"Dedicato
ai fans italiani di Xena e a coloro che si dilettano nel trascorrere
piacevolmente il loro tempo tra queste pagine".
CAPITALO
I
In
un regno senza tempo e senza dimensione, immerso nei suoi pensieri,
il dio Bishamon cammina lentamente verso la sorgente gialla osservando
il lento fluire delle acque.
- A cosa devo la tua visita? – domanda il dio dell’oltretomba
Emma-O interrompendo le riflessioni del dio della guerra che non si
accorge del suo arrivo sebbene lo stesse aspettando pazientemente
dinanzi al gigantesco castello ricoperto d’oro e d’argento,
di perle rosa e di altre gemme preziose che da tempi immemorabili
è la dimora di Emma-O.
- Stanotte come saprai, è successo una cosa inaspettata e volevo
discutere con te del nuovo ordine delle cose… non volevo assumermi
da solo una responsabilità tanto grande. – confessa Bishamon
facendo avvertire al suo interlocutore la sua preoccupazione sull’uccisione
del principe dei demoni Ten-gu.
- In altre occasioni non ti avrei ricevuto per il troppo lavoro che
ho da fare, ma stavolta la tua visita mi giunge gradita, nonché
necessaria… - dice il giudice dei morti senza il minimo timore
di risultare scortese, confermando la sua reputazione d’integerrimo
e scontroso dio dell’oltretomba, temuto dai mortali per la poca
clemenza mostrata verso le anime dei peccatori specie di quelli macchiati
di crimini contro gl’innocenti.
Bishamon preferisce ignorare il suo affronto e decide di passare ad
esporre il motivo che lo ha condotto fin li:
- Dobbiamo decidere cosa fare con Xena ora che ha ucciso Ten-gu. Se
cercassi di fermarla adesso, ho ancora speranza di eliminarla dal
momento che non ha ancora raggiunto l’apice della sua forza
demoniaca. Inoltre non avrebbe il tempo di proclamarsi principessa
dei demoni Oni e di riarmare il suo esercito contro il mio…
-
- Ma hai timore di farlo perché ti chiedi cosa accadrebbe dopo…
“Chi verrà dopo di lei?”, è questa la tua
domanda. – conclude brevemente Emma-O già a conoscenza
dei fatti e delle possibili evoluzioni.
- Infatti … - conferma Bishamon attendendo che il saggio interlocutore
gli suggerisca una soluzione.
- Ti eri troppo abituato a Ten-Gu e alle sue strategie… credo
che uccidendolo, Xena ti abbia causato un dispiacere. – ipotizza
il dio cercando di indovinare le sue reazioni di fronte alla morte
del suo peggior nemico.
- Non è esattamente così, ma di certo dopo tanti secoli
passati a combattere Ten-gu, Xena mi ha lasciato con un pugno di mosche
in mano eliminandolo al posto mio… ho sempre pensato che prima
o poi ci sarei riuscito, ma evidentemente non avevo fatto i conti
con la guerriera greca. –
Bishamon sembra un bambino dispiaciuto per aver perso il suo giocattolo
preferito mentre pronuncia amaramente queste parole a un Emma-O poco
interessato ai suoi problemi esistenziali.
- Non commettere l’errore di sottovalutare Xena per la seconda
volta, mio caro amico. – sentenzia saggiamente il giudice dei
morti.
- Cosa vuoi dire? -
- Xena ha eliminato Hiodoshi e adesso Ten-gu… se fossi in te
non mi sentirei così sicuro nel riuscire ad ucciderla solo
perché non si è ancora nutrita di anime e non la reputi
abbastanza forte. Quella donna ha altre virtù come l’astuzia
e il potere che discende dal dolore … lo hai potuto vedere con
i tuoi occhi quando Ten-gu ha ferito la sua amica. –
- Purtroppo per me, hai ragione… - confessa il dio della guerra
nipponico, rendendosi conto di essere stato troppo sicuro di sé.
- Su di lei ho un solo vantaggio: non ha ancor assorbito un’anima
e devo cercare di impedirglielo. In questo modo potrei farla ragionare
e di evitare che si ponga a capo degl’Oni… tu puoi confermarmi
che non ha ancora raggiunto l’apice della sua forza? -
Emma-O annuisce e dopo un istante di silenzio, lo informa di una nuova
notizia:
- Olimpia è ancora viva, il suo spirito non è giunto
da me. Fai in modo che Xena non lo venga a sapere altrimenti potrebbe
cercarla e darti nuovi problemi. Non appena la donna si sarà
ripresa, convincila a ripartire in modo che tu possa gestire la principessa
guerriera come meglio credi. -
- Hai ragione… farò come hai detto. – conclude
il dio della guerra preparandosi a congedarsi, ma prima di lasciare
il regno dei morti esordisce con una nuova richiesta. – Potremmo
semplificare le cose se tu concedessi a Xena di tornare in vita. Infondo,
ha eliminato due potenti demoni e salvato quarantamila anime. -
- Xena non merita tanta clemenza. – risponde prontamente Emma-O
deciso a motivare il suo rifiuto - Si è macchiata di terribili
delitti in passato di cui non posso non tener conto. -
- Niente è impossibile a te… dovresti pensarci. –
insiste voltandogli le spalle sapendo il discorso concluso.
- In questo momento non ne vedo la necessità. -
Il dio della guerra scompare in un cerchio infuocato senza alcun cenno
di saluto ad Emma-O, chiaro segno che tra i due non corre buon sangue,
forse per i loro incarichi così diversi, forse per la poca
collaborazione da sempre dimostrata.
CAPITOLO
II
Il
giovane Reiko, camminando nervosamente nella sala da pranzo della
dimora del capo villaggio, attende notizie sulla salute del bardo
che riposa nella camera da letto accanto, munita delle cure di Shila,
figlia di Saedo e sua moglie Akane.
La guerriera dopo un primo soccorso nel tempio di Bishamon, è
stata portata dagl’armati in questa casa dove avrebbe potuto
ricevere cure migliori e riposare in tranquillità. Ad un tratto
un guaritore raggiunge Reiko, il quale pone fine alla sua preoccupazione
informandolo circa le condizioni della donna:
- Come sta? Si è svegliata? – chiede l’uomo in
stato di apprensione per l’amica a cui il giorno precedente
aveva confessato i suoi sentimenti.
- No, è molto debole… purtroppo non so ancora dirti se
si salverà, la lama ha trapassato il costato da parte a parte
e continua a perdere molto sangue… sto facendo bruciare delle
erbe accanto al suo giaciglio per farla dormire ed evitare che senta
più forte il dolore. -
- Ti ringrazio… quando tornerai a visitarla? – chiede
il cacciatore di mostri porgendogli delle monete che l’uomo
non esita a prendere.
- Domani… se dovesse accadere qualcosa, chiamatemi… ma
state pronti, non ci sono molte speranze. – conclude il guaritore
che, una volta aperto l’ombrello, esce di casa sotto la pioggia
battente che non ha mai smesso di cadere sin dal momento della battaglia.
- Povera Olimpia … - esclama il guerriero ad alta voce rimasto
solo, fortemente addolorato per le condizioni della donna.
Xena
intanto, colta dalla disperazione per la sorte di Olimpia, decide
di far ritorno al tempio di Bishamon alla sua ricerca: è un
demone, ma la bionda guerriera la ossessiona da quando l’ha
nuovamente incontrata mentre era in fuga dagl’inferi; da allora
le ha salvato la vita ben due volte e per proteggerla ha eliminato
il principe dei demoni, suo signore, che le aveva inflitto una ferita
mortale.
- Olimpiaaa! – grida la principessa guerriera furibonda e piena
di collera, tornando sui suoi passi fino all’atrio del tempio
in cerca del bardo, forse, per sincerarsi della sua morte. Le sue
grida attirano all’ingresso sei armati pronti a sbarrarle la
strada a colpi di spada, ma la rabbia e il dolore donano alla demoniessa
un impeto omicida che in pochi minuti le permette di eliminare i valorosi
guerrieri di Bishamon dal suo cammino e di procedere attraverso la
porta del tempio, senza bisogno di aprirla data la sua natura spettrale.
Prima che possa guardarsi intorno in cerca dell’amica, il dio
della guerra le sbarra la strada materializzandosi davanti ai suoi
piedi, per impedirle di procedere e danneggiare il tempio:
- Cosa cerchi Xena? … Questo è un luogo sacro la tua
presenza mi offende. – dice Bishamon con sdegno dettato dalla
convenienza più che dal vero disagio procurato alla vista di
un demone.
- Risparmiami i convenevoli. Non me ne andrò senza Olimpia,
ti avverto…- ribatte la principessa guerriera dimostrando che
le sue intenzioni non sono affatto pacifiche.
- … Rassegnati … non hai bisogno di sfidarmi Xena.Olimpia
è morta e non avrei alcun motivo per mentirti. Devi dimenticarla,
il suo spirito subirà presto il giudizio di Emma-O e riposerà
in pace. Non ti permetterò di corromperla come una pianta velenosa
fa con il giovane arbusto. -
La diavolessa resta senza parole dopo aver appreso della morte del
bardo: in cuor suo aveva sperato che il colpo di Ten-gu non le fosse
stato fatale. Tuttavia una mente corrotta dal male non conosce pace
e rassegnazione e continua ad ostinarsi in progetti assurdi per alimentare
un’ossessione senza fine:
- Devo riaverla e tu non mi fermerai! – sbotta Xena colma d’odio
e disperazione.
Bishamon non ha speranza di riuscire a farla ragionare: i demoni sono
testardi e non scendono a patti con i propri nemici. Può solo
cercare di distoglierla dal suo obbiettivo in cambio di qualcosa di
più ambizioso per il suo avido cuore:
- Stai solo cercando di farmi perdere tempo, vero Xena? Sei qui per
verificare come sto riorganizzando la mia armata… ora che Ten-gu
è morto per mano tua, gli Oni ti acclamano come regina. Vorresti
farmi credere che rinunceresti al trono demoniaco per correre dietro
all’anima della tua amica? – dice il dio della guerra
invitando la principessa guerriera a riflettere. - Gli altri demoni
non aspetteranno a lungo il tuo ritorno lasciando il trono vacante…
se vuoi regnare sugl’inferi con la tua schiera demoniaca devi
pretenderlo con la forza, non ti concederanno alcuna riconoscenza
per aver eliminato Ten-Gu. -
- Sembra quasi che tu mi voglia a capo degl’Oni… ma non
riesco a capirne il motivo. Perché non me lo spieghi? –
chiede Xena mentre sul volto si dipinge un ghigno malefico.
- Seguimi se vuoi continuare questo discorso… - conclude Bishamon
scomparendo in una ruota infuocata seguito dalla demoniessa che svanisce
in una nube di fumo nero per poi ricomparire entrambi in un cimitero
abbandonato all’interno di un antico e maestoso mausoleo.
- Non sapevo che frequentassi certi posti allegri… - commenta
sarcastica Xena sempre più sorpresa del comportamento del suo
nemico temendo da un momento all’altro di cadere in una trappola.
- Questa tomba apparteneva ad una ricca famiglia di Higuchi ormai
estinta da più di trenta lustri. L’ultimo discendente
era posseduto da un demone e la sua anima dannata non venne mai purificata
con un esorcismo, perciò, per evitare che dopo la morte dell’uomo
il demone potesse tornare a turbare il villaggio, sono stato invocato
per compiere un incantesimo in questo luogo. Qui nessun potere demoniaco
può essere usato ne invocato… -
Xena estrae la katana pronta a difendersi, certa che quella spiegazione
preluda ad un combattimento voluto dal dio della guerra per eliminarla.
Tuttavia Bishamon resta immobile e la invita a riporre la spada:
- Mettila via Xena, non ti ho portato qui per ucciderti, ma perché
tu ci rimanga quando lo riterrai opportuno. -
- Certo… non vuoi sporcarti le mani ma vuoi rinchiudermi qui
per sempre. – commenta sprezzante la diavolessa che sembra essere
ormai giunta alla verità maledicendo nella sua testa il nome
di Bishamon e se stessa per averlo seguito fin li.
- Calmati, voglio solo parlare e trovare un accordo che sia conveniente
per entrambi. –
Nonostante non si fidi, la principessa guerriera decide di concedergli
un’ultima possibilità e di ascoltare ciò che ha
da dirle:
- Allora, muoviti! Non ho tempo da perdere. – dice incitandolo
con la spada puntata in direzione del suo petto.
– Entrambi vogliamo qualcosa l’uno dall’altro…
tu vuoi riavere la bionda guerriera, io voglio che l’armata
dei demoni Oni venga eliminata per sempre. -
- Non posso crederci… mi stai proponendo un accordo… tu?!
– ribatte Xena scandendo ogni parola per sottolineare quanto
le appaiano assurde le intenzioni di Bishamon.
- A volte degl’accordi sono necessari per mantenere un equilibrio
tra bene e male. – si giustifica il dio della guerra, percependo
nei pensieri di Xena la soddisfazione nel vederlo piegato alle sue
future decisioni.
- Sei solo un ipocrita! – sentenzia con disprezzo la principessa
guerriera. – Non riesci ad ammettere neanche a te stesso che
sei disposto a scendere a patti con un demone, che reputi la creatura
infida e malefica della terra, pur di raggiungere i tuoi scopi! –
Il dio vorrebbe zittirla ma non riesce a trovare un motivo valido
per ribattere e convincerla del contrario. Tuttavia l’insulto
ricevuto è difficile da ingoiare, specie se a farlo è
un demone:
- Come osi rivolgerti a me in questo modo?! Dovrei lasciarti marcire
negl’inferi invece di darti una possibilità di riscatto!
-
- Sai bene che non mi lascio spaventare da te, perciò ti conviene
parlare e in fretta. – puntualizza senza mai abbassare la spada.
Dopo alcuni secondi di silenzio per dissolvere parte della tensione
tra i due, Bishamon svela il suo piano:
- Torna dagl’Oni e reclamane il trono come uccisore di Ten-gu.
Quando avrai riconquistato la loro fiducia e la loro sottomissione,
li condurrai dove ti indicherò… un luogo in cui la mia
armata li sterminerà per sempre. In cambio ti consegnerò
Olimpia e avrai la mia parola che le nostre strade non si incroceranno
mai più. -
Un silenzio adatto a quel luogo lugubre, regna tra i due che rimangono
a fissarsi negl’occhi tutto il tempo, in attesa che Xena valuti
l’offerta e decida quale posizione adottare.
- Ti fideresti di me fino a questo punto? -
- … Ci ho riflettuto e mi sento di correre questo rischio…
se verrai meno alla tua parola, non esiterò ad eliminarti…
ma valuta adesso e non accettare se credi che la tua amica non valga
quanto il tuo trono… -
Xena rinfodera la spada alle sue spalle riflettendo su ciò
che desidera avere più di ogni altra cosa.
- Questo sarà il nostro luogo d’incontro dove potremo
parlare lontano da occhi e orecchie indiscrete e come ti ho già
detto, puoi anche restarci se preferisci abbandonare gli Oni. E’
un luogo abbandonato in cui nessuno può avvertire la tua presenza.
-
- Ti ringrazio, ma non mi piace fare l’eremita… tornerò
negl’inferi. – puntualizza Xena facendo crollare l’ultima
speranza di Bishamon di vederla fuori gioco.
- Domani notte ti aspetterò qui… se mancherai all’appuntamento
saprò che hai rifiutato la mia proposta e l’anima di
Olimpia sarà libera. – conclude Bishamon per poi scomparire
lasciando la demoniessa da sola con i suoi pensieri e una decisione
importante da prendere in poco tempo. La principessa guerriera si
avvicina alla tomba di Alabastro, posta al centro della sala sepolcrale,
per osservare i fregi e le sembianze dell’uomo raffigurato nella
scultura di marmo disteso nel suo riposo eterno.
“Piuttosto che salvarti da vivo, hanno preferito imprigionarti
da morto… non riesco a rinunciare ad Olimpia ma l’idea
di rendere la schiava la sua anima come hanno fatto con te mi turba…”
Mentre riflette sulle conseguenze delle sue azioni avverte una strana
sensazione al ventre e per alcuni secondi il suo spirito sbiadisce
come la luce di una candela scossa da una folata di vento improvvisa.
Non le è difficile comprenderne la causa: la mancanza di nutrimento
la sta indebolendo sempre più e in mancanza di anime da fagocitare,
il suo spirito demoniaco sarà destinato a dissolversi senza
lanciare alcuna traccia di se.
di
Darkamy e Xandrella