|
:::
NEANCHE LA MORTE ::: X MARKS THE SPOT (seconda parte) Mentre nel tempio abbandonato, la nostra Olimpia sta cercando di raggiungere Xena attraverso il loro legame psichico, nella realtà alternativa in cui si trova, la Principessa Guerriera osserva la Conquistatrice allontanarsi dal luogo delle esecuzioni nella sua carrozza e scorge il suo sguardo addolorato, quando i suoi occhi si posano tra le tante croci erette, su quella alla quale è appesa l'Olimpia Ribelle. Rientrata nel tempio di Marte, Xena avverte all'improvviso una sensazione che sperava di non dover sentire più, almeno in questa vita, e un attimo dopo il dio della guerra appare di fronte a lei. Senza rendersi conto che quella a cui sta parlando non è la Xena che crede lui, Marte si avvicina a lei, sorprendendosi di vederla di nuovo in abiti che non indossava più da molto tempo, ma non troppo meravigliato evidentemente della freddezza con la quale la sua pupilla l'accoglie.("Ancora arrabbiata, vedo. Beh, ti passerà e presto tornerai da me. Ho tutto il tempo. Ma tu hai fatto la cosa giusta... quella puttanella bionda ti avrebbe tradita, e ti sarebbe costata tutto ciò che hai.") Evitando di dargli modo di sospettare, Xena se ne libera sbrigativamente, ignorando la chiara irritazione del dio, e dopo averlo visto sparire, va alla ricerca del sacerdote con cui aveva già parlato. Al tramonto, i sacerdoti del tempio vagano sul terreno del supplizio, tra le croci, per raccogliere quelli che sono già cadaveri, sotto lo sguardo indifferente dei soldati di guardia. Nascosta tra di loro, c'è anche Xena con un ampio cappuccio che le copre il volto. Cercando di mantenersi calmi, i sacerdoti si avvicinano alla zona dei crocefissi più recenti dove si trova anche Olimpia. La ragazza è ancora viva, ma premendo un nervo sul suo corpo, Xena riesce a interromperne la respirazione abbastanza a lungo da convincere i soldati che è morta e poterla così caricare sul carro insieme agli altri. Una volta rientrati al tempio, con l'aiuto del sacerdote suo alleato, Xena sistema Olimpia in una stanzetta sul retro della costruzione e le stecca le gambe fratturate. Poi, guardando il viso ancora privo di conoscenza, ma sofferente della povera ragazza, siede accanto a lei, tenendole la mano. XENA: Lo so che tu non sei la mia Olimpia, ma sei comunque l'Olimpia che amo. (scuotendo la testa tristemente) Non ha molto senso, ma è la verità. Mi ricordi tanto la mia Olimpia quando era più giovane. Tu hai lo stesso fuoco...lei ha soltanto imparato a controllarlo. (Guarda il viso giovanissimo dell'Olimpia Ribelle, passandole delicatamente le dita tra i lunghi capelli.) Naturalmente, credo che lei abbia avuto anche molti più anni per far pratica in questo. Questo intimo incontro è interrotto dall'arrivo del sacerdote, a cui Xena chiede l'occorrente per lavare Olimpia e ottenutolo, si mette al lavoro detergendola amorevolmente con un panno bagnato e ricoprendola subito dopo con le coperte che le sono state procurate, notando con sollievo che non ha febbre, e dopo averle somministrato un infuso di erbe mediche, può finalmente prendere un momento di pausa anche per se stessa, distendendosi sul pagliericcio accanto e chiudendo gli occhi, cerca di estendere quel misterioso, invisibile filo che la lega alla sua compagna, sperando che possa superare qualunque distanza possa esserci tra loro. E in qualche modo, qualcosa arriva, ma non abbastanza perché la sua Olimpia riesca ad afferrarla e prima ancora che se ne renda conto, il collegamento si è già spezzato. Il mattino dopo, dopo una notte di sofferenze ed un sonno agitato, l'Olimpia Ribelle si desta finalmente e scopre che quello che durante il suo dormiveglia ha creduto un sogno è invece reale. C'è proprio Xena accanto a lei, che le sorregge la testa per aiutarla a bere, ma non è la Conquistatrice, bensì una donna che è la sua esatta copia. Cercando di superare le sue diffidenze, Xena con molta dolcezza, le racconta la sua strana storia. Olimpia la fissa sconcertata. OLIMPIA
RIBELLE: Aspetta un minuto, dannazione. Stai scherzando, vero? Xena indugia, fermandosi a ricordare l'Olimpia schiava che aveva incontrato quando le Parche le avevano offerto una vita diversa ("Remember Nothing", seconda stagione). O l'Olimpia commediografa che aveva conosciuto nei suoi panni di Imperatrice di Roma, quando Cesare le aveva costrette a cambiare il suo destino ("When Fates Collide", sesta stagione). Ma adesso è il turno di Olimpia di raccontare ciò che le accaduto, partendo da come ha incontrato la Conquistatrice. OLIMPIA RIBELLE: Molti mesi fa, tutti gli scribi della città vennero convocati. Io ero uno scriba qui nel tempio, quindi non avevo scelta. Non potevo NON andare. E così andai. (Xena annuisce comprensiva.) Venni assegnata ad alcuni scritti privati per Xe... voglio dire, la Conquistatrice. Era un impegno sporadico comunque, e mi fu permesso di conservare il mio posto come scriba del tempio. (Fa una pausa per schiarirsi la gola e Xena le dà ancora da bere.) Grazie. Così, andavo a palazzo quando ero chiamata, all'inizio meno, ma sempre più spesso col passare del tempo. Lentamente, lei cominciò ad aprirsi a me, appena un pochino... finché cominciò a sembrare... quasi... umana. Credevo che stessimo diventando... amiche. (amaramente) Mi sbagliavo, pare. Xena si volta verso il tavolo sul quale è china e inizia a miscelare un'altra dose di medicina. XENA(a
bassa voce): Non credo che ti sbagliassi. Xena termina di preparare la medicina e la posa sul tavolo. Poi comincia a camminare su e giù tra il tavolo e la porta. Fa un gran respiro e lancia un'occhiata ad Olimpia, quindi fissa lo sguardo sul pavimento. XENA:
Conosci la storia della creazione delle anime gemelle? Olimpia la fissa dritta negli occhi, trovandovi una verità che non si sarebbe mai aspettata di vedere. OLIMPIA
RIBELLE: Tu mi fai desiderare di crederci, ma... Nella grande piazza del mercato, mescolata alla gente che compra e vende, Xena con addosso la pesante tonaca e cappuccio dei sacerdoti del tempio, studia il palazzo della Conquistatrice e non può fare a meno di ammirare comunque la perfezione del cordone di protezione che il suo alter ego ha approntato intorno a sé, mentre progetta un piano per aggirarlo. Di ritorno al tempio, si apparta col sacerdote per discuterne, ma tutti i sotterfugi operati evidentemente non sono sfuggiti al suo superiore, il sacerdote di Marte che li attende con l'accompagnamento di quattro guardie. Ma certo non si aspettano quello che vedono, quando Xena abbassa il suo cappuccio rivelando i tratti di quella che riconoscono immediatamente come la loro sovrana. La sorpresa è talmente forte che i cinque uomini non vedono nemmeno arrivare i colpi che li mandano fuori combattimento, e finiscono legati e imbavagliati nel magazzino. E finalmente per Xena è il momento di mettere in atto il suo piano. Servendosi della sua somiglianza perfetta con la Conquistatrice, la guerriera penetra a palazzo e di volta in volta si sbarazza con l'utilizzo di alcuni aghi intinti in una sostanza soporifera, o con il vecchio metodo più semplice, ma ugualmente efficace, a base di sganassoni, di tutti i soldati che sono sulla strada che conduce alle stanze della Conquistatrice, ma una volta entrata non è una donna addormentata quella che trova ad attenderla. La Conquistatrice è in agguato con la spada in pugno e le due donne ingaggiano un duello serrato in cui le capacità di entrambe sono messe alla prova all'estremo, ma Xena ha un vantaggio sulla sua avversaria: la vita comoda e protetta che la Conquistatrice ha tenuto negli ultimi anni le hanno fatto perdere un minimo di quella prontezza di riflessi e di quella velocità che invece il suo contraltare ha conservato al meglio. Soltanto un minimo, irrilevante per qualunque altro avversario, tranne che per Xena che approfitta magistralmente di un'apertura che la Conquistatrice le offre nella sua guardia per piazzarle un destro al mento. E mentre la sua gemella ultra-dimensionale scivola al suolo priva di conoscenza, Xena rinfodera la spada, scuotendo la testa amaramente. ("Patetico. Tutta questa bella vita ti ha ammorbidita, Conquistatrice."). Poi preparata velocemente una mistura di erbe, la somministra alla donna svenuta. Quando si riprende, qualche minuto dopo, questa si trova in uno stato nebuloso, provocatole dalle erbe che le fanno credere di stare sognando e la sensazione è sicuramente rafforzata dalla figura completamente avvolta in un mantello che vede apparire d'improvviso accanto a lei. CONQUISTATRICE:
(...) Chi sei tu, per Plutone? La Conquistatrice a bocca aperta ricade a sedere sul letto, sfregandosi la tempia con la mano. Un lampo di dolore guizza nei suoi occhi seguito da un'esplosione di rabbia. CONQUISTATRICE(ferocemente):
Anima gemella?!? Quelle sono sciocchezze per stupidi e rammolliti!
Il pensiero che ci sia un altro essere umano che ci completa è
assurdo e completamente irrealistico. Con una specie di ruggito, la Conquistatrice le si getta addosso, ma nonostante la sua furia, il rimorso e la verità nelle parole di Xena l'hanno scossa profondamene e quando la guerriera la tiene bloccata contro il muro, singhiozzando scivola al suolo. Vedendola in quello stato, Xena si china su di lei e l'abbraccia. CONQUISTATRICE(mormorando): Come facevi a sapere? Xena solleva il cappuccio, e la donna la fissa senza fiato. CONQUISTATRICE:
Ma... ma... t... t... tu sei... tu sei me. E Xena scompare oltre la soglia, lasciando la Conquistatrice sola con i suoi dubbi. Tornata al tempio, Xena trova Olimpia ad attenderla sveglia a causa del dolore per le sue fratture, ma anche per la preoccupazione per l'esito dell'incontro. OLIMPIA
RIBELLE: Com'è andata? (Fissando Xena, nota i graffi e i lividi
della collutazione.) E lei come sta? Non le hai fatto troppo male,
vero? Xena si libera del mantello e va al tavolo a preparare altri infusi d'erba. OLIMPIA
RIBELLE: Credi che servirà? Dopo aver dato l'infuso alla ragazza, Xena si distende a sua volta, cercando di trovare la concentrazione giusta per ritrovare quel calore che emana dalla sua Olimpia attraverso il loro legame. Ma mentre sta lentamente assopendosi... OLIMPIA
RIBELLE: Xena? Xena si rilassa, posa la spada e torna a sedersi su un bordo del letto di Olimpia, prendendole una mano. XENA:
Abbi un po' di fede, Olimpia. Credo che finirà tutto bene. Xena le posa un bacio sulla fronte e tornata nel suo giaciglio, s'infila sotto le coperte e si gira verso la ragazza, che sta addormentandosi. OLIMPIA
RIBELLE: A proposito, il sacerdote e gli accoliti hanno spostato le
guardie e il sacerdote di Marte nella sala principale. Apparentemente,
erano molto confusi quando si sono risvegliati là. Tre giorni sono trascorsi e la Conquistatrice fa il suo ingresso nel tempio, tra lo stupore dei sacerdote di Marte e dei suoi accoliti, congedandoli sbrigativamente, mentre ancora ignare del suo arrivo Xena e Olimpia sono occupate con la riabilitazione delle gambe della ragazza. E mentre la presenza della Conquistatrice viene comunicata alle due donne, questa immobile nella grande sala del tempio, indecisa sul da farsi, avverte improvvisamente una presenza che per lei non è più gradita da molto tempo. CONQUISTATRICE:
Mostrati, Marte. Furioso davanti all'atteggiamento intransigente della sua pupilla, il dio della guerra le ritira i suoi favori e l'abbandona a se stessa, "finchè non sarai pronta a tornare ad implorarmi" dice, ma il suo antico mentore è ormai l'ultima delle preoccupazioni della Conquistatrice che è molto più in ansia per l'incontro con Olimpia ed accompagnata dal sacerdote viene introdotta nella piccola stanza in cui si trova. Discretamente Xena esce lasciandole sole e si sofferma a parlare con il sacerdote che fino ad ora le è stato prezioso complice. XENA:
Tu sei il sacerdote di Venere, vero? Ma il loro colloquio è interrotto dalla porta della stanza che si apre e Olimpia ne esce sostenuta con delicatezza tra le braccia dalla Conquistatrice che esprime la sua gratitudine al sacerdote. CONQUISTATRICE: Ora, se non ti dispiace, Olimpia ed io siamo giunte ad un'intesa. Ci sono ancora cose da risolvere, ma per ora, vorrei portarla a casa... con me... al palazzo, cioè. (arrossendo leggermente per l'esitazione, si rivolge a Xena) Esci un attimo con noi? Fuori, c'è ad attenderle l'elegante carrozza reale. La Conquistatrice deposita con cautela Olimpia nel suo interno morbidamente foderato e poi si sposta per permetterle di salutare Xena. OLIMPIA
RIBELLE: Ti ringrazio moltissimo. Tu non hai idea... Xena non risponde, ma si limita a stringere affettuosamente la mano della ragazza, prima di scendere dalla carrozza. CONQUISTATRICE:
Questa è stata davvero un'esperienza istruttiva. Da dentro la carrozza, Olimpia non può sentire la conversazione, ma sorride quando la Conquistatrice si volta a guardarla e le sorride a sua volta. Poi torna a rivolgersi a Xena, con le lacrime agli occhi. CONQUISTATRICE:
Vero, ed anche più prezioso quando penso a quanto sono andata
vicino a perderlo. Grazie, Xena, dal profondo del mio cuore. Questo
è un debito il cui peso porterò con piacere. E mentre la carrozza della Conquistatrice si allontana, Xena può finalmente tornare a pensare a tornare a casa. Con il cuore in gola e concentrandosi il più possibile, apre il sacchetto ed infila la mano al suo interno, stringendo l'anello. E nel tempio abbandonato di Argos, a meno di un'ora dalla sua scomparsa, Olimpia, quella nostra, sta ancora cercando disperatamente di mettersi in contatto con la compagna, e d'un tratto sorride, avvertendo finalmente il calore della sua presenza. Un lampo avvolge in quello stesso momento la figura di Xena cancellandola alla vista della sua controparte che è rimasta ad osservare ad una certa distanza. Poi, con un sorriso, la Conquistatrice torna a rivolgere tutta la sua attenzione alla sua Olimpia, che riposa con la testa appoggiata sul suo grembo. La luce violentissima si comunica nel tempio di Argos e l'elettricità nell'aria fa rizzare i capelli in testa ad Olimpia, mentre contemporaneamente Xena piomba pesantemente dal nulla ai suoi piedi. Con un grugnito di dolore la Principessa Guerriera fa appena in tempo a riprendersi prima di ricevere tra le braccia la sua compagna che la stringe con tutte le sue forze in un abbraccio che lei è felice di restituirle con uguale energia. Poi Olimpia si stacca da lei, percorrendola con gli occhi e le mani, per assicurarsi che sia proprio lei, viva e reale. OLIMPIA(piano):
Stai bene? Le due donne si scambiano un lungo bacio, poi Xena si tira su a sedere con una strana espressione sul volto. OLIMPIA:
Vuoi parlarne? Passate dal palazzo di Nessos per comunicargli l'insuccesso della loro missione, Xena e Olimpia lo esortano anche a dimenticare tutta quella storia, dopotutto ha già tutto quel che può desiderare, un regno prospero e un popolo che l'adora. Ormai rassegnato a rinunciare ai suoi sogni di gloria, Nessos chiede loro almeno di godere ancora della sua ospitalità a palazzo e poco dopo le due compagne condividono un piacevole bagno caldo nelle terme personali del re. Ma vedendo ancora linee di tensione sul volto di Xena, Olimpia le si avvicina e scivolatale alle spalle comincia un massaggio rilassante sul suo collo. OLIMPIA:
Deve essere stato molto strano... imbattersi in persone che sono noi,
senza esserlo. Olimpia continua a massaggiare il collo e le spalle della compagna, ma avverte sempre una certa tensione nei muscoli e si china in avanti, parlandole all'orecchio. OLIMPIA(a
bassa voce): Cos'è che ancora ti disturba in questa storia? Le due donne si sorridono, stringendosi l'una all'altra. E due giorni dopo, le ritroviamo in piedi, mentre il sole tramonta sulle sponde del fiume di lava, che anni prima ha visto la conclusione di una delle loro avventure più angoscianti ("A Necessary Evil", seconda stagione). Xena prende il sacchetto che contiene l'anello e lo getta con tutto il suo contenuto nel fluido magmatico, restando a guardarlo affondare. XENA:
Non lo distruggerà, ma lo terrà almeno lontano da mani
mortali. E le due compagne si allontanano sorridendo, mentre Olimpia riprende il suo interrogatorio ("Allora sei un animale con pelo lungo e corto. Ma cammini su due gambe?"). PS:
E lasciamo le nostre due amiche ai loro indovinelli (che le abbiamo
viste utilizzare come passatempo nei lunghi viaggi abbastanza spesso
anche nella serie tv), e torniamo ad occuparci di questo bellissimo
episodio, doppio in molti sensi. Innanzitutto diciamo che questa volta,
ho avuto serie difficoltà a scegliere i dialoghi da riportare,
perché sia quelli tra Xena e la Conquistatrice, che quelli
con l'altra Olimpia, mi sono parsi così belli e significativi
che alla fine ho deciso di tradurli tutti quasi integralmente. Dopo
una prima parte di preparazione, questo secondo episodio porta al
centro della storia il confronto tra le due Xena, quella che conosciamo
e quella che avrebbe potuto essere se le cose fossero andate diversamente
per lei (riuscendo con questo sistema a farci ritrovare, ma non per
l'ultima volta, come vedremo, anche il dio della guerra). Xena anche
se non è mai diventata la Conquistatrice, in questa realtà,
ha vissuto dentro di sé tutti i dubbi e tutte le tentazioni
che hanno travolto l'altra e quindi meglio di chiunque può
capirla e condurla per mano su quel sentiero che lei ha imparato a
percorrere molto tempo prima. E commoventi sono anche i momenti tra
Xena e l'Olimpia Ribelle (questa definizione non l'ho inventata io,
ma è quella ufficiale con cui è conosciuta tra gli xeniti
d'oltre oceano, questa particolare versione di Olimpia, dovuta a quei
pochi attimi in cui è apparsa in "Armageddon Now"
di cui vi parlavo l'ultima volta), in cui la Principessa Guerriera
rivede la sua compagna da giovanissima. Una ragazzina spaventata e
scioccata da ciò che le è capitato, distante dall'Olimpia
entusiasta e piena di gioia di vivere che lei ha conosciuto ed imparato
ad amare, ma anche distante ancora per fortuna da quella figura distrutta
dentro e senza speranza che era l'Olimpia Schiava di "Remember
Nothing", seconda serie. E il suo compito è impedire che
questo avvenga. Ancora una volta, quindi, la SVS s'impegna a riannodare
i fili lasciati in sospeso dalla versione televisiva, e questa volta
perfino andando a cercarli nella serie di Hercules, e facendo un indiretto
omaggio al filone fanfiction del Conqueror, anche se per ovvie ragioni
(qui siamo, l'abbiamo detto ab nauseam, nel seguito della serie tv)
evitando i connotati apertamente erotici di quel filone. Una breve
nota di traduzione: nella versione originale si parla appunto di Conqueror,
che in italiano sarebbe Conquistatore, e non Conqueress, Conquistatrice,
come ho tradotto io. Sono rimasto a lungo indeciso se usare il termine
esatto, poi purtroppo mi sono reso conto che nella nostra lingua,
in cui le differenze tra maschile e femminile sono così accentuate,
avrebbe creato confusione nella sintassi stessa e ho optato per la
variante femminile, ma con qualche dubbio. Per chiudere, la storia
delle origini delle anime gemelle a cui accenna Xena è evidentemente
la stessa che racconta Olimpia in "Prometheus", prima stagione.
|
|