Nel campo il sole
sta ormai calando per far posto al buio della sera e il villaggio
è illuminato dalla debole luce di diverse fiaccole posizionate
qua e là.
Alle porte del campo due amazzoni montano di guardia allerta mentre
il resto del villaggio è popolato da donne che passeggiano
tra una tenda e l’altra: la tranquillità aleggia indisturbata.
Ad un tratto dalla boscaglia si odono rumori di fogliame mosso dal
movimento di qualcosa. Una delle amazzoni di guardia si insospettisce
e si inoltra di qualche metro per il sentiero che inoltra nella foresta
facendo cautela e tenendo la sua asta protratta in avanti pronta a
difendersi.
Xena è riuscita a raggiungere il villaggio, ora deve pensare
a come potervi entrare senza gettare scompiglio. La principessa guerriera,
ora felino, si china a terra e resta nascosta tra un cespuglio cercando
di osservare la situazione senza però venire scoperta. La tigre
resta a studiare la situazione per un po’, senza trovare un
modo per raggiungere Olimpia indisturbata; non le resta altro da fare
che provare a correre dentro al villaggio e richiamare l’attenzione
della compagna di viaggio senza essere aggredita o essere costretta
a contrattaccare per difesa.
L’animo di Xena è però molto inquietato: a mano
a mano che il tempo passa si rende conto che per quanto possa essere
cosciente di ciò che le è accaduto, ora si trova nel
corpo di un felino carnivoro e aggressivo e spesso le viene naturale
seguire i suoi istinti.
Con cautela si rialza e facendo attenzione a non fare rumore punta
l’ingresso del villaggio per poi lanciarsi pochi istanti dopo
in una rapida corsa.
L’amazzone di vedetta la vede e tenta di colpirla con la sua
lancia, ma la principessa guerriera con un balzo laterale riesce ad
evitare la lama che si conficca al suolo.
L’altra guerriera di guardia le si pone davanti ma Xena ruggendo
fa trazione sulle zampe posteriori e compie un notevole salto evitando
così il suo blocco.
Continuando a ruggire, Xena prosegue la sua corsa all’interno
del villaggio fino al fermarsi nello spiazzo .. molte guerriere le
si fanno contro ma la principessa guerriera estrae gli artigli e le
tiene lontane intimorendole con delle zampate e sguardi aggressivi.
Un’amazzone si fa avanti e cerca di colpirla affondando la sua
spada, ma Xena si sposta sul lato e la colpisce allo stomaco con la
testa facendola cadere all’indietro.
Distratte dai
rumori provenienti dallo spiazzo, Olimpia e Tetide interrompono la
loro conversazione ed escono dalla capanna; non appena scorgono una
tigre nel villaggio, le due corrono nella sua direzione: Olimpia sguaina
i sai pronta ad affrontare il pericolo se necessario, ma non appena
vede che la tigre tiene tra le sue fauci il chakram, la paura e la
confusione si insidiano nella sua mente.
Il felino nell’attimo in cui vede Olimpia, placa la sua aggressività
e si ferma in posa difensiva a qualche metro di distanza. Un’amazzone
cerca di approfittare della situazione ma il bardo di Potidea la ferma
alzando il braccio in segno di attesa. Olimpia resta a fissare la
tigre confusa: che significa ciò che sta vedendo ora? …
Una tigre è di fronte a lei con in bocca il chakram ... Xena
è stata forse aggredita da questo animale? Ma allora perché
questo felino non ha ancora aggredito nessuno ed è fermo davanti
a lei senza fare alcuna mossa? … E se fosse un segnale o un
messaggio della principessa guerriera?
- Wow .. non avrei mai creduto di vedere un esemplare del genere da
queste parti! - interviene una giovane amazzone appena giunta sul
posto.
- Che vuoi dire? - domanda Olimpia senza però distogliere minimante
lo sguardo dal felino.
- Che una tigre come questa non si trova da queste parti …non
è una zona adatta … chissà cosa la spinge fin
qui … -
- Infatti … - commenta Tetide.
Olimpia resta sorpresa dalle loro parole e non sentendosi istintivamente
minacciata dalla presenza del felino rinfodera i sai.
Xena intimorita tenta un approccio con la compagna di viaggio: deve
assolutamente farsi riconoscere da lei. Lentamente le si avvicina,
tenendo il capo basso, e quando è vicina a sufficienza posa
il chakram a terra davanti a suoi piedi, arretra di un passo e si
siede mantenendo sempre un atteggiamento pacato.
Olimpia raccoglie l’arma e si avvicina alla tigre:
- Ma sei impazzita! Stai indietro! - interviene Tetide facendola indietreggiare
afferrandola per le spalle.
- Sta tranquilla … sò quel che faccio. -
Contrariata la donna la lascia mentre la poetessa, mantenendo lo sguardo
fisso sul felino, gli si avvicina fino a inginocchiarsi di fronte
all’animale. Tutti i presenti sono sorpresi dall’atteggiamento
tanto docile della tigre e restano curiosi ad osservare.
Il bardo prova lentamente a poggiare una mano sulla testa della tigre
e l’accarezza per un istante, mentre il felino di tutta risposta
invece di scostarsi, la lascia fare e risponde al gesto strofinando
il muso sul braccio del bardo.
I loro sguardi si incontrano e in quegl’occhi color ghiaccio,
la poetessa riconosce la sua compagna di mille avventure:
- Xena … sei tu?! -
In risposta la tigre lecca la mano della bionda guerriera e avvicinandosi
di un altro poco a lei le accarezza la guancia con il muso.
A quel gesto Olimpia non ha più dubbi e abbraccia Xena avvinghiandosi
al suo collo.
A quella scena tutti i presenti realizzano che la supposizione di
Olimpia è giusta e che di fronte a loro non hanno un animale
feroce bensì una guerriera intrappolata nel corpo di una tigre:
- Mi state dicendo che quella tigre è Xena?! … La principessa
guerriera?! - interviene Tetide incredula.
- Questa è Xena ne sono sicura … ma cosa può esserle
successo?! ... Come ha fatto a diventare una tigre?! -
- Un momento … Xena stava per caso cacciando tra i boschi di
questa zona ?! - interviene Tetide
- Si - risponde Olimpia ingenuamente.
- Allora forse vi sò dire cosa è successo … da
bambina una vecchia amazzone mi raccontò una leggenda …
molti lustri fa la dea Diana venne in questa foresta in cerca di un
po’ di distrazione, ma con sua grande sorpresa notò che
in questi luoghi non vi erano molti cervi che la dea adorava. Quando
venne a sapere che tutto ciò era dovuto all’operato di
diversi cacciatori, la dea decise di lanciare un incantesimo affinché
nessun mortale potesse più cacciare, riservandosi, cosi, l’intera
zona. Solo a noi amazzoni fu concesso il privilegio di continuare
a cacciare. Da allora i mortali che avrebbero ucciso qualsiasi animale
di quella sacra foresta si sarebbero tramutati a loro volta in un
animale. -
- Quindi vuoi dire che Xena cacciando sia stata vittima di quel sortilegio?
- domanda Olimpia alla regina amazzone.
- Si, credo di si -
- Ma la dea Diana è stata uccisa proprio da Xena parecchio
tempo fa! -.
- I sortilegi lanciati dalle divinità possono durare anche
se il dio in questione perde i suoi potere divini. -
- Cosa possiamo fare ora? Come possiamo far riavere a Xena le sue
sembianze umane? -
- Non lo so … ti ho solo raccontato una leggenda … ma
forse tra antichi scritti tramandati dalle passate regine che hanno
comandato questa tribù forse potrei trovare qualche informazione
utile. -
- Te ne sarei grata. - conclude Olimpia posando nuovamente il suo
sguardo su Xena.
- Datemi qualche giorno e vi farò sapere qualcosa. -
La poetessa di
Potidea si rialza e fa per congedarsi, ma viene fermata da Xena che
alle sue spalle ruggisce. Olimpia si volta e nota che la principessa
guerriera zampetta muovendosi in tondo:
- Cosa vorrà dire? - chiede Tetide.
- Credo che ci stia domandando dove può andare… - interpreta
Olimpia osservando un po’ confusa l’atteggiamento di Xena.
Olimpia guarda Tetide per un attimo e poi conclude:
- La porterò con me nel mio alloggio se non ti spiace. -
- No, figurati. -
- Forza Xena, vieni con me. -
Dopo aver salutato
tutti e dato appuntamento a Tetide per il mattino seguente, Olimpia
si reca nei suoi alloggi seguita da Xena. Stanca dalla giornata, il
bardo si corica sul letto per riposare qualche ora, mentre il felino
dopo averla guardata un attimo si accuccia vicino al suo letto. Olimpia
resta a guardare la tigre per qualche istante mentre cerca di prendere
sonno pensando a come saranno i prossimi giorni e sulle sua labbra
si dipinge un sorriso: dovrà convivere con una tigre alla quale
tra l’altro sta nascondendo una sorpresa di compleanno …
CAPITOLO
VI
Il sole è
nuovamente sorto dando così inizio ad una nuova giornata. Colpita
da un raggio di sole che spunta tra due assi di legno della capanna,
Xena si risveglia dopo un pesante sonno. Si alza e dopo aver passeggiato
per qualche istante intorno a se stessa si stiracchia e va verso la
finestra: è una bella giornata e la vita nel campo amazzone
è già iniziata.
Il felino va verso il giaciglio di Olimpia e dopo aver osservato la
compagna dormire posa le zampa anteriori sul materasso e sveglia il
bardo leccandole una guancia. La poetessa si ridesta, ma pigramente
strizza gli occhi non volendoli riaprire cercando di continuare il
suo sonno ignorando il fatto che si deve alzare. Contrariata Xena
spinge la testa di Olimpia col muso e ringhia leggermente. La donna
lentamente riapre gli occhi e non appena vede la tigre a pochi millimetri
da lei si alza di soprassalto: il sonno l’aveva portata a dimenticare
per un attimo l’incredibile situazione che si era andata a creare
la sera precedente e la vista della tigre così vicina a lei
l’ha fatta spaventare molto:
- Non farlo mai più! - rimprovera Xena con un tono nervoso
mentre il cuore le batte ancora in gola.
In tutta risposta Xena scende dal letto ed emette un piccolo ruggito
di disapprovazione; poi va di nuovo vicino alla compagna e dopo averle
leccato la mano si accuccia ai suoi piedi con sguardo tenero e indifeso.
- Ruffiana! Mi spiace … ma niente bacio del buon giorno oggi!
-
Olimpia si alza dal letto e dopo essersi vestita esce dalla capanna
e va subito in cerca di Tetide. Xena invece si separa dal bardo e
va verso il pozzo per dissetarsi.
- Che mi sai dire
Tetide .. hai scoperto qualcosa durante la notte? - chiede Olimpia
alla regina amazzone appena la ritrova nella sua capanna.
- Buon giorno Olimpia .. prego siediti con me! - risponde l’amazzone
invitando la sorella a sedersi al suo tavolo.
Il bardo accetta l’invito mentre la regina continua:
- Ho dato un’occhiata ma ho notato che le pergamene tramandate
dalle passate regine sono davvero molte…mi ci vorrà qualche
giorno per leggerle tutte. -
- Si lo capisco, ma dimmi … pensi che troverai qualche informazione
utile? -
- Forse … -
- Senti, facciamo così .. non è opportuno che io resti
qui con Xena. Ora faccio ritorno alla locanda e tornerò tra
qualche giorno per sapere se hai trovato qualcosa di interessante.
Così, se tutto andrà bene, ne approfitterò anche
per ritirare l’arco. -
- Come preferisci Olimpia ... Allora ci rivediamo tra un paio di giorni
… -
Dopo aver placato
la propria sete bevendo da un secchio di legno pieno di acqua fresca
da poco raccolta dal pozzo, Xena passeggia cautamente nella piazza
aspettando il ritorno di Olimpia. Una bimba di circa tre anni da qualche
tempo osserva il felino incuriosita e Xena, accortasi dell’attenzione
suscitata si allontana di qualche passo per poi sedersi vicino alla
tenda di Tetide
Ma la piccola sembra voler saziare la sua curiosità e cammina
un po’ goffamente verso di lei mantenendo lo sguardo sul suo.
In quel mentre Olimpia e Tepide escono dalla capanna ma Xena non se
accorge, concentrata sulla presenza della bambina; la regina amazzone
fa per intervenire per allontanare la piccola dal felino, un po’
preoccupata per la reazione che potrebbe avere, ma Olimpia la ferma
posandole una mano sulla spalle e scotendo la testa. Senza dirle nulla
il bardo le fa segno di osservare la situazione, istintivamente fiduciosa
nella reazione di Xena.
La principessa guerriera infatti resta immobile disagiata dalla presenza
della bimba che una volta arrivata di fronte a lei la guarda curiosa
per poi provare ad accarezzarle il collo dopo qualche istante di indecisione.
Xena non sa come comportarsi e non si muove controllando però
l’atteggiamento della piccola. Quest’ultima le sorride
e le posa una mano sulla bocca.
La principessa guerriera sembra intenerirsi davanti a tanta innocenza
e le lecca la manina in segno di affetto. In tutta risposta la bimba
cerca di abbracciarla cingendola per il collo ma non è abbastanza
alta e nel tentativo di mettersi in punta di piedi perde l’equilibrio
cadendo col sederino a terra. Xena allora si accuccia verso i lei
e col muso le fa segno di avvicinarsi. La piccola contenta non si
fa perdere certo l’occasione e si rialza subito in piedi entusiasta
per poi salirle ingenuamente in groppa.
Xena resta sorpresa dal quest’ultima azione ma sentendola reggersi
con forza a lei decide di assecondarla e si alza in piedi iniziando
a passeggiare lentamente per la piazza. La piccola ride felice mentre
si stringe forte al busto di Xena mentre Olimpia e Tetide restano
a osservare la scena piacevolmente sbalordite di quanta umanità
vi è ancora in Xena nonostante le sue attuali sembianze.
La tigre si ferma e fa scivolare giù dalla sua schiena la bimba
per poi farla giocare con una zampa. Olimpia le si avvicina senza
che lei se ne accorga e le posa una mano sul dorso. Quasi spaventata
Xena si volta e incrocia il suo sguardo con quello del bardo. I loro
occhi parlano da soli e per Olimpia non sono necessarie parole per
esprimere quanto sia fiera della sua compagna … come sempre
l’amore che provano l’una per l’altra non ha bisogno
di essere espresso in una frase.
Qualche altro secondo di sguardi intensi, poi Olimpia prende in braccio
la bimba e la riporta da Tetide per poi dire a Xena:
- Forza giocherellona .. torniamo alla taverna! -
Radunate le proprie
cose Olimpia prede Argo e si allontana dal villaggio amazzone in direzione
della taverna di Melania in sella al fedele destriero di Xena. La
principessa guerriera segue la compagna di viaggio zampettandole a
fianco con slancio quasi buffo. Più di una volta il bardo posa
il suo sguardo su di lei e realizza quanto sia stramba questa storia
ma in cuor suo non si sente preoccupata: sa che in un modo o in un
altro risolveranno anche questa situazione, come sempre hanno fatto.
Il viaggio procede per più di un ora nel più totale
silenzio: Xena resta sempre in testa a fare strada e condurre il passo
della marcia mentre Olimpia osserva tutt’intorno immersa nei
suoi pensieri. Uscite da poco dalla boscaglia Xena ode dei rumori
sospetti e arresta il suo cammino semi-accucciandosi a terra scodinzolando
nervosamente la coda. Olimpia si accorge appena in tempo dell’arresto
di Xena e tira prontamente a se le redini del cavallo per impedire
che Argo le possa andare addosso:
- Ma che ti fermi così all’improvviso!!! - la rimprovera
Olimpia un po’ innervosita.
La tigre resta immobile ancora per attimo poi fa trazione sulle zampe
posteriori e compie un balzo verso il tronco di albero. Aiutandosi
con gli artigli il felino si arrampica sull’albero e movendosi
rapidamente tra un robusto ramo e l’altro procede di qualche
altra decina di metri. Olimpia segue con lo sguardo la sua direzione
e scorge qualcosa in movimento aldilà di una grossa quercia,
ma la folta chioma dell’albero le impedisce di distinguere di
che si tratti. Decide di correre dietro a Xene dando un colpo di tacco
al torace del destriero fa ripartire Argo al galoppo.
Nonostante la sua mole Xena dimostra molta agilità e rapidità
e continuando a fare spola tra i rami raggiunge in un batter d’occhio
una distesa d’erba che affaccia al villaggio di Melania in cui
una banda di furfanti stanno tentando di derubare un vecchio mercante
saccheggiando il carro nella quale trasporta la sua merce.
Xena resta per un istante ad osservare la scena attendendo che Olimpia
la raggiungesse; poi, dopo aver ruggito, balza giù dall’albero
avventandosi su uno dei briganti.
L’uomo viene travolto dal peso del felino e cade a terra mentre
Olimpia balza giù da sella e sfoderando i sais si avvicina
a due uomini e li affronta.
Xena nota che uno dei ladri, probabilmente il capo, sta minacciando
il vecchio mercante con una mazza di legno. Innervosita la tigre si
avventa sull’uomo mordendolo a un polpaccio. Il mercante approfitta
di quest’attimo per fuggire e mettersi al riparo mentre si avvicina
minacciosa ad altri due guerrieri. Intimoriti i due indietreggiano
ma trovano ad attenderli Olimpia che con poche mosse bel assestate
li atterra senza molti problemi. Ma il bardo non si accorge che alle
sue spalle un uomo la sta per aggredire e qualche istante prima ch’egli
potesse affondare il suo colpo sulla poetessa, Xena balza in avanti
ferendolo prima con un energica zampata al torace, poi mordendolo
all’altezza della carotide. Un schizzo di sangue sporca il manto
chiaro di Xena mentre l’uomo lentamente si spegne per dissanguamento.
Olimpia resta per un attimo scossa dall’evento e resta immobile.
Si riprende in un secondo momento e dopo essersi guardata intorno
rinfodera i sais. Xena gli va in contro e quando l’ha raggiunta
le due si dirigono insieme dal mercante.
L’uomo è ancora spaventato ma Olimpia con fare gentile
riesce a tranquillizzarlo e ad aiutarlo a rimettere in sesto il suo
carro. Il vecchio è diretto al villaggio e Olimpia si presta
di viaggiare con lui dal momento che la loro metà e comune,;
l’uomo apprezza molto la gentilezza della bionda guerriera e
accetta di buon grado la proposta sentendosi rassicurato. Il mercante
è ancora un po’ scosso ma si dimostra affabile con Olimpia
e chiacchiera con lei lungo il tragitto anche se la presenza della
tigre lo inquieta un po’.
La compagnia viaggia per una buona mezz’oretta e una volta raggiunte
le porte del villaggio si separano ma il vecchio cerca di dimostrare
le sua gratitudine donando ad Olimpia una pelle d’orso molto
raffinata, particolarmente adatta ai pellegrini che viaggiano l’inverno
per riscaldarsi.
Salutato e ringraziato i mercante Olimpia fa strada e raggiunge in
breve la taverna di Melania.
CAPITOLO
VII
Senza badare a
Xena, il bardo di Potidea lega le briglie di Argo ad una staccionata
e fa per entrare quando Xena le ruggisce e le passa davanti.
Melania è al banco a servire da bere a tre forestieri quando
vede la tigre e per la paura caccia un urlo particolarmente udibile:
- Per gli dei .. una bestiaccia nella mia taverna … va via!!!!
- grida la donna gesticolando vivacemente con le mani.
Olimpia corre dentro al locale e cerca subito di giustificarsi con
Melania e tranquillizzarla:
- Calma Melania! … Non è come sembra!!! -
- Olimpia … dovevo immaginarmelo che centravi qualcosa in tutto
ciò!! … Manda via quella bestiaccia!!! -
- Ma non è come sembra … non fa del male!! -
Tutti gli occhi dei presenti nella taverna sono puntati su Xena: alcuni
intimoriti e spaventati, altri infastiditi:
- Nooo! … E che cos’è questo .. un gatto di razza
particolare!!! - continua Melania sempre più spazientita mentre
la tigre le si avvicina sempre di più - Va via brutta bestiaccia
... via!!! -
- No, Melania ... posso spiegarti tutto!! ... Questa è Xena!!!
-
Melania guarda il felino con occhi sgranati: più volte la sua
attenzione passa tra Olimpia e la tigre per poi balbettare confusamente:
- X ... Xena?! -
La tigre emette un piccolo ruggito che fa gelare il sangue alla povera
locandiera. Prima di vederla svenire Olimpia cerca di spiegarle la
situazione:
- Calmati Melania, è inoffensiva, sò che è incredibile
ma è Xena, devi credermi. Non farà del male ad una mosca.
-
La donna continua a fissare l’animale inorridita:
- Falla uscire da qui, ti prego! -
- Come vuoi ma sbagli ad avere così paura di lei -
Il bardo si rivolge alla tigre con tono gentile:
- Xena ti prego aspettami in cortile, Melania è troppo spaventata
adesso. -
Senza esitazione l’imponente animale esce dalla locanda e va
a stendersi in cortile. Rimaste sole, Olimpia continua la sua spiegazione
alla donna:
- Xena è stata a caccia in una foresta sacra a Diana e ora
è stata trasformata in una tigre. Devo tornare in quel posto
e trovare una soluzione. Dov’è Virgilio? Vorrei portarlo
con me. -
- Sta ancora dormendo, è rientrato tardi ieri sera ed era con
un suo amico che non ho neanche visto - dice la locandiera ancora
turbata per l’accaduto.
In quel momento si sente la voce di un uomo cantare dal piano superiore.
Melania: - Ecco un altro ubriacone che arriva. Già sbronzo
a quest’ora del mattino…che schifo! -
Ad un certo punto la voce stonata diventa un urlo e si sentono una
serie di tonfi che portano l’improvvisato cantante fino al piano
inferiore rovinando giù per le scale.
Olimpia: - Che brutto atterraggio…ti senti bene? -
Il bardo si avvicina per aiutare l’uomo a rialzarsi: è
Fillide. Quando la donna incrocia il suo sguardo rimane senza parole.
Il viso del giovane le ricorda una persona che non vedeva da molto
tempo ormai.
Fillide: - Grazie, sei molto gentile…e anche molto carina…-
L’uomo sentendosi osservato crede di aver fatto colpo sulla
bionda guerriera. Olimpia è talmente sorpresa di vedere tanta
somiglianza con Corilo, che nonostante Fillide si sia rialzato da
un pezzo lo sorregge ancora per il braccio.
- Sto bene, grazie. Posso sapere il suo nome e magari offrirti qualcosa?
-
- Corilo…no, non puoi essere tu … -
- Corilo? No … io mi chiamo Fillide. Corilo era mio padre. Lo
conoscevi? Era un grande guerriero! … Sei così giovane,
sei sicura di averlo conosciuto? -
Olimpia è talmente impressionata da non aver neanche ascoltato
la domanda e le parole del ragazzo. Un rumore di cocci infranti interrompe
la scena. Anche Melania vedendo Fillide, crede di avere di fronte
il defunto marito e lascia cadere una brocca piena di vino a terra
riuscendo a malapena a sorreggersi al bancone per non cadere a terra
svenuta.
- Corilo!!! -
Fillide inizia a spaventarsi vedendo che anche un’altra persona
rimane shockata alla sua vista. Virgilio scende le scale in quel momento
e vedendo la madre sul punto di svenire corre a sorreggerla.
- Madre! Ti senti male? -
- Questo ragazzo … è … -
- Fillide? È un mio amico…- risponde Virgilio, non potendo
sapere della somiglianza del giovane con Corilo.
- E’ identico a tuo padre … -
- Vieni a sederti ti faccio bere un po’ d’acqua. Sembra
che tu abbia visto un fantasma … -
- Infatti! Non voglio dell’acqua, dammi del sidro, di quello
forte!! -
Fillide: - Mi dispiace che ti sia spaventata brava donna. Mia madre
mi ha sempre detto che somiglio molto a mio padre, ma non credevo
che la gente che lo conosceva potesse avere questa reazione vedendomi.
-
Olimpia: - Tu saresti figlio di Corilo? -
- Certo! Credo che si veda! -
- … Non è possibile … -
- Senti pensa quello che ti pare, anche se non vedo perché
non può essere! -
Fillide piuttosto contrariato si avvicina a Virgilio per parlargli,
chiudendo la discussione con Olimpia.
di
Darkamy e Xandrella