CAPITOLO
I
E lalba.
Olimpia piega le coperte della notte e le ripone nella sacca del suo cavallo.
Prova a guardare allorizzonte ma il suo sguardo viene impedito da una fitta
nebbia. Laria è umida e pungente ma bisogna comunque ripartire; non
cè tempo. Si avvicina a Venere, di cui spuntano dalla coperta solo
qualche ciuffo di capelli e chinatasi su di lei la sveglia:
- Venere
alzati
dobbiamo
ripartire-
-
Mmh
ancora cinque minuti ti prego mi sono addormentata
poco fa
-
- Mi dispiace ma non cè tempo. Dobbiamo addentrarci
nelle grotte della montagna se vogliamo trovare loracolo e tornare da Xena
prima che sia notte fonda
avanti! -
Venere si siede a fatica, i suoi
capelli sono arruffati e cerca ancora di coprirsi il busto con la coperta. Olimpia
le porge del pane e senza proferire parola l'ex dea dellamore, ora mortale,
lo prende dalle mani dellamica e inizia a mangiare controvoglia. Intanto
si alza in piedi e barcolla:
- Accidenti, sono a pezzi! Dormire su un terreno
pieno di sassi non è esattamente quello che si può definire un letto.
Ma come diavolo fate tu e Xena?! -
Olimpia accenna ad un sorriso:
-
Sarà
labitudine. Io mi trovo bene-
Venere si contorce nel tentativo di ritornare
dritta:
- Dammi un attimo che mi riprendo e poi andiamo a cercare quella vecchiaccia
profeta di sventure!-
- Non dovresti parlare così delloracolo. Merita rispetto.
In passato sono state scongiurate molte catastrofi grazie ai suoi
consigli. Credo che i seguaci di Belur di queste parti abbiano sbagliato
a scacciarla. Lei ha poco a che fare con gli Dei del passato. Ha dei
poteri questo è vero, ma ha sempre e solo aiutato gli uomini-
Il bardo riversa della
terra sulle ceneri ancora calde del fuoco acceso la sera prima mentre Venere sistema
le coperte e sbotta:
- Li ha solo aiutati?! Cara ti ricordo che gli uomini
che si presentavano da lei bisognosi daiuto dovevano superare delle prove
che mettevano a rischio la loro vita e solo se nellimpresa non perdevano
la testa ottenevano dalla megera il consiglio desiderato!!!-
Olimpia non si
aspettava quel commento. Sa che è la verità, ma leducazione
ricevuta da bambina che le aveva inculcato gran rispetto per gli dei e i loro
sacerdoti, ha evidentemente lasciato ancora qualche traccia in lei, nonostante
tutto ciò che è successo negli anni trascorsi con Xena, ha ancora
rispetto per alcuni personaggi e tra questi loracolo.
-
E
vero. Ma credo che il rischio e la posta in gioco valevano sempre laiuto
ricevuto. Non posso dimenticare che grazie ai poteri degli oracoli Xena in passato
ha capito come poter liberare Prometeo -
Venere preferisce non continuare
il discorso e si dà una sistemata alle vesti dopo aver terminato la magra
colazione mentre Olimpia si avvicina al cavallo e lo accarezza guardandolo negli
occhi:
- Sarà meglio lasciare qui il cavallo. Non può seguirci
fino a lì, ci sono troppi massi. Se non dovessimo trovarlo scendendo, conosce
la via del ritorno. Metti nella sacca solo lindispensabile. Meglio viaggiare
leggeri -
Le due sincamminano verso la parte alta della montagna avvolta
dalla nebbia.
CAPITOLO
II
Un raggio di
sole passa attraverso una fessura della finestra ancora chiusa. Marte si gira
nel letto e il suo viso finisce nella traiettoria della luce. Istintivamente gira
il viso e apre gli occhi e subito un pensiero occupa la sua mente: Xena.
Stende il braccio sullaltra piazza del letto alla ricerca della principessa
guerriera ma non la trova. Si siede di scatto in mezzo al letto e si guarda intorno
ma della mora guerriera neanche lombra. Il dio della guerra, ora mortale,
a seguito della scomparsa della sua spada di cui è responsabile Vendetta,
si alza dal letto molto preoccupato e guarda nellunico angolo della stanza
nascosto da un drappo dove la sera prima ha fatto un indimenticabile bagno mentre
Xena gli massaggiava la schiena. Nulla: Xena è scomparsa. Le parole dOlimpia
gli tornano alla mente. Doveva proteggere la neo dea dellamore e assicurarsi
che non lasciasse la taverna da sola. Perciò sempre più agitato
si precipita giù per le scale e arriva al piano inferiore. Il locale è
semi vuoto data lora, e loste sta ripulendo con un panno alcune tazze.
Marte si avvicina al bancone e attira lattenzione delloste.
- Hai
visto la mia amica uscire?-
Luomo lo guarda pensieroso. Da quando sono arrivati alla sua
taverna, queste persone non hanno fatto che comportarsi in modo strano.
- No
non mi sembra che sia uscita. Almeno non da quando ho aperto
le porte, ed era ancora buio.-
Marte porta nervosamente una mano tra i capelli
e si guarda intorno
non gli resta che andare alla ricerca di Xena per le
strade del villaggio. Senza proferire parola esce dalledificio ed esamina
ad uno ad uno tutti i passanti. Poi torna dalloste e scandendo bene le parole
come per spiegarsi meglio gli dice:
- Mi raccomando, se dovesse tornare qui, cerca di trattenerla ad ogni
costo. Io tornerò stasera se non dovessi riuscire a trovarla.
Hai capito?-
Luomo annuisce osservando lo strano comportamento
di Marte che esce definitivamente dalla taverna dirigendosi verso il mercato:
-Mah!
Questa gente è tutta matta!-
Linnaturale
silenzio della pianura è rotto solo dalla sua voce; la sua figura è
cupa e inquietante: Vendetta si trova alla testa di un piccolo esercito formato
da decine di uomini disposti ordinatamente dietro a lei, con lo sguardo perso
nel vuoto. La dea monta un cavallo nero molto particolare: non è un equino
comune. E' uno stallone alto e imponente dal manto nero corvino, una criniera
e una coda folte dello stesso colore del manto, le zampe molto grosse e robuste
e uno sguardo che brilla di luce propria, come se in realtà fosse un essere
con una propria volontà, servo fedele della dea della Vendetta. La donna
cavalca questo strano animale fiera ed eretta tenendo lo sguardo fisso verso l'orizzonte
con una strana epressione di soddisfazione dipinta in volto: i suoi piani ormai
hanno preso il via, e tutto va secondo le sue aspettative. Ora che i suoi nemici
arrancano nella confusione e nel disagio più totale, può dare inizio
alla conquista del genere umano per poi portare a termine l'incarico affidatole
da Eco. Lentamente la dea, sta sfruttando il suo grande potere sulle menti umane
e sta plagiando la volontà di tutte le persone particolarmente predisposte
alla rabbia e alla collera. Annulla la loro volontà trasformandoli in burattini
completamente assuefatti che obbediscano alla lettera ad ogni suo comando.
Ad
un tratto Vendetta da uno strattone alle briglie argentate, facendo arrestare
la marcia del suo cavallo che, alzandosi sulle sole zampe posteriori, nitrisce
e si volta indietro mettendosi di fronte alla fila di uomini al servizio della
dea:
- Andate a Melfi!
Voglio che sia rasa al suolo. Devono rimanere
in piedi solo i templi
Uccidete tutti: uomini, donne e bambini! Devono pagare
per aver rinnegato gli dei
e cosa più importante portatemi Xena, Marte
e Venere
di loro mi occupo io personalmente
non tornate se non avete
eseguito tutti i miei ordini e adesso non perdete tempo, andate!! -
Lo sguardo agghiacciante della dea segue per qualche istante i suoi
uomini che totalmente ipnotizzati dal suo potere, marciano a passo
svelto verso la città; poi, in un secondo momento, a seguito
di un deciso calcio al fianco del suo cavallo, parte al galoppo prendendo
una direzione diversa: la montagna.
Olimpia
aiuta Venere a salire tendendole la mano sulla ripida parete rocciosa. Il sole
è quasi alto nel cielo e loro sono giunte quasi in cima al monte.
-
Bevi un po dacqua Venere e riposati un attimo. Ci siamo quasi. Da
questo punto in poi del cammino non ci tocca più scalare. Spero di trovare
subito la caverna giusta. Potrebbero volerci anche giorni
-
Venere riprende
fiato e si rialza subito in piedi.
- Bhè cosa aspettiamo allora?! Muoviamoci!
Io rivoglio la mia immortalità e la rivoglio il più presto possibile!
-
La determinazione di Venere rincuora Olimpia che di nuovo in piedi
riprende il cammino. Una giovane donna vestita di veli bianchi che
porta sulle spalle un vaso, si dirige nella direzione opposta alla
loro ma appena le vede scappa via verso le caverne.
Olimpia: - Ehi tu aspetta! Non siamo qui per farti del male
ti prego fermati!!!- Le due amiche la inseguono ed entrano con lei in una delle
grotte ma i cunicoli sono tanti e presto la perdono di vista.
Venere: - Accidenti! Dove sarà finita!
credi che sia questa
la caverna giusta?- Olimpia si guarda intorno spaesata -Non lo so
ma
dobbiamo addentrarci per saperlo
speriamo di non perderci! -
Olimpia prende dalla sua sacca un pezzo di gesso bianco
e inizia a segnare le pareti del percorso scelto. Le due amiche continuano a camminare
e a mano a mano il buio prende il posto della luce. Ad un tratto un rumore, simile
ad un tonfo si ode provenire dal profondo della caverna. Olimpia e Venere sinterrompono
e si guardano in silenzio in attesa di altri rumori. Ma non si sente più
nulla. Qualcuno le colpisce con violenza alla testa e le due cadono a terra svenute
CAPITOLO
III
Marte cammina
lentamente per la grande piazza scrutando i volti di tutte le donne che vede sperando
di riconoscere quello di Xena. Ad un certo punto vede una donna di spalle, alta
con i capelli lunghi e scuri le si avvicina e prendendola per una spalla la fa
girare - Xena
- ma non è lei. Poi la sua attenzione viene richiamata
dalle risate e dagli schiamazzi di un gruppo di giovani uomini. Il dio della guerra
si avvicina per ascoltare i loro discorsi.
Uomo della piazza:
- Dovevi
vedere che gambe! Non ho mai visto una donna così
-
Appena Marte
capisce che stanno parlando delle grazie di una donna chiede per saperne di più:
- Scusate, era per caso una donna alta e mora quella di cui state
parlando?- Luomo si interrompe e dopo aver squadrato Marte risponde:
- Ci puoi giurare amico!
Era la donna più bella e seducente che abbia mai visto. Ha improvvisato
qui in mezzo un piccolo spogliarello perché aveva caldo
se non fosse
stata mora direi che quella era di sicuro Venere, per quanto era bella!!-
Marte
capisce che si tratta di Xena
- Da che parte è andata?-
- Mhm
è andata verso le terme in grande fretta perché
ha creato un tumulto e sono arrivate due guardie per ristabilire lordine
non
che a loro dispiacesse vedere una donna mezza nuda!-
Luomo e gli altri
ricominciano a ridere maliziosamente, mentre Marte si allontana nella direzione
che gli è stata appena indicata.
Olimpia e Venere
giacciono a terra svenute in una parte della grotta molto grande.
A trascinarle fin lì di peso sono state due fanciulle vestite
alla stessa maniera di quella che le due amiche stavano inseguendo
fino a qualche attimo prima. Una decina di loro con il capo chino
si stringono intorno ad una donna anziana vestita con drappi colorati
e truccata in modo particolare. La più grande delle ragazze
si rivolge a questultima:
- Mia signora, queste due donne hanno inseguito una delle tue servitrici
fin qui e visto che avevano trovato la strada giusta per raggiungerti
abbiamo dovuto colpirle. Cosa vuoi che ne facciamo?-
La donna fa cenno con la mano di farle avvicinare. Una delle ancelle
versa un secchio pieno dacqua sul viso di Olimpia e Venere che
si svegliano rapidamente respirando affannosamente. Hanno le mani
e i piedi legati perciò la ragazza slega le corde poste ai
loro piedi e le costringe ad avvicinarsi al loro capo.
Olimpia guarda negli occhi la donna che incute rispetto ma non timore.
Sà di essere di fronte alloracolo finalmente lha
trovata!
-Perché siete salite fin qui per cercarmi?- domanda l'oracolo.
Venere precede Olimpia nella risposta:
- Cerchiamo loracolo abbiamo bisogno di aiuto-
- Cosa vi occorre? -
Venere fa per parlare, ma Olimpia la ferma temendo che possa dire
le cose in modo sbagliato.
-
Venere per favore
- poi rivolgendosi alloracolo
-
Mi manda Xena di Anfipoli, loracolo ci ha mandato a chiamare
e
credo di avere di fronte la persona con cui devo parlare.-
- Io ho chiesto di Xena. Non posso conferire con un messaggero. Mi
dispiace
- la donna si gira di spalle e fa per allontanarsi ma
Olimpia continua a parlare.
- Ti prego! La mia amica non è più in sé e due
divinità della terra hanno perso i loro poteri per colpa di
una donna misteriosa. Devo capire cosa sta succedendo e rimettere
le cose a posto!
-
Loracolo si ferma, ma rimane di spalle alle due donne:
- Conosco quello che accade anche se vivo lontano dagli uomini. Dubito
che tu possa fare qualcosa
torna a casa con la tua amica -
Venere interviene non riuscendo più a rimanere in silenzio:
- Ti prego ascoltala! Non è una sprovveduta
se non ci
aiuti il mondo rimarrà in balia di un nuovo tiranno e il mondo
perderà anche la dea dellamore e il dio della guerra.
-
- Parli per te stessa Venere o per il bene dellumanità?-
A quella domanda la donna si volta a guardarla. La ex-dea dellamore
è sorpresa ma riesce dopo qualche secondo a parlare ancora.
- Lo so sono unegoista!
Ma tu sai meglio di me che senza
lamore gli uomini non sono niente. E chi adesso ha i miei poteri
non sà gestirli come dovrebbero -
-
In ogni caso non posso parlare con voi due. E Xena lunica
che può rimettere le cose a posto. -
- Si, lo so
- esordisce Olimpia - Ma se riuscissi a saperne
qualcosa in più di questa misteriosa situazione avremmo una
speranza
Non possiamo combattere contro un nemico che non conosciamo
-
- Tu?
Cosa vorresti fare? -
- Se sapessi cosa vuole questa donna potrei aiutare Xena e fare in
modo che torni quello che era .. solo così possiamo sperare
di sconfiggerla. -
Loracolo resta a guardare il bardo senza parlare mentre Olimpia
aggiunge quasi supplicante:
- Ti prego aiutami. -
La donna resta ancora silenziosa senza distogliere lo sguardo sulla
bionda guerriera. Poi in un secondo momento ribatte:
- Il nemico che ti è di fronte non può essere sconfitto
solo con il tuo coraggio benché nel tuo cuore ce ne sia molto
e saresti pronta a rischiare la vita
anche solo per salvare la
Principessa Guerriera -
-
Lei è tutta la mia vita. - ribatte Olimpia senza esitazione
- Ha dato un senso al mio cammino
Xena ha sempre combattuto
per aiutare chi ha bisogno daiuto
ora cè
in gioco il destino del genere umano
la mia vita non vale il
destino del mondo. Lunica cosa che voglio è che tutti
i sacrifici che sono stati fatti fin ora per dare equilibrio e serenità
nella vita degluomini non vengano di nuovo distrutti dallennesimo
usurpatore! -
Loracolo persiste a fissare Olimpia senza conferire parola.
Si avvicina a lei conclude:
- E va bene Olimpia di Potidea, ti dirò ciò che vuoi
sapere .. ma sta bene attenta
per te non sarà facile
venire a capo di questa minaccia. -
Unancella
slega i polsi del bardo e di Venere. Olimpia si massaggia i polsi
e per nulla intimorita dagli avvertimenti delloracolo esclama:
- Dimmi cosa devo fare. -
Loracolo si incammina attraversando la grande grotta, rapidamente
le sue seguaci si allontanano lasciandola sola con le due donne. Olimpia
e Venere la seguono. La profetessa abbandona la grande sala e entra
subito in unaltra dove regnano le tenebre più cupe. Olimpia
si accorge giusto in tempo del profondo precipizio che improvvisamente
le sbarra il cammino e deve bloccare Venere con un braccio per impedirle
di precipitare.
- Non ti richiedo nessuna prova prima di avere il mio consulto, ma
attenta
quando saprai ciò che occorre fare ti troverai
faccia a faccia col tuo peggior nemico. La posta in gioco è
alta: la tua vita e lesito della missione. - Venere a quelle
parole ingoia a fatica, è intimorita. Olimpia invece si limita
ad annuire, ha lo sguardo di chi ascolta facendo tesoro di ogni parola.
Lanziana donna indica il precipizio e parla
-
Dalle profondità della terra, la dea Eco si è fatta portatrice di
sciagure. Ha raccolto i lamenti degli dei dellOlimpo morti per mano di Xena
durante il Crepuscolo e ha risvegliato la più tremenda delle divinità:
Vendetta -
Venere inciampa e cade a terra. Quel nome non le è nuovo
ma la sua memoria lo aveva messo da parte - Oh no! Vendetta no!
-