CAPITOLO
IV
La notte è
scesa anche sul bosco nei pressi di Melfi e Xena e Olimpia si sono
accampate intorno a un piccolo fuoco. La poetessa ha appena concluso
il suo ultimo poema ispirata dalla debole luce del tramonto che le
ha lasciate da poco e lo stava facendo leggere alla compagna. Il suo
sguardo era fisso su quello di Xena che leggeva lentamente e con attenzione.
- Smettila di fissarmi lo sai che mi dà fastidio! -
- Allora hai finito? -
- No, non ancora. -
- Ma quanto ci metti!? -
- Senti non mi seccare
ci metto quanto devo
con questa
debole luce è normale che sia lenta! -
- Inizi a perdere colpi Xena
secondo me avresti bisogno di
usare una lente che ti aiuti la vista! -
- Vuoi scherzare?!
A me non occorre nulla di simile
ci vedo bene lo stesso! -
La principessa guerriera si gira di spalle con aria scocciata e mettendosi
una pelle di orso sulla spalla si rannicchia a gambe incrociate riprende
la lettura della pergamena strizzando spesso gli occhi. La poetessa
sorride e si sdraia sull'erba mettendo le mani dietro la nuca ingannando
il tempo guardando le costellazioni come è sua abitudine fare
ogni sera prima di dormire. Il cielo quella sera era particolarmente
limpido e pulito: non c'era traccia di una nuvola, nemmeno in lontananza
e la luna era particolarmente luminosa e piena.
- Guarda che non ci sarebbe nulla di male ad avere problemi di vista
- continua dopo un po'.
Xena si volta di scatto verso la bionda guerriera e con sguardo infastidito
ribatte:
- Ancora? Olimpia .. vuoi capire che ci vedo benissimo?!! -
- Sicuramente
Tant'è che prima di catturare quel cervo
hai dovuto tirargli ben due frecce! -
- E questo che centra?
Te l'ho gia detto prima
mi ero
distratta un attimo
l'ho mancato una volta va bene
capita
a chiunque di sbagliare!! -
- Si può capitare a chiunque ma la principessa guerriera non
becca mai il tronco di un albero quando mira a un cervo che dista
venti passi. -
Le due si scambiano un sguardo di sfida per qualche attimo interrotto
da Xena che nuovamente si volta e riprende la sua lettura.
Nell'accampamento cala il silenzio: gli unici rumori percettibili
sono lo scoppiettare del fuoco e il cantare dei grilli che a volte
viene contrastato dal canto di un gufo solitario appartato sul ramo
di qualche albero.
Nell'arco dei dieci minuti successivi la principessa guerriera termina
il poema e mentre sospira riavvolge la pergamena che fruscia sotto
le sue mani.
Olimpia balza di scatto e si siede in attesa che la compagna esprima
il suo giudizio.
- Allora che te ne pare? -
Xena non risponde, restituisce la pergamena ad Olimpia e si sdraia
vicino al fuoco.
Per un attimo non dice nemmeno una parola, poi sussurra:
- E' il racconto più bello che tu abbia mai scritto .. mi ha
quasi commosso sai? -
- Davvero? -
- Si. -
- Sono contenta che ti piaccia. -
- Hai descritto la vicenda con una tale passione e una tale poeticità
che non poteva che piacermi. -
- Beh ora non esagerare. -
- E' la verità. -
Le due si scambiano uno sguardo poi Xena un po' imbarazzata aggiunge:
- Domani avremo un lungo cammino davanti. Sarà meglio mettersi
a dormire. -
- Si d'accordo. -
La bionda guerriera si corica nuovamente e si copre le spalle con
una coperta che tiene piegata in fianco a se.
- Comunque sono lusingata
non capita tutti i giorni di ricevere
un complimento dalla mitica principessa guerriera. -
- Li meriti. -
- Buona notte. -
- Buona notte a te. -
La notte si inoltra
e il silenzio continua a regnare nell'accampamento. La principessa
guerriera sembra non riuscire a prendere sonno e resta in uno stato
di dormiveglia da cui si sveglia spesso. Ad un tratto i grilli, che
fino a quel momento avevo cantato creando un rumore di sottofondo
molto rilassante, si erano ammutoliti di colpo. Dalla foresta non
proveniva alcun rumore. Una ventata di aria gelida scompiglia la frangia
di Xena che si ridesta dal suo sonno leggero presa da una brutta sensazione.
Si alza leggermente facendo peso sui gomiti e si guarda intorno: tutto
è immobile. Dopo qualche istante i grilli tornano a vociferare
e tutto sembra tornare alla normalità. La guerriera non da
peso all'accaduto e torna a dormire. Qualche istante dopo però
il silenzio torna a infestare la zona e inquietata, Xena si alza nuovamente
di scatto. Un po' preoccupata decide di svegliare Olimpia dandole
delle piccole pacche alla spalla destra:
- Olimpia
Olimpia svegliati. -
La poetessa immersa nel mondo di Morfeo non sembra voler dar credito
alla compagna e dopo aver farfugliato qualche parola priva di senso
riprende a dormire.
- Olimpia!!! -
- Che c'è?! -
- Senti
-
- Che cosa?
io non sento proprio niente. -
- Infatti non ti sembra strano?-
- Xena a volte sei paranoica lo sai?
Che ti aspettavi che ci
fosse nel cuore della notte in una foresta?! Rimettiti a dormire.
-
Un po' spazientita la bionda guerriera si volta su un fianco e si
tira su la coperta coprendosi le spalle.
- Comunque ho come l'impressione di essere osservata. -
- Non ti preoccupare Xena
se c'è davvero qualcuno ha
solo intenzioni suicide. -
- Si, hai ragione. -
Xena resta ancora per un attimo ad osservare la zona e poi si sdraia
nuovamente.
Tutto resta tranquillo
per più di un ora.
All'improvviso da un albero piomba giù di scatto la stessa
donna che nelle ore precedenti aveva aggredito Marte e ingannato Venere.
Xena era rimasta sveglia e rotolando sul fianco destro sfugge all'aggressione
della nemica. Con un balzo si rialza e si mette in posizione da difesa.
- Non mi sbagliavo allora a credere che c'era qualcuno che mi osservava!
-
- Complimenti
sono rimasta su quell'albero in attesa del momento
migliore ma a quanto pare è difficile cogliere di sorpresa
la leggendaria principessa guerriera! -
- Visto che siamo alle presentazioni
tu per gli inferi chi
saresti? -
- Mi presento: sono Vendetta, la dea a cui Eco ha affidato il compito
di placare tutta la collera degli dei dell'Olimpo che tu hai ucciso,
Xena. -
- Vendetta? -
- In carne e ossa mia cara! -
La donna non sembra essere di molte parole e subito interrompe il
colloquio lanciando contro Xena un globo infuocato.
Xena lancia il suo consueto grido di battaglia e fa una ruota laterale
evitando di poco la sfera che finisce con urtare contro un albero
che cade prendendo lentamente fuoco.
Olimpia si ridesta e istintivamente afferra i suoi sai.
La poetessa resta per un attimo a contemplare con sguardo interrogativo
la donna che ha fatto irruzione nel campo. La dea Vendetta ricambia
lo sguardo e poi con tono arrogante stuzzica le due dicendo:
- Vedo con disgusto che ti porti sempre dietro questa specie di barboncino
da guardia Xena! -
- Ehi!- risponde Olimpia indispettita e corre verso Xena. La guerriera
la ferma ponendole un braccio davanti al busto:
- Aspetta Olimpia
questa ha tutta l'aria di essere un osso
duro. -
La principessa guerriera grida di nuovo e corre in direzione di Vendetta;
con un balzo l'attacca alla gola con un calcio ma l'avversaria incrocia
gli avambracci respingendola. Xena allora compie un'arcata all'indietro
e facendo leva sulle braccia fa un salto mortale cadendo a terra a
breve distanza. La cupa guerriera le si fa contro con una ginocchiata
in pieno petto che Xena non fa a tempo a parare. Olimpia interviene
e attacca l'avversaria che, per nulla intimorita, la fa cadere velocemente
e gli ruba i sai. Poi afferrandola per il collo la solleva e con un
debole cenno del capo provoca una scarica d'aria molto forte che spinge
la poetessa contro un albero. L'impatto è molto violento e
Olimpia urta la testa perdendo i sensi.
A quella vista Xena afferra la sua spada e tra le due duellanti inizia
così una sfida ad armi bianche. Entrambe dimostrano grande
abilità sfoderando colpi veloci a dalle posizioni più
svariate. Per qualche attimo restano in una situazione di perfetta
parità ed equilibrio, poi Vendetta perde un sai a seguito di
un forte fendente sfoderato da Xena. La dea però non demorde
e con una finta riesce a sbilanciare l'avversaria e a seguito di una
violenta giravolta fa cadere la nemica di spalle. Con un rapido balzo
immobilizza il polso di Xena facendo peso con un piede, impedendole,
così, di brandire la spada. Con aria soddisfatta le punta la
lama del sai alla gola ma prima che potesse farla correre sotto al
mento Xena le tira una ginocchiata che la fa barcollare e con un calcio
la fa cadere a terra.. Ora la principessa guerriera ha l'occasione
di ribaltare la situazione ma a sorpresa, Vendetta materializza tra
le sue mani la cintura di Venere e con un balzo felino la aggancia
alla vita di Xena. Questa emette un rapido bagliore per un attimo
e poi si dissolve nel nulla. Xena resta per qualche attimo immobile
con lo sguardo perso nel vuoto mentre Vendetta si rialza e con un
ghigno compiaciuto osserva l'avversaria ancora inginocchiata a terra.
- Credo che nei prossimi giorni mi divertirò un po' prima di
farvi fuori tutti! -
Senza aggiungere nulla colpisce Xena sotto al mento con un calcio
facendola cadere di schiena, le sottrae il chakram e resta a fissare
la sua lama per un attimo passando una dito sulla sua superficie fredda
e tagliente. Poi tornando a rivolgere la sua attenzione a Xena, si
dissolve in un bagliore di luce tetra mentre la principessa guerriera
resta a terra con lo sguardo perso nel vuoto. Poi lentamente chiude
gli occhi e perde i sensi.
CAPITOLO V
E' giunta ancora
una volta l'alba e la luce torna ad illuminare quella landa. Olimpia
si ridesta colpita da un raggio di sole; lentamente si porta una mano
sulla fronte e con fatica riapre gli occhi cercando di ricordare ciò
che era successo; ha un forte mal di testa e un po' di amnesia le
impedisce di prendere coscienza del presente. Inizia a guardarsi intorno
mentre si massaggia un po' il collo; man mano che i minuti passano
la sua memoria riaffiora e torna a ricordare tutto: la notte precedente
erano state attaccate da una misteriosa donna dalla chioma corvina
e nel corso del combattimento era stata sconfitta. Ma Xena? Che fine
aveva fatto?
Il suo sguardo corre tra l'accampamento in cerca della compagna. Ad
un tratto la vede: stesa a terra immobile; il suo cuore inizia a palpitare
e presa da un'istintiva paura si alza di scatto e corre verso di lei.
Il suo sguardo appare tranquillo e sul viso vi è dipinto un
piccolo sorriso. Che stesse dormendo? Con cautela si inginocchia verso
di lei e inizia a scrollarle le spalle chiamandola, ma la principessa
guerriera sembra non svegliarsi. Olimpia si distrae un attimo ad osservare
il campo: tutt'intorno ci sono tracce di combattimento segnate sul
terreno, un sai si trova a terra a qualche metro di distanza mentre
l'altro è coperto dall'ombra del tronco bruciato di un albero
caduto. La bionda guerriera torna a rivolgersi a Xena e ancora una
volta le scrolla le spalle nel tentativo di svegliarla; lentamente
la donna riapre gli occhi e pone una mano sugl'occhi offesi dalla
luce del sole.
- Buon giorno eh! Mi stavo spaventando! Che è successo?! -
- Olimpia cara spostati
mi fai mancare l'aria! -
Olimpia resta un attimo perplessa sullo strano tono usato dalla compagna
ma senza dargli peso le allunga una mano per aiutarla a rialzarsi.
Mentre la poetessa raccoglie le sue armi, Xena si strofina braccia
e gambe nel tentativo di ripulirsi dalla terra e con sguardo un po'
schifato esclama:
- Sono più sporca di un contadino! Ho bisogno subito di un
bel bagno caldo e profumato! -
Olimpia resta a osservare la guerriera e riavvicinandosi a lei torna
a domandare:
- Mi vuoi spiegare che è successo questa notte
chi era
quella donna e che fine ha fatto? -
- Chi? -
- Come? Non ti ricordi quello che è accaduto la notte scorsa?
-
- Non è successo nulla tesoro. Di cosa mi dovrei ricordare!
-
- Sei sicura di sentirti bene? -
- Si gioia, non mi sono mai sentita meglio! - risponde Xena in un
sorriso mentre le da un pizzicotto sulla guancia.
Sempre più perplessa, Olimpia trova a terra la spada di Xena
e raccogliendola gliela porge; la guerriera la prede in mano e contrariata
esclama:
- Ma quanto pesa sto ferraccio arrugginito! -
La donna butta a terra la spada e inizia a guardarsi intorno non curante
di nulla.
- Xena, dov'è finito il tuo chakram? -
- Boh, non me lo ricordo. L'avrò lasciato da qualche parte!
. Senti, io ho fame andiamo a mangiare qualcosa! -
- Non abbiamo più niente con noi, ci cercheremo delle bacche
nel bosco. -
- Che cosa? Io mangiare delle bacche, stai scherzando?! Io voglio
comodamente sedermi in una taverna e fare un abbondante colazione.
-
I sospetti di Olimpia diventano sempre più forti: la Xena che
conosce lei non è così, è tutt'altra persona.
Che le sta succedendo? Visibilmente preoccupata, Olimpia si passa
una mano sotto il mento e resta per un attimo a osservare la compagna.
- Ehi biondina ci sei? - continua Xena passando un paio di volte una
mano davanti agl'occhi assenti della poetessa. - Se tu non l'avessi
ancora capito io ho fame, portami alla taverna più vicina!!
-
- Ma che diavolo stai dicendo?! - controbatte Olimpia con tono alterato
dalla preoccupazione.
- Rilassati tesorino
non mi sembra il caso di scaldarsi tanto.-
Xena improvvisamente inizia a guardare le curve di Olimpia con sguardo
sensuale come se stesse solo aspettando di saltarle addosso.
- Perché mi guardi in quel modo ora?! –
- Niente … stavo solo ammirando il tuo corpo … sei in
forma lo sai? Complimenti! –
- Xena possibile che tu non ti renda conto di ciò che stai
dicendo stamattina? -
- Eh? … che ho detto di male? Ti ho solo fatto un complimento!
Dici sempre che non te ne faccio mai! Sei incontentabile! -
Le due restano a fissarsi per un attimo poi Xena schiocca le dita
ed esclama:
- Ah ecco che c'è! Non ti preoccupare cara, intendevo farmi
il bagno prima di mangiare!! -
Olimpia resta letteralmente scioccata da quest'ultima osservazione
della principessa guerriera e non trova parole per rispondere.
- Ehi? Vuoi stare impalata lì tutto il giorno? Ho fame!!! -
Senza dire nulla la poetessa raccoglie un po' di cose e le mette sul
cavallo.
- Se hai davvero così tanta fame potresti anche aiutarmi eh!
-
- Stamattina sei proprio spiritosa! Dico
ma vuoi per caso che
mi spezzi un unghia?! -
A quelle parole, Xena sposta il suo interesse verso le unghie delle
sue mani e all'improvviso, interrompe il silenzio della natura con
un breve grido acuto e stridulo. Olimpia si spaventa e portandosi
una mano alla gola controbatte innervosita:
- Oh ma sei impazzita!!! Mi hai fatto prendere un colpo! Che hai da
urlare? -
- Guarda che disastro queste unghie!! Ho bisogno urgente di una manicure!!-
Olimpia ormai visibilmente attonita non riesce neanche a trovare più
le parole per rispondere e non riesce proprio a capire cosa sta succedendo
alla compagna. Immersa in cento pensieri infila il piede sinistro
nella staffa del suo cavallo e aggrappandosi alla sella, si da un
colpo di reni e monta in groppa al suo destriero.
- La locanda più vicina l'abbiamo passata ieri
ci sarà
almeno mezz'ora di cammino davanti! Muoviti! -
Xena si avvicina ad Argo guardandolo in modo contrariato:
- Sei pazza? Io non viaggerò mai su quest'animalaccio puzzolente!
-
- Che cosa? Ma se l'hai sempre fatto?! -
- Io?? Ma sei fuori di senno?!
Io odio gli animali, sono tutti
così brutti, sudici, pelosi e puzzolenti! Al solo pensiero
mi viene la nausea! -
- Senti Xena, non so tu cos'abbia in mente stamattina .. ma ti assicuro
che la mia pazienza si sta esaurendo molto rapidamente!! Sali su Argo
e muoviti!! -
- Senti biondina, non ti permettere mai più di dare ordini
a me
tu scendi piuttosto -
- Cosa?! -
- Hai capito benissimo! Avanti, scendi!! -
Sempre più irritata Olimpia scende da cavallo bisbigliando
qualcosa tra sè e sè poi guarda Xena con un'espressione
seccata che vuole dire " E adesso che fai ci andiamo volando?!"
Xena si sposta una ciocca di capelli dalla fronte in modo secco e
scocciato e senza far parola afferra la mano di Olimpia. Poi con uno
schiocco di dita alza lo sguardo verso il cielo e scompaiono nel nulla
lasciando di loro solo un fascio di luce.