episodio n. 1
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Lungo un cunicolo sotterraneo che conduce a una delle tante caverne in cui i dimorano i demoni Oni c’è una grossa cella in cui Reiko, Olimpia e otto uomini dell’equipaggio della nave sono stati rinchiusi dopo la fuga degl’esseri infernali dalla battaglia. Nella prigione aleggia un puzzo nauseabondo, dovuto alla presenza di alcuni corpi in avanzato stato di decomposizione; probabilmente si trattava dei prigionieri precedenti, uccisi senza pietà dai demoni bramosi di divorarne le anime. E’ inutile dire che tra i prigionieri, ad eccezione di Reiko e Olimpia ancora priva di sensi, regna la paura e la disperazione della propria sorte.
Provate ad immaginare cosa si possa provare quando demoni affamati e senza pietà vi girano intorno guardandovi come un delizioso bocconcino mentre in un angolino della vostra prigione c’è un realistico esempio di ciò che potresti diventare tra poco …
Reiko si avvicina ad Olimpia e prova a svegliarla dandole dei colpetti sul viso:
- Svegliati coraggio … -
La donna apre lentamente gli occhi, poi ricordandosi gli ultimi istanti prima di perdere i sensi, sobbalza improvvisamente, mettendosi a sedere respirando affannosamente:
- Sta calma, non ci sono demoni … per ora … - dice Reiko tendendole la mano per aiutarla a rialzarsi.
- Dove siamo? -
- Nel covo degl’Oni. Siamo all’interno di un vulcano, ci hanno fatto prigionieri quando Bishamon ha inviato dei rinforzi e i demoni se la sono levata a gambe. –
La bionda guerriera avverte un fastidio sul lato sinistro della testa e quando porta una mano per controllare a cosa sia dovuto scopre un bel bernoccolo:
- Ora ricordo … mi hanno colpito e sono svenuta e questo ne è la prova … ahi!! -
dice indicando la protuberanza al muscoloso cacciatore di mostri.
- Infatti, ma adesso abbiamo un altro problema. Siamo di nuovo disarmati e non appena a qualcuno di loro verrà fame ci mangeranno … o meglio, prima ci uccideranno e poi divoreranno le nostre anime. Dobbiamo farci venire un idea. – spiega Reiko parlando a bassa voce per non spaventare ulteriormente gli altri prigionieri.
Olimpia istintivamente controlla se ha ancora con se il chakram sul fianco, ma non lo trova:
- Hanno preso il chakram! -
- Ecco, a proposito di quell’arma della tua amica … vuoi spiegarmi perché gli Oni la stavano cercando? Quando si sono accorti che l’avevi tu hanno lasciato perdere tutti gli altri e ti sono piombati addosso … -
Reiko attende una spiegazione che il bardo purtroppo non sa fornirgli:
- … Non capisco … non ne ho idea, ma vorrei tanto saperlo anche io. –
La donna si avvicina alle sbarre chiuse con un grosso lucchetto per guardarsi intorno: il cunicolo è stretto a tal punto da permettere ad una sola persona alla volta di camminarci ed è completamente buio; solo una torcia posta di fronte alla cella sul muro permette di fare un po’ di luce:
- Ogni tanto passa una sentinella per controllarci … – informa il cacciatore di mostri.
- Siamo messi male … non tanto per il lucchetto perché quello potrei provare a forzarlo con la punta dei miei sais, quanto per queste gallerie così strette. Se proviamo a scappare incontreremo di sicuro dei demoni prima o poi e non potremo nasconderci da nessuna parte. – osserva con acume il bardo.
- Abbiamo solo la punta di una spada degli armati di Bishamon per difenderci. Quando mi hanno catturato la mia spada è stata spezzata e sono riuscito a nasconderne un pezzo nella confusione. – rivela l’uomo mostrando l’oggetto ad Olimpia.
- E’ sempre meglio di niente. Adesso aspettiamo che passi la sentinella … poi proverò ad aprire il lucchetto. Quando ci sarò riuscita aspetteremo che la guardia torni e la ucciderai con la punta della spada prima di andarcene. -
- Ottimo piano! Peccato che non abbiamo ancora risolto il problema degl’altri demoni in giro per i cunicoli! – sbotta Reiko giudicando troppo superficiale il piano della donna.
- Non preoccuparti, ci penseremo a tempo debito … adesso siediti e fa finta di niente.- taglia corto la bionda guerriera cercando di controllare il nervosismo.
Dopo circa dieci minuti la sentinella fa il suo arrivo impugnando una spada; i prigionieri restano immobili e in silenzio mentre il demone si avvicina alle sbarre per guardarli uno per uno. Poi fa dietro front e torna nelle stessa direzione da cui era arrivato. Olimpia rimane seduta finché riesce ad udire i passi della guardia per poi prendere uno dei suoi pugnali dallo stivale e, cercando di fare meno rumore possibile, si avvicina al lucchetto; con la punta del siais cerca di forzare la serratura per diversi minuti finché un sonoro click l’avverte che è riuscita ad aprila:
- Ci siamo. -
Reiko e gli altri tirano un sospiro di sollievo, anche se il peggio deve ancora a venire:
- Adesso che ho tolto il lucchetto la sentinella se ne accorgerà. Reiko avvicinati alle sbarre con me e sta pronto a colpirla, ma ricordati che se ne avremo modo dovremo farci indicare la strada giusta da seguire prima di ucciderlo. – spiega Olimpia facendo ripiombare nell’angoscia i suoi compagni di sventura.
I due guerrieri si posizionano all’ingresso della cella con le spalle contro il muro laterale; Reiko finge di avere le mani appoggiate alle sbarre per prepararsi ad aprire la porta all’arrivo della sentinella mentre trascorrono interminabili minuti in assoluto silenzio. Quando in lontananza si odono dei passi, Olimpia lancia al compagno uno sguardo d’intesa; la guardia arriva dinanzi alla cella come previsto senza proferire parola ai prigionieri: li osserva velocemente, forse per contarli poi, controlla il lucchetto e rimane sorpreso di vederlo aperto.
- Ma cosa … -
Il demone Oni non ha il tempo di aprire la porta della prigione poiché Reiko la spinge contro di lui con forza colpendolo in pieno volto. La sentinella prova ad urlare ma Olimpia gli immobilizza le mani dietro la schiena e con un calcio dietro le ginocchia lo costringe a piegarsi in avanti mentre il cacciatore di mostri gli punta ciò che resta della sua spada alla gola:
- Ti consiglio caldamente di non urlare. – intima il bardo avvicinandosi all’orecchio dell’Oni che si dimena per liberarsi.
- Dicci da che parte è l’uscita e ti risparmieremo la vita … - dice Reiko premendo la punta della katana contro la sua gola ed ottenendo in risposta un urlo agghiacciante.
- Uccidilo presto! – comanda Olimpia al cacciatore di mostri che esegue rapidamente l’ordine colpendolo al ventre.
- Presto dobbiamo andarcene di qui! Arriveranno a controllare tra poco! – dice Olimpia invitando gli otto uomini ad uscire dalla cella.
- Che direzione prendiamo? – chiede uno degl’uomini di mare staccando la torcia dal muro.
- Rimanete un attimo in assoluto silenzio per favore … - la bionda guerriera, seguendo gli insegnamenti di Xena, chiude gli occhi e si concentra solo sui suoni, specie su quelli lontani e deboli per cercare di capire da quale direzione stiano arrivando i demoni. Inizialmente non ode nulla poi, riesce a concentrarsi nel modo giusto, tanto da riuscire a sentire le gocce di condensa sulle rocce che una alla volta si infrangono al suolo, il rumore della lava che scorre continuamente e i passi dei demoni provenienti da destra verso la sua direzione.
- Allora Olimpia … da che parte andiamo? – chiede Reiko a bassa voce, interrompendo la sua concentrazione.
- A sinistra … tre sentinelle stanno arrivando dall’altra parte: hanno il passo svelto, credo che abbiano sentito l’urlo del loro compagno. - risponde la donna aprendo gli occhi e incamminandosi per prima.
- Fantastico! … Devi insegnarmi come si fa, potrebbe tornarmi utile. – dice il cacciatore d’anime seguendola. – Dato che sei tu la prima della fila prendi tu la punta della spada. -
- No, se non dovessi accorgermi del pericolo, mi ferirebbero di sicuro e voi morireste con me. Se la tieni tu avrai il tempo di realizzare ciò che succede e difenderti. Adesso fate silenzio e muoviamoci. -
La donna si mette all’ascolto di ogni possibile rumore avanzando a passo svelto con in mano la torcia accesa.
Il cubicolo diventa sempre più stretto e basso, tant’è che per camminare la compagnia deve spesso abbassare la testa o camminare di lato. Olimpia inizia a dubitare che la direzione presa possa portare all’uscita e teme di trovarsi demoni di fronte da un momento all’altro. A questo si aggiunge l’afa crescente e l’aria sempre più rarefatta capace di stordire facilmente chi è già provato dalla stanchezza e dalla paura. Improvvisamente la galleria si allarga come a formare una piccola stanza, dove sono conservate un gran numero di spade ed altre armi: dei demoni nessuna traccia.
- Presto cerchiamo le spade di Bishamon. Probabilmente le hanno portate qui se non le hanno gettate. – dice Olimpia illuminando le pareti rocciose piene di buchi in cui sono infilate decine di katane.
Reiko e gli altri osservano rapidamente le else senza riuscire a trovare nessuna spada in grado di uccidere i demoni. Ad un tratto uno degl’uomini di mare calpesta qualcosa di metallico attirando l’attenzione del bardo che, chinatasi fino al pavimento, scopre un sacchetto che Reiko raccoglie per scoprirne il contenuto. All’interno i due trovano due spade di Bishamon:
- Almeno adesso possiamo difenderci … - dice il guerriero porgendo una spada alla compagna.
- Dobbiamo continuare a camminare, gli Oni si saranno già accorti della nostra fuga e ci staranno dando la caccia - dice Olimpia mentre uno dei suoi compagni trova una torcia spenta sul muro.
- C’è anche questa … -
- Bene la terrà chi è a metà fila. -
Dopo averla accesa i dieci sventurati riprendono la fuga, ma di li a poco si trovano di fronte ad un bivio: la galleria si divide in due cunicoli di uguali dimensioni e questa volta il bardo non ha molto tempo per scegliere la giusta direzione in quanto sente i demoni alle loro spalle troppo vicini:
- Stanno arrivando … Reiko scegli …vuoi essere il primo o l’ultimo della fila? -
- … L’ultimo … mi va di fare quattro salti con quei mostri e poi, sei tu che sai dove portarci. -
- Lo spero … - risponde la donna avvicinandosi alla galleria di sinistra per far luce.
Il condotto appare molto in discesa ma Olimpia non sente arrivare nessuno. Al contrario, nell’altra direzione la strada si presenta in salita ma percepisce la marcia di un gran numero di uomini.
- Dobbiamo scendere da questa parte. – indica il bardo iniziando a percorrere il cunicolo di sinistra - Che state aspettando? Muovetevi! – continua in un secondo momento accorgendosi di non essere seguita dai compagni.
- Non stiamo facendo altro che scendere … l’altra strada è in salita e noi dobbiamo tornare in superficie! – risponde uno degl’uomini parlando per tutti.
- Non posso obbligarvi a seguirmi e non ho tempo di discutere. Siete liberi di fare come meglio credete, anche se, vi avverto che se seguirete l’altra direzione andrete in contro a morte sicura perché troverete almeno venti Oni che stanno venendo verso di noi. Ditemi in fretta che cosa volete fare perché avete diritto ad una spada. – dice Olimpia corretta come sempre.
Gli uomini si guardano in giro spaesati cercando di fare la scelta giusta:
- Allora? – chiede ancora il bardo consapevole di perdere secondi preziosi.
- … Veniamo con voi … - concludono gli uomini seguendo subito la donna ormai costretta a correre giù per la galleria che si fa sempre più larga tanto da permettere ai fuggitivi di formare file di quattro persone durante il tragitto.
Ormai, tutti possono udire chiaramente i passi degl’inseguitori alle loro spalle e mentre la tensione si fa sempre più forte, la galleria si interrompe ponendo i dieci compagni di fronte ad un sentiero roccioso costeggiato da un fiume di lava incandescente che scorre nella loro stessa direzione di marcia:
- Se questa lava porta all’aria aperta siamo sulla strada giusta! – grida Olimpia per rincuorare i compagni.
- Finalmente una buona notizia! – risponde Reiko dall’ultima posizione con i demoni a pochi metri di distanza. – Questi maledetti corrono veloci, dovete accelerare! -
Il pericolo imminente permette alla compagnia già stremata di trovare l’ulteriore forza di aumentare il passo, per avere salva la vita. La corsa continua per una decina di interminabili minuti, finché Olimpia scorge la luce della luna filtrare da una fessura al termine della galleria. L’uscita non si presenta agevole: una serie di rocce appuntite e dalla forma irregolare si ergono dinanzi a loro ponendo un nuovo ostacolo sul loro cammino per raggiungere la libertà. Mentre osserva i dintorni la poetessa inizia a rallentare per far avanzare i prigionieri disarmati:
- Arrampicatevi presto … io e Reiko vi copriremo le spalle! – la bionda guerriera si ferma e girandosi trattiene il compagno. – Dobbiamo batterci se vogliamo dare agl’altri il tempo di uscire da qui! -
- D’accordo! -
I due guerrieri si posizionano per prepararsi al combattimento mentre i demoni si pongono di fronte a loro, pronti ad aggredirli; pochi istanti e lo scontro tra le due forze rivali ha inizio: una ventina di Oni si scaglia contro Reiko ed Olimpia che, spada alla mano, si impegnano a contrastare gli attacchi avversari mettendo a frutto la loro abilità combattiva che li porta rapidamente ad avere un netto vantaggio sui nemici. Nei minuti seguenti un altro gruppo di Oni sopraggiunge a dare aiuto ai compagni rendendo sempre più arduo il tentativo dei due guerrieri di difendersi:
- Dobbiamo uscire Olimpia! Comincia ad arretrare, ti copro le spalle! – dice Reiko consapevole di non poter resistere ancora a lungo.
Mentre i due continuano a battersi nelle schiere nemiche si apre un varco, come se qualcuno o qualcosa stesse passando tra i demoni esigendo spazio per raggiungere i fuggitivi. Gli Oni smettono di attaccare i due guerrieri e lasciano passare il loro capo: Xena.
Olimpia viene colta di sorpresa nel vedere un demone che somigli incredibilmente alla principessa guerriera e stenta a credere ai suoi occhi. Reiko continua ad attaccare gli Oni e preso dalla foga della battaglia, scaglia un affondo di spada verso la diavolessa, ma il bardo si frappone tra i due, bloccando la spada dell’amico a due mani davanti al suo volto:
- Sei impazzita? Dai le spalle a questi mostri?! Spostati! -
Il cacciatore di mostri tenta di spingerla via ma la donna oppone resistenza:
- No! Non farlo … va via Reiko … vattene adesso! -
Olimpia è sconvolta e tutto ciò che vuole adesso è sapere cosa è successo alla sua Xena e non avendo tempo di dare spiegazioni al cacciatore di mostri, decide di congedarlo anche a costo di rimanere bloccata nel covo dei demoni per sempre:
- Ti ho detto di andartene! … Fa come ti ho detto! – esclama il bardo spingendo Reiko verso l’uscita con violenza per convincerlo ad andarsene.
- … Buona fortuna … - dice il guerriero nipponico mentre arretra lentamente guardando la donna negl’occhi per poi voltarle le spalle e correre ad arrampicarsi verso l’uscita incredulo per la decisione di Olimpia di voler restare.
Xena intanto osserva il bardo rapita dalla sua figura; nonostante il male le abbia avvelenato l’anima, ha la sensazione di aver già visto la donna che ha di fronte: riesce a ricordare il suo viso e in special modo il suo dolce sorriso mentre la chiama per nome … ma l’intervento di due demoni per cercare di immobilizzare Reiko interrompono i suoi ricordi.
Olimpia riprende a combattere per dare all’uomo il tempo di mettersi in salvo fuori dalla caverna:
- Basta così! Vi ordino di ritirarvi! – urla Xena con voce stridula agl’Oni che restano sorpresi dal controproducente ordine ed esitano a ritornare indietro.
- Ma capo, così i prigionieri scapperanno … - dice uno dei demoni alla principessa guerriera mentre il bardo interrompe il combattimento vedendo le due guardie indietreggiare e fermarsi dinanzi alla diavolessa.
- Vi ho detto di fermarvi! Non ne avete avuto abbastanza per stanotte di anime? … Di loro mi occupo io. Se osate di nuovo discutere i miei ordini la pagherete cara! Tu … - dice rivolgendosi al demone che le aveveva contestato il comando - … Aspettami nella sala del trono … -
- … Si, come desideri Xena … - risponde il demone a testa bassa intuendo che di li a poco, la diavolessa lo avrebbe eliminato per vendicare l’affronto subito.
- Xena? – ripete la bionda guerriera mentre i demoni si allontanano. – Allora è vero … sei proprio tu! Numi del cielo … cosa ti è successo? Sei un demone! -
Il bardo è incredula è combattuta tra un misto di felicità per averla rivista e il dolore per il suo malefico aspetto; vorrebbe abbracciarla ma ha il timore di essere respinta o addirittura uccisa dalla donna che ama.
- Tu sei la guerriera che mi ha rubato il chakram… – risponde la diavolessa con tono sprezzante credendo di avere di fronte un nemico.
- Non mi riconosci vero? – domanda Olimpia muovendo un passo verso di lei ancora con la spada in mano - … Chi ti ha fatto questo? –
Il volto del bardo si riga di lacrime mentre Xena osserva titubante le sue reazioni:
- Non ti avvicinare! Dimmi chi sei … -
Olimpia si china lentamente a terra per posare la spada senza mai staccare lo sguardo dagl’occhi neri del demone:
- Sono la donna con cui hai vissuto per anni … la donna che ami… non ricordi niente di noi?… Sono Olimpia. -
La bionda guerriera muove un altro passo ma Xena alza un braccio impedendole di continuare mostrandole gli artigli:
- Ti ho detto di non muoverti … - la diavolessa non riesce a ricordare niente se non il volto della donna che ha di fronte e questo non le è sufficiente per fidarsi di lei specie dopo quello che Ten-gu le ha raccontato. - … So che hai rubato il mio chakram e mi stai cercando per uccidermi … -
- No, non è vero … Xena tu devi credermi … - Olimpia intuisce che Ten-gu ha volutamente fatto del male allo spirito della principessa guerriera e l’ha messa in guardia contro di lei per impedirle di trovare la pace meritata dopo essersi sacrificata per eliminare Hiodoshi. Parlare con un demone è inutile, specie in quel momento di forte tensione:
“… Non riuscirò a convincerla, anche se le parlassi per ore … potrebbe anche farmi del male adesso … devo andarmene, anche se non posso crederci … lei è qui davanti a me! … E non posso fare niente per aiutarla … è la mia Xena ed è un mostro.”
- Vuoi uccidermi? – esclama Olimpia mentre la principessa guerriera estrae la spada e le punta l’arma all’altezza del costato - … Hai davvero dimenticato tutto? Ero con te quando hai ucciso Hiodoshi e non hai voluto che ti riportassi in vita perché volevi riscattare il tuo passato. Tu sapevi quanto sarebbe stato doloroso per me accettarlo… - nelle parole del bardo c’è rabbia e dolore, ma la principessa guerriera resta impassibile ad ascoltare. – Vuoi davvero uccidermi e restare in quest’inferno per sempre? … Non te lo permetterò Xena!-
Con un calcio la donna la disarma facendole cadere la spada giù dal precipizio. Questo scatena la furia della diavolessa che dopo aver lanciato un urlo di guerra, salta alle spalle del bardo e la colpisce alla schiena, facendola rovinare per terra a qualche metro di distanza dalla spada degli armarti di Bishamon. La tentazione di usarla è forte considerata la superiorità di Xena in battaglia ma la donna preferisce lanciarla nel fiume di lava per impedire al demone di usarla contro di lei e di rimanerne ferita a sua volta in quanto, un minimo graffio con quella spada divina le sarebbe stato fatale.
- Sei stupida oltre che insignificante! – commenta la mora guerriera osservando con perplessità il gesto della nemica.
- Voglio evitare che una di noi si penta delle proprie azioni …-
Xena corre incontro al bardo e la colpisce allo stomaco e al volto inducendola a inginocchiarsi:
- Sei ancora sicura che gettare la spada nel fuoco sia stata una buona idea? – le chiede tirandole i biondi capelli della nuca per farle tenere la testa alta.
- … Si, perché adesso avrei potuto usarla contro di te … - dice mentre il sangue le riga il volto per un taglio al sopracciglio destro.
Lo sguardo delle due si incontra per qualche secondo fin quando nella mente della mora riaffiora il ricordo del suo combattimento con Hiodoshi quando stremata e senza forze il suo spirito stava per essere sopraffatto dal nemico ma Olimpia, per aiutarla, si avvicinava alla fonte dell’acqua santa per berne un sorso per poi essere colpita alla schiena dal demone, scoprendo il suo magnifico tatuaggio raffigurante un grande drago verde in grado di proteggerla da ogni spirito maligno. Il dubbio che il bardo le stia dicendo la verità ormai non può più essere controllato ma esige delle prove; Xena le lascia i capelli e dopo averla afferrata per le braccia, la costringe a rialzarsi ponendosi a pochi centimetri di distanza dal suo viso.
“Che Xena possa ricordare qualcosa?” si domanda Olimpia osservando il suo strano comportamento. Stare così vicina alla sua compagna suscita nella bionda guerriera una forte attrazione fisica, che non credeva più di provare “I suoi occhi sono neri come la pece e la sua bocca è spaventosa … eppure la sensazione che provo è sempre la stessa … la bacerei anche adesso se solo lei lo volesse …”
Xena fa scorrere le mani lungo la schiena e fianchi di Olimpia provocandole un brivido per poi afferrarle il corsetto e strapparlo. La donna un po’ imbarazzata e sorpresa cerca di mantenersi l’abito alla meglio indietreggiando, ma Xena non molla la presa e con uno strattone le abbassa il corsetto fino alla vita lasciandola a torso nudo.
- Che cosa vuoi fare?! – urla il bardo avvicinandosi alla parete rocciosa.
- Voltati! -
Olimpia resta immobile cercando di capire le sue intenzioni e non riuscendo a fidarsi di lei decide di non voltarle le spalle:
- Voltati ho detto! – grida la principessa guerriera afferrandola nuovamente per le spalle.
La scarsa collaborazione del bardo induce Xena ad usare la violenza costringendo la donna a girarsi di spalle per controllare se sulla sua schiena è tatuata la figura di un drago verde: la pelle di Olimpia appare senza alcun segno o figura, ma Xena si sa, è una donna intelligente e questa è una caratteristica che il suo spirito con la morte non ha perso; la diavolessa si libra in volo allontanandosi di qualche metro e dopo aver generato una sfera di energia nella mano destra, la scaglia contro la schiena del bardo che accusa il colpo riuscendo a stento a rimanere in piedi grazie al sostegno trovato lungo la parete. Olimpia avverte acute fitte di dolore della stessa intensità provata a seguito del colpo inflittole da Hiodoshi e mentre Xena ritorna a terra accanto a lei, un grande drago appare lentamente sulla sua pelle iniziando a brillare come fiamma viva assorbendo l’energia negativa sprigionata dalla sfera scagliata dalla diavolessa; la principessa guerriera tende la mano verso il bellissimo disegno impresso sulla pelle della donna mentre i ricordi si fanno più chiari nella sua mente. Olimpia si volta a guardarla con il cuore colmo di speranza:
- Hai ricordo di me, non volevi uccidermi … volevi solo sapere ciò che è successo … -
- … Devi andartene di qui, questo non è posto per te – sussurra Xena ritraendo la mano e abbassando lo sguardo vergognandosi di se stessa.
- Ma non è neanche il tuo! -
- Vestiti ora e torna tra i vivi; io ora appartengo al male. Conserva il mio ricordo come stavi già facendo … non avrei mai voluto che tu mi vedessi così, sarebbe stato meglio per tutti, anche per me … adesso ricordo chi ero e ho dei rimpianti … -
Un senso di pena per la condizione della compagna pervade l’animo della bionda guerriera che, anche se non vorrebbe, è consapevole di doverla lasciare negl’inferi fino a quando non avrà trovato una soluzione per aiutarla:
- Non ti lascerò qui … tornerò Xena, te lo prometto… ti chiedo solo di non arrenderti al male finché puoi .. -
La principessa ride a denti stretti:
- Guardami Olimpia: sono un demone … io sono il male stesso ora … va via prima che la parte peggiore di me riprenda il sopravvento. – conclude per poi voltarsi ed incamminarsi verso il rifugio degl’Oni.
- Ciò che conta per me adesso è sapere che c’è ancora amore nella tua anima e questo mi fa credere che non tutto è perduto ... – dice sistemandosi il corsetto come meglio può decisa ad uscire.
- E cosa ti fa pensare che nel mio spirito ci sia ancora amore … - chiede Xena senza voltarsi indietro.
- Il fatto che ti sei ricordata chi sono e non hai avuto la forza di uccidermi … -
Xena si volta a guardarla un’ultima volta prima di andarsene sapendo che il bardo ha detto la verità mentre la bionda guerriera, dopo averle lanciato un ultimo sguardo carico di dolcezza e speranza, inizia ad arrampicarsi su per le rocce per raggiungere l’uscita.

di Darkamy e Xandrella

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