Molte
sono le cose che occorrono ai tre naufraghi per poter sopravvivere in
quel luogo paradisiaco e disabitato ma nel giro di pochi giorni Xena,
con l’aiuto di Fillide riesce ad ambientarsi al meglio mentre
Olimpia lentamente recuperale forze.
- Che cosa stai cercando di fare? – domanda la principessa guerriera
al figlio di Corilo vedendolo intendo a posizionare robuste canne di
bambù nel luogo in cui deve essere costruita la capanna.
- Mi pare ovvio … erigo il nostro rifugio! -
- Davvero? -
- Certo! -
- Hai una vaga idea di come devi fare? -
- Xena… io sono Fillide! Niente è difficile per me, su
ora allontanati… lasciami fare il mio lavoro in pace. –
conclude spintonando lievemente la sua interlocutrice.
- Lascialo fare … - suggerisce Olimpia che, seduta su un masso,
è intenta ad intrecciare alcune cortecce per farne una corda.
– Abbiamo molto altro materiale da preparare. -
La principessa guerriera volge lo sguardo alla compagna e poi di nuovo
al giovane mentre riflette sul da farsi:
- E va bene … - conclude per poi avvicinarsi ad altre canne di
bambù che dopo essere state strappate, erano state posate a terra.
– Vediamo un po’ cosa salta fuori… - continua mentre
con la spada inizia a segare le pertiche.
Dopo un’intera giornata di duro lavoro, Fillide porta a termine
il suo operato: è stata eretta una piccola capanna dal tetto
a punta che è ora osservata scrupolosamente dagl’occhi
delle due guerriere:
- Che ve ne pare? – domanda il giovane con soddisfazione posando
una mano sulla parete della casupola.
- Beh, non c’è male ragazzo… - esclama Xena cercando
di trattenere una risata. – Le manca solo … come dire, un
po’ di stabilità! – conclude chiudendo la porticina
dandole un lieve colpo col palmo della mano.
Il lieve urto è sufficiente a far crollare l’intera edificazione
che si frantuma a terra come un castello di carte generando una soffice
nuvola di polvere. La scena si consuma sotto agl’occhi increduli
di Fillide che rimane basito ad osservare la catasta di legna capitolata
a terra:
- Ma… ma come è possibile … - balbetta sconfortato
mentre la mora guerriera lo guarda sorridendo beffarda.
- Dai Fillide, hai fatto del tuo meglio … - lo consola Olimpia
mettendogli una mano sulla spalla. – Ti manca solo un po’
di esperienza … domani aiuterai Xena a ricostruirla e forse riuscirai
ad imparare qualche nuovo trucchetto… –
Il giorno seguente, infatti, Xena si mette al lavoro aiutata dai
due compagni d’avventura. Dopo aver ammorbidito il terreno con
dell’acqua, la principessa guerriera affonda quatto robuste
travi di legno nel sottosuolo. Lo scheletro viene poi perimetrato
da assi di legno rivestite esternamente da canne di bambù mentre
il tetto viene ricoperto da ampie foglie ricavate dalle palme.
L’edificazione del rifugio richiede ai tre naufraghi qualche
giorno di duro lavoro che viene però ripagato dalla soddisfazione
di aver eretto un ampia e robusta capanna nella quale abitare nel
periodo di permanenza sull’isola.
Dopo aver costruito un arco e averlo munito di frecce, Xena decide
di trascorrere un pomeriggio cacciando: la carne li avrebbe cibati
mentre le pelli sarebbero servite per rendere più confortevole
il giaciglio e per riparasi dal freddo che ogni notte cala accompagnato
dalle tenebre.
- Vengo con te! – esclama a gran voce Fillide vedendo la principessa
guerriera avviarsi per la boscaglia con l’arco appeso dietro
alla spalla sinistra.
Olimpia, intenta a tagliare dei frutti si interrompe per ascoltare
con attenzione e un velo di preoccupazione, il proseguire del dialogo
consapevole di quanto sia importante per l’amata la totale tranquillità
mentre si diletta nella caccia.
- Non se ne parla neanche! – è la risposta secca della
mora.
- Dai Xena, portami con te … possiamo catturare più prede
insieme, non ti darò fastidio te lo prometto! – insiste
il giovane mentre la donna lo guarda minaccioso.
- Infondo… che fastidio può darti… - si intromette
il bardo spezzando una freccia in favore del figlio di Corilo.
- Anche tu ti ci metti adesso? – risponde sempre più
contrariata la principessa guerriera.
- Io sono un bravo cacciatore sai? – continua nuovamente Fillide
– Mia madre mi ha insegnato tanto… se non vuoi essere
disturbata, mi allontanerò un po’ e cercherò altre
prede. -
Dopo un istante di silenzio in cui cerca il dolce sguardo della compagna,
Xena riprende il cammino facendo segno al giovane di seguirla mentre
conclude la conversazione rivolgendosi al bardo:
- Torneremo prima del tramonto… -
Una volta addentratasi
nella boscaglia, Xena inizia a guardarsi intorno in cerca di una preda
da catturare. Fillide cammina dietro di lei con passo felpato lasciando
che la sua attenzione si posi sull’ambiente circostante. Ad
un tratto la principessa guerriera arresta bruscamente il suo cammino,
ma Fillide non curante continua la sua marcia finendo per urtare la
schiena dell’amica, che irritata si volta di scatto per lanciargli
un occhiata fulminea:
- Scusami… - sussurra il giovane impaurito sorridendo imbarazzato.
- Se ci tieni a tornare a casa con le tue gambe inizia a starmi lontano
di qualche passo ragazzo! -
- Si, Xena… - obbedisce il giovane cogliendo al volo il suggerimento
indietreggiando qualche metro. – Sai cosa stavo pensando …
- continua incrementando il disappunto della guerriera – Con
la tua prontezza di riflessi e la mia abilità innata di cacciatore
… -
- Fillide! – lo richiama bruscamente Xena - … Va a farti
un giro! -
- Si, è proprio quello che ti stavo suggerendo… - risponde
girando il discorso - … Perché due come noi… -
- Muoviti! – grida la donna spazientita facendo fuggire il giovane
con la coda tra le gambe.
Finalmente libera di cacciare in santa pace, la principessa guerriera
piazza delle trappole in vari punti e mentre attende che agiscano,
stana due lepri che saltellando sulle loro morbide zampine cercavano
di rifugiarsi in una buca del suolo.
Ad un tratto un cervo, spuntando da dietro una roccia, appare alla
vista della donna per poi nascondersi dietro a fitti cespugli. Xena
impugna il suo arco e tesa una freccia, si avvicina all’animale
con qualche passo felpato e non appena la preda è ben visibile,
scaglia il suo colpo senza lasciargli scampo. Ormai senza vita il
cervo si accascia a terra mentre la principessa guerriera si avvicina
soddisfatta. Le urla di Fillide si odono all’improvviso risuonando
nella foresta. Voltatasi in direzione dei rumori, Xena vede il giovane
correre velocemente inseguito da un cinghiale inferocito intendo a
caricarlo:
- Ecco qui… il grande cacciatore… - bisbiglia tra se e
se per poi scagliare una freccia contro l’animale arrestando
la sua corsa colpendolo al cuore. – Due prede in pochi minuti
… non c’è male davvero! – esclama soddisfatta.
- Ma perché lo hai colpito! – grida Fillide contrariato
intuendo di aver perso la faccia di fronte alla principessa guerriera.
– La mia era tutta una tattica! Lo stavo per catturare! -
- E ti fai travolgere dalle bestie che cacci per catturarle? –
ribatte a tono la donna mentre il giovane sbuffa innervosito. –
Sai che ti dico grande guerriero … cavatela da solo visto che
sei tanto in gamba! -
- E’ proprio quello che stavo cercando di fare! – conclude
il giovane allontanandosi con fare sostenuto.
Mentre Xena lega le prede cacciate per prepararsi a fare ritorno all’accampamento,
Fillide viene incuriosito da una graziosa scimmietta che cammina vicino
a lui per poi fuggire spaventata dalla presenza umana e rifugiarsi
sul ramo di albero:
- Che carina … - commenta intenerito dalla simpatica creatura.
Deciso a catturarla, il ragazzo tenta di arrampicarsi sull’albero
ma la liscia superficie del legno gli impedisce di fare presa. Così
decide di aggirare il problema tentando di arrampicarsi sull’albero
accanto per poi raggiungere la postazione muovendosi tra i rami. Inavvertitamente
però, il giovane finisce col cadere in una delle trappole che
Xena aveva piazzato qua e là per la foresta: una corda circonda
la caviglia del giovane e velocemente lo spinge verso l’alto
finendo con l’appenderlo ad un ramo a testa in giù.
- Xenaaa!!! – grida Fillide richiamando l’amica per farsi
liberare.
La donna giunge sul luogo correndo allarmata dal tono di voce con
la quale era stata chiamata:
- Ma cosa hai combinato?! – domanda in un secondo momento scoppiando
in una fragorosa risata vedendo il giovane appeso al contrario imprigionato
in una sua trappola.
- Volevo catturare quella scimmietta laggiù… - cerca
di giustificarsi indicando l’indifeso animaletto.
- Non so chi è più idiota… tu o la scimmia! -
- Fa poco la spiritosa e liberami! -
- E no caro … un cacciatore come te? Avevi ragione tu prima,
non dovevo intromettermi… sono sicura che saprai cavartela da
solo egregiamente! -
- Non scherzare dai, aiutami! –
- E toglierti tutto il divertimento?No, no… non se ne parla!
– conclude la donna con tono canzonatore salutando il giovane
con una mano.
Fillide la osserva incredulo mentre la vede allontanasi a passo svelto:
- Xena… aspetta… non puoi fare sul serio! Mi verrà
il sangue alla testa! – grida preoccupato. – Liberami,
liberami Xena! -
Non curante la principessa guerriera raccoglie le prede catturate
e fa ritorno all’accampamento soddisfatta:
- Ciao… - saluta Olimpia con un lieve bacio sulle labbra.
- Bentornata… - contraccambia il bardo – Ma … dov’è
Fillide? – domanda in un secondo momento non vedendo il giovane.
- Beh lui… è voluto rimanere un altro po’ a saggiare
le sue grandi abilità di cacciatore… - risponde Xena
con tono vago e beffardo ripensando al giovane che, ancora appeso
all’albero, si dimena in cerca di liberarsi.
Olimpia osserva la compagna con sospetto mentre con tranquillità,
inizia a scuoiare gli animali catturati facendo finta di nulla. In
un secondo momento il bardo raccoglie della legna per accingersi ad
accendere il fuoco quando Xena si alza di scatto e sottraendo dalle
sue braccia i ramoscelli le sussurra:
- No, no … non devi fare nulla questa sera… penserò
a tutto io. -
- Davvero? -
- Si… tu ora siediti e sta tranquilla … -
- Ma perché … -
- Shh! – la interrompe la mora – Non fare domande…
-
Olimpia osserva la compagna negl’occhi per qualche istante e
senza aggiungere altro si dirige alla sorgente per rinfrescarsi. Al
suo ritorno Xena aveva appeso le pelli ad essiccare su di un ramo,
aveva messo sul fuoco una scoscia di cervo e aveva raccolto della
frutta fresca.
- Che meraviglia … -esclama il bardo felice della sorpresa trovata.
Xena le va incontro e prendendole le mani, la invita a sedersi accanto
al fuoco. Inginocchiatasi al suo fianco la donna inizia ad accarezzarle
i capelli lasciando scorrere la mano lungo i lineamenti del volto.
Scesa poi lungo il collo, passa la mano dietro la nuca per avvicinare
il volto di Olimpia al suo; il gesto viene accolto dalla bionda che
senza esitare la bacia con passione per qualche istante lasciando
che la sua lingua incontri quella di lei:
- Sai … - si introduce Xena terminata l’effusione. –
Questa sarebbe l’occasione perfetta per goderci qualche giorno
di riposo, tu che ne pensi? –
- Mi stai proponendo di fare una piccola vacanza? -
- Perché no … non è quello che volevi? -
- Si … ma da quando la principessa guerriera si concede un periodo
di riposo? -
- Da quando vuole passare un po’ più di tempo con la
sua donna e la vuole soddisfare in tutto … - risponde sensuale.
- Davvero? -
- Si… - conclude per catturare nuovamente le labbra di Olimpia
in un bacio ancor più passionale del precedente.
La poetessa sorride felice abbracciando la compagna che ricambia il
gesto con trasporto. In un secondo momento Xena si avvicina al fuoco
e togliendo la carne dalla brace invita il bardo a farsi avanti:
- Mangiamo? – le chiede mentre con il pugnale, taglia piccole
fette di carne.
- Non aspettiamo Fillide? -
- Credo che non sarà di ritorno tanto presto… –
risponde con tono vago incrementando ulteriormente i sospetti della
sua interlocutrice.
- Non capisco … -
- E che c’è da capire? Coraggio mangia … - conclude
porgendole il cibo ancora fumante.
Le due gustano la cena in tranquillità mentre il sole cala
lasciando lentamente il posto alla luna che inizia la sua ascesa portando
con se il manto stellato.
- Che cosa mi stai nascondendo Xena? – domanda la poetessa mentre
si lava le mani.
- Io? Nulla, perché? – risponde continuando la finzione.
- Io invece ho la sensazione che tu mi stia nascondendo qualcosa…
-
- Shh, non parlare… - le sussurra Xena per poi baciarla nuovamente
con sensualità e passione. Le sue mani iniziano a scorrere
lungo le curve di lei che dapprima si lascia trasportare dai sensi,
poi si interrompe bruscamente:
- Che intenzioni hai? … E se torna Fillide? -
- Te l’ho già detto, non tornerà … - ribatte
cercando i suoi occhi per catturarla nella sua morsa amorosa.
- Xena! – la rimprovera il bardo afferrandole le spalle –
Deciditi a dirmi cosa hai combinato! -
- Ci tieni proprio a saperlo? -
- Si! -
- E va bene … - si arrende la mora portandosi le braccia dietro
la nuca e coricarsi a terra. – Fillide è finito in una
delle trappole che avevo piazzato nella foresta … attualmente
è appeso a testa in giù al ramo di albero … -
racconta sorridendo mentre l’immagine buffa del ragazzo si affaccia
nella sua mente.
- Xena! Ma come hai potuto lasciarlo li! Devi andare subito a liberarlo!
– la sgrida con tono severo Olimpia.
- Non preoccuparti avevo già intenzione di farlo … volevo
solo godermi qualche ora da sola con te in serenità…
più tardi andrò a riprenderlo. -
- Davvero? -
- Certo. – conclude alzandosi da terra rimettendosi seduta.
Rassicurata, Olimpia si lascia andare all’effusioni di Xena
e dopo averle passato le braccia lungo le spalle, inizia a baciarla
con impeto inducendola a chinarsi a terra. La principessa guerriera,
però, non si lascia guidare dalla compagna e con un gesto deciso
la prende in braccio conducendola nella capanna dove l’adagia
con delicatezza sul giaciglio. Sorridendole dolcemente, Xena si stende
delicatamente su di lei, lasciando che le sue mani inizino a scorrere
sinuosamente lungo i suoi fianchi.
Le loro labbra si accarezzano ripetutamente imprimendo dolci baci
mentre i loro occhi si incontrano perdendosi gl’uni negl’altri.
Xena prolunga l’effusione lasciando che la sua lingua si insinui
nella bocca di lei mentre la passione sboccia come un fiore a primavera
in tutto il suo splendore in attesa di essere colto.
Olimpia, che fino a quell’istante si era lasciata condurre dalla
volontà dell’amante, prende una sua iniziativa e dopo
averle passato le mani dietro la schiena per slacciare il corpetto
di pelle, compie un movimento rapido e deciso che invita Xena a voltarsi
lasciando che sia lei ad adagiarsi sopra il suo corpo.
Con ardore il bardo cattura le labbra di lei in un nuovo e travolgente
bacio lasciando che le sue mani abbassino lentamente le spalline del
corpetto lungo le braccia mentre Xena si lascia guidare dal dolce
desiderio della compagna.
Fermatasi per un istante a guardare l’amata negl’occhi
mentre sfiora col dorso della mano i lineamenti del suo volto, Olimpia
riprende a seminare teneri baci sulla pelle della principessa guerriera
spostandosi dapprima sul collo e sulle spalle e poi sul petto fermandosi
in attesa che le vesti vengano aggraziatamente sfilate dal deciso
intervento delle mani:
- Per gli dei quanto sei bella… - commenta la poetessa lasciando
che i suoi occhi cadano lungo le sinuose curve dell’amante osservando
ammirata le sue grazie.
Xena sorride lusingata elle adulazioni della compagna e dopo averle
passato una mano dietro la nuca, la invita a chinarsi verso di lei
per strapparle un nuovo bacio carico d’amore. Trasportata dall’ardore
della principessa guerriera, Olimpia si abbandona per un istante a
lei permettendole di spogliarla delle vesti che come una barriera,
pongono ostacolo al tatto. Il contatto della pelle calda dell’amante
sulla sua, infiamma l’animo di Xena, che ormai preda alle emozioni,
stringe tra le sue mani il tonico seno di lei lasciando che le sue
labbra catturino il soffice capezzolo con la quale gioca per interminabili
istanti accarezzandolo con la lingua. Un brivido scorre lungo la schiena
del bardo che si lascia trasportare dal gesto della compagna incitandola
a non interrompersi manifestando la sua soddisfazione accarezzandole
più volte i capelli con dolcezza. Intenta a condurre nuovamente
le regole del gioco, Olimpia bacia appassionatamente il lobo di Xena
lasciando che la mano percorra l’addome di lei fino a giungere
al seno che energicamente massaggia stimolando i sensi della donna
che in risposta solleva una gamba per sfiorare sensualmente il bacino
del bardo:
- Prendimi… - sussurra Xena all’orecchio dell’amante
in preda all’estasi.
Olimpia sorride maliziosa alla richiesta della principessa guerriera:
attendeva questo momento da diversi minuti e senza esitare lascia
scivolare la mano lungo la coscia di lei, fino a raggiungere il ventre.
Nell’istante in cui le labbra di Xena vengono rapite da un bacio
carico d’enfasi, la poetessa possiede la sua donna che sussulta
per un istante in preda al piacere. I movimenti delle due si fanno
via, via sempre più ritmici ed incalzanti: fuse in un solo
essere, i gesti delle donne si incontrano mentre il respiro di Xena
si fa sempre più affannato e pesante. Vampate di indescrivibili
sensazioni invadono il suo corpo accompagnati da forti brividi che
le percorrono ogni suo muscolo che si contrae più volte quando,
raggiunto l’apice del piacere, si abbandona ad un senso di calore
che l’amore vissuto aveva lasciato nel cuore della principessa
guerriera.
- Quando sono con te mi sento di vivere i campi elisi sulla terra
… - commenta Xena respirando affannosamente guardando negl’occhi
la sua amata che le sorride dolcemente per poi chinarsi su di lei
per donarle un soffice bacio sulle labbra.
La principessa guerriera abbraccia la seconda parte della sua anima
cercando di trasmetterle in quell’effusione tutto quell’amore
che esplosivo, le sgorga dal cuore impetuoso come le acqua di un fiume
in piena.
Intenta a ricambiare la compagna facendole vivere tutte le piacevoli
emozioni provate, Xena invita il bardo ad adagiarsi sul giaciglio
mentre un nuovo bacio carico di passione le unisce per un istante
che appare alle due interminabile. Le labbra della mora si scostano
poi da quelle della compagna per posarsi come petali di rosa trasportati
dal vento sulla pelle delicata di lei, seminando soffici baci sul
petto, dove si concentrano qualche istante. Successivamente l’attenzione
di Xena si rivolge all’addome della poetessa fermandosi a solleticare
l’ombelico con il delicato tocco della sua lingua mentre le
mani scorrono impertinenti lungo le muscolose gambe di lei, accarezzandole
sinuosamente l’interno coscia. Decisa a portare la sua amata
sull’onda del piacere, Xena semina altri baci sul ventre del
bardo per poi scendere ancora fermandosi solamente una volta udito
un suo sussulto. Mentre l’oscurità e la luce si fondono
in quel magico istante, Olimpia inarca la schiena trasportata dai
sensi cercando la mano della compagna affinché le sue dita
si intreccino tra quelle di lei e stringerle forte per comunicarle
in quel gesto più di quanto mille parole avrebbero mai potuto.
La luna spende alta nel cielo irradiando di soffice e candida luce
la stanza nella quale Olimpia si è abbandonata alle intense
emozioni provate grazie al tocco della compagna, che senza un attimo
di esitazione, continua a stuzzicare le sensazioni del bardo che esplodono
in un secondo momento conducendo la donna a raggiungere l’estasi.
Mentre quell’attimo si consuma Olimpia stringe forte la mano
della principessa guerriera che la guarda intensamente negl’occhi.
- Ti amo… - le dice la bionda poetessa invitandola a posarsi
sul suo petto ad ascoltare i battiti del cuore che sembra voler gridare
tutto il suo amore.
- Ti amo anch’io … - risponde Xena abbracciando teneramente
la sua amata.
Le due si abbandonano alla stanchezza mentre si godono i frutti che
il prezioso dono di Venere ha dato all’umanità. Cullata
dalle braccia della compagna, Xena riporta la sua mente alla realtà
dalla quale era fuggita nell’istante in cui si era abbandonata
alla poetessa e a malincuore interrompe quell’attimo di magia
rialzandosi per rivestirsi velocemente:
- Vado a riprendere Fillide… - spiega mentre intreccia i lacci
del corpetto. – Non temere sarò presto di ritorno. –
conclude donando ad Olimpia un bacio sulle labbra per poi avviarsi
verso l’uscita.
- Ti aspetterò sveglia… -
Xena si volta per sorridere all’amata cercando i suoi occhi
per un istante, poi esce dalla capanna dove inizia a correre in direzione
del bosco desiderosa di tornare presto dalla sua donna con la quale
trascorrerà una notte cullata dal suo dolce abbraccio.
di
Darkamy
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il racconto
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