episodio n. 7
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CAPITOLO I

E’ l’alba. Olimpia piega le coperte della notte e le ripone nella sacca del suo cavallo. Prova a guardare all’orizzonte ma il suo sguardo viene impedito da una fitta nebbia. L’aria è umida e pungente ma bisogna comunque ripartire; non c’è tempo. Si avvicina a Venere, di cui spuntano dalla coperta solo qualche ciuffo di capelli e chinatasi su di lei la sveglia:
- Venere…alzati…dobbiamo ripartire-
- …Mmh…ancora cinque minuti ti prego mi sono addormentata poco fa…-
- Mi dispiace ma non c’è tempo. Dobbiamo addentrarci nelle grotte della montagna se vogliamo trovare l’oracolo e tornare da Xena prima che sia notte fonda…avanti! -
Venere si siede a fatica, i suoi capelli sono arruffati e cerca ancora di coprirsi il busto con la coperta. Olimpia le porge del pane e senza proferire parola l'ex dea dell’amore, ora mortale, lo prende dalle mani dell’amica e inizia a mangiare controvoglia. Intanto si alza in piedi e barcolla:
- Accidenti, sono a pezzi! Dormire su un terreno pieno di sassi non è esattamente quello che si può definire un letto. Ma come diavolo fate tu e Xena?! -
Olimpia accenna ad un sorriso:
- …Sarà l’abitudine. Io mi trovo bene-
Venere si contorce nel tentativo di ritornare dritta:
- Dammi un attimo che mi riprendo e poi andiamo a cercare quella vecchiaccia profeta di sventure!-
- Non dovresti parlare così dell’oracolo. Merita rispetto. In passato sono state scongiurate molte catastrofi grazie ai suoi consigli. Credo che i seguaci di Belur di queste parti abbiano sbagliato a scacciarla. Lei ha poco a che fare con gli Dei del passato. Ha dei poteri questo è vero, ma ha sempre e solo aiutato gli uomini-
Il bardo riversa della terra sulle ceneri ancora calde del fuoco acceso la sera prima mentre Venere sistema le coperte e sbotta:
- Li ha solo aiutati?! Cara ti ricordo che gli uomini che si presentavano da lei bisognosi d’aiuto dovevano superare delle prove che mettevano a rischio la loro vita e solo se nell’impresa non perdevano la testa ottenevano dalla megera il consiglio desiderato!!!-
Olimpia non si aspettava quel commento. Sa che è la verità, ma l’educazione ricevuta da bambina che le aveva inculcato gran rispetto per gli dei e i loro sacerdoti, ha evidentemente lasciato ancora qualche traccia in lei, nonostante tutto ciò che è successo negli anni trascorsi con Xena, ha ancora rispetto per alcuni personaggi e tra questi l’oracolo.
-…E’ vero. Ma credo che il rischio e la posta in gioco valevano sempre l’aiuto ricevuto. Non posso dimenticare che grazie ai poteri degli oracoli Xena in passato ha capito come poter liberare Prometeo -
Venere preferisce non continuare il discorso e si dà una sistemata alle vesti dopo aver terminato la magra colazione mentre Olimpia si avvicina al cavallo e lo accarezza guardandolo negli occhi:
- Sarà meglio lasciare qui il cavallo. Non può seguirci fino a lì, ci sono troppi massi. Se non dovessimo trovarlo scendendo, conosce la via del ritorno. Metti nella sacca solo l’indispensabile. Meglio viaggiare leggeri -
Le due s’incamminano verso la parte alta della montagna avvolta dalla nebbia.

CAPITOLO II

Un raggio di sole passa attraverso una fessura della finestra ancora chiusa. Marte si gira nel letto e il suo viso finisce nella traiettoria della luce. Istintivamente gira il viso e apre gli occhi e subito un pensiero occupa la sua mente: “Xena”. Stende il braccio sull’altra piazza del letto alla ricerca della principessa guerriera ma non la trova. Si siede di scatto in mezzo al letto e si guarda intorno ma della mora guerriera neanche l’ombra. Il dio della guerra, ora mortale, a seguito della scomparsa della sua spada di cui è responsabile Vendetta, si alza dal letto molto preoccupato e guarda nell’unico angolo della stanza nascosto da un drappo dove la sera prima ha fatto un indimenticabile bagno mentre Xena gli massaggiava la schiena. Nulla: Xena è scomparsa. Le parole d’Olimpia gli tornano alla mente. Doveva proteggere la neo dea dell’amore e assicurarsi che non lasciasse la taverna da sola. Perciò sempre più agitato si precipita giù per le scale e arriva al piano inferiore. Il locale è semi vuoto data l’ora, e l’oste sta ripulendo con un panno alcune tazze. Marte si avvicina al bancone e attira l’attenzione dell’oste.
- Hai visto la mia amica uscire?-
L’uomo lo guarda pensieroso. Da quando sono arrivati alla sua taverna, queste persone non hanno fatto che comportarsi in modo strano.
- No…non mi sembra che sia uscita. Almeno non da quando ho aperto le porte, ed era ancora buio.-
Marte porta nervosamente una mano tra i capelli e si guarda intorno…non gli resta che andare alla ricerca di Xena per le strade del villaggio. Senza proferire parola esce dall’edificio ed esamina ad uno ad uno tutti i passanti. Poi torna dall’oste e scandendo bene le parole come per spiegarsi meglio gli dice:
- Mi raccomando, se dovesse tornare qui, cerca di trattenerla ad ogni costo. Io tornerò stasera se non dovessi riuscire a trovarla. Hai capito?-
L’uomo annuisce osservando lo strano comportamento di Marte che esce definitivamente dalla taverna dirigendosi verso il mercato:
-Mah! …Questa gente è tutta matta!-

L’innaturale silenzio della pianura è rotto solo dalla sua voce; la sua figura è cupa e inquietante: Vendetta si trova alla testa di un piccolo esercito formato da decine di uomini disposti ordinatamente dietro a lei, con lo sguardo perso nel vuoto. La dea monta un cavallo nero molto particolare: non è un equino comune. E' uno stallone alto e imponente dal manto nero corvino, una criniera e una coda folte dello stesso colore del manto, le zampe molto grosse e robuste e uno sguardo che brilla di luce propria, come se in realtà fosse un essere con una propria volontà, servo fedele della dea della Vendetta. La donna cavalca questo strano animale fiera ed eretta tenendo lo sguardo fisso verso l'orizzonte con una strana epressione di soddisfazione dipinta in volto: i suoi piani ormai hanno preso il via, e tutto va secondo le sue aspettative. Ora che i suoi nemici arrancano nella confusione e nel disagio più totale, può dare inizio alla conquista del genere umano per poi portare a termine l'incarico affidatole da Eco. Lentamente la dea, sta sfruttando il suo grande potere sulle menti umane e sta plagiando la volontà di tutte le persone particolarmente predisposte alla rabbia e alla collera. Annulla la loro volontà trasformandoli in burattini completamente assuefatti che obbediscano alla lettera ad ogni suo comando.
Ad un tratto Vendetta da uno strattone alle briglie argentate, facendo arrestare la marcia del suo cavallo che, alzandosi sulle sole zampe posteriori, nitrisce e si volta indietro mettendosi di fronte alla fila di uomini al servizio della dea:
- Andate a Melfi!… Voglio che sia rasa al suolo. Devono rimanere in piedi solo i templi… Uccidete tutti: uomini, donne e bambini! Devono pagare per aver rinnegato gli dei…e cosa più importante portatemi Xena, Marte e Venere…di loro mi occupo io personalmente…non tornate se non avete eseguito tutti i miei ordini e adesso non perdete tempo, andate!! -
Lo sguardo agghiacciante della dea segue per qualche istante i suoi uomini che totalmente ipnotizzati dal suo potere, marciano a passo svelto verso la città; poi, in un secondo momento, a seguito di un deciso calcio al fianco del suo cavallo, parte al galoppo prendendo una direzione diversa: la montagna.

Olimpia aiuta Venere a salire tendendole la mano sulla ripida parete rocciosa. Il sole è quasi alto nel cielo e loro sono giunte quasi in cima al monte.
- Bevi un po’ d’acqua Venere e riposati un attimo. Ci siamo quasi. Da questo punto in poi del cammino non ci tocca più scalare. Spero di trovare subito la caverna giusta. Potrebbero volerci anche giorni… -
Venere riprende fiato e si rialza subito in piedi.
- Bhè cosa aspettiamo allora?! Muoviamoci! Io rivoglio la mia immortalità e la rivoglio il più presto possibile! -
La determinazione di Venere rincuora Olimpia che di nuovo in piedi riprende il cammino. Una giovane donna vestita di veli bianchi che porta sulle spalle un vaso, si dirige nella direzione opposta alla loro ma appena le vede scappa via verso le caverne.
Olimpia: - Ehi tu aspetta! Non siamo qui per farti del male ti prego fermati!!!- Le due amiche la inseguono ed entrano con lei in una delle grotte ma i cunicoli sono tanti e presto la perdono di vista.
Venere: - Accidenti! Dove sarà finita!…credi che sia questa la caverna giusta?- Olimpia si guarda intorno spaesata -Non lo so…ma dobbiamo addentrarci per saperlo…speriamo di non perderci! -
Olimpia prende dalla sua sacca un pezzo di gesso bianco e inizia a segnare le pareti del percorso scelto. Le due amiche continuano a camminare e a mano a mano il buio prende il posto della luce. Ad un tratto un rumore, simile ad un tonfo si ode provenire dal profondo della caverna. Olimpia e Venere s’interrompono e si guardano in silenzio in attesa di altri rumori. Ma non si sente più nulla. Qualcuno le colpisce con violenza alla testa e le due cadono a terra svenute…

CAPITOLO III

Marte cammina lentamente per la grande piazza scrutando i volti di tutte le donne che vede sperando di riconoscere quello di Xena. Ad un certo punto vede una donna di spalle, alta con i capelli lunghi e scuri le si avvicina e prendendola per una spalla la fa girare - Xena…- ma non è lei. Poi la sua attenzione viene richiamata dalle risate e dagli schiamazzi di un gruppo di giovani uomini. Il dio della guerra si avvicina per ascoltare i loro discorsi.
Uomo della piazza:
- Dovevi vedere che gambe! Non ho mai visto una donna così…-
Appena Marte capisce che stanno parlando delle grazie di una donna chiede per saperne di più:
- Scusate, era per caso una donna alta e mora quella di cui state parlando?- L’uomo si interrompe e dopo aver squadrato Marte risponde:
- Ci puoi giurare amico! Era la donna più bella e seducente che abbia mai visto. Ha improvvisato qui in mezzo un piccolo spogliarello perché aveva caldo…se non fosse stata mora direi che quella era di sicuro Venere, per quanto era bella!!-
Marte capisce che si tratta di Xena…
- Da che parte è andata?-
- Mhm…è andata verso le terme in grande fretta perché ha creato un tumulto e sono arrivate due guardie per ristabilire l’ordine…non che a loro dispiacesse vedere una donna mezza nuda!-
L’uomo e gli altri ricominciano a ridere maliziosamente, mentre Marte si allontana nella direzione che gli è stata appena indicata.

Olimpia e Venere giacciono a terra svenute in una parte della grotta molto grande. A trascinarle fin lì di peso sono state due fanciulle vestite alla stessa maniera di quella che le due amiche stavano inseguendo fino a qualche attimo prima. Una decina di loro con il capo chino si stringono intorno ad una donna anziana vestita con drappi colorati e truccata in modo particolare. La più grande delle ragazze si rivolge a quest’ultima:
- Mia signora, queste due donne hanno inseguito una delle tue servitrici fin qui e visto che avevano trovato la strada giusta per raggiungerti abbiamo dovuto colpirle. Cosa vuoi che ne facciamo?-
La donna fa cenno con la mano di farle avvicinare. Una delle ancelle versa un secchio pieno d’acqua sul viso di Olimpia e Venere che si svegliano rapidamente respirando affannosamente. Hanno le mani e i piedi legati perciò la ragazza slega le corde poste ai loro piedi e le costringe ad avvicinarsi al loro capo.
Olimpia guarda negli occhi la donna che incute rispetto ma non timore. Sà di essere di fronte all’oracolo finalmente l’ha trovata!
-Perché siete salite fin qui per cercarmi?- domanda l'oracolo.
Venere precede Olimpia nella risposta:
- Cerchiamo l’oracolo abbiamo bisogno di aiuto-
- Cosa vi occorre? -
Venere fa per parlare, ma Olimpia la ferma temendo che possa dire le cose in modo sbagliato.
-…Venere per favore …- poi rivolgendosi all’oracolo -…Mi manda Xena di Anfipoli, l’oracolo ci ha mandato a chiamare e…credo di avere di fronte la persona con cui devo parlare.-
- Io ho chiesto di Xena. Non posso conferire con un messaggero. Mi dispiace…- la donna si gira di spalle e fa per allontanarsi ma Olimpia continua a parlare.
- Ti prego! La mia amica non è più in sé e due divinità della terra hanno perso i loro poteri per colpa di una donna misteriosa. Devo capire cosa sta succedendo e rimettere le cose a posto!…-
L’oracolo si ferma, ma rimane di spalle alle due donne:
- Conosco quello che accade anche se vivo lontano dagli uomini. Dubito che tu possa fare qualcosa…torna a casa con la tua amica -
Venere interviene non riuscendo più a rimanere in silenzio:
- Ti prego ascoltala! Non è una sprovveduta…se non ci aiuti il mondo rimarrà in balia di un nuovo tiranno e il mondo perderà anche la dea dell’amore e il dio della guerra. -
- Parli per te stessa Venere o per il bene dell’umanità?-
A quella domanda la donna si volta a guardarla. La ex-dea dell’amore è sorpresa ma riesce dopo qualche secondo a parlare ancora.
- Lo so sono un’egoista! … Ma tu sai meglio di me che senza l’amore gli uomini non sono niente. E chi adesso ha i miei poteri non sà gestirli come dovrebbero -
- …In ogni caso non posso parlare con voi due. E’ Xena l’unica che può rimettere le cose a posto. -
- Si, lo so … - esordisce Olimpia - Ma se riuscissi a saperne qualcosa in più di questa misteriosa situazione avremmo una speranza… Non possiamo combattere contro un nemico che non conosciamo … -
- Tu?…Cosa vorresti fare? -
- Se sapessi cosa vuole questa donna potrei aiutare Xena e fare in modo che torni quello che era .. solo così possiamo sperare di sconfiggerla. -
L’oracolo resta a guardare il bardo senza parlare mentre Olimpia aggiunge quasi supplicante:
- Ti prego aiutami. -
La donna resta ancora silenziosa senza distogliere lo sguardo sulla bionda guerriera. Poi in un secondo momento ribatte:
- Il nemico che ti è di fronte non può essere sconfitto solo con il tuo coraggio benché nel tuo cuore ce ne sia molto e saresti pronta a rischiare la vita…anche solo per salvare la Principessa Guerriera -
- …Lei è tutta la mia vita. - ribatte Olimpia senza esitazione - Ha dato un senso al mio cammino … Xena ha sempre combattuto per aiutare chi ha bisogno d’aiuto … ora c’è in gioco il destino del genere umano … la mia vita non vale il destino del mondo. L’unica cosa che voglio è che tutti i sacrifici che sono stati fatti fin ora per dare equilibrio e serenità nella vita degl’uomini non vengano di nuovo distrutti dall’ennesimo usurpatore! -
L’oracolo persiste a fissare Olimpia senza conferire parola. Si avvicina a lei conclude:
- E va bene Olimpia di Potidea, ti dirò ciò che vuoi sapere .. ma sta bene attenta … per te non sarà facile venire a capo di questa minaccia. -
Un’ancella slega i polsi del bardo e di Venere. Olimpia si massaggia i polsi e per nulla intimorita dagli avvertimenti dell’oracolo esclama:
- Dimmi cosa devo fare. -
L’oracolo si incammina attraversando la grande grotta, rapidamente le sue seguaci si allontanano lasciandola sola con le due donne. Olimpia e Venere la seguono. La profetessa abbandona la grande sala e entra subito in un’altra dove regnano le tenebre più cupe. Olimpia si accorge giusto in tempo del profondo precipizio che improvvisamente le sbarra il cammino e deve bloccare Venere con un braccio per impedirle di precipitare.
- Non ti richiedo nessuna prova prima di avere il mio consulto, ma attenta…quando saprai ciò che occorre fare ti troverai faccia a faccia col tuo peggior nemico. La posta in gioco è alta: la tua vita e l’esito della missione. - Venere a quelle parole ingoia a fatica, è intimorita. Olimpia invece si limita ad annuire, ha lo sguardo di chi ascolta facendo tesoro di ogni parola. L’anziana donna indica il precipizio e parla…

- Dalle profondità della terra, la dea Eco si è fatta portatrice di sciagure. Ha raccolto i lamenti degli dei dell’Olimpo morti per mano di Xena durante il Crepuscolo e ha risvegliato la più tremenda delle divinità: Vendetta -
Venere inciampa e cade a terra. Quel nome non le è nuovo ma la sua memoria lo aveva messo da parte - Oh no! Vendetta no!… -

di Darkamy e Xandrella

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