Fine
all'ultimo verso : quando l'amore è poesia 1 Verso Micene Il debole sole cercava di farsi spazio tra le nuvole, per svolgere il proprio compito di riscaldare la terra, fresca, in quella giornata. Xena, Gabrielle e Solan, stavano attraversando una piccola foresta, terra di nessuno, non lontano da Micene. I tre, erano diretti proprio in quella cittadina. Era molto presto e tutto, si stava appena svegliando, intorno loro. Xena, teneva in una mano le briglie di Argo II, camminando, vicino al figlio. Solan
camminava affianco alla madre. Era leggermente pallido. Non aveva dormito
quella notte e si sentiva triste. In effetti era silenzioso. Aveva lo
sguardo triste e guardava avanti a sé ma sembrava non vedere
niente. Xena sospirò pesantemente, un po' sconsolata dall'atteggiamento affranto del figlio. <<Ho detto che mi dispiace vederti così.>>Disse, quindi, per la seconda volta, anche se non amava ripetere le cose. Il ragazzo guardò sua madre, e solo dopo un po' rispose :<<Sto bene! Non preoccuparti per me, madre.>> con aria poco convincente. Solan non aveva voglia di parlare ma non voleva mancare di rispetto a sua madre. Cercò di trovare la forza di rivolgerle un sorriso affettuoso. Si voltò dall'altra parte, sapendo che non era riuscito nel suo intento. Perfino la disposizione delle pietre, gli riportavano alla mente il sentiero del territorio amazzone e quindi lei ! Gabrielle
camminava dietro a Xena e Solan con lo sguardo fisso a terra ed un'espressione
decisamente scura in volto. Un fastidioso malumore l'aveva colta fin
dal risveglio e la situazione non accennava a migliorare. Non aveva
praticamente quasi aperto bocca per tutta la mattina e ciò che
più la innervosiva era il fatto che Xena sembrava non accorgersene
minimamente! Anzi, sembrava non accorgersi nemmeno della sua presenza!
L'amazzone alzò lo sguardo ed osservò la Principessa Guerriera
mentre camminava al fianco del figlio. Xena
era concentrata sul malumore del figlio e, notando che la linea di madre
apprensiva e disponibile all'aiuto non stava funzionando, decise di
assumere un altro atteggiamento. Quindi, scherzosa, diede un piccolo
pugno affettuoso sulla spalla del figlio. <<Su con la vita!>>
Gli disse, volendo evitare d'entrare in discorsi seriosi. Solan non
voleva quindi, non era il momento. Xena non sapeva più che dire. Non era parte di se il piangersi addosso e non sapeva come relazionarsi con l'atteggiamento del figlio. <<E' solo una donna!>> Esclamò, all'ultima espressione di Solan, un po' infastidita. Era risaputo che la Principessa Guerriera aveva un carattere difficile, s'infiammava subito, era un'irascibile. Gabrielle
non riusciva a credere alle sue orecchie quando sentì le parole
di Xena. Come poteva essere tanto insensibile e superficiale? <<Che c'è ?! - ripeté l'aedo in tono sempre più adirato - Xena, è possibile che tu non ti renda neanche conto di quello che dici?!>> Gabrielle si portò le mani ai fianchi assumendo un'aria ostile ed attendendo da Xena una spiegazione plausibile per il suo irritante comportamento. Xena emise un piccolo sbuffo misto ad un ghigno. <<Ti sei svegliata male, oggi ?>> Chiese. Solan, intanto, assisteva alla scena sconcertato. Quella possibile lite proprio non ci voleva. <<Perché?
T'importa forse? - rispose Gabrielle pungente, nel tentativo di far
capire a Xena quello che realmente l'aveva irritata - Sono solo una
donna, infondo...>> continuò poi qualche istante dopo ironicamente.
Solan, tra le due, continuava a spostare lo sguardo da Gabrielle a sua
madre, con un'aria decisamente smarrita. Solan
notò che l'atmosfera si stava facendo pesante. Sperò di
non essere coinvolto nel litigio tra le due e, per evitarlo, camminò
leggermente distanziato da Xena e Gabrielle. Gabrielle alzò lo sguardo e vide da lontano ergersi l'imponente città. Tirò un sospiro di sollievo nel vedere che erano quasi giunti a destinazione; le dolevano le gambe e non vedeva l'ora di rifocillarsi un po'. <<Oh, siano ringraziati gli Dei!>> disse poi l'amazzone rivolta a Solan, ma lasciando trasparire dal tono della sua voce l'evidente obiettivo d'infastidire ancora la Principessa Guerriera. Quando Xena poi si voltò verso di lei, Gabrielle le lanciò una torva occhiata che non lasciava alcuna ombra di dubbio: la giovane amazzone non aveva ancora buttato giù il battibecco precedente. Xena inarcò un sopracciglio <<Che hai da guardarmi così? Oh, noi mi dirai che sei ancora arrabbiata!>> Esclamò. <<Oh, e perché dovrei?>> continuò ironicamente l'amazzone. <<Appunto!>> Replicò, la Principessa Guerriera, come se ciò che dicesse fosse ovvio. <<Appunto!>> sbottò Gabrielle, senza sapere cos'altro aggiungere. Il solito atteggiamento tranquillo e quasi indifferente di Xena la stava facendo andare su tutte le furie. Sembrava quasi che per lei tutto fosse assolutamente normale. Xena
roteò gli occhi, il comportamento infantile dell'amazzone stava
cominciando ad irritarla sul serio. Non disse niente, non avendo ne
nulla da dire, ne volendo alimentare il dissapore di Gabrielle e quindi,
il proprio. Così i tre arrivarono entro pochi minuti a Micene.
La città brulicava di gente: tutti sembravano contenti, quasi
agitati. Stava avvenendo qualcosa di speciale. Appena entrati in città, Solan ebbe la sensazione che non ci fosse più molta tensione tra le due guerriere, forse grazie all'attenzione che suscitava in loro quel posto pieno di allegra confusione. Il giovane chiese informazioni a un passante che gli parlò di una gara di poesia. Poco dopo, in compagnia di Xena e Gabrielle, Solan si diresse verso una delle piazze più importanti della città. Al centro della quale videro una donna in che recitava versi. Tra tutto quel frastuono, che sembrava il preludio a una grande festa, c'era in disparte un gruppo di persone: anziani, giovani e bambini intenti ad ascoltare una donna che recitava alcune poesie. Gli occhi di essa si abbassavano a leggere i versi e poi si alzavano, bruscamente, come a cercare negli sguardi dei presenti un segno di approvazione o di noia; il volto teso come se fosse sottoposta a una grande fatica, le mani strette sul libro come se temesse che potesse fuggire. Poi come se un fulmine avesse squarciato il cielo azzurro, gli occhi della donna si soffermarono sul gruppo capeggiato da Xena ed subito ebbe un tuffo al cuore. Sappho discese veloce dal piccolo pulpito su cui si trovava, si fece largo tra la folla che nel frattempo osservava la scena con perplessità, mentre si alzava un leggero brusio. La poetessa di Mitilene si fermò davanti al gruppo e subito disse volgendo gli occhi al cielo e stringendo le mani al petto: <<Se questo è un sogno, vi prego non svegliatemi, ma se è realtà ringrazierò Aphrodite con ogni sorta di dono. Non ho mai visto tanta bellezza in un sol corpo - quindi afferrò la mano di Gabrielle - Ti prego rivelami il tuo nome, cosicché io possa decantare con una poesia la mia gioia nell' averti conosciuta e il tuo mirabile splendore>>. Gabrielle arrossì vistosamente sulle gote. Non aveva mai visto quella donna in vita sua e non sapeva cosa dire, sentendosi fortemente in imbarazzo. <<Io... il mio nome è Gabrielle.>> rispose timidamente l'amazzone, cercando poi Xena con lo sguardo. <<Gabrielle>> ripeté sussurrando Sappho e i suoi occhi marroni brillarono come una stella. <<Che nome leggiadro, come una farfalla che si solleva accarezzando l'aria con i suoi mille colori, biondo, verde, rosa come i tuoi capelli, i tuoi occhi e la tua pelle così liscia e forte, al tempo stesso, come lo sono i tuoi muscoli>> poi gli occhi di Sappho incontrarono quelli della Principessa Guerriera. <<Ma noi ci conosciamo - disse lasciando la mano di Gabrielle- Sì, io ti ho già vista, non potrei, mai dimenticare quegli occhi così azzurri dello stesso colore del cielo>>. Xena cercava di reprime entro se stessa la rabbia che stava provando in quell'istante. Odiava le scenate, non avrebbe di certo voluto farne una anche se sentiva le dita avere l'impulso d'afferrare il chakram o di contrarsi a pinch. <<Ed io non posso dimenticare chi parla tanto a sproposito.>> Rispose Xena, acida. <<Se decantare le bellezze di una giovane donna vuol dire parlare a sproposito bè, credo che dovresti chiedere scusa a Gabrielle perché vorrebbe dire che quello che ho detto finora è falso... Noto un certo risentimento nei miei confronti e ne sono amareggiata, spero che ti passi presto. Intanto mi presento - quindi la donna fece un inchino - mi chiamo Sappho>>. <<Le parole si sperdono al vento. - rispose, Xena, fissando Sappho dritta negli occhi. - Gabrielle, sarò alla Taverna. Solan, andiamo.>> Aggiunse, poi, con tono mutato, apparendo glaciale. <<Xena, aspetta!>> esclamò Gabrielle andandole dietro e tentando di fermarla. Non voleva che la guerriera se ne andasse così malamente... Xena ritrasse il braccio in modo che l'amazzone non potesse sfiorarla.<<Sarò alla taverna.>> Ripetè la guerriera. Dal tono della sua voce Gabrielle capì che non era il caso di contraddirla, quando agiva in questo modo, non si poteva obbiettare. La giovane amazzone restò quindi immobile a guardare mentre Xena e suo figlio si allontanavano da lei, diretti verso la taverna. Era consapevole di non poter far nulla al momento per sistemare le cose e sospirò, rassegnata. Si voltò poi verso Sappho che aveva finora osservato la scena in rispettoso silenzio. Gabrielle s'avvicinò alla celebre poetessa, sorridendole e cercando di apparire quanto più serena riuscisse. Non poteva nascondere, però, a se stessa, la sua felicità nel trovarsi ora di fronte la più grande poetessa mai esistita, colei che rappresentava per Gabrielle una maestra, un ineguagliabile modello da seguire. L'aedo aveva, infatti, letto qualcuno dei suoi scritti e ne aveva amato lo stile ed il sentimento. Le riaffiorò alla mente, così, la pergamena che Xena le aveva donato per il suo genetliaco, scritta per lei proprio dalla poetessa di Mitilene, ma, all'istante, Gabrielle cercò di cancellare quel pensiero. Era troppo doloroso ricordare ora la gioia di quel momento. Si limitò quindi a sorridere a Sappho, sperando che il comportamento di Xena non l'avesse offesa.<<E' un onore per un umile bardo come me conoscerti, Sappho.I tuoi versi ispirano da sempre l'umiltà dei miei.>> aggiunse solennemente la giovane, abbassando gli occhi in segno di devoto rispetto e riverenza verso la grande poetessa. Sappho
sorrise dolcemente ascoltando le parole di Gabrielle ma, essendo un
animo sensibile, comprese subito che il giovane bardo era stato ferito
dall'atteggiamento della sua amica guerriera. <<Non ho mai ricevuto
così tanti complimenti in una sola volta - disse la poetessa
di Mitilene - e poi da una fanciulla così bella. Ma un attimo,
sbaglio o hai chiamato la tua amica: Xena? Adesso ricordo, quegli occhi,
quella donna, venne da me perchè le scrivessi una poesia da dedicare
a una fanciulla>>. Gabrielle fece cenno di no con la testa, sorridendo. <<Non preoccuparti, Sappho. Xena è...un po' impulsiva certe volte... - disse l'amazzone imbarazzata - Spero tu possa perdonarla. Sono certa che non intendeva offenderti.>> <<Il mio cuore non ha risentito delle sue offese perché troppo intento a battere per te, mia dolce Gabrielle - disse Sappho perdendosi negli occhi verdi del bardo e incamminandosi tra la folla con a fianco la giovane dai capelli biondi- Ma dimmi, veramente anche tu scrivi? Mi piacerebbe leggere qualcosa di tuo... Ma perché non partecipi alla gara di poesia che si terrà tra qualche giorno?>> <<Una gara di poesia? Davvero ci sarà?>> esclamò Gabrielle euforica, incapace di nascondere il suo entusiasmo. Avrebbe davvero voluto parteciparvi. <<Sìì>> rispose altrettanto euforica la poetessa di Mitilene, quindi afferrò la mano di Gabrielle e la strinse. <<E' così bello, mi sembra di toccare il cielo con un dito al vedere che questa mia notizia ti ha fatto tornare l'entusiasmo e il sorriso. Ebbene, sarà una gara come non se ne sono mai viste, verranno da tutta la Grecia, saranno tantissimi sfidanti, devi iscriverti immediatamente o sarà troppo tardi!>>. Il
sorriso sul volto di Gabrielle era davvero raggiante, ma si oscurò
non appena il pensiero di Xena tornò alla sua mente. <<Seguimi nobile fanciulla - disse Sappho- e se vuoi un consiglio, quando sarai nel silenzio, da sola, e penserai ai versi migliori da scrivere per questa gara, fallo con l'immagine di Xena davanti ai tuoi occhi, perchè sono sicura che verrà fuori la più bella poesia che sia mai stata scritta in tutta la Grecia e sicuramente se la tua amica, prima, è rimasta insensibile alla tua richiesta di chiarimento, non lo resterà davanti a un così amorevole gesto>> quindi, dopo aver sorriso, la poetessa di Mitilene fece cenno a Gabrielle di seguirla. Intanto,
sempre nella graziosa cittadina di Micene, Xena e Solan, sedevano in
una piccola ed accogliente taverna. Solan
afferrò il suo boccale, con energia. Aveva una gran sete. Ma
prima di bere voltò lo sguardo verso la Principessa Guerriera.
Notò che aveva un'aria impensierita. La
guerriera fu riportata alla realtà dalla parole del figlio. <<No,
no. Tu, piuttosto?>> Rispose, rivolgendo la domanda a Solan. Per
Solan, quel verso di Xena era un segnale. Si voltò dove la Principessa
Guerriera aveva guardato un momento prima e vide tre ubriachi che si
erano appena alzati da un tavolo per avvicinarsi a quello di Solan e
di sua madre. Il giovane sentì i tre uomini fermarsi minacciosamente
alle spalle sue e di Xena. Xena
si sentì orgogliosa di come aveva reagito il figlio, era un vero
gentiluomo. Quindi, senza pensarci due volte, atterrò lo sventurato
che era in procinto di scagliarsi contro Solan. Solan sorrise, affettuosamente, alle parole della madre. Stavano per mettersi a sedere, quando il giovane notò che le sorprese non erano finite. Si accorse che qualcun altro stava dirigendosi in direzione delle loro spalle. *Maledetti rompiscatole !* pensò, furente. Attese che l'uomo fosse vicino per voltarsi e sferrargli, con tutta la sua forza, un pugno in faccia. Dopo che l'ebbe colpito, tuttavia, sentì la mano di Xena sul suo braccio. Il giovane si voltò verso la Principessa Guerriera. Le chiese, stupito :<<Che cosa c'è, madre ?>> <<E'
Joxer>> rispose, Xena, allungando, allo stesso tempo, un braccio,
con l'intento d'aiutarlo ad alzarsi, in direzione dello stordito uomo,
disteso a terra. <<Che...
che cosa è stato ?>> chiese, intontito, il poveretto, mentre
Xena lo aiutava ad alzarsi <<Questo dolore alla testa, e lo svenimento...
forse è la birra. Eppure ho la sensazione di non avere bevuto
niente.>> continuò, confusamente. Xena
sorrise, notando che l'amico era preciso identico a come lo ricordava.
<<Sei stato colpito da lui. - disse, indicando Solan. - Egli è
mio figlio Solan.>> <<Ah ! Capisco ! Fantastico ! Il piccolo Solan !>> rise, allegramente, Joxer, che sembrava trovare quell'incontro divertente, poi notò il volto serio del ragazzo che aveva di fronte e si corresse, immediatamente :<<Volevo dire, il grande Solan ! Il guerriero Solan ! Degno erede di sua madre>> facendo un passo indietro e mettendosi le mani sul viso come per parare gli altri possibili pugni del figlio di Xena. *Che
tipo !* pensò Solan, alzando gli occhi al soffitto. <<Qual buon vento, Joxer?>> Chiese, la Principessa Guerriera, risedendosi al tavolo, seguita dai due uomini. <<Sai, Xena tra breve si terrà qui a Micene una gara di poesia - rispose Joxer, mentre si sedeva al tavolo con la Principessa Guerriera e suo figlio - e mi sono iscritto anche io, come bardo, in quanto maestro... anzi... allievo di Gabrielle. Conosci le mie opere, vero Xena ? Pensa che ho appena iniziato un poema che parla del mio rapporto con la scrittura. Una cosa in - te -res- san -tis -si- ma ! Ehi, oste ! Porta del sidro !>> continuò a spiegare, in modo un po' incoerente. <<E poi ho visto che c'è anche Eve qui in città ! Forse è interessata anche lei a questa gara... chissà !>> <<Eve?! - Chiese Xena, mentre i suoi cerulei occhi s'illuminavano, apparendo disinteressata a tutto il resto del quale stava parlando Joxer. - E' qui in città? Solan! Conoscerai tua sorella!>> Aggiunse, quindi, felice. <<Sì,
madre !>> rispose, Solan colpito da quella inaspettata notizia. Xena
annuì con la testa, per poi avvisare Joxer di quello che stava
andando a fare, assieme a Solan.
Joxer
camminava per le strade di Micene, con una penna e una pergamena. Cercava
di scrivere e per questo, non guardava dove andava e continuava a scontrarsi
con i passanti. Gabrielle,
che si era appena iscritta alla gara, stava discutendo con Sappho sull'evanescenza
dell'ispirazione quando da lontano scorse un amico al quale era molto
legata. <<Gabrielle che combinazione incontrarti da queste parti ! Ma dimmi è per la gara di poesia che sei qui a Micene ? Curioso, ero qui anche io per lo stesso motivo. Sai, prima di essere un grande cuciniere sono un abile poeta dal cuore romantico. E per l'appunto, volevo farti sentire una mia opera che sto componendo proprio ora ! Ascolta : Non
c'è cosa più bella Ecco
che ne pensi ! E questo non è nulla !>> Gabrielle
cercò di trattenere una risata e vide che Sappho, a fianco a
lei, stava lottando per la stessa causa. Gabrielle
si rese conto dallo sguardo di Joxer di essersi Sappho
regalò un ampio sorriso a Joxer <<E' davvero un piacere
<<Sappho ! Ho sentito molto parlare di te ! Anche io mi diletto molto nello scrivere poesie. Ho sempre avuto questa passione, veramente. Certo, la prima era il coraggio visto che sono un guerriero e spesso Xena e Gabrielle mi accompagnano nelle missioni... cioè volevo dire che andiamo in missione insieme... cioè le accompagno io, veramente. Un altro mio interesse è la cucina. Parlando modestamente, sono un grande cuciniere e Gabrielle può confermare i prelibati piatti a base di radici che adoro cucinare. Quando invece non combatto e non cucino mi dedico spesso alla nobile arte della poesia e della scrittura in genere e scrivo spesso poemi sulle mie ardimentose gesta. Ho giusto qui un poema>> disse Joxer impugnando con ardore una pergamena e porgendola a Sappho <<che ho appena finito di scrivere, in cui racconto di come ho sconfitto Callisto... cioè di come Xena l'ha sconfitta con il mio aiuto... cioè con l'aiuto di Gabrielle.. ma io comunque c'ero !>> <<Mi
par di notare che il tuo amico è un po' confuso>> disse
Sappho <<Le budella di pecorella ? E' una mia specialità, Sappho !>> rispose, allegramente Joxer <<Specie se con quelle radici che dico io ! Servono per dare al piatto un'aroma particolare . Le trovo spesso dove pascolano le vacche !>> fece una breve pausa e proseguì <<Sono contento di partecipare a questa gara. Non lo faccio certo per lo scrigno di monete d'oro ma il titolo di aedo dell'anno è quello che più mi interessa, naturalmente. Anche se con tutti quei soldi mi potrei comprare un armatura nuova, anzi potrei comprare anche un accademia militare, a dire il vero.>> Gabrielle
esordì in una sonora risata. Cicreus
si avvicinò al gruppo di amici e disse con "Ma
come ti permetti?! - sbottò Gabrielle, indignata - Chi sei tu
per <<Come
ti permetti tu di parlarmi in questo modo! I
miei nemici riduco in catene <<Noto
con dolore Cicreus
rispose <<Ti credi brava vero? Non sei altro <<Ah
! Che vigliacco ! E' andato via prima che potessi rispondergli !>>
affermò Joxer, con ardore, solo quando lo sconosciuto si era
allontanato. Vide che le due fanciulle si girarono verso di lui con
uno sguardo che non sapeva come interpretare. Solan camminava a passo svelto insieme alla madre per le vie di Micene alla ricerca di Eve. Vide poi Xena avvicinarsi ad una giovane che le somigliava. Solan si mantenne a qualche passo di distanza lasciando alle due donne il tempo per parlare. Vide la commozione nello sguardo della fanciulla. Non poteva vedere il volto della Principessa Guerriera perché in quel momento gli stava dando le spalle ma potè intuire che anche lei si sentisse intenerita. Infatti,
Xena, aveva gli occhi lucidi. Era da tempo che non vedeva la Eve
rimase in silenzio per alcuni secondi, che
<<Le
tue parole mi commuovono, Solan.>> Poi respirò a <<Il fatto che io sia qui è una conseguenza delle ire che Callisto nutriva nei confronti di nostra madre.>> rispose Solan e raccontò alla sorella tutto ciò che era accaduto da quando era tornato in vita. Dell'odio che, per colpa della regina guerriera, aveva provato verso Xena e di quanto fosse stato lieto il momento della riconciliazione con la madre e con Gabrielle. Si voltò verso la madre, affinché potesse partecipare alla conversazione e testimoniare ciò che era già stato detto dal giovane. Xena
annuì, concordando sulla spiegazione del figlio. Solan
tornava verso la piazza centrale del villaggio, dove aveva visto l'ultima
volta Gabrielle. Era al fianco di Eve che, a sua volta, procedeva a
lato di Xena. Gabrielle,
Sappho e Joxer stavano ancora tranquillamente conversando Eve
sorrise ed aprì le braccia per accogliere la Joxer ricambiò il saluto di Eve, e quando la vide abbracciata a Gabrielle, si asciugò una lacrima esclamando :<<Questi sono momenti di pura poesia ! Sento che potrei comporre chissà quali opere in questo momento, certo sarei più ispirato dopo un lauto pasto visto che è sceso il sole e io non ho ancora mangiato. Ecco cosa potrebbe darmi l'estro: una buona cena. Un
saporoso arrosto che
ve ne pare, amici ? A questo proposito vorrei invitarvi a cena. Ho fornito
io stesso al taverniere una delle mie pregevoli ricette e ci attende,
credo, con una grossa porzione di zuppa di radici già pronta.>> Gabrielle
si passò distrattamente una mano tra i capelli e sorrise in Xena
si voltò, senza proferire parola, aspettando che fosse Gabrielle
Gabrielle
vide Xena osservarla con espressione severa e sentì come <<Non
crucciarti, non sono sconvolta dal dolore.>> Rispose, Xena, Gabrielle
si asciugò gli occhi velati di lacrime, Quella
mattina il sole splendeva alto nel cielo, non c'erano nuvole Sappho,
in quanto presidentessa della giuria, aspettò che la folla <<Cittadini
e forestieri, Subito
tra i presenti di sollevarono grida di approvazione e battiti Joxer salì sul palcoscenico. Diede un'occhiata circolare al pubblico. Si schiarì la voce e iniziò a decantare :<< Sono
Joxer il guerriero combatto
con la spada Arrivarono degli applausi poco convinti dal pubblico che comunque soddisfecero il guerriero. Convinto di avere avuto successo, fece un cenno di saluto a Sappho e scese dal palcoscenico. Una
signora del pubblico, tutta imbellettata per l'occasione, urlò
a Gabrielle
salì sul palco ed aspettò che tutto tacesse per iniziare
a I
miei occhi hanno visto il tuo viso, Diventammo
un giorno amiche e poi di più, Per
un istante tutto tacque, si udì solo il canto degli uccelli,
poi Cicreus
salì sul palco e, senza inchinarsi né salutare Se
fossi principe sarei giocondo, Se
fossi la morte andrei da mio padre, Se
fossi Cicreus come sono e fui Xena,
in fondo alla sala, non aveva neanche udito le parole di La
poesia di Cicreus trovò ampi dissensi tra la folla, ma anche
Gabrielle
rimase immobile per un istante; non era Cicreus
era furioso: <<Cosa? Quella sgualdrina ha Gabrielle
vide Cicreus lanciarlesi contro, con la Cicreus
cercò nuovamente di colpire Gabrielle con Gabrielle
vide Cicreus lanciarsi verso la spada per La
folla cominciava ad infervorarsi, alla vista di quell'inaspettata Dopo
che Cicreus fu legato e rinchiuso in un posto sicuro, per La
Principessa Guerriera racchiuse in quell'abbraccio tutto l'amore <<Acta
est fabula!>> disse Sappho attirando l'attenzione dei |