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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni

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HERO WORSHIP, ON THE ROCKS

Per una volta, iniziamo una storia mostrando le nostre due inseparabili protagoniste, in una tranquilla passeggiata nei boschi. Niente pioggia, fango, polvere o sudore, solo un tranquillissimo pomeriggio, lungo un bel sentierino costeggiato da fiori selvatici ed alberi, con Argo al loro fianco, occupata a smangiucchiare l'erba al loro passaggio. E la piacevole novità è molto apprezzata anche da Olimpia.

OLIMPIA(girandosi a contemplare il sentiero): Xena, perchè non può essere così dappertutto dove viaggiamo noi?
XENA: Fa' attenzione.
OLIMPIA(ridendo): A quello che chiedo?
XENA: A non inciampare in quella rad... Scusa.

Olimpia voltandosi all'improvviso, quasi cade davvero, salvo poi riprendersi all'istante con un salto all'indietro, riacquistando l'equilibrio.

OLIMPIA: Ehi, non sono più l'imbranata di una volta.

Xena si ferma, raccoglie dei fiori selvatici e li acconcia dietro l'orecchio di Olimpia.

XENA: No. Non lo sei.

Xena riprende il cammino, fischiettando. Olimpia accarezza i fiori. C'è uno sguardo perplesso sul suo viso.

OLIMPIA: E che cosa vorrebbe dire questo esattamente?

Ma se l'inizio è insolito, non altrettanto si può dire dello sviluppo, dato che alcune grida in lontananza costringono le due donne ad interrompere la pacifica passeggiata ed a correre nella direzione da cui provengono, per arrivare nella piazza di un villaggio, dove un gruppo di persone molto agitate si affannano intorno ad un pozzo, mentre una ragazza in strani abiti che ricordano quelli di un guerriero con una canna in mano sta cercando evidentemente di farne uscire qualcuno, che però non pare apprezzare i suoi tentativi a giudicare dalle urla di dolore che provengono dal fondo del pozzo ogni volta che la ragazza vi spinge dentro l'estremità della sua canna, causando ancora più nervosismo nella folla. Intervenute con prontezza, Xena e Olimpia spingono da parte la volenterosa ma confusionaria "salvatrice", e ignorando le sue proteste indignate nel vedersi sottrarre il salvataggio, riescono a tirare fuori un giovane, che appena uscito comincia ad inveire contro la ragazza, accusandola di essere stata lei a farlo cadere e di avere successivamente cercato di ucciderlo, colpendolo ripetutamente in testa con il suo bastone. La ragazza protesta la propria innocenza, ma i suoi concittadini, evidentemente stufi di lei e di sue altre precedenti imprese, la circondano con intenzioni poco rassicuranti. Spetta ad Olimpia, spalleggiata da Xena togliere dai guai la ragazzina, che si chiama Selsha, e che dopo il loro intervento ha subito riconosciuto la Principessa Guerriera a cui si è sempre ispirata per le sue velleità eroiche e a cui afferma di voler somigliare un giorno. Scrollatasela di dosso, o almeno così sperano, Xena e Olimpia si rifugiano nella locanda del posto, dove Olimpia non risparmia alla compagna battutine caustiche sulla sua invadente ammiratrice, che dopo un po' potrebbero anche aumentare, quando anche la ragazza entra nel locale e fa per dirigersi verso di loro, ma viene bloccata dalla locandiera, che è evidentemente sua madre, che le ordina di tornarsene a casa.

OLIMPIA(ridendo): Oooooh... ed è anche la figlia della locandiera. (dandole un buffetto sulla mano) Proprio come te.
XENA(coprendosi gli occhi): Non potremmo trovare qualche altro villaggio dimenticato da terrorizzare?
OLIMPIA(ridacchiando): Dai, Xena, è carino.
XENA(seccata): Non è carino.Le ragazzine maldestre che credono di poter diventare eroi, generalmente finiscono molto morte, Olimpia.
OLIMPIA(chinandosi verso di lei): Io no.
XENA(fissandola, le mette un dito sulla punta del naso): Tu avevi qualcosa di speciale.
OLIMPIA: Uhmhm. Te. (sorridendo, mentre Xena tamburella con le dita sul tavolo) Arrenditi. Neanche dopo tutto questo tempo ce la fai a battermi in una discussione.

Ma il tempo per ribattere non c'è perché in quel momento, un uomo si precipita dentro urlando che il suo carro si è rovesciato e sua moglie è rimasta intrappolata sotto, e prima ancora che chiunque possa reagire, Selsha corre fuori, travolgendo il poveretto, al grido di "La salvo io!". Xena e Olimpia fanno appena in tempo ad inseguirla e giungere sul posto dell'incidente per sottrarre la sventurata dalle grinfie dell'intraprendente ragazza che la sta tirando con tutte le sue forze, incurante delle sue urla di dolore, tutta concentrata nella sua eroica impresa, e liberandola prima dal peso del carro che le grava addosso. Quando però il problema sembra risolto, nell'impulso di dare ancora il suo contributo, Selsha resta impigliata nelle redini dei cavalli, appena tagliate da Xena e viene trascinata via dalle bestie imbizzarrite. Xena le corre dietro, ma la fuga termina dietro il primo angolo e più precisamente all'interno di un pollaio. E di lì a poco, mentre Xena è occupata a riacchiappare i polli, una nuova sollevazione popolare costringe la madre della ragazza a rispedirla nella sua stanza e convince Olimpia, rimasta ad osservare tutto quel caos seduta su una cassa di pollame, che Selsha abbia bisogno di qualche saggio consiglio, come comunica alla compagna quando questa scende da un albero con una gallina sotto il braccio, gliela passa e si siede esausta accanto a lei.

XENA: Se ce ne andiamo ora, c'è una deliziosa piccola caverna in cui potremmo arrivare prima di mezzanotte.
OLIMPIA: Xena, credo che qualcuno qui abbia bisogno del nostro aiuto.
XENA: C'è anche dell'acqua termale.
OLIMPIA(sospirando): Forse parlarle aiuterebbe.

Xena strabuzza gli occhi.

OLIMPIA: Andiamo, Xena. Lei aveva buone intenzioni.(posando la gallina a terra) Troviamola e parliamole, e poi potremo...
XENA: Andarcene?
OLIMPIA: Che ne diresti di andare a letto?
XENA(fissandola): Non è un po' presto, nonnina?

Olimpia afferra una manciata di piume di gallina e le infila nella scollatura di Xena, acconciandole come un ventaglio sopra i seni.

OLIMPIA: Ho detto andare a letto. Non a dormire.

E Olimpia si alza e si dirige verso la locanda, seguita da Xena con un sorrisetto sulla faccia ed una piuma che rigira tra le dita. Ma nella sua stanza, Selsha non c'è e dal disordine intorno è evidente che è fuggita di casa dopo aver rapidamente raccolto l'indispensabile. Ed è nella piazza del villaggio che ritroviamo la ragazza pronta ad abbandonare tutto per andare alla ricerca dell'avventura che ha sempre sognato, ma messa improvvisamente ed imprevedibilmente di fronte all'occasione tanto attesa, quando incredula assiste all'aggressione di alcune sue coetanee che erano al pozzo a prendere l'acqua, da parte di alcuni predoni che le circondano e le portano via di peso. Pur tra qualche timore, Selsha decide di seguirli per mostrare a tutti il suo coraggio. Ignare di questi ultimi sviluppi, Xena e Olimpia nella loro stanza sono impegnate in una specie di strip-dama, dove ad ogni pedina mangiata deve partire un indumento, ma il gioco è interrotto dall'allarme gettato in tutto il villaggio dalla scomparsa delle ragazze, ed alle due compagne non resta che rinviare ad altro momento l'interessante confronto. Seguendo la banda di predoni e le loro prigioniere, Selsha è arrivata al loro rifugio nella foresta, e si appresta al salvataggio, ma resta incastrata tra la fitta vegetazione e si ritrova impossibilitata a muoversi. Per sua fortuna, direi, perché gli uomini nell'accampamento non paiono affatto pane per i suoi denti, come purtroppo stanno per constatare le poverette, legate e imbavagliate, che guardano con occhi terrorizzati i loro rapitori circondarle. Quando il loro capo si allontana dal gruppo per scoprire l'origine di un rumore che gli pare di aver sentito e non torna più indietro, stanchi di aspettarlo, i suoi uomini si avvicinano alle loro impotenti prede, ma d'improvviso due demoni scatenati in forma di donne si gettano su di loro e prima che questi si rendano completamente conto di quello che sta succedendo, si fanno largo tra le loro file liberando le prigioniere. Ripresisi dalla sorpresa, i banditi ingaggiano battaglia, mentre Xena aiuta le ragazze a montare sui cavalli per fuggire più velocemente, ed al caos generale si uniscono anche il capo dei predoni rinvenuto dal colpo assestatogli da Xena, e Selsha liberatasi dal cespuglio in cui era finita incastrata. E Xena fa appena in tempo a rendersi conto del disastro incombente: cercando di intervenire in aiuto di Olimpia impegnata contro il capobanda, Selsha inciampa e la mette fuori tempo, esponendola al colpo del bandito che le apre uno squarcio nel fianco. Con un urlo di rabbia e disperazione, Xena si getta nel mezzo e trafigge al petto l'uomo prima che possa portare il colpo mortale, poi prima ancora che il suo cadavere crolli al suolo, senza altri pensieri raccoglie tra le braccia Olimpia che sanguina abbondantemente, e ignorando i balbettii di scusa di Selsha, si carica del peso della compagna, allontanandosi, senza neanche guardare i primi banditi che stanno tornando in sé dopo la batosta e scoperto il loro capo ucciso cominciano a dare loro la caccia per vendicarsi, prima che si sparga la voce che sono stati battuti da una donna. Raggiunta una caverna, probabilmente la stessa di cui parlava prima, Xena prende visione della gravità della ferita di Olimpia ed inizia a ricucirle lo squarcio prima che la compagna perda troppo sangue. Selsha assiste con gli occhi di fuori a tutta l'operazione ed alle evidenti sofferenze di Olimpia che stringe tra i denti un frammento di pelle per non urlare e frantuma tra le dita un pezzo di legno per la tensione. Chiusa la ferita, Xena deve andare ad occuparsi dei loro inseguitori, le cui voci si sentono provenire dall'esterno per portarli lontano dalla caverna e Olimpia resta sola con Selsha. Tirandosi su a sedere a fatica, la Poetessa Combattente sputa la pelle, completamente attraversata dai denti, e si libera la mano dalle schegge che le sono rimaste piantate nella pelle dalla forza con cui ha stretto il legno.

SELSHA(avvicinandosi cautamente): Mi dispiace che tu ti sia ferita, ma io stavo solo cercando di aiutarti.
OLIMPIA(estraendo una scheggia con i denti e sputandola): Questo lo so.
SELSHA(avvilita): Xena non lo sa.
OLIMPIA: Lo sa anche lei. (con una smorfia di dolore) Ahi. O staresti molto peggio di me.
SELSHA(fissandola): Che vuoi dire?
OLIMPIA: Lascia stare.

Olimpia estrae con fatica i suoi sai dagli stivali e li sistema accanto a lei.

SELSHA: A che ti servono?
OLIMPIA: In caso ci trovassero.

Olimpia si appoggia alla parete e china la testa respirando pesantemente.

SELSHA: Fa male proprio, eh?
OLIMPIA: Già. (guardando Selsha e stringendo uno dei pugnali tra le dita) Fa parte del lavoro, comunque.
SELSHA(sgranando gli occhi): Vuoi dire... ferirsi? Capita?
OLIMPIA(con un sorriso sardonico): Continuamente.
SELSHA: Ma... ma tu sei un eroe. E gli eroi non possono essere feriti. (...) Non ho mai pensato che fare l'eroe potesse essere così difficile.
OLIMPIA: Neanch'io.
SELSHA(sorpresa): Cosa?
OLIMPIA: Quando ero una ragazzina, desideravo soltanto diventare una grande guerriera. Qualcuno di cui la gente avrebbe raccontato ai propri figli.
SELSHA: Ma... io credevo che tu...
OLIMPIA: Pensavo che se avessi trovato qualcuno che mi avesse insegnato, ce l'avrei fatta.
SELSHA: E cosa successe?
OLIMPIA: La trovai. (fermandosi per ascoltare) E lei m'insegnò ad essere una guerriera.

Ma la lezione di vita di Selsha deve essere rimandata, perché mentre Xena ha portato lontano dalla caverna il grosso della banda dei predoni, due di loro rimasti indietro si sono accorti della luce proveniente dalla cavità nella parete rocciosa e sono entrati per indagare. Olimpia se ne è resa conto, ma è troppo debole per poter combattere efficacemente, e pur dando il meglio di sé, al punto che la sua ferita si riapre pazialmente, sta per soccombere all'ultimo avversario, quando questi strabuzza gli occhi e le crolla addosso con il cranio spaccato in due dal chakram. Xena, infatti, dopo aver provocato con astuzia la caduta di tutti i suoi inseguitori in un precipizio, si era accorta che i conti non tornavano ed era corsa alla caverna attirata dalle urla di Selsha. E la guerriera stringe la sua compagna al petto.

OLIMPIA(lasciando cadere il suo sai): Xena
XENA(sussurrando): C'è mancato poco davvero.

Xena e Olimpia sono coperte di sangue e la guerriera fissa Selsha.

SELSHA(ingoiando): Non credo di voler più fare l'eroe.
OLIMPIA(con il dolore dipinto sul viso): Neanch'io. (accarezzando il seno di Xena) E tu, Xena?
XENA(appoggiando la guancia sui suoi capelli): Usciamo di qui. Parleremo poi di eroi.
OLIMPIA: Mi pare un'ottima idea.

E Xena presa Olimpia in braccio esce dalla caverna con Selsha alle calcagna. Qualche giorno dopo, troviamo Olimpia in via di guarigione nella stanza della locanda occupata a mettere nero su bianco l'ultima avventura, ancora bendata in vita, lanciando di tanto in tanto uno sguardo ad una rosa che qualcuno ha lasciato accanto a lei, quando Selsha, che ha smesso i suoi abiti da guerriera ed è tornata ad un aspetto più simile a quello di locandiera, viene a trovarla per sapere come si sente e per togliersi un'ultima curiosità.

SELSHA: Non capisco. Tu te ne vai sempre in giro, ti ferisci di continuo, e stai sempre con quella vecchia brontolona di Xena. Ma che cosa ci guadagni?

Olimpia guarda la pergamena che sta scrivendo, poi il fiore, poi Selsha.

OLIMPIA: Tutto.
SELSHA(scuotendo la testa): Tu sei un po' matta. Senza offesa.

Congedatasi la ragazza, improvvisamente dalla finestra ecco spuntare Xena che con una capriola atterra accanto al letto.

XENA: Tutto?
OLIMPIA(seria, prendendole le mani tra le sue): Tutto.
XENA: Tu sei un po' matta.
OLIMPIA: Ma questo non fa di te una pazza completa?

Scoppiano entrambe a ridere e Xena si stende accanto a lei.

XENA: Credevo di essere quella vecchia brontolona di Xena.
OLIMPIA(maliziosamente): Avrei dovuto dirle da dove veniva la rosa.
XENA(minacciandola con la penna): Non sciuparmi la reputazione, bardo.


PS: Nella posta del sito, poche ore dopo la messa in rete di questo episodio, Melissa Good, nel ringraziare i fans che si complimentavano con lei, scriveva: "E' stata una sceneggiatura divertente da scrivere, e molto diversa da quello che sto scrivendo adesso.", lasciando chiaramente intendere che ci fosse da aspettarsi da lì a qualche tempo un nuovo episodio firmato da lei. Invece, questo di cui avete appena letto il riassunto è a tutt'oggi, l'ultimo episodio che Missy abbia prodotto per la SVS (non l'ultimo che abbia scritto, credo, perché da qualche parte c'è sempre la speranza che almeno l'episodio che preannunciava prima o poi veda la luce). Con i ventidue episodi a cui ha collaborato direttamente in varia misura, scrivendo da sola o in collaborazione sceneggiature o soggetti, ma contribuendo comunque con idèe e suggerimenti un po' anche a tutti gli altri, come abbiamo avuto tante volte modo di vedere, Missy è stata un po' il nume tutelare di questa serie e aldilà della professionalità e dell'impegno di tutte le altre collaboratrici (Sue Beck e TNovan in testa), non c'è dubbio che sia stata la sua presenza a fare della SVS, il vero seguito semi-ufficiale della serie tv. Lei non solo ha portato nel gruppo il suo talento e la capacità acquisita in un lungo periodo di collaborazione stretta con lo staff dello show tv, organizzando il lavoro della virtual season come quello di una vera produzione seriale televisiva, ma grazie all'amicizia ed alla stima di gente come Robert Tapert e Steven L. Sears ha potuto sfruttare nella SVS tantissime idèe che nella serie tv originale, per una ragione o per l'altra, non avevano trovato spazio, ed addirittura un vero e proprio script non utilizzato, "Fallen", episodio finale della settima stagione. Molte delle storie che io ho cercato di riassumervi in queste pagine, sarebbero probabilmente state incluse in ulteriori stagioni televisive se ci fossero state, ed è il mio sogno che un giorno chissà possano esserlo davvero, se qualcuno dovesse mai decidersi a riportare Xena e Olimpia in televisione, perché il lavoro prodotto da Melissa Good e da tutto il suo gruppo è troppo maledettamente buono per lasciare che sia limitato ai soli navigatori di internet. In questo suo ultimo lavoro, "Hero Worship, On The Rocks", titolo praticamente intraducibile che significherebbe più o meno "Culto dell'eroe, pericolo." Missy inserisce un po' tutti quelli che sono i suoi temi preferiti del mondo di Xena e Olimpia: i momenti intimi, romantici o sapientemente erotici con quel pizzico d'ironia che non guasta, le lotte fianco a fianco a dimostrazione del livello di assoluta parità raggiunto, frequenti riferimenti al passato, e quelle scene di hurt/confort di cui abbiamo spesso parlato e in cui è maestra, con l'aggiunta di un personaggio come Selsha, ispirato alla Dafne di "Forgiven", terza stagione, che con la sua imbranataggine, permette ad Olimpia di riconoscere quanto sia cresciuta lei stessa in questi anni accanto a Xena e di ricordare con un pizzico di commozione quella ragazzina allegra ed entusiasta che ormai si è lasciata alle spalle da tanto tempo.





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