EPISODIO N. 3
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Tornato indietro, assetato di sangue e di carne nemica, si lanciò verso uno degli uomini di Fronio, con la sua lunga coda lo stritolò come un boa e i muscoli ben sviluppati delle fauci gli permisero di troncare la vita di un altro guerriero con un solo morso.
Xena:<E’ il potere dei lumin a creare questi mostri, ma adesso basta!> - Disse la donna rabbiosa –
Xena:<Dammi qua! > - Ordinò a Fronio di passargli la sua lancia in metallo munita di una punta acuminata e la scagliò contro il drago, trapassandolo da parte a parte.
L’essere vomitò sangue, seguito da strazianti lamenti.
Accasciatosi sulle zampe dai lunghi artigli, le ali membranose si piegarono; la grande testa si afflosciò al suolo e le pesanti palpebre si chiusero su occhi vecchi di secoli.
Non avrebbe più ammorbato l’aria con il suo fiato pestifero facendo strage di esseri umani.
Gli altri mostri, alla morte del drago, si bloccarono, tornando a ricoprirsi di un fetido miscuglio di pietra e roccia vulcanica.
Fronio:<Incredibile…> - Disse con occhi sgranati l’uomo dopo lo scampato pericolo –
Fronio:<Il drago ha risvegliato nei mostri l’energia vitale. Uccidendolo, Xena, hai dato a quegli orribili giganti il sonno eterno…quasi uniti da un unico destino> -
<Siamo salvi! Viva Xena!> - Urlarono i pochi guerrieri rimasti in vita -
Xena:<Restate qui…adesso vado a riprendermi Olimpia! > -

Una volta lasciati gli uomini al sicuro, Xena si diresse verso un sentiero che saliva con ampie svolte lungo il fianco della montagna.
Circa a metà strada incontrò un tratto in terra rossa battuta, scavata da profondi solchi irregolari. Più saliva e più l’odore di zolfo si faceva intenso, accompagnato da sporadiche nuvole di vapore.
Arrivata in cima, lo spettacolo fu feroce: la grande voragine del cratere era coronata da nuvole di vapori sulfurei bollenti che, con i loro sibili, sembravano provenire direttamente dal centro della terra.
Senza pensarci su, la principessa guerriera si calò all’interno della fossa con il solo scopo di liberare l’amore della sua vita.
Non appena Xena toccò il suolo, si sentì smarrita in quella caverna dimenticata dagli dei. Quasi soffocò per i densi vapori che uscivano dagli anfratti.
Nell’eventualità che potesse essere attaccata alle spalle all’improvviso, sguainò la spada donatale dall’asceta indiano. Come per incanto, l’arma iniziò a brillare di una luce intensa, illuminando con la sua energia il cunicolo buio. Questa aveva una sua volontà e, fungendo da guida, condusse Xena da Olimpia, attratta da lei come se ne fosse calamita.
Xena:<Grazie Belhur…> - Disse la guerriera abbozzando un sorriso. Adesso poteva orientarsi al meglio.


<Xena è qui! E’ riuscita ad entrare!> - La voce possente dei lumin riecheggiò nella testa di Nerissa. Presa dal panico si alzò veloce dal triclinio dove era sdraiata un momento prima.
Nerissa:<Non è possibile! Doveva già essere morta e sepolta. Quella donna ha la capacità di mandarmi in bestia!> - Andava su e giù, parlando da sola come una fiera impazzita.
Olimpia:<Nerissa…ma cosa succede? Con chi parli?> -
Nerissa:<Via! Andate via tutti!> - Cacciò chiunque si trovasse a tiro: ancelle, schiavi,
musici. Mise a soqquadro l’intero banchetto, spaccando ogni oggetto a portata di mano e
poi lanciò un urlo agghiacciante.
Il sangue nelle vene del bardo si gelò da subito. Iniziò sul serio ad avere paura di quella donna, ciò nonostante provò a farla ragionare.
Olimpia:<Calmati, ti prego…dimmi cosa sta accadendo. Forse posso aiutarti > - Si avvicinò, sperando di riuscire ad ottenere almeno una risposta, ma in cambio non ottenne altro che violenza.
Nerissa l’afferrò decisa per un braccio e poi le disse –
Nerissa: <Tu! Muoviti, vieni con me!> -
Olimpia:<Fermati! Dove mi stai portando? > -
Nerissa:<Devo nasconderti da lei prima che sia troppo tardi…> - ed iniziò a farfugliare tra i denti cose incomprensibili -
Olimpia:<Non verrò da nessuna parte se prima non mi dici che succede!> - La ragazza si dimenò come fosse tra le maglie di una rete, costringendo Nerissa a fermarsi -
Nerissa:<Xena è venuta per portarti via da me ancora una volta ma non glielo permetterò! No! Questa volta no!> -
Olimpia:<Xena è qui? Devo andare da lei…lasciami!> -
Nerissa:<Aspetta! Olimpia tu non capisci, i Lumin vogliono che tu ti converta di nuovo alla luce! > -
Olimpia:<Cosa stai farneticando? > -
Nerissa:<Tu sei mia, lo vuoi capire? Per vent’anni ho aspettato questo momento e non sarà una stupida guerriera a rovinare i miei piani! > - Le disse tutto questo a muso duro e poi la baciò con passione.
Il baciò per Olimpia sembrò durare un eternità. Poco dopo riuscì a staccare le sue labbra da quelle della donna e commentò così l’accaduto –
Olimpia:<Sei impazzita? Credi che questa tattica faccia presa su di me?> -
Nerissa:<Non è tattica questa. E’ il mio istinto animale!> - E la baciò di nuovo con più vigore.
Olimpia si opponeva con tutte le sue forze. Non era mai stata trattata così.
Lumin:<Prendila adesso! Falla tua prima che arrivi Xena!> - Continuavano a ripetere i Lumin alla loro protetta –
Olimpia:<Smettila Nerissa…basta!> - Urlò il bardo.
Le due caddero per terra sotto i continui assalti della donna e finirono distese su di un morbido tappeto che in parte attutì l’impatto della caduta.
Spinta da un’insaziabile libido, le mani di Nerissa si avventarono voraci sul corpo caldo di Olimpia. Quella donna era talmente forte da riuscire a limitare ogni azione difensiva da parte del bardo.
Olimpia:<Xena! > - Lanciò un urlo così violento da spaccare l’udito anche a Nerissa.
In quel preciso istante, quasi come se avesse recepito il suo richiamo d’aiuto, la principessa guerriera sfondò con un calcio la grande porta in legno massiccio e piombò come un falco su Nerissa –
Xena:<Togli le mani di dosso dalla mia donna, brutta megera!> - E la tramortì al capo con l’elsa della spada.
Xena:<Olimpia...amore mio come stai?> - La guerriera la cinse finalmente nel suo tenero abbraccio. Poi la baciò su tutto il viso, poi sulle labbra ed Olimpia si avvinghiò stretta a lei. Si scambiarono parole d’amore, felici e commosse per essersi ritrovate.
Xena baciò di nuovo la sua compagna, con le mani le coprì il volto accarezzandolo infinite volte, poi attirò a sé Olimpia lasciando cadere il suo capo sul petto e pianse ancora rovesciandole addosso tutta la sua felicità.

Ad interrompere l’idillio ci pensò Nerissa che, astutamente, riuscì ad eludere di nuovo le due guerriere.
Nerissa:<Ma che bel quadretto!> - Disse sarcasticamente –
Xena la guardò con occhi pieni di astio, poi rivolse lo sguardo verso la sua compagna e le disse –
Xena: <Tesoro, so che adesso non ricordi nulla. Belhur ha cancellato dalla tua memoria sia Nerissa che i Lumin soltanto per proteggerti!> -
Olimpia:<Belhur?> - Disse incredula.
Xena: <Sì Olimpia. È stato lui a condurmi da te…ti racconterò tutto dopo, ma adesso ho un conto in sospeso con Nerissa! > - Si mise in posizione di lotta impugnando la spada con entrambe le mani e la fissò in viso rabbiosa.
Xena:<A noi due Nerissa!> -
Nerissa:<Come vedi Xena, non è cambiato nulla. Dopo vent’anni siamo qui con gli stessi argomenti, l’una contro l’altra a contenderci l’amore per Olimpia!> - Adesso la donna non sembrava affatto preoccupata e accettò la sfida.
Xena:<Tu sei folle! Non riuscirai mai a conquistare il suo cuore, neanche con tutti i tuoi incantesimi ci riusciresti!> -
Nerissa:<Questo lo dici tu!> - Nerissa prese un piccolo pugnale che aveva nascosto dietro la schiena e glielo scagliò addosso. I riflessi di Xena erano sempre pronti e riuscì a schivarlo con destrezza.
Xena:<Olimpia va al riparo!> - E la spinse lontano da sé.
Xena:<Ma non capisci Nerissa? Sono i lumin a succhiare la tua linfa vitale…combattili!> - Anche se provava del rancore per quella donna, Xena cercò di aprirle gli occhi mettendola in guardia dai lumin.
Xena:<Non essere succube dei loro raggiri! > - Continuò la guerriera nel suo intento di farla ragionare.
Nerissa:<Tu parli troppo> - Fu la sua risposta.
Lumin:<Uccidila, Nerissa! Uccidila! > - Intanto le voci dei lumin divennero sempre più insistenti, incitandola a combattere. Nerissa prese una spada e iniziò la lotta.
Nerissa:<E’ la resa dei conti Xena…preparati a morire! > - Con un fendente ben assestato riuscì a farsi avanti, ma Xena, con un solo colpo, disimpegnò il proprio ferro da quello dell’avversaria .
Xena:<Stai arretrando Nerissa…Avanti, fatti sotto! > - Le disse con disprezzo insultante.
Nerissa:<Adesso vedrai Xena…> - Nerissa attaccò di nuovo la guerriera con un altro fendente che fu respinto con agilità da Xena, che con un calcio rotatorio la colpì in faccia, facendole sputare un molare.
Xena:<Ecco…adesso siamo pari > - Le disse, ricordandole di quella volta che anche lei perse un dente a causa sua.
Nerissa:<Maledetta!> -
Nerissa si pulì le labbra sporche di sangue con il dorso della mano. Stizzita per essere stata colpita in pieno viso, mostrò il suo ghigno con ferocia, ringhiando e minacciando di mordere ancora. Ma sapeva benissimo di essere in difficoltà.
Xena:<E’ tutto qui quello che sai fare Nerissa? Ti ricordavo più battagliera…mi deludi > - Le parlò con scherno -
Xena:<O magari sono solo gli anni che passano e che ti hanno indebolita. Avrai anche un aspetto giovanile grazie ai tuoi lumin ma rimani pur sempre una povera vecchietta!> Continuò a deriderla fino a quando Nerissa, sentendosi minacciata, fece ricorso proprio all’aiuto dei suoi lumin.
Nerissa:<Lumin, annientatela con la vostra potente energia!> -
Tre entità dall’aspetto iridescente comparvero all’improvviso, sprigionando bagliori accecanti. Erano incappucciati ed avvolti da una lunga tunica nera, due occhi rossi luccicavano attraverso due piccole fessure nel cappuccio.
Iniziarono a scagliare dardi infuocati su Xena, ma la principessa guerriera, con dei salti prodigiosi all’indietro, riuscì ad evitare di essere colpita.
Olimpia:<Xena, sta attenta!> - Gridò la compagna.
Purtroppo Olimpia non poté far altro che assistere alla scena impotente.

Lumin:<E’ inutile Xena, non potrai sconfiggerci. L’aiuto di Belhur non ti servirà! > La voce cupa e profonda degli spiriti si levò per l’intera caverna.
Continuarono a bombardarla con i loro poteri oscuri, scoccati da un lungo bastone che poggiavano per terra ogni qual volta decidevano di infierire.
Xena fu colpita alla schiena da un raggio di luce arroventato che la sbalestrò contro una parete.
Il fodero che Belhur le dette si dimostrò efficace. Proteggendola come uno scudo, salvò la vita alla principessa guerriera, che si alzò in piedi e senza un graffio, pronta a sfidarli di nuovo.
I lumin, per punire la sua insolenza nel volerli combattere ancora, tuonarono d’ira scuotendo la terra. Dai loro occhi uscirono pericolosi fulmini incandescenti.
Xena:<Sta giù !> -Urlò ad Olimpia -
Per proteggerla da questo nuovo assalto, Xena entrò in sintonia e simbiosi con la sua arma, parando, colpo su colpo, qualsiasi attacco estremo le venisse rivolto. Tutto questo accadeva sotto gli occhi ridenti di Nerissa.
La forza distruttiva dei lumin arrossò anche la cima del Vulcano.
Lumin:<Non uscirai viva da qui, Xena: questa sarà la tua tomba!> - Ed esplosero
ancora saette di fuoco su di lei.
La principessa guerriera, con un’agilità incredibile, mise in moto il suo corpo con salti strepitosi e piroette per aggirare ogni azione violenta da parte dei lumin.
Mentre Xena era occupata a lottare contro di essi, Nerissa prese Olimpia alle spalle minacciandola con un pugnale.
Nerissa: <Arrenditi, Xena, o la uccido!> - L’atto intimidatorio di Nerissa arrestò di colpo il cuore della principessa guerriera.
Da una parte i Lumin e dall’altra Nerissa. Che cosa avrebbe potuto fare adesso Xena per salvare la sua compagna?
Xena: <Non lo farai Nerissa. Se avessi voluto ucciderla l’avresti fatto già da un pezzo!> - Le disse la guerriera –
Nerissa:<Ne sei davvero sicura Xena? Se non posso averla io, allora non l’avrai neanche tu! > - Ma anche questa volta gli occhi lucidi di Olimpia intenerirono l’animo di Nerissa, che ebbe un attimo di esitazione nel colpirla a morte.
Xena capì che quello era il momento adatto per agire, così sfruttò l’occasione a suo vantaggio. Si gettò nel furore della mischia accompagnata dal suo inconfondibile grido di battaglia. Con un salto mortale in avanti, sfoderò non solo la sua grinta ma anche un potente calcio alla testa per Nerissa, facendole perdere i sensi.
Ora alla mora guerriera non rimaneva che abbattere i Lumin. Con un ghigno stampato sulle labbra, disse loro –
Xena:<Signori, ho previsto per voi un viaggio di non ritorno negli inferi! > -
Questi erano pronti a scagliarle addosso altri fulmini e saette quando Xena, dapprima roteò l’arma nel suo pugno e dopo, con un solo colpo di spada ben assestato, staccò loro la testa.
La loro fine fu segnata da un’intensa esplosione di fumo e scintille.

Gli spiriti furono finalmente annientati dalla principessa guerriera che corse esultante ad abbracciare la sua Olimpia.
Xena:<Cara mi sei mancata tanto!> - Il bardo commossa le scaldò il cuore baciandola con la sua morbida bocca.
Olimpia:<Siamo di nuovo insieme…> - Le disse dopo quella calda dimostrazione di affetto.
Xena:<Sì, Olimpia, nessuno riuscirà mai a separarci> - Poi Xena si accorse che Nerissa era ancora per terra stordita e corrugò un sopracciglio.
Xena:<A quanto pare è ancora viva…> -
Olimpia:<Xena, adesso ricordo chi è Nerissa! E’ quella crociata che pretendeva di farsi giustizia da sé, emettendo giudizi e condanne in nome dei lumin e chi non si convertiva alla luce, lo puniva con la morte…Non è vero Xena?> -
Xena:<Esatto Olimpia... Anche tu una volta ti sei convertita alla luce, cadendo nel suo tranello. Così Belhur ha cancellato una parte dei tuoi ricordi per proteggerti dall’influenza negativa dei lumin, ma ora, essendo stati sconfitti, ti ha ridato quella parte del tuo passato di cui tu non avevi memoria> -
Con la scomparsa dei lumin anche i poteri di Nerissa svanirono. Lo scorrere veloce del tempo portò via alla donna la giovinezza che aveva da sempre bramato sotto gli occhi attoniti delle due guerriere. La sua pelle fresca lasciò il posto ad un’altra più avvizzita.
Non appena Nerissa riprese il controllo delle proprie facoltà, capì di aver perso per sempre l’amore di Olimpia. La sua vita adesso non aveva alcun senso e i suoi occhi bagnati di lacrime chiedevano solo perdono per il male arrecato.
Il bardo si inginocchiò accanto a lei. Le sollevò il capo e con infinita bontà le accarezzò una guancia.
Nerissa:<Potrai mai perdonarmi?> -
Olimpia:<Tranquilla, Nerissa: ti ho già perdonata. Tu non sei colpevole di quanto è accaduto. La colpa è solo dei lumin che ti hanno plagiata per tutti questi anni…adesso sei libera!> - Le rispose con indulgenza –
All’improvviso ci fu un boato, seguito da una fortissima vibrazione che fece tremare l’intera caverna.
Era il vulcano che, il con il suo alito incandescente, scuoteva e muoveva la terra dalla rabbia. Per vendicare la morte dei lumin, vomitò un imponente colonna eruttiva composta da pomici, ceneri e lapilli.
Detriti di rocce si staccarono dalle pareti e iniziarono a piombare giù come pioggia battente.
Xena:<Presto, fuggiamo!> - Urlò la guerriera –
Xena:<E’ pericoloso restare qui!> -
Olimpia:<No, aspetta! Non possiamo lasciare Nerissa!> - Così le due aiutarono la donna ad alzarsi, ma questa zoppicava dolorante per una storta alla caviglia.
Nerissa:<Io resto qui, vi rallento la fuga!> - Ed indicò loro un passaggio segreto nelle mura -
Nerissa:<Vi porterà dritte alla spiaggia…Fuggite ora o morirete!> -
Olimpia:<Avanti Nerissa, vieni via con noi!> - Il bardo cercò di farla desistere dal suo proposito di morte ma Nerissa era convinta che, se avesse sacrificato la sua vita, avrebbe espiato i propri errori. Così le strinse le mani in segno di affetto e con la sua voce tremante le disse addio per sempre.
Nerissa:<Non dimenticare Olimpia che il mio amore per te non avrà fine. Su, adesso va!> -
Xena:<Forza tesoro, andiamo via…> - le disse la guerriera –
Xena:<Non possiamo fare più nulla per lei. Questa è una sua scelta!> -
Olimpia a malincuore salutò Nerissa un’ultima volta e poi con la sua compagna fuggì attraverso un condotto sotterraneo scavato nella roccia.

Nel frattempo la fase esplosiva del vulcano non accennava a diminuire. Una gigantesca nube di gas e di ceneri scaturì dal cratere abbattendosi sull’isola: questa sembrava sollevarsi dal mare per puntare verso il cielo.
La grande quantità di vapore riversato nell’atmosfera causò inoltre un’abbondante pioggia che, fluidificando gli immani depositi di cenere depositatisi sui fianchi del vulcano, li trasformò in enormi colate di fango.
Come se tutto ciò non bastasse, il collasso della colonna eruttiva creò la formazione di nubi ardenti che in poco più di una decina di minuti raggiunsero il mare bruciando e devastando tutto ciò che incontrarono lungo il loro cammino.
Fortunatamente le due guerriere erano riuscite a mettersi in salvo grazie all’aiuto di Nerissa.
Quella piccola deviazione sotterranea diede loro il tempo di arrivare sulla spiaggia e di salire a bordo della “nave nera”.

L’isola di vulcano ormai andava pian piano scomparendo alle sue spalle e sentendosi più al sicuro, Xena decise di scendere giù in cabina per raggiungere Olimpia.
Ci avrebbe pensato Fronio a riportarle a casa.
La guerriera entrò nella stanza e, vedendo la sua compagna pensierosa, si avvicinò a lei e le chiese –
Xena:<Tutto bene?> -
Olimpia:<Sì, tutto bene… > - rispose Olimpia –
Olimpia:<Solo mi dispiace un po’ per Nerissa> -
Xena:<Sì, lo so, ma così ha riscattato il suo passato...però adesso pensiamo a noi due, va bene ? > -
Olimpia:<Sbaglio o sei sempre stata gelosa delle attenzioni che Nerissa aveva per me?> - Olimpia la guardò mentre sorrideva ironicamente –
Xena:<Chi, io?> - Atteggiandosi da dura non si lasciò scalfire dalla domanda –
Xena:<Non vedo perché mai dovrei essere gelosa > - poi la scrutò dall’alto in basso con occhi maliziosi –
Xena:<Aspetta, fatti guardare...Eh si, devo proprio ammetterlo: Nerissa aveva buon gusto. Amore, sei una visione con indosso quest’abito! > -
Olimpia:<Ti ringrazio Xena. Ti confesso però che mi sentivo più a mio agio con il mio vecchio abito da guerriera. Purtroppo è andato perduto> -
Xena:<Non preoccuparti, te ne comprerò un altro. Ne ho visto uno uguale nei mercati di Tebe. Nel frattempo però potrei verificare le tue misure, nel caso l’abito risultasse più grande > - Le disse mentre le slacciava le spalline del belletto.
Il loro amore quella notte fu come una tempesta pulsante di desiderio.
Eolo, d’incanto, cacciò via le nubi ed il cielo tornò ad ammantarsi di un tappeto di stelle.

FINE

di Sietta

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