A poche centinaia
di metri dal villaggio Olimpia e Virgilio vengono fermati da tre amazzoni
sentinella. Olimpia si presenta subito quale regina amazzone e viene
accolta di buon grado. Appena entrati i due lasciano in custodia i
loro cavalli e il bardo si fa annunciare alla regina chiedendole udienza.
Virgilio si allontana con un'amazzone e si dirige verso le stalle
mentre Olimpia viene condotta nella capanna della regina. Appena entrata
la poetessa vede di fronte a se una donna seduta sul suo trono a leggere
una pergamena: l’amazzone notandola entrare, distolge la sua
attenzione dal suo scritto e rivolgendosi sorridente ad Olimpia dice:
- Benvenuta ... -
Il bardo risponde al cordiale saluto della sorella contraccambiando
il sorriso. La regina amazzone si alza e andandole incontro si presenta:
- Mi chiamo Tetide. -
- E' un piacere ... io sono Olimpia. -
- Olimpia?! - domanda con tono sorpreso la regina - Una tra le più
sagge regine amazzoni .. è un onore averti tra noi ... per
un po' sei stata alla guida di questa tribù .. non è
vero? -
- Si, ma si è trattato di diversi anni fa. -
- Si, lo so .. ho avuto modo di leggere alcuni scritti che parlavano
di te e di ciò che hai fatto per il nostro popolo. -
Olimpia sorride tra un misto di orgoglio e imbarazzo mentre Tetide
continua:
- Anche la principessa guerriera è tra noi? -
- No, lei non è qui. -
- E ' un peccato ..... mi avrebbe fatto piacere conoscerla .... Allora
Olimpia, cosa ti conduce qui da noi? -
- Beh, veramente sarei qui per chiedervi un favore ... -
- Certamente ... se possiamo esserti utili ... -
- Vedi, vorrei che mi confezionaste un arco ... -
- Se ti occorrerà per una battaglia penso che tu abbia in mente
dei requisiti particolari ... -
- Si, ma non è per una battaglia che mi occorre ... è
un regalo per Xena... a breve sarà il suo genetliaco e vorrei
donarle qualcosa di particolare e adatto a lei. -
- Ora capisco perchè non è qui con te ... -
- Infatti. -
- Non devi preoccuparti .. darò istruzione a due mie sorelle
affinchè soddisfino la tua richiesta .. per qualsiasi modifica
o accorgimento rivolgiti a loro senza problemi. -
- Ti ringrazio. -
- Nel frattempo, spero che tu voglia approfittare della nostra ospitalità
e ci permetterai l'onore della tua compagnia. -
- Con piacere. -
Olimpia sorride alla cordialissima regina e guardandosi intorno nota
che la sorella amazzone stava leggendo una pergamena piuttosto lunga:
- Spero di non aver disturbato la tua lettura ... - esordisce nuovamente
il bardo cercando di coinvolgere Tetide in una nuova conversazione.
- Oh no, non preoccuparti. -
- Leggi spesso? -
- Si, credo che per una regina che spera di diventare saggia, leggere
sia molto importante. -
- Si, lo credo anch'io. -
- Olimpia, a questo proposito, mi farebbe piacere conversare con te
questa notte ... ho letto molto su di te ... io sono giovane e so
che potrei imparare molto grazie ai tuoi insegnamenti ... mi auguro
che tu voglia unirti a me per la cena ... avrei molte cose da domandarti.
-
- Molto volentieri. -
Nel frattempo
Xena continua la sua battuta di caccia; la principessa guerriera procede
cauta tra gli alberi in cerca di una preda da catturare ... l'aria
è fresca e frizzante e tutt'intorno aleggia una calma quasi
inquietante. Mai Xena era stata in una foresta tanto tranquilla e
silenziosa e la cosa la sorprende non poco. La pace e l'armonia che
si respira in quella zona era tanto forte da sembrare quasi percettibile.
All'improvviso si ritrova davanti a sè un cervo: un animale
particolarmente grosso e in salute.
"Un bellissimo trofeo di caccia da riportare a casa" pensa
Xena.
Senza arco, nè balestra, la principessa guerriera approfitta
del momento in cui l'animale si ferma a strappare qualche filo d'erba,
per avvicinarsi. Attenta a non fare rumore o a compiere movimenti
bruschi, si china lievemente e si avvicina al cervo fino a distanziarlo
di pochi passi; dopo aver studiato bene la situazione lo colpisce
al collo lanciandogli un pugnale: l'animale ferito si dimena e prova
a fuggire ma in breve cade a terra mentre la vita lo abbandona a poco
a poco.
Una volta morto, Xena si avvicina all'animale e si china a terra per
recuperare il pugnale, ma non appena afferra l'elsa, si sente invasa
da un brivido e un profondo senso di vertigine la stordisce. La principessa
guerriera si rialza barcollando mentre la vista inizia ad appannarsi
e il battito cardiaco le aumenta violentemente. In breve il suo corpo
viene invaso da brividi e contrazioni mentre sente le forze abbandonarla.
Le gambe le si fanno terribilmente pesanti e la costringono a chinarsi
nuovamente a terra appoggiata sulle ginocchia. Xena è spaventata
da quello che sta succedendo ma ancor di più lo è qualche
istante dopo: le sue unghie si tramutano in artigli e le mani lentamente
riducono forma e dimensione fino a diventare zampe. Il corpo si incurva
e si copre di una manto peloso a strisce bianche e nere, mentre dal
fondo schiena si origina una coda affusolata: in pochi attimi Xena
diviene una tigre.
CAPITOLO
IV
In tarda mattina
Fillade raggiunge il villaggio amazzone. La verdura che ha sul carretto
è destinata a loro ed è una consegna abituale che il
ragazzo compie, sin dall'adolescenza, da quando aiuta l'uomo che lo
ha allevato nel lavoro tra campi e nella vendita degli ortaggi.
Le amazzoni sono abituate alla sua presenza e lo lasciano entrare
nel loro territorio senza problemi.
Fillide trascina il carretto davanti a una tenda che funge da cucina
e lo affida alle cure dell'amazzone addetta alle provviste alimentari:
- Ecco qua! Non manca niente...anzi no! Non sono riuscito a portarti
le susine, ne eravamo sforniti oggi. -
- Strano, avevi detto che ce n'erano in abbondanza. Cmq non sono indispensabili.
Grazie lo stesso. Dammi un attimo per scaricare tutto e prepararti
la selvaggina che ti spetta. -
- Mia madre è nella sua tenda?-
- Non lo so. Comunque non mi pare che sia uscita. -
- Vado a salutarla nel frattempo. -
Il ragazzo si allontana in cerca di Rodia e non vedendola nei dintorni
entra nella sua tenda dove la trova intenta a confezionare una casacca
di pelle di daino.
- Madre! Sei sempre indaffarata, eh?-
- Fillide! Che gioia vederti! Ti aspettavo per domani! -
- No, Atos aveva già tutto pronto e le consegne vanno fatte
quanto prima con questo caldo. -
- Come sta Atos? -
- Un pò meglio. Il mal di schiena lo ha tenuto a letto per
qualche giorno ma è di nuovo nei campi al lavoro. -
- Mi raccomando figlio mio, stagli vicino e aiutalo nel lavoro. Dobbiamo
essergli grati per averti allevato. E’ un uomo generoso e solo
così potrai ripagarlo. -
- Si madre, non preoccuparti. Sto lavorando come un ciuco al posto
suo per non farlo affaticare troppo ma vorrei avere anche più
tempo per me e seguire il mio istinto guerriero. -
- Ancora con questa storia?! Fillide non è quella la tua strada.
Sei un giovane ingenuo e buono non saresti in grado di uccidere una
mosca! Togliti queste idee dalla testa! -
- Possibile che tu non mi capisca?! Io sono figlio di un’ amazzone
e di un valoroso guerriero e ho la battaglia nel sangue! Sono stanco
di stare tra cavoli e carote voglio unirmi ad un’armata come
ha fatto mio padre! -
- E’ inutile continuare a discutere, hai la testa più
dura della pietra! … Piuttosto … ti devo parlare. -
- Di cosa? -
- La regine Tetide vuole che tu partecipi a una sua cerimonia tra
due giorni. -
- Strano, mi tenete sempre lontano dalle vostre cose e adesso m’invita?
Di che si tratta? -
- Beh, ecco…-
L’argomento è piuttosto imbarazzante e Rodia fatica a
trovare le parole giuste anche perché Fillide cerca la sua
indipendenza e l’ordine di Tetide non gli piacerà affatto.
- … Dovrai giacere con la regina e darle un figlio. La cerimonia
è una sorta di sposalizio che avrà fine quando lei rimarrà
incinta. Quando avrai assolto il tuo compito sarai libero di andartene.
-
- Cosa?! …Vuoi dire che … io e la regina … -
Fillide balbetta nervosamente cercando di convincersi che ciò
che ha sentito è la verità:
- Non ci penso nemmeno! Se lo scordi! … Madre come posso fare
questo?! Io…voglio sposarmi in futuro ma quando sarò
innamorato!! Non posso fare una cosa del genere! …Mi sento un
oggetto da usare e gettare via! -
- La regina purtroppo non ti ha messo di fronte una scelta, ma a un
ordine. Mi dispiace figliolo…per favore fa come ti ha chiesto!
-
- Sono stanco di dover sempre piegare la testa per un errore che non
ho commesso io! -
Il tono di Filliede è duro ed è sua madre a doverne
fare le spese. Tutti gli anni di sopportazione e di sacrifici vissuti
in silenzio esplodono di colpo con questa nuova richiesta.
- Tu hai ancora paura che ti caccino dal villaggio per avermi messo
al mondo e lasci che loro sfruttino la situazione e continuino ad
averci in pugno! Se fossi nato donna probabilmente le cose sarebbero
andate diversamente per entrambi, ma se mi hanno voluto fuori dai
piedi quando sono nato adesso non ho più intenzione di fargli
da schiavo! Dì pure alla regina di arrangiarsi da sola se può
stavolta! -
Rodia scoppia in lacrime. La paura e il rimorso s’impadroniscono
della sua mente:
- Mi dispiace tanto Fillide! So quanto hai sofferto a dovermi crescere
lontano. Sono stata una vigliacca ma non avevo scelta e non ne ho
ora! Ti prego, ti supplico, fa come ti è stato ordinato. -
La scena della madre in lacrime è uno spettacolo che il debole
Fillide non sa reggere:
-…Scusami madre. Non volevo essere duro con te. Dì alla
regina che obbedirò ai suoi ordini. -
Il giovane esce dalla tenda senza aggiungere altro e cammina a testa
bassa diretto verso il suo carretto immerso nei suoi pensieri. Incrocia
Virgilio che in tenuta da fabbro si dirige nella direzione opposta
alla sua con un martello in mano. Fillide non lo vede e finisce con
l’urtare spalla a spalla con lui. Il martello gli scivola di
mano e finisce sul piede destro del povero contadino che urla di dolore
accasciandosi al suolo:
- Accidenti! Ti sei fatto male? -
- Ahi! No sto benissimo non si vede?! -
- Non è stata colpa mia! Dovresti fare più attenzione
quando cammini!-
Virgilio si china per capire cosa il ragazzo si sia fatto al piede
ma appena cerca di togliergli il calzare Fillide urla e si ritrae:
- Deve essersi rotto qualcosa, dovrò tagliare. -
- Cosa?! -
- Mi riferisco al calzare! Cerca di sederti vado a prendere un pugnale.
-
Proprio in quel momento la regina delle amazzoni torna dalla battuta
di caccia e nota Fillide disteso per terra. Scende da cavallo e si
avvicina al giovane, che steso sul lato cerca di mantenersi la caviglia
con le mani.
- Che ci fai lì per terra?! -
- Prendo il sole mia regina! -
- …Uomini! - commenta Tetide allontanandosi lasciando Fillide
alle imprecazioni in greco antico a bassa voce.
Virgilio torna indietro con l’occorrente per la medicazione
e inizia lentamente a tagliare il calzare per poi scoprire l’arto
che sta diventando gonfio e livido.
- Sei stato fortunato amico. Non è rotto. Ora ci metto delle
stecche per bloccarlo. Mi dispiace per l’accaduto … -
- Oh non preoccuparti; non mi stupisco più di niente ormai!
La mia stella non vuole proprio saperne di essermi favorevole. Di
questo passo i miei giorni finiranno presto. -
- Non abbatterti, ci sono periodi brutti per tutti. Devi solo trovare
la forza per superarli. -
- Magari fosse così facile. -
Virgilio durante il discorso non ha fatto che fissare il piede di
Fillide e solo ora trova il tempo per guardarlo per un attimo. Il
viso del giovane ha qualcosa di familiare ma Virgilio non riesce a
capire cos’è:
- Ci conosciamo? -
- Eh?…Oh scusa se non mi sono ancora presentato ma avevo un
piede a cui pensare. Mi chiamo Fillide. -
- No, intendevo dire se ci siamo già visti da qualche parte.
-
- Non mi pare … -
- Il tuo viso mi è familiare…comunque il mio nome è
Virgilio e mi dispiace averti conosciuto in una simile circostanza.
-
- Avrei preferito una festa al villaggio in effetti. -
I due sorridono poi Virgilio riprende la medicazione.
La discussione sulle leggi amazzoni tra Olimpia e la regina Tetide
nel frattempo è andata avanti ...
- Cosa pensi che debba fare una regina per cercare di assicurare la
vita al proprio villaggio? -
- Non seguo il tuo discorso -
- La mia, come tutte le tribù amazzoni, si stanno rimpicciolendo
ogni giorno che passa. Le veterane, le poche rimaste, invecchiano
e non ci sono abbastanza giovani per rimpiazzarle. -
- Lo so. Purtroppo sta accadendo davvero. -
- Dobbiamo arrenderci a questo destino o cercare con mezzi estremi
di rimanere in vita? -
Quando Olimpia chiede ulteriori spiegazioni Tetide le spiega il suo
piano per ripopolare le amazzoni e chiede la sua opinione in merito:
- E’ difficile giudicare. Ammesso che tu riesca a realizzarlo,
sarebbe scorretto verso gli uomini. Inoltre devi sempre calcolare
che possono nascere dei maschi e a quel punto non so come la metteresti.
E’ una cosa che coinvolge e stravolge la vita di troppo persone.
Io non lo farei. -
- Comprendo la tua opinione ma non credo che esista altra soluzione.
Tra due giorni inizierà la mia cerimonia. Non posso più
tirarmi indietro. -
- E con chi? -
- Un giovane figlio di un’amazzone. Ci deve fedeltà e
accetterà di buon grado la faccenda. -
- Sei tu la regina qui e spetta a te scegliere cose è più
giusto fare ma se puoi ripensaci. Non credo che le amazzoni lo faranno
volentieri. -
- Alcune sognano un figlio da anni. -
- Il modo in cui lo avranno; non sarà semplice, potrebbero
essere in disaccordo con te. -
In quel momento un’amazzone entra nella tenda annunciando ad
Olimpia che Virgilio le vuole parlare. La bionda guerriera si congeda
per qualche istante per poi uscire dalla tenda per ascoltare cosa
il giovane deve dirle:
- Olimpia devo tornare indietro. Ho avuto uno scontro con un poveretto
e si è fatto male a un piede con il mio martello e visto che
è a piedi e ha un carretto devo riaccompagnarlo. -
- Cosa?! Ma come hai fatto!!! … Va bene, è il minimo
che tu possa fare. Io rimango qui stanotte, l’arco sarà
pronto per dopodomani. Avverti Xena che la regina mi ha invitata a
restare. -
- Lo farò. Torno a prenderti io? -
- No, non preoccuparti, ora conosco la strada. Ci vediamo alla taverna.
-
Olimpia torna dentro la tenda mentre Virgilio va da Fillide per aiutarlo
a salire a cavallo mentre lui porterà il carretto:
- Ti ringrazio, sei davvero gentile, non dovevi disturbarti tanto.
-
- E’ il mio modo per sdebitarmi…visto che dobbiamo fare
un bel pezzo di strada insieme perché non mi parli un po’
di te? -
I due iniziano a chiacchierare mentre si allontanano dal villaggio
amazzone.
Nel villaggio
intanto fervono i preparativi per la cerimonia: le amazzoni provano
le danze di rito, confezionano i costumi e preparano le provviste
in vista di un banchetto. Rodia osserva con aria triste il tutto seduta
su un ceppo che fa da sedia. Tayla esce dalla sua tenda e vedendola
assorta le si avvicina.
Anche Olimpia esce in quel momento dalla tenda della Regina e s’incammina
nella direzione di Rodia diretta alla tenda dove sono custodite le
leggi. Inavvertitamente ascolta il loro discorso intuendo che si tratta
del ragazzo cui Virgilio ha tirato il martello sul piede.
- Ho sentito dire dalle ragazze che Fillide si è fatto male
a un piede, è vero?-
Rodia annuisce quasi infastidita dalla domanda senza distogliere lo
sguardo dalle amazzoni al lavoro:
- Glielo hai detto non è vero? …Come l’ha presa?-
- … Male… mi sento la causa di ogni suo guaio e le sue
parole oggi mi hanno dato la conferma che inizia ad odiarmi. -
Olimpia si ferma ad ascoltare in disparte:
- Non dire sciocchezze! Tuo figlio ti adora e sa che anche tu sei
solo una vittima di tutta questa storia. -
- Non è solo questo Tayla! E’ una vita intera…
preferirei che fuggisse e non tornasse mai più. Sarebbe un
bene per lui dimenticarsi di me e di questo villaggio. -
- Fillide non ha abbastanza coraggio per farlo. -
Rodia interrompe il discorso dell’amica:
- Beh, spero che lo trovi! So cosa vuol dire vivere lontano da un
figlio e non avere alcun diritto su di lui e non voglio che per colpa
delle amazzoni lui sopporti il mio stesso destino! -
- Coraggio sorella… adesso calmati. -
Tayla le si avvicina e le poggia una mano sulla spalla in segno di
comprensione. Olimpia intanto per non dare nell’ occhio riprende
il suo percorso dopo avere ascoltato ciò che le è sufficiente
per intuire che la scelta della regina Tetide è sbagliata e
contraria alla volontà delle amazzoni.
Virgilio con la fronte imperlata di sudore spinge con forza il carretto
sotto il sole ancora cocente del tardo pomeriggio estivo. Fillide
intanto, se ne sta a cavallo lamentandosi continuamente del piede
dolorante e immobilizzato dalle stecche.
- Ahi, ahi, ahi!… credi che potrò camminare di nuovo
un giorno? -
Virgilio è esasperato dal sentirlo parlare:
- Certo, ma ti consiglio di non lamentarti così tanto se vuoi
arrivare vivo a quel giorno! -
Fillide commenta con una smorfia di disappunto alla minaccia poi continua:
- Se avessi passato quello che ho passato io, tu non solo ti lamenteresti,
ma piangeresti mio caro! -
Virgilio non riesce a trattenere una risata:
- E sentiamo allora …quali sono questi guai? -
- Non ho mai conosciuto mio padre, sono stato allontanato da mia madre
alla nascita perché sono nato maschio, faccio il contadino
mentre invece vorrei essere un guerriero e per finire la regina delle
amazzoni vuole un figlio da me! -
Il racconto di Fillide è per Virgilio sempre più strano
ed esilarante:
- Che cosa? Ho paura che la ferita abbia avuto ripercussioni sul tuo
cervello amico… la regina Tetide vuole un figlio e per di più
è lei a chiedertelo e tu ti lamenti?! -
- Se fossi al mio posto la cosa non ti divertirebbe. Mi sento un oggetto
…e poi giacere con lei con l’ansia addosso di doverle
dare per forza una femmina se no non le starà bene non mi metterà
molto a mio agio dopodomani. -
- … Ma stai parlando sul serio?! -
Virgilio lascia il carretto per un attimo fermandosi lungo il sentiero
e costringendo Fillide a tirare le briglie del cavallo facendo lo
stesso:
- Certo che dico sul serio! Se vuoi ti racconto tutto … devi
sapere che … -
CAPITOLO
V
Ancora cosciente
della sua identità, la principessa guerriera si osserva per
un attimo notando anche che la sua armatura è a terra. Dopo
averla raccolta con la bocca, corre verso il suo accampamento con
il cuore in gola .. che le è successo?!
Non appena raggiunge il punto cui aveva deciso di passare la notte
si affaccia al fiume di fronte a sè e non appena riesce a riflettere
la sua immagine sulla superficie dell’acqua prende coscienza
di ciò che è diventata: una tigre! Una tigre bianca!
In uno stato misto tra paura e confusione, Xena si siede sulle zampe
posteriori e rimanendo con lo sguardo fisso sulla superficie dell’acqua
inizia a pensare come sia stato possibile per lei ritrovarsi intrappolata
nel corpo di una tigre e cosa può fare ora. Dopo qualche minuto
di sconforto e indecisione, la principessa guerriera afferra il chakram
tra le fauci e si lancia in una corsa sfrenata nella boscaglia: il
suo corpo ora è agile, scattante e reattivo e in breve riesce
a capire come potersi muovere agilmente. Ora molto è cambiato:
la prospettiva visiva, la coordinazione, il tatto, il senso dell’olfatto.
In breve raggiunge il punto in cui a fine mattinata si era separata
da Olimpia e Virgilio. Dopo essersi guardata per un attimo intorno
avvicina il muso al terreno nel tentativo di poterne annusare gli
odori e dopo aver girovagato per un poco sul posto percepisce l’odore
di Argo.
Segue la direzione dell’odore per un po’ fino ad orientarsi
sulla direzione da seguire e non appena inquadrata si lancia alla
volta del villaggio amazzone.
Virgilio e Fillide
giungono finalmente davanti alla taverna di Melania; è ormai
sera e i due sono piuttosto provati dal viaggio:
- Amico la tua storia è davvero … speciale! Cosa intendi
fare ora? -
- … Non credo di avere molta scelta … devo farlo. Anche
se vorrei tanto scappare lontano.
- Dovresti pensarci bene. Non è una cosa da accettare con un’imposizione,
devi esserne convinto davvero. Senti, perché non ti fermi a
dormire qui da me? Ho una taverna, le camere non mancano. E’
tardi e con quel piede arriveresti all’alba a casa. -
- Accetto volentieri! Qui sarò più libero di decidere
cosa fare. -
Virgilio entra nella taverna dove alcuni clienti consumano il pasto
serale serviti da Melania:
- Madre, dammi la chiave di una camera per favore. -
- Cosa ci fai?! Non ti sarai portato dietro una donna spero?! -
- Ma no! E’ un mio amico. Non sa dove andare ed è ferito.
-
- Un uomo,eh? … Tu mi preoccupi Virgilio…-
- Ma mamma!! Smettila! -
Melania gli porge una chiave con sguardo indagatore. Virgilio la afferra
e senza aggiungere altro torna all’esterno da Fillide:
- Ecco a te. Se sali questa scala esterna troverai la tua camera,
è la seconda porta. -
- Ti ringrazio Virgilio. Nessuno era mai stato così gentile
con me prima d’ora. -
- Figurati, era il minimo che potessi fare dopo aver aggiunto una
ferita ai tanti problemi che hai già. -
di
Darkamy e Xandrella