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UNA VITA PER DUE

di Zeta

(seconda parte)

ATTENZIONE: in questa fan fiction appaiono personaggi che s'ispirano, nell'aspetto e nel carattere, ai personaggi di Xena e Gabrielle, chiarisco però di non voler infrangere nessun Copyright.
Non posso dirvi cosa contiene la mia storia perché non l'ho ancora deciso, ma vi chiedo fin d'ora di essere clementi!
Eventuali commenti, critiche, consigli potete scriverli all'indirizzo intubino@libero.it

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[capitolo 8]

La serata si era improvvisamente cariata di tensione.
Né io, né probabilmente la stessa Sara avremmo saputo dire il perché, la verità è che eravamo cieche e forse entrambe inesperte di fronte a qualcosa di totalmente nuovo per tutte e due!
Sedute l'una di fronte all'altra, non proferivamo parola, tanto che i nostri 2 accompagnatori cominciavano faticare a reggere la situazione!

Chiusa nel più completo mutismo, con un'espressione cupa dipinta sul viso e un sguardo gelido che avrebbe congelato il diavolo stesso, non avevo mangiato praticamente nulla.
Mi ero chiusa in me stessa e non c'era spazio per nient'altro.
Non mi accorgevo nemmeno dei fugaci sguardi preoccupati che mi rivolgeva Sara, aveva capito che qualcosa non andava e che il mio umore si era guastato, forse aveva intuito d'esserne la causa e questo la tormentava, ma io…
Io, egoista, fredda, menefreghista, arrogante e prepotente… IO! Potevo accorgermene? E, se me ne fossi accorta, me ne sarebbe importato?
Avrei giurato di no! Se me lo avessero chiesto, non avrei avuto dubbi nella risposta, ma… avrei mentito! Al mio cuore prima che a chiunque altro…

Max, sempre più in difficoltà, cercava in ogni modo d'attirare l'attenzione di Sara, che, per cortesia, cercava di mantenere vivo un dialogo e rideva alle sue battute, mentre il povero Gabriele non s'arrischiava nemmeno a tentare una discussione! D'altra parte io avevo quello sguardo che diceva: "Provaci e sei morto!"

Alla fine, mostrando più coraggio di quanto non le avrei mai attribuito, fu Sara a sbloccare la situazione.
Aiutata da un abbondante sorso di vino, raccolse tutto il suo coraggio e mi prese la mano.
Un fulmine! Quella semplice azione mi colpì come un fulmine e come un fulmine ritirai la mano dalla sua presa!
Mi aveva colto alla sprovvista ed io… io mi sentii stranamente scoperta, colta in flagrante! Ma in flagranza di che?
Non avevo capito le sue intenzioni e la guardavo con occhi sbarrati, come se mi avesse arrecato chissà quale offesa, come se quel suo semplice gesto fosse stato incredibilmente sconveniente!
Il mio sgomento fece arrossire vistosamente la mia piccola amica che, in preda ad un forte imbarazzo, mi disse:
- Scusa! Ti ho colto alla sprovvista? Pensavo che tu avessi molto più sangue freddo! - abbozzò un sorrisino nervoso - Volevo solo chiederti… beh, se mi accompagnavi alla toilette -

- Sei una cretina!- pensavo tra me e me mentre c'incamminavamo verso la toilette - Cosa diavolo credevi che volesse fare? -
Entrate nel bagno, Sara chiuse la porta alle nostre spalle e vi si appoggiò. Era nervosa e teneva una mano sulla maniglia, come se fosse sul punto di scappare, ma aveva qualcosa da dirmi e il suo sguardo si fece improvvisamente serio e forse anche un po'… seccato?
- Cosa succede? - attaccò senza preamboli.
- Niente, perché?- mentii spudoratamente
Sara s'irritò
- Non mi prendere in giro! E' tutta la sera che hai quello sguardo da belva feroce sul punto d'azzannare ed io… io non lo reggo più!-
La mano sulla maniglia serrò maggiormente la presa. Faceva la dura, ma non era nel suo carattere ed il suo nervosismo era evidente.
Tuttavia quelle parole, dette da lei, mi colpirono! Sarei saltata alla gola di chiunque si fosse rivolto a me con quel tono, ma mi accorsi con sgomento che con lei… con lei era tutto diverso!
In quel momento, in quella toilette di quel ristorante sul lago, mi resi conto e dovetti ammettere con me stessa che Sara non era come tutti gli altri, che era speciale, speciale per me!
Ero sconcertata da quella rivelazione, ma lei continuò:
- Non so cosa sia successo, non so che cos'hai, ma non sei obbligata a fermarti se non ti va! Anzi, se devi stare qui e continuare con quest'atteggiamento e a farmi stare male… beh, allora forse è proprio il caso che tu te ne vada! -

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma… improvvisamente mi accorsi che non ero in grado di risponderle, non sapevo come controbattere!
L'istinto e il mio orgoglio ferito dalla sfuriata di Sara mi spingevano a rispondere a tono, ma i suoi occhi… quei suoi occhi lucidi, quelle sue labbra tremanti, quella sua dolcissima fragilità che suscitava in me solo un grande desiderio di abbracciarla, quel suo "farmi stare male"… placarono ancora una volta il lato oscuro della mia anima.
Non ho più orgoglio, non ho più egoismo, non ho più freddezza e distacco di fronte alla sua disarmante dolcezza…
Allora dissi qualcosa che sconcertò persino me stessa:
- Mi dispiace… -
Aggiungere altro sarebbe stato uno sforzo troppo grande e Sara non lo pretese.
Il discorso era chiuso, lei aveva capito.

Sara sfruttò la toilette, ma più per allontanarsi un momento e scaricare la tensione, che per un reale bisogno.
Quando tornammo al tavolo eravamo entrambe più rilassate!
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[capitolo 9]

- Tutto bene?- chiese Max quando ci vide tornare.
- Naturalmente- rispose candidamente Sara.
Max, non convinto, mi guardò con sguardo interrogativo cercando ulteriori spiegazioni, ma io con un cenno chiusi l'argomento, avevo altro per la testa!

Sara era tornata quella di sempre, non c'era ombra nel suo modo di fare o nel suo sguardo che lasciassero trasparire qualcosa di quanto era appena successo.
Quelle era una delle cose che più adoravo nel suo carattere: la sua luminosa serenità! Una serenità che sembrava non poter essere offuscata da niente e da nessuno se non per il tempo d'un battito di ciglio. Un attimo prima eravamo nella toilette e lei mi dava una lavata di capo da ricordare a vita, un attimo dopo con un semplice chiarimento… tutto dimenticato!
Sara non è vendicativa, non porta rancore come faccio io!
Le ombre scure passano veloci come le nubi di un temporale, ma il sereno torna presto a illuminare il suo animo… è davvero una ragazza speciale!

Le parole di Sara avevano fatto effetto, in qualche strano modo mi avevano calmato ed ora cercavo di recuperare la sua fiducia mostrandomi aperta al dialogo e sforzandomi di essere il più cordiale possibile con Gabriele.
Presto scoprii che il ragazzo non era poi tanto male, anzi, era divertente e a suo modo affascinante!
Il suo modo di parlare aveva un non so che d'intrigante e il suo modo di fare molto dolce.
Gabriele adorava la sua sorellina e fu subito evidente che molto geloso e protettivo nei suoi confronti, così come ogni buon fratello che si rispetti!
I due erano molto affiatati e tennero in piedi la discussione per tutta la serata, con buona pace del povero Max che non sapeva più che fare per mettersi in mostra ali occhi della sua bella!
Grazie a Gabriele scoprii molte cose su Sara, ad esempio, con un gustoso aneddoto, vene fuori il lato "combattivo" della ragazzina apparentemente tutta zucchero e miele!
- Ragazzi, questa la dovete sentire! Giusto per capire con che diavolo travestito da angelo avete a che fare! - disse Gabriele.
- Eravamo nella casa in campagna - iniziò a raccontare tra una risata e l'altra - e Sara non deve aver avuto più di un anno, era davvero molto piccola! In giardino la mamma stava apparecchiando sul prato per un piccolo pic-nic e aveva posato Sara sul plaid mentre faceva avanti e indietro dalla cucina con piatti e bicchieri e io giocavo con Tricky, il nostro cane lupo. Ad un certo punto mia madre mi chiama in casa per aiutarla a portare fuori le ultime cose, voleva fare in fretta perché era un po' tardi e per Sara era già passata l'ora di pranzo. Non feci in tempo a raggiungere la mamma che sentii un guaito disperato arrivare dal giardino! Io e mia madre ci precipitammo fuori temendo il peggio, ma… -

Gabriele interrompe un attimo il racconto perché, piegato in due dalle risate, non riesce ad andare avanti.

- Dovevate vedere la scena!- riuscì a dire fra una risata e l'altra - noi, terrorizzati, corriamo in suo soccorso e… 'sta morta di fame, con l'unico dentino a disposizione… aveva addentato l'orecchio del cane e non lo mollava più!!! -
Scoppiammo tutti in una fragorosa ed incontenibile risata.

Sara voleva sprofondare per la vergogna, ma neppure lei poteva esimersi dal ridere di cuore e… ancora una volta non potei far a meno di notare quanto fosse bella…
Io la fissavo ed i nostri sguardi s'incontrarono di nuovo, ma questa volta la mia reazione fu molto diversa… lasciai che i miei occhi si perdessero nei suoi per un lunghissimo istante…
Il resto del mondo sparì come per incanto, il suono delle risate di Max e Gabriele si persero in lontananza e il mio cuore cominciò a battere forte. Nella mia mente passarono un migliaio di cose da dirle, ma tutte troppo veloci perché potessi coglierne qualcuna sensata e appropriata.
Vidi che anche lei era stata colta da un improvviso turbamento. Non avevamo detto nulla, non avevamo fatto nulla, ma d'un tratto tutto era cambiato!
Entrambe ci sentivamo come se avessimo fatto un passo importante, come se ci fosse stata chissà quale rivelazione ed in effetti forse fu così.

Mi accorsi che sotto al tavolo Sara, in preda ad una forte emozione, si stava disperatamente torcendo le mani ed io, d'istinto, le afferrai dolcemente ed iniziai ad accarezzarle nel tentativo di portare un po' di calma in quell'anima tormentata.
Il gesto, del tutto ingenuo nelle sue intenzioni originali, spense in gola il respiro delle piccola Sara e solo allora mi accorsi di come tutto potesse venire frainteso!
Mi affrettai a sincerarmi che né Max, né Gabriele si fossero accorti di nulla e, notando che i due avevano continuato a ridere e scherzare come se nulla fosse, rivolsi un sorriso tranquillo a Sara.

La piccola si calmò lievemente e, abbassando gli occhi, cominciò a ricambiare le mie carezze. Il suo tocco era incerto e tremante, ma questo provocò un brivido lungo la mia schiena… quando rialzò i suoi occhi su di me, il suo sguardo era intenso e carico di emozione, paura e desiderio.

Desiderai con tutte le mie forze che quel momento magico non finisse mai, desiderai vivere per sempre in quella pace e serenità creata da quella ragazza speciale, l'unica in grado di farmi provare delle così forti ed intense.
Ma l'atmosfera si spezzò, com'era inevitabile che fosse…

- Che avete tutte e due? - la voce allegra di Max non era mai suonata tanto irritante alle mie orecchie come in quel momento!
- Vi siete zittite tutto d'un botto! -
- Niente! Che vuoi che accada? - risposi prontamente - Solo… si è fatto un po' tardi ed io devo andare!-
- Andare? - disse Max sorpreso - Andare dove?-
- Andare! I ragazzi del "Centrale" mi aspettano per un giro di pista in discoteca!- risposi con finta ingenuità e non curanza.
- Ma…ma… come? Te ne vai così?- Max era sbalordito.
Ma io feci spallucce e risposi:
- Sì, e allora? La serata è finita, no? Mangiare abbiamo mangiato, bere abbiamo bevuto… che altro c'è da fare? - la buttai sul ridere e la feci passare per una delle mie solite uscite di scena strategiche.
In effetti era così, ma per la prima volta il motivo era tutto l'opposto!

La verità è che avevo bisogno di staccare un po'! La serata era stata carica d'emozioni forti e contrastanti e poi… il momento speciale era andato a farsi benedire lasciandosi alle spalle un certo disagio.
Cos'era successo? Che cos'era istaurato d'un tratto fra noi?
Ero scossa, dovevo pensare…
- E' una ragazza! NON SI PUÓ! NON è NORMALE!- urlava una voce nel mio cervello.
- Ma è così dolce, così bella… come si fa a resistere a quegl'occhi?- rispondeva immediatamente un'altra

Presi giacca e borsa e, dopo un rapido saluto a tutti quanti e un "a presto" di circostanza a Gabriele, mi diressi verso l'uscita.
Una volta fuori mi sentii afferrare un braccio e, voltandomi, vidi che Sara mi aveva seguito.
- E' colpa mia?- disse con un filo di voce e senza guardarmi negli occhi - Ho sbagliato? Ho esagerato? Io… mi dispiace!-
Per la seconda volta nell'arco di una sola serata Sara era preda di un nervosismo incontrollabile, aveva gli occhi lucidi e sembrava sul punto di sciogliersi in lacrime… la ragazzina era turbata quanto se non più di me.

Non potei farne a meno, fu davvero più forte di me e non mi resi conto di quello che stavo facendo finché non fu troppo tardi!
Le presi il viso fra le mani e la costrinsi a guardarmi negli occhi… un istante dopo le mie labbra accarezzavano dolcemente le sue.

Fu un attimo, l'attimo più lungo e dolce della mia vita!
Le sue labbra erano calde e morbide e tremarono leggermente al contatto con le mie.
Terminai la breve effusione, ma rimasi vicinissima al suo viso per sussurrarle:
- Va tutto bene! Ti chiamo domani, ok?-
Aspettai che assentisse e poi mi scostai.

Sara avrebbe voluto dire qualcosa, ma le sue labbra si muovevano senza emettere suono.
Non le diedi il tempo di riprendersi e non lo diedi neanche a me, un attimo dopo ero già a bordo della mia Golf.
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[capitolo 10]

Lanciata a tutta velocità per le strade tortuose e praticamente deserte del piccoli paesini che mi hanno vista bambina vivace, adolescente terribile, cattiva ragazza ed ora giovane donna sull'orlo di una crisi di nervi, speravo che in quella mia folle corsa io potessi riuscire a lasciare indietro il fiume in piena dei miei pensieri e delle mie emozioni… ma era una speranza vana!

Il ricordo di quanto era appena accaduto, la luce dei suoi occhi, il sapore delle sue labbra, mi mandavano in pappa il cervello; ma, nello stesso tempo, il dramma della nuova scoperta, le domande su me stessa e su ciò che comportava e avrebbe comportato questa nuova consapevolezza, mi facevano mancare il fiato!

Una volta un saggio ha detto: "L'unico ostacolo che non possiamo abbattere è quello che si trova nella nostra testa. L'unico nemico che non possiamo sconfiggere siamo noi stessi"
Dio, quanto aveva ragione!!!
Io, la ragazza di ferro, quella che non ha mai avuto paura di nulla al mondo, che ha sempre abbattuto ogni ostacolo a colpi di spada, mi trovavo d'avanti l'unico avversario che non potevo sconfiggere, l'unico che mi faceva battere i denti e piegare le ginocchia per la paura, il mio unico, vero grande rivale e nemico di sempre… ME STESSA!

Non so cosa accadde poi quella notte, non ricordo cosa feci, dove andai o con chi… mi risvegliai la mattina dopo, nuda nel mio letto, con accanto un emerito sconosciuto che non esitai un solo istante a sbattere fuori di casa, così, senza pantaloni com'era!
La testa mi scoppiava, ma non avrei saputo dire se per il troppo pensare o il troppo alcol ingurgitato!
Pensai che una bella doccia bollente mi avrebbe tirato un po' su e forse schiarito le idee.
Pensai che avrei dovuto chiamare Sara, le avevo promesso che l'avrei fatto.
Pensai che non era così urgente e che in fondo… forse potevamo ancora fingere che non fosse successo niente!
Pensai che non ero costretta a fare nulla, che non c'era nessuna telefonata da fare e nessuna decisione da prendere!
Pensai che Sara non era poi così speciale ed io non le dovevo nulla!!!
Pensai questo e scambiai per sollievo il senso di vuoto e disperazione che sentivo dentro di me e pretesi di credere che fosse solo acqua ciò che bagnava le mie guance…

FINE SECONDA PARTE

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