episodio n. 2
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CAPITOLO III

Stordita dal fumo delle erbe medicinali, Olimpia viene mantenuta in uno stato d’incoscienza ormai da molte ore per impedirle di svegliarsi e soffrire per la profonda ferita al costate inflittale dal principe dei demoni. Il respiro irregolare e il viso imperlato di sudore sono segni che il suo riposo non è certo tranquillo. Nella mente i ricordi si mescolano con le allucinazioni e il dolore rende ogni sogno un incubo, che pare non avere mai fine.
Xena è li accanto a lei che la osserva con gli occhi di un folle assassino di fronte alla sua vittima inerme. Si avvicina al letto e ben presto è sopra di lei a tenerla ferma senza che abbia la forza di respingere un approccio non voluto e di cui ha paura.
- Lasciami, ti prego… non voglio! – la donna grida e si dimena per sfuggire alla presa e alla lingua di lei sul suo collo senza avere alcuna possibilità di liberarsi.
- Lasciami fare… sta ferma. - le sussurra Xena ad un orecchio per poi morderlo con passione.
- No… ti prego, non farlo! – insiste il bardo sempre più impaurita mentre la mora guerriera le strappa il corsetto scoprendole i seni e le sorride beffardamente prima di chinarsi sul suo petto a baciarla e toccarla contro la sua volontà.
- Tra poco ti piacerà e mi chiederai di andare avanti … vedrai … - prevede la donna sempre più decisa a continuare il suo gioco.
Le sue mani corrono fino alle cosce di Olimpia, lisce e morbide al suo tocco, ma recalcitranti a seguire il suo volere.
- … Apri le gambe … aprile, o lo farò io… - le dice guardandola negl’occhi, cercando subito dopo, un bacio con la violenza quasi per distrarla dalle sue mani che le accarezzano energicamente i glutei fino ad afferrare i lembi dell’intimo per abbassarlo.
- No! … Xena, lasciami ti supplico! – grida la donna appena la sua bocca riesce a liberarsi dai soffocanti baci di lei.
- Lo sai? Più ti opponi e più mi piace… - le dice sollevandosi dal suo corpo caldo e fremente al solo scopo di eliminare definitivamente ogni ostacolo dal suo obbiettivo e aprirle le gambe con forza e violenza.
In preda ai suoi istinti Xena prosegue strappandole il gonnellino per poi stendersi su di lei nuovamente pronta a possederla contro la sua volontà.
- Non puoi farlo davvero?! Xena ti supplico lasciami andare … - ripete la donna nel tentativo di dissuaderla ad andare oltre.
La principessa guerriera invece, carica di desiderio, continua insistentemente a baciarla e a premere i suoi fianchi contro quelli della compagna.
- Lasciami! Non toccarmi! – grida la donna sempre più spaventata iniziando a dimenarsi con maggiore forza nell’ultimo tentativo di opporsi.
- Oh si che posso… - così dicendo osa più di quanto avrebbe dovuto facendola sussultare per poi insistere ripetutamente con movimenti decisi e ritmici. Ben presto i fianchi del bardo iniziano a seguire i suoi gesti e lentamente a opporre resistenza con sempre minore convinzione:
- Mi fai male… togli quella mano. - mente Olimpia in preda al piacere muovendosi ritmicamente con la sua amante tra deboli gemiti.
- Non ti fa male… lo so che ti piace… lo sento… -
Ancora un bacio, poi un altro, finchè Olimpia smette di opporsi e rilassa il suo corpo per accogliere ciò che la principessa guerriera ha da offrirle in preda alla passione. Il respiro del bardo è sempre più affannato e le sue braccia ora si stringono intorno alla schiena della sua amante come a volersi fondere in un unico essere in quel momento di estasi. Le poche suadenti parole che Olimpia riesce ora ad emettere sono ben diverse dalle precedenti: niente paura, solo desiderio crescente e volontà di continuare un atto fisico e istintivo senza raziocinio e pudore.
- Mi fermo? – sussurra Xena nel momento in cui la sente completamente sottomessa al suo volere, languida e disponibile ad ogni suo movimento.
La donna scuote il capo ammettendo la sua resa, lasciandola continuare a condurre il gioco con maggiore soddisfazione.
- … E se mi fermassi? – insiste mentre scosta una ciocca di capelli che impertinente scivola sul viso di Olimpia.
- … No! Ti prego, vai avanti … -
- Era quello che volevo sentirti dire… -
- … Lo so … continua. -
La donna chiude gli occhi per godersi quel momento certa che le interruzioni siano ormai finite, ma quando li riapre dopo qualche secondo per incrociare quelli di Xena, al suo posto vede l’orribile volto di scimmia di Ten-gu e della principessa guerriera non resta più alcuna traccia.
In preda al panico e al terrore, la donna emette un urlo agghiacciante e cerca istintivamente di spostare il pesante corpo del principe dei demoni dal suo senza risultato. Il mostro si ritrova in mano un pugnale e senza dare alla sua vittima il tempo di realizzare ciò che sta accadendo, la trafigge al costato con ferocia. Il dolore la travolge all’istante e Olimpia lo avverte più vivo che mai.
I suoi occhi si riaprono e ancora impaurita e disorientata cerca di portarsi a sedere sul giaciglio con uno scatto. E’ stato solo un incubo, ma il dolore è realtà: il busto nudo è avvolto da una stretta fasciatura di candide bende da cui si può individuare con esattezza il punto della ferita dall’ampia macchia di sangue che continua lentamente ad espandersi impregnando il tessuto. Sofferente, ma sollevata dall’aver posto fine ad un brutto sogno, cerca di normalizzare il respiro ancora affannoso lasciandosi cadere lentamente sul letto. Gli occhi faticano a rimanere aperti nonostante la poca luce che filtra solo dagli spiragli in una finestra chiusa della stanza.
Shila, con preoccupazione, entra ad un tratto nella camera richiamata dall’urlo di Olimpia e avvicinatasi a lei, immerge un fazzoletto nella bacinella piena d’acqua fredda posta accanto al letto e glielo ripone sulla fronte bollente:
- … Sono ancora viva … - dice con debole voce alla ragazza accanto al suo letto.
- Si, ma devi riposare. La ferita è ancora aperta. – si raccomanda riboccando amorevolmente le lenzuola mentre il bardo ripiomba in un sonno profondo non riuscendo a tenere gli occhi aperti per il dolore e l’effetto dei fumi delle erbe.
Avvicinatosi alla porta, richiamato dalle grida, Reiko si sporge con il busto in avanti in cerca di notizie dalla figlia del capo villaggio:
- Come sta? Si è svegliata? -
- Si, non ha sonni tranquilli… credo che abbia la febbre alta… ora si è riaddormentata – dice richiudendo la porta scorrevole della camera alle sue spalle.
- Questa notte è interminabile. Mi sento impotente a non riuscire ad aiutarla… temevo che rimanesse uccisa per mano di Xena, invece … nessuno era a conoscenza dell’arrivo di Ten-gu, nemmeno gli Oni. Dalle poche parole che si sono scambiati credo che il principe dei demoni abbia voluto punire Xena con questo gesto. Non avrei mai scommesso sulle buone intenzioni di quel demone eppure, ha ucciso il suo signore contro ogni previsione. -
- Ora possiamo solo sperare che Olimpia sia forte abbastanza per superare questo incidente. – conclude Shila per congedarsi dal giovane e raggiungere la cucina mentre Reiko, restando davanti alla stanza dell’amica, le rivolge pensieri e suppliche nella speranza di vederla riprendersi: “Non mollare Olimpia…”

Nei cunicoli sotterranei del vulcano, si odono forti schiamazzi provenire dalla grande grotta dimora degl’Oni e sala del trono del loro signore. Il gran tumulto è dovuto allo scompiglio generale che l’uccisione di Ten-gu ha causato, dividendo in fazioni l’armata nella scelta del nuovo capo. Così, alcuni ritengono di dover dare la caccia a Xena per eliminarla in modo da punire la sua malefatta, altri la vorrebbero come nuova principessa, taluno si offre per il prestigioso incarico ricevendo insulti e percosse dai compagni ed infine, un folto gruppo sostiene uno dei sette potenti Ika-zuchi-no kami accorso nel rifugio degl’Oni per reclamare la successione di Ten-gu. Costui aveva partecipato con gli altri sei demoni alla cattura dello spirito di Xena per ordine del principe dal volto di scimmia, deciso ad infliggerle una punizione per l’uccisione di Hiodoshi.
I suoi seguaci lo circondano tentando con mille lusinghe di dimostrargli totale fedeltà e appoggio, sperando di attenere futuri incarichi prestigiosi e altrettanti favori come ricompensa per i loro servigi.
Mentre i demoni continuano il gran chiasso, la principessa guerriera compare all’ingresso della sala lasciando ammutoliti gli Oni che per primi si accorgono della sua presenza.
- E’ Xena! – avverte uno della terza fila nascosto dai compagni mentre la demoniessa si fa largo tra la folla per raggiungere una figura diversa dagl’altri: alto, spalle larghe, capelli corti a spazzola e di corporatura robusta.
Alcuni Oni al suo passaggio le ringhiano contro ma non sono abbastanza temerari per attaccarla sapendo di avere poche speranze di vincere lo scontro.
- Kokushi… alla fine ci rincontriamo. – introduce la principessa guerriera riconoscendo il demone Ika-zuchi-no kami davanti a lei.
- Xena… che bella sorpresa. Non credevo che saresti tornata. Hai avuto coraggio a presentarti di nuovo qui dopo il tuo tradimento. – ribatte il suo interlocutore in un brusio di assenso degl’Oni contrari al suo ritorno che si interrompe solo quando la demoniessa riprende la parola:
- Non ho ucciso Ten-gu per regalarti il trono. Quel posto è mio e ti conviene tornare all’inferno da cui sei venuto! -
I suoi occhi rossi di rabbia rendono chiaro a tutti i presenti che la faccenda verrà risolta di lì a poco con le vecchie maniere forti. Il cerchio intorno ai due contendenti inizia ad allargarsi per preparare l’arena di battaglia mentre decine di Oni sono costretti ad abbandonare la sala per fare spazio:
- Ma chi diavolo ti credi di essere?! – grida Kokushi suscitando l’ilarità generale per qualche secondo. - Fatti sotto e dimostra di meritare il trono se proprio lo vuoi! –Xena raccoglie la sfida e senza scomporsi, fissa negl’occhi il suo avversario mentre si mette in posizione da combattimento rifiutando le armi che gli vengono offerte dai suoi seguaci.
- Niente armi dunque? Solo le nostre abilità naturali … - considera la principessa guerriera intuendo le intenzioni del demone.
Un ghigno carico di arroganza si dipinge sul volto di Kokushi che attende l’inizio della contesa mentre osserva Xena buttare a terra la spada e il chakram per allontanarle poi dai due in modo leale.
Dopo aver contratto le spalle affinché le ossa del collo abbandonino la tensione emettendo dei sonori schiocchi, la principessa guerriera si pone in postura di difesa coprendo il busto con il braccio destro levato verso l’alto a muscoli contratti.
Il gesto scatena la furia di Kokushi che si avventa su di lei con un energico balzo in avanti: gli avambracci dei due si incrociano innescando un gioco di forza che si prolunga per qualche istante fin quando Xena, roteando il polso, fa presa sul braccio del demone per sferzarlo con violenza. Il contatto si interrompe nello stesso istante con uno strattone di Kokushi che rabbioso scaglia due poderosi calci per mettere in difficoltà la demoniessa: il primo trova pronta difesa ma il secondo va ad affondare nell’addome Xena, che si accascia a terra dolorante a causa della violenza subita. Deciso ad approfittare dell’attimo propizio, il demone si alza in volo per gettarsi con tutto il peso del corpo sull’avversaria ancora a terra a dominare il dolore, ma un istante prima di essere colpita, la principessa guerriera si tuffa su un lato lasciando che il colpo si riversi a terra. Il duro impatto viene accusato da Kokushi che raccoglie istintivamente l’arto leso mentre Xena rialzatasi con un balzo, emana dai palmi delle mani una sfera di energia attinta dal corpo demoniaco. Essa si riversa con violenza sul nemico scagliandolo rovinosamente contro la parete rocciosa della caverna. Senza esitazione, la principessa guerriera continua la sua offensiva avventandosi furiosa sul demone, assestando una decisa gomitata al volto di lui seguita da una ginocchiata al torace. In netta difficoltà, Kokushi attende l’attimo in cui Xena si raccoglie pronta a sfoderare un nuovo gancio, per liberare una sfera di energia contro di lei. Con evidente sforzo, la demoniessa riesce a trattenerla un istante prima che la forza prorompente possa travolgerla, ma l’attenzione da lei rivolta permette a Kokushi di concentrare nuova energia liberandola contro la parete rocciosa. Dall’esplosione ne deriva una pioggia di massi provenienti dalla roccia frantumata che si riversano sulla principessa guerriera sommergendola. Convinto di aver sconfitto la sua contendente, il demone Ika-zuchi-no kami si rialza fiero da terra, spolverando la sua armatura con fare altezzoso per poi avvicinarsi al trono muovendo passi lenti e aggraziati. I demoni lo osservano ammirati pronti ad acclamarlo come nuovo signore degl’inferi, quando Xena con balzo fulmineo, si libera dal mucchio di massi caduti e si avventa in volo sul nemico colpendolo in piena schiena per farlo rovinare a terra col viso:
- Credevi che sarei stata la sola a mangiare la polvere? ... Fin’ora mi sono solo divertita con te! – esclama la demoniessa carica di collera per l’affronto subito passandosi il dorso della mano sul labbro da cui scorre un rivolo di sangue scuro come la pece.
Decisa a non concedere tregua al demone, Xena si avventa su di lui prima ancora che, rialzandosi barcollando, abbia raggiunto la posizione eretta. Un poderoso calcio lo colpisce al viso spingendolo a terra ancora una volta. Stordito, Kokushi leva lo sguardo davanti a se, notando la spada di Xena posata a pochi palmi. Così, desideroso di vendetta, si avventa sull’arma e la brandisce pronto ad usarla nella speranza che essa possa donargli la vittoria che sempre più difficilmente sarebbe riuscito a conquistarsi.
- E tu saresti il rappresentante degl’Ika-zuchi-no kami? Sei solo un vile! – gli grida contro con disprezzo la principessa guerriera lasciando che il suo nemico si avvicini per nulla spaventata.
Un veloce fendente di spada si libra contro di lei brandito dal possente braccio demoniaco, ma Xena si scansa senza impegno sicura della sua superiorità. Con altrettanta decisione evita i successivi attacchi del nemico, dilettandosi a mostrare agl’Oni presenti, tutta la sua abilità che umilia sempre più l’immagine di Kokushi il quale, furente, riversa tutta la sua ira nei fendenti librati concedendo a Xena di accrescere la sua supremazia. Stanca del gioco che si dilunga già da qualche minuto, la demoniessa blocca a due mani la lama della spada e con gesto energico e composto la sottrae al suo rivale ormai allo strenuo delle forze. Per nulla impietosita dall’affanno con il quale il demone si regge in piedi, la principessa guerriera fa roteare la spada in aria e una volta impugnata dall’elsa ne punta l’estremità opposta alla gola del demone che resta immobile in segno di resa abbassando lo sguardo con sconforto bruciante.
- Qualcun altro vuole sfidarmi? … C’e ancora qualcuno che osa dire che il trono non spetti a me? – domanda Xena con arroganza mentre le sue parole, pronunciate a voce alta, risuonano nei cunicoli circostanti ottenendo in risposta solo l’eco.
- Xena, signora degl’inferi e nostra principessa, che tu possa regnare sul mondo con la tua malvagità!! – grida finalmente uno degl’Oni incitando i compagni.
All’annuncio del loro portavoce, tutti i demoni iniziano ad acclamare il nome di Xena stendendo ripetutamente il braccio verso il nuovo capo in segno di fedeltà.
Quel momento gratificante riempie il cuore della demoniessa di vecchie sensazioni quando era a capo di una grande armata e i suoi uomini la conoscevano come la “devastatrice di nazioni”. Altezzosa e per nulla provata dal combattimento grazie alla sua natura spettrale, si avvia fiera verso il trono mentre gode alla vista degl’Oni che chinano lo sguardo al suo passaggio.
- Dobbiamo festeggiare! – grida uno dei demoni verso la principessa guerriera che si siede lentamente sulla regale poltrona di ossa accarezzandone i macabri braccioli con soddisfazione, zittendo infine il coro dell’armata con il solo gesto della mano.
- Vi concedo i festeggiamenti oggi … ma da domani dobbiamo riorganizzarci ed attaccare Bishamon. Non deve credere che con la morte di Ten-Gu ci siamo dispersi con la coda tra le gambe! – istruisce la nuova sovrana mentre un boato di grida approva il suo piano con grande gioia.
- Non possiamo divertirci senza anime… - osserva uno del gruppo più vicino al trono per informare Xena di essere a corto di provviste.
- Mhm… andate al villaggio e seminate il terrore fino alle prime luci dell’alba! – comanda la demoniessa sempre più a suo agio nel nuovo ruolo di capo degl’Oni.
- Ti vogliamo con noi! – gridano insistentemente i demoni scatenati dal susseguirsi delle liete notizie.
Per un istante la sua natura demoniaca la induce ad accettare l'invito fin quando nella mente di si riaffaccia il volto di Olimpia che fino a quel momento era rimasto nascosto nell’atro più recondito della sua testa vinta da desideri di potere e vittoria:
- Dove credete che sia stata prima di tornare qui? … Andate, io sono già sazia. – conclude lasciando che una nuova menzogna la sottragga al macabro rituale per l’ennesima volta, impedendole di diventare un demone completo al pieno delle forze.
La sala si svuota in fretta e ben presto la principessa guerriera si ritrova da sola assaporando finalmente il silenzio.
“Mi sento sempre più debole… sconfiggere Kokushi non è stato semplice in questo stato. Ho sprecato molte energie e ora corro il rischio che gli Oni si accorgano che potrei scomparire per mancanza di nutrimento. Se li avessi seguiti avrei posto fine ai miei problemi e almeno Olimpia avrebbe riposato in pace.” Riflette tra se e se alzandosi dalla regale poltrona che sembra aver perso improvvisamente ogni valore. “Non riesco a scacciarti dalla mente… devo averti ad ogni costo. La dannazione non è poi così terribile e quando saremo di nuovo insieme approverai la mia scelta, lo sento.”

di Darkamy e Xandrella

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