CAPITOLO
V
Xena e Olimpia
hanno ormai percorso metà del percorso che le conduce a Tebe.
Ancora al galoppo attraversano delle terre in cui alcuni contadini
sono alle prese con la mietitura del grano. Dopo aver fatto cenno
a Olimpia di fermarsi, Xena scende da cavallo e si avvicina ad un
anziano contadino che dirige il lavoro di carico della merce sul carro.
Riconoscendo nella donna una guerriera, i contadini s’interrompono
per guardarla, temendo ogni suo gesto:
- Non vorrei disturbarvi, ma ho solo bisogno di un’informazione.
- dice Xena rassicurandoli. - Conoscete Iolao? Sò che vive
con la sua sposa in un villaggio di questa zona. - domanda arricciando
gli occhi infastiditi dal sole alto nel cielo, nel tentativo di guardare
il volto del suo interlocutore.
L’uomo riflette qualche secondo prima di rispondere:
- Ma certo Iolao! Vive nel nostro villaggio. Segui il sentiero troverai
la sua casa sulla destra in fondo a un campo delimitato da piante
di fico. -
- Ti ringrazio molto - dice la principessa guerriera prima di congedarsi
e tornare in groppa ad Argo.
All’improvviso il contadino affretta il passo per raggiungerla:
- Perdonami se ti trattengo,vedo che hai fretta di riprendere il cammino,
ma la sposa di Iolao è molto malata e sono mesi che noi del
villaggio non lo vediamo. -
Xena rimane sorpresa dalla spiacevole notizia. Non vede Iolao da anni
e sperava di trovalo sereno nella pace della sua famiglia, dato che
da anni ha smesso di accompagnare Hercules nelle sue imprese in giro
per il mondo per sposarsi e condurre una vita semplice:
- Non accetta volentieri le visite ultimamente. Mi sono sentito in
dovere di avvisarti, nel caso dovesse cacciarti via in malo modo -
conclude l’uomo per poi tornare al suo lavoro.
Xena raggiunge lentamente Olimpia che la stava aspettando in sella
al suo cavallo:
- Cosa ti hanno detto Xena? Posso saperlo o come al solito farai mistero
del tuo piano fino alla fine? - chiede con tono stizzoso la bionda
fanciulla spronando il proprio cavallo a riprendere la marcia lungo
il sentiero.
- Nessun mistero. Sapevo che Iolao vive qui intorno da anni ormai,
perciò, prima di cercare Hercules a Tebe che è l’ultimo
posto in cui è stato visto, faremo meglio a chiedere prima
a lui se sa dove si trova. -
Quella domanda le ricorda i piccoli battibecchi avuti in passato con
la sua compagna di avventure dovuti al bisogno incessante di Olimpia
di imparare a combattere, di conoscere strategie di guerra e di apprendere
da Xena, come un allievo fa con il maestro, ogni piccola cosa. Con
gli anni il bardo si è trasformato in una guerriera capace
di scegliere cosa è giusto fare in ogni situazione e di imitare
le mosse di Xena conservando però il proprio stile.
Mentre riflette sul cambiamento della sua compagna scorge in lontananza
quella che secondo la descrizione dovrebbe essere la casa di Iolao:
- Ci siamo Olimpia. Non sorprenderti se lo trovi un po’ invecchiato.
Appena farò un po’ di luce su questa storia ti spiegherò
tutto, per favore evita le domande per ora. -
La serietà di Xena zittisce Olimpia e la sorprende per l’assurdità
della sua affermazione.
Le due donne lasciano il sentiero principale e incominciano a risalire
il viale alberato che porta all’abitazione del migliore amico
di Hercules. Dopo aver percorso un paio di metri le due amiche notano
un pastore che sostenendosi sul proprio bastone, si dirige a passo
svelto nella loro direzione intimando alle due di fermarsi gesticolando
in vari modi:
- Chi siete? Cosa fate nelle mie terre! Se vi ha mandato il capo villaggio
ditegli che non abbiamo bisogno di niente… -
Nel vedere la principessa guerriera, il vecchio riconosce una vecchia
amica che non vedeva da anni. L’emozione è tale che resta
immobile a pochi metri da lei e non si accorge che il bastone gli
sta scivolando dalle mani finendo a terra:
- Xena… sei proprio tu…-
La principessa guerriera resta a fissare l’uomo per qualche
istante poi scesa da cavallo insieme ad Olimpia si avvicina:
- Iolao … sono felice di rivederti. - esclama Xena abbracciando
l’amico.
Le rughe solcano il suo volto invecchiato dal tempo e dalla vita nei
campi. I suoi capelli un tempo color oro hanno conservato la lunghezza
e l’acconciatura di sempre ma hanno assunto il color della cenere
fredda e un filo di barba disegna un leggero pizzetto rendendo il
suo sguardo ancor più maturo. Le sue vesti impolverate sono
tipiche del contadino e nulla ricordano il suo passato da guerriero
leggendario.
Dopo essersi osservati a vicenda, Xena anticipa il commento di Iolao:
- Lo so sembriamo troppo giovani per essere noi! -
- Infatti… è prodigioso ma sono felice per voi. Hercules
ha seguito le tue avventure grazie ai racconti della gente e poi di
tanto in tanto me li riferiva.-
La sua attenzione si sposta su Olimpia e con dolce sorriso si rivolge
a lei dicendo:
- Sono contento di vederti cosi in forma, sembri addirittura ringiovanita.
-
- Parlami di te. Cosa hai fatto in questi anni? - si intromette Xena
cercando di sviare l’attenzione di Iolao su Olimpia per non
dargli troppe spiegazioni. - Credo che ne avrai di cose da raccontarci!
-
- E’ vero, ma vi prego venite in casa, non stiamo qui fuori
… il sole batte molto forte stamani. -
Xena accetta l’invito sorridendo all’amico e prese le
briglie di Argo, si incammina con lui verso la sua abitazione seguita
da Olimpia:
- Cos’è successo alla tua gamba? - domanda la principessa
guerriera osservando Iolao che cammina zoppicando vistosamente:
- Due lustri fa la mia casa ha preso fuoco. Mia figlia Metamira era
rimasta intrappolata dalle fiamme ed ero corso a salvarla. Un istante
dopo essere riuscito a metterla in salvo è crollato tutto e
la mia gamba destra è rimasta schiacciata sotto delle travi
di legno. Per fortuna Hercules è riuscito a mettere in salvo
anche me ed ha evitato che perdessi la gamba anche se da allora non
è mai tornata a posto. -
- Hai avuto una figlia? - chiede Olimpia incuriosita.
- Si, mia moglie Pizia mi ha dato anche un maschio: Stenelo. Metamira
ha sposato il figlio del capo villaggio, cinque anni fa e non ci siamo
ancora abituati alla sua assenza in casa. - Aggiunge Iolao con nostalgia
per la figlia.
- E tuo figlio vive ancora con voi? - domanda il bardo impedendo a
Xena di parlare.
- No, Stelelo è un guerriero Tebano. Sono due anni che non
lo vedo e non mi interessa sapere la sua sorte. - controbatte con
sdegno, lasciando intuire un dolore per il figlio primogenito. - Ma
non voglio annoiarmi con le mie storie. Ora vi presenterò la
mia sposa e voglio sedermi a bere del buon vino, ascoltando le vostre
avventure! Mi manca molto la mia vita passata… vorrei essere
ancora giovane per accompagnare Hercules in giro per il mondo…
-
Confrontandosi con Iolao, ha Olimpia la conferma che tutto intorno
a se è cambiato all’improvviso e comprende la freddezza
di Xena nei suoi riguardi appena l’ha vista nel bosco. Tuttavia
si sente di rimandare le spiegazioni ad un altro momento per la presenza
di Iolao e per rispettare le raccomandazioni della principessa guerriera.
Prima di riprendere il cammino, il bardo si ferma a raccogliere il
bastone dell’amico e glielo porge sorridendo:
- Grazie. E pensare che una volta andavo in giro con una spada...
invece adesso non posso fare a meno di questo - dice Iolao appoggiandosi
al sostegno del legno, sorridendo con rimpianto. - Venite, vi presento
la mia Pizia. Ha sentito spesso di parlare di voi, sarà felice
di vedervi, ma è molto debole di cuore perciò state
attente a non farla agitare nominando Steselo. -
La puntualizzazione dell’uomo suscita nelle due amiche un pizzico
di pena per la sofferenza morale e fisica che la vita gli ha inferto.
Il tempo consuma ogni cosa e il destino le cambia. Xena ha sempre
cercato di aiutare coloro che sono in difficoltà soprattutto
gli amici, ma stavolta non può farlo e l’impotenza è
una condizione che la principessa guerriera non accetta di buon grado.
- Posso domandarti come mai con tuo figlio ci sono incomprensioni?
-
Iolao risponde dopo qualche secondo continuando a camminare verso
l’abitazione:
- Io e lui non ci siamo mai trovati molto d’accordo purtroppo,
continuavamo a discutere su tutto. A tre giorni dalle sue nozze lasciò
la sua promessa sposa e dopo un ennesima discussione se ne andò
di casa e per il dolore gli dissi di non tornare mai più. -
Le due donne rimangono attente e comprendono la gravità della
situazione, ne Xena ne Olimpia hanno il coraggio di chiedere altro:
- Mi dispiace Iolao… - commenta il bardo - Gli dei ti hanno
negato la serenità che ti meritavi dopo molte imprese. -
L’uomo maschera il proprio rammarico con un finto sorriso:
- Non devi dispiacerti per me Olimpia. L’unica che soffre per
Stenelo è mia moglie. Sta morendo di dolore e nutre ancora
la speranza di rivederlo tornare a casa. -
- Sono madre anch’io e non posso credere che tu possa riuscire
a cancellare Stenelo dal tuo cuore. - interviene Xena colpita dall’ostilità
di Iolao all’allontanamento del figlio - Tua moglie soffre e
sta male fisicamente per questo ma non pensare che io possa crederti
estraneo a questo dolore. Sono pronta a cercare tuo figlio e a parlargli
se… -
- No Xena! - la interrompe Iolao con tono nervoso - Per favore, resta
fuori da questa faccenda. Finche avrò vita Stenelo non rimetterà
piede in questa casa! Non voglio emissari o pacieri perché
non voglio rivederlo mai più! - conclude l’uomo davanti
ai gradini della sua casa impedendo a Xena di continuare a parlare.
- Come vuoi Iolao. - risponde la principessa guerriera recuperando
un dialogo pacato.
Come molte altre volte indagherà nell’ombra per risolvere
le cose.
- Dai entriamo … - conclude Iolao. - La mia sposa ci aspetta.-
CAPITOLO
VI
Nel frattempo
nel tempio della guerra Olimpia si sente in una prigione dorata. L’ampia
stanza in cui è stata portata è piena di luce e ben
arieggiata grazie all’assenza della porta, sostituita da un
drappo di seta azzurro e dalle finestre aperte e senza sbarre, dove
le tende dello stesso colore si lasciano accarezzare dal timido vento
primaverile.
Marte non teme la fuga della donna dopo averle spiegato le possibili
conseguenze del suo gesto e la totale libertà nel tempio, con
tutte le eccezionali premure, ne sono la prova.
Olimpia è stesa su un triclinio a fissare costantemente il
vuoto in cerca di una soluzione al ricatto di Marte: non può
restare nel passato, deve tornare da Xena al presente e soprattutto
impedire al dio della guerra di attuare il suo piano.
Due ancelle entrano nella stanza di Olimpia con un vassoio a testa:
nel primo c’è della frutta, nel secondo della carne pronta
per essere consumata. Le seguaci di Dahak ora al servizio di Marte,
adagiano le vivande sul tavolo di fronte al triclinio, poi una delle
due sistema i cuscini del giaciglio presente in fondo alla sala mentre
l’altra versa il vino alla bionda guerriera.
- Non ho fame ne sete. Andatevene! - sbotta seccamente il bardo alzandosi
velocemente per poi andare verso la finestra come infastidita dalla
loro presenza.
Dopo essersi scambiate un’occhiata di intesa le ancelle continuano
il loro operato ma Olimpia alza il tono della voce:
- Siete sorde? Vi ho detto di uscire voglio restare da sola! -
Con un pizzico di coraggio, l’ancella che stava versando il
vino nella coppa ribatte al suo ordine:
- Se è questo che vuole mia signora lo faremo ma non è
conveniente digiunare così a lungo -
L’indole gentile e pacifica del bardo le fa recuperare un tono
cordiale, nonostante quelle false attenzioni la infastidiscano molto:
- Vi ringrazio, ma per ora non ho bisogno di niente. Andate pure.
-
Le due donne fanno per ritirarsi quando Olimpia le richiama per avere
informazioni:
- Voi siete seguaci di Dahak vero? -
- Si mia signora. - risponde una delle due.
- Quindi sapete chi sono? -
- Si, sei Olimpia: la madre della dea Speranza. -
- Bene … se tenete alla vostra dea dovete aiutarmi. -
- E perché dovremmo farlo? Si dice che la madre della dea abbia
tentato in più modi di nuocerle. -
- Si è vero non lo nego … -
- E allora adesso cosa dovrebbe essere diverso? -
- Ciò che mi spaventava di mia figlia era il suo lato oscuro
… ma ora mi rendo conto di aver sbagliato e sò di per
certo che Marte vuole uccidere Speranza ed eliminare Dahak al solo
scopo di diventare la divinità più potente di tutte.
-
- Come puoi saperlo?! -
- Credetemi vi sto dicendo la verità … lui vuole usare
Speranza per avvicinarsi a Dahak e far si che la potenza del Signore
dell’Eterno Fuoco distrugga la dinastia degli dei che ora governano
le sorti del mondo. Quando ciò avverrà scioglierà
la sua alleanza con Dahak e lo ricaccerà nella sua dimensione
lontano dal mondo, per assumere tutto il potere incontrastato. -
- Stai mentendo, la dea Speranza è già stata uccisa
…-
- No vi sbagliate, mia figlia è ancora viva e presto darà
alla luce mio nipote: il Distruttore. -
- Cosa vorresti da noi? -
- Datemi la possibilità di muovermi nel tempio e di impedire
a Marte di realizzare i suoi piani. -
Le due donne si guardano negl’occhi come in cerca di un intesa
poi una delle devote di Dahak riprende parola:
- … E se tu stessi mentendo? -
- Beh, rifletteteci un attimo … se vi sto mentendo nuocerò
solo a Marte, se invece ho ragione potrei aiutare i vostri dei. -
Le due donne si lasciano convincere dal ragionamento e decidono di
rischiare l’ira di Marte:
- Va bene, ci hai convinto … che cosa dobbiamo fare? -
- Dovete lasciarmi uscire dal tempio al più presto, devo ritrovare
mia figlia. -
- Se vuoi allontanarti e non dare nell’occhio devi aspettare
il calare del sole. -
- Vi ringrazio … mi siete state di grande aiuto. -
- Non ringraziarci, noi vogliamo solo che Speranza guidi il cammino
dell’umanità e che ci aiuti a vedere la luce. -
Olimpia sorride alle due ancelle che senza aggiungere altro si congedano
dopo essersi inchinate di fronte a lei.
Dopo qualche attimo la bionda guerriera si affaccia alla finestra
respirando a pieni polmoni una boccata di aria fresca. Ora che con
uno stratagemma ha eluso la sorveglianza di Marte dovrà cercare
di trovare un modo per sfuggire al ricatto del dio senza nuocere a
Xena e ritornare al presente. L’impresa è ardua ma in
cuor suo sà di potercela fare: vuole riabbracciare la principessa
guerriera al più presto. Olimpia si stende sul letto mentre
i suoi pensieri corrono alla mora guerriera:
" Xena … chissà cosa stai facendo …devi
essere in pena per me a quest’ora. Chissà dove mi stai
cercando e se sei sulla pista giusta…"
Intanto nella dimora di Iolao, l’anziano guerriero accompagna
Xena e Olimpia nella stanza della moglie.
Appena entrate le due eroine trovano una donna sulla cinquantina seduta
sul letto appoggiata a due cuscini posti a sorreggerle la schiena
intenta a guardare dalla finestra con sguardo assente. Accortasi dell’arrivo
del marito volge lo sguardo verso di lui e nota l’inaspettata
visita. La donna appare subito contenta di vedere le due donne nonostante
non le conosca affatto e rivolge loro un dolce sorriso di benvenuto.
I dolci lineamenti del viso della signora sono visibilmente segnati
dalle sofferenze della malattia che la sta consumando lentamente,
tuttavia i suoi occhi rispecchiano un animo gentile e cordiale:
- E’ un piacere ricevere visite … dimmi Iolao, chi sono
queste belle fanciulle? -
- Queste sono due mie care amiche … Xena, la principessa guerriera
e Olimpia, una dolce poetessa. Abbiamo combattuto insieme qualche
volta al fianco di Hercules … sono due guerriere dall’animo
eroico come lui. -
- E’ un onore avervi in casa mia. -saluta rispettosamente la
donna percependo nitidamente l’ammirazione nelle parole di Iolao.
- L’onore è nostro Pizia. - risponde gentilmente Olimpia
mentre Xena si limita a sorridere alla moglie dell’amico.
- Cosa vi conduce da queste parti? - domanda Pizia incuriosita mentre
prova lentamente e con fatica ad alzarsi dal letto.
Iolao la ferma immediatamente:
- Dove credi di andare Pizia? Sei troppo debole per alzarti oggi.
-
Il premuroso divieto di Iolao intenerisce Olimpia che lancia un’occhiata
a Xena cercando nel suo sguardo la stessa emozione.
- Volevo solo offrire qualcosa di fresco alle nostre ospiti…
- si giustifica Pizia riadagiandosi nel letto.
- Ci penso io non preoccuparti. Vado a prendere giù in cantina
una bottiglia del nostro sidro. Tu resta con loro avrete di sicuro
molto di cui parlare. - risponde Iolao sistemando i cuscini dell’amata
moglie per poi prendere due sedie per Xena e Olimpia dalla cucina.
In quel momento la principessa guerriera lo raggiunge per parlargli:
- Iolao vorrei scendere con te in cantina se non ti dispiace. Devo
parlarti di una cosa importante e ho molta fretta. -
- Certo. Il tuo tono mi preoccupa… è successo qualcosa
di grave vero? E lasciami indovinare: riguarda Olimpia? -
Xena si guarda un attimo alle spalle prima di rispondere per assicurarsi
che il bardo sia lontana e non ascolti il discorso:
- Si. Vedo che te ne sei accorto anche tu. Quella non è la
mia Olimpia. O meglio, è lei ma direi quasi che viene dal passato.
-
- Già io direi lo stesso… scendiamo in cantina coraggio.
Lì potremmo parlare indisturbati. -
L'anziano guerriero si affaccia nella camera da letto porgendo una
sedia alla bionda guerriera intenta a raccontare a Pizia come ha conosciuto
Iolao:
- Vado in cantina con Xena. Voglio mostrarle la casa e farle vedere
il nostro vigneto. -
- Va bene caro - risponde la moglie sorridendo.
di
Darkamy e Xandrella