Olimpia! E' finita! Smettila! Olimpia si ferma e la guarda, comprendendo improvvisamente. OLIMPIA: Perché? Olimpia alza la spada e la punta alla gola di Leuca. LEUCA: Olimpia! Leuca e selina la fissano sorprese e spaventate. OLIMPIA: Ora, statemi fuori dai piedi. E la ragazza si rituffa con rinnovate energie verso la porta sentendo che i suoi sforzi stanno dando frutti. Ma all'interno della trappola, Xena sta cedendo. Davanti ai suoi occhi scorrono le immagini degli anni delle violenze e delle uccisioni, quel periodo della sua vita che non riuscirà mai a seppellire e che sembra tornare sempre ad infestarle l'esistenza e la stanchezza di lottare contro un destino che non vuole mai permetterle di lasciarsi una volta per sempre il passato alle spalle, stanno avendo la meglio su di lei, e Xena chiude gli occhi e si prepara ad essere trapassata dalle lame, quando alle sue orecchie giungono le urla di Olimpia, sua amica, sua compagna, sua sposa, la persona che le ha restituito la vita e gliel'ha resa degna di essere vissuta e a quella voce si accompagnano le immagini dei momenti belli, della gente che sono riuscite ad aiutare, a salvare, e gli occhi si riaprono, pieni di nuova voglia di vivere, ma forse troppo tardi, perché il meccanismo spietato si sta chiudendo su di lei. Olimpia, dal canto suo, è riuscita ad aprire una fessura di discrete dimensioni nella porta e ad essa si attacca, incurante delle schegge che le penetrano nelle mani, cercando con la forza della disperazione di allargarla il più possibile, quando d'un tratto, il rumore dei meccanismi della trappola divenuti quasi assordanti si bloccano con un ultimo terrificante colpo finale. E contemporaneamente, le mura si aprono e la luce del sole penetra nella cella. Il significato di questo lentamente si fa strada nella mente di Olimpia che capisce che Xena deve essere morta. La ragazza, distrutta, esausta, si lascia scivolare al suolo stringendosi al petto la spada di Xena. Non ascolta nemmeno le parole di Leuca che cerca di esprimerle il suo dolore e in un impeto di rabbia incontrollabile, con la spada stretta in pugno si lancia oltre la porta, ora aperta, seguita da Leuca e Selina. Anche Janos è ormai convinto di essere riuscito ad uccidere la Principessa Guerriera e sta gioendo della sua impresa, ma la gioia gli si strozza in gola, quando la parete della stanza da cui controllava la sua macchina esplode ed una Xena piena di graffi e coperta di sangue irrompe dentro. Ripresosi in fretta dalla sorpresa, Janos decide di porre immediato rimedio al fallimento della sua trappola e con la spada sguainata si getta sulla donna nuda e disarmata. Nonostante ciò, Xena tiene testa al suo avversario utilizzando estemporaneamente tutto quello che le capita a tiro, ma alla fine Janos la costringe a terra e la incalza spingendola di nuovo verso la porta sfondata che dà sulla trappola. Xena lascia che si avvicini e poi sfruttando il suo slancio lo fa volare oltre e s'impadronisce della spada. Al momento di colpire, però Janos le rammenta di come lei abbia sterminato la sua famiglia e la guerriera esita di quell'attimo di troppo necessario all'uomo per riprendere in mano il gioco, ma questa volta, proprio mentre la punta della sua spada si avvicina alla gola di Xena, sente a sua volta la punta di una lama pressarglisi contro la schiena. Alle sue spalle c'è Olimpia, ma la ragazza non ha intenzione di ucciderlo se lui non la costringerà. E Janos lascia Xena e arretra fino a raggiungere una porta nascosta e scompare. Adesso finalmente le due donne possono cadere l'una nelle braccia dell'altra. OLIMPIA(piangendo):
Sei viva. XENA: Anche lui, grazie a te. Olimpia guarda il pugnale e poi Xena. XENA: Meno male che sei arrivata tu a fermare il ciclo dell'odio e della violenza, eh? Lentamente il volto di Olimpia si apre ad un sorriso e le due si accoccolano per terra, mentre Xena continua a sanguinarle addosso. XENA: Ma sai cosa? Credo di essere diventata troppo vecchia per queste cose. Olimpia la stringe ancora più forte, senza parlare. Qualche giorno dopo, troviamo Xena e Olimpia, ristabilite e in procinto di lasciare Potidea. Xena parla con Leuca e Selina, mentre Olimpia se ne sta seduta su di una pietra a guardare il fiume. LEUCA: Xena,
mi dispiace. Non so veramente cosa altro dire. Lasciate le due donne, Xena si avvicina ad Olimpia, seduta accanto ad un tronco, quello dove si incontrarono la prima volta. OLIMPIA: Riconosci
il posto dove siamo? Olimpia sorride soltanto, un po' nostalgicamente. XENA: E il posto dove io e te ci siamo incontrate per la prima volta. Così forse è il posto giusto per separarci per un po'. Perché non resti qui e ti prendi una pausa? Olimpia si volta a guardare verso Potidea, poi scuote la testa. OLIMPIA: Non è il mio ambiente questo. Non lo è mai stato, non adesso e nemmeno quel giorno di tanto tempo fa che ci riunì. Xena guarda l'albero e vi si appoggia. XENA: Rimpiangi quel giorno, Olimpia? Olimpia sembra un po' sorpresa dalla domanda. Si alza e si appoggia anche lei all'albero. OLIMPIA: Se tornassi a quel giorno, sapendo quello che so ora... sai cosa ti direi, Xena? Xena la fissa non certa di voler sentire la risposta. XENA: No, cosa diresti? OLIMPIA(sorridendo): Portami con te. Xena, nel sentire quelle parole, cerca di controllare le forti emozioni, senza riuscirci troppo bene. XENA: E io lo
farei. Olimpia ride, mentre si allontanano insieme. PS: "Fallen",
ultimo episodio di questa settima stagione, esordisce con una nota
che sicuramente ha fatto schizzare sulla sedia più di uno
xenita, ed ha dato la dimensione di quanto questa SVS sia DAVVERO
il seguito ufficiale della serie tv: "Alcuni di voi noteranno
come la struttura e lo stile di "Fallen" sia differente
da quelli utilizzati per lo più in questa stagione. Questo
è a causa del fatto che questa storia non è stata
pensata come una sceneggiatura della settima stagione della SVS.
Questo script è il V 1426 della sesta stagione di XENA WARRIOR
PRINCESS, una sceneggiatura di un episodio non prodotto e realizzata
per lo show stesso." La nota è firmata da Missy Good,
che scrisse a suo tempo l'episodio, su soggetto di Robert Tapert
(e lo ripropone qui con qualche minima variante). In sostanza quello
di cui avete appena letto un dettagliato riassunto, non a caso particolarmente
ricco di stralci dei dialoghi più interessanti, è
uno degli episodi perduti della serie tv. Episodi già pronti,
spesso completi di staff e date di realizzazione, che poi all'ultimo
momento per una ragione o per l'altra, sono stati cancellati o sostituiti
da altri. Ripercorrendo le varie stagioni di XWP, ne troviamo diversi.
Di alcuni non si sa nulla, a parte il numero di produzione e qualche
scarno accenno di trama, ma altri, pochi purtroppo, hanno avuto
più fortuna. Di "Sticks and Stones" e "The
Last Chance" già sapete, mentre "Fallen" ha
avuto un'ulteriore opportunità, quella di trovare una precisa
collocazione nella saga, grazie a questo ripescaggio on line, reso
possibile dall'autorizzazione di Tapert, sempre molto disponibile
nei confronti della SVS. Non ho avuto la possibilità di leggere
la sceneggiatura originale, quindi non so esattamente cosa sia stato
cambiato rispetto alla versione scritta per lo show televisivo,
ma la Good assicura di aver dovuto ritoccare solo un paio di punti,
probabilmente quelli che servivano ad aggiornarla agli avvenimenti
accaduti in questa settima stagione e il mancato recupero del chakram
che qui viene usato come aggancio alla prossima. Per il resto, l'atmosfera
è un pò quella malinconica del finale di quella stagione,
e risalta particolarmente il senso di vuoto che le due compagne
sentono intorno a loro, come se la loro ragione di esistere fosse
venuta meno, salvo poi, ed è questa la grande differenza
da quell'episodio, scoprire che la loro ragione di vita sono loro
stesse e ciò che rappresentano l'una per l'altra. Ma nel
forum del sito, Melissa spiega che una delle ragioni per cui "Fallen"
venne cancellato era che possedeva appunto troppi elementi simili
a "Friend in Need", e Tapert e gli altri autori avevano
già deciso per un finale tragico della saga. Ed ecco altre
sue considerazioni a proposito di questo episodio: "Una delle
conversazioni che Rob ed io avemmo sul primo abbozzo di trama fu
su come provocare una lotta tra Xena e Olimpia senza rievocare quella
di "Bitter Suite", così decidemmo che il solo modo
di farlo, era di farle combattere per il grande amore che avevano
l'una per l'altra. Volevamo evidenziarlo in modo crudo. E mentre
scrivevo l'ultimo atto (di solito capisco se il livello sentimentale
è buono perché riesco a sentirlo), Rob mi disse che
l'ultima scena l'aveva fatto piangere, quindi doveva andare bene."
"Discutemmo anche su Leuca e giungemmo alla conclusione che
dovevamo lavorare in modo che fosse molto chiaro che Leuca faceva
quello che faceva non per odio verso Xena, ma perché amava
sua sorella ed era preoccupata per lei. Comunque devo dire che mi
sono goduta la sfuriata di Olimpia a Leuca nella cella." Questo
per chiarire il sistema di lavoro di gruppo della serie tv, che
poi Melissa ha "esportato" anche nella SVS, rendendolo
un altro importante elemento di continuità. Un'altra considerazione
la lasciamo a Susanne Beck, coordinatrice della SVS insieme a Melissa.
E' in riferimento al "sesto senso" che lega Xena e Olimpia,
evidentemente presente già nella prima versione di questo
episodio, prima che la SVS ne facesse uno degli elementi portanti
della saga, dopo il matrimonio: "Era una cosa già sviluppata
nello show, fin da "Dreamworker" dove i sogni di Xena
e Olimpia s'intrecciavano. Episodi come "Gabrielle's Hope"
in cui Xena impegnata in combattimento sa che Olimpia è nei
guai anche senza vederla, e "To Helicon And Back", in
cui accade più o meno la stessa cosa, sono solo due esempi.
Ne abbiamo parlato un sacco nei nostri incontri di produzione. Lo
Xena-radar e l'Olimpia-radar (come li chiamiamo) sono sempre esistiti.
Noi li abbiamo solo esaltati." Un'ultima osservazione, a chiusura
di questa stagione d'esordio della SVS, la vorrei riservare alla
scena finale, il tenerissimo dialogo tra le due compagne nel luogo
che le vide incontrarsi per la prima volta, molti anni fa e da cui
iniziò la loro storia insieme (chiudendo un cerchio perfetto
e indicando come effettivamente fosse stata pensata come possibile
finale della serie). Tante cose sono successe da allora. Xena e
Olimpia hanno vissuto e condiviso momenti bellissimi ed altri di
grande tragicità, ed è quasi poetico che la strada
percorsa insieme le abbia riportate al punto di partenza a riconsiderare
tutta la loro vita e a scoprire vicendevolmente (ma non è
certo una sorpresa) che nonostante tutto entrambe ricomincerebbero
da capo, senza dubbi o esitazioni, perché per quanti possano
essere stati gli ostacoli e le difficoltà, il dolore e le
sofferenze, una cosa le compensa completamente, e darà loro
sempre la forza di superare tutto: l'amore che le accompagna nel
loro viaggio. |
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