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NEANCHE LA MORTE ::: X MARKS THE SPOT (prima parte) "Che razza di animale ha il pelo lungo e corto?" è la domanda esasperata che Olimpia rivolge a Xena, mentre le due donne percorrono uno stretto sentiero, utilizzando l'occasionale giochetto degli indovinelli per ingannare il tempo. Ma il dubbio della ragazza dovrà attendere per essere risolto perché la sera sta scendendo e la vicinanza di una città evita loro di dover ancora una volta trascorrere la notte all'aperto. Dopotutto, Olimpia sta ormai invechiando e... Xena fa appena in tempo a mettersi in guardia dalla prevedibile reazione della compagna e le due cominciano ad inseguirsi correndo e ridendo intorno ad Argo che le guarda incuriosita. Giunte nella città di Argos ("Non inorgoglirti troppo" fa Xena alla sua cavalla" esisteva già prima di te"), le due vengono accolte festosamente con ghirlande di fiori e lauro. E' infatti in pieno svolgimento il festival del popolo che ogni anno il saggio e buon Re Nessos, sovrano del luogo, dedica ai suoi sudditi, come spiega loro Areia, una bella e sorridente fanciulla, che prima di allontanarsi per continuare a distribuire ghirlande, le invita ad unirsi alla grande caccia, senza però specificare di cosa si tratti. Muovendosi a fatica nell'affollatissima città, Xena e Olimpia riescono ad arrivare alla locanda, anch'essa piena come un uovo. L'unica stanza rimasta è praticamente poco più grande di un armadio, con uno stretto lettino a mala pena sufficiente per una persona, che la occupa quasi interamente. ("Piccola? Olimpia, dovremo uscire nel corridoio anche per cambiare idea"). Il lato positivo è che in un soprassalto di generosità il locandiere la offre loro in omaggio, e così le due compagne, appesi a ganci non troppo solidi i loro bagagli, unico modo per tenerli con loro, e sorvegliando che le pareti non crollino sotto il peso, cercano di sperimentare un metodo per dormirci insieme. La soluzione la trova facilmente Olimpia: Xena dormirà sul materasso (duro e bitorzoluto) e lei dormirà su Xena, che è decisamente più morbida e confortevole. Ma appena le due donne provano a collaudare l'idea, il letto cede sotto di loro, causando una valanga di risate dalle sue occupanti. Accantonato momentaneamente il problema, Xena e Olimpia scendono in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, ma anche questa non appare un'impresa facile a causa della grande folla a sua volta in attesa di un pasto, e quindi si vedono costrette ad uscire per trovare qualcosa da mangiare. Vagabondando per le strade intasate di gente, finiscono per fermarsi ad uno dei tanti tavoli all'aperto e qui, mentre mangiano, assistono alla dichiarazione di apertura della grande caccia al tesoro da parte di Ithlas, emissario del re. Incuriosite, le due donne si avvicinano e apprendono dall'uomo che si tratta della ricerca dell'Anello di Giove. Nel sapere delle loro identità, Ithlas si fa portavoce del suo sovrano e le invita alla reggia e ad iscriversi alla caccia. Preoccupate che ancora qualche oggetto, che è appartenuto agli dèi e quindi impregnato dei loro poteri, sia ancora in circolazione e possa finire in mano a mortali ambiziosi (e anche desiderose di dormire in un letto degno di questo nome) le due compagne accettano l'invito e poco dopo sono ricevute dal re Nessos, che conferma loro l'esistenza dell'anello. Nel periodo precedente al Crepuscolo, alcuni dèi paventando la loro prossima fine avevano nascosto i loro averi per tutto il mondo conosciuto e Giove aveva nascosto il suo anello proprio lì. Lui stesso da ragazzo aveva visto il signore degli dèi lasciarlo ai sacerdoti del suo tempio, dove lui studiava. Ma Nessos non è mai riuscito a trovarlo, nonostante lo abbia fatto cercare dappertutto ed è evidente che spera di riuscirci finalmente con il loro aiuto, per diventare così il più potente dei re. Ma Xena e Olimpia, pur convinte di dover partecipare alla caccia, intendono farlo per ragioni opposte, e dopo aver accondisceso alla richiesta del sovrano, nella loro lussuosa stanza nel palazzo discutono sul da farsi. OLIMPIA:
Sei davvero preoccupata per questa cosa dell'anello, eh? Che potrebbe
esserci qualcosa di vero. Il giorno dopo, ricevute le mappe e tutto l'occorrente per partecipare alla caccia, Xena e Olimpia attendono insieme a tutti gli altri concorrenti sulla linea di partenza, e mentre la ragazza studia la documentazione per cercare di identificare un metodo nei vari spostamenti registrati dall'anello anno dopo anno che ne hanno reso impossibile fino ad ora il ritrovamento, la guerriera studia le persone che le circondano ed individua più di un gruppetto di facce patibolari, che non hanno l'aria di gente che voglia partecipare alla gara lealmente. Le due donne si dividono. Xena si occuperà degli infiltrati, badando che non creino problemi agli altri concorrenti onesti, e Olimpia che invece crede di aver individuato in una palude il più probabile luogo in cui l'anello possa trovarsi attualmente, comincia le sue ricerche dal vecchio tempio in rovina in cui originariamente era stato consegnato ai sacerdoti da Giove in persona. Come ha intuìto, trova facilmente nascosto all'interno dell'altare una tavola di marmo che contiene presumibilmente istruzioni importanti per ritrovare il prezioso oggetto, ma mentre sta cercando d'immaginare se la facilità con cui ha avuto accesso alla tavoletta non nasconda qualche trappola, uno dei gruppetti di tagliagole occhieggiati precedentemente da Xena fa inaspettatamente il suo ingresso, intenzionato a mettere le mani sul reperto ritovato da Olimpia e forse anche su di lei. Ma ovviamente questi banditi ottimisti hanno fatto i proverbiali conti senza l'oste e poco dopo Olimpia emerge sana e salva dal tempio. L'unico degli aggressori a cui non ha dovuto pensare personalmente, giace con le mani frantumate accanto all'altare da cui ha avuto la pessima idea di prendere la tavoletta senza prima assicurarsi che non ci fossero tranelli in agguato. Xena, che nel frattempo si è sbarazzata altrettanto facilmente di altri "disturbatori", la trova proprio mentre scende le scale esterne del tempio ("Sempre a preoccuparti per me, eh?") e la ragazza, sul percorso boscoso che porta alla palude dove dovrebbe trovarsi l'anello, le comunica quello che ha appreso dalla lettura della tavola. La potenza di Giove sarebbe davvero racchiusa nell'anello e lo scritto conterrebbe anche un ammonimento ma piuttosto vago. Giunte alla palude, Xena e Olimpia scoprono però di non essere le sole ad aver pensato a quel possibile nascondiglio e si vedono costrette ad inventarsi qualcosa per sbarazzarsi degli altri ignari concorrenti. Discorrendo dei vari orribili mostri che gli dèi avrebbero messo a guardia dei loro tesori, Chimere, Grifoni e Gorgoni tra gli altri, e badando che le loro parole vengano udite da tutti i presenti (con l'accompagnamento di alcuni effetti sonori particolarmente sinistri misteriosamente provocati da Xena), Olimpia riesce ad ottenere lo scopo di spaventare abbastanza la gente da convincerla ad andare a cercare altrove, e rimaste sole le due compagne trovano infine l'oggetto della loro ricerca. Su un isolotto circondato dalle sabbie mobili, se ne sta pacificamente arrotolato tra i rami di un albero un enorme serpente che circa ad un terzo del suo lungo corpo si restringe, mostrando in bell'evidenza l'Anello di Giove intorno ad esso. Il problema è arrivare al serpente, evitando le sabbie mobili, e Olimpia ricorda di avere ancora con sè nella sua sacca senza fondo il suo vecchio flauto (ricordate quello che suonava all'inizio di "The Prodigal", "Xena e il guerriero Melicerte", prima stagione?) e di poter quindi provare a mettere in pratica alcuni trucchi da incantatore di serpenti appresi nell'harem di Gurkhan (qui invece parliamo naturalmente della sesta stagione, "Who's Gurkhan?"). In apparenza il piano sembra avere successo. Attirato dalla musica del flauto il serpente si avvicina, scivolando senza difficoltà sulle acque limacciose della palude, ma improvvisamente il rettile sembra moltiplicarsi per magia e presto le due donne si trovano circondate da decine di serpenti tutti uguali che aumentano esponenzialmente ogni volta che la spada di Xena ne affetta qualcuno. Si tratta evidentemente di un sortilegio e la Principessa Guerriera trova il modo di fermarli, individuando ed uccidendo il rettile originale e facendo così svanire tutte le sue copie. Il più sembra fatto, e tagliato in due il corpo del serpente,con cautela Xena ne sfila l'anello e sta per riporlo in un sacchetto, quando questo, come se fosse vivo, manca l'apertura e le scivola nella mano. Appena tocca la pelle della guerriera un lampo esplode dal cielo investendola e scaraventando lontano Olimpia. E quando la ragazza si riprende dal colpo, scopre con orrore che al posto di Xena vi è solo una larga macchia di erba bruciata. Cercando di convincersi che la sua compagna non possa essere morta folgorata, Olimpia torna di corsa al tempio in cerca di qualche altro indizio che possa aiutarla a capire cosa sta succedendo. Intanto Xena si riprende in un posto che non riconosce immediatamente, ma che le pare di ricordare in qualche modo. L'anello cadutole di mano giace accanto a lei e la donna lo raccoglie badando bene a non toccarlo questa volta e lo infila nel sacchetto. Camminando per un po', Xena arriva alle mura di una città da cui sono chiaramente visibili insegne che le sono anche troppo familiari: i vessilli della Conquistatrice. I suoi vessilli, quelli cioè che battevano le sue truppe in quel lontano passato in cui spargevano terrore su tutte le terre conosciute al suo comando. La citta è Corinto che lei era andata vicinissima a conquistare nel mondo che ha appena lasciato, ma in questo mondo (perché ora è evidente che quel fulmine l'ha in qualche modo trasportata in un universo parallelo) invece la conquista è avvenuta e la Conquistatrice in persona appare ai suoi occhi sbalorditi. E' la sua immagine perfetta. La Xena che lei stessa sarebbe diventata se il destino non avesse deciso diversamente, bellissima e gelida, passa tra due ali di popolo plaudente, vestita di preziose sete orientali, diretta ad un palco dal quale si appresta a giudicare alcuni suoi oppositori. Nascosta da un ampio mantello in mezzo alla folla, Xena assiste attonita ad una serie di sentenze spietate da parte del suo "doppio", ma la cosa che più la stupisce è la rassegnazione con la quale i condannati ed i presenti tutti le accettano senza protestare. Sgusciando tra la gente, Xena entra nel tempio dedicato a Marte ed alle altre divinità, che evidentemente in questa realtà non hanno subito alcun Crepuscolo, edificato dalla Conquistatrice, ed avvicina un sacerdote, celando sempre il suo viso. XENA:
Che puoi dirmi dell'Anello di Giove? L'anello deve restare nascosto poiché non vi è modo, dice il sacerdote, di distruggerlo e invita energicamente Xena ad andarsene e a non parlarne mai più. La guerriera torna all'aperto e i suoi occhi si spalancano allo spettacolo che le si presenta. Davanti al palco della Conquistatrice, c'è la figura familiare di Olimpia, che sta affrontando con coraggio e aria di sfida il giudizio del suo "doppio". L'anima di Xena è lacerata tra il bisogno istintivo di intervenire e la consapevolezza che l'unico modo di rimettere le cose a posto è tornare indietro. XENA(mormorando tra sé): No! No, Olimpia!! La Conquistatrice non ha solo ceduto il suo cuore... lei... io avrei rinunciato alla mia anima se avessi seguito questa strada. E quante altre vite ancora avrei distrutto... oltre la mia? E lottando con il suo istinto, Xena resta ad osservare mentre il "doppio" della donna che ama viene legata alla croce ed ascolta con un sobbalzo al cuore, l'ordine della Conquistatrice di spaccarle le gambe. La mano di Xena, quasi di sua volontà corre al chakram, ma quell'attimo d'esitazione in più rende l'intervento inutile, e le gambe dell'Olimpia Ribelle vengono spezzate, mentre la povera ragazza urla in agonia, e lacrime scendono silenziose lungo le guance di Xena. XENA(piano tra sé): Risolverò il problema qui, mio bardo. Rimetterò le cose a posto per te quaggiù, prima di tornare a casa. E voltando le spalle a quello spettacolo penoso, Xena scompare tra la folla. Nel frattempo, nel nostro mondo, dopo aver battuto palmo a palmo la sala del tempio in rovina dove aveva trovato la tavoletta, la determinazione di Olimpia è stata premiata e ora la ragazza stringe tra le mani una pergamena rinvenuta dietro un pannello nascosto e leggendola si abbatte sui gradini con la testa tra le mani. ("La pietra di Cronos?"). E mentre le ombre della sera scendono, di fronte al piccolo fuoco che ha acceso, raggomitolata su se stessa, sussurra una preghiera. OLIMPIA: Xena, abbi cura di te, ti prego? continua... PS: Ottimo ritorno nella SVS per Denise Byrd e Trish Kocialski (le due avevano esordito proprio in coppia fornendo il soggetto di "Been A Wonderful Life" a TNovan, nella settima stagione), con questa storia in due parti che promette di essere un perno importante della nona stagione. Tutti sanno che Xena è nata come personaggio nella serie parallela di Hercules in una trilogia di episodi al termine della prima stagione ("The Warrior Princess", "Hercules e la principessa nemica", "The Gauntlet", già citato, e "Unchained Hearts", "Hercules e la bestia feroce"), ma forse non tutti sanno che le vicende del figlio di Giove più volte nel corso della sua saga si sono intrecciate con fatti e personaggi di quella della Principessa Guerriera, e non mi riferisco solo a quelle in cui le loro strade si sono effettivamente incontrate ("Prometheus", "Xena, Hercules e Prometeo", prima stagione, e "God Fearing Child", quinta stagione, per Xena, e "Judgement Day", "Hercules e la riconquista dei poteri", terza stagione di Hercules), ma anche e soprattutto a quelle in cui sono stati solo gli strascichi, diciamo così, di una saga o dell'altra ad influire sulla serie parallela. Nello specifico, ci interessa in particolare l'episodio in due parti della quarta stagione di Hercules "Armageddon Now I e II".("Hercules e il sangue della cerva d'oro" e "Hercules e la pietra di Cronos"). In quella storia, Iolao, compagno inseparabile, o quasi, del semidio (ma niente a che vedere con il rapporto che lega Xena e Olimpia), era costretto a viaggiare indietro nel tempo per cercare la pietra di Cronos che influendo sul flusso temporale avrebbe riportato indietro Hercules, imprigionato in una specie di limbo dimensionale che confinava con una dimensione alternativa. La vicenda è complicatissima e include personaggi della serie di Xena, come Speranza e Callisto, e qui non c'è proprio il tempo di riassumerla meglio (ma vi consiglio di non perderla, se vi capita), basti dire che ad un certo punto, s'intrecciava con una realtà in cui Xena non aveva mai incontrato Hercules, non si era mai pentita, ed era diventata la spietata Conquistatrice dell'intera Grecia, e nella seconda parte assistevamo proprio alla scena che abbiamo appena visto: la rottura delle gambe della povera Olimpia, che in quella realtà appariva come una ribelle oppositrice della tiranna, e non certo (o non ancora) la sua fedele compagna. Nell'episodio, questo sviluppo occupava solo poche decine di secondi ed era praticamente ininfluente ai fini di quella trama. Niente di più di quello che di solito nel gergo dello spettacolo si chiama un cameo, cioè una apparizione d'onore, per Olimpia, ma un'apparizione che non poteva passare inosservata agli xeniti, che su quei pochi secondi hanno sempre fantasticato, cercando d'immaginare (visto che gli autori televisivi non ci sono mai tornati sopra) che storia potesse esserci dietro. Come ho già detto precedentemente accennando a questo episodio, le varie visioni degli xeniti sull'argomento si sono concretizzate in una serie di romanzi e perfino interi cicli in diversi volumi, che dopo le storie ispirate alle classiche Xena e Olimpia, costituiscono il filone più ricco nel vasto territorio della fanfiction. Anche la stessa Melissa Good, dopo qualche resistenza iniziale (a lei per sua stessa ammissione non sono mai piaciute troppo le storie della Conquistatrice), ha finito per cedere alle insistenze dei fans, e ha prodotto un romanzo, "Shadows of The Soul", che è tra le sue cose migliori di questi ultimi anni, e visto il successo ottenuto, è in corso d'opera il secondo capitolo, "Queen of The Hearts", di quello che ormai si profila come un nuovo ciclo. La ragione del grande successo di queste particolari versioni di Xena e Olimpia non è probabilmente scevro di una certa morbosità da parte dei lettori. Il rapporto tra le due donne, che nella serie classica, è su un piano di parità e rispetto reciproco, qui trova uno sviluppo decisamente alternativo ed intrigante. Partendo dall'odio che quell'Olimpia prova per la Conquistatrice, gli autori dipanano trame, tutte abbastanza simili tra loro, in cui quell'odio, attraverso la sopraffazione da parte di Xena, che dapprincipio considera la sua giovane schiava, a cui ha risparmiato la vita per ragioni che neanche lei comprende bene, solo un trastullo sessuale, finisce in un lento avvicinamento tra loro, che avvertono sempre di più un'affinità che le lega in modo misterioso (mondo alternativo o no, Xena e Olimpia restano comunque anime gemelle), che le porterà al matrimonio e spesso a dare, per intercessione degli dèi, alla luce una figlia. Qui ci sarebbe da fare forse un lungo discorso su quanto le autrici delle fanfictions di Xena, in buona parte omosessuali, proiettino sulle due protagoniste la loro stessa voglia di regolarizzare i propri rapporti sentimentali attraverso le classiche nozze anche nella vita reale, ma non è questa la sede, e quindi per ora fermiamoci qui. Dopotutto c'è ancora tutta una seconda parte che ci darà l'opportunità di fare altre considerazioni in proposito. |
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