CAPITOLO
VI
Il mattino seguente Xena e Olimpia si preparano per l’escursione
che le condurrà all’estremità opposta dell’isola.
Fillide, decide di rimanere all’accampamento in loro attesa
e appena sveglio, si addentra nella foresta per cacciare. Prima di
partire, le due guerriere raggiungono l’oasi e come sono solite
fare, si concedono un bagno rilassante. Ad un tratto l’attenzione
di Xena viene richiamata da alcuni rumori provenienti da dietro a
un cespuglio e dopo aver interrotto bruscamente il dialogo avuto fino
a quell’istante con la compagna, si avvicina cautamente a nuoto
in direzione dei suoni. Avendo già capito di che cosa si tratta,
la donna si immerge per qualche istante raggiungendo il confine della
sorgente, poi con scatto fulmineo, balza fuori afferrando Fillide
per un braccio spingendolo violentemente in acqua nei pressi della
cascata:
- Non te l’hanno mai detto che non si spiano le donne mente
fanno il bagno? -
- E’ proprio uguale al padre… - commenta Olimpia coprendosi
alla meglio. – Ma adesso dov’è finito? –
domanda vedendo che il ragazzo non è ancora riemerso dopo il
tuffo.
Xena osserva i dintorni per qualche istante senza però intravedere
il ragazzo:
- Forse è la volta buona che l’ho fatto annegare …
- ironizza mentre si avvicina al punto in cui l’acqua della
cascata si riversa nel lago, immergendosi poi in cerca del giovane.
- L’hai trovato? – domanda Olimpia una volta che principessa
guerriera è risalita in superficie.
- No… - continua raggiungendo la riva a nuoto per recuperare
il corpetto posato sull’erba.
- E adesso che fai? -
- C’è una grotta aldilà della cascata… -
- Davvero? -
- Si, credevo fosse solo un massa rocciosa, invece è stata
scavata una galleria… sicuramente quell’idiota di Fillide
ci sarà entrato, vado a vedere in che guaio si è cacciato,
tu vieni con me? -
- Certamente. – risponde con decisione Olimpia avvicinandosi
alla compagna per rivestirsi.
Una volta essersi tuffate nuovamente in acqua, le due nuotano in immersione
verso il basso per oltrepassare con maggiore facilità la corrente
provocata dalla rapida. Una volta riemerse aldilà della cascata,
le guerriere imboccano l’ingresso roccioso della caverna che
appare buia e umida. Xena raccoglie due pietre da terra e sfregandole
tra di loro genera una scintilla che infiamma la superficie legnosa
di un ramo, generando una torcia con la quale illumina i dintorni.
Dalle pareti, piccole gocce d’acqua scorrono lentamente riversandosi
a terra dando vita un lieve tintinnio che riecheggia per il cunicolo
che si fa sempre più stretto. Le due procedono guardando cautamente
i dintorni fino a quando si imbattono, alla fine del condotto, in
uno scavo del suolo:
- Non è alto, possiamo tranquillamente calarci… - osserva
la principessa guerriera illuminando la cavità.
- Ehiii!! Aiutatemi!! – grida all’improvviso Fillide dal
cunicolo sotterraneo.
Le due guerriere si scambiano un’occhiata d’intesa e senza
esitare, balzano nel cunicolo trovando, un istante dopo, il giovane
appeso alla parete con le brache impigliate in uno spuntone roccioso
sporgente. Osservandolo, rivedono il lui il ritratto del padre e considerata
la buffa situazione in cui si è cacciato, non possono far a
meno di scoppiare in un’allegra risata:
- Non riesci proprio a non combinare guai eh? – gli domanda
divertita Olimpia.
- Nel caso non l’aveste capito, non sono in una posizione molto
comoda… - osserva il ragazzo contorcendosi più volte
cercando di alleviare le sue sofferenze. – Volete mettermi giù?!
-
La principessa guerriera si avvicina a lui e alzandosi in punta di
piedi, lo guarda dritto negl’occhi con espressione superba:
- Dovrei? -
- Xena non scherzare … non puoi lasciarmi qui, è disumano…
ti prego aiutami! – la implora Fillide mentre la vede allontanarsi
da lui di un passo.
La mora guerriera scambia un’occhiata divertita con Olimpia
e una volta afferrato il chakram, taglia con un colpo netto, la stoffa
dei pantaloni impigliata nella roccia, facendo cadere il giovane a
terra sgraziatamente con un tonfo sordo:
- Grazie… - esclama sarcastico massaggiandosi il fondoschiena
dolorante.
- Xena… guarda qui.- richiama Olimpia interrompendo l’attimo
ironico - … La superficie di questo cunicolo è molto
scheggiata… deve essere stata scavata da qualcuno. -
- Si, l’ho notato anch’io… proviamo a proseguire,
vediamo dove ci porta. -
Su invito della principessa guerriera, i tre proseguono l’esplorazione
della misteriosa caverna. Man mano che camminano lungo il cunicolo,
questo si fa sempre più stretto costringendo i tre a camminare
uno dietro l’altro chinando il capo. Xena, davanti a tutti,
procede lentamente illuminando con la torcia il sentiero percorso,
ma ad un tratto arresta bruscamente l’avanzata spingendo indietro
i compagni con un braccio:
- Fermi… qui c’è un’altra buca… - commenta
osservando con maggiore attenzione l’ennesima cavità
che si presenta di fronte a loro. – Si direbbe uno scavo abbastanza
ampio… sembra quasi una stanza… - continua riferendo ciò
che riesce a scorgere.
Decisa a voler esplorare questo nuovo ambiente, Xena compie un lieve
salto ricadendo a terra con sicurezza mentre i suoi amici la seguono
con qualche secondo di ritardo: la cavità si presenta ampia
e spoglia, ma alle pareti sono posizionate delle fiaccole che la principessa
guerriera accende per illuminare il luogo.
Posto a terra al centro della stanza i tre trovano a sorpresa un forziere
di legno voluminoso e ben rifinito.
- E questo che cos’è? – domanda Fillide inginocchiandosi
davanti allo scrigno pronto ad aprirlo.
- A quanto pare ci sbagliavamo… - commenta Olimpia rivolgendosi
alla compagna. - … Quest’isola non è disabitata…
-
- Già… - risponde pensierosa Xena mentre Fillide vinto
dalla curiosità, apre il forziere svelandone il contenuto.
Una grande ricchezza appare ai loro occhi: gioielli, monete, oggetti
di valore e armi appartenute a grandi guerrieri.
- Per gli dei dell’Olimpo… - esclama il giovane sconcertato
dalla meraviglia che ha davanti a se - … Non ho mai visto tanto
oro … siamo ricchi!! – continua entusiasta affondando
le mani nel forziere per raccogliere a manciate l’immensa ricchezza.
- Giù le mani… - lo richiama Xena costringendolo a rialzarsi
dopo avergli afferrato un orecchio. – Cosa ti fa pensare che
terremo tutto quest’oro? -
- Ma ti va di scherzare?? Xena, ti rendi conto di cosa abbiamo qui!
E’ una vera fortuna!! Ti immagini… potrei divenire re!
Io, Fillide il più grande guerriero di tutti i tempi…
-
- Re degl’idioti, ascoltami bene… - ribatte Xena severamente
- …Noi non ci intascheremo proprio niente… questa ricchezza
è frutto sicuramente di qualche scorribanda… se riusciremo
ad andarcene da qui, una volta tornati in Grecia distribuiremo ciò
che abbiamo trovato ai villaggi che avranno più bisogno di
un aiuto economico… -
- Che cosa?! -
- Sono stata abbastanza chiara? – intima minacciosa.
- Si… si, Xena. -
- E allora inizia a posare quello che ti sei infilato nei pantaloni…
- ordina al ragazzo notando la collana di perle che spunta dalla cintura.
- Ma… ma, almeno queste quattro cianfrusaglie non posso tenerle?!
-
- Fillide…- lo richiama Olimpia – Non dici sempre di voler
seguire le orme di tuo padre? -
- Certo! -
- E allora sappi che tuo padre non cercherebbe nessun profitto in
questa situazione… lui ha sempre aiutato il prossimo, senza
mai chiedere in cambio ricompense per i servizi resi…aveva un
animo nobile e generoso, invece di imitare solo le sue gesta di guerriero
dovresti imitare le sue gesta umane… -
- Si, forse hai ragione …- osserva il ragazzo mentre posa i
gioielli sottratti dal forziere.
- Bravo, Corilo sarebbe fiero di te… - conclude il bardo ricevendo
in risposta il sorriso di Fillide.
Xena si inginocchia a terra per chiudere il forziere quando sulla
parte superiore un simbolo impresso a fuoco richiama la sua attenzione:
- Io questo l’ho già visto … - commenta osservandolo
con interesse cercando di ricordare. – Ma certo… Anacreonte
ha questo simbolo tatuato sul braccio… - realizza improvvisamente
– Olimpia … questo tesoro appartiene ai predoni che ci
hanno attaccato! -
- Ne sei sicura? -
- Si, più che sicura … e poi guarda, su questo forziere
non c’è traccia di polvere, dev’essere stato nascosto
qui da poco… -
- Hai ragione… questo significa che da qualche parte su quest’isola
i predoni hanno un covo… dobbiamo trovarlo… -
- Puoi scommetterci e se tutto va come deve troveremo anche il modo
di lasciare l’isola! -
CAPITOLO VII
Decisi a voler sottrarre il tesoro ai predoni dei mari, Xena incarica
Fillide di costruire un piccolo scrigno nella quale custodire la ricchezza
rubata. Nel forziere trovato nella caverna, vengono poi messe delle
pietre per far sembrare inalterato il peso e trarre, così,
in inganno i briganti. Lo scrigno composto dal figlio di Corilo viene
poi strategicamente nascosto sottoterra nei pressi dell’oasi.
In questo modo, secondo i piani della principessa guerriera, gli stessi
predoni una volta scoperto l’inganno ordito, non avrebbero mai
pensato che il tesoro sottratto si trovi ancora nei pressi del loro
nascondiglio.
Una volta essersi organizzate, Xena e Olimpia partono alla ricerca
dell’insediamento dei nemici. Mentre Fillide resta all’accampamento,
le due iniziano la loro escursione addentrandosi nell’entroterra:
il cammino le conduce, con il trascorrere di poche ore, nei pressi
del capo opposto dell’isola. Fino a quel momento Xena aveva
guidato la spedizione seguendo alcune tracce che man mano si facevano
sempre più chiare e frequenti. Ormai convinta di essere nei
pressi del covo, la principessa guerriera decide di scalare una piccola
rupe dalla quale poter osservare i dintorni con tranquillità
sfruttando l’elevazione della vetta che offre una visuale completa
del luogo. Infatti, le due eroine elleniche, una volta scalata l’altura
si trovano di fronte ad un panorama molto simile a quello della parte
dell’isola sulla quale erano approdate a seguito del naufragio.
La costa appare più compatta grazie alla presenza di grandi
masse rocciose che hanno permesso hai predoni di edificare un attracco
comodo e sicuro dove poter ormeggiare il galeone con il quale compiono
le loro scorribande.
Un piccolo insediamento occupa la spiaggia e parte della macchia boschiva
circostante:
- Ecco qua le formichine operaie … - commenta Xena con soddisfazione
avendo scovato i nemici, mentre il desiderio di vendetta guida la
sua mente ad elaborare un piano che le permetta di assecondare la
sua volontà.
- Come ci muoviamo adesso? – domanda Olimpia attendendo istruzioni
dalla compagna che da sempre ha avuto il privilegio di scegliere le
tattiche da adottare per fronteggiare i loro avversari.
- Mi voglio divertire… è da giorni che non meno un po’
le mani… evitiamo un confronto diretto, sono in tanti e rischiamo
di farceli sfuggire e io voglio quel galeone per far ritorno a casa…
li cattureremo ad uno ad uno e quando li avremo decimati affronteremo
il resto alla vecchia maniera… -
- Quando diamo il via alle danze? -
- Anche subito… dobbiamo solo far attenzione, più saremo
caute e meglio sarà, non dobbiamo perdere l’effetto sorpresa.
-
Al fine di realizzare il suo piano, Xena resta nascosta sull’altura
con Olimpia fino al tramonto ad osservare attentamente i movimenti
dei predoni, studiando con cura le abitudini dell’equipaggio
affinché posso agire senza dare nell’occhio.
Calata la sera, avvantaggiate dall’oscurità, le due inseparabili
guerriere si avvicinano all’accampamento in cerca delle prime
vittime da catturare: due marinai terminato, il loro turno di guardia,
salutano i compagni e si allontanano dalla vedetta decisi a volersi
ubriacare bevendo del sidro. Xena e Olimpia si avvicinano coattamente
verso di loro fermandosi poi dietro a dei cespugli, mentre i due sventurati
si siedono sulla sabbia chiacchierando, ignari della loro presenza.
La bionda poetessa si arrampica su un albero in attesa della compagna
che, prima di raggiungerla, scuote energicamente alcuni rami dell’arbusto
per richiamare l’attenzione degl’uomini di mare. Incuriositi
dai suoni, i due muovono qualche passo in quella direzione guardandosi
intorno cautamente, ma l’oscurità che avvolge i dintorni
boschivi impedisce loro di scorgere sagome viventi. Dopo aver atteso
qualche altro istante, convinti ormai che si trattasse dei rumori
dovuti alla presenza di qualche animaletto, i due si voltano per tornare
alla spiaggia, quando Xena balza dall’albero colpendo alla testa
gli sventurati con le ginocchia. Il duro colpo fa perdere loro i sensi
e alla principessa guerriera non resta altro da fare che trascinare
i loro corpi lontano dall’accampamento con l’aiuto di
Olimpia.
Dopo avergli legato i polsi con delle liane, le guerriere svegliano
i prigionieri gettando dell’acqua sui loro volti intimando di
fare silenzio. Costretti a sottomettersi alla volontà di Xena,
i due marinai sotto invito di lei, iniziano a camminare senza proferire
parola nella direzione che gli è stata indicata. In poche ore
di marcia il sentiero percorso li conduce all’accampamento delle
guerriere dove ad attenderli vi è Fillide, che vedendo le compagne
fare ritorno si alza in piedi sorridendo:
- Siete tornate … - esclama contento - … Iniziavo ad annoiarmi
tutto il giorno da solo … e questi chi sono? – domanda
in un secondo momento vedendo i prigionieri.
- Abbiamo trovato l’insediamento dei predoni … - spiega
in poche parole il bardo - … Xena ha già in mente un
piano e come prima cosa dobbiamo iniziare a catturare un po’
di marinai… -
- Beh, vedo che avete già cominciato! -
- Già… -
- Domani ne cattureremo degl’altri … - si introduce Xena,
mentre lega ad un albero i due marinai.
- Posso venire con voi? – chiede Fillide con entusiasmo.
- Si, credo che potrai esserci utile … -
Alle prime luci dell’alba, i due prigionieri vengono condotti
nella grotta in cui era stato trovato il tesoro e dopo avergli offerto
dei frutti per sfamarli, i tre guerrieri fanno ritorno all’insediamento
dei predoni pronti ad organizzare nuove imboscate.
Una volta individuato il primo marinaio da catturare, Fillide corre
nella sua direzione evitando di farsi scorgere da altri uomini e una
volta attirata la sua attenzione si fa inseguire correndo per diversi
metri il più velocemente possibile. L’uomo di mare recupera
terreno e una volta raggiunto il giovane, sguaina la spada pronto
ad aggredirlo, ma Xena spunta all’improvviso alle sue spalle
richiamando la sua attenzione picchiettandogli ripetutamente la schiena
con una mano. Il marinaio si volta di scatto ma non ha il tempo di
realizzare ciò che sta accadendo in quanto un pugno lo colpisce
con decisione in pieno volto facendogli perdere i sensi.
Nel frattempo Olimpia si tuffa in mare e si avvicina in immersione
alla barca di tre marinai ormeggiati a largo per pescare:
- Aiuto… aiutatemi vi prego! – grida il bardo fingendo
di annegare. - Salvatemi vi supplico… - continua con voce impaurita
animando vivacemente le braccia per farsi individuare.
Le sue grida richiamano l’attenzione degl’uomini di mare
che vedendo una bella donna naufragare, si avvicinano a lei remando
velocemente per darle soccorso. Appena la distanza lo permette, uno
dei predoni si sporge dall’imbarcazione allungando una mano
alla bionda poetessa aiutandola poi a salire a bordo:
- Che ti è successo bella fanciulla? – domanda l’uomo
sorridendole maliziosamente.
- Grazie mille bei marinai… non so cosa sarebbe accaduto senza
il vostro aiuto… - esclama Olimpia con sensualità dimostrandosi
molto malleabile e disponibile.
- Un momento… - interviene all’improvviso un altro predone
– Io ti ho già vista! -
Ormai riconosciuta, la bionda guerriera afferra senza esitazione un
remo scagliandolo sulla testa del suo interlocutore per poi farlo
roteare davanti a se e colpire rapidamente gli altri due uomini prima
che possano tentare di reagire.
In un secondo momento cala in acqua il remo improvvisato come arma
e compiendo vigorose bracciate fa ritorno a riva prima di essere scoperta.
- Bel lavoro Olimpia… - commenta la principessa guerriera andandole
incontro per aiutarla a far scendere dalla barca i tre prigionieri
che, una volta essere stati legati e imbavagliati, vengono nascosti
insieme all’uomo precedentemente aggredito da Xena e Fillide.
- Adesso che facciamo? – domanda il figlio di Corilo ancora
eccitato.
- Niente … aspettiamo. – sentenzia Xena sedendosi a terra.
- Come sarebbe aspettiamo? -
- Sono scomparsi dall’accampamento sei uomini da ieri notte…
questo avrà sicuramente insediato dubbi e sospetti tra l’equipaggio.
-
- E quindi? -
- Anacreonte è un uomo prevedibile… manderà a
breve una gruppo di uomini in spedizione… e come prima cosa,
credo proprio che li incaricherà di andare a riprendere il
suo forziere. Sarà molto sospettoso e penserà innanzitutto
a mettere in salvo le sue ricchezze e poi metterà i suoi scagnozzi
sulle tracce del nemico. -
- Allora dobbiamo tornare all’accampamento! Se entrano nella
grotta libereranno i due marinai che abbiamo catturato e si accorgeranno
del furto del tesoro! -
- Cerca di stare calmo… per andare alla grotta devono passare
per forza da questa parte… li bloccheremo prima che possano
arrivarci! -
Come previsto da Xena, la misteriosa scomparsa degl’uomini
da lei catturati inizia a creare sospetti all’interno della
ciurma di Anacreonte.
Un marinaio, dopo essersi consultato con i compagni, si avvicina al
braccio destro di Anacreonte per informarlo sui fatti, che dalla sera
precedente, stanno destando perplessità nell’accampamento:
- Creso, devo informarti che sei uomini sono spariti da ieri sera…
-
- Cosa? -
- Euterpe e Gerione hanno terminato il loro turno di guardia ieri
notte e sono andati a farsi una bevuta… nessuno li ha più
visti da allora. Credevo si fosse trattato di un caso, magari quei
due si sono buttati in mare ubriachi e sono annegati oppure sono stati
divorati dagli squali. Ma oggi sono scomparsi altri quattro marinai
e ho pensato che fosse il caso di avvisarti. -
- Hai fatto bene Menippeo… torna pure al tuo lavoro, di questa
faccenda ora me ne occupo io. Salperemo a breve e la nave è
ancora tutta da preparare… dì alla ciurma di affrettarsi.
-
- Si, Creso. – conclude congedandosi chinando lievemente il
capo mentre il suo interlocutore si incammina avvicinandosi alla tenda
del capo.
- Anacreonte, perdona il disturbo… - esclama con tono sottomesso
non appena entrato nella dimora del predone.
- C’è qualche problema? – domanda senza distogliere
lo sguardo dalla mappa che stava osservando con cura già da
qualche tempo.
- Si, sono appena stato informato che sei uomini sono misteriosamente
scomparsi da ieri notte in momenti diversi. -
- Non sai dirmi altro a riguardo? – continua autoritario il
capo rivolgendogli finalmente attenzione.
- No, non c’è alcuna traccia di loro… tra l’equipaggio
iniziano a seminarsi dubbi e sospetti e se posso permettermi, anch’io
sono un po’ perplesso… la situazione mi sembra molto strana,
ma non posso avanzare ipotesi perché nessuno ha visto niente.
-
- Uhm, si … in effetti è molto strano… dobbiamo
vederci più chiaro. Deve essere sicuramente opera di qualcuno.
-
- Ma Anacreonte, quest’isola è disabitata e poi tutti
i nostri nemici sono morti, chi potrebbe averci seguito fin qui per
darci problemi? -
- Non lo so, ma lo scopriremo presto. -
- Faccio preparare un gruppo di uomini per perlustrare la zona…
-
- No… abbiamo ancora venti uomini… dividili in due squadre:
una deve restare qui e continuare i preparativi per la prossima partenza,
l’altra mandala alla caverna a riprendere il forziere che abbiamo
nascosto, lo voglio qui al sicuro. Poi dai loro disposizioni affinché
facciano un sopraluogo accurato di tutta l’isola, se veramente
c’è qualcuno che si sta divertendo lo voglio qui in catene!
-
- Come desideri Anacreonte! -
Nel giro di poche
ore l’equipaggio viene diviso così come ordinato dal
capo dei predoni. Mentre l’impiego quotidiano all’accampamento
riprende per una parte dei marinai, gli altri vengono istruiti da
Creso e una volta armati, si mettono in marcia per raggiungere la
caverna.
Xena, che ha atteso pazientemente questo momento, osserva indisturbata
i movimenti dei nemici nascondendo la sua presenza dietro a dei grossi
barili. Senza esitazione corre in direzione del bosco per tornare
dai compagni e dare loro nuove istruzioni per far scattare la trappola
minuziosamente preparata.
- Stanno arrivando… - si introduce mentre cammina ancora nella
loro direzione a passo svelto. – Come immaginavo Anacreonte
ha messo un gruppo di predoni sulle nostre tracce. -
- Quanti sono? – domanda Olimpia sguainando i sais.
- Dieci uomini, non avremo particolari difficoltà. –
conclude scambiando un’occhiata d’intesa alla compagna.
– Fillide, avvicinati a quell’albero laggiù e resta
li. -
- E perché mai? Così mi vedranno subito! –
- Infatti è proprio quello che voglio… -
- Che cosa? Dovrei farti da esca? Xena, stai parlando con il più
grande guerriero della Grecia, non mi presto a simili giochi! -
- Beh, grande guerriero, se con la spada sei bravo quanto lo sei a
parole quando arriveranno saprai difenderti benissimo e a me ed Olimpia
resterà poco da fare. -
- Questo è parlare! – conclude entusiasta per poi correre
nella direzione indicatagli mentre le due guerriere impugnando le
loro armi, si nascondono preparando l’imboscata.
L’attesa dei tre guerrieri si prolunga solo per pochi minuti:
il gruppo di predoni mandati da Anacreonte si avvicina verso di loro
camminando a passo svelto ignari della trappola in cui stanno per
cadere. All’improvviso il capo squadra nota il giovane Fillide
che si pone di fronte a loro brandendo orgoglioso la sua spada:
- Dunque è vero… c’è qualcuno su quest’isola,
chi sei? -
- Veramente vuoi sapere chi sono? Ne sei sicuro? Ebbene sappi che
chi conosce il mio nome non può fare a meno di tremare temendo
per la sua vita! -
- Con l’aria da idiota che hai, al limite posso morire dalle
risate! – controbatte facendo cenno a due uomini alle sue spalle
di attaccare l’avversario.
Stringendo l’elsa con maggiore forza, Fillide porta la spada
davanti a sé preparandosi a respingere l’attacco dei
due guerrieri che si avvicinano in corsa. Deglutendo attende che lo
scontro abbia inizio e non appena il primo colpo viene librato, alza
istintivamente le braccia respingendolo ad occhi chiusi: l’impatto
tra le due lame è molto violento e può sentire la vibrazione
propagarsi lungo la mano e il polso. Una nuova aggressione da parte
del secondo marinaio lo impegna e nel tentativo di schivarlo, si sbilancia
in avanti permettendo al suo avversario di disarmarlo con un calcio
circolare diretto al suo braccio.
- Non è leale due contro uno! – esclama guardando incredulo
il palmo della sua mano mentre sul volto dei suoi avversari si dipinge
un ghigno di sfida.
Uno dei due leva il braccio in aria pronto a vibrare il colpo decisivo
ai danni di Fillide che vedendo avvicinarsi la fine, si copre gli
occhi impaurito. All’improvviso un sibilo taglia l’aria
e con una velocità fulminea, il chakram si scontra con la spada
del marinaio spezzando in tronco la lama in due parti concludendo
la sua corsa trafiggendo il tronco di un albero. L’inaspettato
evento ridesta l’attenzione di tutto il gruppo di predoni che
alzando la guardia, osservano i dintorni in cerca di colei che ha
scagliato l’arma. L’immobilità dei secondi successivi
fa sprofondare la foresta nel silenzio mentre l’aria si appesantisce
di tutta la tensione che sembra farsi tangibile. Ad un tratto Olimpia
si mostra agl’avversari correndo agilmente lungo i rami di un
albero e compiendo un salto mortale in avanti, atterra a pochi passi
dal gruppo, aggredendo senza esitazione un marinaio che viene impegnato
dai ripetuti colpi di sais. Dopo averlo percosso al viso con una gomitata,
il bardo fa cadere a terra il suo avversario falciandogli le gambe
con un poderoso calcio circolare che le permette infine di terminare
l’azione impartendogli un composto colpo alla nuca con l’elsa
del pugnale. Dopo un istante altri tre uomini le si pongono davanti
con aria minacciosa, tagliandole ogni via di fuga. Olimpia alza la
guardia pronta a difendersi dall’aggressione quando Xena calando
dall’albero in cui era nascosta aggrappata ad una liana, interviene
con decisione stendendo due marinai con le gambe, mentre la bionda
poetessa approfitta dell’attimo propizio per atterrare con un
fendente deciso l’ultimo avversario che le si pone di fronte.
La principessa guerriera cade a terra con sicurezza a un passo dalla
compagna e dopo aver scambiato con lei una rapida occhiata, sguaina
la spada e corre in contro al nemico, mentre Fillide alimentato di
nuova speranza grazie all’intervento delle amiche, raccoglie
la sua arma e si avvicina al gruppo per dare il suo contributo. Senza
esitare la guerriera dai capelli corvini assesta una gomitata al torace
di un predone per poi sfidarne un altro infliggendogli un violento
fendente di spada miracolosamente respinto. Il vano tentativo di difesa
viene prontamente controbattuto da un calcio assestato al fianco del
marinaio che però non demorde e disarma l’avversaria
colpendole il polso con una ginocchiata. Xena sbilancia il peso del
corpo in avanti e porgendo le mani a terra, compie un repentino colpo
di reni e colpisce l’uomo alla testa portando le gambe in avanti.
Roteando su se stessa ritorna sulla posizione eretta e una volta afferrato
per la maglia il marinaio caduto, lo solleva di peso per scaraventare
il suo corpo contro due dei suoi compagni che una volta a terra non
trovano la forza di rialzarsi.
Olimpia fronteggia l’ennesimo predone che la impegna a ribattere
i ripetuti fendenti che la minacciano da più fronti; Fillide
si fa avanti in suo aiuto e mettendo nella corsa tutta l’energia
di cui dispone, travolge il marinaio colpendolo alla schiena con una
testata.
Il capo squadra osserva con sgomento lo svolgersi dello scontro e
ormai rimasto solo indietreggia impaurito mentre le due guerriere
si avvicinano minacciose. Trovando nella fuga la sua sola speranza
di salvezza, l’uomo inizia a correre ma Xena senza scomporsi
lo lascia allontanare e una volta ripreso il chakram lo libra in volo
lasciando che la lama colpisca il robusto ramo di albero. Il legno,
staccatosi dal tronco, cade pesantemente finendo col travolgere il
predone arrestando bruscamente la sua fuga.
- Bel colpo! – esclama Fillide osservando la scena. –
Sei grande Xena! -
- Devo dire che anche tu non te la sei cavata male…- si introduce
il bardo apprezzando il coraggio del figlio di Corilo.
- Forza, leghiamo questi uomini… - istruisce la principessa
guerriera - … Ormai non abbiamo scelta, dobbiamo sfidare Anacreonte
direttamente nel suo covo. Si accorgeranno presto che qualcuno ha
aggredito la squadra di ricognizione … sarebbero dovuti tornare
con il tesoro. -
- Hai ragione, ma sarà meglio affrontarli subito… se
dovesse calare la sera risulterebbe uno svantaggio per noi. –
considera il bardo approvando la proposta della compagna.
- Si, sono d’accordo… muoviamoci! -
di
Darkamy
stampa
il racconto
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