CAPITOLO VI
Lentamente riapre
gli occhi. Si sente debole e confusa. Un forte dolore si propaga dal
collo verso la testa e parte della schiena. Con una smorfia di disappunto
Venere si passa una mano sulla fronte, poi scende dal lettino sul
quale fino a pochi istanti prima era sdraiata e inizia a guardarsi
intorno.
- Che diavolo è successo? -
Dopo qualche passo in avanti continua:
- Milena! Vieni subito qui! -
Nessuna risposta.
- Accidenti ragazzina ti ho detto di venire qui! -
Tutto resta immobile.
Su un lato, una finestra sbatte a causa di una ventata d'aria fredda.
Venere si spaventa e per un attimo il suo corpo viene invaso da un
brivido di freddo. Freddo? Ma che succede?! Gli dei non hanno freddo!
Assalita da un terribile dubbio, la donna corre verso il cuscino su
cui ricordava di aver posato la sua cintura e con grande sgomento
nota che non c'è più.
- Non è possibile!
Me l'hanno portata via .. me l'hanno
rubata!! -
Presa dal panico tenta di teletrasportarsi in un altro luogo ma la
sua persona resta lì immobile. In quel momento Venere capisce
che i suoi timori avevano fondamento: è di nuovo una semplice
mortale!!!
Presa dall'angoscia e dalla paura, la donna inizia a chiamare a tutta
voce il nome di Marte richiamando la sua attenzione in quel luogo
ma a quanto sembra nemmeno il fratello risponde al suo richiamo.
Con frenesia si riveste ed esce dal tempio. L'aria gelida le si staglia
contro facendole accapponare la pelle. Il suo abito è leggerissimo
e certo non è indicato a coprire e riscaldare il corpo! Involontariamente
il freddo la induce a sbattere i denti e la fame le fa venire un lieve
capogiro. Ma la sua preoccupazione più grande è quella
di raggiungere il tempio del fratello il prima possibile e farsi aiutare
da lui per risolvere la situazione. Per fortuna che il tempio non
dista molto dal suo! Non è abituata a camminare e il solo pensiero
la stanca.
Venere scende la rampa di scale e gira l'angolo del tempio quando
all'improvviso il suo cammino viene interrotto da un uomo che gli
si fa contro. I due si scontrano e Venere cade a terra:
- Ehi ma sta un po' attento a dove metti i piedi imbecille!!! -
La donna alza lo sguardo su di lui e riconoscendolo grida:
- Fratello!! Che ci fai qui .. Stavo venendo a cercarti, ti ho chiamato
prima, perché non sei venuto?! -
- Venere, ho un problema. -
I due fratelli si scambiano uno sguardo e senza bisogno di parole
comprendono cosa stesse accadendo e all'unisono esclamano:
- Sei mortale anche tu!! -
Marte aiuta la sorella a rialzarsi e prendendola sotto braccio iniziano
a passeggiare di fronte al tempio dedicato alla dea dell'amore.
- Non so che sia successo
all'improvviso è comparsa
nel tempio una strana guerriera
non era una mortale; le ho
visto strapparsi dal corpo una lancia e non ne è rimasta nemmeno
ferita. -
- Era una dea? -
- Forse ma non è certo una di noi, non l'ho mai vista sull'Olimpo.
Quella maledetta mi ha sconfitto e mi ha portato via la spada. Tu
piuttosto
come hai potuto tornare a essere una mortale?! -
- Non so che dirti .. credo che sia stata una mia ancella a tradirmi
ieri sera con l'inganno mi ha distratto con uno dei suoi massaggi
e mi ha portato via la cintura d'oro. -
A quella spiegazione Marte sembra impietrito e per un attimo non fa
parola.
- Che c'è fratello?
Ad ogni modo se avrò la possibilità
di rivedere quella piccola serpe le farò passare la voglia
di tradirmi! Sciocca mortale. -
- Non credo che sia necessario! -
- E perché?! -
Marte non risponde al quesito della sorella e la conduce lungo sentiero,
di fronte ai resti carbonizzati di un essere umano. Quella vista disgusta
la ex dea dell'amore che non trova il coraggio di mantenere lo sguardo
inorridita. Poi, però, riconosce un brandello di tessuto:
- E' il vestito di Milena!! -
- L'ho visto prima di venire da te. Questa non è opera di una
mano mortale. Secondo me c'è sotto ancora quella strana guerriera.
Si sarà servita di questa ragazza per farti portare via la
cintura con l'inganno per non far ricadere nuovamente interesse su
di lei; ma io sono convinto che dietro a questa faccenda c'è
ancora quella maledetta. -
- Che possiamo fare ora? -
I due restano a fissarsi per un attimo e ancora una volta rispondono
insieme:
- Xena! -
CAPITOLO VII
Quando la luce
che le offuscava la vista scompare, Olimpia realizza di essere in
un posto diverso dal bosco in cui si trovava qualche secondo prima:
due donne le passano a fianco parlando di cosa cucinare per pranzo
e voltandosi vede che c'è un mercato pieno di gente che discorre
per i fatti propri intenta a fare acquisti invogliata dai venditori.
- Xena
come ci troviamo qui?
Come ci sei riuscita?-
La principessa guerriera è già intenta a guardare al
di là della testa della compagna in cerca di chissà
cosa.
- Xena?! - ripete Olimpia piuttosto preoccupata.
-Olimpia cosa vuoi che ti dica? Non conosco un modo migliore per spostarmi!
E ora smetti di preoccuparti e andiamo a trovare qualcosa di più
comodo da mettere. Hai un faccino mia cara
hai bisogno di rilassarti
un pò, seguimi.-
La principessa guerriera si avvicina a una bancarella di vesti e stoffe
raffinate seguita dalla poetessa che la studia come se avesse di fronte
una sconosciuta. Il giovane venditore si avvicina a Xena e come è
solito fare con tutti i clienti, chiede:
- Posso esserti utile?-
- Si bel giovanotto, fammi vedere una veste che metta in evidenza
il mio corpo perfetto. Niente colori scuri mi raccomando! -
L'uomo la guarda perplesso: sapendo di avere di fronte una guerriera,
la sua richiesta gli appare alquanto bizzarra ma per evitare guai
decide di non contraddirla e inizia a mostrarle le merce che ha con
sé.
Olimpia resta sempre più allibita nel guardare la sua compagna
e si convince sempre di più che nel combattimento della notte
precedente sia accaduto qualcosa che le sfugge e che in qualche modo
ha reso Xena tutt'altra persona. La sua mente inizia a vagare in mille
pensieri ed ipotesi, nel disperato tentativo di risolvere l'enigma
e trovare così la chiave per aiutare la sua amica.
Ad un tratto il suo sguardo cade sull'insegna della taverna di fronte
a loro che recita "Al grottino di Melfi"; ed ecco che nasce
un'altra domanda: Melfi era ad almeno sei ore di cammino dal bosco
in cui loro si trovavano pochi attimi prima; come ha fatto Xena a
condurla fin li? Solo una divinità è in grado di spostarsi
in questo modo e con una simile rapidità, ma questo paragone
le pare impossibile. Sta parlando di Xena: la principessa guerriera,
non di una divinità. E' allora com'è riuscita a raggiungere
Melfi in questo modo?!
Mentre il suo pensiero è occupato da continue domande, il bardo
di Potidea entra nella taverna, allontanandosi per un attimo da una
Xena sempre più presa dalla selezione degl'abiti. Il locale
è pieno di gente di ogni tipo: persone di passaggio che vogliono
solo consumare un pasto caldo in solitudine prima di riprendere il
cammino, uomini al bancone che bevono del sidro in compagnia di amici
e altri che preferiscono farlo da soli.
Olimpia si avvicina al bancone e riesce ad attirare l'attenzione dell'oste
che è piuttosto indaffarato:
- Senti, sai dirmi se ci sono stati disordini in città negli
ultimi giorni?-
L'uomo la guarda annoiato e sembra infastidito dall'inusuale domanda
della giovane donna che inizia a osservare per capire quanto le convenga
parlare.
- No, non mi pare
se ci fossero stati, lo avrei saputo di sicuro
di
dove sei e perché mi fai questa domanda?-
-Ti ringrazio dell'informazione, ma ora ho fretta-
Olimpia corre fuori a recuperare Xena perché nello stato in
cui è, preferisce non lasciarla troppo tempo da sola. Ritorna
alla bancarella dove l'aveva lasciata e vede il mercante che fissa
con un'aria da citrullo un drappo di stoffa che fa da spogliatoio;
l'angolazione della luce gli consente di poter osservare ogni singolo
movimento che la principessa guerriera compie spogliandosi e preso
dalla "curiosità" allunga la mano per spostare la
stoffa, ma viene fermato da Olimpia che sopraggiunta alle sue spalle
grida:
-Ehi! Giù le mani!-
-Volevo passarle il vestito
- balbetta l'uomo imbarazzato, ritraendo
la mano.
-Si come no! Dallo a me che glielo do io
Ma tu guarda che razza
di pervertito! -
La bionda guerriera strappa il vestito dalla mano del mercante e prima
di passare dall'altro lato della stoffa lo guarda in cagnesco per
assicurarsi che non ci riprovi una seconda volta. Quando si volta
vede Xena completamente nuda che si fissa al piccolo specchio posto
nello spogliatoio ambulante.
- Xena questo venditore è un pervertito di prima classe sbrigati
a cambiarti!
Che stai facendo?!-
La principessa guerriera continua a fissarsi allo specchio con aria
compiaciuta:
- Non trovi che io sia una donna bellissima? Avrei potuto fare altro
nella vita
come ho potuto diventare una guerriera?
Non è
mai stato adatto a me -
Olimpia le mette una mano sulla spalla e la fa girare verso di lei
distogliendo l'attenzione della compagna dallo specchio.
- Xena che ti sta succedendo? Che ti ha fatto ieri notte quella donna?-
Il bardo guarda la principessa guerriera negli occhi cercando in quel
profondo azzurro la risposta.
- Cara .. io credo che tu abbia bisogno di una vacanza! Numi dell'Olimpo
.. Rilassati un po' stai diventando noiosa! Te l'ho già detto
prima .. ieri notte non è accaduto nulla che mi dovessi ricordare!
.. Te lo sarai sognata magari!O forse hai solo paura che ti abbia
tradito?-
Olimpia resta a fissare la donna negl'occhi e realizza che da lei
non potrà mai avere una spiegazione. Questa volta se la dovrà
cavare da sola.
Poi, un colpo di tosse del venditore la riporta al presente e i suoi
occhi cadono sul corpo nudo di Xena e con un lieve sorriso sulle labbra
le consiglia:
- Fai in fretta a rivestirti
prima che a quello gli pigli un
infarto! -
–
Magari volevi dire che un infarto potrebbe venire a te!… - Xena
si avvicina alla compagna fino a stare a un palmo dal suo viso. -
…abbiamo qualche minuto per noi se ne hai voglia anche tu come
me adesso… -
Olimpia resta immobile per qualche istante quasi volendo riflettere
sulla situazione mentre Xena la stringe forte a se cingendola per
i fianchi. Per quanto la mente glielo sconsigli il bardo non è
in grado di resistere alla tentazione e cattura le labbra di Xena
in un bacio pieno di passione. La principessa guerriera sembra gradire
l’iniziativa della bionda poetessa e risponde al suo gesto cercando
di sfiorarle la lingua con la sua. Questo bacio si protrae a lungo
e mentre le loro lingue giocano vivacemente, Olimpia posa le mani
sul busto nudo della compagna iniziando ad accarezzare la sua pelle
vellutata.
Ad un tratto Olimpia nota che intorno alla vita di Xena, vi è
legata una cintura simile ad un cordoncino che si chiude con un piccolo
nodo sul fianco destro:
- E’ quella cos’è?- le domanda interrompendo così
la loro effusione.
- E’ bellissima non è vero? Mi sono accorta di averla
addosso poco fa quando ho tolto quella scomoda armatura. E’
proprio un ammasso di ferraglia … se la vuoi te la regalo non
ho più intenzione di metterla. Prenderò un paio di vesti
di seta e organza - risponde con voce ingenua Xena.
La principessa guerriera posa una mano sul volto del bardo cercando
di riguadagnare la sua attenzione e non appena la donna posa di nuovo
il suo sguardo su di lei Xena tenta di baciarla nuovamente, ma non
appena le loro labbra si ricongiungono Olimpia si scosta tornando
a fissare la cintura:
- Sarà meglio che tu ti rivesta … dobbiamo andare. –
conclude con tono un po’ preoccupato la donna.
- E perché mai? – controbatte un po’ contrariata
Xena.
La donna osserva la bionda guerriera per un istante e notando un velo
di preoccupazione nei suoi occhi fa un lungo respiro per poi dirle:
- E va bene amore, andiamocene .. ma non pensare che sia finita qui
.. mi aspetto che tu riprenda il discorso non appena avremo la possibilità
-
Olimpia sorride in risposta e conclude la loro parentesi con un tenero
bacio sulle labbra:
- Ti basta questo come garanzia? -
- Uhmm … non lo so … non sono ancora totalmente convinta
… - ribatte maliziosamente Xena.
Un nuovo bacio è la risposta che il bardo dà alla compagna,
ma questa volta la passione che le trasmette lascia intendere a Xena
le suo inequivocabili intenzioni:
- Si .. diciamo pure che mi hai convinto … -
- Dai .. allora rivestiti ora … -
- Si .. passami quella veste sulla panca per favore ... voglio vedere
come mi sta.-
Xena tende la mano ad Olimpia in attesa che le porga il vestito, ma
il bardo continua a guardare la cintura d’oro che brilla di
un luce più potente dell’oro ed ha riflessi cangianti,
contraddistinguendola da una comune cintura.
Istintivamente Olimpia prova a prendere la cintura con una mano ma
si accorge che aderisce perfettamente alla pelle di Xena e non riesce
ad afferrarla.
- Xena toglitela. Voglio guardarla da vicino, questa cintura è
strana-
La principessa guerriera si ritrae e con tono seccato risponde:
- Non posso, ci ho provato anche prima ma non ci riesco. E poi non
mi va di levarla. Da quando ho indosso questa mi sento …non
so come spiegarlo … mi sento un’altra! …Anche se
dubito che tu possa capire come mi sento. -
- Ti rendi conto? Esiste una sola cintura al mondo simile a questa
e appartiene a Venere perciò escludo che possa averla tu…anche
se visto il modo in cui ti stai comportando non escluderei nessuna
ipotesi per quanto assurda possa essere. -
- Olimpia .. ora stai proprio vaneggiando!! Va a farti un bel bagno
e riposati .. sei stressata! -
La poetessa lancia uno sguardo di disappunto alla compagna e scostante
controbatte:
- Muoviti a cambiarti, dammi l’armatura!-
Xena prende l’abito che Olimpia aveva tolto di mano al venditore
e lo rimira compiaciuta: è un abito rosso fuoco molto corto
e scollato.
- Non c’è dubbio stai proprio male se vuoi andare in
giro vestita in quel modo! Fino a ieri avresti ucciso pur di non metterlo!…Questa
storia non mi convince proprio…- commenta Olimpia osservando
il vestito.
La principessa guerriera ignora i commenti della compagna e finisce
di sistemarsi il vestito davanti allo specchio:
- Dobbiamo andare a cercare informazioni sull'oracolo. Se ci ha mandato
a chiamare con tanta urgenza deve esserci di sicuro un valido motivo.
Non sono molto sorpresa che il suo tempio sia stato distrutto ma ora
non so proprio dove cercarla - aggiunge tenendo lo sguardo fisso sulla
sua immagine riflessa nello specchio.
Olimpia rimane perplessa dalle sue parole:
- Come sai che il tempio è stato distrutto se non ci siamo
ancora andate?-
- Si che ci siamo andate! Solo che tu avevi gli occhi chiusi quando
ci siamo teletrasportate lì e non te ne sei neanche accorta!.-
- E' impossibile da crederlo ma sto notando in te tutte le caratteristiche
di una divinità
Sono sempre più preoccupata
se tu hai la cintura di Venere e i suoi poteri chissà lei ora
cosa starà combinando
-
CAPITOLO VIII
Nel frattempo,
Marte e Venere sono in cammino alla disperata ricerca di Xena. Non
sapendo da dove cominciare le ricerche i due fratelli decidono di
raggiungere il paese più vicino e cominciare a chiedere informazione
nella speranza che qualcuno sappia dire loro dove possono trovare
la principessa guerriera.
Giungono in breve su una lunga strada sterrata, frequentata da pellegrini
in viaggio e da carri carichi di materiale o bestiame la cui metà
è Melfi. L'ex dio della guerra appare stanco e preoccupato
e sembra non riuscire a tenere il passo con la sorella, che cammina
nervosamente standogli davanti.
- Marte, ma ti muovi o no?!!! -
- Non capisco cosa ci serva tutta questa fretta! -
- Sbrigati! Ho bisogno di indossare qualcosa di più comodo
quanto vorrei torturare quella strega che mi ha portato via
la cintura
Ah!! Prima le strapperei tutti i capelli, poi la
rintronerei di schiaffi e poi
-
- Venere ti prego non urlare
ho mal di testa ed è tutta
la mattina che camminiamo! Ho bisogno di silenzio e di un po' di riposo!
-
- Certo che senza quella spada ti trasformi proprio in un pappamolle!
-
In quel mentre un giovane fermo sul lato della strada con un amico
fischia verso Venere per commentare la sua mise rosa tutta trasparenze.
L'ex dea dell'amore senza pensarci due volte gli molla un sonoro ceffone
lasciando i due ragazzi di sasso. Profondamente irritata, Venere si
avvicina in modo minaccioso al povero sventurato e con tono molto
alterato grida:
- Ma come ti permetti brutto popolano! Tua madre non ti ha mai insegnato
un po' di educazione?! -
Come una belva inferocita che si avventa sulla preda, Venere afferra
il giovane per il bavero e lo stringe con tutte le sue forze:
- Figlio di una meretrice
-
Sebbene questa scena lo divertisse molto, Marte cerca di calmare la
sorella con la poca forza che gli resta e la separa dal giovane che
continua a guardarla senza battere ciglio, molto sorpreso dalla sua
reazione. L'ex dio della guerra deve impegnarsi non poco per convincerla
a riprendere il cammino ma alla fine riesce nel suo intento:
- Perché mi hai fermata? Lasciami andare, voglio suonargliele
di santa ragione! -
- Un'altra volta sorellina, ora dobbiamo correre
a sistemare le cose .. qui la situazione ci sta sfuggendo di mano
più velocemente del previsto
-
Senza dire una parola, Venere riprende il cammino visibilmente innervosita;
Marte la segue di malavoglia e per un lungo tratto i due proseguono
nel totale silenzio, entrambi immersi nei propri pensieri. L'ex dio
della guerra si guarda spesso in giro diffidente: sa benissimo quali
sono le conseguenze che il suo allontanamento dall'Olimpo comporta
nei mortali e teme di imbattersi in qualche rissa nata da una banalità.
Inoltre sa che senza i suo poteri le persone che non hanno mai provato
odio sono facilmente irritabili e violenti e teme che sua sorella
perda totalmente l'autocontrollo.
Ad un tratto l'uomo volge la sua attenzione verso una giovane coppia
e vede il ragazzo che offre dei fiori all'amata e lei che li rifiuta.
- Cosa vuoi che me ne faccia dei fiori?! Sei solo uno sciocco! -
A quella scena Marte torna a pensare al caos che la perdita del dio
della guerra e della dea dell'amore avrebbe causato tra i mortali
e afferrando Venere per un braccio, le fa segno di osservare la coppietta
di fidanzati:
- Bisogna subito rimettere le cose a posto e per farlo abbiamo bisogno
di Xena! - commenta con tono cupo e pacato.
Le due divinità restano per un attimo ad osservare i due giovani
e poi fanno per riprendere il loro cammino quando la ragazza riprende
il discorso.
-
Io ti amo, non ho bisogno di tutti questi doni! -
La giovane si avvicina al suo spasimante e gli da un bacio. A quelle
parole Marte si ferma con gli occhi sbarrati. Poi incredulo si avvicina
ai due intromettendosi nella loro conversazione:
- Scusatemi
ma voi due
ecco
come dire
vi amate? -
I giovani lo guardano consapevoli di avere di fronte un idiota e fanno
per allontanarsi quando il dio della guerra aggiunge:
- Lo so che la mia domanda potrà sembrarvi strana
ma
rispondetemi sinceramente per favore .. che provate l'uno per l'altra?
-
I due si guardano e poi rispondono all'unisono:
- Ci amiamo! -
- Siete sicuri che non sia solo una sfrenata attrazione fisica? -
- Amore, per favore andiamo via! - dice la ragazza seccata dall'impertinenza
di Marte.
- No, aspetta!
Dove andate? A fare un po' di attività
fisica o volete prima sposarvi?
Vi prego rispondete -
Il giovane, che fino a quel momento si era mantenuto piuttosto distaccato,
sembra essersi innervosito e si avvicina verso Marte che pone avanti
le mani per evitare che possa avvicinarsi troppo.
- Ma come ti permetti di dire certe cose?! - grida il ragazzo tirandogli
un pugno in un occhio.
Marte cade a terra mentre il giovane si allontana con la ragazza;
Venere, che ha assistito alla scena spazientita da lontano, torna
indietro a recuperare il fratello e lo aiuta a rialzarsi.
- Sei un imbecille! Con tutti i problemi che abbiamo ti metti pure
a fare il galletto con le donne altrui! Hai perso pure la capacità
di sceglierti le ragazze
devo trovare al più presto
la mia cintura! -
- Ma io volevo
- balbetta Marte appoggiandosi alla sorella.
- Si, si, lo so cosa volevi
- lo interrompe bruscamente Venere
- Cammina va che è meglio
abbiamo ancora molta strada
da fare! -
Marte fa una smorfia di disappunto alla sorella e riprende il cammino
e Venere, dopo un lungo sospiro, lo segue alla volta di Melfi.