Xena
nel frattempo si era diretta verso la tenda, dove Varia l’aveva
fatta chiamare.
-Entra pure, principessa guerriera- disse la regina amazzone mentre
continuava a fissare una cartina che rappresentava il territorio amazzone.
-Avanti Varia- disse Xena con tono seccato –Dimmi che succede.
Il perché di questa guerra. Dimmi tutto- la regina la fece
sedere e quando furono l'una di fronte a l'altra Varia disse:- I Dori
hanno invaso la Grecia anni fa, e qualcuno si è insediato accanto
ai confini del nostro popolo. Poi sono cresciuti di numero fino a
diventare un regno a tutti gli effetti. I Dori sono stati popoli confinanti
a noi per anni. E non hanno mai dato problemi al popolo libero. Fino
a che...-
-Fino a che...- chiese Xena incuriosita.
-Fino a che il re, un uomo giusto e saggio prese in sposa una giovanissima
donna. Avrà avuto nemmeno 18 anni. Noi del popolo amazzone
non ne sappiamo tanto di questa donna, io so solo che dal quel giorno
il regno dei Dori iniziò ad andare in decadenza. Il re era
talmente infatuato della sua sposa che non si accorgeva, che per soddisfare
ogni suo capriccio, lasciava andare in rovina il regno e a poco a
poco sono iniziati tempi durissimi per i Dori. Epidemie e miseria
si abbatterono su di loro. La giovane regina rimase incinta ma si
rese ben presto conto che tutto il trambusto che c’era nel popolo
dorico era solamente causa sua- Varia s’interruppe bruscamente.
-E allora... che fece?-
-Allora diede a noi la colpa! I suoi seguaci incendiarono i loro stessi
campi e testimoni sono stati pagati per incolpare noi amazzoni dei
danni subiti!- Varia s’infuriò. Aveva l’odio negli
occhi.
-E il re? Diede ascolto alla giovane consorte?-
-Si. Per lo meno all’inizio. Andai a molti incontri con il re
dei Dori e alla fine… insomma capì che noi amazzoni non
c'entravamo nulla con la loro miseria. Ma è risaputo che quando
un popolo soffre, tende ad incolpare gli altri e la regina e i suoi
sostenitori si conquistarono centinaia di seguaci. Ma il re era sicuro
della nostra innocenza così lei lo uccise.-
-Ma questo rancore verso di voi... da cosa proviene?-
-Molto probabilmente era una di noi.. ma non so dirti di più..
solo Marga ci potrebbe rivelare questo mistero-
Xena annuì grave. Era proprio un bel pasticcio. Ma doveva saperne
di più.
-Il re è stato ucciso.. il popolo come ha reagito?-
-Andò nel caos- spiegò Varia –Senza un re, non
c’era equilibrio. Tuttavia la regina venne processata ed esiliata.
Ora dovrebbe essere in Africa, regolarmente in sposa ad un re africano.
Anche senza la regina, il popolo incitato dai suoi sostenitori, dichiarò
guerra alle amazzoni. Il resto lo sai-
Xena annuì:- Bella situazione. E ora... cosa vuoi fare?-
-Ii Dori non sono ancora penetrati nel nostro territorio. Intendo
restare.-
-Varia, non so se… -
-Xena, noi amazzoni senza la terra non siamo nulla. Ricordi? Anche
Marga te lo aveva detto.- concluse la regina amazzone appellandosi
al ricordo della decisione di Marga, come se fosse valido ora più
che mai.
Xena ricordava benissimo le parole della regina amazzone, ma disse:-Rifletti
Varia, saranno il doppio di voi-
-Combatteremo fino alla morte Xena. Ho deciso.-
-Hai deciso di mandare in rovina il popolo libero?-
-Ma non capisci: anche se ci salviamo non avremo più la dignità
di identificarci come amazzoni, se scappiamo - dal suo tono si percepiva
una forte commozione.
-Anche io sono una persona molto orgogliosa. Ma so abbassarmi al momento
giusto.-
-Qui non si tratta d’orgoglio-
-E invece si- Xena fece una piccola pausa, e s’alzò:-
Tu hai solo paura di fallire. Di fallire come regina. Pensi che eguagliando
la scelta di Marga farai la cosa giusta… ritieni che in passato
restare è stato un bene. Ma non è così. Sai benissimo
che se Marte fosse rimasto a combattere, avreste perso. Non pensare
che imitando Marga sarai una buona regina!- urlò alla fine
la principessa guerriera.
-Cosa ne sai tu delle mie responsabilità di regina?-
-Nulla, ma so una cosa, Varia- Xena s’interruppe di nuovo.-
Io sono una guerriera e delle mie scelte sono io che pago. Ma tu sei
una regina. E delle tue scelte? Chi ne paga Varia? Te lo dico io...
tutto il popolo amazzone... donne, bambine, anziane, tutte dalla prima
all’ultima vita, dipendono da una tua decisione. Vuoi davvero
sacrificare il popolo libero… per orgoglio?-
Xena lanciò a Varia uno sguardo del genere “riflettici”,
poi uscì dalla tenda.
-Sei molto saggia Xena - pensò Varia ad alta voce –Ma
non sei un’amazzone. Non ragioni come noi.-
Varia guardò il suo territorio disegnato nella cartina:- E'
tutto quello che abbiamo. Lo difenderemo fino alla morte-
Disse la regina con coraggio deciso, tradito però da alcune
lacrime, che le scendevano lungo le guance.
- Xena, finalmente ti ho trovato!!!- era stata l’inconfondibile
voce di Arete ad attirare l’attenzione della guerriera che affilava
la lama, nervosa.
-Arete... perché sei così preoccupata?- chiese la principessa
guerriera mentre rimetteva la spada al suo posto. L’amazzone
sembrava disperata.
-Si tratta di Olimpia…-
Xena, impaurita disse:- che è successo a Olimpia?-
-Vieni con me- disse Arete riprendendo a correre e Xena la seguì
a ruota, correndo in presa dal panico, per la sorte di Olimpia.
Intanto
Olimpia si teneva la gamba, impaurita e tremolante. Sentì alcuni
passi.
“Dei dell’Olimpo, ci mancava solo questa!” prese
l’arco e incoccò una freccia.
-Chi va là?- disse poi.
-Ferma, sono io!- era la voce di Melissa.
La donna si tirò fuori da il cespuglio e avanzò verso
Olimpia, in mano teneva una pergamena e una penna con cui probabilmente
stava scrivendo.
Olimpia sospirò e abbassò le armi:- Melissa… che
ci facevi lì?-
Melissa deviò il discorso ed avvicinandosi a Olimpia disse,
fingendosi preoccupata:- Angeli del paradiso.. ma cos’hai fatto
alla gamba, Olimpia?-
-Non lo so… Melissa… ora però dovrebbe arrivare
Xena... me la metterà a posto, vedrai-
Melissa annuì con aria grave ma poi disse:- Certo… sono
sicura-
Olimpia sorrise e per sbaglio notò la pergamena:- Cosa facevi
con quella?-
Melissa sembrava in estremo imbarazzo, si stava per tradire ma poi
disse:-Scrivo una poesia… -
-Davvero? Anch’io scrivo poesie... fammi dare un’occhiata!-
rise Olimpia, mentre per un po’ si distraeva dal dolore del
ginocchio.
-No!- urlò irata Melissa. Poi però si accorse che non
poteva farsi vedere così, allora disse:- Scusami.. è
che mi vergogno… non l’ho ancora conclusa-
Olimpia fece un sorriso di comprensione, stava per dire qualcosa,
quando piombarono sulla scena Xena e Arete.
- Olimpia!- urlò Xena nel vedere l’amica in quelle condizioni.
Melissa si allontanò d’alcuni metri, mentre Xena ispezionava
la ferita assieme a Arete.
-Ma che hai fatto?- chiese Xena scandalizzata.
-Stavamo combattendo per allenarci quando…-
Arete prese parola:-Quando io per batterla ho usato quel colpo paralizzante
che tu hai usato su di me poco fa...-
-Oh, Arete ma che hai fatto...- disse Xena tra sè mentre prendeva
tra le mani il ginocchio.
- Xena... mi fai male!- gemette Olimpia a denti stretti mentre sopportava
un dolore allucinante.
-Olimpia, prendi questo- e le infilò in bocca un pezzo di legno.
-A che le serve?- chiese Arete.
-Ora vedrai- rispose lentamente la principessa guerriera mentre alzando
la gamba di Olimpia e le spingeva con uno scatto il polpaccio verso
la gamba, Olimpia urlò ma grazie al pezzo di legno tra i denti
riuscì a sfogare meglio il dolore… lo ripeté due,
tre volte finché dal ginocchio non si sentì uno scricchiolio
che confermava che la rotula era ritornata nel legittimo posto.
Il dolore cessò gradualmente. La gamba si schiariva e il ginocchio
ritornava della grandezza naturale… Olimpia sputò il
pezzo di legno e disse a Xena:-Grazie… Grazie mille…-
disse con un tono dolcissimo. La principessa guerriera ripagò
con un sorriso caloroso, ma poi il bardo disse :-Comunque tu ed io
dobbiamo parlare. Al più presto.-
Xena si girò verso le due:- Anche subito. Ma sole - Arete capì
che era di troppo e salutando Xena con un cenno della mano se ne andò,
Melissa l’imitò in fretta.
Rimaste finalmente sole, Olimpia chiese:- Che succederà ora
al mio ginocchio?-
Xena massaggiò il ginocchio dell’amica e disse:-dovrai
stare a riposo. Almeno per 3 giorni. Questo è un colpo potente-
Olimpia annuì con vigore ricordando il male che aveva sentito:-Ma
di preciso che è accaduto al mio ginocchio?-
Xena si sedette accanto a lei. Piegò un suo ginocchio e tracciando
con le mani il percorso della rotula, disse:-Il colpo che hai ricevuto
ti ha spostato la rotula.-
-Ora è già a posto?- chiese allibita Olimpia, incredula.
-Chi sa fare il danno, sa anche come rimediarlo- concluse Xena.
Olimpia si riscosse, era proprio di questo che voleva parlare con
Xena.
-Xena... tu sapevi fare quel colpo?-
-E' uno di quei trucchi che mi insegnò M’Lila... lo usai
per anni per i duelli importanti, quando ero un signore della guerra-
Olimpia annuì in segno di comprensione:- E ora non lo usi più…
perché?-
-Hai provato tu stessa gli effetti devastanti che provoca... solo
una volta ebbi il coraggio ,intendo dire dopo il mio cambiamento,
di usarlo e fu contro Callisto-
Olimpia si avvicinò incuriosita:-E funzionò?- chiese
anche se si aspettava già una risposta positiva.
-No- rispose freddamente la donna. –No, non funzionò.
E sai perché?-
Olimpia scosse la testa.
-Perché Callisto era nata con un’anomalia al ginocchio.
Di natura il suo tendine destro era già spostato. Il “tocco
paralizzante” con lei non aveva alcun effetto-
Olimpia non capiva:- Come le sapevi tu queste cose?-
- Lei conosceva questo trucco e quando lo usai su di lei, mi rivelò
questa cosa. Era un "difetto" di famiglia... -
Olimpia si distese e annuì. Ma quello che ancora le sembrava
stupido era il perché l’avesse usato proprio su Arete.
Senza restare tanto a pensarci, glielo chiese:-Ma se sapevi gli effetti,
perché lo hai usato contro Arete, oggi?-
-E' stato un errore. Come si dice… non l’ho fatto appositamente-
Olimpia la guardò con uno sguardo misto tra l’incredulo
e l’ironico:-Davvero?-
-Si, sul serio. Ero nervosa… È stato un incidente. Una
coincidenza del destino. Visto che… - s’interruppe bruscamente
Xena. Olimpia le si avvicinò di più:-Visto che...-
-Non lo trovi strano che su di lei non ha fatto effetto?-
Olimpia guardò Xena negli occhi:-Che vuoi dire? Che..-
-Dobbiamo fare quattro chiacchiere con Varia a proposito di quella
ragazza-
3
CAPITOLO
Melissa osservava cauta ed immobile tutta la scena da dietro alcuni
cespugli, ma senza tanto interesse. Più che altro a lei premeva
che Xena e Olimpia se ne andassero al più presto. Poi improvvisamente
eccole alzarsi e dirigersi verso l’accampamento amazzone.
-Bene. Ora posso continuare- Aprì lentamente la sua pergamena
e riprese a scrivere, ma non era certo una poesia. Erano descrizioni
dettagliate del villaggio amazzone, con piantina per indicare la via
da seguire per raggiungerlo, informazioni sulle modalità d’attacco
delle amazzoni, che stava osservando, sulle armi... insomma un vero
e proprio papiro d’informazioni per attaccare l’esercito
amazzone, ma soprattutto per raggiungerne l’accampamento.
Infatti finora l’esercito di Varia era riuscito a tenere a bada
l’esercito dorico per il fatto che quest’ultimi, per quanto
cercassero, non riuscivano a trovare il “cuore” della
forza amazzone.
La donna finì la pergamena, la firmò e la intrecciò
con foglie e rami. Poi prese un cavallo e nonostante si sentisse male
per la gravidanza, arrivò fino ai confini del territorio amazzone.
Era una radura, ma c’erano comunque abbastanza alberi.
Legò il cavallo e si accasciò lentamente dietro il cespuglio.
Guardò attentamente a destra e a sinistra e quando vide che
non c’erano problemi, e soprattutto nessuna amazzone in vista,
lasciò il biglietto nel territorio dorico, eludendo le guardiane
amazzoni. Lì i suoi lo avrebbero sicuramente visto.
Era tranquilla, incredibilmente tranquilla che tutto sarebbe andato
come aveva previsto. Poi agile e leggera, prese il cavallo e tornò
sui suoi passi, pensando al giorno molto vicino, in cui i problemi
del suo popolo da lei creati sarebbero stati conclusi.
Si sarebbero impadroniti della foresta amazzone, e lì avrebbero
innalzato il loro regno, un regno felice, costruito da schiave amazzoni.
Sorrise.
-Varia, possiamo entrare?- chiese Olimpia mentre zoppicando entrò
assieme a Xena nella tenda della regina amazzone. Olimpia prima di
entrare era passata nell’infermeria delle amazzoni, perché
Xena si era misteriosamente dovuta assentare per circa una mezz’oretta.
Varia stava ancora studiando il suo territorio, ma sentendo la voce
delle sue amiche, si riscosse e disse:-Prego, sedetevi. Ma non dilungatevi
ancora sulla storia del partire: noi amazzoni restiamo qui-
Xena fece sedere Olimpia, poi velocemente l’imitò dicendo:-
Di quello parleremo dopo. Ora voglio chiederti un’altra cosa-
Varia si sistemò accanto a loro, leggermente sollevata che
non volessero affrontare un argomento difficile come quello:-Avanti,
dimmi pure-
Xena si portò una mano nella chioma mora, spostandola leggermente
all’indietro e dicendo:-Si tratta di Arete -
La regina, finse di stare calma, ma si notava che era stranamente
nervosa.
Olimpia lo vide e disse:- Non siete in buoni rapporti, vero?-
Varia scosse velocemente la testa:- No… lei mi odia. Non mi
ritiene capace del ruolo che ricopro. Pensa che sia una debole. Siamo
pressoché coetanee ma mi ritiene inferiore a tutti, a lei per
prima.-
Olimpia sorrise e disse:- Lasciala stare, tutti noi abbiamo delle
persone che ci stanno a genio e altre che non sopportiamo per i più
diversi motivi... – Olimpia s’interruppe volutamente,
guardò Xena e quest’ultima le fece un cenno con la testa.
Così la poetessa continuò sullo schema datogli dalla
donna mora:- Prendi Callisto e Xena, per esempio.-
Varia divenne agitatissima:- Che cosa centra Callisto adesso?-
-Calmati Varia- suggerì Xena, non con tono amorevole, ma come
se volesse prendersi gioco di lei.-Non c’è motivo per
cui essere agitati...-
Olimpia guardò l’amica e sorrise, “Ecco che inizia
un altro dei suoi giochi mentali”, pensò.
-Io non sono agitata- incalzò Varia ad un certo punto, cercando
di dimostrare di non essere nervosa.
-Invece dalla tua voce si capisce il contrario.- la smentì
Xena che riprese:-Qualcosa non va?- sempre con quel tono canzonatorio.
-Va tutto bene, anzi benissimo!- gridò Varia, poi abbassando
il tono di voce:-Solo non capisco cosa centra Callisto con questa
storia di Arete. Tutto qui-
Xena sorrise diabolicamente e le si avvicinò:- Nulla, Varia
non centra nulla.- s’interruppe per notare la reazione della
regina, si era stranamente calmata, poi però aggiunse:-O forse
si.-
Varia la fissò negli occhi.-Che vuoi dire?-
-Non sei stupida Varia, hai già capito dove voglio arrivare.
Dimmelo tu cosa centra Arete con Callisto.-
Varia, sembrò crollare:- Tu e i tuoi stupidi giochi mentali!
Callisto… centra eccome con Arete! -
Olimpia e Xena si scambiarono uno sguardo d’accordo: è
fatta.
-Arete è….- riprese la regina. –è figlia
di Callisto-
Olimpia e Xena non sapevano che dire: avevano pensato sin dall’inizio
che poteva esserci una piccola parentela con l’assassina, ma
essere addirittura sua figlia!
-Cosa?- urlò Xena al massimo dello stupore.
Varia si girò verso di lei e disse:-Proprio così. Me
lo disse Marga tempo fa. Arete è sua figlia.-
Olimpia non si poteva alzare per via del ginocchio ma per lo stupore
urlò:- Com’è possibile?-
Varia si calmò e disse:-Ventisette anni fa, in una serata d’agosto
sua madre passò nelle nostre terre. Era incinta. E quel giorno
iniziò ad avere le doglie, proprio qui. Ma nessuna di noi sapeva
della sua presenza. Solo un’amazzone in perlustrazione si accorse
di lei, mentre stava partorendo.-
-La madre “adottiva” di Arete?- chiese Olimpia.
-Proprio lei. Lei salvò la piccola dalle grinfie assassine
della madre ma tuttavia, non poté fare a meno che la piccola
venisse ferita. Avete notato che sfregio ha sull’avambraccio
destro?-
Olimpia annuì, disgustata:- pensavo fosse il residuo indelebile
di una guerra. Non posso credere che Callisto l’abbia fatto..
a sua figlia.-
-Io non mi stupirei- intervenne Xena glaciale.
-E... lei sa?- chiese Olimpia.
-Non lo sa nessuno- le rispose Varia:- Lo sapeva sua madre e Marga
ed ora lo so io. Non lo sa nessuno perché non voglio che qualcuno
possa prendersela con lei. Non è giusto che debba pagare lei
per i crimini di sua madre-
-Più che giusto- intervenne Olimpia –Ma questa politica
di protezionismo nei suoi confronti non può durare in eterno.
Presto o tardi qualcuno le dirà chi è, e allora…-
Varia la guardò negli occhi e Olimpia riprese:-E allora ne
rimarrà sconvolta. Si sentirà divisa in due tra il bene
e il male. Ti sembra giusto?-
-No, Olimpia. Ma non c’è altro modo. Speriamo solo che
non lo venga a sapere.-
-Tutto questo è assurdo- constatò Xena prima d’andarsene
velocemente dalla tenda della regina del popolo libero.
Un uomo seguì con gli occhi la figura di Xena che, uscita dalla
tenda, si allontanava con passi veloci. Sorrise, dicendo:-Hai ragione
Xena, è proprio assurdo-
E sparì in un lampo di luce blu.
di
Diomache
Stampa
il racconto