episodio n. 19
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Nel tempio delle Parche intanto, sono iniziati i preparativi per le nozze di Olimpia e Marte. I seguaci di Dahak stanno allestendo velocemente con drappi rossi e neri tutta la sala per farle assumere un aspetto imponente per quello che dovrebbe essere “un lieto evento”. Un lungo tappeto attraversa tutta la sala fino a raggiungere l’altare, adornato esclusivamente con fiori del colore della passione. Uno spazio è stato allestito anche per i numerosi invitati attesi per l’indomani: un gran numero di sedie e in prima fila delle sontuose poltrone, più simili a dei troni, destinate agli dei dell’Olimpo. Ma delle dee del tempio non c’è alcuna traccia. Marte compare nella sala per verificare come procedono i preparativi. Si guarda intorno compiaciuto, poi si avvicina a uno dei seguaci di Dahak per fare il punto della situazione:
- State facendo un buon lavoro … Ma tutte quelle sedie in prima fila non serviranno. Non ho invitato tutto l’Olimpo… solo qualcuno di mia fiducia … -
- Farò provvedere ad eliminarle - risponde compiaciuto l’uomo, gratificato dal complimento che ha appena ottenuto da Marte.
- Immagino che le Parche non si siano fatte vedere … -
- No, mio signore. -
- Meglio così… Hai fatto confezionare la veste per la sposa? -
- Certamente! -
L’uomo batte le mani e due donne che poco prima stavano sistemando dei drappi alla parete, si avvicinano a Marte a capo chino, con in mano la veste per Olimpia.
- La scollatura è come tu avevi ordinato?… - aggiunge il seguace di Dahak attendendo il giudizio di Marte sulla veste.
Quando gliela vedrò indosso ti dirò se avete fatto un buon lavoro. Adesso tornate ad occuparvi dei preparativi. … -
Il dio della guerra scompare dal tempio con l’abito da sposa per riapparire nella grotta delle Graie:
- Queste nozze mi stressano! Spero che arrivi presto la luna di miele per rilassarmi un pò! - commenta Marte non appena vede Olimpia circondata dalla Graie che stavano ancora lamentandosi delle Parche con la povera guerriera in cerca solo di un po’ di silenzio in quella grotta piena di echi.
- Ti sono mancato mia cara? La guerra mi chiama… ovunque e ogni giorno ci sono uomini che mi invocano e ho poco tempo da dedicarti purtroppo. -
L’atteggiamento da marito premuroso di Marte è a dir poco disgustoso per Olimpia:
- Potevi anche rimanere dov’eri, stavo molto meglio prima. -
- Lo sai che la mia pazienza ha un limite e che non mi piace sentirti sempre così scostante nei miei riguardi. Cerca di cambiare atteggiamento o mi vedrò costretto a … - la minaccia del dio della guerra viene interrotta dalla sfida di Olimpia.
- Cosa? Puoi minacciarmi perché credi di aver vinto, ma non è così. Non mi fai paura, te l’ho già detto. -
- Xena non verrà a salvarti. Arrenditi all’idea e rassegnati. Se non cambi atteggiamento nei miei confronti potrebbe essere molto doloroso per te starmi accanto… -
- Non credo dato che rimedierai con uno degli incantesimi delle Graie. Non è forse questo che hai in mente, se non dovessi riuscire a soddisfare le tue “esigenze”? -
- … Chi può dirlo. Dimentichi che a me piace vedere il dolore e la sofferenza altrui. Potrebbe essere eccitante costringerti… ogni giorno … -
La sadicità di Marte mette a dura prova la calma del bardo, che ormai non ha più nessun motivo per non ribellarsi ai suoi piani:
- Questa è la tua veste per la cerimonia di domani, provala. -
Olimpia prende il vestito rosso dalle mani di Marte e contro ogni previsione del dio della guerra, lo afferra a due mani e lo strappa con forza all’altezza del corpetto, rendendolo indossabile. Poi lo lancia sul viso del dio della guerra mentre le Graie rimpiccioliscono per la paura immaginando la reazione di Marte:
- Come ti permetti di disubbidirmi, stupida mortale! -
Il dio la afferra per le spalle e la strattona due volte, ma Olimpia lo colpisce con una ginocchiata all’inguine e una gomitata sullo zigomo sinistro, facendogli mollare la presa immediatamente. La rabbia di Marte si fa sempre più grande per l’intraprendenza della donna; tuttavia è compiaciuto dal vederla così forte e pronta di spirito:
- … Mi ricordi una persona, ma non c’è bisogno che ti dica chi è … Non ti conviene farlo un’altra volta Olimpia, credimi.... domani mattina avrai il tuo abito da sposa e lo indosserai ... ma non illuderti, verrai al tempio delle Parche con qualsiasi cosa tu abbia addosso, questa la cerimonia avrà luogo. -
- Non cederò mai Marte … rimandami a casa. - chiede per l’ultima volta la guerriera dopo aver rinfrancato il concetto sulla sua posizione riguardo alle nozze.
- La mia risposta è, e rimarrà, no. E dopo ciò che hai appena fatto, non ci sarà nessun incantesimo ad impedirti di realizzare ogni attimo della vita immortale che condurrai con me…lontano da Xena. -
Il dio scompare dalla grotta, lasciando il bardo a riflettere sulla punizione ricevuta. Per fortuna il pensiero dell’arrivo di Xena le è di conforto.

CAPITOLO V

Lungo il sentiero costeggiato da alti pini Xena, Hercules e Olimpia galoppano velocemente per guadagnare minuti preziosi e raggiungere il luogo che aprirà il varco temporale con i frammenti della pietra di Kronos. Vedendo Olimpia piuttosto silenziosa e assorta nei suoi pensieri, come del resto lo è anche Xena, il figlio di Giove decide di scambiare due chiacchiere dato che, da quando i tre si sono messi in marcia nessuno ha ancora proferito parola:
- E’ tutto a posto? -
- Si, certo. - risponde prontamente il bardo alla semplice domanda. - Non amo molto viaggiare a cavallo e questo ritmo veloce mi tiene concentrata! -
Il commento fa sorridere entrambi gli amici, distogliendo Xena dalle riflessioni su Marte e le Parche:
- Comunque sto ancora aspettando spiegazioni su dove stiamo andando così di corsa! … Xena? Parlo con te! - continua la giovane dai capelli dorati.
- Si lo so … Stiamo andando a casa, te l’ho detto. -
- Cerca di essere più chiara per favore … - puntualizza Olimpia che inizia a spazientirsi per la poca considerazione.
- …Andiamo a Potidea … - dice di getto Xena, trovando nella città natale del bardo la soluzione migliore da indicare in quel momento, per giustificare il fatto di averle indicato come meta il termine “casa”. Hercules le dà subito segno di approvazione senza farsi vedere, sorridendole per la geniale trovata.
- Beh, non capisco perché stiamo correndo ma mi piace l’idea di rivedere mia sorella e i miei genitori. E’ da un po’ che non li vedo e credo che saranno sorpresi nel vedere che sono affiancata dal figlio di Giove! … Vedrai quanti ammiratori che si avvicineranno a casa mia solo per vederti Hercules! -
- Ti farò fare bella figura sollevando qualche masso, non preoccuparti! -
- Oh grazie! -
Olimpia ride vedendo l’uomo reggerle il gioco. Intanto Xena riflette su come si evolvono gli eventi negli ultimi giorni:
"Comincio a credere che tutto questo era già stato segnato dal destino… sono stata appena costretta a dire ad Olimpia che la riportavo a casa sua per un caso puramente fortuito ... perché non avevo una scusa valida da usare e ora che ripenso al passato capisco che quando la ritrovai lì con Speranza e il Distruttore, un motivo c’era… sono stata io a portarla lì … o meglio, sto per farlo adesso…questo dovrebbe significare che riuscirò a sistemare le cose… dovrò stare molto attenta a non cambiare il passato altrimenti potrei pregiudicare il presente"
- Xena a che pensi? - chiede Olimpia interrompendo i pensieri della principessa guerriera.
- Pensavo che è ormai ora di pranzo e vorrei mangiare un boccone. - risponde la mora cercando di non insospettire in alcun modo l’amica. - C'è qualcosa nella tua sacca? -
- Certo. -
La donna ferma il cavallo e inizia ad aprire la propria bisaccia, mentre Hercules e Xena si fermano per non lasciarla indietro. La bionda guerriera tira fuori tre piccoli fagotti e ne distribuisce uno a testa per il pranzo. Poi riprendono il cammino a passo meno sostenuto per mangiare.

E così i tre eroi continuano il cammino durante le ore successive quando il sole si fa tiepido per poi scomparire lentamente dietro le montagne e lasciare spazio alla luna. Attraversano molti sentieri e due boschi prima di giungere in un’ampia pianura, dove sorgeva qua e là, qualche arida pianta d’ulivo.
- Ho freddo… quando ci fermiamo per dormire? Non vedo l’ora di accendere il fuoco. - introduce Olimpia strofinandosi le braccia con le mani.
- Siamo arrivati. - dice tutto a un tratto Hercules, fermando il proprio cavallo.
- Sei sicuro di aver riconosciuto il posto? È buio - domanda Xena guardandosi intorno.
- Si Xena. E’ proprio qui. -
- Lasciamo andare i cavalli allora. -
- Ragazzi non per contraddirvi, ma sono sicura che non siamo ancora arrivati a Potidea. - dice Olimpia facendo notare la strana svista di Hercules.
- No Olimpia, scendi da cavallo, adesso prendiamo una scorciatoia. Potidea è troppo lontana per arrivarci a cavallo e Hercules ha la pietra di Kronos con sé. Possiamo usarla qui. -
La donna si insospettisce ulteriormente sentendo nominare la pietra del più antico degli dei.
- Numi dell’Olimpo! Xena dimmi la verità qualcuno a casa mia non sta bene e tu non vuoi dirmelo, vero? E’ per questo che hai tanta fretta… -
- No… non è come pensi, i tuoi genitori e tua sorella stanno benissimo … -
Xena riflette su cosa è meglio dire per lasciarla a casa dei suoi genitori poichè, una volta giunti nel passato, potrebbe non avere più il tempo e la calma per riflettere su una scusa plausibile:
- Sono stata informata che al tuo villaggio in questi giorni una misteriosa creatura è artefice di atroci omicidi ... stiamo andando a Potidea per fermare questo mostro ... - spiega la principessa guerriera facendo chiara allusione al distruttore.
- Capisco … A casa mia stanno tutti bene, vero? -
- Si, non preoccuparti, purtroppo però sono in pericolo … dobbiamo raggiungere il villaggio il prima possibile. -
- D’accordo … facciamo presto allora. - conclude Olimpia convinta che i due amici le stiano dicendo la verità.
- Venite avviciniamoci al punto esatto e mantenete un contatto fisico tra di voi e me, altrimenti rischiate di rimanere qui. - dice Hercules.
Il figlio di Giove fa qualche passo con criterio incomprensibile per le due donne per poi arrestarsi ed afferrare un sacchettino che aveva appeso alla cintura:
- Dammi la mano Xena ... -
Il guerriero leggendario rovescia lentamente una parte del contenuto sul palmo della mano della principessa guerriera: si tratta di frammenti di varia misura di quella che doveva essere una grossa pietra di colore verde. Xena richiude lentamente la mano trattenendo i frammenti senza fare troppa pressione mentre Hercules afferra per un braccio entrambe le compagne di viaggio:
- Ci siamo, ora non ti resta che desiderare dove vogliamo andare. - spiega l'uomo alla mora dagl'occhi cerulei.
I tre eroi chiudono gli occhi avvertendo un forte senso di vertigine subito dopo e quando li riaprono si ritrovano in una radura nel pieno cuore della notte. Hercules si guarda intorno e non riconoscendo quei luoghi si chiede se il viaggio temporale abbia funzionato:
- Xena ... il posto è questo? -
- Si è questo ... non siamo lontani da Potidea nè dal luogo in cui potremo finalmente porre fine a questa faccenda. -
Nel pronunciare quest'ultima frase la principessa guerriera abbassa la voce per non farsi sentire da Olimpia sebbene abbia dato un indicazione molto vaga.
- Olimpia ... - riprende parola Xena - Avrei un favore da chiederti ... -
- Si dimmi ... -
- L'oscurità mi trae in inganno e vorrei accertarmi di essere nel luogo preciso in cui desideravo essere ... è importante ... prosegui per questa vallata e scendi quella piccola collinetta laggiù ... se intravedi un piccolo corso d'acqua abbiamo raggiunto il luogo esatto. -
- Lo spero ... ora che mi hai detto come stanno le cose sono molto preoccupata per la mia famiglia ... avresti dovuto dirmelo subito Xena! -
- Non volevo darti preoccupazioni inutili ... ora avviati ...io ed Hercules intanto dobbiamo riflettere su come affrontare questa creatura. -
- D'accordo ... -
Detto questo il bardo si avvia a passo svelto verso il punto indicatole dalla principessa guerriera che intanto la osserva insieme ad Hercules:
- Hai fatto bene ad allontanarla ... - commenta il figlio di Giove - ... Ora dobbiamo pensare a come fare con lei ... non possiamo portarla con noi ... se incontra Olimpia del nostro presente rischiamo di mutare il corso del tempo. -
- Si lo so ed è per questo che ho deciso di giungere nel passato in questo luogo. Il giorno che tra poche ore inizierà è quello in cui molti anni fa, con l’intento eliminare Speranza, incontrai Olimpia in un bosco non lontano da Potidea mentre ero in cerca di sua figlia e dell'orrenda creatura che aveva messo alla luce: il Distruttore. -
Hercules ascolta con attenzione le parole di Xena mentre ricostruisce alla perfezione gli avvenimenti passati di quei luoghi.
- Ora con una scusa indurrò Olimpia ad avviarsi da sola verso Potidea e per raggiungere il villaggio dovrà per forza attraversare il bosco e mi incontrerà... in questo modo mi assicurerò di averla tratta in salvo. -
- Non possiamo farlo ... rischiamo di modificare il corso del destino ... se Olimpia incontra la Xena di questo periodo temporale si troverà disorientata dagli eventi e le racconterà cosa le è accaduto in questi giorni. -
- Non temere Hercules, ho pensato anche a questo ... le sorelle delle Gorgoni sono complici del complotto di Marte ... se riusciamo a sistemare questa faccenda in tempo con le "buone maniere" potremmo imporre alle Graie, con un sortilegio, di far perdere ad Olimpia i ricordi di questa esperienza... -
- Se non dovessimo porre fine a questa storia prima dell'incontro tra le due causeremo un grosso guaio ... -
- Si, me ne rendo conto ma non abbiamo altra scelta ... il tempo questa volta sicuramente non è nostro alleato ... dobbiamo affrettarci, abbiamo un matrimonio da sventare e Marte da fermare prima dell'incontro di Olimpia con la Xena del passato ... ma sono fiduciosa amico mio ... qualcosa mi dice che riusciremo nel nostro intento ... il destino sembra guidare le mie mosse ... -
- Si credo che tu abbia ragione. -
- Xena!! - grida Olimpia da lontano correndo verso i due guerrieri interrompendo così il loro dialogo. – In fondo alla vallata c’è il corso d'acqua di cui mi avevi parlato ... il luogo è questo. -
Xena attende che il bardo li raggiunga prima di prendere parola:
- Bene Olimpia, allora dobbiamo darci da fare ... io ed Hercules ora dobbiamo raccogliere informazioni sul mostro che sta terrorizzando questa zona. Vorrei che tu ti avviassi al villaggio e ti assicurassi che tutti siano al sicuro. -
- Vuoi che ci dividiamo? -
- Si Olimpia ... proteggi il tuo villaggio fino al nostro arrivo ... noi ti raggiungeremo presto ... -
- La sicurezza di Potidea non potrebbe essere in mani migliori ... - aggiunge Hercules.
- Credo che tu sia impaziente di riabbracciare la tua famiglia ... -
- Si in effetti è da tempo che manco da casa e sono contenta di essere qui ora. -
- Bene allora Olimpia ascoltami con attenzione ... - riprende Xena - ... Segui il corso d'acqua che hai trovato prima ... ti condurrà verso il bosco che circonda la zona del tuo villaggio ... se ti incammini sin da ora credo che domani quando il sole sarà alto nel cielo arriverai a casa. -
- Quando ci incontreremo? -
- …Domani… ma saluta Hercules adesso, perché dopo che mi avrà aiutato se ne andrà. Domani verrò da te da sola. -
- Oh… Immagino che tu abbia altre faccende da sbrigare … - dice Olimpia rivolta al figlio di Giove prima di avvicinarsi a lui per un abbraccio.
- Purtroppo si, e sono sicuro che tu e Xena saprete cavarvela molto bene anche senza di me. … Abbi cura di te, a presto -
- Mi ha fatto piacere rivederti. Arrivederci Hercules. - Detto questo i due amici si abbracciano poi l’attenzione del bardo si sposta su Xena.
La principessa guerriera viene pervasa da un momento di commozione: è giunto per lei il momento di salutare la giovane e dolce Olimpia che vivrà sempre nei suoi ricordi.
La mora guerriera abbraccia forte il bardo cercando di trattenere le lacrime e non insospettire Olimpia che ricambia l'effusione con trasporto.
- Mi raccomando Olimpia fa attenzione ... -
- Si certo, anche tu sii prudente mi raccomando. -
Le due sciolgono l'abbraccio sorridendosi a vicenda. La principessa guerriera si china baciandole la fronte per poi concludere:
- Coraggio ora va ... hai un lungo cammino da fare ... -
- Va bene .. a presto. - saluta il bardo sorridendo ad entrambi i guerrieri per poi voltare loro le spalle e iniziare la sua marcia verso casa, ignara di non poterli più rivedere se non nel proprio futuro tra molti lustri.
La principessa guerriera la osserva allontanarsi mentre una lacrima le riga il volto e un forte senso di tristezza le pervade l’animo. Hercules si avvicina all'amica e posandole una mano sulla spalla cerca di rincuorarla:
- Coraggio Xena, vedrai che andrà tutto bene ... -
- Lo spero Hercules ... sai, aver rincontrato la giovane Olimpia mi ha riportato alla mente tanti splendidi ricordi di momenti trascorsi con lei e vederla allontanarsi ora mi riempie di nostalgia. -
- Nessuno potrà portare via questi ricordi dal tuo cuore Xena ... ora cerca di farti forza ... dobbiamo salvare la tua Olimpia -
- Si hai ragione, non c'è tempo da perdere ... mettiamoci in cammino! -


Dopo qualche sogno agitato, Olimpia si risveglia per terra, dove si era adagiata per riposarsi senza l’intenzione di addormentarsi. Le Graie sono sempre intente nelle loro faccende: incantesimi, orripilanti pasti da cacciare, cucinare e mangiare e litigi continui sul possesso dell’occhio e del dente.
"Non ne posso più di stare qui… e soprattutto non sopporto i loro continui schiamazzi. Hanno delle voci insopportabili. Chissà dov’è Xena…mi conviene stare allerta adesso, perché potrebbe arrivare qui da un momento all’altro e questo significa e ci sarà da combattere con Marte perché di sicuro non può arrivare qui da sola. O almeno credo…"
Si alza lentamente dal suolo con le ossa indolenzite e si stiracchia un po’ per rimettersi in forma. Poi si rivolge alla Graie
- Quanto manca all’alba? In questo posto non si distingue la notte dal giorno…-
- Non molto direi… non vedo l’ora che Marte venga a prenderci per la cerimonia! Sono secoli che non vado a un matrimonio! - risponde Panfredo.
- Io ne farei volentieri a meno … -
- Lo sai Olimpia, non dovresti essere così ostile con Marte. Ti dovresti sentire fortunata per queste nozze. Quando lo hai trattato in quel modo poco fa, non avrei scommesso un topo che ti avrebbe perdonato. - ammonisce Enio agitando il suo rugoso dito dalle unghie lunghe e appuntite.
- Grazie del consiglio ma io mi sentivo già fortunata dov’ero ... non mi mancava niente… -
- Non mentire a te stessa, Olimpia. Noi ti abbiamo osservato bene, abbiamo visto nel tuo spirito … - aggiunge Denio facendo notare al bardo che non sta parlando con delle persone qualsiasi.
- Immagino… voi e Marte a discutere su cosa fosse meglio per il mio bene … - dice sarcastica Olimpia mettendosi a sedere accanto al tavolo mentre le Graie si avvicinano a lei tastandosi l’una con l’altra per non cadere.
- Tu hai un animo gentile e sei una donna che sa amare e farsi amare da tutti. Ma gli esseri come noi e il dio della guerra ti hanno segnata e cambiata con il dolore. E’ sempre così mia cara: gli uomini cambiano solo quando soffrono e nessuno può dire come: possono peggiorare e diventare crudeli oppure possono diventare forti e giusti. - Commenta Panfredo mostrando, come raramente accade, la saggezza che una persona della sua età dovrebbe avere.
- Non voglio parlare di questo … non sono affari vostri. - dice Olimpia restia a parlare di Dahak e della violenza subita dopo il suo primo omicidio, con degli estranei e per di più suoi nemici. Ma le Graie, che non sono mai stati esseri sensibili continuano il discorso:
- Non è un caso, né un capriccio se Marte ti ha scelto. Nel futuro credeva di poter fare di te la sua erede ma non ci è riuscito perché non ne ha avuto i mezzi. Ma noi lo abbiamo aiutato a capire… e a correggere i suoi sbagli - dice Enio lasciando poi la parola a Denio:
- Tu sei adatta più di ogni altro ad essere la sua sposa, al contrario di Speranza e della stessa Xena, perché ora sei una donna forte ma allo stesso tempo gentile, sei intelligente e astuta, ma non cattiva. Non potevi essere un erede perché odi la guerra e soprattutto odi Marte, ma un figlio tuo e del dio della guerra, sarebbe perfetto! Tu desideri diventare madre ed è l’unico vero rimpianto che avrai per tutta la vita … -
- Smettetela! - Olimpia si alza di scatto molto nervosa per l’argomento, lasciando cadere all’indietro la sedia su cui era seduta. - Io non avrei mai avuto rimpianti se Dahak non mi avesse posto in grembo quel mostro! E non permetterò a Marte di fare lo stesso! Non voglio avere figli, la mia vita è serena con Xena e non mi serve nient’altro! -
Le Graie rimangono ammutolite e preferiscono non aggiungere nient’altro temendo la reazione del bardo che si allontana velocemente dal tavolo e va ad appoggiarsi all’ingresso della grotta per piangere in solitudine su ferite mai rimarginate.

CAPITOLO VI

Nel silenzio della notte, due figure furtive si avvicinano al tempio della guerra… due tipi poco raccomandabili a torso nudo con pantaloni di pelle nera e con una maschera sul volto, sono posti a guardia del tempio e passeggiano lentamente osservando in ogni direzione e perlustrando la zona ad ogni singolo rumore della radura adiacente.
- Mi stavano aspettando Hercules – commenta Xena pregustando lo scontro con i due guerrieri.
- Diamo inizio alle danze allora…uno a testa per scaldarci? –
- …Va bene te lo concedo… ma vedi di non esagerare con quelli che sono dentro! – sorride la principessa guerriera immaginando la quantità delle guardie presenti nel tempio.
- Va bene ma se vai in giro a cercare Olimpia, non ti lamentare se quando torni non ne troverai nemmeno uno in piedi. –
- Uhm… Scommetterei il chakram che Marte tiene lontana Olimpia dal tempio. Ciò che mi interessa adesso è parlare con quel viscido essere. –
- Basta parlare andiamo … -
I due amici con molta non-chalance escono dal cespuglio camminando lentamente senza scomporsi verso il grosso portone d’ingresso con le spade appoggiate su una spalla mentre le guardie, sconvolte dal comportamento degli intrusi, gli corrono incontro pronti ad attaccarli. Non appena il suo avversario le si pone di fronte Xena, lanciando un urlo di guerra, da inizio allo sconto che dopo pochi colpi di spada vede sconfitti i due scagnozzi di Marte. Senza esitare, intuendo l’arrivo di altri guerrieri, i due amici corrono verso la porta d’ingresso spalancandola con un calcio e si preparano a combattere ancora, ma all’interno trovano una sorpresa: nessun guerriero ad attenderli.

di Darkamy e Xandrella

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