Lontano
dal centro del villaggio dopo aver attraversato un bosco non molto
esteso ma dalla vegetazione così fitta da impedire ai raggi
del sole di illuminare i passi dei viaggiatori con la luce del giorno,
Olimpia, Reiko e il capo villaggio Saedo giungono a casa di quest’ultimo
accolti dalla sua famiglia:
- Mia moglie Akane e mia figlia Shila … - la presentazione viene
seguita dall’inchino in segno di saluto delle due donne che
i due guerrieri ricambiano quasi immediatamente.
- Entriamo in casa, a tavola potremmo parlare meglio. -
Dopo essersi sistemati nella sala da pranzo su dei morbidi cuscini
di seta blu posti intorno al tavolo, la moglie di Saedo serve agl’ospiti
uno stufato di verdure con della carne di pollo cotta in umido accompagnata
da una scodella di riso bianco.
Olimpia ha modo di guardarsi intorno ascoltando con poco interesse
i racconti avventurosi di Reiko e i problemi del villaggio descritti
da Saedo. Durante tutto il pranzo i drappi, i quadri e i mobili lasciano
intendere l’agiatezza in cui vive la famiglia dell’uomo,
di sicuro tra le più ricche della zona.
Più volte il bardo incrocia lo sguardo delle due donne che
immediatamente lo abbassano in segno di sottomissione secondo le loro
tradizioni. In genere di fronte a una donna della stessa classe sociale
non avrebbero esitato a sorriderle cordialmente e a scambiare una
parola di convenienza ma di fronte a una guerriera la tradizione impone
diversamente:
- Tua moglie e tua figlia non mangiano con noi? – chiede Olimpia
in un momento di silenzio.
- … Oh, no … le donne mangiano in cucina di solito …specie
in presenza di ospiti … so che in Grecia non c’è
quest’abitudine. -
- No infatti, mi farebbe piacere che si avvicinassero di più
al tavolo e mangiassero con noi … altrimenti andrò in
cucina con loro … -
- Olimpia … cosa dici? – Reiko riprende l’amica
giudicando scortese la sua richiesta, ma la donna non sembra intenzionata
a cambiare idea mettendo alle strette il padrone di casa.
- Va bene … se per Reiko non è un problema, ovviamente.
-
- Certo che no … - risponde prontamente l’eroe.
Saedo fa cenno alla sua famiglia di avvicinarsi al tavolo per mangiare
con gli altri:
- In verità quando siamo soli, pranziamo tutti insieme anche
se ovviamente è mia moglie a servirmi … - confida ricordando
la sua superiorità di uomo.
- E’ un bel gesto … in Grecia le donne sono libere di
parlare, uscire e fare mille altre cose e non servono il proprio marito
per obbligo ma per amore. Anche senza tutte queste regole un uomo
e una donna si rispettano e si amano vicendevolmente.
- … Deve essere un bel sistema … ma non credo che funzioni
così bene come dici. Se un giorno la moglie dovesse decidere
di non cucinare più cosa farebbe il marito? -
- Credo che brucerebbe qualcosa in cucina ma alla fine mangerebbe
comunque. E in ogni caso dovrà provare a risolvere i suoi problemi
con la consorte … -
La giovane Shila incrocia lo sguardo del bardo sorridendole per la
sua intraprendenza che a quanto pare, approva. Il padre della ragazza
rimane perplesso di fronte alla soluzione proposta giudicandola inconcepibile
per la sua apertura mentale:
- … Non riuscirei mai a vivere in Grecia! Credo che gli uomini
non siano rispettati a sufficienza … -
- … E io non riuscirei mai a vivere qui perché sono le
donne a non ricevere la giusta considerazione … ovviamente non
voglio in alcun modo offendere te e il tuo paese. Consideralo il punto
di vista di un’amica di larghe vedute. – puntualizza il
bardo temendo di aver esagerato nel parlare.
- Certo, non temere. Adesso vorrei parlare della prossima battaglia
con i demoni. Qual è il vostro piano? -
- Non c’è un piano. – risponde Reiko - Bishamon
ha chiesto ad Olimpia di trovarsi al tempio al calar del sole ed io
ho deciso di accompagnarla. Ci saranno gli armati ad attendere gli
Oni e credo che sarà una lotta ad armi pari questa volta. -
- Dovrò avvertire la gente del villaggio di non uscire di casa
per nessuna ragione … - conclude Saedo.
- In verità credo che gli uomini adulti debbano venire con
noi a battersi. – conclude l’eroe seguito dalle motivazioni
del bardo.
- E’ ora che la tua gente impari a difendersi da questi spiriti
maligni piuttosto che continuare a nascondersi. -
- Sono pescatori, mercanti, artigiani … non sanno impugnare
le armi e non sanno recitare le preghiere dei monaci esorcisti. Non
posso mandarli alla morte. -
Il rifiuto dell’uomo appare categorico e Reiko ed Olimpia non
sanno come ribattere per cercare di convincerlo. Dopotutto Saedo ha
ragione.
- Il problema degl’Oni non si risolverà certo questa
notte … cosa farete domani o tra un anno? Continuerete a nascondervi?
Se continuate a non partecipare alle battaglie un giorno Bishamon
potrebbe essere sconfitto o peggio ancora essere eliminato e …
- la bionda guerriera viene interrotta dai gesti di preghiera di Saedo
e della sua famiglia di fronte alla bestemmia della donna verso il
loro divino protettore. Reiko le fa cenno di smettere di parlare pur
approvando il discorso.
- Non amo che certe parole vengano pronunciate nella mia casa …
Shila va al tempio e accendi due ceri, uno per noi e uno per la nostra
ospite … Bishamon è clemente e ci perdonerà. -
La ragazza obbedisce immediatamente agl’ordini del padre e quasi
correndo esce di casa interrompendo il pranzo. Olimpia sempre più
contrariata dalle usanze e dalle regole del luogo, si alza in piedi
e cercando di non mostrarsi arrogante, chiede di congedarsi dalla
casa di Saedo:
- Non volevo mancarti di rispetto perciò adesso con il tuo
permesso e ringraziandoti dell’ospitalità vorrei andar
via. –
- Oh no, ti prego, resta. Non devi offenderti, voglio solo che gli
dei non smettano di proteggere la mia casa. Devi essere molto stanca
e tra poche ore ti attende una dura battaglia … sarei onorato
se tu restassi, posso metterti a disposizione una stanza per riposare.
-
- Sei molto gentile Saedo … -
- Cara mostra alla nostra ospite la sua stanza. – conclude Saedo
rivolgendosi alla moglie che si limita ad annuire in cenno di assenso.
Seduta sul bordo
del profondo letto di roccia del fiume di lava, Xena è assorta
nei suoi pensieri riflettendo sulle parole di Ten-gu e sulla sua richiesta
di uccidere Olimpia a pena di eliminarla definitivamente:
- Olimpia… ma perché sei venuta fin qui! … Senza
ricordi non avrei provato tanto dolore adesso… Ten-gu ha ragione
devo ucciderti! … Così magari questa ossessione uscirà
dalla mia testa per sempre! … E potrò iniziare la mia
nuova esistenza … devo farlo stanotte ora che sono ancora in
tempo … le forze mi stanno abbandonando… ho digiunato
troppo a lungo, potrei non averne più il coraggio… -
la demoniessa rialzandosi velocemente carica di rabbia raggiunge il
più vicino gruppo di Oni intenti ad armarsi per la battaglia:
- Tu! Portami un prigioniero! -
- … Mia signora mi dispiace ma non ne sono rimasti vivi .. -
- Nemmeno uno?! -
- … No… stanotte ne cattureremo altri ….-
- Finite di prepararvi, muovetevi! Manca poco ormai! Stanotte non
sarà facile come le altre volte, ci saranno gli armati di Bishamon
a frotte al tempio … -
- Sissignora! – risponde prontamente lo spirito infernale prima
di allontanarsi.
CAPITOLO
VI
- Mia signora
… è ora di andare … -
Olimpia riapre bruscamente gli occhi e subito il cuore inizia a batterle
tanto forte da poterlo sentire fino in gola. Shila è accanto
al suo letto e aspetta che la sua ospite si rialzi dopo aver dormito
tutto il pomeriggio:
- E’ quasi il tramonto, il suo amico la sta aspettando per andare
… -
- E’ arrivata troppo in fretta questa triste ora … - commenta
il bardo sedendosi sul letto non ha avuto il tempo per riflettere
e decidere della sua sorte sentendosi molto incerta e combattuta sul
da farsi.
- Un marinaio ha riportato la tua borsa. I tuoi scritti sono salvi.
– continua Shila mostrando la bisaccia adagiata sullo scrittoio
di fronte al letto per poi allontanarsi verso la porta.
- Probabilmente non tornerò a salutarti … - dice Olimpia
lasciando intuire alla giovane di temere di morire in battaglia omettendo
il dettaglio che la tragedia potrebbe accadere per sua volontà
per cercare di salvare Xena. - Dovrai dire a tuo padre di mandare
qualcuno a recuperare le mie armi e di farle caricare con le pergamene
sulla prima nave diretta in Grecia … nella sacca c’è
il nome della donna a cui dovranno essere consegnati … il suo
nome è Evi, è la figlia di Xena. -
- Lo farò, non temere … anche se spero di vederti tornare.
-
La risposta di Olimpia è un dolce sorriso che congeda la giovane
dalla sua stanza. Rimasta sola, il bardo assapora quello che crede
essere l’ultimo momento di solitudine della sua vita: i ricordi
affollano la sua mente in un susseguirsi di emozioni che non lasciano
rimpianto. Ha vissuto intensamente una vita avventurosa accanto alla
principessa guerriera come aveva sognato di fare, ha amato ed è
stata riamata. I suoi pensieri vanno ai genitori, alla sorella Leuca,
a Perdicca, Evi, Corilo e Anfitea e infine tornano a Xena, dove per
amor suo tutto termina e si completa. Anche la vita stessa.
Un profondo sospiro la riporta alla realtà: è ora di
andare. La bionda guerriera sistema la cintura della sacra katana
di Bishamon legandola dietro la schiena, i sais nei calzari ed esce
dalla stanza con il cuore in pace.
L’ultimo
raggio di sole si ritira e le ombre si trasformano in tenebre dando
inizio a una notte buia senza luna. Le lanterne illuminano l’ingresso
del tempio di Bishamon di una debole luce rossa. Tutt’intorno
regna il silenzio che neanche il vento osa rompere sentendo le foglie
degl’alberi.
All’interno del tempio decine di armati, Reiko e Olimpia sono
in attesa del nemico con lo sguardo rivolto verso le porte senza pronunciare
parola. All’improvviso il lamento di una donna in lacrime rompe
il silenzio:
- E’ un trucco dei demoni, non muovetevi. – comanda dalla
prima fila il capo degl’armati.
Il pianto della donna si fa sempre più disperato e tanto forte
da insinuare in Olimpia il dubbio che possa trattarsi di un essere
umano e non di un Oni:
- Aiuto! …divino Bishamon, mi uccideranno! Aiutami! –
inizia a gridare la voce in preda al terrore.
- Forse sarebbe meglio andare a controllare … - dice il bardo
colta dalla pena per quel pianto straziante.
- No! Rimanete ai vostri posti o morirete! – ribadisce il capo
degl’armati che non vuole mettersi in trappola. – Presto
si stancheranno e apriranno le porte per cercarci. -
- Olimpiaaaa!!! Ti supplico aiutami! Olimpiaa! – grida la voce
singhiozzante.
- Mi sta chiamando! Forse è Xena .. io esco! –
Il bardo rompe la fila e si fa largo tra gli armati verso l’uscita
ma Reiko la blocca afferrandola per un braccio:
- Noo! Fa come ti hanno detto! Non uscire! -
Dopo aver tirato un forte strattone, Olimpia si libera dalla presa
e sfilata la katana apre lentamente la porta, quel tanto che basta
per permettere di uscire. Si ferma sull’uscio e guarda attentamente
all’esterno che appare deserto e da cui non proviene più
nessun suono.
- Olimpia torna qui! – grida Reiko sempre più convinto
che si tratti di un tranello.
La poca luce impedisce al bardo di guardare fino alla fine del viale
alberato ma osserva che non c’è traccia di nessuna donna:
il cortile è deserto.
La bionda guerriera afferra la porta scorrevole per richiuderla e
tornare dentro quando qualcosa le afferra il polso e con forza la
tira verso l’esterno facendola cadere. Spaventata e sorpresa,
Olimpia inizia ad agitare la spada contro un nemico invisibile cercando
di rialzarsi. Una volta in piedi strane luci rosse provenienti dal
boschetto che circonda il tempio attirano la sua attenzione:
- Cosa sono quelli? –
Centinaia di occhi rossi come le fiamme dell’inferno si avvicinano
lentamente a lei uscendo dalle tenebre del bosco.
- Sono i demoni! Reik … - non ha il tempo di gridare aiuto che
il nemico invisibile la colpisce allo stomaco e al volto riducendola
in ginocchio per il dolore. L’essere le solleva il mento per
farle tenere la testa alta e in quel momento si rende visibile ai
suoi occhi a pochi centimetri dal suo volto: è Xena.
L’espressione di dolore del bardo si trasforma in un sorriso
per averla rivista ancora una volta:
- Xena … -
I loro occhi si incrociano per interminabili secondi in cui rivive
in Olimpia il ricordo della battaglia finale contro Hiodoshi quando
era la principessa guerriera stremata e dolorante e lei, portandole
dell’acqua della fonte sacra, la dissetò donandole nuova
vitalità con un dolce bacio ridandole forza e vigore.
- Sono stanca Xena … fai presto ti prego … io terrò
gli occhi chiusi … non riuscirei a guardarti … -
Olimpia chiude gli occhi lasciando sfuggire una lacrima dovuta alla
forte emozione suscitata da una fine tanto assurda per mano della
donna che ama.
- … Ora ti colpirò ancora … cadi e non muoverti
… - risponde a voce bassa la diavolessa riaccendendo la speranza
nel cuore del bardo che non riesce ad impedire alle lacrime di scorrere
lungo le guance in un momento così intenso. La principessa
guerriera non l’ha affatto dimenticata anzi, vuole salvarle
la vita.
- Ti amo … - le sussurra piangendo sfiorandole la guancia.
- Anche io … per sempre … - risponde Xena prima di trovare
la forza di schiaffeggiarla.
Olimpia finisce a terra fingendosi svenuta temendo, però, di
non poter realizzare il piano che le permetterebbe di salvare lo spirito
della sua compagna.
Mentre questo pensiero inizia a tormentarla, le porte del tempio si
spalancano e decine di armati escono allo scoperto per attaccare l’armata
di Oni inferocita:
- Uccideteli tutti e bruciate e il tempioooo!! – urla Xena ai
suoi uomini mentre grosse gocce di pioggia iniziano a cadere dal cielo
e la notte viene illuminata a giorno da lampi spaventosi. Reiko vedendo
Olimpia priva di conoscenza si scaglia contro Xena per vendicare l’amica:
- L’hai uccisa brutto mostro!! –
I due iniziano a battersi a suon di spada a pochi passi dal bardo
che in più momenti fatica a mantenere la finzione temendo che
uno dei due duellanti possa rimanere ferito dello scontro:
- Chi sei delizioso bocconcino? – chiede Xena sorpresa e divertita
dalla rabbia del cacciatore di mostri nei suoi confronti.
- Reiko! E Olimpia era mia amica! Pagherai per questo delitto …
lei ti amava, non dovevi farlo! -
L’uomo continua ad attaccarla con la spada sacra al dio Bishamon
in grado di uccidere i demoni mettendo Xena in difficoltà in
qualche occasione. La diavolessa intanto cerca di prendere tempo per
evitare di uccidere il suo avversario in quanto non riuscirebbe a
resistere alla tentazione di nutrirsi della sua anima divenendo, così,
un demone a tutti gli effetti.
All’improvviso, però, fa la sua apparizione Ten-gu, sorprendendo
tutti i presenti: il principe dei demoni non doveva prendere parte
alla battaglia e la sua presenza genera molte perplessità sia
tra gli Oni che tra gli armati di Bishamon.
I due eserciti smettono di combattere aprendo un varco al passaggio
del malefico principe verso Xena. Reiko intanto, senza accorgersi
della nuova presenza, continua ad attaccare la demoniessa che, intuendo
le intenzioni di Ten-gu, con i suoi poteri soffia il cacciatore di
mostri lontano da lei per salvargli la vita e senza abbassare la guardia
si prepara ad un duello difficile contro il suo superiore:
- Ero qui ad osservarti … mi credevi stupido? - grida il principe
dei demoni -Pagherai per il tuo tradimento Xena! Nei peggiore dei
modi! - continua estraendo la sua pesante spada per poi puntarla al
petto della principessa guerriera.
Udendo la voce di Ten-gu, Olimpia si rialza di scatto estraendo i
suoi sais mentre Xena raccoglie la sfida del principe dei demoni incrociando
la sua spada di fronte a quella del rivale. Lo sguardo dei due demoni
si incontra per interminabili secondi: gli armati delle due forze
rivali restano immobili ad osservare l’avvenimento, quasi impietriti
dalla tensione che diviene ben presto quasi palpabile. Solo il lieve
rumore della pioggia che cade e il forte rombo dei tuoni rompe il
silenzio che regna nell’ambiente circostante. All’improvviso
Ten-gu interrompe l’immobilità con un forte fendente
di spada sbilanciando la presa di Xena che si ricompone rapidamente
in attesa di un nuovo attacco da parte del suo avversario. Il principe
dei demoni libra la sua arma in aria pronto a colpire nuovamente ma
a sorpresa scaglia la spada contro Olimpia che colta alla sprovvista
non ha il tempo di difendersi. La lama trafigge il petto della bionda
guerriera con estrema violenza fino a scagliarsi contro il tronco
di albero trascinando con sé la donna che spalanca gli occhi
cercando di urlare ma il dolore è talmente forte da impedirgli
di trovarne la forza, mentre un rivolo di sangue esce dalla sua bocca
pochi secondi prima di perdere i sensi.
Ten-gu si avvicina a lei ed estrae la sua spada sporca di sangue per
poi leccare la lama provocando Xena che, sconvolta per l’accaduto,
resta impietrita realizzando di non aver avuto il tempo di impedire
l’omicidio:
- Pensavi che avrei ucciso te? … Sei un ottimo elemento dopotutto
e credo che senza questa donna inizierai a servirmi come devi …
coraggio, prenditi la sua anima Xena! E’ un ordine! -
La principessa guerriera si avvicina lentamente ad Olimpia riversa
a terra nel fango con il viso e il corpo imbrattati di terra e sangue.
Sente crescere la rabbia a quella visione ma anche la rassegnazione:
è tutto finito e non può fare più nulla per cambiare
le cose. Arrendersi a Ten-gu le appare la soluzione più semplice:
- Addio Olimpia … - sussurra al corpo del bardo privo di conoscenza
stringendo forte il pugno chiuso della mano sinistra e l’elsa
della spada nell’altra mano.
- Muoviti, che cosa aspetti?! – grida stizzoso Ten-gu mentre
Xena china il capo in cerca di coraggio e concentrazione.
La diavolessa si volta verso il principe dei demoni e in un attimo,
con un violento colpo di spada lo decapita, emettendo un urlo agghiacciante.
Dal tronco del demone fuoriescono delle fiamme che ben presto ne divorano
il corpo fino a farlo esplodere in una nube rossa: in pochi secondi
del principe dei demoni non resta più nulla.
Gli Oni, impauriti per la ferocia del tradimento di Xena, abbandonano
il campo di battaglia fuggendo verso il vulcano lasciando la vittoria
agl’armati di Bishamon che hanno perso solo tre uomini nel conflitto.
Reiko osserva Xena da lontano mentre, chinata sul corpo di Olimpia,
le porge due dita sul collo per ascoltare i battiti del suo cuore:
- Non straziare il suo corpo!! Lasciala a me … le darò
degna sepoltura … - grida temendo una nuova follia della diavolessa.
- E ancora viva … ma non credo che ci sia più niente
da fare per salvarla … - sentenzia Xena senza voltarsi. –
Occupatene tu… -
La demoniessa si rialza in piedi tenendo lo sguardo fisso sulla bionda
guerriera per poi scomparire un istante dopo senza lasciare più
traccia di sé mentre Reiko corre verso il bardo:
- Aiutami a portarla nel tempio presto! – dice agl’armati
mentre delicatamente prende in braccio la donna. - Non morire Olimpia,
tieni duro! … Te l’avevo detto che era inutile gettare
via la tua vita in questo modo ... per un demone? Non potevi farci
niente … Xena ora appartiene al male! – dice nervosamente
anche sapendo che la donna dai capelli dorati non può ascoltarlo.
- Portiamola lì! – ordina il capo degl’armati indicando
un angolo del pavimento dove sono sistemati dei cuscini solitamente
usati dai fedeli per inginocchiarsi a venerare il dio della guerra.
- Fate piano, è molto debole … - aggiunge uno degl’armati.
Olimpia viene delicatamente posta a terra mentre alcuni uomini si
preparano a prestarle soccorso, ma sembra essere troppo tardi: il
bardo non da alcun segno di vita.
FINE PRIMA
PARTE
di
Darkamy e Xandrella