Un’altra
notte infine giunge con le sue tenebre a nascondere gli intrighi e
i complotti di Xena e Bishamon nel cimitero del villaggio. I due si
ritrovarono faccia a faccia nel mausoleo abbandonato pronti a rispettare
l’accordo, ma senza fidarsi a pieno l’uno dell’altro.
Del resto, la diffidenza non viene mai meno tra due ladri che cercano
di spartirsi un bottino dopo aver saccheggiato insieme il villaggio
poiché ognuno teme di essere pugnalato alle spalle e derubato
al momento di dividere il tesoro.
- Hai preso una decisione? – chiede Bishamon senza mezzi termini.
- Voglio Olimpia. Gli Oni sono stupidi e spietati e per quanto formino
una buona armata, non sono gl’uomini migliori che abbia avuto
al mio servizio… non mi mancheranno di certo. Quando mi avrai
consegnato Olimpia avrò altri progetti… -
- Prima attirerai gli Oni nella mia trappola e solo se tutto andrà
secondo i miei piani ti consegnerò l’anima della donna.
-
Xena ringhia contro il suo interlocutore: non è d’accordo
che sia lui a dettare le condizioni ma non può fare diversamente.
- E va bene… ma dovrai consegnarmela immediatamente dopo la
battaglia. Ho la tua parola? -
- … Certo. – risponde a fatica il dio della guerra sentendo
forte come un macigno il peso del suo inganno. Per la vittoria ha
svenduto come carta straccia il suo onore promettendo il falso: Olimpia
è viva e non può consegnare a nessuno il suo spirito
che, anche in caso contrario, apparterrebbe al regno dei morti e non
potrebbe disporne a suo piacimento.
- Dove devo condurli? Ti avverto, non ho tempo da perdere, la battaglia
avverrà al nascere della prossima oscurità. -
- I miei armati sono già pronti, non preoccuparti. Portali
tutti al fosso tra la montagna infuocata e il monte Verde. Il mio
esercito scenderà dalle vette e li accerchierà. -
- Bene… attenderò che sia notte fonda… - conclude
seccamente Xena per poi scomparire e fare ritorno negl’inferi
sempre più convinta della sua scelta.
“Olimpia manca poco ormai… adesso starò a vedere
quanto vale la parola di Bishamon. Non mi fido di lui, probabilmente
cercherà di eliminarmi durante la battaglia con tutti gli altri.”
CAPITOLO
IV
-
Olimpia… guardami Olimpia … -
Una voce profonda la richiama dal sonno nel quale era caduta e una
volta riaperti gli occhi per un istante, riconosce il giovane Reiko
seduto accanto a lei a tenerle la mano. Gli arti sono intorpiditi
e dal costato acute fitte di dolore si ramificano per tutto il corpo
che sente essere pesante quanto un macigno.
- Si sta svegliando… - osserva il cacciatore di mostri affiancato
dal guaritore del villaggio.
- Chiamala ancora… - ordina l’anziano uomo attento ad
ogni reazione della donna.
- Olimpia coraggio apri gli occhi… hai dormito due giorni sai?
Ora sei fuori pericolo… -
La poetessa cerca più volte di accontentare l’amico,
ma le palpebre sono pesanti e riesce a guardarsi intorno solo pochi
secondi ad ogni tentativo.
- Dov’è Xena? … Che ne è stato di lei? –
riesce a domandare con un filo di voce cercando di inumidire le labbra
secche con un morso.
- Datele un panno umido sulla bocca… solo poche gocce mi raccomando
– dice il guaritore alla giovane Shila che le fa da assistente.
- Xena ha ucciso Ten-gu amica mia, poi è sparita e non so dirti
dove sia andata purtroppo. Ora non devi pensarci, riposa. Sei viva
per prodigio …. Avrai tutto il tempo di pensare alla principessa
guerriera tra qualche giorno, quando ti sarai ripresa. -
Non avere alcuna notizia dell’amica getta nello sconforto la
donna che inizia a piangere silenziosamente non avendo neppure la
forza di parlare.
- Coraggio, non disperare… devi stare calma. Hai avuto la febbre
alta e per due giorni abbiamo temuto per la tua vita. – cerca
di rincuorarla Reiko con voce pacata, raccogliendo le lacrime che
scivolano sul cuscino copiose ad ogni battere di ciglia, accarezzandole
i dolci lineamenti del viso con il dorso della mano.
- Perché non mi hai lasciato morire? – chiede con la
voce incrinata dal pianto. – Avrei raggiunto Xena, ne sarei
stata felice. -
- Lo sai che non ho mai approvato la tua scelta… - dice riferendosi
al piano della donna di voler cadere in battaglia. – Emma-O
non ti avrebbe dato ascolto e avresti gettato via la tua vita per
niente. -
Il guaritore afferra Reiko per il braccio scuotendo la testa, non
approvando tutta l’agitazione a cui Olimpia viene sottoposta
con quelle parole.
- Ora vado nella stanza accanto… cerca di calmarti e non piangere.
Verrò a trovarti tra qualche ora se vuoi. -
- Certo. – risponde il bardo vedendo l’uomo allontanarsi
rammaricato senza però riuscire a mettere da parte i suoi problemi
per cercare di rincuorarlo.
Quando anche il guaritore e Shila hanno terminato il proprio compito,
la donna resta sola e contro ogni raccomandazione cerca di alzarsi
con molta difficoltà. Lentamente appoggia i piedi a terra rimanendo
seduta sul letto, ma viene costretta ad una pausa da un forte capogiro
che le fa sembrare la stanza vorticare intorno a se.La sua attenzione
viene richiamata verso la finestra, dove uno splendido falco sembra
aver trovato un inusuale ristoro:
- E tu cosa ci fa qui…- esclama mentre il rapace agita le poderose
ali per balzare nella stanza tramutandosi in un alto e armato guerriero
che Olimpia riconosce come il dio Bishamon:
- Vedo che ti riprendi in fretta. Sono felice per te. -
- Grazie, a cosa devo questa inaspettata visita .. gli dei non vanno
dai mortali per assicurarsi delle loro condizioni di salute. –
osserva la donna sperando che la risposta abbia a che fare con Xena.
- Mi dispiace darti una brutta notizia dato il tuo stato, ma è
necessario per il tuo bene. -
- Cos’è successo a Xena? – chiede temendo il peggio
mentre il suo cuore inizia a battere con ritmo forsennato.
- I demoni Ika-zuchi-no- kami purtroppo l’hanno eliminata per
vendicare l’uccisone di Ten-gu. Mi dispiace… - dice con
una nota di falso cordoglio.
- … No… non può essere vero… Xena è
forte, lei … non può essere…. -
- Devi fartene una ragione… - dice con poco tatto il dio, infastidito
dalle lacrime della donna per quello che per lui è solo un
demone. – Devi prendere la prima nave per l’occidente
e andartene prima che la vendetta degl’Oni raggiunga anche te.
Ti stanno già cercando e non ci metteranno molto a trovarti.
-
Olimpia è confusa tanto da non ascoltare le parole del dio
della guerra; non riesce a pensare ad altri che a Xena e al fatto
che non resta più nulla del suo spirito, cancellato per sempre
da ogni luogo e tempo dove nemmeno le preghiere potrebbero raggiungerla.
- Olimpia devi ascoltarmi… - la richiama Bishamon mentre l’afferra
energicamente per le braccia standole di fronte per incontrare il
suo sguardo ed ottenere la giusta attenzione. – Devi andartene
subito o gli Oni ti uccideranno! Xena aveva molto a cuore la tua vita,
non gettarla via! -
La donna annuisce poco convinta da quelle parole:
- Purtroppo ora devo andare, ti saluto … abbi cura di te. –
si congeda il dio prima di riprendere le sembianze del falco e allontanarsi
dalla finestra così com’era arrivato lasciando Olimpia
sempre più convinta che morire in battaglia sarebbe stata la
soluzione migliore.
Negl’inferi
intanto, c’è fermento per la battaglia promessa da Xena
alla sua armata di demoni. Un gran numero di armi di ogni tipo e dimensione,
viene distribuita ad ogni soldato con le indicazioni circa la sua
postazione:
- Nessun Oni resterà negl’inferi questa notte! –
grida Xena a due guardie delle carceri per intimare loro di mettersi
in fila con gli altri. – Muovetevi invece di perdere tempo!
–
- Ma principessa, chi rimarrà qui a custodire il regno e mantenere
l’ordine? – chiede uno dei due mettendosi sull’attenti
con la lancia in mano.
- Se non resta nessuno non è necessario mantenere l’ordine
idiota! Mettiti in fila immediatamente! -
- Si mia signora. -
Dopo che i due si sono allontanati, Xena lascia la sala del trono
indisturbata e si incammina per i cunicoli dei sotterranei dirigendosi
verso le prigioni. Davanti alle celle, un demone passeggia svogliatamente
tenendo d’occhio le persone catturate durante le scorribande
della notte precedente. Alla vista del capo, l’Oni si ferma
sorpreso di vederla in un luogo poco indicato al suo rango:
- Vai a prepararti anche tu con gli altri. – ordina al suo subordinato
che senza replicare ubbidisce immediatamente, lasciandola sola dinanzi
alle celle.
La principessa guerriera li scruta ad uno ad uno per contarli: sono
undici in totale di cui sei donne, un bambino e quattro uomini. Nei
loro occhi può leggere la paura mentre se ne stanno rannicchiati
in un angolo in attesa della sua prossima mossa. La demoniessa prende
le chiavi appese al muro con l’intento di aprire la cella mentre
gli uomini si alzano ponendosi davanti alle donne e al bambino nel
tentativo di proteggerli: ostentano prontezza d’animo e coraggio
ma hanno paura al pari degl’altri. Una volta aperta la gabbia,
Xena muove un solo passo verso di loro colta da un irrefrenabile istinto
di ucciderli e divorarne le anime ma proprio quando sta per andarsene
vincendo la tentazione, uno dei prigionieri temendo la morte, si avventa
su di lei con in mano un pugnale nell’inutile tentativo di eliminarla.
La principessa guerriera lo afferra per il polso e respingendo il
colpo picchia violentemente l’elsa dell’arma sul naso
dell’uomo che inizia a sanguinare copioso riaccendendo in lei
un forte desiderio di nutrirsi.
Le mani artigliate stringono ora il collo del prigioniero impedendogli
di respirare mentre gli altri in preda al terrore non osano muovere
un dito. Il pensiero di Olimpia placa l’impulso omicida di Xena
ancora una volta e la induce a lasciare la presa per poi allontanare
l’uomo con una spinta ed uscire velocemente dalla cella.
- Quando non sentirete più alcun rumore, andatevene. - avverte
lasciando la porta aperta dietro di se con grande sforzo di volontà
avendo allontanato un ricco banchetto. I prigionieri probabilmente
non hanno compreso l’invito della principessa guerriera ad abbandonare
quel tetro luogo quando tutti i demoni se ne saranno andati, ma tirano
un sospiro di sollievo per essere scampati alla morte.
Come
promesso, Reiko torna in camera di Olimpia sperando di vederla più
rilassata, ma la donna è seduta sul letto in preda al pianto
ormai da diverse ore dopo aver appreso della falsa uccisione di Xena
per mano dei demoni.
- Ehi, cos’hai? Troveremo la tua amica, non devi disperarti
così, ti sentirai male. Coraggio non piangere. – esclama
l’uomo avvicinandosi desiderando di abbracciarla e tenerla stretta
a se qualche momento per consolarla, preso dalla tenerezza di quella
visione innocente e triste allo stesso tempo.
- Bishamon è stato qui… - dice tra i singhiozzi.
- Lui qui? Cosa voleva ancora da te? -
- Mi ha detto che i demoni hanno eliminato Xena per vendicare Ten-gu….
non resta più niente di lei ormai …. Niente! –
Le lacrime le smorzano la voce e il respiro mentre il dolore per la
ferita sembra essere diventato solo un insulso graffio a paragone
di ciò che porta nel cuore in quel momento.
- … Mi dispiace, dico davvero. Ho visto con i miei occhi che
Xena ti voleva bene almeno quanto tu ne volevi a lei. -
Reiko non riesce a trovare parole giuste per consolarla della grave
perdita e rimane in rispettoso silenzio con gli occhi bassi.
- … L’ho persa due volte e per sempre. – dice Olimpia
in preda allo sconforto ricordandosi poi di quello che per lei è
solo un’inutile dettaglio. – I demoni mi stanno cercando.
Bishamon ha detto che mi ritengono responsabile dell’uccisione
del loro principe e presto verranno qui ad ispezionare. -
- Cosa?! Devi andartene subito allora. Non c’è tempo
da perdere! – ribatte l’uomo prendendole le mani preoccupato
per la sua sorte - Non puoi stare qui a piangere preparati, ti accompagnerò
al porto, anzi, fino in Grecia! –
Le premure di Reiko stavolta non ricevono degna riconoscenza dal bardo:
- Non mi importa di tornare a casa! Non lo capisci? Non voglio andare
in nessun posto! – ribadisce la donna alzando la voce più
del dovuto in preda all’inquietudine.
- Ti darei uno schiaffo se non stessi male … - ribatte a tono
il guerriero che non si lascia convincere dalla sua testardaggine
- … Cosa penserebbe di te Xena adesso?! Le avevi promesso di
andare in Egitto e di continuare ad aiutare i deboli e invece sei
qui a piangere aspettando che gli Oni ti trovino… -
- Xena non può più vedermi adesso, se non l’avessi
mai incontrata negl’inferi avrei continuato la mia vita come
lei voleva immaginando il suo spirito al mio fianco. Ora non posso
più fingere a me stessa capisci? – non avrebbe potuto
esprimere con parole migliori il suo dramma, lasciando all’immaginazione
di Reiko tutti i suoi sentimenti di quel momento.
- Tu hai tutta la mia comprensione, ma sono tuo amico e non ti lascerò
qui a morire. Ti prego Olimpia, andiamo al porto e non costringermi
a portarti di peso. -
La tenacia del cacciatore di mostri strappa un sorriso alla donna
costretta ad arrendersi alla sua richiesta:
- Hai proprio la testa dura, sai? -
- Me lo dicono spesso. Chiamo Shila per farti aiutare, io preparo
le nostre sacche. – conclude l’uomo posando un bacio sulla
fronte di Olimpia prima di lasciare la camera
- Non scappare dalla finestra, siamo intesi? Farei fatica a starti
dietro, corri troppo veloce! – dice prima di varcare la porta
ironizzando sulla salute del bardo che non ha l’umore adatto
per ribattere, ma ripaga la sua pazienza con un dolce sorriso.
di
Darkamy e Xandrella