episodio n. 14
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Nel campo il sole sta ormai calando per far posto al buio della sera e il villaggio è illuminato dalla debole luce di diverse fiaccole posizionate qua e là.
Alle porte del campo due amazzoni montano di guardia allerta mentre il resto del villaggio è popolato da donne che passeggiano tra una tenda e l’altra: la tranquillità aleggia indisturbata.
Ad un tratto dalla boscaglia si odono rumori di fogliame mosso dal movimento di qualcosa. Una delle amazzoni di guardia si insospettisce e si inoltra di qualche metro per il sentiero che inoltra nella foresta facendo cautela e tenendo la sua asta protratta in avanti pronta a difendersi.
Xena è riuscita a raggiungere il villaggio, ora deve pensare a come potervi entrare senza gettare scompiglio. La principessa guerriera, ora felino, si china a terra e resta nascosta tra un cespuglio cercando di osservare la situazione senza però venire scoperta. La tigre resta a studiare la situazione per un po’, senza trovare un modo per raggiungere Olimpia indisturbata; non le resta altro da fare che provare a correre dentro al villaggio e richiamare l’attenzione della compagna di viaggio senza essere aggredita o essere costretta a contrattaccare per difesa.
L’animo di Xena è però molto inquietato: a mano a mano che il tempo passa si rende conto che per quanto possa essere cosciente di ciò che le è accaduto, ora si trova nel corpo di un felino carnivoro e aggressivo e spesso le viene naturale seguire i suoi istinti.
Con cautela si rialza e facendo attenzione a non fare rumore punta l’ingresso del villaggio per poi lanciarsi pochi istanti dopo in una rapida corsa.
L’amazzone di vedetta la vede e tenta di colpirla con la sua lancia, ma la principessa guerriera con un balzo laterale riesce ad evitare la lama che si conficca al suolo.
L’altra guerriera di guardia le si pone davanti ma Xena ruggendo fa trazione sulle zampe posteriori e compie un notevole salto evitando così il suo blocco.
Continuando a ruggire, Xena prosegue la sua corsa all’interno del villaggio fino al fermarsi nello spiazzo .. molte guerriere le si fanno contro ma la principessa guerriera estrae gli artigli e le tiene lontane intimorendole con delle zampate e sguardi aggressivi.
Un’amazzone si fa avanti e cerca di colpirla affondando la sua spada, ma Xena si sposta sul lato e la colpisce allo stomaco con la testa facendola cadere all’indietro.

Distratte dai rumori provenienti dallo spiazzo, Olimpia e Tetide interrompono la loro conversazione ed escono dalla capanna; non appena scorgono una tigre nel villaggio, le due corrono nella sua direzione: Olimpia sguaina i sai pronta ad affrontare il pericolo se necessario, ma non appena vede che la tigre tiene tra le sue fauci il chakram, la paura e la confusione si insidiano nella sua mente.
Il felino nell’attimo in cui vede Olimpia, placa la sua aggressività e si ferma in posa difensiva a qualche metro di distanza. Un’amazzone cerca di approfittare della situazione ma il bardo di Potidea la ferma alzando il braccio in segno di attesa. Olimpia resta a fissare la tigre confusa: che significa ciò che sta vedendo ora? … Una tigre è di fronte a lei con in bocca il chakram ... Xena è stata forse aggredita da questo animale? Ma allora perché questo felino non ha ancora aggredito nessuno ed è fermo davanti a lei senza fare alcuna mossa? … E se fosse un segnale o un messaggio della principessa guerriera?
- Wow .. non avrei mai creduto di vedere un esemplare del genere da queste parti! - interviene una giovane amazzone appena giunta sul posto.
- Che vuoi dire? - domanda Olimpia senza però distogliere minimante lo sguardo dal felino.
- Che una tigre come questa non si trova da queste parti …non è una zona adatta … chissà cosa la spinge fin qui … -
- Infatti … - commenta Tetide.
Olimpia resta sorpresa dalle loro parole e non sentendosi istintivamente minacciata dalla presenza del felino rinfodera i sai.
Xena intimorita tenta un approccio con la compagna di viaggio: deve assolutamente farsi riconoscere da lei. Lentamente le si avvicina, tenendo il capo basso, e quando è vicina a sufficienza posa il chakram a terra davanti a suoi piedi, arretra di un passo e si siede mantenendo sempre un atteggiamento pacato.
Olimpia raccoglie l’arma e si avvicina alla tigre:
- Ma sei impazzita! Stai indietro! - interviene Tetide facendola indietreggiare afferrandola per le spalle.
- Sta tranquilla … sò quel che faccio. -
Contrariata la donna la lascia mentre la poetessa, mantenendo lo sguardo fisso sul felino, gli si avvicina fino a inginocchiarsi di fronte all’animale. Tutti i presenti sono sorpresi dall’atteggiamento tanto docile della tigre e restano curiosi ad osservare.
Il bardo prova lentamente a poggiare una mano sulla testa della tigre e l’accarezza per un istante, mentre il felino di tutta risposta invece di scostarsi, la lascia fare e risponde al gesto strofinando il muso sul braccio del bardo.
I loro sguardi si incontrano e in quegl’occhi color ghiaccio, la poetessa riconosce la sua compagna di mille avventure:
- Xena … sei tu?! -
In risposta la tigre lecca la mano della bionda guerriera e avvicinandosi di un altro poco a lei le accarezza la guancia con il muso.
A quel gesto Olimpia non ha più dubbi e abbraccia Xena avvinghiandosi al suo collo.
A quella scena tutti i presenti realizzano che la supposizione di Olimpia è giusta e che di fronte a loro non hanno un animale feroce bensì una guerriera intrappolata nel corpo di una tigre:
- Mi state dicendo che quella tigre è Xena?! … La principessa guerriera?! - interviene Tetide incredula.
- Questa è Xena ne sono sicura … ma cosa può esserle successo?! ... Come ha fatto a diventare una tigre?! -
- Un momento … Xena stava per caso cacciando tra i boschi di questa zona ?! - interviene Tetide
- Si - risponde Olimpia ingenuamente.
- Allora forse vi sò dire cosa è successo … da bambina una vecchia amazzone mi raccontò una leggenda … molti lustri fa la dea Diana venne in questa foresta in cerca di un po’ di distrazione, ma con sua grande sorpresa notò che in questi luoghi non vi erano molti cervi che la dea adorava. Quando venne a sapere che tutto ciò era dovuto all’operato di diversi cacciatori, la dea decise di lanciare un incantesimo affinché nessun mortale potesse più cacciare, riservandosi, cosi, l’intera zona. Solo a noi amazzoni fu concesso il privilegio di continuare a cacciare. Da allora i mortali che avrebbero ucciso qualsiasi animale di quella sacra foresta si sarebbero tramutati a loro volta in un animale. -
- Quindi vuoi dire che Xena cacciando sia stata vittima di quel sortilegio? - domanda Olimpia alla regina amazzone.
- Si, credo di si -
- Ma la dea Diana è stata uccisa proprio da Xena parecchio tempo fa! -.
- I sortilegi lanciati dalle divinità possono durare anche se il dio in questione perde i suoi potere divini. -
- Cosa possiamo fare ora? Come possiamo far riavere a Xena le sue sembianze umane? -
- Non lo so … ti ho solo raccontato una leggenda … ma forse tra antichi scritti tramandati dalle passate regine che hanno comandato questa tribù forse potrei trovare qualche informazione utile. -
- Te ne sarei grata. - conclude Olimpia posando nuovamente il suo sguardo su Xena.
- Datemi qualche giorno e vi farò sapere qualcosa. -

La poetessa di Potidea si rialza e fa per congedarsi, ma viene fermata da Xena che alle sue spalle ruggisce. Olimpia si volta e nota che la principessa guerriera zampetta muovendosi in tondo:
- Cosa vorrà dire? - chiede Tetide.
- Credo che ci stia domandando dove può andare… - interpreta Olimpia osservando un po’ confusa l’atteggiamento di Xena.
Olimpia guarda Tetide per un attimo e poi conclude:
- La porterò con me nel mio alloggio se non ti spiace. -
- No, figurati. -
- Forza Xena, vieni con me. -

Dopo aver salutato tutti e dato appuntamento a Tetide per il mattino seguente, Olimpia si reca nei suoi alloggi seguita da Xena. Stanca dalla giornata, il bardo si corica sul letto per riposare qualche ora, mentre il felino dopo averla guardata un attimo si accuccia vicino al suo letto. Olimpia resta a guardare la tigre per qualche istante mentre cerca di prendere sonno pensando a come saranno i prossimi giorni e sulle sua labbra si dipinge un sorriso: dovrà convivere con una tigre alla quale tra l’altro sta nascondendo una sorpresa di compleanno …

CAPITOLO VI

Il sole è nuovamente sorto dando così inizio ad una nuova giornata. Colpita da un raggio di sole che spunta tra due assi di legno della capanna, Xena si risveglia dopo un pesante sonno. Si alza e dopo aver passeggiato per qualche istante intorno a se stessa si stiracchia e va verso la finestra: è una bella giornata e la vita nel campo amazzone è già iniziata.
Il felino va verso il giaciglio di Olimpia e dopo aver osservato la compagna dormire posa le zampa anteriori sul materasso e sveglia il bardo leccandole una guancia. La poetessa si ridesta, ma pigramente strizza gli occhi non volendoli riaprire cercando di continuare il suo sonno ignorando il fatto che si deve alzare. Contrariata Xena spinge la testa di Olimpia col muso e ringhia leggermente. La donna lentamente riapre gli occhi e non appena vede la tigre a pochi millimetri da lei si alza di soprassalto: il sonno l’aveva portata a dimenticare per un attimo l’incredibile situazione che si era andata a creare la sera precedente e la vista della tigre così vicina a lei l’ha fatta spaventare molto:
- Non farlo mai più! - rimprovera Xena con un tono nervoso mentre il cuore le batte ancora in gola.
In tutta risposta Xena scende dal letto ed emette un piccolo ruggito di disapprovazione; poi va di nuovo vicino alla compagna e dopo averle leccato la mano si accuccia ai suoi piedi con sguardo tenero e indifeso.
- Ruffiana! Mi spiace … ma niente bacio del buon giorno oggi! -
Olimpia si alza dal letto e dopo essersi vestita esce dalla capanna e va subito in cerca di Tetide. Xena invece si separa dal bardo e va verso il pozzo per dissetarsi.

- Che mi sai dire Tetide .. hai scoperto qualcosa durante la notte? - chiede Olimpia alla regina amazzone appena la ritrova nella sua capanna.
- Buon giorno Olimpia .. prego siediti con me! - risponde l’amazzone invitando la sorella a sedersi al suo tavolo.
Il bardo accetta l’invito mentre la regina continua:
- Ho dato un’occhiata ma ho notato che le pergamene tramandate dalle passate regine sono davvero molte…mi ci vorrà qualche giorno per leggerle tutte. -
- Si lo capisco, ma dimmi … pensi che troverai qualche informazione utile? -
- Forse … -
- Senti, facciamo così .. non è opportuno che io resti qui con Xena. Ora faccio ritorno alla locanda e tornerò tra qualche giorno per sapere se hai trovato qualcosa di interessante. Così, se tutto andrà bene, ne approfitterò anche per ritirare l’arco. -
- Come preferisci Olimpia ... Allora ci rivediamo tra un paio di giorni … -

Dopo aver placato la propria sete bevendo da un secchio di legno pieno di acqua fresca da poco raccolta dal pozzo, Xena passeggia cautamente nella piazza aspettando il ritorno di Olimpia. Una bimba di circa tre anni da qualche tempo osserva il felino incuriosita e Xena, accortasi dell’attenzione suscitata si allontana di qualche passo per poi sedersi vicino alla tenda di Tetide
Ma la piccola sembra voler saziare la sua curiosità e cammina un po’ goffamente verso di lei mantenendo lo sguardo sul suo.
In quel mentre Olimpia e Tepide escono dalla capanna ma Xena non se accorge, concentrata sulla presenza della bambina; la regina amazzone fa per intervenire per allontanare la piccola dal felino, un po’ preoccupata per la reazione che potrebbe avere, ma Olimpia la ferma posandole una mano sulla spalle e scotendo la testa. Senza dirle nulla il bardo le fa segno di osservare la situazione, istintivamente fiduciosa nella reazione di Xena.
La principessa guerriera infatti resta immobile disagiata dalla presenza della bimba che una volta arrivata di fronte a lei la guarda curiosa per poi provare ad accarezzarle il collo dopo qualche istante di indecisione. Xena non sa come comportarsi e non si muove controllando però l’atteggiamento della piccola. Quest’ultima le sorride e le posa una mano sulla bocca.
La principessa guerriera sembra intenerirsi davanti a tanta innocenza e le lecca la manina in segno di affetto. In tutta risposta la bimba cerca di abbracciarla cingendola per il collo ma non è abbastanza alta e nel tentativo di mettersi in punta di piedi perde l’equilibrio cadendo col sederino a terra. Xena allora si accuccia verso i lei e col muso le fa segno di avvicinarsi. La piccola contenta non si fa perdere certo l’occasione e si rialza subito in piedi entusiasta per poi salirle ingenuamente in groppa.
Xena resta sorpresa dal quest’ultima azione ma sentendola reggersi con forza a lei decide di assecondarla e si alza in piedi iniziando a passeggiare lentamente per la piazza. La piccola ride felice mentre si stringe forte al busto di Xena mentre Olimpia e Tetide restano a osservare la scena piacevolmente sbalordite di quanta umanità vi è ancora in Xena nonostante le sue attuali sembianze.
La tigre si ferma e fa scivolare giù dalla sua schiena la bimba per poi farla giocare con una zampa. Olimpia le si avvicina senza che lei se ne accorga e le posa una mano sul dorso. Quasi spaventata Xena si volta e incrocia il suo sguardo con quello del bardo. I loro occhi parlano da soli e per Olimpia non sono necessarie parole per esprimere quanto sia fiera della sua compagna … come sempre l’amore che provano l’una per l’altra non ha bisogno di essere espresso in una frase.
Qualche altro secondo di sguardi intensi, poi Olimpia prende in braccio la bimba e la riporta da Tetide per poi dire a Xena:
- Forza giocherellona .. torniamo alla taverna! -

Radunate le proprie cose Olimpia prede Argo e si allontana dal villaggio amazzone in direzione della taverna di Melania in sella al fedele destriero di Xena. La principessa guerriera segue la compagna di viaggio zampettandole a fianco con slancio quasi buffo. Più di una volta il bardo posa il suo sguardo su di lei e realizza quanto sia stramba questa storia ma in cuor suo non si sente preoccupata: sa che in un modo o in un altro risolveranno anche questa situazione, come sempre hanno fatto.
Il viaggio procede per più di un ora nel più totale silenzio: Xena resta sempre in testa a fare strada e condurre il passo della marcia mentre Olimpia osserva tutt’intorno immersa nei suoi pensieri. Uscite da poco dalla boscaglia Xena ode dei rumori sospetti e arresta il suo cammino semi-accucciandosi a terra scodinzolando nervosamente la coda. Olimpia si accorge appena in tempo dell’arresto di Xena e tira prontamente a se le redini del cavallo per impedire che Argo le possa andare addosso:
- Ma che ti fermi così all’improvviso!!! - la rimprovera Olimpia un po’ innervosita.
La tigre resta immobile ancora per attimo poi fa trazione sulle zampe posteriori e compie un balzo verso il tronco di albero. Aiutandosi con gli artigli il felino si arrampica sull’albero e movendosi rapidamente tra un robusto ramo e l’altro procede di qualche altra decina di metri. Olimpia segue con lo sguardo la sua direzione e scorge qualcosa in movimento aldilà di una grossa quercia, ma la folta chioma dell’albero le impedisce di distinguere di che si tratti. Decide di correre dietro a Xene dando un colpo di tacco al torace del destriero fa ripartire Argo al galoppo.
Nonostante la sua mole Xena dimostra molta agilità e rapidità e continuando a fare spola tra i rami raggiunge in un batter d’occhio una distesa d’erba che affaccia al villaggio di Melania in cui una banda di furfanti stanno tentando di derubare un vecchio mercante saccheggiando il carro nella quale trasporta la sua merce.
Xena resta per un istante ad osservare la scena attendendo che Olimpia la raggiungesse; poi, dopo aver ruggito, balza giù dall’albero avventandosi su uno dei briganti.
L’uomo viene travolto dal peso del felino e cade a terra mentre Olimpia balza giù da sella e sfoderando i sais si avvicina a due uomini e li affronta.
Xena nota che uno dei ladri, probabilmente il capo, sta minacciando il vecchio mercante con una mazza di legno. Innervosita la tigre si avventa sull’uomo mordendolo a un polpaccio. Il mercante approfitta di quest’attimo per fuggire e mettersi al riparo mentre si avvicina minacciosa ad altri due guerrieri. Intimoriti i due indietreggiano ma trovano ad attenderli Olimpia che con poche mosse bel assestate li atterra senza molti problemi. Ma il bardo non si accorge che alle sue spalle un uomo la sta per aggredire e qualche istante prima ch’egli potesse affondare il suo colpo sulla poetessa, Xena balza in avanti ferendolo prima con un energica zampata al torace, poi mordendolo all’altezza della carotide. Un schizzo di sangue sporca il manto chiaro di Xena mentre l’uomo lentamente si spegne per dissanguamento.
Olimpia resta per un attimo scossa dall’evento e resta immobile. Si riprende in un secondo momento e dopo essersi guardata intorno rinfodera i sais. Xena gli va in contro e quando l’ha raggiunta le due si dirigono insieme dal mercante.
L’uomo è ancora spaventato ma Olimpia con fare gentile riesce a tranquillizzarlo e ad aiutarlo a rimettere in sesto il suo carro. Il vecchio è diretto al villaggio e Olimpia si presta di viaggiare con lui dal momento che la loro metà e comune,; l’uomo apprezza molto la gentilezza della bionda guerriera e accetta di buon grado la proposta sentendosi rassicurato. Il mercante è ancora un po’ scosso ma si dimostra affabile con Olimpia e chiacchiera con lei lungo il tragitto anche se la presenza della tigre lo inquieta un po’.
La compagnia viaggia per una buona mezz’oretta e una volta raggiunte le porte del villaggio si separano ma il vecchio cerca di dimostrare le sua gratitudine donando ad Olimpia una pelle d’orso molto raffinata, particolarmente adatta ai pellegrini che viaggiano l’inverno per riscaldarsi.
Salutato e ringraziato i mercante Olimpia fa strada e raggiunge in breve la taverna di Melania.

CAPITOLO VII

Senza badare a Xena, il bardo di Potidea lega le briglie di Argo ad una staccionata e fa per entrare quando Xena le ruggisce e le passa davanti.
Melania è al banco a servire da bere a tre forestieri quando vede la tigre e per la paura caccia un urlo particolarmente udibile:
- Per gli dei .. una bestiaccia nella mia taverna … va via!!!! - grida la donna gesticolando vivacemente con le mani.
Olimpia corre dentro al locale e cerca subito di giustificarsi con Melania e tranquillizzarla:
- Calma Melania! … Non è come sembra!!! -
- Olimpia … dovevo immaginarmelo che centravi qualcosa in tutto ciò!! … Manda via quella bestiaccia!!! -
- Ma non è come sembra … non fa del male!! -
Tutti gli occhi dei presenti nella taverna sono puntati su Xena: alcuni intimoriti e spaventati, altri infastiditi:
- Nooo! … E che cos’è questo .. un gatto di razza particolare!!! - continua Melania sempre più spazientita mentre la tigre le si avvicina sempre di più - Va via brutta bestiaccia ... via!!! -
- No, Melania ... posso spiegarti tutto!! ... Questa è Xena!!! -
Melania guarda il felino con occhi sgranati: più volte la sua attenzione passa tra Olimpia e la tigre per poi balbettare confusamente:
- X ... Xena?! -
La tigre emette un piccolo ruggito che fa gelare il sangue alla povera locandiera. Prima di vederla svenire Olimpia cerca di spiegarle la situazione:
- Calmati Melania, è inoffensiva, sò che è incredibile ma è Xena, devi credermi. Non farà del male ad una mosca. -
La donna continua a fissare l’animale inorridita:
- Falla uscire da qui, ti prego! -
- Come vuoi ma sbagli ad avere così paura di lei -
Il bardo si rivolge alla tigre con tono gentile:
- Xena ti prego aspettami in cortile, Melania è troppo spaventata adesso. -
Senza esitazione l’imponente animale esce dalla locanda e va a stendersi in cortile. Rimaste sole, Olimpia continua la sua spiegazione alla donna:
- Xena è stata a caccia in una foresta sacra a Diana e ora è stata trasformata in una tigre. Devo tornare in quel posto e trovare una soluzione. Dov’è Virgilio? Vorrei portarlo con me. -
- Sta ancora dormendo, è rientrato tardi ieri sera ed era con un suo amico che non ho neanche visto - dice la locandiera ancora turbata per l’accaduto.
In quel momento si sente la voce di un uomo cantare dal piano superiore.
Melania: - Ecco un altro ubriacone che arriva. Già sbronzo a quest’ora del mattino…che schifo! -
Ad un certo punto la voce stonata diventa un urlo e si sentono una serie di tonfi che portano l’improvvisato cantante fino al piano inferiore rovinando giù per le scale.
Olimpia: - Che brutto atterraggio…ti senti bene? -
Il bardo si avvicina per aiutare l’uomo a rialzarsi: è Fillide. Quando la donna incrocia il suo sguardo rimane senza parole. Il viso del giovane le ricorda una persona che non vedeva da molto tempo ormai.
Fillide: - Grazie, sei molto gentile…e anche molto carina…-
L’uomo sentendosi osservato crede di aver fatto colpo sulla bionda guerriera. Olimpia è talmente sorpresa di vedere tanta somiglianza con Corilo, che nonostante Fillide si sia rialzato da un pezzo lo sorregge ancora per il braccio.
- Sto bene, grazie. Posso sapere il suo nome e magari offrirti qualcosa? -
- Corilo…no, non puoi essere tu … -
- Corilo? No … io mi chiamo Fillide. Corilo era mio padre. Lo conoscevi? Era un grande guerriero! … Sei così giovane, sei sicura di averlo conosciuto? -
Olimpia è talmente impressionata da non aver neanche ascoltato la domanda e le parole del ragazzo. Un rumore di cocci infranti interrompe la scena. Anche Melania vedendo Fillide, crede di avere di fronte il defunto marito e lascia cadere una brocca piena di vino a terra riuscendo a malapena a sorreggersi al bancone per non cadere a terra svenuta.
- Corilo!!! -
Fillide inizia a spaventarsi vedendo che anche un’altra persona rimane shockata alla sua vista. Virgilio scende le scale in quel momento e vedendo la madre sul punto di svenire corre a sorreggerla.
- Madre! Ti senti male? -
- Questo ragazzo … è … -
- Fillide? È un mio amico…- risponde Virgilio, non potendo sapere della somiglianza del giovane con Corilo.
- E’ identico a tuo padre … -
- Vieni a sederti ti faccio bere un po’ d’acqua. Sembra che tu abbia visto un fantasma … -
- Infatti! Non voglio dell’acqua, dammi del sidro, di quello forte!! -
Fillide: - Mi dispiace che ti sia spaventata brava donna. Mia madre mi ha sempre detto che somiglio molto a mio padre, ma non credevo che la gente che lo conosceva potesse avere questa reazione vedendomi. -
Olimpia: - Tu saresti figlio di Corilo? -
- Certo! Credo che si veda! -
- … Non è possibile … -
- Senti pensa quello che ti pare, anche se non vedo perché non può essere! -
Fillide piuttosto contrariato si avvicina a Virgilio per parlargli, chiudendo la discussione con Olimpia
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di Darkamy e Xandrella

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