episodio n. 2
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Un’altra notte infine giunge con le sue tenebre a nascondere gli intrighi e i complotti di Xena e Bishamon nel cimitero del villaggio. I due si ritrovarono faccia a faccia nel mausoleo abbandonato pronti a rispettare l’accordo, ma senza fidarsi a pieno l’uno dell’altro. Del resto, la diffidenza non viene mai meno tra due ladri che cercano di spartirsi un bottino dopo aver saccheggiato insieme il villaggio poiché ognuno teme di essere pugnalato alle spalle e derubato al momento di dividere il tesoro.
- Hai preso una decisione? – chiede Bishamon senza mezzi termini.
- Voglio Olimpia. Gli Oni sono stupidi e spietati e per quanto formino una buona armata, non sono gl’uomini migliori che abbia avuto al mio servizio… non mi mancheranno di certo. Quando mi avrai consegnato Olimpia avrò altri progetti… -
- Prima attirerai gli Oni nella mia trappola e solo se tutto andrà secondo i miei piani ti consegnerò l’anima della donna. -
Xena ringhia contro il suo interlocutore: non è d’accordo che sia lui a dettare le condizioni ma non può fare diversamente.
- E va bene… ma dovrai consegnarmela immediatamente dopo la battaglia. Ho la tua parola? -
- … Certo. – risponde a fatica il dio della guerra sentendo forte come un macigno il peso del suo inganno. Per la vittoria ha svenduto come carta straccia il suo onore promettendo il falso: Olimpia è viva e non può consegnare a nessuno il suo spirito che, anche in caso contrario, apparterrebbe al regno dei morti e non potrebbe disporne a suo piacimento.
- Dove devo condurli? Ti avverto, non ho tempo da perdere, la battaglia avverrà al nascere della prossima oscurità. -
- I miei armati sono già pronti, non preoccuparti. Portali tutti al fosso tra la montagna infuocata e il monte Verde. Il mio esercito scenderà dalle vette e li accerchierà. -
- Bene… attenderò che sia notte fonda… - conclude seccamente Xena per poi scomparire e fare ritorno negl’inferi sempre più convinta della sua scelta.
“Olimpia manca poco ormai… adesso starò a vedere quanto vale la parola di Bishamon. Non mi fido di lui, probabilmente cercherà di eliminarmi durante la battaglia con tutti gli altri.”

CAPITOLO IV

- Olimpia… guardami Olimpia … -
Una voce profonda la richiama dal sonno nel quale era caduta e una volta riaperti gli occhi per un istante, riconosce il giovane Reiko seduto accanto a lei a tenerle la mano. Gli arti sono intorpiditi e dal costato acute fitte di dolore si ramificano per tutto il corpo che sente essere pesante quanto un macigno.
- Si sta svegliando… - osserva il cacciatore di mostri affiancato dal guaritore del villaggio.
- Chiamala ancora… - ordina l’anziano uomo attento ad ogni reazione della donna.
- Olimpia coraggio apri gli occhi… hai dormito due giorni sai? Ora sei fuori pericolo… -
La poetessa cerca più volte di accontentare l’amico, ma le palpebre sono pesanti e riesce a guardarsi intorno solo pochi secondi ad ogni tentativo.
- Dov’è Xena? … Che ne è stato di lei? – riesce a domandare con un filo di voce cercando di inumidire le labbra secche con un morso.
- Datele un panno umido sulla bocca… solo poche gocce mi raccomando – dice il guaritore alla giovane Shila che le fa da assistente.
- Xena ha ucciso Ten-gu amica mia, poi è sparita e non so dirti dove sia andata purtroppo. Ora non devi pensarci, riposa. Sei viva per prodigio …. Avrai tutto il tempo di pensare alla principessa guerriera tra qualche giorno, quando ti sarai ripresa. -
Non avere alcuna notizia della compagna getta nello sconforto la donna che inizia a piangere silenziosamente non avendo neppure la forza di parlare.
- Coraggio, non disperare… devi stare calma. Hai avuto la febbre alta e per due giorni abbiamo temuto per la tua vita. – cerca di rincuorarla Reiko con voce pacata, raccogliendo le lacrime che scivolano sul cuscino copiose ad ogni battere di ciglia, accarezzandole i dolci lineamenti del viso con il dorso della mano.
- Perché non mi hai lasciato morire? – chiede con la voce incrinata dal pianto. – Avrei raggiunto Xena, ne sarei stata felice. -
- Lo sai che non ho mai approvato la tua scelta… - dice riferendosi al piano della donna di voler cadere in battaglia. – Emma-O non ti avrebbe dato ascolto e avresti gettato via la tua vita per niente. -
Il guaritore afferra Reiko per il braccio scuotendo la testa, non approvando tutta l’agitazione a cui Olimpia viene sottoposta con quelle parole.
- Ora vado nella stanza accanto… cerca di calmarti e non piangere. Verrò a trovarti tra qualche ora se vuoi. -
- Certo. – risponde il bardo vedendo l’uomo allontanarsi rammaricato senza però riuscire a mettere da parte i suoi problemi per cercare di rincuorarlo.
Quando anche il guaritore e Shila hanno terminato il proprio compito, la donna resta sola e contro ogni raccomandazione cerca di alzarsi con molta difficoltà. Lentamente appoggia i piedi a terra rimanendo seduta sul letto, ma viene costretta ad una pausa da un forte capogiro che le fa sembrare la stanza vorticare intorno a se.La sua attenzione viene richiamata verso la finestra, dove uno splendido falco sembra aver trovato un inusuale ristoro:
- E tu cosa ci fa qui…- esclama mentre il rapace agita le poderose ali per balzare nella stanza tramutandosi in un alto e armato guerriero che Olimpia riconosce come il dio Bishamon:
- Vedo che ti riprendi in fretta. Sono felice per te. -
- Grazie, a cosa devo questa inaspettata visita .. gli dei non vanno dai mortali per assicurarsi delle loro condizioni di salute. – osserva la donna sperando che la risposta abbia a che fare con Xena.
- Mi dispiace darti una brutta notizia dato il tuo stato, ma è necessario per il tuo bene. -
- Cos’è successo a Xena? – chiede temendo il peggio mentre il suo cuore inizia a battere con ritmo forsennato.
- I demoni Ika-zuchi-no- kami purtroppo l’hanno eliminata per vendicare l’uccisone di Ten-gu. Mi dispiace… - dice con una nota di falso cordoglio.
- … No… non può essere vero… Xena è forte, lei … non può essere…. -
- Devi fartene una ragione… - dice con poco tatto il dio, infastidito dalle lacrime della donna per quello che per lui è solo un demone. – Devi prendere la prima nave per l’occidente e andartene prima che la vendetta degl’Oni raggiunga anche te. Ti stanno già cercando e non ci metteranno molto a trovarti. -
Olimpia è confusa tanto da non ascoltare le parole del dio della guerra; non riesce a pensare ad altri che a Xena e al fatto che non resta più nulla del suo spirito, cancellato per sempre da ogni luogo e tempo dove nemmeno le preghiere potrebbero raggiungerla.
- Olimpia devi ascoltarmi… - la richiama Bishamon mentre l’afferra energicamente per le braccia standole di fronte per incontrare il suo sguardo ed ottenere la giusta attenzione. – Devi andartene subito o gli Oni ti uccideranno! Xena aveva molto a cuore la tua vita, non gettarla via! -
La donna annuisce poco convinta da quelle parole:
- Purtroppo ora devo andare, ti saluto … abbi cura di te. – si congeda il dio prima di riprendere le sembianze del falco e allontanarsi dalla finestra così com’era arrivato lasciando Olimpia sempre più convinta che morire in battaglia sarebbe stata la soluzione migliore.

Negl’inferi intanto, c’è fermento per la battaglia promessa da Xena alla sua armata di demoni. Un gran numero di armi di ogni tipo e dimensione, viene distribuita ad ogni soldato con le indicazioni circa la sua postazione:
- Nessun Oni resterà negl’inferi questa notte! – grida Xena a due guardie delle carceri per intimare loro di mettersi in fila con gli altri. – Muovetevi invece di perdere tempo! –
- Ma principessa, chi rimarrà qui a custodire il regno e mantenere l’ordine? – chiede uno dei due mettendosi sull’attenti con la lancia in mano.
- Se non resta nessuno non è necessario mantenere l’ordine idiota! Mettiti in fila immediatamente! -
- Si mia signora. -
Dopo che i due si sono allontanati, Xena lascia la sala del trono indisturbata e si incammina per i cunicoli dei sotterranei dirigendosi verso le prigioni. Davanti alle celle, un demone passeggia svogliatamente tenendo d’occhio le persone catturate durante le scorribande della notte precedente. Alla vista del capo, l’Oni si ferma sorpreso di vederla in un luogo poco indicato al suo rango:
- Vai a prepararti anche tu con gli altri. – ordina al suo subordinato che senza replicare ubbidisce immediatamente, lasciandola sola dinanzi alle celle.
La principessa guerriera li scruta ad uno ad uno per contarli: sono undici in totale di cui sei donne, un bambino e quattro uomini. Nei loro occhi può leggere la paura mentre se ne stanno rannicchiati in un angolo in attesa della sua prossima mossa. La demoniessa prende le chiavi appese al muro con l’intento di aprire la cella mentre gli uomini si alzano ponendosi davanti alle donne e al bambino nel tentativo di proteggerli: ostentano prontezza d’animo e coraggio ma hanno paura al pari degl’altri. Una volta aperta la gabbia, Xena muove un solo passo verso di loro colta da un irrefrenabile istinto di ucciderli e divorarne le anime ma proprio quando sta per andarsene vincendo la tentazione, uno dei prigionieri temendo la morte, si avventa su di lei con in mano un pugnale nell’inutile tentativo di eliminarla. La principessa guerriera lo afferra per il polso e respingendo il colpo picchia violentemente l’elsa dell’arma sul naso dell’uomo che inizia a sanguinare copioso riaccendendo in lei un forte desiderio di nutrirsi.
Le mani artigliate stringono ora il collo del prigioniero impedendogli di respirare mentre gli altri in preda al terrore non osano muovere un dito. Il pensiero di Olimpia placa l’impulso omicida di Xena ancora una volta e la induce a lasciare la presa per poi allontanare l’uomo con una spinta ed uscire velocemente dalla cella.
- Quando non sentirete più alcun rumore, andatevene. - avverte lasciando la porta aperta dietro di se con grande sforzo di volontà avendo allontanato un ricco banchetto per amore di Olimpia. I prigionieri probabilmente non hanno compreso l’invito della principessa guerriera ad abbandonare quel tetro luogo quando tutti i demoni se ne saranno andati, ma tirano un sospiro di sollievo per essere scampati alla morte.

Come promesso, Reiko torna in camera di Olimpia sperando di vederla più rilassata, ma la donna è seduta sul letto in preda al pianto ormai da diverse ore dopo aver appreso della falsa uccisione di Xena per mano dei demoni.
- Ehi, cos’hai? Troveremo la tua amica, non devi disperarti così, ti sentirai male. Coraggio non piangere. – esclama l’uomo avvicinandosi desiderando di abbracciarla e tenerla stretta a se qualche momento per consolarla, preso dalla tenerezza di quella visione innocente e triste allo stesso tempo.
- Bishamon è stato qui… - dice tra i singhiozzi.
- Lui qui? Cosa voleva ancora da te? -
- Mi ha detto che i demoni hanno eliminato Xena per vendicare Ten-gu…. non resta più niente di lei ormai …. Niente! –
Le lacrime le smorzano la voce e il respiro mentre il dolore per la ferita sembra essere diventato solo un insulso graffio a paragone di ciò che porta nel cuore in quel momento.
- … Mi dispiace, dico davvero. Ho visto con i miei occhi che Xena ti voleva bene almeno quanto tu ne volevi a lei. -
Reiko non riesce a trovare parole giuste per consolarla della grave perdita e rimane in rispettoso silenzio con gli occhi bassi.
- … L’ho persa due volte e per sempre. – dice Olimpia in preda allo sconforto ricordandosi poi di quello che per lei è solo un’inutile dettaglio. – I demoni mi stanno cercando. Bishamon ha detto che mi ritengono responsabile dell’uccisione del loro principe e presto verranno qui ad ispezionare. -
- Cosa?! Devi andartene subito allora. Non c’è tempo da perdere! – ribatte l’uomo prendendole le mani preoccupato per la sua sorte - Non puoi stare qui a piangere preparati, ti accompagnerò al porto, anzi, fino in Grecia! –
Le premure di Reiko stavolta non ricevono degna riconoscenza dal bardo:
- Non mi importa di tornare a casa! Non lo capisci? Non voglio andare in nessun posto! – ribadisce la donna alzando la voce più del dovuto in preda all’inquietudine.
- Ti darei uno schiaffo se non stessi male … - ribatte a tono il guerriero che non si lascia convincere dalla sua testardaggine - … Cosa penserebbe di te Xena adesso?! Le avevi promesso di andare in Egitto e di continuare ad aiutare i deboli e invece sei qui a piangere aspettando che gli Oni ti trovino… -
- Xena non può più vedermi adesso, se non l’avessi mai incontrata negl’inferi avrei continuato la mia vita come lei voleva immaginando il suo spirito al mio fianco. Ora non posso più fingere a me stessa capisci? – non avrebbe potuto esprimere con parole migliori il suo dramma, lasciando all’immaginazione di Reiko tutti i suoi sentimenti di quel momento.
- Tu hai tutta la mia comprensione, ma sono tuo amico e non ti lascerò qui a morire. Ti prego Olimpia, andiamo al porto e non costringermi a portarti di peso. -
La tenacia del cacciatore di mostri strappa un sorriso alla donna costretta ad arrendersi alla sua richiesta:
- Hai proprio la testa dura, sai? -
- Me lo dicono spesso. Chiamo Shila per farti aiutare, io preparo le nostre sacche. – conclude l’uomo posando un bacio sulla fronte di Olimpia prima di lasciare la camera
- Non scappare dalla finestra, siamo intesi? Farei fatica a starti dietro, corri troppo veloce! – dice prima di varcare la porta ironizzando sulla salute del bardo che non ha l’umore adatto per ribattere, ma ripaga la sua pazienza con un dolce sorriso.

di Darkamy e Xandrella

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