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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni

PS: Giunta alla terza stagione, nona in totale, la SVS non ha ancora finito di stupirci e di cercare di riannodare tutti i fili sparsi in giro dalla serie tv. Uno dei più grossi era costituito dalla scomparsa di Evi, la figlia di Xena, ma in realtà anche di Olimpia, come dichiara la stessa Xena nel finale della quinta stagione, "Motherhood", rendendo in pratica il suo sodalizio con la compagna una vera e propria famiglia. La saga nella saga di Evi, nata per "immacolata concezione" e destinata a diventare la nemesi degli antichi dèi, in un parallelismo inquietante con i Vangeli, è troppo lunga ed articolata per essere riassunta anche solo per sommi capi qui, basti dire che l'ultima volta che l'avevamo vista era in procinto di partire a diffondere il messaggio di Belur oltre i confini della Grecia ("Path of Vengeance", sesta stagione). Non essendo particolarmente amata come personaggio dalle autrici della SVS, nè a quanto pare dagli autori della serie tv che l'avevano solo introdotta come espediente per utilizzare la gravidanza di Lucy Lawless, interprete di Xena, senza dover bloccare la produzione del telefilm per mesi, Evi era scomparsa senza mai partecipare neanche marginalmente agli sconvolgenti avvenimenti che avevano coinvolto le due compagne negli ultimi due anni, dalla morte di Xena, alla sua resurrezione, fino al matrimonio, e l'idea generale era che probabilmente non l'avremmo mai più rivista. Nella posta del sito si era anche aperto un vivace dibattito tra Melissa Good e le altre autrici ed alcuni fans che affermavano invece che non si poteva lasciar cadere così la questione e che il personaggio meritava almeno un'apparizione. Evidentemente passato l'attimo d'accaloramento (certi fans particolarmente insistenti furono anche invitati ad andare a cercare altrove ciò che qui non avrebbero mai trovato), Missy, che ha firmato questo doppio episodio, e il suo staff dovettero ripensare profondamente al tutto e decidere che in fondo l'idea oltre che logica poteva anche possedere un proprio fascino e avrebbe permesso di mostrare, come è nella tradizione della serie di Xena, un problema reale sotto forma di una fiction d'avventura: quello che accade cioè quando un culto religioso, nato tra la gente, viene strumentalizzato dal potere che se ne serve distorcendolo ai propri scopi. Cosa accaduta comunemente nella storia del mondo e di cui siamo ancora oggi testimoni. E per ora fermiamoci qui, lasciando ogni altra considerazione al termine della seconda parte. Resta solo da rammentare che il riferimento di Xena al "tizio col cappello a cono" è da ricercare in "A Tale of Two Muses" ("Xena e la leggenda delle due muse"), quarta stagione, dove tra l'altro si rivedeva Dafne già apparsa in "Forgiven", terza stagione.


WHO WATCHES THE WATCHER (seconda parte)

Nascoste in un vicolo della città di Hedelon, Xena e Olimpia stanno cercando di digerire lo shock appena subìto. Olimpia passa un braccio intorno alle spalle di Xena, tentando di consolarla.

OLIMPIA: D'accordo, è stato un brutto colpo.
XENA: Già.
OLIMPIA(accarezzandole un braccio): Beh, almeno semplifica un po' le cose. Possiamo andare semplicemente da lei a parlarle.
XENA: Credi?
OLIMPIA: Certo. Voglio dire se c'è davvero lei al centro di tutto questo, forse si tratta solo di un enorme equivoco. Può accadere, lo sai.
XENA(con lo sguardo fisso nel vuoto): E se non fosse così?
OLIMPIA(aggrottando la fronte): Se non fosse così? Non ti seguo, Xena. Non vorrai dire seriamente che pensi che Evi possa essere dietro quegli individui, vero? E' tua figlia... come puoi pensarlo?
XENA(guardando Olimpia, cupamente): Proprio perchè è mia figlia.

Incapace di rassicurare la compagna, Olimpia cambia argomento suggerendole intanto di trovare abiti un po' meno appariscenti dei loro per potersi mescolare alla cittadinanza senza dare nell'occhio. E poco dopo le due donne separatamente iniziano un lavoro di infiltramento per cercare di ottenere informazioni sul culto e su coloro che lo guidano, e mentre Olimpia, con una elegante tunica, si dirige direttamente alla sede centrale, mischiandosi cautamente tra le persone che davanti al grande palazzo discutono tra loro, Xena in umili abiti da popolana entra in una locanda per ascoltare un po' l'umore della gente comune. E non deve aspettare troppo per sapere ciò che vuole. Un mercante senza farsi pregare si confida con lei.

MERCANTE: Abbassa la voce. Parlano tanto di amore e tolleranza, ma io ho visto gente che si è opposta a loro, portata in posti assai poco piacevoli.
XENA: Davvero?
MERCANTE: Già. Questo una volta non era nient'altro che un posto desolato. Poi arrivarono le tuniche e cominciarono a sproloquiare di amore e condivisione e la gente c'è cascata.
XENA: Condividere non è una brutta cosa.
MERCANTE: No, se lo fanno tutti. (ironicamente) Il fatto è che è cominciata così, ma adesso la condivisione per le tuniche è diventata più un prendere che restituire.
XENA: Così chiedono delle donazioni?
MERCANTE: Chiedono? (ridendo) Qualunque cosa tu venda o compri in questa città, devi pagare loro una percentuale. Immagino che la ritengano dovuta per tutto quello che hanno costruito.
XENA: E chi non paga?
MERCANTE(guardandosi intorno): Te lo direi, ma non vorrei vedere la mia lingua appesa alle porte della città. (sussurrando) Ma posso mostrartelo, se te la senti di seguirmi.

Con circospezione il mercante conduce Xena fino ai moli e le mostra una grande costruzione sorvegliata da guardie, dicendole che è il luogo dove sono detenuti tutti coloro che si sono rifiutati o non hanno potuto pagare i tributi, affermando di esserne certo perché anche suo fratello si trova lì, e quando Xena gli chiede come mai si sia fidato a raccontarle tutto, il mercante le risponde che l'ha riconosciuta subito e sa bene che è nemica degli dèi, dopodiché ritenendo evidentemente esaurito il suo compito scompare tra le stradine. Intanto, Olimpia è riuscita abilmente ad inserirsi nelle conversazioni filosofiche e religiose sul messaggio di Belur dei più giovani seguaci del culto ed ha convinto alcuni di loro a farla incontrare con l'Illuminata, la messaggera di Belur, che risiede all'interno del grande palazzo. Camminando per le ampie stanze, condotta dalle sue guide, Olimpia nota la povertà degli ambienti che contrasta con l'imponenza dell'insieme. Poi una porta si apre davanti a lei e circondata da una corte di giovani, entra Evi, che posando gli occhi sulla persona che ha chiesto d'incontrarla, si blocca per la sorpresa. La ragazza corre da lei abbracciandola e Olimpia risponde commossa a quell'abbraccio. Evi chiede ai suoi seguaci di lasciarle, e questi sia pure con un pizzico di diffidenza verso la sconosciuta obbediscono. Quindi rimaste sole, le due donne si siedono per parlare.

EVI: Non riesco a credere che tu sia qui.(...) Quando ho saputo, ho cercato di rintracciarti. Ti ho cercata per mesi ma nessuno sapeva dove fossi.

Per un momento, Olimpia non riesce a capire di cosa stia parlando Evi. Poi d'improvviso comprende e si porta una mano al volto. Questa ha l'aria di doversi trasformare in qualcosa di più della chiacchierata confidenziale che pensava.

OLIMPIA: Non immaginavo che tu potessi venire a saperlo.
EVI(posandole una mano sulla spalla): Ero di ritorno dalla terra di Cina. Naturale che abbia saputo... Ero... C'erano così tante cose che non le ho mai detto.
OLIMPIA(chinandosi verso di lei): Evi...
EVI: Ero così fiera di lei. Ma ero preoccupata per te. Sapevo che aveva fatto la cosa giusta, ma... (fermandosi, accarezza ancora la spalla di Olimpia) So cosa lei era per te.
OLIMPIA(fissando il vuoto): Davvero? (girandosi verso di lei) Una cosa ho imparato nella mia vita con tua madre, Evi. Non è quasi mai semplice come sembra.
EVI(un po' perplessa): Penso che sia così per la vita in generale, no? (guardandosi intorno) Ho cominciato gestendo una mensa per i poveri qui.
OLIMPIA(guardandosi intorno anche lei): Io ho cominciato andando a prendere l'acqua per la zuppa di pesce di mia madre.(sospirando) Evi, c'è qualcosa che devo dirti.
EVI(prendendole la mano): Credo che entrambe abbiamo cose da condividere.
OLIMPIA(con un lieve tono ironico): Mmh. Una più di quello che immagini. Tua madre è viva.

Evi la guarda sbalordita.

OLIMPIA: E non siamo qui per una riunione di famiglia.

Evi non riesce a credere a quello che ha appena sentito ed Olimpia sente come un senso di colpa nei suoi confronti per non averla cercata prima e spiegata la situazione, ma la penosa conversazione viene interrotta dai giovani seguaci venuti a portare alla loro profetessa la richiesta dei degenti dell'ospizio di portare loro la sua parola. Evi invita Olimpia a seguirla, ma con l'impegno di portarla da sua madre perché ha bisogno di parlarle. "Se non ci trova prima lei." mormora Olimpia tra sé. L'ignaro oggetto di conversazione nel frattempo è riuscita ad introdursi all'interno delle mura sorvegliate e ha potuto constatare la verità di quanto le era stato riferito. Si tratta di un vero e proprio carcere dove coloro che non hanno voluto o potuto pagare i tributi sono costretti a lavorare per rifondere il culto. E proprio mentre interroga uno dei prigionieri, Xena viene individuata dalle guardie con le quali immediatamente ingaggia battaglia. Intanto però, Olimpia sta constatando con i suoi occhi che se il messaggio di Belur è stato alterato ad altri scopi, questo non è minimamente visibile intorno ad Evi ed ai fedeli che le sono più vicini e che prestano le loro cure ai malati ed ai feriti nell'ospizio con la massima dedizione e vuole saperne di più da sua figlia putativa.

OLIMPIA: Come hai dato inizio a questo, Evi? Io sapevo che eri andata in Cina a diffondere gli insegnamenti di Belur, ma...
EVI: Non sono andata molto in là. Il suo messaggio... Era tutto troppo diverso. Ho sprecato molto tempo.

La sua espressione è quasi rassegnata.

OLIMPIA: E così sei tornata?
EVI: Sapevo che c'era un vuoto qui.
OLIMPIA(stringendo gli occhi leggermente): I vecchi dèi sono scomparsi.
EVI(annuendo): La gente cercava qualcosa in cui credere. E io gliel'ho data.(fissando Olimpia) E ne sono orgogliosa.

Ma ancora una volta la conversazione tra le due donne viene interrotta per la notizia che in città sono in corso dei tumulti e le guardie scortano Evi alla sua residenza temendo che possa trattarsi di una possibile minaccia alla sua incolumità, mentre Olimpia che non ha difficoltà ad immaginare quale sia l'origine dei tafferugli resta all'ospizio per mantenere la promessa fatta ad un ragazzo ferito di narrargli una delle sue storie. Nel suo palazzo, Evi a colloquio con il capo delle sue guardie si rifiuta di credere che qualcuno possa stare attaccando la città e pur accettando come le viene consigliato di restare nei propri appartamenti, non vuole che le venga assegnato un uomo a proteggerla. Sola nella sua stanza e frastornata da tutto quello che le sta succedendo, Evi sente una voce alle sue spalle e si volta per trovarsi di fronte a sua madre. L'incontro tra le due donne è gonfio di imbarazzo e di esitazioni. Nessun abbraccio, e nessuna apparente commozione, solo una rigida stretta di mano, ed anzi uno strisciante nervosismo si stabilisce tra loro.

EVI: Olimpia è stata qui. Mi ha detto che tu eri...
XENA: Insieme a lei? E questo ti sorprende?
EVI: Viva.
XENA(distogliendo un attimo lo sguardo e poi fissandolo di nuovo su di lei): Immagino che tu abbia saputo.
EVI(lasciando la mano di Xena e voltandole le spalle): Era voce comune nel lontano oriente. Non ho potuto farne a meno. (voltandosi di nuovo verso di lei) Ero sulla strada e sono stata... accolta da alcuni monaci viaggianti. Loro me l'hanno detto. (...) A dire il vero, essere tua figlia mi ha tirata fuori da una brutta situazione con loro.(abbassando lo sguardo) Strano come vanno le cose. Loro ammiravano il tuo sacrificio.(guardandola) E anch'io.
XENA(fissandola di rimando): Non c'era niente da ammirare.
EVI: Lo vedo adesso. Tu li hai imbrogliati. Perché?
(...)
XENA: Io non ho imbrogliato nessuno.
EVI: Ma qualcuno è stato imbrogliato. Loro ti credevano morta, madre.
XENA(fissandola): E lo ero. Ma questa è una accusa pesante per venire da qualcuno che deruba chiunque si avvicini.
EVI: Cosa?(...) Non so di cosa tu stia parlando. Ho passato gli ultimi due anni a crederti morta, e ora ti presenti qui...

In quel momento sopraggiunge Olimpia, che reduce dalla sua visita all'ospizio, chiede a Xena di aspettare prima di rivolgere accuse, perché è chiaro che stanno succedendo cose che hanno bisogno urgente di risposte soddisfacenti e le convince a parlarsi per poterle trovare. Ma Evi non riesce proprio a credere che qualcuno tra i suoi fedeli possa sfruttare il culto truffaldinamente ed allora, stanca ed esasperata Xena la sfida a seguirla. Olimpia si occuperà della sua gente per quel giorno. Procedendo furtivamente per la città, madre e figlia, giungono in vista delle mura dove carri carichi di casse, tutte con il simbolo del cerchio coronato sono in partenza per destinazione ignota, e Xena e Evi si preparano a saltare, non viste dalle guardie armate presenti, sull'ultimo carro che uscirà. Ma per quanto possa essere perplessa e preoccupata per lo strano traffico a cui sta assistendo, Evi non può fare a meno di interrogare la madre su una questione che le sta ugualmente a cuore.

EVI: Sei davvero morta?
XENA: Sì.
EVI(riflettendo prima di parlare): Per dare il riposo a quelle anime?
XENA: Sì.
EVI(annuendo): E quindi, cosa ti ha fatto cambiare idea? I monaci mi dissero...
XENA: Essere morta mi annoiava terribilmente.

Evi scuote il capo e mentre l'ultimo carro si avvicina e le porte si richiudono dietro di esso, la vera risposta alla sua domanda arriva.

XENA: Avevo lasciato il mio cuore e metà della mia anima dietro di me, e sono dovuta tornare a riprenderli.

Senza parole, Evi non può fare altro che seguirla, mentre entrambe si attaccano al carro, nascondendovisi. Arrivate all'interno della prigione, Evi riconosce alcuni dei suoi seguaci e dai loro discorsi non può più negare l'evidenza., anche se non riesce a spiegarsi come anche un messaggio positivo come quello di cui è portatrice, possa trasformarsi in qualcosa di perverso. Intanto Olimpia che ha preso per un giorno il posto di Evi nel diffondere la parola di Belur, ha vinto le diffidenze del gruppo di giovani uomini e donne ed è riuscita a conquistare tutti con il suo irresistibile fascino di narratrice, pur lasciandoli nella perplessità di come faccia una ragazza giovane quasi quanto loro a narrare fatti vecchi di decenni come se li avesse vissuti in prima persona. Tornate da lei Xena e Evi, le tre donne cercano di decidere il da farsi, ma Evi è profondamente turbata e chiede di essere lasciata sola a pensare. Le sue due madri potranno riposare nella piccola stanza adiacente nel frattempo. Qui, le due compagne si dividono un piccolo giaciglio e un magro pasto ripensando all'accaduto.

XENA: Forse sono stata troppo dura con lei.
OLIMPIA(riflettendo): A volte vedi così chiaramente i tuoi obiettivi, che non hai molta pazienza con quelli che non ci riescono.

Restano entrambe in silenzio, ricordando altri tempi.

XENA: Avrei potuto darle il beneficio del dubbio. Ma non sono abituata a fare neanche questo.
OLIMPIA(spezzando la metà di un panino e dandolo a lei): E' un brutto colpo da assorbire, Xena. Ha fatto davvero grandi cose qui, e ora deve affrontare il fatto che quelle cose sono state distorte. (sospirando) E' dura. Ma credo che abbia solo bisogno di tempo.
XENA(annuendo): Hai ragione. Domani penseremo a come salvare il gregge e cacciare i lupi.

Olimpia le si stringe contro e entrambe se ne restano lì abbracciate. Ed è così che le trova Evi, addormentate e l'una nelle braccia dell'altra, quando nottetempo entra silenziosamente nella piccola stanza. La giovane donna rimane per qualche secondo ad osservarle e poi esce, richiudendosi la porta alle spalle, e vi si appoggia. La mattina dopo, Evi non è nella sua stanza, e Xena e Olimpia la trovano nella sala adibita alle preghiere. Hanno appena saputo che ha annunciato una grande riunione in cui ha intenzione di denunciare davanti a tutti ciò di cui è stata testimone. Le due donne non sembrano molto d'accordo con questo piano così diretto che potrebbe esporla a pericoli, ma Evi ricorda a Xena che dopotutto è sua figlia. Che altro si aspettava?

EVI: Madre, per favore. Questa è la mia scelta. Ne accetterò volentieri le conseguenze, proprio come hai fatto tu.
OLIMPIA(furente): Giuste o sbagliate che siano?

Evi e Xena fissano Olimpia che esce dal tempio sbattendo la porta, poi si guardano.

XENA: Le passerà.
(...)
EVI(passandosi una mano tra i capelli): Io volevo solo insegnare alla gente ad essere in armonia. A come vivere insieme ed aiutare quelli che ci sono vicini. Ad amare. Il genere d'amore di Belur.(voltandosi verso Xena) Sono quasi tre anni ormai che predico il suo amore. Ma quando guardo te ed Olimpia, mi chiedo se lui abbia mai capito cosa sia veramente l'amore.
XENA(sorridendo): Credo che capisse il concetto. Ma la realtà è molto diversa.
EVI: Abbastanza da rinunciare alla tua redenzione?
XENA: Abbastanza da essere la mia redenzione. Quindi non esporti troppo, Evi. Non puoi mai sapere quando girerai un angolo e troverai quello che cercavi proprio accanto a te.
EVI(annuendo, ma senza davvero crederci): Madre, voglio che tu mi prometta che qualunque cosa accada, non interferirai.
XENA: Evi...
EVI: Promettimelo. Questo è il mio destino. Lascia che lo segua dovunque mi porti.
XENA: Bene.

Le due donne se ne stanno l'una di fronte all'altra guardandosi. Poi Xena la attira a sé in un abbraccio caloroso, ricambiato di cuore dalla ragazza.

EVI: Quando tutto questo finirà, ce ne andremo a bere una birra ed a parlare. Mi sei mancata tanto.
XENA: Per quanto sia sporca questa storia sono felice che ci abbia fatte ritrovare.

Poi, si staccano e Evi le sorride.

EVI: Puoi aspettare qui. Io devo, ehm...
XENA: Vai. Anche lei ti ama.

Intanto l'ora si avvicina e mentre i membri deviati del culto si preoccupano di cosa possa significare quella riunione improvvisa, preparandosi al peggio, Xena e Olimpia sedute nella grande sala cercano di sedare l'ansia che provano per la decisione di Evi.

XENA: Ti ha fatto promettere?
OLIMPIA: No. Ha ancora una cosa o due da imparare.
XENA: Credo che sia il tuo bel sorriso che frega tutti.
OLIMPIA(appoggiando la testa contro la spalla di Xena): Speriamo che il suo piano funzioni.
XENA(sospirando): Non è più pazzesco di qualcuno dei nostri.

E Olimpia stringe la mano di Xena. Adesso la sala è colma di seguaci pronti a ricevere la parola della messaggera di Belur, ma il discorso che inizia Evi è di ben altro tenore e quando la ragazza comincia a parlare della truffa che si sta perpetrando tra di loro, voci si levano tra la folla accusandola di essere stata invasa da demoni. Si tratta chiaramente di un estremo tentativo da parte dei malfattori di gettare discredito tra la gente su Evi e le due straniere che ha accolto preso di sé. Vedendo che la situazione sta degenerando Xena e Olimpia decidono d'intervenire. Nella confusione creatasi, l'orecchio super acuto di Xena riesce però a distinguere il rumore di una corda di balestra tesa ed una freccia è già diretta sul suo bersaglio. Una delle fedeli di Evi cerca di proteggerla frapponendosi tra lei e l'arma, ma Evi le si getta davanti a sua volta e la prende tra le braccia, ricevendo il dardo nel centro della schiena. La ragazza crolla al suolo, contemporaneamente al suo assassino, trafitto dal pugnale di Xena. Ma vedendo la loro profetessa cadere, i seguaci si lanciano sul gruppetto di malfattori riducendoli presto a malpartito. Ma Xena e Olimpia non guardano nemmeno ciò che sta accadendo, l'una accanto all'altra, non hanno occhi che per quella figlia che hanno appena perso senza avere mai potuto veramente averla. Al mattino, Olimpia siede con Ambra, la giovane seguace per la quale Evi ha dato la vita.

AMBRA: E come la storia che ci hai raccontato, vero? Quando Belur ha dovuto morire, per far sì che i suoi sogni potessero sopravvivere?
OLIMPIA(tristemente): La gente non dovrebbe morire, Ambra.
AMBRA: Ma non saremmo mai riusciti a svegliarci, per scacciare il male tra di noi altrimenti.
OLIMPIA: Forse: Ma non posso fare a meno di piangere la perdita di un'amica.(a voce più bassa) Una figlia.
(...)
AMBRA: Perché non resti con noi? Potresti aiutarci. Tu conosci i suoi insegnamenti quanto lei.
OLIMPIA(vedendo avvicinarsi Xena): Perchè le mie orecchie ascoltano un'altra voce adesso.

Quella sera, nel loro accampamento, Xena e Olimpia se ne stanno in silenzio, fissando il fuoco.

XENA: Sai, non so nemmeno come dovrei sentirmi.
OLIMPIA: Mmh? Che vuoi dire?
XENA: Dovrei piangere? Gridare? Infuriarmi? (sospirando) Non ci riesco.
OLIMPIA: Xena...
XENA: Mi sento solo vuota. (guardandosi intorno) Forse mi è accaduto così tante volte nella mia vita, che mi sono semplicemente abituata a questo orrore.

Olimpia posa la sua coppa e le mette le braccia intorno, carezzandole la schiena con una mano, un'espressione addolorata sul volto.

OLIMPIA: Penso che sia solo per lo shock. Anch'io mi sento così: Come se non potessi credere che è successo.

Xena sembra un po'confortata da quelle parole, e appoggia la testa su quella di Olimpia.

XENA: Sì, credo che tu abbia ragione. (alzando lo sguardo verso le stelle) Forse aveva ragione lei. Forse era questo il suo destino.
OLIMPIA(alzando anch'essa lo sguardo): Forse.

Ed entrambe appoggiate l'una all'altra, restano a fissare il fuoco.

PS: Prima di tutto diamo spazio ad alcuni commenti dell'autrice su Evi in generale e su questo doppio episodio in particolare, che meglio di qualunque mia considerazione possono spiegarne i risvolti : "Una delle idèe originali buttate lì, mentre la serie di Xena volgeva al termine era se Evi fosse tornata cattiva, come se l'anima di Callisto riemergesse in lei e sua madre dovesse confrontarsi con questo. Anche se non è questo il tema sul quale ho poi basato questa storia. Ma mi sarebbe piaciuto vederla messa in in pratica. Veramente ho sempre trovato più interessante Evi quando Livia era preponderante in lei. Trovavo Evi la pacifista estremamente noiosa.". "Non sono mai stata molto per il pacifismo, io stessa. E comunque sentivo che dovevo dare un equilibrio tra il realismo sulle conseguenze dell'edificare la sua religione e conferire ad Evi ciò che ritenevo un giusto trattamento. Ho sempre pensato che fosse molto più complessa di quanto si vedesse nella serie e non mi aveva mai convinto neppure la sua istantanea conversione alla santità."; "Se vi siete sentiti vuoti dopo aver letto l'episodio, allora vuol dire che quello che ho scritto funziona, perché non c'è modo di avere un finale lieto, quando qualcuno muore in quel modo. Quindi vi siete sentiti esattamente come Xena. Penso che Xena amasse Evi alla sua maniera, ma come madre sapeva anche che era quello che ci si aspettava da lei. Ma, dato che non aveva potuto crescerla, credo che una buona parte di quella che sarebbe dovuta essere una relazione madre-figlia mancasse semplicemente. Credo inoltre che Xena si portasse dietro un sacco di sensi di colpa per tutto quello che era accaduto ad Evi, e perché era diventata Livia, a causa del modo in cui lei l'aveva lasciata. Quindi, penso che ciò che ho scritto fosse fedele ai due personaggi. Sarebbe stato certo più piacevole e tranquillizzante fare una bella riunione di famiglia con baci ed abbracci e magari unire Evi a loro nei loro viaggi ma non è quello che la storia mi raccontava. Evi sarebbe morta se la serie tv fosse continuata? Sì, anche se non allo stesso modo, e mi piace pensare di averle dato una fine migliore e più serena di quella che avrebbe avuto altrimenti."; "Abbiamo discusso molto tra noi sulla questione di Evi. Il problema era che nella serie esisteva e, per definizione, questo significava che esisteva anche nella nostra stagione virtuale. Di conseguenza, sentivo che non era giusto non inserirla come parte della vita di Xena. E riguardo alla ragione per cui Xena non aveva provato a cercarla subito, beh, dopo che lei se ne era andata via a insegnare il messaggio di Belur, lo show aveva portato Xena a "tagliare i fili" per così dire, come se dicesse, beh, io ho fatto quello che potevo. Adesso lei deve andare a fare ciò che deve ed essere chi vuole. Inoltre mi chiedevo come avrebbe reagito Evi scoprendo che Xena era ancora viva e che nessuno le aveva detto niente. Si sarebbe sentita arrabbiata? Rattristata? Indifferente?" Come abbiamo visto, Evi era stato fin dall'inizio un personaggio estremamente controverso tra i fans dello show. C'era chi l'amava e chi l'odiava, e dopo la diatriba tra autrici e quella fetta di pubblico che, anche giustamente, sosteneva che non si poteva far finta che non esistesse, lo staff della SVS giudiziosamente scelse la soluzione probabilmente più idonea, cioè riportarla al centro della storia per poi farla uscire per sempre, risolvendo la questione in maniera definitiva e sostanzialmente soddisfacente per tutti. Ultima nota: Belur (in originale Eli, e per me resterà sempre un mistero da dove sia saltato fuori questo nome inventato per la versione italiana, a meno che qualcuno di voi non sia in grado di illuminarmi), trova la morte sulla spada di Marte, sacrificandosi volontariamente per l'umanità, e dando indirettamente inizio al Crepuscolo degli Dèi in "Seeds of Faith", quinta stagione.





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