EPISODIO N. 1
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Molte sono le cose che occorrono ai tre naufraghi per poter sopravvivere in quel luogo paradisiaco e disabitato ma nel giro di pochi giorni Xena, con l’aiuto di Fillide riesce ad ambientarsi al meglio mentre Olimpia lentamente recuperale forze.
- Che cosa stai cercando di fare? – domanda la principessa guerriera al figlio di Corilo vedendolo intendo a posizionare robuste canne di bambù nel luogo in cui deve essere costruita la capanna.
- Mi pare ovvio … erigo il nostro rifugio! -
- Davvero? -
- Certo! -
- Hai una vaga idea di come devi fare? -
- Xena… io sono Fillide! Niente è difficile per me, su ora allontanati… lasciami fare il mio lavoro in pace. – conclude spintonando lievemente la sua interlocutrice.
- Lascialo fare … - suggerisce Olimpia che, seduta su un masso, è intenta ad intrecciare alcune cortecce per farne una corda. – Abbiamo molto altro materiale da preparare. -
La principessa guerriera volge lo sguardo alla compagna e poi di nuovo al giovane mentre riflette sul da farsi:
- E va bene … - conclude per poi avvicinarsi ad altre canne di bambù che dopo essere state strappate, erano state posate a terra. – Vediamo un po’ cosa salta fuori… - continua mentre con la spada inizia a segare le pertiche.
Dopo un’intera giornata di duro lavoro, Fillide porta a termine il suo operato: è stata eretta una piccola capanna dal tetto a punta che è ora osservata scrupolosamente dagl’occhi delle due guerriere:
- Che ve ne pare? – domanda il giovane con soddisfazione posando una mano sulla parete della casupola.
- Beh, non c’è male ragazzo… - esclama Xena cercando di trattenere una risata. – Le manca solo … come dire, un po’ di stabilità! – conclude chiudendo la porticina dandole un lieve colpo col palmo della mano.
Il lieve urto è sufficiente a far crollare l’intera edificazione che si frantuma a terra come un castello di carte generando una soffice nuvola di polvere. La scena si consuma sotto agl’occhi increduli di Fillide che rimane basito ad osservare la catasta di legna capitolata a terra:
- Ma… ma come è possibile … - balbetta sconfortato mentre la mora guerriera lo guarda sorridendo beffarda.
- Dai Fillide, hai fatto del tuo meglio … - lo consola Olimpia mettendogli una mano sulla spalla. – Ti manca solo un po’ di esperienza … domani aiuterai Xena a ricostruirla e forse riuscirai ad imparare qualche nuovo trucchetto… –

Il giorno seguente, infatti, Xena si mette al lavoro aiutata dai due compagni d’avventura. Dopo aver ammorbidito il terreno con dell’acqua, la principessa guerriera affonda quatto robuste travi di legno nel sottosuolo. Lo scheletro viene poi perimetrato da assi di legno rivestite esternamente da canne di bambù mentre il tetto viene ricoperto da ampie foglie ricavate dalle palme.
L’edificazione del rifugio richiede ai tre naufraghi qualche giorno di duro lavoro che viene però ripagato dalla soddisfazione di aver eretto un ampia e robusta capanna nella quale abitare nel periodo di permanenza sull’isola.

Dopo aver costruito un arco e averlo munito di frecce, Xena decide di trascorrere un pomeriggio cacciando: la carne li avrebbe cibati mentre le pelli sarebbero servite per rendere più confortevole il giaciglio e per riparasi dal freddo che ogni notte cala accompagnato dalle tenebre.
- Vengo con te! – esclama a gran voce Fillide vedendo la principessa guerriera avviarsi per la boscaglia con l’arco appeso dietro alla spalla sinistra.
Olimpia, intenta a tagliare dei frutti si interrompe per ascoltare con attenzione e un velo di preoccupazione, il proseguire del dialogo consapevole di quanto sia importante per l’amata la totale tranquillità mentre si diletta nella caccia.
- Non se ne parla neanche! – è la risposta secca della mora.
- Dai Xena, portami con te … possiamo catturare più prede insieme, non ti darò fastidio te lo prometto! – insiste il giovane mentre la donna lo guarda minaccioso.
- Infondo… che fastidio può darti… - si intromette il bardo spezzando una freccia in favore del figlio di Corilo.
- Anche tu ti ci metti adesso? – risponde sempre più contrariata la principessa guerriera.
- Io sono un bravo cacciatore sai? – continua nuovamente Fillide – Mia madre mi ha insegnato tanto… se non vuoi essere disturbata, mi allontanerò un po’ e cercherò altre prede. -
Dopo un istante di silenzio in cui cerca il dolce sguardo della compagna, Xena riprende il cammino facendo segno al giovane di seguirla mentre conclude la conversazione rivolgendosi al bardo:
- Torneremo prima del tramonto… -

Una volta addentratasi nella boscaglia, Xena inizia a guardarsi intorno in cerca di una preda da catturare. Fillide cammina dietro di lei con passo felpato lasciando che la sua attenzione si posi sull’ambiente circostante. Ad un tratto la principessa guerriera arresta bruscamente il suo cammino, ma Fillide non curante continua la sua marcia finendo per urtare la schiena dell’amica, che irritata si volta di scatto per lanciargli un occhiata fulminea:
- Scusami… - sussurra il giovane impaurito sorridendo imbarazzato.
- Se ci tieni a tornare a casa con le tue gambe inizia a starmi lontano di qualche passo ragazzo! -
- Si, Xena… - obbedisce il giovane cogliendo al volo il suggerimento indietreggiando qualche metro. – Sai cosa stavo pensando … - continua incrementando il disappunto della guerriera – Con la tua prontezza di riflessi e la mia abilità innata di cacciatore … -
- Fillide! – lo richiama bruscamente Xena - … Va a farti un giro! -
- Si, è proprio quello che ti stavo suggerendo… - risponde girando il discorso - … Perché due come noi… -
- Muoviti! – grida la donna spazientita facendo fuggire il giovane con la coda tra le gambe.
Finalmente libera di cacciare in santa pace, la principessa guerriera piazza delle trappole in vari punti e mentre attende che agiscano, stana due lepri che saltellando sulle loro morbide zampine cercavano di rifugiarsi in una buca del suolo.
Ad un tratto un cervo, spuntando da dietro una roccia, appare alla vista della donna per poi nascondersi dietro a fitti cespugli. Xena impugna il suo arco e tesa una freccia, si avvicina all’animale con qualche passo felpato e non appena la preda è ben visibile, scaglia il suo colpo senza lasciargli scampo. Ormai senza vita il cervo si accascia a terra mentre la principessa guerriera si avvicina soddisfatta. Le urla di Fillide si odono all’improvviso risuonando nella foresta. Voltatasi in direzione dei rumori, Xena vede il giovane correre velocemente inseguito da un cinghiale inferocito intendo a caricarlo:
- Ecco qui… il grande cacciatore… - bisbiglia tra se e se per poi scagliare una freccia contro l’animale arrestando la sua corsa colpendolo al cuore. – Due prede in pochi minuti … non c’è male davvero! – esclama soddisfatta.
- Ma perché lo hai colpito! – grida Fillide contrariato intuendo di aver perso la faccia di fronte alla principessa guerriera. – La mia era tutta una tattica! Lo stavo per catturare! -
- E ti fai travolgere dalle bestie che cacci per catturarle? – ribatte a tono la donna mentre il giovane sbuffa innervosito. – Sai che ti dico grande guerriero … cavatela da solo visto che sei tanto in gamba! -
- E’ proprio quello che stavo cercando di fare! – conclude il giovane allontanandosi con fare sostenuto.
Mentre Xena lega le prede cacciate per prepararsi a fare ritorno all’accampamento, Fillide viene incuriosito da una graziosa scimmietta che cammina vicino a lui per poi fuggire spaventata dalla presenza umana e rifugiarsi sul ramo di albero:
- Che carina … - commenta intenerito dalla simpatica creatura.
Deciso a catturarla, il ragazzo tenta di arrampicarsi sull’albero ma la liscia superficie del legno gli impedisce di fare presa. Così decide di aggirare il problema tentando di arrampicarsi sull’albero accanto per poi raggiungere la postazione muovendosi tra i rami. Inavvertitamente però, il giovane finisce col cadere in una delle trappole che Xena aveva piazzato qua e là per la foresta: una corda circonda la caviglia del giovane e velocemente lo spinge verso l’alto finendo con l’appenderlo ad un ramo a testa in giù.
- Xenaaa!!! – grida Fillide richiamando l’amica per farsi liberare.
La donna giunge sul luogo correndo allarmata dal tono di voce con la quale era stata chiamata:
- Ma cosa hai combinato?! – domanda in un secondo momento scoppiando in una fragorosa risata vedendo il giovane appeso al contrario imprigionato in una sua trappola.
- Volevo catturare quella scimmietta laggiù… - cerca di giustificarsi indicando l’indifeso animaletto.
- Non so chi è più idiota… tu o la scimmia! -
- Fa poco la spiritosa e liberami! -
- E no caro … un cacciatore come te? Avevi ragione tu prima, non dovevo intromettermi… sono sicura che saprai cavartela da solo egregiamente! -
- Non scherzare dai, aiutami! –
- E toglierti tutto il divertimento?No, no… non se ne parla! – conclude la donna con tono canzonatore salutando il giovane con una mano.
Fillide la osserva incredulo mentre la vede allontanasi a passo svelto:
- Xena… aspetta… non puoi fare sul serio! Mi verrà il sangue alla testa! – grida preoccupato. – Liberami, liberami Xena! -
Non curante la principessa guerriera raccoglie le prede catturate e fa ritorno all’accampamento soddisfatta:
- Ciao… - saluta Olimpia con un lieve bacio sulle labbra.
- Bentornata… - contraccambia il bardo – Ma … dov’è Fillide? – domanda in un secondo momento non vedendo il giovane.
- Beh lui… è voluto rimanere un altro po’ a saggiare le sue grandi abilità di cacciatore… - risponde Xena con tono vago e beffardo ripensando al giovane che, ancora appeso all’albero, si dimena in cerca di liberarsi.
Olimpia osserva la compagna con sospetto mentre con tranquillità, inizia a scuoiare gli animali catturati facendo finta di nulla. In un secondo momento il bardo raccoglie della legna per accingersi ad accendere il fuoco quando Xena si alza di scatto e sottraendo dalle sue braccia i ramoscelli le sussurra:
- No, no … non devi fare nulla questa sera… penserò a tutto io. -
- Davvero? -
- Si… tu ora siediti e sta tranquilla … -
- Ma perché … -
- Shh! – la interrompe la mora – Non fare domande… -
Olimpia osserva la compagna negl’occhi per qualche istante e senza aggiungere altro si dirige alla sorgente per rinfrescarsi. Al suo ritorno Xena aveva appeso le pelli ad essiccare su di un ramo, aveva messo sul fuoco una scoscia di cervo e aveva raccolto della frutta fresca.
- Che meraviglia … -esclama il bardo felice della sorpresa trovata.
Xena le va incontro e prendendole le mani, la invita a sedersi accanto al fuoco. Inginocchiatasi al suo fianco la donna inizia ad accarezzarle i capelli lasciando scorrere la mano lungo i lineamenti del volto. Scesa poi lungo il collo, passa la mano dietro la nuca per avvicinare il volto di Olimpia al suo; il gesto viene accolto dalla bionda che senza esitare la bacia con passione per qualche istante lasciando che la sua lingua incontri quella di lei:
- Sai … - si introduce Xena terminata l’effusione. – Questa sarebbe l’occasione perfetta per goderci qualche giorno di riposo, tu che ne pensi? –
- Mi stai proponendo di fare una piccola vacanza? -
- Perché no … non è quello che volevi? -
- Si … ma da quando la principessa guerriera si concede un periodo di riposo? -
- Da quando vuole passare un po’ più di tempo con la sua donna e la vuole soddisfare in tutto … - risponde sensuale.
- Davvero? -
- Si… - conclude per catturare nuovamente le labbra di Olimpia in un bacio ancor più passionale del precedente.
La poetessa sorride felice abbracciando la compagna che ricambia il gesto con trasporto. In un secondo momento Xena si avvicina al fuoco e togliendo la carne dalla brace invita il bardo a farsi avanti:
- Mangiamo? – le chiede mentre con il pugnale, taglia piccole fette di carne.
- Non aspettiamo Fillide? -
- Credo che non sarà di ritorno tanto presto… – risponde con tono vago incrementando ulteriormente i sospetti della sua interlocutrice.
- Non capisco … -
- E che c’è da capire? Coraggio mangia … - conclude porgendole il cibo ancora fumante.
Le due gustano la cena in tranquillità mentre il sole cala lasciando lentamente il posto alla luna che inizia la sua ascesa portando con se il manto stellato.
- Che cosa mi stai nascondendo Xena? – domanda la poetessa mentre si lava le mani.
- Io? Nulla, perché? – risponde continuando la finzione.
- Io invece ho la sensazione che tu mi stia nascondendo qualcosa… -
- Shh, non parlare… - le sussurra Xena per poi baciarla nuovamente con sensualità e passione. Le sue mani iniziano a scorrere lungo le curve di lei che dapprima si lascia trasportare dai sensi, poi si interrompe bruscamente:
- Che intenzioni hai? … E se torna Fillide? -
- Te l’ho già detto, non tornerà … - ribatte cercando i suoi occhi per catturarla nella sua morsa amorosa.
- Xena! – la rimprovera il bardo afferrandole le spalle – Deciditi a dirmi cosa hai combinato! -
- Ci tieni proprio a saperlo? -
- Si! -
- E va bene … - si arrende la mora portandosi le braccia dietro la nuca e coricarsi a terra. – Fillide è finito in una delle trappole che avevo piazzato nella foresta … attualmente è appeso a testa in giù al ramo di albero … - racconta sorridendo mentre l’immagine buffa del ragazzo si affaccia nella sua mente.
- Xena! Ma come hai potuto lasciarlo li! Devi andare subito a liberarlo! – la sgrida con tono severo Olimpia.
- Non preoccuparti avevo già intenzione di farlo … volevo solo godermi qualche ora da sola con te in serenità… più tardi andrò a riprenderlo. -
- Davvero? -
- Certo. – conclude alzandosi da terra rimettendosi seduta.
Rassicurata, Olimpia si lascia andare all’effusioni di Xena e dopo averle passato le braccia lungo le spalle, inizia a baciarla con impeto inducendola a chinarsi a terra. La principessa guerriera, però, non si lascia guidare dalla compagna e con un gesto deciso la prende in braccio conducendola nella capanna dove l’adagia con delicatezza sul giaciglio. Sorridendole dolcemente, Xena si stende delicatamente su di lei, lasciando che le sue mani inizino a scorrere sinuosamente lungo i suoi fianchi.
Le loro labbra si accarezzano ripetutamente imprimendo dolci baci mentre i loro occhi si incontrano perdendosi gl’uni negl’altri. Xena prolunga l’effusione lasciando che la sua lingua si insinui nella bocca di lei mentre la passione sboccia come un fiore a primavera in tutto il suo splendore in attesa di essere colto.
Olimpia, che fino a quell’istante si era lasciata condurre dalla volontà dell’amante, prende una sua iniziativa e dopo averle passato le mani dietro la schiena per slacciare il corpetto di pelle, compie un movimento rapido e deciso che invita Xena a voltarsi lasciando che sia lei ad adagiarsi sopra il suo corpo.
Con ardore il bardo cattura le labbra di lei in un nuovo e travolgente bacio lasciando che le sue mani abbassino lentamente le spalline del corpetto lungo le braccia mentre Xena si lascia guidare dal dolce desiderio della compagna.
Fermatasi per un istante a guardare l’amata negl’occhi mentre sfiora col dorso della mano i lineamenti del suo volto, Olimpia riprende a seminare teneri baci sulla pelle della principessa guerriera spostandosi dapprima sul collo e sulle spalle e poi sul petto fermandosi in attesa che le vesti vengano aggraziatamente sfilate dal deciso intervento delle mani:
- Per gli dei quanto sei bella… - commenta la poetessa lasciando che i suoi occhi cadano lungo le sinuose curve dell’amante osservando ammirata le sue grazie.
Xena sorride lusingata elle adulazioni della compagna e dopo averle passato una mano dietro la nuca, la invita a chinarsi verso di lei per strapparle un nuovo bacio carico d’amore. Trasportata dall’ardore della principessa guerriera, Olimpia si abbandona per un istante a lei permettendole di spogliarla delle vesti che come una barriera, pongono ostacolo al tatto. Il contatto della pelle calda dell’amante sulla sua, infiamma l’animo di Xena, che ormai preda alle emozioni, stringe tra le sue mani il tonico seno di lei lasciando che le sue labbra catturino il soffice capezzolo con la quale gioca per interminabili istanti accarezzandolo con la lingua. Un brivido scorre lungo la schiena del bardo che si lascia trasportare dal gesto della compagna incitandola a non interrompersi manifestando la sua soddisfazione accarezzandole più volte i capelli con dolcezza. Intenta a condurre nuovamente le regole del gioco, Olimpia bacia appassionatamente il lobo di Xena lasciando che la mano percorra l’addome di lei fino a giungere al seno che energicamente massaggia stimolando i sensi della donna che in risposta solleva una gamba per sfiorare sensualmente il bacino del bardo:
- Prendimi… - sussurra Xena all’orecchio dell’amante in preda all’estasi.
Olimpia sorride maliziosa alla richiesta della principessa guerriera: attendeva questo momento da diversi minuti e senza esitare lascia scivolare la mano lungo la coscia di lei, fino a raggiungere il ventre. Nell’istante in cui le labbra di Xena vengono rapite da un bacio carico d’enfasi, la poetessa possiede la sua donna che sussulta per un istante in preda al piacere. I movimenti delle due si fanno via, via sempre più ritmici ed incalzanti: fuse in un solo essere, i gesti delle donne si incontrano mentre il respiro di Xena si fa sempre più affannato e pesante. Vampate di indescrivibili sensazioni invadono il suo corpo accompagnati da forti brividi che le percorrono ogni suo muscolo che si contrae più volte quando, raggiunto l’apice del piacere, si abbandona ad un senso di calore che l’amore vissuto aveva lasciato nel cuore della principessa guerriera.
- Quando sono con te mi sento di vivere i campi elisi sulla terra … - commenta Xena respirando affannosamente guardando negl’occhi la sua amata che le sorride dolcemente per poi chinarsi su di lei per donarle un soffice bacio sulle labbra.
La principessa guerriera abbraccia la seconda parte della sua anima cercando di trasmetterle in quell’effusione tutto quell’amore che esplosivo, le sgorga dal cuore impetuoso come le acqua di un fiume in piena.
Intenta a ricambiare la compagna facendole vivere tutte le piacevoli emozioni provate, Xena invita il bardo ad adagiarsi sul giaciglio mentre un nuovo bacio carico di passione le unisce per un istante che appare alle due interminabile. Le labbra della mora si scostano poi da quelle della compagna per posarsi come petali di rosa trasportati dal vento sulla pelle delicata di lei, seminando soffici baci sul petto, dove si concentrano qualche istante. Successivamente l’attenzione di Xena si rivolge all’addome della poetessa fermandosi a solleticare l’ombelico con il delicato tocco della sua lingua mentre le mani scorrono impertinenti lungo le muscolose gambe di lei, accarezzandole sinuosamente l’interno coscia. Decisa a portare la sua amata sull’onda del piacere, Xena semina altri baci sul ventre del bardo per poi scendere ancora fermandosi solamente una volta udito un suo sussulto. Mentre l’oscurità e la luce si fondono in quel magico istante, Olimpia inarca la schiena trasportata dai sensi cercando la mano della compagna affinché le sue dita si intreccino tra quelle di lei e stringerle forte per comunicarle in quel gesto più di quanto mille parole avrebbero mai potuto. La luna spende alta nel cielo irradiando di soffice e candida luce la stanza nella quale Olimpia si è abbandonata alle intense emozioni provate grazie al tocco della compagna, che senza un attimo di esitazione, continua a stuzzicare le sensazioni del bardo che esplodono in un secondo momento conducendo la donna a raggiungere l’estasi. Mentre quell’attimo si consuma Olimpia stringe forte la mano della principessa guerriera che la guarda intensamente negl’occhi.
- Ti amo… - le dice la bionda poetessa invitandola a posarsi sul suo petto ad ascoltare i battiti del cuore che sembra voler gridare tutto il suo amore.
- Ti amo anch’io … - risponde Xena abbracciando teneramente la sua amata.
Le due si abbandonano alla stanchezza mentre si godono i frutti che il prezioso dono di Venere ha dato all’umanità. Cullata dalle braccia della compagna, Xena riporta la sua mente alla realtà dalla quale era fuggita nell’istante in cui si era abbandonata alla poetessa e a malincuore interrompe quell’attimo di magia rialzandosi per rivestirsi velocemente:
- Vado a riprendere Fillide… - spiega mentre intreccia i lacci del corpetto. – Non temere sarò presto di ritorno. – conclude donando ad Olimpia un bacio sulle labbra per poi avviarsi verso l’uscita.
- Ti aspetterò sveglia… -
Xena si volta per sorridere all’amata cercando i suoi occhi per un istante, poi esce dalla capanna dove inizia a correre in direzione del bosco desiderosa di tornare presto dalla sua donna con la quale trascorrerà una notte cullata dal suo dolce abbraccio.

di Darkamy

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