Lungo
un cunicolo sotterraneo che conduce a una delle tante caverne in cui
i dimorano i demoni Oni c’è una grossa cella in cui Reiko,
Olimpia e otto uomini dell’equipaggio della nave sono stati
rinchiusi dopo la fuga degl’esseri infernali dalla battaglia.
Nella prigione aleggia un puzzo nauseabondo, dovuto alla presenza
di alcuni corpi in avanzato stato di decomposizione; probabilmente
si trattava dei prigionieri precedenti, uccisi senza pietà
dai demoni bramosi di divorarne le anime. E’ inutile dire che
tra i prigionieri, ad eccezione di Reiko e Olimpia ancora priva di
sensi, regna la paura e la disperazione della propria sorte.
Provate ad immaginare cosa si possa provare quando demoni affamati
e senza pietà vi girano intorno guardandovi come un delizioso
bocconcino mentre in un angolino della vostra prigione c’è
un realistico esempio di ciò che potresti diventare tra poco
…
Reiko si avvicina ad Olimpia e prova a svegliarla dandole dei colpetti
sul viso:
- Svegliati coraggio … -
La donna apre lentamente gli occhi, poi ricordandosi gli ultimi istanti
prima di perdere i sensi, sobbalza improvvisamente, mettendosi a sedere
respirando affannosamente:
- Sta calma, non ci sono demoni … per ora … - dice Reiko
tendendole la mano per aiutarla a rialzarsi.
- Dove siamo? -
- Nel covo degl’Oni. Siamo all’interno di un vulcano,
ci hanno fatto prigionieri quando Bishamon ha inviato dei rinforzi
e i demoni se la sono levata a gambe. –
La bionda guerriera avverte un fastidio sul lato sinistro della testa
e quando porta una mano per controllare a cosa sia dovuto scopre un
bel bernoccolo:
- Ora ricordo … mi hanno colpito e sono svenuta e questo ne
è la prova … ahi!! -
dice indicando la protuberanza al muscoloso cacciatore di mostri.
- Infatti, ma adesso abbiamo un altro problema. Siamo di nuovo disarmati
e non appena a qualcuno di loro verrà fame ci mangeranno …
o meglio, prima ci uccideranno e poi divoreranno le nostre anime.
Dobbiamo farci venire un idea. – spiega Reiko parlando a bassa
voce per non spaventare ulteriormente gli altri prigionieri.
Olimpia istintivamente controlla se ha ancora con se il chakram sul
fianco, ma non lo trova:
- Hanno preso il chakram! -
- Ecco, a proposito di quell’arma della tua amica … vuoi
spiegarmi perché gli Oni la stavano cercando? Quando si sono
accorti che l’avevi tu hanno lasciato perdere tutti gli altri
e ti sono piombati addosso … -
Reiko attende una spiegazione che il bardo purtroppo non sa fornirgli:
- … Non capisco … non ne ho idea, ma vorrei tanto saperlo
anche io. –
La donna si avvicina alle sbarre chiuse con un grosso lucchetto per
guardarsi intorno: il cunicolo è stretto a tal punto da permettere
ad una sola persona alla volta di camminarci ed è completamente
buio; solo una torcia posta di fronte alla cella sul muro permette
di fare un po’ di luce:
- Ogni tanto passa una sentinella per controllarci … –
informa il cacciatore di mostri.
- Siamo messi male … non tanto per il lucchetto perché
quello potrei provare a forzarlo con la punta dei miei sais, quanto
per queste gallerie così strette. Se proviamo a scappare incontreremo
di sicuro dei demoni prima o poi e non potremo nasconderci da nessuna
parte. – osserva con acume il bardo.
- Abbiamo solo la punta di una spada degli armati di Bishamon per
difenderci. Quando mi hanno catturato la mia spada è stata
spezzata e sono riuscito a nasconderne un pezzo nella confusione.
– rivela l’uomo mostrando l’oggetto ad Olimpia.
- E’ sempre meglio di niente. Adesso aspettiamo che passi la
sentinella … poi proverò ad aprire il lucchetto. Quando
ci sarò riuscita aspetteremo che la guardia torni e la ucciderai
con la punta della spada prima di andarcene. -
- Ottimo piano! Peccato che non abbiamo ancora risolto il problema
degl’altri demoni in giro per i cunicoli! – sbotta Reiko
giudicando troppo superficiale il piano della donna.
- Non preoccuparti, ci penseremo a tempo debito … adesso siediti
e fa finta di niente.- taglia corto la bionda guerriera cercando di
controllare il nervosismo.
Dopo circa dieci minuti la sentinella fa il suo arrivo impugnando
una spada; i prigionieri restano immobili e in silenzio mentre il
demone si avvicina alle sbarre per guardarli uno per uno. Poi fa dietro
front e torna nelle stessa direzione da cui era arrivato. Olimpia
rimane seduta finché riesce ad udire i passi della guardia
per poi prendere uno dei suoi pugnali dallo stivale e, cercando di
fare meno rumore possibile, si avvicina al lucchetto; con la punta
del siais cerca di forzare la serratura per diversi minuti finché
un sonoro click l’avverte che è riuscita ad aprila:
- Ci siamo. -
Reiko e gli altri tirano un sospiro di sollievo, anche se il peggio
deve ancora a venire:
- Adesso che ho tolto il lucchetto la sentinella se ne accorgerà.
Reiko avvicinati alle sbarre con me e sta pronto a colpirla, ma ricordati
che se ne avremo modo dovremo farci indicare la strada giusta da seguire
prima di ucciderlo. – spiega Olimpia facendo ripiombare nell’angoscia
i suoi compagni di sventura.
I due guerrieri si posizionano all’ingresso della cella con
le spalle contro il muro laterale; Reiko finge di avere le mani appoggiate
alle sbarre per prepararsi ad aprire la porta all’arrivo della
sentinella mentre trascorrono interminabili minuti in assoluto silenzio.
Quando in lontananza si odono dei passi, Olimpia lancia al compagno
uno sguardo d’intesa; la guardia arriva dinanzi alla cella come
previsto senza proferire parola ai prigionieri: li osserva velocemente,
forse per contarli poi, controlla il lucchetto e rimane sorpreso di
vederlo aperto.
- Ma cosa … -
Il demone Oni non ha il tempo di aprire la porta della prigione poiché
Reiko la spinge contro di lui con forza colpendolo in pieno volto.
La sentinella prova ad urlare ma Olimpia gli immobilizza le mani dietro
la schiena e con un calcio dietro le ginocchia lo costringe a piegarsi
in avanti mentre il cacciatore di mostri gli punta ciò che
resta della sua spada alla gola:
- Ti consiglio caldamente di non urlare. – intima il bardo avvicinandosi
all’orecchio dell’Oni che si dimena per liberarsi.
- Dicci da che parte è l’uscita e ti risparmieremo la
vita … - dice Reiko premendo la punta della katana contro la
sua gola ed ottenendo in risposta un urlo agghiacciante.
- Uccidilo presto! – comanda Olimpia al cacciatore di mostri
che esegue rapidamente l’ordine colpendolo al ventre.
- Presto dobbiamo andarcene di qui! Arriveranno a controllare tra
poco! – dice Olimpia invitando gli otto uomini ad uscire dalla
cella.
- Che direzione prendiamo? – chiede uno degl’uomini di
mare staccando la torcia dal muro.
- Rimanete un attimo in assoluto silenzio per favore … - la
bionda guerriera, seguendo gli insegnamenti di Xena, chiude gli occhi
e si concentra solo sui suoni, specie su quelli lontani e deboli per
cercare di capire da quale direzione stiano arrivando i demoni. Inizialmente
non ode nulla poi, riesce a concentrarsi nel modo giusto, tanto da
riuscire a sentire le gocce di condensa sulle rocce che una alla volta
si infrangono al suolo, il rumore della lava che scorre continuamente
e i passi dei demoni provenienti da destra verso la sua direzione.
- Allora Olimpia … da che parte andiamo? – chiede Reiko
a bassa voce, interrompendo la sua concentrazione.
- A sinistra … tre sentinelle stanno arrivando dall’altra
parte: hanno il passo svelto, credo che abbiano sentito l’urlo
del loro compagno. - risponde la donna aprendo gli occhi e incamminandosi
per prima.
- Fantastico! … Devi insegnarmi come si fa, potrebbe tornarmi
utile. – dice il cacciatore d’anime seguendola. –
Dato che sei tu la prima della fila prendi tu la punta della spada.
-
- No, se non dovessi accorgermi del pericolo, mi ferirebbero di sicuro
e voi morireste con me. Se la tieni tu avrai il tempo di realizzare
ciò che succede e difenderti. Adesso fate silenzio e muoviamoci.
-
La donna si mette all’ascolto di ogni possibile rumore avanzando
a passo svelto con in mano la torcia accesa.
Il cubicolo diventa sempre più stretto e basso, tant’è
che per camminare la compagnia deve spesso abbassare la testa o camminare
di lato. Olimpia inizia a dubitare che la direzione presa possa portare
all’uscita e teme di trovarsi demoni di fronte da un momento
all’altro. A questo si aggiunge l’afa crescente e l’aria
sempre più rarefatta capace di stordire facilmente chi è
già provato dalla stanchezza e dalla paura. Improvvisamente
la galleria si allarga come a formare una piccola stanza, dove sono
conservate un gran numero di spade ed altre armi: dei demoni nessuna
traccia.
- Presto cerchiamo le spade di Bishamon. Probabilmente le hanno portate
qui se non le hanno gettate. – dice Olimpia illuminando le pareti
rocciose piene di buchi in cui sono infilate decine di katane.
Reiko e gli altri osservano rapidamente le else senza riuscire a trovare
nessuna spada in grado di uccidere i demoni. Ad un tratto uno degl’uomini
di mare calpesta qualcosa di metallico attirando l’attenzione
del bardo che, chinatasi fino al pavimento, scopre un sacchetto che
Reiko raccoglie per scoprirne il contenuto. All’interno i due
trovano due spade di Bishamon:
- Almeno adesso possiamo difenderci … - dice il guerriero porgendo
una spada alla compagna.
- Dobbiamo continuare a camminare, gli Oni si saranno già accorti
della nostra fuga e ci staranno dando la caccia - dice Olimpia mentre
uno dei suoi compagni trova una torcia spenta sul muro.
- C’è anche questa … -
- Bene la terrà chi è a metà fila. -
Dopo averla accesa i dieci sventurati riprendono la fuga, ma di li
a poco si trovano di fronte ad un bivio: la galleria si divide in
due cunicoli di uguali dimensioni e questa volta il bardo non ha molto
tempo per scegliere la giusta direzione in quanto sente i demoni alle
loro spalle troppo vicini:
- Stanno arrivando … Reiko scegli …vuoi essere il primo
o l’ultimo della fila? -
- … L’ultimo … mi va di fare quattro salti con quei
mostri e poi, sei tu che sai dove portarci. -
- Lo spero … - risponde la donna avvicinandosi alla galleria
di sinistra per far luce.
Il condotto appare molto in discesa ma Olimpia non sente arrivare
nessuno. Al contrario, nell’altra direzione la strada si presenta
in salita ma percepisce la marcia di un gran numero di uomini.
- Dobbiamo scendere da questa parte. – indica il bardo iniziando
a percorrere il cunicolo di sinistra - Che state aspettando? Muovetevi!
– continua in un secondo momento accorgendosi di non essere
seguita dai compagni.
- Non stiamo facendo altro che scendere … l’altra strada
è in salita e noi dobbiamo tornare in superficie! – risponde
uno degl’uomini parlando per tutti.
- Non posso obbligarvi a seguirmi e non ho tempo di discutere. Siete
liberi di fare come meglio credete, anche se, vi avverto che se seguirete
l’altra direzione andrete in contro a morte sicura perché
troverete almeno venti Oni che stanno venendo verso di noi. Ditemi
in fretta che cosa volete fare perché avete diritto ad una
spada. – dice Olimpia corretta come sempre.
Gli uomini si guardano in giro spaesati cercando di fare la scelta
giusta:
- Allora? – chiede ancora il bardo consapevole di perdere secondi
preziosi.
- … Veniamo con voi … - concludono gli uomini seguendo
subito la donna ormai costretta a correre giù per la galleria
che si fa sempre più larga tanto da permettere ai fuggitivi
di formare file di quattro persone durante il tragitto.
Ormai, tutti possono udire chiaramente i passi degl’inseguitori
alle loro spalle e mentre la tensione si fa sempre più forte,
la galleria si interrompe ponendo i dieci compagni di fronte ad un
sentiero roccioso costeggiato da un fiume di lava incandescente che
scorre nella loro stessa direzione di marcia:
- Se questa lava porta all’aria aperta siamo sulla strada giusta!
– grida Olimpia per rincuorare i compagni.
- Finalmente una buona notizia! – risponde Reiko dall’ultima
posizione con i demoni a pochi metri di distanza. – Questi maledetti
corrono veloci, dovete accelerare! -
Il pericolo imminente permette alla compagnia già stremata
di trovare l’ulteriore forza di aumentare il passo, per avere
salva la vita. La corsa continua per una decina di interminabili minuti,
finché Olimpia scorge la luce della luna filtrare da una fessura
al termine della galleria. L’uscita non si presenta agevole:
una serie di rocce appuntite e dalla forma irregolare si ergono dinanzi
a loro ponendo un nuovo ostacolo sul loro cammino per raggiungere
la libertà. Mentre osserva i dintorni la poetessa inizia a
rallentare per far avanzare i prigionieri disarmati:
- Arrampicatevi presto … io e Reiko vi copriremo le spalle!
– la bionda guerriera si ferma e girandosi trattiene il compagno.
– Dobbiamo batterci se vogliamo dare agl’altri il tempo
di uscire da qui! -
- D’accordo! -
I due guerrieri si posizionano per prepararsi al combattimento mentre
i demoni si pongono di fronte a loro, pronti ad aggredirli; pochi
istanti e lo scontro tra le due forze rivali ha inizio: una ventina
di Oni si scaglia contro Reiko ed Olimpia che, spada alla mano, si
impegnano a contrastare gli attacchi avversari mettendo a frutto la
loro abilità combattiva che li porta rapidamente ad avere un
netto vantaggio sui nemici. Nei minuti seguenti un altro gruppo di
Oni sopraggiunge a dare aiuto ai compagni rendendo sempre più
arduo il tentativo dei due guerrieri di difendersi:
- Dobbiamo uscire Olimpia! Comincia ad arretrare, ti copro le spalle!
– dice Reiko consapevole di non poter resistere ancora a lungo.
Mentre i due continuano a battersi nelle schiere nemiche si apre un
varco, come se qualcuno o qualcosa stesse passando tra i demoni esigendo
spazio per raggiungere i fuggitivi. Gli Oni smettono di attaccare
i due guerrieri e lasciano passare il loro capo: Xena.
Olimpia viene colta di sorpresa nel vedere un demone che somigli incredibilmente
alla principessa guerriera e stenta a credere ai suoi occhi. Reiko
continua ad attaccare gli Oni e preso dalla foga della battaglia,
scaglia un affondo di spada verso la diavolessa, ma il bardo si frappone
tra i due, bloccando la spada dell’amico a due mani davanti
al suo volto:
- Sei impazzita? Dai le spalle a questi mostri?! Spostati! -
Il cacciatore di mostri tenta di spingerla via ma la donna oppone
resistenza:
- No! Non farlo … va via Reiko … vattene adesso! -
Olimpia è sconvolta e tutto ciò che vuole adesso è
sapere cosa è successo alla sua Xena e non avendo tempo di
dare spiegazioni al cacciatore di mostri, decide di congedarlo anche
a costo di rimanere bloccata nel covo dei demoni per sempre:
- Ti ho detto di andartene! … Fa come ti ho detto! – esclama
il bardo spingendo Reiko verso l’uscita con violenza per convincerlo
ad andarsene.
- … Buona fortuna … - dice il guerriero nipponico mentre
arretra lentamente guardando la donna negl’occhi per poi voltarle
le spalle e correre ad arrampicarsi verso l’uscita incredulo
per la decisione di Olimpia di voler restare.
Xena intanto osserva il bardo rapita dalla sua figura; nonostante
il male le abbia avvelenato l’anima, ha la sensazione di aver
già visto la donna che ha di fronte: riesce a ricordare il
suo viso e in special modo il suo dolce sorriso mentre la chiama per
nome … ma l’intervento di due demoni per cercare di immobilizzare
Reiko interrompono i suoi ricordi.
Olimpia riprende a combattere per dare all’uomo il tempo di
mettersi in salvo fuori dalla caverna:
- Basta così! Vi ordino di ritirarvi! – urla Xena con
voce stridula agl’Oni che restano sorpresi dal controproducente
ordine ed esitano a ritornare indietro.
- Ma capo, così i prigionieri scapperanno … - dice uno
dei demoni alla principessa guerriera mentre il bardo interrompe il
combattimento vedendo le due guardie indietreggiare e fermarsi dinanzi
alla diavolessa.
- Vi ho detto di fermarvi! Non ne avete avuto abbastanza per stanotte
di anime? … Di loro mi occupo io. Se osate di nuovo discutere
i miei ordini la pagherete cara! Tu … - dice rivolgendosi al
demone che le aveveva contestato il comando - … Aspettami nella
sala del trono … -
- … Si, come desideri Xena … - risponde il demone a testa
bassa intuendo che di li a poco, la diavolessa lo avrebbe eliminato
per vendicare l’affronto subito.
- Xena? – ripete la bionda guerriera mentre i demoni si allontanano.
– Allora è vero … sei proprio tu! Numi del cielo
… cosa ti è successo? Sei un demone! -
Il bardo è incredula è combattuta tra un misto di felicità
per averla rivista e il dolore per il suo malefico aspetto; vorrebbe
abbracciarla ma ha il timore di essere respinta o addirittura uccisa
dalla donna che ama.
- Tu sei la guerriera che mi ha rubato il chakram… – risponde
la diavolessa con tono sprezzante credendo di avere di fronte un nemico.
- Non mi riconosci vero? – domanda Olimpia muovendo un passo
verso di lei ancora con la spada in mano - … Chi ti ha fatto
questo? –
Il volto del bardo si riga di lacrime mentre Xena osserva titubante
le sue reazioni:
- Non ti avvicinare! Dimmi chi sei … -
Olimpia si china lentamente a terra per posare la spada senza mai
staccare lo sguardo dagl’occhi neri del demone:
- Sono la donna con cui hai vissuto per anni … la donna che
ami… non ricordi niente di noi?… Sono Olimpia. -
La bionda guerriera muove un altro passo ma Xena alza un braccio impedendole
di continuare mostrandole gli artigli:
- Ti ho detto di non muoverti … - la diavolessa non riesce a
ricordare niente se non il volto della donna che ha di fronte e questo
non le è sufficiente per fidarsi di lei specie dopo quello
che Ten-gu le ha raccontato. - … So che hai rubato il mio chakram
e mi stai cercando per uccidermi … -
- No, non è vero … Xena tu devi credermi … - Olimpia
intuisce che Ten-gu ha volutamente fatto del male allo spirito della
principessa guerriera e l’ha messa in guardia contro di lei
per impedirle di trovare la pace meritata dopo essersi sacrificata
per eliminare Hiodoshi. Parlare con un demone è inutile, specie
in quel momento di forte tensione:
“… Non riuscirò a convincerla, anche se le
parlassi per ore … potrebbe anche farmi del male adesso …
devo andarmene, anche se non posso crederci … lei è qui
davanti a me! … E non posso fare niente per aiutarla …
è la mia Xena ed è un mostro.”
- Vuoi uccidermi? – esclama Olimpia mentre la principessa guerriera
estrae la spada e le punta l’arma all’altezza del costato
- … Hai davvero dimenticato tutto? Ero con te quando hai ucciso
Hiodoshi e non hai voluto che ti riportassi in vita perché
volevi riscattare il tuo passato. Tu sapevi quanto sarebbe stato doloroso
per me accettarlo… - nelle parole del bardo c’è
rabbia e dolore, ma la principessa guerriera resta impassibile ad
ascoltare. – Vuoi davvero uccidermi e restare in quest’inferno
per sempre? … Non te lo permetterò Xena!-
Con un calcio la donna la disarma facendole cadere la spada giù
dal precipizio. Questo scatena la furia della diavolessa che dopo
aver lanciato un urlo di guerra, salta alle spalle del bardo e la
colpisce alla schiena, facendola rovinare per terra a qualche metro
di distanza dalla spada degli armarti di Bishamon. La tentazione di
usarla è forte considerata la superiorità di Xena in
battaglia ma la donna preferisce lanciarla nel fiume di lava per impedire
al demone di usarla contro di lei e di rimanerne ferita a sua volta
in quanto, un minimo graffio con quella spada divina le sarebbe stato
fatale.
- Sei stupida oltre che insignificante! – commenta la mora guerriera
osservando con perplessità il gesto della nemica.
- Voglio evitare che una di noi si penta delle proprie azioni …-
Xena corre incontro al bardo e la colpisce allo stomaco e al volto
inducendola a inginocchiarsi:
- Sei ancora sicura che gettare la spada nel fuoco sia stata una buona
idea? – le chiede tirandole i biondi capelli della nuca per
farle tenere la testa alta.
- … Si, perché adesso avrei potuto usarla contro di te
… - dice mentre il sangue le riga il volto per un taglio al
sopracciglio destro.
Lo sguardo delle due si incontra per qualche secondo fin quando nella
mente della mora riaffiora il ricordo del suo combattimento con Hiodoshi
quando stremata e senza forze il suo spirito stava per essere sopraffatto
dal nemico ma Olimpia, per aiutarla, si avvicinava alla fonte dell’acqua
santa per berne un sorso per poi essere colpita alla schiena dal demone,
scoprendo il suo magnifico tatuaggio raffigurante un grande drago
verde in grado di proteggerla da ogni spirito maligno. Il dubbio che
il bardo le stia dicendo la verità ormai non può più
essere controllato ma esige delle prove; Xena le lascia i capelli
e dopo averla afferrata per le braccia, la costringe a rialzarsi ponendosi
a pochi centimetri di distanza dal suo viso.
“Che Xena possa ricordare qualcosa?” si domanda
Olimpia osservando il suo strano comportamento. Stare così
vicina alla sua compagna suscita nella bionda guerriera una forte
attrazione fisica, che non credeva più di provare “I
suoi occhi sono neri come la pece e la sua bocca è spaventosa
… eppure la sensazione che provo è sempre la stessa …
la bacerei anche adesso se solo lei lo volesse …”
Xena fa scorrere le mani lungo la schiena e fianchi di Olimpia provocandole
un brivido per poi afferrarle il corsetto e strapparlo. La donna un
po’ imbarazzata e sorpresa cerca di mantenersi l’abito
alla meglio indietreggiando, ma Xena non molla la presa e con uno
strattone le abbassa il corsetto fino alla vita lasciandola a torso
nudo.
- Che cosa vuoi fare?! – urla il bardo avvicinandosi alla parete
rocciosa.
- Voltati! -
Olimpia resta immobile cercando di capire le sue intenzioni e non
riuscendo a fidarsi di lei decide di non voltarle le spalle:
- Voltati ho detto! – grida la principessa guerriera afferrandola
nuovamente per le spalle.
La scarsa collaborazione del bardo induce Xena ad usare la violenza
costringendo la donna a girarsi di spalle per controllare se sulla
sua schiena è tatuata la figura di un drago verde: la pelle
di Olimpia appare senza alcun segno o figura, ma Xena si sa, è
una donna intelligente e questa è una caratteristica che il
suo spirito con la morte non ha perso; la diavolessa si libra in volo
allontanandosi di qualche metro e dopo aver generato una sfera di
energia nella mano destra, la scaglia contro la schiena del bardo
che accusa il colpo riuscendo a stento a rimanere in piedi grazie
al sostegno trovato lungo la parete. Olimpia avverte acute fitte di
dolore della stessa intensità provata a seguito del colpo inflittole
da Hiodoshi e mentre Xena ritorna a terra accanto a lei, un grande
drago appare lentamente sulla sua pelle iniziando a brillare come
fiamma viva assorbendo l’energia negativa sprigionata dalla
sfera scagliata dalla diavolessa; la principessa guerriera tende la
mano verso il bellissimo disegno impresso sulla pelle della donna
mentre i ricordi si fanno più chiari nella sua mente. Olimpia
si volta a guardarla con il cuore colmo di speranza:
- Hai ricordo di me, non volevi uccidermi … volevi solo sapere
ciò che è successo … -
- … Devi andartene di qui, questo non è posto per te
– sussurra Xena ritraendo la mano e abbassando lo sguardo vergognandosi
di se stessa.
- Ma non è neanche il tuo! -
- Vestiti ora e torna tra i vivi; io ora appartengo al male. Conserva
il mio ricordo come stavi già facendo … non avrei mai
voluto che tu mi vedessi così, sarebbe stato meglio per tutti,
anche per me … adesso ricordo chi ero e ho dei rimpianti …
-
Un senso di pena per la condizione della compagna pervade l’animo
della bionda guerriera che, anche se non vorrebbe, è consapevole
di doverla lasciare negl’inferi fino a quando non avrà
trovato una soluzione per aiutarla:
- Non ti lascerò qui … tornerò Xena, te lo prometto…
ti chiedo solo di non arrenderti al male finché puoi .. -
La principessa ride a denti stretti:
- Guardami Olimpia: sono un demone … io sono il male stesso
ora … va via prima che la parte peggiore di me riprenda il sopravvento.
– conclude per poi voltarsi ed incamminarsi verso il rifugio
degl’Oni.
- Ciò che conta per me adesso è sapere che c’è
ancora amore nella tua anima e questo mi fa credere che non tutto
è perduto ... – dice sistemandosi il corsetto come meglio
può decisa ad uscire.
- E cosa ti fa pensare che nel mio spirito ci sia ancora amore …
- chiede Xena senza voltarsi indietro.
- Il fatto che ti sei ricordata chi sono e non hai avuto la forza
di uccidermi … -
Xena si volta a guardarla un’ultima volta prima di andarsene
sapendo che il bardo ha detto la verità mentre la bionda guerriera,
dopo averle lanciato un ultimo sguardo carico di dolcezza e speranza,
inizia ad arrampicarsi su per le rocce per raggiungere l’uscita.
di
Darkamy e Xandrella