episodio n. 9
stampa

2
3
4
5
6

Capitolo Secondo/Atto Secondo
Intanto, Kharisma, attenta a non essere vista, uscì di soppiatto dal monastero.
Cavalcò veloce, nella fredda notte.
Non aveva neanche diciott’anni e da molto piccola era stata abbandonata dai genitori che avevano paura di lei poichè era nata con dei poteri particolari. Era in grado di condizionare gli eventi… Ma i suoi genitori, semplici contadini, avevano a priori considerato il suo dono una maledizione, e così, l’avevano abbandonata alle porte del Monastero. Il Maestro Grahaam l’aveva cresciuta ed accudita con l’amore di un padre. Aveva coltivato anche il suo spirito e i suoi poteri che, però, la giovane non aveva mai usato per mancanza di interesse.
Entro breve, la giovane arrivò nei pressi di un accampamento. Sicura, scese da cavallo e si diresse verso la tenda più grande, posta al centro.
<<Voglio parlare con Lord Larek.>> Disse alle guardie.
Una di queste entrò nella tenda. <<Lord Larek… c’è…>>
<<Fatela entrare.>> La guardia non aveva fatto in tempo a concludere la frase, che l’uomo aveva già capito.
La sua postura era ancora da meditazione: le gambe incrociate, le braccia posate rilassate su esse, l’indice ed il pollice congiunti ad “O”, gli occhi chiusi.
Kharisma entrò e s’inginocchio a qualche passo di distanza dall’uomo.
Questo, finalmente, si mosse: si alzò, infilò una casacca e bevve del vino. Quindi s’inginocchiò di fronte alla ragazza.
Kharisma alzò lo sguardo ed incontro quello dell'uomo. Aveva gli occhi cristallini come il ghiaccio. Cosa piuttosto strana per un Tibetano.
Kharisma non riusciva a staccare lo sguardo, era incantata da quell’uomo che con il solo potere dello sguardo la sottometteva completamente al suo volere, alla sua persona.
<<Parla.>> Disse Larek, esortando la ragazza.
E Kharisma parlò. Rivelò tutto sull’arrivo di Xena, sul discorso fatto dal Maestro, sul piano.
E continuò a parlare per molto ma Larek già non ascoltava. La notizia dell’arrivo della famigerata Principessa Guerriera, disposta a dare tutto per fermarlo, l’aveva entusiasmato.
Egli non conosceva confine, nè traguardo. Era la classica persona che non si sarebbe mai accontentata nella vita.
Aveva consacrato la sua intera esistenza al male, il suo cuore era andato perso o, forse, non aveva mai svolto altro che funzione biologica, in lui.
La fama di Xena era giunta anche fino alle orecchie di Larek… Sapeva ciò di cui era capace. Doveva ammettere a sè stesso che, probabilmente, avrebbe potuto fermare anche lui. Oh, no, non doveva permetterlo. Il suo piano si stava per compiere, il potere supremo stava per essere suo, era troppo vicino alla meta per rischiare. Xena andava fermata, distratta.
La mente di Larek lavorava veloce ed in men che non si dica, escogitò un piano…

La porta fu aperta di colpo. Xena scattò immediatamente in posizione seduta.
<<Xena, presto, il villaggio viene distrutto!>> Esclamò Kharisma, allarmata.
<<Cosa?!>> Chiese Olimpia svegliatasi anch’ella.
<<E’ Larek… stanno compiendo un massacro!>>
Xena si stava già vestendo. Stessa cosa Olimpia.
Corsero veloci come il vento e Kharisma le seguì.
<<Kharisma vattene! Torna al Monastero!>> Esclamò Olimpia.
Ma la ragazza sembrava non sentirla ed anche se in difficoltà, tenne la velocità della corsa delle due guerriere.
Le tre non riuscivano a scorgere ancora il vilaggio ma sentivano i suoni della battaglia: tutto era strepitante. Urla, grida e… un intenso odore. Odore di fumo.
<<Xena…>> Sussurrò Olimpia, avendolo avvertito.
Xena annuì, sapendo che anche l’amazzone aveva captato il fastidioso odore:il villaggio stava bruciando.
Alla mente del bardo corsero subito le immagini di quell’ultima battaglia con Xena, prima della disgrazia, ad Higuchi. Una sensazione di sconforto la invase. Chiuse un attimo gli occhi. Ormai era una guerriera e non doveva lasciarsi sopraffare dalle emozioni.
Volse un’occhiata verso Xena: il portamento fiero, il volto sicuro, determinato, pronto alla battaglia.
Le due guerriere incrociarono lo sguardo per un istante, infondendosi reciproco coraggio.
Spronarono i loro cavalli e s’addentrarono nel cuore della battaglia.
Ciò che si presentò davanti a loro, era terrificante. Gran parte di coloro che stavano ancora in piedi, erano guerrieri. E tutti erano impegnati in quel gran massacro collettivo. Un fuoco divampava velocemente, trasportato dal vento. Bruciava case, botteghe…
Degli uomini correvano come forsennati, cercando di spegnere le fiamme che li avvolgevano. Urlo disperate riecheggiavano nell’aria intrisa di morte.
Subito dopo, una piccola testa, quella di un bambino volò praticamente davanti a Xena ed Olimpia.
La madre non ebbe neanche tempo di piangere il proprio figlio che fu spedita anch’essa nell’aldilà.
Xena scattò giù da cavallo e si fiondò contro altri due guerrieri che stavano per decapitare tre giovani messi in fila.
Un guerriero le parò la strada, la Principessa Guerriera lanciò il proprio grido di battaglia e lo eliminò all’istante.
Fece appena in tempo a salvare i tre fanciulli.
La sua mente era pervasa dai ricordi in cui lei, era dall’altra parte della battaglia.
Nonostante tutto quello che le era successo ultimamente, ancora non era riuscita a perdonarsi. Ogni qualvolta vedeva una tale scena, il suo rimorso tornava a galla, vivo e doloroso.
Ma Xena non lo dava a vedere, anzi, cercava di reprimerlo. L’unica cosa che voleva e doveva fare, era combattere per salvare quegli inermi.
Anche nella sua mente tornarono le immagini della battaglia ad Higuchi, ma neanche questo poteva fermarla.
Cercò subito di individuare una cisterna per l’acqua. In quell’istante, stessa cosa fece Olimpia. Entrambe trovarono ciò che cercavano ma senza bisogno di usarla perchè cominciò a nevicare, dapprima qualche fiocco, poi fu come se qualche divinità lanciasse dall’alto centinaia di sacchi contenenti candida neve.
Olimpia guardò verso l’alto ed un grande fiocco le cadde sul naso. Poi dei passi, in corsa, veloci, dietro di lei. Si girò di scatto: era un guerriero diverso dagli altri con un'armatura più possente.
L’amazzone aveva raccolto da terra una spada e la teneva salda in mano.
L’uomo l’attaccò senza farsi attendere oltre. Un sordo colpo che Olimpia parò. Poi fu la volta della donna di attaccare finchè i colpi si susseguirono veloci e un fendente in pieno stomaco costrinse l'uomo a cadere in avanti.
<<E questo era Larek?!>> Chiese Olimpia, stupita d’aver sconfitto il così temuto e rinomato Lord Larek.
<<No – Esclamò una voce possente – Io sono Larek>>
Tutto si fermò all’istante. I guerrieri smisero il loro massacro, i cittadini rimanenti vivi, per quanto possibile, si zittirono.
Xena estrasse la propria spada da un cadavere appena colpito e si mise in posizione di difesa. Olimpia fece lo stesso.
Kharisma era rimasta sul suo cavallo per tutto il tempo della battaglia, sorvegliata da Xena ma non c’era stato bisogno di difenderla. Nessuno l’aveva attaccata. E Xena l’aveva notato.
<<Così mi vuoi sfidare, Principessa Guerriera?>> Chiese l’uomo.
<<Sì.>> Rispose Xena, cercando di continuare ad apparire sicura.
Larek scese da cavallo. Si muoveva lentamente, con compostezza. Sembrava tranquillo, pacato. Più un monaco che un guerriero.
Olimpia sentì un brivido di freddo attraversarle la schiena. Quell’uomo le incuteva un certo timore. Aveva qualcosa di spaventoso, spettrale. Traspirava una freddezza totale, assoluta mancanza di sentimento.
Larek e Xena mossero dei passi l’uno verso l’altro. E la battaglia tra loro, iniziò.
Lord Larek era veloce come il vento nel muoversi e potente come un uragano nel colpire.
Ogni qualvolta Xena parava un suo colpo, sentiva la sua forza addosso. Ma nessuno poteva fermare la Principessa Guerriera. Così la guerriera cercò maggiore concentrazione accrescendo la potenza del proprio spirito, motivato ad arrestare l’ascesa di quell’essere infame.
Nella colluttazione l’uomo, riuscì a colpire la guerriera alla gamba ma nel momento in cui credeva di aver ottenuto un vantaggio, Xena lo disarmò noncurante del dolore.
Ciò stupì Larek profondamente… nessuno era riuscito a disarmarlo negli ultimi anni e la cosa aumentò la sua aggressività nel combattimento a mani nude. I suoi colpi erano diretti, precisi, perfetti. Xena dovette incassarne parecchi. L’uomo parò un pugno della guerriera e le ossa della mano della donna scricchiolarono tutte. Larek la costrinse in ginocchio e in quella posizione la donna riuscì a colpirlo alle gambe, facendolo cadere a sua volta.
La Principessa Guerriera sfruttando un momento di disattenzione del nemico, eseguì il pinch sull’uomo e, per un attimo, sembrò avere la vittoria in pugno. Dovette ricredersi però quando questo riuscì a sbloccarsi da solo il colpo paralizzante.
Xena non poteva crederci: nessuno oltre lei c’era mai riuscito, prima.
Lo stupore si leggeva negli occhi della Principessa Guerriera e Larek rise, schernendola. Di scatto Larek si rialzò ed afferrata la spada da terra colpì ripetutamente Xena che a fatica riuscì a rialzarsi. Un colpo di spada del nemico proprio sulla mano rotta, fu il più potente dei fendenti dati fino a quel momento. Xena sentì il dolore arrivarle fino al cervello. Larek attaccò di nuovo e Xena finì a terra.
L’uomo puntò l'arma e s’apprestò a colpirla, al fine di decapitarla.
Come in un film al rallentatore, la spada scese ma prima che potesse arrivare al collo di Xena, fu fermata da un'altra spada: quella di Olimpia.
Larek, stupito dell’audacia della bionda, la guardò, gelido negli occhi. Nonostante quelle iridi color ghiaccio incutessero un certo timore all’amazzone, questa sostenne lo sguardo dell’uomo, quasi sfidandolo.
Larek colpì ancora Xena, che si stava per rialzare ed Olimpia lo attaccò all’istante.
Sorprendendo Larek, il bardo riuscì ad evitare qualche attacco dell’uomo, finchè Xena non si rialzò e lo attaccò anch’ella.
Per la prima volta, in quell’istannte, l’uomo si sentí davvero in difficoltà.
<<Kharisma!>> Urlò il perfido condottiero.
La ragazza, che già era scesa da cavallo e s’era avvicinata al fulcro della sfida, cominciò a radiare luce.
Incrociò le braccia sul petto, coi palmi aperti che sfioravano le spalle. I suoi capelli vennero mossi dal vento ed il suo corpo s’alzò di qualche centimetro da terra. Sotto lei, la candida neve aveva già formato una specie di tappeto, sporcato dal rosso sangue delle vittime di quella battaglia.
A Xena ed Olimpia fu subito tutto chiaro: Kharisma era una traditrice ed era stata lei ad avvertire Larek di tutto.
<<Per il potere del Fato, degli Elementi e della Morte, chiamo a me il potere, per far sì che queste anime gemelle, prendano l’una il posto dell’altra>>
Recitò la ragazza.
Non appena ebbe finito, Xena ed Olimpia sentirono qualcosa di strano e si guardarono immediatamente. Non poterono credere a quel che era successo: Xena vedeva il proprio corpo dall’esterno e lo stesso Olimpia. Si sentirono entrambe smarrite per un istante.
<<Xena…>> Sussurrò l’amazzone.
Capirono entrambe l’accaduto: l’anima di Xena era stata messa nel corpo di Olimpia e quella del bardo nel corpo della principessa guerriera.
Non fecero in tempo a fare o pensare null’altro che Larek attaccò la guerriera bionda in cui ora si celava lo spirito di Xena. La Principessa Guerriera scaraventò l’uomo a terra ma questo, lanciò un pugnale che teneva nascosto nella veste e colpì Olimpia nello stomaco.
<<Olimpia!!>> Urlò Xena, disperata!
Larek rise vittorioso. <<Ritiriamoci!>> Urlò.
Tutti gli uomini cominciarono ad andarsene e Larek per primo, seguito da Kharisma.
Xena abbracciò quello che sarebbe dovuto essere il suo corpo ma dentro al quale stanziava la sua amica.
<<Olimpia…>> Sussurrò con voce preoccupata e colma d’affetto, accarezzandole i capelli.
<<Xena, mi dispiace…>>
<<Ssh – la zittì. – tu non hai colpa. Andrà tutto bene, ti porto al Monastero.>>
Con qualche difficoltà, dato il cambio di stazza, la Principessa Guerriera issò a cavallo l’amazzone e reggendola saldamente, cavalcò più veloce che poteva fino a destinazione.

di Lisa

Stampa il racconto

2
3
4
5
6

 



www.xandrella.com