CAPITOLO
V
Il
sole era già calato ad occidente quando la grande armata di
Oni inizia il suo cammino dalle profonde gallerie sotterranee del
vulcano per raggiungere la superficie e proseguire una silenziosa
marcia avviluppati dalla notte. In cielo non si scorgono nubi, ma
l’aria è pesante e lontano a nord ovest, un’altra
oscurità cova intorno ai piedi del monte verde, un ombra che
striscia giù lenta, dalla gola fino alla sommità della
montagna. Gli armati di Bishamon erano ancora nella bassa valle quando
le vedette inviate in avanscoperta, riferirono di aver udito grida
e suoni di trombe e una o più di loro asseriva di aver visto
l’armata di demoni dirigersi al fosso tra le due montagne.
- Stavolta è un grande esercito, se si accorgono della trappola
faranno marcia indietro e stanotte distruggeranno per sempre il villaggio.
Siate silenziosi. – dice Bishamon ai suoi armati.
Non vi è ne luna ne stelle, quando l’esercito del dio
della guerra si arresta sul prato in pendio lasciando molti uomini
a guardia del fosso e decine di vedette pronte ad avvertire dell’arrivo
degl’Oni guidati da Xena. Il lato del monte verde, da cui l’armata
scruta il fosso, cade a strapiombo come un promontorio roso dalle
acque del mare. E’ mezzanotte passata e il cielo è completamente
buio; la calma regna nell’aria pesante come un presagio di tempesta
e gli spettatori nascosti tra le rocce osservano la nera marea avvicinarsi
con le sue forme oscure di grossi elmi e cupi scudi. Agl’armati
di Bishamon è stato ordinato di non muoversi fino al segnale,
ma uno degl’Oni viene attirato dallo sfavillio di una spada,
intravista per un attimo dietro ad una roccia. Senza avvertire i loschi
compagni, il demone carica il proprio arco e lascia scoccare una freccia
con grande precisione colpendo al braccio uno dei guerrieri che barcollando
per il colpo subito, esce allo scoperto mostrandosi al nemico per
qualche secondo per poi trovare nuovamente riparo dietro al masso.
L’Oni lancia un grido terribile avvertendo il proprio esercito
dell’intrusione ed è quello il segnale atteso dagl’armati
di Bishamon.
- Scoccate le frecce! Ora! – grida il dio ai suoi arcieri conducendo
la cavalleria giù dalla montagna.
Le trombe di entrambi i fronti suonano numerose volte mentre una tempesta
di frecce di metallo sacro viene riversata giù nel fosso, colpendo
a morte numerosi demoni. Vacillano, rompono le righe e cercano di
fuggire, ma nessuno trova riparo quando un turbine di armati si precipita
a cavallo verso di loro con grossi scudi e due spade ciascuno.
- Xena! … E’ un imboscata! … E’ una trappola!
– gridano gli Oni alla loro signora senza mai dubitare della
sua estraneità ai fatti.
- Non indietreggiate! Rimanete compatti e combattete! – l’incoraggia
la principessa guerriera mantenendo il suo ruolo con grande convinzione.
Il muro degli scudi scintillanti si infrange e molti armati vengono
travolti, massacrati o scaraventati dall’alto dei propri destrieri
nell’acquitrino. Xena e Bishamon rimangono fermi l’una
davanti all’altro gridando a propri uomini consigli e ordini
e sebbene la distanza fosse parecchia, non mancano di scambiarsi sguardi
enigmatici. Le frecce smettono di piovere e altri uomini discendono
dalla montagna unendosi ai precedenti in difficoltà sotto i
colpi dei feroci demoni che hanno dimenticato lo sgomento per la sorpresa
iniziale e si battono senza paura. L’incremento delle forze
di Bishamon smorza l’entusiasmo degl’Oni ma non la loro
ferocia. L’armata inizia ad accumulare un vantaggio considerevole
accerchiando i demoni e nel giro di poche ore, l’imponente esercito
del male viene decimato. Quando le sorti della battaglia sono chiare
a tutti, Bishamon si lancia al galoppo in direzione di Xena travolgendo
armati e demoni sul suo cammino.
Deciso a non voler rispettare il patto sin dal momento stesso in cui
aveva dato la sua parola, si scaglia sulla principessa guerriera con
l’intento di calpestarla al suo passaggio con i poderosi zoccoli
del cavallo. Per nulla sorpresa la demoniessa attende l’arrivo
del dio completamente immobile, impugnando la spada a due mani pronta
ad iniziare la sua battaglia personale. Al momento dell’impatto
Xena evita lo scontro con una capriola laterale mettendosi in salvo
e ferendo al tempo stesso il povero animale alle caviglie che finisce
a terra col suo cavaliere. Entrambi i guerrieri si rialzano prontamente
decisi alla resa dei conti:
- Ora so quanto vale la tua sacra parola!! – grida inferocita
la principessa degl’Oni sputando verso il suo avversario in
segno di disprezzo.
- Tu sei feccia come gli altri e non meriti nessuna clemenza! Oggi
metterò fine per sempre agl’Oni e non sarà un
giuramento mancato a fare di me un vile perché agisco per un
bene superiore! – si giustifica con estrema convinzione scagliandosi
contro di lei con un fendente di spada immediatamente respinto e ribattuto
con una serie di violenti colpi di katana e chakram due mani.
Lo scudo spesso e massiccio del dio della guerra riesce ad accusare
ogni colpo ricevuto senza il minimo graffio grazie alla speciale lega
di cui è composto. Stanca dell’andamento del scontro,
Xena tenta con una serie di salti, di cogliere impreparato l’avversario
per disarmarlo della difesa con dei calci, ma l’impresa è
ardua e compresa la tattica, il nemico reagisce con una gomitata al
torace all’ennesimo tentativo di atterraggio alle sue spalle.
La demoniessa finisce violentemente contro la roccia e pronta a riprendere
con ulteriore foga il combattimento, lancia il chakram contro il monte
verde iniziando una serie di imprevedibili rimpalli dell’arma
tra una parete e l’altra, mentre a suon di satana, riprende
a battersi con il traditore. Entrambi sicuri di se e delle proprie
capacità, la battaglia sembra non avere un favorito finche,
dopo alcuni minuti, il cerchio rotante termina il suo rapido giro
sulla mano di Bishamon che impugna lo scudo facendoglielo perdere.
Ripresa al volo la punta di diamante del suo equipaggiamento, Xena
ride di gusto accanendosi contro il dio in possesso solo della spada
e costretto ad indietreggiare per difendersi, allontanandosi sempre
di più dall’arma rimasta a terra.
- Cosa credi di fare Xena?! - le dice in evidente difficoltà
stupito dalla sua forza, ottenendo in risposta un pugno sul naso seguito
da un calcio allo stomaco che lo costringe a piegarsi in avanti abbassando
la guardia.
La principessa guerriera ha il tempo di afferragli i capelli per tirarlo
con forza all’indietro costringendolo ad inginocchiarsi.
- Non dovevi osare tanto con me… portami da Olimpia adesso!
– gli dice ad un orecchio per poi tirargli una forte testata
sulla fronte.
- Non posso farlo … - confessa quando tutta la sua superbia
è venuta meno di fronte alla forza bruta e alla paura della
fine.
- E perché non potresti? … Muoviti! – grida furiosa
mentre, con un calcio al petto, lo allontana da se lasciandolo libero
nella polvere.
- … Ti ho mentito Xena. Non posso consegnartela, perché
la sua anima appartiene ad Emma-O e sul suo regno io non ho potere.
–
La rivelazione di Bishamon, nonostante l’ulteriore inganno,
non gli procura alcuna soddisfazione: gli Oni sono stati sterminati
e la bionda guerriera è probabilmente già in viaggio
verso la Grecia, libera dalle grinfie della demonissa. Ora il dio
della guerra può vedere gli occhi di Xena accendersi d’odio
e sete di vendetta:
- Maledetto! Ora nessuno mi toglierà il gusto di ucciderti
con le mie maniii! -
Con un grido agghiacciante, la principessa guerriera riversa nelle
mani tutta la sua rabbia creando un enorme sfera di energia capace
di far tremare la terra e agitare l’aria in una spirale prorompente
che solleva polvere e ciottoli intorno se. Alla visione infernale,
Bishamon cerca di alzarsi e scappare ma viene risucchiato nel vortice
al momento di dileguarsi portando con sé in una nuova dimensione
la demoniessa, fino al regno dell’oltretomba scelto dal dio
come luogo sicuro in quel momento di pericolo…
-
Olimpia sei pronta? – chiede Reiko entrando nella stanza della
donna con il bagaglio in mano.
- … Si. – risponde tirando un lungo respiro, lasciando
poi che il suo sguardo abbandoni lo scenario immobile del cortile
visibile dalla finestra.
- Coraggio… i cavalli sono già stati sellati. –
dice ponendole una mano sulla spalla per farle sentire più
forte la sua vicinanza in quel triste momento.
Olimpia si guarda intorno un’ultima volta alla ricerca involontaria
di qualcosa di suo da non dimenticare:
- Il chakram è andato perduto…chissà dov’è
finito quando Xena… - la frase si interrompe smorzata dal nodo
che ha in gola per il dolore.
- Non pensarci, infondo non è di oggetti che hai bisogno. Lei
è nel tuo cuore. -
- Sei molto caro Reiko, grazie. -
- Non devi ringraziarmi, sono tuo amico. – dice anche sapendo
che i suoi sentimenti sono bel più profondi di una semplice
amicizia.
I loro sguardi si incontrano per un attimo, poi i due lasciano insieme
la camera dirigendosi all’uscita per salutare i padroni di casa
prima della partenza e ringraziarli dell’ospitalità.
Intanto
nel regno dell’oltretomba, accanto al palazzo di Emma-O, la
quiete è stata interrotta dall’arrivo di Xena e Bishamon
che nel pieno della battaglia, sono stati catapultati per errore nel
luogo sacro ai morti.
- Credevi di scappare? Ti è andata male! –
Lo sguardo accigliato e la sfera di energia raccolta in una mano,
ora spaventano il dio della guerra la cui sicurezza di eliminarla
con il resto degl’Oni è svanita in una bolla di sapone.
- E’ vero ti ho mentito, ma in questo palazzo c’è
l’unico che può aiutarti: Emma-O. Si, questa è
la sua dimora Xena ed è a lui che devi chiedere se rivuoi Olimpia.
– esclama il dio continuando ad indietreggiare sapendo di meritare
una punizione per il suo inganno e che la principessa guerriera difficilmente
gliel’avrebbe risparmiata.
- Perché non entri tu a cercarla e mi porti qui il tuo amico?
Cosa ne dici? – ribatte la principessa guerriera con arroganza
scagliando la sfera infuocata ai i piedi dell’avversario umiliandolo
con continuo scherno per la sua codardia.
- Non colpirmi Xena! – grida il dio un attimo prima che la diavolessa
lo afferri per l’armatura all’altezza del collo con una
mano, creando una nuova sfera di energia nell’altra.
- Mi fai schifo e dovresti averne per te stesso. La parola di un demone
vale più della tua! –
Prima che la principessa guerriera possa colpirlo, Emma-O viene richiamato
dal rumore e compare alle spalle di Bishamon mostrandosi per la prima
volta alla guerriera:
- Non avete un altro posto per i vostri duelli? Andatevene, questo
è un luogo di pace! - esclama molto contrariato e con sguardo
severo, una volta interrotto il combattimento salvando il dio della
guerra da una cattiva sorte a svantaggio di Xena, mentre il capo degl’armati,
cogliendo il momento favorevole, decide di defilarsi lasciando la
diavolessa senza trofeo.
Colta dall’improvvisa debolezza, Xena si accascia al suolo in
preda a un dolore inspiegabile mentre il suo spirito pare dissolversi
nel nulla come le era già successo nel sepolcro abbandonato.
Dimenticandosi della fuga di Bishamon, Emma-O si avvicina alla diavolessa
intuendo ciò che sta accadendo e viene colto dalla pietà
per l’anima dannata che per sua scelta e grande spirito di sacrificio
non ha seguito la sua natura demoniaca, rifiutando il nutrimento.
- Perché non hai divorato delle anime Xena? – le dice
mentre è in preda a lancinanti dolori al torace che stavolta
non accenno a passare, riducendola in ginocchio.
- Non voglio perdere il ricordo di Olimpia… io la voglio con
me, ma non devo farle del male… tu non puoi capire… -
risponde a fatica emettendo poi un urlo di dolore che le soffoca le
parole mentre sente avvicinarsi la fine.
- Hai bruciato in fretta le tue energie con le battaglie… io
so cos’è successo in questi giorni in cui il bene ha
vinto sul male… e ancora una volta per merito tuo. – dice
costatando la verità sebbene il riconoscimento è difficile
da ammettere persino a se stesso. - Hai liberato la nostra gente da
molti spiriti maligni e salvato centinaia di anime da quando sei qui.
E’ ammirevole anche se si sta parlando di un demone. Meriti
un premio Xena, cosa vorresti? – domanda sottoponendo lo spirito
della guerriera ad un’ultima prova.
- Vorrei solo che lo spirito di Olimpia riposi in pace… - esclama
dopo una breve pausa desiderando di saper di nuovo piangere. - …
Vorrei che fosse serena e che il pensiero della mia morte e delle
mie sembianze non la faccia più soffrire… solo questo
desidero adesso e nient’altro. – conclude resistendo sempre
meno al dolore.
Emma-O rimane in silenzio seduto accanto alla principessa guerriera
nella posizione del loto: gli occhi chiusi e il quasi impercettibile
suono delle sue preghiere pronunciate bisbigliando, fanno sperare
a Xena che la sua richiesta verrà esaudita.
- Olimpia è viva e per realizzar il tuo desiderio dovrai riprendere
il tuo corpo mortale e tornare a respirare l’aria dei vivi.
- dice con tono sereno mentre il viso sofferente della demoniessa
si tramuta in un sorriso. Bishamon le aveva mentito ancora, ma la
sua trama per quanto ben ordita è fallita miseramente: presto
Xena e Olimpia sarebbero tornate insieme, indivisibili come sempre
e unite più che mai grazie all’equità e la clemenza
del giudice dei morti.
Rimane un solo problema che la diavolessa non può dimenticare:
- Ma le anime? Le anime che ho salvato… no, non posso farlo,
andrebbero perdute… sarebbe tutto vano. -
Sempre più commosso per il suo buon cuore, Emma-O posa la mano
sul capo spettinato della principessa guerriera per iniziare l’esorcismo
purificatore della sua anima.
- Non temere per loro, rimarranno nel mio regno… -
Sollevata da quelle parole e dall’effetto delle preghiere, Xena
chiude gli occhi lasciandosi andare alla crescente sensazione di pace
che avverte nel cuore. Una volta purificato, lo spirito di Xena si
erge splendente come una stella, con una veste bianca bordata d’oro
e le scarpe grigio argento. Perfino i suoi capelli corvini brillano
di luce propria, cadendo morbidi e lunghi sulla bianca pelle. L’anima
purificata si guarda le mani affusolate e linde sorridendo ad Emma-O
con grande riconoscenza.
- Sono proprio io… - dice con chiara voce, bella come un angelo
del cielo.
- Non rimarrai a lungo così, seguimi. -
Il dio si alza lentamente e fa strada a Xena dietro al suo palazzo
fino alla sorgente immersa nel verde tra fiori multicolori e graziose
farfalle. L’acqua zampilla costantemente da rocce di colore
giallo paglierino riversandosi poi in un piccolo laghetto tranquillo
da cui nasce un fiume in grado di risalire i massi contro ogni legge
della natura.
- Queste sacre acque ti restituiranno la vita. Immergiti completamente
e segui il fiume senza mai risalire in superficie finche non avvertirai
il bisogno di respirare segno che la vita ti appartiene di nuovo.
– dice fermandosi ai piedi delle rocce gialle per guardarla
entrare lentamente nelle fredde acque del lago facendole un cenno
di saluto col capo.
Un passo dopo l’altro e la principessa guerriera è immersa
fino alle spalle pronta ad iniziare una nuova vita e dimenticare tanta
sofferenza, ma prima di avanzare ancora, si gira indietro un’ultima
volta per regalare uno dei suoi migliori sorrisi ad Emma-O in segno
di gratitudine per poi tuffarsi e nuotare verso la vita e ciò
che la rappresenta: Olimpia.
- Addio Xena. -
Il dio osserva la principessa guerriera muoversi veloce come una sirena
lungo il fiume fino a perdita d’occhio. Ad ogni bracciata, la
donna sente cambiare qualcosa: assume consistenza e peso ed inizia
ad avvertire il bisogno di respirare. Le sensazioni vanno via via
crescendo finche inizia a temere di soffocare prima di raggiungere
la superficie. Infine una luce compare davanti a se, segno che ha
finalmente modo di riemergere e con uno slancio, esce dalle acque
di un nuovo lago respirando affannosamente a pieni polmoni come un
bambino appena venuto alla luce. Senza difficoltà si incammina
sulla terra ferma e solo allora si accorge di essere completamente
nuda e infreddolita nonostante la tiepida aria riscaldata dal sole.
Si stringe in un abbraccio guardandosi intorno: è sola e il
bosco non le è nuovo. Velocemente corre tra gli alberi in cerca
di un punto di riferimento lasciato nella sua mente giorni addietro,
quando in quello stesso luogo, era caduta sotto una pioggia di frecce
e la spada di Morimoto per sua sofferta scelta di riparare agl’errori
del passato.
Dopo aver girovagato per un po’ a piedi nudi sull’erba
ancora bagnata di rugiada, riconosce l’albero accanto a cui
aveva sotterrato la sua armatura, dalla terra smossa e non livellata
col terreno. Chinatasi, inizia a scavare in cerca del suo corsetto
di pelle marrone e dei calzari non riuscendo ancora a credere che
le è stata concessa una nuova possibilità. Dopo aver
ripulito i vestiti dall’umida terra si riveste rapidamente e
afferrata la spada, la brandisce facendola roteare un paio di volte.
“Non ho più il chakram, devo averlo lasciato da Emma-O
e ora non posso più recuperarlo… è un vero peccato…”
pensa mentre sistema l’arma nel fodero e infila i polsini di
cuoio in cerca di ciò che ancora le manca, prima di mettersi
alla ricerca di Olimpia.
di
Darkamy e Xandrella