UNA VITA PER DUE
di Zeta
(prima parte)
ATTENZIONE: in questa fan fiction appaiono personaggi che s'ispirano,
nell'aspetto e nel carattere, ai personaggi di Xena e Gabrielle, chiarisco
però di non voler infrangere nessun Copyright.
Non posso dirvi cosa contiene la mia storia perché non l'ho
ancora deciso, ma vi chiedo fin d'ora di essere clementi!
Eventuali commenti, critiche, consigli potete scriverli all'indirizzo
intubino@libero.it
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[capitolo 1]
Il lavoro, l'ex-fidanzato, persino gli amici
tutto cominciava
davvero a risultarmi intollerabile! Non avrei saputo dire quando tutto
questo era incominciato, forse però è sempre stato così,
tanto che mi ero ormai convita che l'insoddisfazione fosse una costante
irrinunciabile della condizione umana.
Dentro di me persisteva un senso di vuoto che
nulla riusciva a colmare, ma di tutto questo il mondo sembrava non accorgersene.
La mia vita, vista dall'esterno, sembrava davvero tutto l'opposto di
quello che era in realtà; ciò che la gente vedeva era
una giovane donna di 26 anni, forte e determinata, certamente di bell'aspetto
che, con il suo metro e ottanta, non si faceva certo mettere i piedi
in testa da nessuno! Apparentemente allegra e socievole, in realtà
non concedevo mai più di tanto alle persone che mi stavano attorno,
la parte più vera di me era sconosciuta ai più e a me
stava bene così!
C'erano momenti però, in cui anche io, Nadia "la roccia",
sentivo forte il bisogno di
non sapevo nemmeno io cosa, di un
sogno forse.
Avevo un disperato bisogno d'amore e nemmeno me ne rendevo conto!
Lavoravo come istruttrice di kickboxing nella
palestra di Max, il mio unico vero amico; con lui ne ho viste di tutti
i colori e forse, almeno in parte, gli ho fatto conoscere la parte più
profonda di me. La nostra amicizia era davvero particolare, lo conobbi
tantissimo tempo prima in un pub di Milano, lui, un po' brillo, ci provò
con me in un modo davvero poco galante, la cosa mi dette sui nervi,
una parola tira l'altra e
finì con una rissa nel locale
e con noi diventati amiconi, a volte la vita è strana!
Lui divenne quella famiglia che, a causa della mia testardaggine e del
mio orgoglio, persi molti anni prima, quando me ne andai di casa alla
ricerca dell'avventura e di una vita spesa al massimo. Odiavo il loro
perbenismo, la loro mentalità chiusa e bigotta che mi soffocava
ogni giorno di più, così a 18 anni e un giorno, presi
le mie cose e sparii! Non fu un bel gesto, loro mi amavano, ma non era
abbastanza, non era mai abbastanza, volevo di più!
Il fato, a volte, ha davvero un modo tutto suo
di venirti in aiuto quando meno te l'aspetti, tanto che spesso non ti
rendi nemmeno conto che un incontro, una parola, uno sguardo, stanno
per cambiare la tua vita, questo è proprio ciò che è
successo a me.
Un venerdì sera Max riuscì a coinvolgermi
in un'uscita a quattro. I suoi continui tentativi di trovarmi un ragazzo
cominciavano a diventare noiosi, oltre che patetici, ma lui sapeva essere
davvero molto persuasivo e, in più, la sua dedizione alla "causa"
era quasi commovente!
In ogni caso, esattamente come avevo previsto, la serata cominciò
ben presto a soffocarmi, dopo un paio di drink con il sottofondo delle
continue chiacchiere del tizio di turno, mi ero già chiusa in
un silenzio glaciale che, Max lo sapeva, preludeva alla mia ormai prossima
dipartita.
Non deludetti le aspettative, giunta sull'orlo di una crisi di nervi,
mi alzai e, rasentando pericolosamente la maleducazione, piantai tutti
in asso. Max non se la sarebbe presa, mi conosceva fin troppo bene!
Finalmente libera, mi diressi verso la mia auto,
era una serata limpida di fine marzo, l'aria frizzante della sera scompigliava
leggermente i miei lunghi capelli corvini e mi congelava le mani. Camminavo
con il naso per aria ricercando Orione con lo guardo; adoro osservare
le stelle, nella mia camera da letto c'è persino una gigantesca
carta stellare, la mia guida durante le romantiche notti stellate, quando
mi isolo dal mondo intero alla ricerca di un angolino tutto mio.
Mi trovavo già a pochi metri dalla mia
macchina quando fui portata alla realtà da un grido soffocato
provenente da un angolo buio del parcheggio. Fui seriamente tentata
di tirar dritto e di farmi gli affari miei, ma la mia smodata passione
per il brivido, unita alla mega-dose di noia mortale che mi ero già
sorbita quella sera, mi spinsero ad avvicinarmi per dare un'occhiata.
Fu così che mi ritrovai, mio malgrado, a soccorrere la classica
ragazzina sola e sprovveduta, caduta nella rete dei teppistelli di turno.
La giovane, sebbene fosse sola, soverchiata dal numero e dalla prestanza
fisica dei suoi tre assalitori e decisamente in preda al panico, ancora
rifiutava di cedere di fronte al sopruso. Potevo quasi sentire il suo
cuore battere a mille, i suoi occhi erano sgranati e pieni d'angoscia,
ma, nonostante ciò, li vedevo scintillare d'orgoglio e la cosa
mi piacque. Quella ragazza stava dando prova di grande dignità,
così, nella sconfitta, risultava vincente.
La osservai per qualche istante, non potevo vederla molto bene, ma intuii
la sua figura esile ed il biondo dei suoi corti capelli. Stavo lì,
in piedi senza far nulla, fu necessaria una nuova e più violenta
minaccia di uno dei malviventi per scuotermi!
I guai e le risse, per qualche strano motivo, mi attirano come una calamita,
tanto che non di rado finisco col chiedermi fino a che punto le provochi
o ci caschi dentro; fatto sta che in meno di un secondo, e forse senza
nemmeno accorgermene, mi ritrovai nel pieno di una lotta furibonda con
il mio solito ghigno strafottente stampato in bella mostra sulle labbra.
Il mio spirito guerriero, una volta liberato dalle catene che sempre
mi sforzavo d'imporgli, esplose con una violenza forse un po' troppo
eccessiva rispetto a quanto la situazione non richiedesse; impossessata
dall'ardore della battaglia, non risparmiai nemmeno un colpo a tre malcapitati,
tanto che, ancora adesso, fatico a comprendere se, a spingermi nella
rissa, sia stato il desiderio d'aiutare la ragazza o piuttosto il puro
e semplice gusto di menar le mani!
I tre erano solo dei ragazzini, molte parole e zero fatti, fecero un
po' la voce grossa, ma sistemarli non rubò più di qualche
minuto del mio tempo. Troppo poco per divertirmi!!!
La ragazzina non si era mossa di un millimetro e, solo dopo essermi
avvicinata di qualche passo, mi accorsi che stava piangendo. Dopo aver
tenuto duro ed aver ostentato un coraggio in cui lei per prima non credeva,
aveva finalmente ceduto alla tensione. Grossi lacrimoni solcavano quel
viso che, a causa della fioca luce, non riuscivo a mettere perfettamente
a fuoco.
- Oh no! - pensai - vuoi vedere che mi tocca consolarla! -
Si era instaurato un fastidioso silenzio, lei
piangeva e forse si aspettava d'essere consolata, ma con le parole sono
sempre stata negata, non sapevo proprio cosa dirle! In più avevo
il terrore che cominciasse a sciogliersi in mielosi ringraziamenti,
Dio non lo avrei sopportato!!! Sentivo di aver esagerato e sapevo che
il mio gesto, in apparenza molto altruistico, era stato dettato, con
tutta probabilità, soprattutto dalla mia innata aggressività.
Fortunatamente il trambusto della breve colluttazione
e il pianto di lei, attirarono l'attenzione di alcuni passanti che si
avvicinarono per informarsi sull'accaduto. Una volta assicuratami che
la ragazza stesse bene e avendo visto che ormai stava smettendo di piangere,
approfittai della confusione per allontanarmi, cosicché, quando
lei mi cercò per ringraziarmi, io ero già lontana a bordo
della mia Golf.
[capitolo 2]
Lunedì mattina, possibile che debba essere
sempre un dramma? Non importa cos'abbia fatto durante il week-end, non
importa quanto abbia dormito o, più spesso, quanto non abbia
dormito, non importa nemmeno quante birre e quanti drink abbia bevuto,
conta solo che è lunedì mattina e tanto basta!
Il bello del lavorare come istruttrice in palestra è che non
mi tocca il risveglio all'alba, calcolando che le 8 del mattino per
me è notte fonda!
La sveglia suonò alle 9.30, avevo delle commissioni da svolgere
in mattinata prima della lezione delle 15.30, ma il sonno ebbe il sopravvento
su tutto, d'altra parte lo sapevo già la notte prima mentre puntavo
il timer, ma decisi di fare comunque un tentativo, fallito miseramente!
Finii con l'alzarmi a mezzogiorno passato; l'aspetto da zombie, due
occhiaie da paura, un mal di testa sconvolgente
va da sé
che le commissioni le mandai a quel paese in favore di un bel tuffo
in piscina, chi lo sa? Magari mi avrebbe dato una svegliata!
Occhiali scuri sul volto, mi trascinai fino alla palestra di Max, mentre
mi dirigevo verso lo spogliatoio lo vidi nel suo ufficio, era impegnato
in una conversazione con una bel ragazzo, piuttosto alto, biondo e con
un bel fisico asciutto. Quando passai davanti alla porta aperta, Max
mi vide, mi salutò con un cenno e con un sorrisetto beffardo
dipinto sul volto.
- 'azz - pensai - l'amichetto ne ha in mente una delle sue! Ma
NO!!! Nadia, questa volta non ti lasciare coinvolgere, tanto lo sai
come va a finire, no? -
Risposi con un sorriso più falso del bacio di Giuda e allungai
il passo per paura che m'invitasse a raggiungerli. D'un tratto, però,
mi accorsi che i due non erano soli nella stanza, in un angolo c'era
una biondina. Stava seduta, calma e composta, tuttavia il suo disagio
e il filo d'irritazione che trasparivano dal suo atteggiamento non poterono
sfuggirmi.
- La cosa si fa più intrigante! Diventa quasi una cospirazione!
-
Raggiunsi lo spogliatoio e cinque minuti dopo
ero già in acqua. Mi piace nuotare, anche se il mare è
decisamente un'altra cosa rispetto alla piscina.
Bracciata dopo bracciata la mente mi si libera, annego i pensieri e
le preoccupazioni e, quasi per incanto, sono più leggera; finalmente
sollevata dal peso che mi schiaccia e mi nega un'esistenza serena, posso
sfuggire a quell'abisso che non sa il mio nome, eppure chiama me!
Ciò che mi accadde anche quel giorno, così, quando, poco
meno di due ore dopo, mi decisi ad uscire dalla vasca, mi trovavo in
quel rarissimo stato di grazia che mi consentiva di guardare alla vita
con un filo in più d'ottimismo.
Pantaloni della tutta dell'Adidas blu, magliettina rossa, senza maniche
ed abbastanza corta da lasciarmi fuori l'ombelico, capelli ancora umidi
ero pronta a spaccare il mondo!
Fu davvero un peccato l'essermi distratta, facendomi così beccare
da Max, che già mi cercava affannosamente da alcuni minuti! E
già, altrimenti come avrebbe fatto a mettere in pratica il suo
diabolico piano?
Lo vidi che chiedeva di me a Marco che usciva
dalla sala pesi, così tentai di rifugiarmi nuovamente nello spogliatoio
femminile ma
nulla da fare, mi vide.
- Nadia! Eccoti finalmente! E' mezz'ora che ti
cerco!-
- Mi hai trovato! Che fortuna è? - solito sorrisetto a metà
tra il beffardo ed il maligno. Poi, diventando seria:
-Tagliamo corto Max, qualunque cosa sia
NO! -
Così dicendo, tentai di svincolarmi allungando il passo.
- Ma come? Non ti ho nemmeno detto di cosa si tratta! - disse lui, non
mollandomi; neanche fosse il difensore di una squadra di calcio!
- Non serve che tu me lo dica, so già che non mi piacerà.
Quella tua espressione divertita dice tutto, forse anche troppo! Non
mi trascinerai in un nuovo appuntamento -
- Ah ecco! Pensi si tratti di questo! No, bella mia, hai sbagliato in
pieno! Si tratta di lavoro, solo lavoro, nient'altro che lavoro -
- Lavoro è? - finalmente mi fermai - C'è il tranello,
non lo vedo, ma lo sento! OK! Me ne pentirò ma
dimmi -
L'inghippo c'era eccome!
- Questa mattina è venuto a trovarmi qui
in palestra, Gabriele, un mio vecchio amico d'università
-
- Hai fatto l'università? - intervenni io maligna.
Sapevo che Max, incalzato dai suoi genitori, aveva iniziato a studiare
economia e commercio, ma non era tagliato per l'università, lo
stare piegato sui libri non faceva proprio per lui, così come
per me del resto! Il mondo accademico lo annoiò presto, così,
donando una piccola delusione ai suoi, mollò tutto e aprì
la sua palestra.
- Sei davvero la ragazza più spiritosa del mondo, lo sai? - rispose
lui solo lievemente piccato - Ti dicevo
è venuto questo
mio amico accompagnato dalla sua sorellina. Li hai visti no? Erano nel
mio ufficio quando sei arrivata. La ragazzina ha recentemente avuto
una brutta esperienza: qualche sera fa ha subito un'aggressione da parte
di tre delinquenti che hanno tentato di rapinarla, fortunatamente è
andato tutto bene, Sara non si è fatta nulla -
- Sara? -
- Sì, la ragazza
si chiama Sara. Non si è fatta
niente, ma Gabriele è andato fuori di testa! Adora la sua sorellina
e l'averla saputa in pericolo l'ha reso molto apprensivo, per questo
l'ha portata qui! Vorrebbe che l'affidassi a qualcuno che le insegnasse
a difendersi e, in un certo senso, a stare al mondo
-
- Chiamare una baby-sitter? - intervenni io piuttosto seccata.
L'idea di fare da bambinaia non mi allettava proprio! Per chi mi avevano
preso? Se la biondina aveva bisogno di essere guidata, che si rivolgesse
a qualcun altro! Sono un'istruttrice di kickbox io!
- Ma dai! Non devi fare nulla di speciale! Solo
il tuo lavoro
e
che ne so, parlarle un po'! Sara non lo vuole ammettere, ma
s'è presa davvero un grosso spavento! -
- PARLARLE UN PO'? Ma ti ricordi chi sono io? Ti sembro la persona più
adatta a parlare con le persone? -
- Forse no, ma certamente sei la persona più adatta a darle una
svegliata! La ragazzina ha preso un grossa batosta, si è improvvisamente
resa conto che il mondo non è affatto come lei credeva che fosse
ed ora non sa più come reagire!!! E' spaventata a morte, ha bisogno
di te! -
- Certo! In più è molto carina e a te piacerebbe vederla
girare qui più spesso vero? -
- Non dire scemenze! - questa volta si era irritato, forse le piaceva
davvero!
- E poi, Nadia, chi lo sa? Forse la sua compagnia farà bene anche
a te! In più
per te ci sarà chiaramente un extra
e a me tu devi un favore! -
- Cosa? Quale favore? -
- Non ti ricordi più il modo in cui sei sparita venerdì
sera? -
Aveva ragione, gli dovevo un favore! Benché
l'idea non mi allettasse per nulla, fui costretta ad accettare, se non
altro per dovere d'amicizia!
Mentre Max andava a riferire la riuscita della "Missione impossibile"
al suo amico Gabriele, notai la biondina
come si chiamava? Sara?
Sì, Sara che ritornava dal giro della palestra in compagnia di
Claudia, la maestra di aerobica. La ragazzina mi vide, ma la sua reazione
fu davvero particolare! I suoi occhi s'illuminarono di colpo ed un grosso
sorriso si stampò sul suo volto.
M voltai per vedere a chi riservasse una tale attenzione, ma non c'era
nessuno, stava proprio guardando me!
Mi venne incontro di corsa, come se temesse che scappassi via e, in
effetti, era proprio così.
- SEI TU! - gridò - Non ci posso credere!
Ma sì sì, sei proprio tu!
- Questa è matta! - pensai
Il mio sguardo perplesso doveva averle fatto intendere che non l'avevo
riconosciuta, infatti mi disse:
- Non mi dire che non hai idea di chi sono! Te ne vai in giro a salvare
le persone dai malintenzionati e non te ne ricordi nemmeno? -
Salvare? Ma salvare chi? La capivo sempre meno!
- Scusami ma
-
- Venerdì sera! - m'interruppe lei - nel parcheggio di quel pub!
Non ti ricordi di aver tirato fuori dai guai una ragazzina bionda, con
gli occhi verdi e tanto sciocca da trovarsi da sola negli angoli bui?
-
- Cos
? Ah sì! Eri tu? -
Mi ero tanto affrettata a sparire prima che le venisse in mente di ringraziarmi,
che non l'avevo nemmeno guardata in faccia! Grosso errore, se l'avessi
fatto avrei evitato di ficcarmi in questa situazione!
- Sei sparita così in fretta l'altra sera
che non ho fatto in tempo a ringraziarti! E' stata una bella fortuna
incontrarti qui! -
- Proprio una bella fortuna!!! - pensai sarcastica
- Io mi chiamo Sara - proseguì lei - e
grazie, grazie davvero,
se non ci fossi stata tu
-
- I ringraziamenti non servono, davvero! - intervenni io nella speranza
di evitare inutili sproloqui e di chiudere presto il discorso, ma lei
continuò:
- Dopo quella sera - proseguì lei - mio fratello è impazzito,
vuole a tutti i costi che m'iscriva in questa palestra! Che stress!
Hai voglia a spiegargli che non è necessario! Tu ci vieni spesso?
-
- Tutti i giorni. Ci lavoro! Anzi, t'informo che da domani sarai affidata
a me, quindi
ci si vede domani. Ciao -
Feci per andarmene, la ragazzina parlava troppo per i miei gusti!
Lei avrebbe forse voluto continuare la conversazione, era fin troppo
evidente che l'idea del fratello non le era andata a genio e che l'avermi
incontrata le dava la speranza di una nuova amicizia, ma io non ero
proprio dello stesso avviso! La ragazza era carina e forse anche simpatica,
tuttavia il nostro incontro era stato viziato in partenza dal mio involontario
svelarle, in quello stramaledetto parcheggio, uno dei miei lati nascosti,
forse proprio il peggiore. La cosa non mi piaceva, mi metteva a disagio
e mi faceva sentire vulnerabile.
Non mi conosceva, ma già sapeva di me più cose di quanto
non desiderassi!
Fingere con lei sarebbe stato molto più difficile, ma, proprio
per questo, molto più importante.
Mentre mi allontanavo la sentii nuovamente ringraziarmi, ma il mio lavoro
non era ancora iniziato, non avevo motivo di darle retta, no?
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[capitolo 3]
Martedì mattina.
Come un artista che vede i difetti della propria opera troppo tardi
per potervi porre rimedio, mi alzai con la consapevolezza che per l'errore
compiuto il giorno prima, o forse addirittura la notte stessa della
sventata rapina, non c'era più speranza di assoluzione, tutto
ciò che potevo fare era cercare di limitare i danni!
Mi svegliai ad un orario decente, il che mi permise di svolgere le commissioni
lasciate indietro il giorno prima e di cercare di togliermi dalla mente
il fastidioso lavoro del pomeriggio.
Tuttavia l'ora arrivò e, alle 14 in punto, Sara era già
in palestra ad attendermi.
Non lo avrei ammesso nemmeno sotto tortura, ma
quell'incontro mi rendeva molto nervosa. Per sbaglio ed un po' incautamente,
avevo mostrato a Sara uno dei miei lati nascosti, una parte molto intima
di me, la cosa mi faceva sentire debole ed in una posizione di svantaggio
rispetto a lei.
Non feci nemmeno in tempo ad appoggiare il mio
borsone che subito Sara mi assalì con un fiume di parole! In
realtà non c'era nulla di strano in questo, stava solo cercando
di conoscermi meglio, ma lo stato particolare in cui mi trovavo fece
sì che, in un primo momento, tutto di lei mi desse sui nervi.
Ero arrabbiata con me stessa per via della troppa leggerezza con cui
mi ero abbandonata alla violenza di fronte ai suoi occhi, ma, alla fine,
fu con lei che me la presi; con lei che, in fin dei conti, non aveva
nessuna colpa se non quella di essere stata un'involontaria spettatrice.
Ero ancora troppo presa da me stessa per rendermi conto dell'errore
che stavo commettendo.
La lezione si prolungò per circa 2 ore,
durante le quali, la giovane Sara riuscì davvero a stupirmi!
Sara, una ragazza di 20 anni, capelli biondi, occhi verdi, fisico minuto:
nel complesso davvero molto carina, dovevo ammetterlo! Ottima famiglia,
ottimi amici, brava nello studio
insomma, le aveva tutte per essere
un autentico impiastro!!!
Ero praticamente certa di vederla crollare dopo la prima mezz'ora, ma
non fu così! Tenne duro fino alla fine come già aveva
fatto quella notte nel parcheggio. Certo era decisamente stanca! Io,
nonostante fosse la prima lezione, non c'ero davvero andata leggera,
forse, inconsciamente, volevo vederla cedere, ma lei non mi dette soddisfazione.
In più, purtroppo per me, nonostante la fatica, non smise un
momento di parlare, quanto fiato sprecato!!! Alla fine, quella che nei
miei piani avrebbe dovuto essere una lezione shock, lo fu davvero, ma
per ME!!!
Nonostante tutto però, ancora una volta mi ritrovai a lodare
la sua determinazione, in fondo era una ragazza in gamba.
Mi venne il dubbio che forse anche lei si sentisse a disagio e che forse
il suo continuo parlare era proprio la sua reazione a quel disagio.
Quel pensiero, per qualche strano motivo, mi fece sorridere: due ragazze,
completamente diverse, nell'aspetto come nel modo di vivere, affrontano
insieme una situazione particolare che si rivela essere shockante per
entrambe, seppure in modi diversi. Le due reagiscono con atteggiamenti
di nuovo opposti, ma che in realtà sono entrambi la risposta
ad un identica emozione.
Sì, la cosa faceva ridere, eravamo l'opposto e identiche nello
stesso tempo!
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[capitolo 4]
I primi giorni con Sara furono per me davvero
insopportabili, ma la verità è che cercavo in ogni modo
di non farmela piacere e di tenerla alla larga. Lei cercava in me un'amica,
io cercavo solo di levarmela di torno, per questo mi rendevo sempre
più sgradevole.
Evitavo le sue domande ed eludevo ogni suo tentativo di discussione,
speravo che, vedendoci poco affiatate, Max mi facesse il favore di affidarla
ad un altro istruttore.
Non fu così, Max era straconvinto che io, nonostante tutto, fossi
la ragazza che faceva al caso di Sara; in più, come già
avevo sospettato, nella sua mente malata c'era già il mio bel
fidanzamento con Gabriele. Ma si può?
- Guarda Nadia! Gabry è venuto ad accompagnare
la sua sorellina - mi disse un giorno che avevo lezione con Sara
- Caspita! Che notizia interessante! Devo telefonare al "Corriere
della sera"? Questa è una notizia da prima pagina! - esclamai
subito io con fare canzonatorio.
- La pianti? Non lo troverai mai l'uomo per te se continui così!
- rispose lui sorridendo un po' per via della mia battuta
- In ogni caso non lo troverò certo grazie al tuo aiuto! Fortuna
che non hai aperto un'agenzia matrimoniale, altrimenti
avrei proprio
voluto vedere come facevi a campare con quella!!! -
Ridemmo. Sapevamo entrambi che la sua carriera da Cupido faceva acqua
da tutte le parti!!!
Poi però tornò alla carica:
- Ma lo hai guardato bene almeno? E' molto carino, gentile, simpatico,
ricco
-
- Max, non sapevo avessi cambiato i tuoi gusti! - esclamai io
- Ma
CRETINA!!! - rise lui - ho capito, ho capito, lasciamo perdere
ok?
per ora almeno! -
Mi allontanai sghignazzando, avevo vinto la battaglia, ma lui non avrebbe
mollato, su questo non c'erano dubbi!
Ad ogni modo, con Sara trovai un modus vivendi:
lei si sforzava di parlare meno ed io
iniziai almeno ad ascoltarla.
Certo, le nostre conversazioni continuavano ad essere a senso unico,
ma, pian piano, iniziavo a sciogliermi.
Un pomeriggio la trovai stranamente silenziosa.
La cosa, se da un lato dava un po' di quiete alle mie povere orecchie,
dall'altro metteva in allarme il mio sesto senso, lasciandomi sospettare
che la mia allieva stesse macchiando qualcosa. Se così fosse
stato, non avrei avuto bisogno di fare domande, presto mi avrebbe dato
lei stessa tutte le risposte!
Il tutto si rivelo però più difficile del previsto.
Sara si perse in pochi discorsi vuoti e senza senso, girò attorno
al discorso prendendolo troppo alla lontana perché io potessi
afferrare il punto.
Alla fine della lezione però, mi chiese di poter assistere a
quella successiva
- Non mi va di andare a casa - disse - ti dispiace se ti guardo mentre
fai lezione con gli altri? -
La guardai un po' perplessa, poi mi strinsi nelle spalle e andai a rinfrescarmi.
Non avevo bisogno d'aggiungere altro, fin dall'inizio Sara aveva mostrato
una sorprendente abilità nel comprendermi al volo, abilità
che andò affinando, imparando così ad interpretare anche
il mio silenzio! Nessuno c'era mai riuscito prima! Non fu quindi necessaria
alcuna spiegazione per farle intendere che, per quanto mi riguardava,
poteva fermarsi quanto voleva.
Mi osservò in silenzio per tutto il pomeriggio
e la cosa m'innervosì! Mi metteva a disagio sentire il suo sguardo
su di me, mi sentivo sotto esame! Non mi guardava per imparare una nuova
mossa o una nuova tecnica, semplicemente mi osservava e basta!
Va da sé che quella di quel pomeriggio non fu proprio una delle
mie migliori performance!!!
Era strano! Il giudizio degli altri non mi era mai interessato granché;
non avevo mai sentito il bisogno di dimostrare niente a nessuno, se
non a me stessa. Ma con lei
.. con lei volevo fare belle figura!
Quando me ne resi conto, m'infuriai con me stessa, con la mia stupidità!
- Nadia, che cazzo fai!!! Ti si è annacquato il cervello? Finiscila
di fare la bambina e comportati da persona seria! - Mi dissi tra me
e me.
Quando però mi voltai a guardarla, la vidi sorridere, la mia
piccola defaillance l'aveva divertita!
In realtà, guardandola meglio, notai nuovamente i segnali di
un certo nervosismo. Forse dipendevano ancora dal suo "piccolo
mistero", oppure da qualcos'altro, ma
vallo a sapere!!!
Quando, pronta per tornare a casa, presi la mia
borsa e mi diressi alla mia Golf, non mi sorpresi granché nel
trovare lei appoggiata alla portiera!
- Ok - pensai - o parla ora, oppure la fa finita con 'sta storia! -
La guardai e sorrisi divertita, la cosa si stava facendo anche un po'
comica!
- Ancora qui? - dissi stancamente senza però smettere di sorridere
- Ti aspettavo - rispose lei imbarazzata
- Sì? Ti dirò che, grazie alla mia incredibile perspicacia,
l'avevo intuito - dissi prendendola un po' in giro
Il mio sarcasmo non sciolse la situazione, anzi, se possibile, la bloccò
ancora di più
- Oh no! Così non ne usciamo più! - pensai - Coraggio
Nadia, fa' uno sforzo, falla parlare e chiudi l'argomento una volta
per tutte! -
Così le dissi:
- Allora? Me lo dici che hai o no? -
Alzò su di me un dolcissimo guardo carico d'ingenuità.
Credeva davvero di non aver lasciato trasparire lo stato d'apprensione
in cui s'era trovata per tutto il pomeriggio?
Continuai:
- Andiamo Sara, non prendermi per il cu
- CALMA Nadia!!! - non
prendermi in giro! E' tutto il giorno che hai qualcosa, quindi
sparala e non pensiamoci più, ok? - Troppo diretta? Forse, ma
Sara aveva bisogno di una spinta e
beh, ora l'aveva avuta!
- Hai ragione - disse finalmente - qualcosa c'è, ma
dobbiamo
per forza parlarne qui? -
Si guardava intorno come alla ricerca di qualcuno ed il suo imbarazzo
aumentava.
Mi faceva tenerezza! Si fosse trattato di un'altra persona me ne sarei
certamente lavata le mani! Ma
quel suo essere determinata, ma
dolce e fragile nello stesso tempo faceva nascere in me un forte istinto
di protezione nei suoi confronti.
- Ecco - pensai - un mio nuovo lato nascosto che viene a galla di fronte
a lei e, ancora una volta, per causa sua! -
Quella ragazza aveva su di me un impatto del tutto particolare, ciò
generava nel mio animo forze contrastanti: da un lato sentivo il bisogno
di difendermi, di celarmi a colei che sentivo avvicinarmisi sempre di
più; dall'altro però desideravo farmi prendere, ella mi
attraeva con una forza irresistibile.
Mi nascondevo disperatamente, ma poi, istintivamente, forse senza nemmeno
accorgermene, allungavo le mani per farmi trovare!
- Come vuoi - sbuffai, simulando noncuranza -
non so
beviamo qualcosa? -
Sorrise, l'idea le piaceva.
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[capitolo 5]
La feci salire sulla mia auto e decisi di portarla
al "GRAAL", uno dei miei bar preferiti!
Il proprietario era un amico ed il suo frappè alla banana è
tra i migliori che abbia mai mangiato!
Il locale piacque molto a Sara che, dopo il breve tragitto in macchina
caratterizzato da un silenzio carico di tensione, sembrava finalmente
più rilassata e a suo agio.
- Bello questo posto! - disse guardandosi attorno
- ma non l'avrei mai detto un "locale da Nadia" -
- Che vuol dire "non l'avrei mai detto un locale da Nadia"?
Qual è per te un locale adatto a me? - risposi io divertita dall'osservazione.
- Non so
pensavo ad un posto più
o forse meno
boh! Non così tranquillo ecco! -
- Meno tranquillo? M'immagini solo nei night? -
Finsi d'essere stata offesa dal suo commento.
Non era così, ma mi divertì il vederla arrossire all'idea
d'aver fatto una gaffe!
Imbarazzata e con le gote in fiamme
era davvero bellissima!
Mi riscossi da quel pensiero, la stavo fissando e lei se n'era accorta.
Distolsi così lo sguardo e lo lasciai vagare, senza fermarlo
in un punto preciso.
Ora ero io ad essere nervosa!
Il locale era molto accogliente, con tavoli e
bancone di legno. Sul muro c'era un affresco grande quanto l'intera
parete che rappresentava una scena del racconto di re Artù. Lancillotto,
dopo aver salvato la sua adorata Ginevra, la riconduce a malincuore
dal suo sposo. La donna si stringe al suo eroe un'ultima volta prima
di ritornare ad essere una regina e la compagna perfetta del saggio
Artù.
La travagliata storia d'amore dei due personaggi mi aveva sempre colpito
in modo particolare: l'amore, la passione, il desiderio, contrapposti
all'onore, al senso del dovere e alla giustizia.
Nel racconto era impossibile conciliare i due ambiti, nella vita reale
funziona allo stesso modo?
Sara doveva aver seguito il mio stesso ragionamento, infatti mi disse:
- La storia di Lancillotto e Ginevra è affascinante, ma non sopporto
che non ci sia il lieto fine! Un amore così grande merita di
essere vissuto nonostante tutto! -
- Ne sei sicura? - risposi io - l'amore prima di tutto?
- Senza alcun dubbio!!! Tu non lo credi? -
- Io credo che il raggiungimento di un grande sogno comporti necessariamente
grandi rinunce -
- Quale grande sogno può valere la rinuncia dell'amore? E, se
esiste, varrebbe davvero la pena raggiungerlo ad un tale prezzo? -
Il discorso l'aveva infervorata. La piccola Sara era un'inguaribile
romantica, su questo non c'erano dubbi!
- Ad esempio - continuò - Artù desiderava creare un regno
di giustizia e pace, no? Ma come poteva pretendere di riuscirci se per
primi coloro che gli era più vicino, chi gli era più caro,
soffriva per un amore irrealizzabile? Non lo so io
- Ok, FORSE hai ragione tu! - la interruppi io un po' bruscamente.
Sara non mi aveva convinto, ma si stava chiaramente immergendo in uno
dei suoi discorsi senza fine, se l'avessi lasciata fare
chi l'avrebbe
fermata più!?
Erano già le 22.30, stavamo in quel bar
da più di mezz'ora quando Sara attaccò con il discorso
cardine dell'incontro.
- Nadia
-
- Dimmi! -
- Tu
lo conosci bene Max, vero? - disse lei un po' titubante
Dove stava andando a parare?
- Sì, abbastanza bene, perché? -
- Vedi
due giorni fa, dopo la nostra lezione, mi ha offerto un
caffè e
-
Cominciavo a capire, forse!
-
mi ha chiesto di uscire con lui venerdì sera -
Lo sapevo! L'amichetto ha visto una bella ragazza e, come al solito,
ci si è buttato a pesce! Possibile che debba fare sempre così?
Max ha un sacco di buone qualità, ma ogni tanto non pensa con
il cervello, ma con qualcosa che sta un po' più in basso!!!
Non la dovevamo aiutare questa ragazza? Era questo l'aiuto che pensava
di darle?
- Bene, sono sicura che vi divertirete moltissimo
- dissi molto freddamente - ma non capisco cosa c'entri tutto questo
con me! -
Ero arrabbiata! Sì, ero proprio furiosa! Perché mi sentivo
così? In fondo non mi era mai importato nulla delle ragazze di
Max! Allora? Cos'è cambiato?
- Max è simpatico e molto carino, ma
non lo so
non facciamo CLICK -
- 'CLICK'? Che vuol dire che non fate 'CLICK'? -
- Vuol dire che non scatta la molla! Forse è perché non
lo conosco ancora bene
-
Calò per un attimo il silenzio. Io ero inspiegabilmente irritata,
mentre lei probabilmente cercava le parole adatte per formularmi quella
richiesta che tanto le premeva.
- Nadia - disse infine - non mi va di uscire
sola con lui, non mi va di dover spiegare qualcosa che non è
chiaro nemmeno a me! Lui ci proverà, ci ha già provato
per la verità, e a me non va di trovarmi in una situazione imbarazzante.
D'altro canto, lui è stato molto gentile con me ed io ho bisogno
d'uscire un po', quindi
-
- Quindi? -
Avevo un terribile sospetto
- Quindi
. perché non vieni con noi? - disse finalmente
lei tutto d'un fiato.
- COSA? Per chi mia hai preso? Io non vengo a farti da cintura di castità!
Per chi mi hai preso? Non sono un anticoncezionale sai? -
Ero stata un po' brusca, lei mi aveva colto di sorpresa ed io avevo
finito per aggredirla con troppa foga!
Le gote di Sara andarono in fiamme mentre balbettava qualche parola
di scusa.
- Hai ragione, scusami ti prego io
io non avrei dovuto chiedertelo,
ma
dopo quella sera nel parcheggio
non lo so, con te mi
sentirei al sicuro ma
hai ragione, hai mille volte ragione! -
Al sicuro con me, questo ha detto! Si sentiva al sicuro con una capace
di perdere la testa come avevo fatto io? Possibile?
- Capisco che tu possa essere un po' scossa per
via della tua brutta esperienza, ma Max non è certo un tipo pericoloso!
Non preoccuparti, non tenterà di scipparti la borsetta! - conclusi
con una risata
Non mi resi immediatamente conto del terribile errore di valutazione
che avevo commesso! Non avevo capito NIENTE!!! Esisteva un fatto di
cui non ero a conoscenza, ma che stavo per scoprire
Sara divenne improvvisamente pallida, le sue
labbra ebbero un lieve fremito ed i suoi occhi prima s'incupirono e
poi si velarono di lacrime.
- C'è qualcosa che non sai - disse dopo
aver tratto un profondo respiro - riguardo a quella sera, intendo -
Evitava il mio sguardo e le sue mani si contorcevano, mostrando la grande
agitazione che albergava nel suo animo.
- Di cosa si tratta? -
- I tre che mi hanno aggredito
non erano sconosciuti e
-
faticava a parlare. Di nuovo, lei che era in grado di parlare per interi
pomeriggi, si trovava improvvisamente senza parole.
Non volli forzarla. Capivo che ciò che mi voleva dire la turbava
molto, ma anche che Sara aveva un incredibile bisogno di sfogarsi. Attesi
in silenzio che lei trovasse il coraggio per aprirsi.
- Nadia, non era una rapina. Uno di loro era
possiamo dire il mio fidanzato, ma stavamo insieme da poco, non lo conoscevo
ancora! -
- Se non era una rapina e se li conoscevi, cosa volevano da te? -
Il tremito delle sue labbra e le lacrime disperate che solcarono il
suo viso, mi fecero capire tutto: i tre bastardi avevano cercato di
violentarla.
Ero sconvolta, com'era potuta sfuggirmi una cosa del genere? Ero stata
troppo precipitosa, avevo pensato solo a me stessa, al MIO senso di
vuoto, al MIO disagio, a bisogno di preservare le MIE emozioni
.
In questo modo ho finito col non sentire il suo grido silenzioso! Non
era la prima volta che accadeva, lo sapevo bene, avevo sempre concentrato
tutta la mia vita su di me. Era però la prima volta che la cosa
mi turbava!
Il pianto di Sara aveva attirato l'attenzione
dei pochi avventori del locale, i quali si erano voltati per vedere
cosa fosse accaduto alla mia amica. Sara, non potendo sopportare quegli
sguardi indagatori su di sé, scappò fuori dal bar.
La ritrovai appoggiata alla mia auto ancora in preda alla sua disperazione.
Così come l'altra sera, non avevo idea di come consolarla, ma,
questa volta, non potevo certo abbandonarla, improvvisamente non ne
ero più in grado!
Mi avvicinai lentamente e le posi una mano sulla spalla, lei subito
si voltò per poi stringersi forte a me. Il suo viso era seppellito
nel mio petto, la sentivo sussultare ad ogni singhiozzo. Non potei fare
a meno di rispondere al suo abbraccio e di nuovo fui invasa dal bisogno
di proteggerla. Stretta fra le mia braccia mi sembrava così piccola,
fragile, indifesa. Non mi chiedeva di parlarle, non mi chiedeva di consolarla,
voleva solo che io stessi lì, con lei, accanto a lei, stretta
a lei!
Me lo aveva detto poco prima, con me si sentiva al sicuro, voleva essere
protetta? Bene, l'avrei fatto! In quel momento non avrei avuto la forza
di negarle nulla!
- Max è un ragazzo in gamba, davvero in
gamba! Non ti farebbe mai del male! Ma, se proprio lo desideri
..
d'accordo, verrò anch'io a questo "appuntamento", basta
che ora la finisci, ok? Mi stai inzuppando il maglione!!! -
Sara sollevò il suo sguardo su di me, aveva gli occhi rossi di
pianto, ma ora sulle sue labbra c'era un lieve sorriso.
- Verrai davvero? -
- Sì, verrò? Ma..
è d'obbligo il vestito
con le paillettes? -
Il sorriso di Sara si trasformò in una fragorosa risata ed io
fui felice d'essere riuscita a vincere, per una volta, la mia naturale
freddezza e a farle tornare un po' di buon umore.
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[capitolo 6]
Il mio appartamento era il mio rifugio, era il
luogo caldo ed accogliente in cui potevo rimettere insieme i cocci di
una vita piena di speranze e di ideali che terminavano sempre con l'infrangersi
contro il muro della realtà, contro quello che ero e che non
riuscivo a non essere.
Il mio appartamento, dove giravo nuda per ritrovare il contatto più
vero con il mio essere, dove c'era sempre musica a tutto volume per
non sentire il silenzio di morte che regnava nel mio cuore.
Tutti i miei controsensi, le mie contraddizioni, i miei confitti interiori,
si rispecchiavano e prendevano corpo e vita nel mio appartamento, muto
spettatore del mio tormento ed insieme immagine dell'abisso da cui cercavo
di sfuggire. Lo amavo e lo odiavo, così come amavo ed odiavo
me stessa ed il mondo intero. Volevo amare, ma non ne ero capace, volevo
essere amata, ma non davo agli altri la possibilità di farlo.
I due lati di me si scontravano in un duello all'ultimo sangue, come
nel famoso carme di Catullo
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
"Odio e amo. Forse ti chiederai come sia
possibile. Non lo so, ma sento che accade e mi dispero". La sensazione
che provavo era descritta da Catullo con una chiarezza incredibile,
soprattutto per quel "sento che accade", autentica chiave
di lettura per comprendere l'impotenza della mia volontà.
Stavo svogliatamente sfaccendando in casa, la
quale si trovava nel classico disordine perfetto, in cui nulla era al
suo posto, ma nel quale io potevo tranquillamente trovare ciò
che m serviva. Nonostante tutto però, le pulizie di casa toccavano
anche a me ogni tanto, non fosse altro che per permettere qualcuno di
farmi visita senza doversi fare largo a forza tra le mie cose, no?
Finestre spalancate, cuscini e coperte sul davanzale, aspirapolvere
avanti tutta e stereo al massimo, non sentii subito il suono del campanello,
quando me ne accorsi ed andai ad aprire, mi trovai di fronte un Max
furibondo, che entrò a forza in casa!
- Si può sapere cosa ti passa per la testa?
- esordì urlando
- Cosa passa a me? Cosa passa a te piuttosto! Da quando in qua è
lecito fare irruzione in questo modo in casa d'altri? Ti dovrei sbattere
fuori a calci! - me le aveva proprio fatte girare!
- No, bella mia, prima mi devi spiegare cosa ti viene in mente di autoinvitarti
al mio appuntamento con Sara! -
Spensi lo stereo tagliando a metà le parole di Cryin' degli Aerosmith
- Non mi sono affatto autoinvitata, me lo ha
chiesto lei di venire e, ti assicuro, l'idea di fare il terzo incomodo
non mi alletta di sicuro!!! -
- Ti ha invitato lei? Ma smettila, avrai capito male, oppure l'ha fatto
così
.. tanto per dire! -
- Mi prendi per cretina? Ti pare che verrei a rompervi le scatole se
lei mi avesse invitato "tanto per dire"? Guardami, ti sembro
il tipo?
- Ma allora? Cosa non va? Non le piaccio? Sta cercando un modo carino
per dirmi che non mi vuole fra i piedi? - la rabbia stava scemando e,
al suo posto, cresceva una certa ansia. Che Sara gli piacesse davvero?
- Ma no! Almeno
..non credo! -
- Nadia, non dire le cose a metà! Sai qualcosa? Che ti ha detto?
Tu cosa c'entri? E poi, perché proprio tu? Da quando siete amiche?
-
Max mi stava subissando di domande alle quali non sapevo come rispondere.
Non gli avevo rivelato del mio incontro con Sara e certo lui non sospettava
la vera natura del suo incidente! Non è mia abitudine spifferare
i fatti altrui, non lo avrei fatto nemmeno quella volta, soprattutto
quella volta!
- Ma niente, non mi ha detto niente! Mi ha semplicemente
invitato ad uscire con voi! Non si sentiva pronta per un'uscita a due,
così, sapendo che siamo amici, ha pensato d'invitare anche me.
Tutto qui. -
- Tutto qui? Davvero? Beh, ma allora
. -
Un lampo s'accese nei suoi occhi ed io avevo capito dove stava andando
a parare prima ancora che aprisse bocca!
- Perché non trasformare il tutto in un'uscita a quatto? -
- NO! NO! NO! Mille volte NO! - interruppi io
- Ma dai, una chiamata a Gabriele e siamo tutti contenti -
- Tutti chi scusa? Sarai contento solo tu!!! -
- No, anche Gabriele! Ti trova molto attraente sai? -
- COSA? Non gli avrai detto che sono disponibile o un'altra delle tue
scemenze! Bada Max, lo spero per te! -
- Ma no, solo
.. -
- Solo COSA? -
Dio, mi stava dando sui nervi! Quel sorrisino scemo, fatto apposta per
prendermi per i fondelli ed innervosirmi, avrei voluto toglierglielo
dalla faccia con un pugno! In realtà non lo avrei mai fatto e
lui lo sapeva. Sapeva quanto poteva tirare la corda con me e sapeva
anche che era l'unico al mondo cui lo permettevo fare.
- Solo, lui mi ha chiesto se eri impegnata e io non potevo certo raccontare
una balla ad un mio vecchio amico, no? MA NON L'HO INCORAGGIATO! -
Che faccia di bronzo! Era chiaro che l'aveva incoraggiato eccome!
Avrei voluto incazzarmi di più, ma come facevo a prendersela
con uno che ti guarda con quella con quella faccia comicissima da finto
innocentino?
Mi misi a ridere e per Max fu chiaro che aveva vinto di nuovo!
- Dai Nadia, alla fine ti sei intrufolata nel mio appuntamento, come
minimo quindi ti devi "sopportare" Gabriele! -
- Ok ok, fa come vuoi, ma levati dalla testa di riuscire a distrarmi
per svignartela con Sara, il suo fratellino vi controllerà anche
meglio di me! -
La faccia di Max fu davvero una bella rivincita per me, era chiaro infatti
che l'amichetto aveva fatto male i conti!
- Va bene, il mio piano per la serata è
stato completamente rivoluzionato, ma, d'altra parte, è sempre
così quando ci sei di mezzo tu! -
- Che ci vuoi fare? E' la legge dell'equilibrio del mondo: io danno
l'anima a te, tanto quanto tu la danni a me! -
- Ok dai, io vado ad organizzare tutto. Non devi venire oggi in palestra
vero? -
- No, oggi no -
- Allora magari ti chiamo questa sera ok?
- Ok. Ci sentiamo -
Chiusi la porta dietro di lui per poi appoggiarmici con la schiena,
tirando un profondo sospiro.
- Di male in peggio - pensai - la serata si prospetta ancora più
dura del previsto! -
Rassegnata, riaccesi lo stereo e mi rimisi a sfaccendare.
________________________________________________________________________________
[capitolo 7]
Venerdì sera.
La serata "da incubo" era arrivata, mi ero ficcata in questo
casino e non potevo più tirarmene fuori! D'altra parte però
una vocina dentro di me, lieve lieve, appena un sussurro, tremante e
timorosa di farsi sentire, da me stessa prima che da tutti gli altri,
mi diceva che
per nulla al mondo avrei accettato di non parteciparvi!
C'era qualcosa, qualcosa di maledettamente affascinante e magnetico
in quella ragazzina, qualcosa che, odiavo ammetterlo, mi attraeva in
un modo per me fino ad allora sconosciuto, come sconosciuta era la paura
che questo sentimento mi provocava!
"Guardati! - pensai osservando il mio viso
riflesso nello specchio - ti sei messa tutta in tiro! Hai curato con
attenzione ogni dettaglio, hai persino messo un filo di trucco! Perché
lo hai fatto? Su chi vuoi fare colpo?"
"NO! - dissi ad alta voce - non è vero! Non è certo
per lei! E' per ME! Voglio essere bella ed eccitante e allora? E' vietato?"
Così mentivo a me stessa ed ancora pretendevo di crederci!
Mi presentai all'appuntamento con un clamoroso
ritardo di almeno mezz'ora, ma sia Max che Sara non si mostrarono stupiti,
sapevano perfettamente che era un classico, solo il povero Gabriele
sembrava leggermente irritato dall'attesa.
"Oh-oh! A quanto pare questa ragazzaccia ti ha già fatto
seccare, eh? Cos'è, sono poche quelle che ti hanno fatto attendere,
caro il mio ragazzo più bello del mondo?" pensai fra me
e me mentre allungavo la mano a Gabriele con in viso un sorrisetto falsamente
pentito e gli rivolgevo altrettanto false scuse per il ritardo.
Girandomi e vedendo Max e Sara con le lacrime agli occhi nel vano tentativo
di trattenere le risate, strizzai l'occhio e ammiccai soddisfatta!
Per il povero Gabriele era iniziata una serata difficile ed io pensai
soddisfatta che forse, tutto sommato, quella serata avrebbe potuto diventare
davvero molto divertente!
Dopo un breve aperitivo al bar del nostro amico
Piero, Max aveva pensato, neanche a dirlo, ad un posticino davvero romantico,
un ristorante proprio in riva al lago che regalava un'atmosfera davvero
particolare.
Arrivammo sul posto giusto in tempo per goderci lo splendido tramonto,
la luce del sole lasciava lentamente spazio all'oscurità della
notte e si era alzata una lieve brezza.
Istintivamente mi girai a guardarla
era bellissima! La piccola
Sara, gli occhi colmi dell'ultima luce del giorno, i capelli leggermente
scompigliati, un'espressione estasiata sul viso e i colori stupendi
di quel tramonto che illuminavano il suo viso
sì, era davvero
bellissima!
Quando i suoi occhi incrociarono i miei, il cuore mi esplose nel petto!
Mi accorsi solo in quel momento che la stavo fissando intensamente e
l'essere stata "beccata", insieme al disagio per il ritrovarmi
per l'ennesima volta quasi messa a nudo di fronte a lei m'innervosì
e mi fece irrigidire forse fin troppo vistosamente!
Sara rispose con un sorriso al mio evidente disagio, ma la cosa non
mi tranquillizzò.
Non avevo notato, o forse non avevo voluto vedere, ciò che bruciava
nascosto nei suoi occhi in quel momento, un desiderio inconfessabile
per entrambe!
FINE PRIMA PARTE
seconda
parte Terza
parte
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