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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni

FROM JOYOUS TO GRIMM

"C'era una volta in una terra lontana, lontana, un narratore chiamato Gioioso. Gioioso era davvero un meraviglioso narratore di storie e fedeli al suo nome, le sue storie rendevano tutti coloro che le ascoltavano molto, molto felici. Finché un giorno..." Questo inizio decisamente favolistico ci introduce ad una scena piuttosto insolita con una famigliola in ambasce intorno ad un vecchio pozzo cadente. La madre si profonde in scuse nei confronti di una ragazza bionda che sta guardando con aria preoccupata verso il fondo del pozzo. La misteriosa faccenda comincia ad acquistare un senso quando una certa guerriera sporca ed imprecante emerge dal bordo che si sta praticamente sgretolando sotto le sue dita con tra le braccia un ridente pargoletto, sporco almeno quanto lei, che il suo fratellino Denisus si era divertito a gettare dentro per vedere che effetto faceva. Archiviata la pratica, Xena e Olimpia incassano i ringraziamenti della madre dei bambini, insieme ad un sacchetto dal contenuto non identificato. Quella sera, nell'accampamento, Olimpia apre il sacchetto per scoprire al suo interno dei fagioli piuttosto inquietanti che le pare quasi che si muovano. Senza pensarci troppo, la ragazza se ne libera gettandoli tra la vegetazione. Il mattino dopo, quelli che nel sonno le erano sembrati approcci di Xena, si rivelano invece per una gigantesca pianta di fagioli cresciuta nottetempo intorno a loro e che ora si perde tra le nuvole, da cui per di più provengono grida d'aiuto. Arrampicatesi lungo la pianta per un tempo interminabile, le due compagne approdano alla fine attraverso il pavimento ad un castello dove tutto ha dimensioni enormi. Il castello di un gigante? Se le nostre amiche avessero dubbi al riguardo, questi vengono immediatamente spazzati via dal rumore di passi pesantissimi all'inseguimento di un giovane che stringe tra le braccia un candeliere che è quasi alto quanto lui. Prima che il gigante possa vederlo, Xena afferra il giovane, nascondendolo sotto uno sgabello insieme a loro. Poi, indicata la via di fuga, lungo la pianta che fuoriesce dal pavimento allo stupitissimo ragazzo, le due donne attirano l'attenzione del gigante su di loro, riuscendo a colpirlo ai piedi con le loro armi e facendolo cadere attraverso il foro nel pavimento, ma nella caduta il gigante porta con sé anche la pianta di fagioli, unica strada per tornare sulla terra e le due donne si ritrovano quindi prigioniere in quello strano luogo. Mentre stanno cercando di decidere cosa fare, la loro attenzione viene richiamata da una voce. Solo dopo qualche perplessità sulla provenienza, Xena e Olimpia si rendono conto che la voce appartiene ad un'arpa, evidentemente magica ed altrettanto evidentemente piuttosto bizzarra anche tra le arpe magiche, prigioniera del gigante.

ARPA(vedendo Xena): Ooooh! Alta, bruna e così maschia! Coraggio, vieni a dare un bacino alla mamma!
XENA(mostrandole il chakram con aria tutt'altro che amichevole): Che ne diresti se ti tagliassi tutte le corde a metà?
ARPA: Che caratterino! (ad Olimpia) E' così sempre?
OLIMPIA: Più o meno.
ARPA: Intrigante!

Decise a trovare una strada per andarsene da lì, Xena e Olimpia stanno per lasciare l'arpa magica al suo destino, quando questa afferma di conoscere la maniera, convincendole a portarla con sé, non senza però qualche altro tentativo non troppo celato di trarre piacere da tanta compagnia.

ARPA(stretta tra le dita di Xena): Caspita... che belle dita che hai, tesoro. Puoi accarezzarmi le corde quando... uff! (Senza troppe cerimonie Xena getta l'arpa ad Olimpia che l'afferra al volo stringendola al petto.) Ehiiii! Questa è vita!(E comincia subito ad intonare "I'm in Heaven")
OLIMPIA(allontanandola subito da sé e tenendola a distanza con un solo dito): La direzione. Ora.
ARPA: Accidenti. Ragazze, voi non avete per niente senso dell'umorismo.

Con l'aiuto della fin troppo ciarliera arpa, Xena e Olimpia si ritrovano tra la gigantesca erba del gigantesco giardino del gigantesco castello del gigante e di qui, dirette verso il palazzo del principe a cui l'arpa magica era stata sottratta. Proprio quella sera, come spiega l'arpa, è previsto un grande ricevimento a cui parteciperanno tutte le ragazze in età da marito del reame, durante il quale il principe sceglierà la sua sposa ("Ehi! Nessuna di voi due è interessata a... No. Non credo."), e questa sarà l'occasione per riportarla al suo legittimo proprietario ed ottenerne così i favori e magari una scorta per tornare a casa. Ma al loro arrivo a palazzo, salutato dai battiti di uno strano oggetto ignoto, chiamato "orologio", Xena e Olimpia s'imbattono in una bellissima fanciulla bionda che fugge trafelata giù per le scale, inseguita da quello che l'arpa indica come il principe. Mentre Xena si dirige verso di lui per riconsegnargli l'arpa, Olimpia cerca di fermare la bionda fanciulla per farsi spiegare cosa stia succedendo, ma inutilmente, e tornando verso Xena, sente qualcosa infrangersi sotto il suo stivale e con sorpresa vede i frammenti di cristallo di quella che una volta doveva essere una scarpina. Disperato il principe comincia ad inveire contro di lei, gridando che la sua vita è rovinata. Olimpia non riesce a capire la ragione di tutta quell'agitazione, visto che la fuggitiva è sicuramente ancora abbastanza vicina da essere raggiunta, ma l'arpa magica spiega loro che quella scarpina era il mezzo con cui il principe avrebbe dovuto individuare la sua sposa a cui sarebbe calzata come un guanto, decretandone la felicità imperitura, ma a causa del suo intervento adesso l'unica cosa decretabile è l'immediato arresto di Olimpia per tradimento. Quindi la miglior soluzione al momento sembra quella di battersela di gran carriera ed è esattamente quello che Xena e Olimpia fanno, riuscendo rapidamente a seminare gli inseguitori. Nell'oscurità del bosco in cui hanno trovato rifugio, le due compagne cercano di capire in che razza di situazione si trovino questa volta, ma gli elementi raccolti fino ad ora sono estremamente confusi. "Sembra quasi di essere piombate nel mezzo di una storia dove tutti sanno che succede tranne noi." dice Olimpia, ma un odore di fumo le distoglie subito dalle loro riflessioni. Dove c'è fumo, potrebbe esserci arrosto, e sarebbe ora che la fortuna si ricordasse di loro. Seguendo l'odore, arrivano così ad una casetta, dalla cui finestra scorgono una bambina dai boccoli dorati che mangia allegramente seduta ad una grande tavola. Ma la piccola Ricciolidoro, questo il suo nome, non sembra affatto felice di vederle e di primo acchito respinge la richiesta di dividere il pasto, poi, ripensandoci, con un sorriso maligno concede invece loro di servirsi dalle altre scodelle pronte sul tavolo, e di quanto questo non sia frutto di un improvviso soprassalto di generosità, si rendono subito conto quando provano ad assaggiare il contenuto delle scodelle. La minestra di Xena è bollente da ustione, mentre quella toccata ad Olimpia è gelata come se fosse stata appena tirata fuori dalla ghiacciaia. Ma il sogghigno di Ricciolidoro è smorzato dalla pronta reazione delle due donne che mescolando le due minestre riescono a produrne una versione più accettabile. Fallito lo scherzo, con una risata maniacale la bambina corre nella stanza accanto, dove sono tre letti di diverse dimensioni e si impadronisce di quello più a sua misura, lasciando gli altri due a Xena e Olimpia. Ma anche qui c'è il trucco: il letto di Xena sembra una roccia, mentre quello di Olimpia è talmente soffice che la ragazza vi scompare praticamente dentro. Anche questa volta però Ricciolidoro, già pronta a sghignazzare, vede fallire il suo tentativo di prendersi gioco delle due intruse, quando entrambe trovano posto sul sofficissimo materasso e si addormentano soddisfatte nel loro caldo nido. Ma il mattino dopo, il risveglio potrebbe diventare brusco, quando tre voci risuonano nella casetta. Le tre voci, una maschile, una femminile ed una infantile, si rivelano appartenenti ad una famigliola di orsi, il cui prevedibile fastidio nel vedere che qualcuno ha mangiato la loro minestra, e non si è seduto sulle loro sedie, sfocia nell'indignazione più completa quando scoprono che oltre a Ricciolidoro nei loro letti hanno dormito altre due donne non comprese nel copione. La cosa dà il via ad una protesta immediata ed i tre orsi se ne vanno minacciando di rivolgersi ai sindacati, subito seguiti da Ricciolidoro che sbraitando contro Xena e Olimpia, troppo sorprese per poter dire qualsiasi cosa, se ne va a sua volta facendo le linguacce. Ma qualunque cosa stia succedendo in quello strano posto, non c'è dubbio che la priorità per il nostro duo resta quella di filarsela al più presto e Olimpia suggerisce di dividersi per avere maggiori probabilità di trovare la via d'uscita. La cosa non entusiasma Xena, che però riconoscendo la logica delle argomentazioni della compagna acconsente, a patto di ritrovarsi di lì ad un'ora sotto la torre che si scorge in lontananza. Vagando nel bosco, Olimpia s'imbatte in una ragazza con una mantellina rossa che piange con il viso nascosto tra le mani. Allo spirito naturalmente caritatevole di Olimpia è impossibile non fermarsi a chiederle cosa le sia accaduto, e la ragazzina tra un singhiozzo e l'altro le racconta di essere andata a portare alla sua vecchia nonna un paniere con del cibo preparatole dalla mamma, ma di averla trovata molto cambiata da come se la ricordava, con grandi occhi, grandi denti, grandi orecchie, tutta pelosa e con un gran vocione. Spaventata la fanciulla è fuggita, ma Olimpia la rassicura. La gente cambia e dato che lei non vedeva da molto tempo la sua nonnina, sicuramente si è lasciata spaventare dal suo aspetto invecchiato. Anzi è certa che anche la dolce vecchina si è spaventata altrettanto nel vederla così cresciuta ed ora si rammarica sola nella sua casetta di averla fatta scappare via. Rincuorata dalle spiegazioni di Olimpia, la ragazza dalla mantellina rossa, riprende il suo paniere e ringraziata educatamente la gentile forestiera si avvia saltellando per il sentiero che conduce verso la casa della nonna, e il suo ingresso festoso viene immediatamente salutato da un ruggito spaventoso, che lascia un attimo perplessa Olimpia ("Accidenti. Aveva ragione sulla voce."), che comunque si allontana fischiettando, soddisfatta della buona azione. Nel frattempo, Xena ha trovato sulla sua strada tre porcellini che discutono animatamente tra loro. Tralasciando la stranezza del fatto, la guerriera si lascia coinvolgere nella diatriba: un feroce lupo cattivo ha minacciato di abbattere con un soffio le loro case prima di divorarli e i tre stanno cercando di decidere che tipo di costruzione possa metterli più al sicuro dai potenti polmoni della belva. Quella di paglia, quella di legno o quella di mattoni? Ovviamente, l'ipotesi che un lupo possa abbattere una casa soffiando è semplicemente ridicola, afferma Xena, e poi sotto la casa di mattoni si vede chiaramente una faglia che in caso di terremoto la inghiottirebbe con tutti i suoi abitanti. Molto meglio una casa di legno, ben costruita e abbastanza robusta da tenere fuori qualunque lupo. Convinti dal buon consiglio della forestiera dall'aria molto esperta, i tre porcellini ricambiano indirizzandola da Raperonzolo, la fanciulla prigioniera da sempre nella torre che sicuramente conosce la strada per andarsene di là (?). Quindi è proprio come previsto sotto la torre che le due compagne si ritrovano. In cima a questa, è affacciata una bellissima donna dai lunghi capelli rossi. Dai lunghissimi capelli rossi, in effetti, che hanno invaso evidentemente la stanza fuoriuscendo da tutte le finestre intorno. Nel vederle, la fanciulla le chiama.

RAPERONZOLO: Ioohoo! Ioohoo! Sei tu il principe che dovrebbe salvarmi da questa stupida torre?

Xena e Olimpia si guardano l'un l'altra, poi sollevano di nuovo la testa verso la donna alla finestra.

OLIMPIA: Ehm... no?
RAPERONZOLO: Dannazione! Beh, mi auguro che trascini il suo principesco sedere qui alla svelta! Questi maledetti capelli mi stanno strangolando!
XENA: Perché non li tagli?
RAPERONZOLO: Cosa?!
XENA: Tagliali! Così non ti daranno più fastidio.
RAPERONZOLO(riflette e sorride): Sai, non è affatto una cattiva idea! Sei sicura di non essere il principe?
XENA E OLIMPIA: Sicurissima!

Raperonzolo tira fuori un paio di forbici da qualche parte e in pochi momenti tutti i suoi capelli sono tagliati.

RAPERONZOLO: Uff! Erano un bel peso! Tutta questa robaccia mi stava dando il torcicollo!
OLIMPIA: Magnifico! Ci chiedevamo se tu fossi in grado di dirci la strada per andarcene da...

D'improvviso un rumore di zoccoli in avvicinamento, interrompe la domanda, e il principe riccamente vestito su un bianco stallone giunge al galoppo sotto la torre e si ferma, scende...

OLIMPIA: Ma non è lo stesso... ?
XENA: Sembrerebbe.
PRINCIPE(a Raperonzolo): Eccoti, mio unico vero amore! Ti ho cercata dappertutto! Io, il principe, ti libererò dalla tua orribile prigione!
RAPERONZOLO: Ah sì? E come?
PRINCIPE(estraendo una pergamena dalla bisaccia, l'apre con ostentazione): <Aehm> "Raperonzolo, Raperonzolo, lascia cadere le tue chiome."
RAPERONZOLO(guardandolo perplessa): Ok, se è quello che vuoi.

E raccolti tutti i capelli appena tagliati, Raperonzolo li getta dalla finestra, seppellendo completamente il principe e il suo destriero. Xena e Olimpia guardano sobbalzando.

OLIMPIA: Chissà perché, non credo che dovesse andare così.

Improvvisamente un drago scende volando dall'alto e con il suo alito fiammeggiante manda a fuoco la montagna di capelli, semi arrostendo anche il principe e la sua cavalcatura che fugge imbizzarita, subito inseguita dal principe ancora fumante che agita il pugno verso Xena e Olimpia.

OLIMPIA(a Raperonzolo): Mi dispiace.
RAPERONZOLO: Bah. A volte si vince, a volte si perde. E poi non mi pareva un granchè come principe.
OLIMPIA: Conosci una via per andarcene da qui?
RAPERONZOLO: No. Ma se continuate ad andare verso sud per questa strada, arriverete ad un altro castello. Ci vivono un sacco di disegnatori di mappe. Loro più di chiunque altro dovrebbero essere in grado di aiutarvi.
OLIMPIA: Ti ringrazio!
RAPERONZOLO: Di niente. Ehi! Se trovate qualche altro principe per la strada, mandatelo da me, va bene?
OLIMPIA: Senz'altro! Ci vediamo!
RAPERONZOLO: Fate con comodo! (tra sé) "Raperonzolo, Raperonzolo, lascia cadere le tue chiome". Che razza di idiota!

Seguendo le indicazioni di Raperonzolo, sotto un improvviso e violento temporale, Xena e Olimpia stanche e zuppe fino al midollo, arrivano al castello, ma vedendole in quello stato, il re le scambia per questuanti e sta per chiudere loro la porta in faccia, quando, un momento prima che Xena l'abbatta a calci, la regina sopraggiunta suggerisce al suo sposo che una di quelle potrebbe essere proprio la principessa che stavano aspettando. Ma quale delle due, chiede il re perplesso. L'unico modo per scoprirlo è metterle entrambe alla prova e comunque non possono permettersi di scartare nessuna ipotesi. Sono troppi anni che il loro figlio attende di incontrare il suo unico e vero amore. E così una camera da letto viene subito approntata per le ospiti. Una camera da letto alquanto insolita con un letto su cui sono stati stesi l'uno sull'altro venti materassi e su di essi venti trapunte, fino a raggiungere l'altezza di una montagna. Ma le due donne sono troppo stanche per stare a questionare sui dettagli e dopo aver lanciato la compagna, Xena salta a sua volta in cima alla pila di materassi, disponendosi ad un meritato sonno, ma il mattino dopo alla domanda della regina su come abbiano dormito, Olimpia deve ammettere che in realtà non hanno dormito molto bene. C'era qualcosa, probabilmente un pisello sotto uno dei venti materassi che le ha infastidite tutta la notte. Subito la regina annuncia loro che hanno superato la prova e, scortato dal re fa il suo ingresso il solito principe che appena le vede salta come morso da una tarantola.

PRINCIPE: VOI!!!
REGINA: Adesso aspetta un momento, Junior. Queste due donne hanno superato la prova! Sono loro i tuoi veri amori!
PRINCIPE: Ma...!
REGINA: Niente ma, caro il mio ragazzo. E' già stato predetto. Costoro sono i tuoi veri amori, e tu le dovrai sposare stanotte!
OLIMPIA: Sp-Sposare?
REGINA: Si, cara. Avete superato la prova! Benvenute in famiglia!
OLIMPIA: Mi dispiace. Ma ci deve essere stato un errore.
REGINA: Oh no, cara. Te l'assicuro, nessun errore.
XENA: Noi siamo già sposate.
REGINA: Oh? Oh, povera me. Questo potrebbe costituire un problema.
RE: Scocchezze. Io sono il Re. E posso annullare qualunque matrimonio...
XENA: Tra di noi.

Il re le fissa. La regina le fissa. Il principe sviene. Furioso il re non vuole sentire ragioni. Sposeranno suo figlio che lo vogliano o no e la conseguenza è una nuova fuga delle due donne che le porta nella piazza di un villaggio a miglia di distanza poche ore dopo. Distrutta, Olimpia si riposa ai piedi di una fontana, mentre Xena cerca informazioni per scoprire dove sono finite. Nel tentativo di rammendare uno strappo al suo gonnellino, Olimpia si punge con l'ago e troppo stanca per continuare decide di schiacciare un pisolino per qualche momento. Profondamente addormentata, poco dopo non può accorgersi dell'arrivo del principe con le sue guardie che immediatamente la scorgono distesa sotto la fontana.

GUARDIA 1: E' lei, vero?
PRINCIPE: Sembra proprio lei.
GUARDIA 2: Allora l'oracolo aveva ragione, eh? Si è punta un dito con quell'ago avvelenato e non si risveglierà finché non riceverà un bacio dal suo vero amore! Che saresti tu, Junior.

Il principe esita, guardandosi intorno.

GUARDA 1: Beh?
PRINCIPE: L'altra non è in giro, vero? Quella grossa, piena di armi affilate?

Tutti e tre esaminano l'area.

GUARDIA 2: Tutto a posto, Junior.
GUARDIA 1: E' la tua occasione! Forza!

Con uno spintone, il principe viene gettato nel centro della piazza. Per un lungo momento, osserva lo splendido viso della sua principessa dormiente.

PRINCIPE(languidamente): Oh, principessa, sono io, il tuo principe, giunto a risvegliarti dal tuo sonno eterno con un bacio.

Egli si china lentamente, sporgendo le labbra, pronto a... ricevere un destro in mezzo agli occhi che lo spedisce fuori combattimento (e da cui ancora non si è ripreso).

XENA(ringhiando): Nessuno... risveglia la Bella Addormentata... tranne me.

Xena afferra Olimpia e la bacia appassionatamente. Le palpebre della ragazza sbattono, poi si aprono su uno sguardo raggiante.

OLIMPIA: Xena!

E d'improvviso una voce potentissima rimbomba. "VA BENE! VA BENE! BASTA COSI'. TAGLIA! TAGLIA!" Xena e Olimpia si guardano intorno cercando di determinare da dove provenga la voce. Un vecchietto piccolo, rugoso, scarmigliato, secco come un chiodo e dall'aspetto sfatto arranca zoppicando nella piazza, stringendo in mano un altoparlante.

UOMO: Voi due mi avete davvero combinato un disastro, sapete? Un disastro. Un ENORME disastro!!
OLIMPIA: Ma...
UOMO: Non solo avete gettato giù il gigante dalla pianta di fagioli, avete anche distrutto una scarpina di cristallo che mi era costata un capitale...
OLIMPIA: Ma...
UOMO: ...provocato uno sciopero dei miei tre orsi protagonisti, causato una tale indigestione al grosso lupo cattivo per aver mangiato Cappuccetto Rosso e i tre porcellini da farlo letteralmente esplodere...
OLIMPIA: Ma...
UOMO: ...lasciata la povera Raperonzolo intrappolata in quella torre finchè i suoi capelli non saranno ricresciuti, e come se questo non bastasse, avete preso a pugni il Principe Azzurro! Come è possibile?!?!?
OLIMPIA: Non volevamo.
UOMO: Certo che non volevate. Da dove spuntate? Chi vi manda? Quel Hans Christian come-si-chiama? Mamma Oca? Chi??

Tuttavia la furia dell'ometto è facilmente mitigata quando Xena minaccia di fare un arrosto dell'oca dalle uova d'oro che vede in un angolo e finalmente le due compagne apprendono il modo per andarsene da quel paese di pazzi. In fondo non era difficile, bastava chiudere gli occhi, battere i tacchi e dire tre volte "Vorrei essere in Grecia". Ed è esattamente lì che le ritroviamo, tranquillamente intente nei loro soliti passatempi nel loro solito accampamento. Xena sta affilando la spada e Olimpia scrive su di una pergamena.

OLIMPIA: Beh, questa era da raccontare, eh?
XENA: Olimpia, questo era un racconto.
OLIMPIA: Vero. Ma adesso è anche uno dei miei.
XENA(scorrendo il testo, sorride e ridacchia): Hai dimenticato qualcosa.
OLIMPIA: Sì? Dove?
XENA: Qui. (afferrando la penna, scrive un ultima riga, quindi gliela restituisce con un sorriso) Ecco.
OLIMPIA(leggendo): E vissero per sempre felici e contente. Oh, come sei dolce!
XENA: Io non sono dolce.
OLIMPIA: Certo che lo sei.
XENA: Non è vero.
OLIMPIA: E' verissimo.
XENA: Ti dico di no!
OLIMPIA: Ti dico di sì!
XENA: No, no, no.
OLIMPIA: Sì, sì, sì!

FRASE RITROVATA SU UNA PERGAMENA: E questa, bambini e bambine, è la storia di come Gioioso, il più allegro dei narratori del mondo, divenne Grimm (Arcigno). (NDT: si tratta di un gioco di parole tra "grim", arcigno, cupo, triste, e il nome dei fratelli Grimm, i celebri autori di fiabe.)

PS: Scrive Sue Beck, autrice di questo dirvertentissimo episodio: Originalmente, ero impegnata a scrivere un altro episodio che NON funzionava... affatto. Avevo già scrito due atti e non mi tornava niente, così decisi di buttare tutto. Mi restavano solo due giorni prima della consegna, e mi ritrovai a pensare a qualcosa che si era chiesta Missy una volta durante uno delle nostre riunioni tra sceneggiatrici, e cioè "cosa accadrebbe se Xena e Olimpia incasinassero completamente una missione? Se tutto quello che potrebbe andare storto, andasse effettivamente storto?" Beh, non volevo che fosse una cosa seria, perché la MIA Xena non potrebbe mai "fare un casino", ma mi vennero in mente i personaggi delle fiabe e così pensai a come usare il suo suggerimento in modo da non inficiare la mia visione di lei. Quello delle fiabe è un mondo che Xena ha già occasionalmente visitato (ricordiamo qui l'episodio "If The Shoe Fits...", "Xena e la favola a lieto fine", quarta stagione, in cui le due protagoniste inscenano per una loro piccola amica una versione personalissima di Cenerentola, ma come dimenticare "Return of The Valkyrie", sesta stagione, capitolo conclusivo della "trilogia dell'anello", che è anche un bellissimo omaggio alla favola della "Bella Addormentata"?), ma questo della SVS è un autentico tour de force a cui vengono sottoposte Xena e Olimpia che passano attraverso ben otto classici della fiaba, da "Il fagiolo magico" a "Cenerentola", da "Ricciolidoro" a "Cappuccetto Rosso" a "I tre porcellini", da "Raperonzolo" a "La principessa sul pisello" fino ancora alla "Bella Addormentata" (in cui per la seconda volta, dopo il già citato "Return of The Valkyrie", è Xena a svolgere il ruolo del Principe Azzurro), e come un ciclone, con le armi che di solito utilizzano con ottimi risultati nelle loro avventure, prima fra tutti il buon senso, riescono ad "incasinare", tanto per usare l'espressione di Missy, ogni storia perché le leggi che regolano le favole non sono quelle della logica della vita. E così, le osservazioni che fa Olimpia a Cappuccetto Rosso sono giuste, ma la mandano tra le fauci del lupo; il consiglio di Xena ai tre porcellini è logico, ma li condanna al medesimo destino (anche se nel disclaimer l'autrice ci rassicura: l'esplosione del lupo ha liberato, come in ogni fiaba che si rispetti, le sue vittime sane e salve) e nella storia di Raperonzolo (un vero capolavoro di parodia, che non a caso ho riportato integralmente), la principessa di turno si convince a fare la cosa più normale del mondo come tagliarsi i lunghissimi, fastidiosissimi capelli, autocondannandosi così alla prigionia per molti anni ancora. Divertentissimo poi, il dettaglio del principe che è sempre lo stesso per tutte le fiabe e a cui, grazie ai puntuali screengrabs di Judi Mair, presta il volto da classico loser, Ted Raimi, indimenticabile Corilo nelle sei stagioni tv. Due cose per concludere, Denisus, il ragazzino terribile dell'inizio, mi pare un'evidente citazione di "Dennis The Menace", una specie di Pierino la Peste, fumetto americano molto popolare in patria, ma conosciuto anche da noi, che ha avuto qualche anno fa anche una versione cinematografica, e infine l'idea di Missy Good, riferita da Sue Beck, non era poi così originale, dato che una storia in cui a Xena e Olimpia va tutto storto esisteva già: l'esilarante "In Sickness and in Hell", sempre quarta stagione.






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