CAPITOLO
I
I
primi raggi del sole fanno brillare la brina sull’erba dei prati
che costeggiano il sentiero che Xena sta velocemente percorrendo con
Argo diretta alla fattoria di Iolao.
La nuova giornata della principessa guerriera nasce sotto una buona
stella. Dopo la scomparsa di Olimpia, Xena ha finalmente avuto qualche
indizio grazie all'inaspettata collaborazione delle Parche e spera
di poter raggiungere il bardo al più presto per porre fine
all’idillio che stanno vivendo l’una lontana dall’altra.
- Coraggio Argo … ancora un po’ di pazienza siamo quasi
arrivate. La stanchezza inizia a farsi sentire… Hai anche tu
mal di testa? - dice Xena all’inseparabile cavalla che non vuole
saperne di avanzare più velocemente.
- Dobbiamo fare in fretta ... non sappiamo dove sia Olimpia e cosa
le hanno fatto… ogni minuto è prezioso. - conclude la
donna con sguardo triste perdendosi nei suoi pensieri.
"Devo capire cos’è il potere dell’occhio…
chi è contraddistinto da questo potere? … Credo di essere
troppo stanca adesso per arrivare alla soluzione… magari Hercules
lo capirà prima di me quando gli riporterò il messaggio
delle Parche."
In
casa di Iolao la giovane Olimpia si è appena svegliata dopo
una notte di sonni agitati causati delle tre Graie. Nella camera della
figlia del compagno di avventure di Hercules, il bardo, ancora nuda,
si riveste velocemente, versa dell’acqua in un catino di legno
e si lava il viso per poi asciugarsi con un panno di lino.
"Chissà dov’è andata Xena … anche
stavolta ha preferito non dirmi cosa sta succedendo. Avrebbe almeno
potuto portarmi con sé." pensa sedendosi davanti
alla specchiera a spazzolarsi i biondi e lunghi capelli. "C’è
qualcosa che non va in lei … o forse in me? … Da quando
ci siamo ritrovate sembra quasi che voglia evitarmi ..."
Mentre è assorta nei suoi pensieri, Hercules bussa alla sua
porta. Da quando è arrivato a casa di Iolao, l’eroe non
ha ancora visto Olimpia. Quando la porta si apre la poetessa rimane
piacevolmente sorpresa nel vedere lì il figlio di Giove e corre
a salutarlo in modo caloroso, come si conviene a un amico di vecchia
data.
- Hercules! Come mai ti trovi qui? … Scusami sono sorpresa di
vederti dopo tanto tempo, che non mi rendo conto che sono io la persona
che non dovrebbe trovarsi qui! - ridono entrambi prima che Hercules,
dopo aver risposto all’abbraccio della donna, possa rispondere:
- Sono stato con Xena fino a qualche ora fa. Mi ha detto lei che eri
qui ad aspettarci. Presto ci raggiungerà, mi ha detto di riferirti
che è tutto a posto. … per gli dei non sei cambiata affatto
… - commenta l’eroe osservando Olimpia dalla testa ai
piedi e cercando di non lasciar trasparire lo stupore per l’ingiustificata
giovinezza del bardo.
- Ti ringrazio … anche tu sei in ottima forma … come sempre
del resto! - sorride la donna osservando il fisico muscoloso dell’uomo.
- Vieni, andiamo ad aiutare Iolao a preparare la colazione, non so
te ma io ho fame! -
- Volentieri. - risponde avviandosi con l'amico verso la cucina.
Un
nuovo giorno è iniziato anche nel passato. Olimpia è
già in piedi seduta sul davanzale della finestra ad aspettare
che i suoi carcerieri arrivino a farle visita. La donna è stanca
e glielo si legge in volto: la notte è trascorsa quasi in bianco
per il timore che Marte potesse arrivare all’improvviso nella
stanza e con il dio della guerra nei paraggi non bisogna mai abbassare
la guardia.
Quando Marte con due ancelle, seguaci di Dahak, entrano nella stanza
con in mano dei cesti di frutta per la prigioniera, Olimpia scatta
in piedi come per difendersi dalla prima mossa di un nemico.
- Rilassati dolcezza. Hai dormito bene? … Mhm … dai tuoi
occhi non si direbbe … - commenta il dio osservandola - Cos’è
… non sei più abituata a dormire in un letto vero? -
- Può darsi … - è l’unico commento del bardo
che il dio della guerra riesce ad ottenere.
- Ti ho fatto portare qualcosa da mettere sotto ai denti. Dopo le
nozze ti renderò immortale e non avrai più bisogno di
mangiare. Fino ad allora dato che ti voglio in forze potrai chiedere
qualsiasi cosa e le tue ancelle te la prepareranno. -
- Qualsiasi cosa? … - chiede Olimpia con aria biricchina.
- Non ricominciare con le pretese assurde però! Non puoi mangiare
me, se è a questo che alludi! … O meglio … in un
certo senso sto morendo dalla voglia che tu mi mang… -
- Si, ho capito! - lo interrompe Olimpia per non ascoltare le sue
sconcezze. - Voi due, lasciateci soli! - ordina a sorpresa la donna
alle due ancelle, per provare ancora una volta a dissuadere Marte
a parlare.
- Mi piaci così decisa lo sai? … Sei eccitante quando
dai ordini. - dice il dio della guerra accarezzandosi il pizzetto.
- Volevo rimanere da sola con te per dirti … che se accetti
la mia proposta avrai quello che vuoi ... me. - spiega Olimpia faticando
a parlare.
Marte le si avvicina afferrandola sinuosamente per le spalle mentre
un brivido di disgusto percorre la schiena della donna che cerca di
non mostrare lo sforzo che sta facendo per fingere.
- Perché ti interessa tanto sapere qual è il debito
delle Parche? Credi di riuscire a evitare le nozze? … rassegnati
Olimpia … domani al tramonto sarai mia per sempre e né
Xena, né le Parche potranno evitarlo. Credo che tu ieri sera
abbia ascoltato un discorso che non dovevi sentire … sei uscita
dal tempio vero? -
- Ciò che conta è che sono qui, no? - si difende Olimpia,
divincolandosi dalla presa del dio della guerra dopo essere stata
smascherata.
- Ti avevo detto di restare qui! - ribatte Marte adirato per la disubbidienza,
cercando subito dopo di calmarsi per continuare il dialogo. - Ascoltami
bene biondina: non so cosa ti aspettavi di ottenere andando dalle
Parche ieri sera ma sappi che nessuno ti aiuterà a tornare
dalla tua Xena. E meno che tutti lo faranno le Parche. Se esci ancora
sarò costretto a … -
- A cosa? - chiede prontamente la donna con tono di sfida ostentando
che non ha nessuna paura di lui.
Il dio della guerra rimane in silenzio pensando ad un’ulteriore
minaccia che possa impaurire il bardo, ma nei suoi occhi vede brillare
una luce che non conosce. La donna che ha di fronte è forte
e coraggiosa: una vera principessa guerriera.
- Non minacciarmi Marte. Hai usato ancora una volta Xena per piegarmi
al tuo volere, ma non farai mai di me la tua schiava. … domani,
se il destino ti aiuterà, io diventerò la tua sposa,
ma se fossi in te non sarei così sicuro che tutto filerà
liscio. -
- Il destino mi aiuterà …vedrai … - conclude il
dio della guerra alludendo all’aiuto che le Parche sono costrette
a dargli per riscattare un errore ancora ignoto alla bionda guerriera.
Il dio esce della camera innervosito per il comportamento della donna,
lasciandola sola a riflettere:
"Spero che Xena sia già sulle mie tracce … non
ci resta molto tempo."
-
Aaaahh! - un urlo straziante rompe il silenzio della umida e buia
grotta delle Graie.
- Che cos’hai da urlare cervello di gallina?! - chiede Panfredo
alla canuta sorella Denio, mentre è intenta a girare con un
grosso femore umano immerso in una viscida brodaglia contenuta in
un pentolone di rame posto sul fuoco.
- C’è Xena! C’è Xena! - risponde Denio intenta
ad usare l’unico occhio che divide con le tre sorelle.
- Xenaa?! Dov’ è? - chiede preoccupata la terza sorella
mentre cerca di dare la caccia ai topi.
- E’ vicina al tempio di Marte! Potrebbe entrare e scoprire
tutto vedendo Olimpia! - spiega Denio continuando la sua visione grazie
al potere dell’occhio.
- Presto dobbiamo avvertire Marte! - comanda Panfredo avvicinandosi
alle sorelle che disponendosi a formare un triangolo iniziano ad invocare
il dio della guerra chiamandolo a gran voce.
Dopo pochi secondi il guerriero si materializza davanti ai loro occhi
infastidito dalle voci stridule delle anziane donne:
- Ho capito! State zitte! Che succede? -
- Xena! C’è Xena! - dicono a gran voce Enio e Denio come
se avessero visto un fantasma.
- Argh! E’ più fastidiosa della peste! Dov’è?!
- chiede il dio della guerra inviperito spaventando le Graie.
- Si dirige nei pressi del tempio della guerra dove è nascosta
Olimpia anche se credo che sia solo di passaggio... - risponde Panfredo
con voce timorosa.
- Deve sempre ficcare il naso! … Non può andare a cercare
Olimpia nel celeste impero con quello stupido di Corilo?! - sbotta
Marte mentre le Graie sembrano diventare piccole dallo spavento.
- Porta qui Olimpia! - suggerisce Denio - Qui Xena non verrà
mai a cercarla e noi ci occuperemo di lei fino a domani quando verranno
celebrate le nozze. -
Le Graie annuiscono approvando la soluzione della sorella.
- … Siete vecchie ma ogni tanto il vostro cervello funziona
ancora! Brave! - commenta poco finemente il dio della guerra. - Vado
a prenderla, ma mi raccomando, non torcetele un capello o diventerete
cibo per gli avvoltoi. -
Le Graie continuano ad annuire mentre Marte scompare per tornare al
tempio della guerra.
- Oh che bello! Olimpia sarà qui fino a domani! - esulta Enio
mentre la sorella Panfredo le tasta il viso in cerca dell’occhio
per prenderselo.
- Si, ma hai sentito Marte? Neanche stavolta possiamo assaggiarne
un pezzettino … - ammonisce Denio lucidandosi il dente sulla
veste sporca e strappata.
- Accidenti! … E se le strappassi solo le orecchie? Io mi accontento
non sono ingorda. Marte non ci farebbe caso … che ne dite? -
continua Enio mentre Panfredo le cava l’occhio per usarlo.
- Dico che non possiamo correre rischi. Marte è pericoloso.
E’ riuscito perfino a piegare le Parche al suo volere. …
chissà come ha fatto … - chiede enigmatica Panfredo sistemandosi
l’occhio.
- Io per Marte farei qualsiasi cosa… è così affascinante!
-
- Enio smettila! Datti un contegno hai una certa età! - dice
Denio zittendo i sospiri della sorella.
Intanto
al tempio della guerra Marte irrompe nella stanza di Olimpia invitandola
ad andare dalle Graie in modo beffardo:
- Vieni Olimpia, per rispettare la tradizione che lo sposo non deve
vedere la sposa il giorno prima delle nozze, ti porto in un bel posto.
-
- Cosa?! Dove vuoi portarmi ancora? Sono stanca di tutto questo! -
Il dio della guerra cerca di afferrarla per un braccio ma Olimpia
lo schiva sapendo che nel momento in cui Marte ci riuscirà,
la porterà via grazie al suo potere divino.
- Non opporre resistenza lo sai che è inutile! -
- Tanto vale tentare. Almeno mi sbollirò un po’ -
La donna estrae i sais e con violenza colpisce Marte al viso per poi
spingerlo verso destra con un calcio sperando di allontanarlo il più
possibile dalla porta. Il dio della guerra non reagisce ai suoi colpi:
preferisce osservare la tecnica e la forza del bardo che è
molto avanzata rispetto a quella della giovane contadina che conosce
solo la tecnica del bastone.
Olimpia, che ha accumulato molta rabbia per l’accaduto e per
la sua impotenza agli eventi, continua a colpirlo con la consapevolezza
che Marte non prova alcun dolore e non può essere sconfitto.
Quando il dio viene spinto contro un asse di legno che regge il letto
a baldacchino, questo crolla lasciandolo sotto la stoffa per qualche
secondo e la guerriera si lancia verso la porta cercando la fuga verso
l’uscita del tempio, ma prima che possa mettere piede all’esterno
i due scagnozzi di Marte le si parano davanti e il bardo è
costretta ad affrontarli condannando la sua fuga all’insuccesso
per la perdita di secondi preziosi.
IntantoMarte, rialzatosi da terra, giunge nella sala e senza intervenire
rimane ad osservare la donna combattere con i sais contro i due grossi
guerrieri con le spade; Olimpia blocca con le sue armi preferite il
fendente del primo uomo respingendo indietro il colpo, poi, senza
nemmeno girarsi, colpisce allo stomaco il guerriero che la sta attaccando
alle spalle, per poi atterrarlo con un colpo alla schiena con il gomito
e sferrare un calcio tra le gambe del primo guerriero.
I due rimangono a terra ed Olimpia ripone le armi avvicinandosi a
Marte spontaneamente rinunciando a scappare.
- Coraggio andiamo … - dice la donna con volto cupo evitando
lo sguardo del dio che, al contrario, è molto compiaciuto della
sua destrezza nella lotta.
- I tuoi miglioramenti sono incredibili. Xena ha fatto un vero miracolo
con te in questi anni … sarai una splendida regina della guerra.
-
Il dio lascia scivolare la sua mano lungo la schiena di Olimpia che,
nel tentativo di ritrarsi viene spinta contro la parete. Marte si
spinge contro di lei con il busto, cercando il contatto tra il suo
seno e il proprio torace, immobilizzandola contro il muro.
- Lasciami andare! - dice Olimpia tenendo lo sguardo rivolto di lato
per evitare un suo bacio.
- Non puoi opporre resistenza in eterno. … Domani notte non
potrai tirarti indietro. - risponde Marte allentando la presa per
poi portarla con sé dalle Graie dove le vecchie sorelle sono
in attesa dell’ospite:
Marte
prende per mano Olimpia e la porta con sé dalle Graie dove
le vecchie sorelle sono in attesa dell’ospite:
- Bentornata Olimpia ih ih! - ghigna Enio vedendo la donna che si
guarda intorno riconoscendo la lugubre dimora delle Graie:
- Di nuovo qui! Perché Marte? -
- La principessa guerriera di questo presente è nei pressi
del tempio e visto che hai tradito la mia fiducia e saresti capace
di farlo ancora uscendo dal tempio, preferisco tenerti qui altrimenti
cercheresti di farti aiutare da Xena. A presto mia cara. Le Graie
ti tratteranno con riguardo vedrai. - risponde il dio dileguandosi
senza darle tempo di replicare.
- Xena… Marte aspetta! -
- Non ti ha sentito se ne è già andato. - puntualizza
Enio sorridendole senza denti.
"… Il destino non vuole proprio aiutarmi… Se
avessi incontrato Xena, di sicuro, mi avrebbe creduto e aiutato a
tornare al mio presente. Ma adesso sono di nuovo qui ..." pensa
Olimpia mentre le tre Graie le vanno incontro.
- Che volete da me? Allontanatevi! - le sorelle non sono certo una
presenza piacevole per il bardo, ma rispetto all’incontro precedente,
stavolta la guerriera ha smaltito lo shock di averle intorno.
- E’ meglio così Olimpia … - dice Denio attendendo
una domanda dalla donna.
- Cosa “è meglio”? Essere qui con voi a marcire
in questo posto fetido? - sbotta Olimpia facendosi largo tra le tre
sorelle e avvicinandosi all’uscita della grotta.
- Che Xena non ti abbia vista. Il destino potrebbe modificarsi se
entri in contatto con i personaggi del tuo passato. - spiega Denio
seguendola mentre Enio e Panfredo prendono l’occhio e si avvicinano
alla sfera degli incantesimi.
Olimpia non ha nulla da rispondere all’osservazione della Graia
e getta un’occhiata all’esterno della grotta che non ha
mai conosciuto la luce del sole, né della luna. L’aria
è malsana e pesante e si intravede il grande fiume Oceano poco
distante dalla grotta posta sul fianco della montagna Atlante.
- Da qui non si può scappare. - dice Denio intuendo i pensieri
del bardo.
- Lo vedo … -
L’angoscia attanaglia l’animo di Olimpia, di nuovo prigioniera
delle Graie e delle minacce di Marte sulla vita di Xena. Non le resta
che cercare di interrogare le Graie sul debito delle Parche e la possibilità
di tornare al suo presente ingannando Marte.
CAPITOLO
II
-
Xena! - esclama il bardo vedendo la donna percorrere il viale che
porta a casa di Iolao in sella ad Argo.
- Hai dormito bene? - chiede la principessa guerriera sorridendo ad
Olimpia che non la vede dalla notte precedente quando, in cerca d'indizi
sulla scomparsa della sua compagna, l’aveva affidata a Iolao.
- Si, certo. Ma tu dove sei andata? Mi hai lasciato qui e sei sparita
senza dirmi niente?! - esclama la donna fingendo di essere arrabbiata
mentre segue Xena nella stalla.
- Dovevo sistemare delle cose con Hercules. A proposito dov’è?
- chiede sciogliendo le briglie ad Argo.
- E’ in casa… chiedi subito degli altri e non pensi a
me … - commenta il bardo in modo serio fermandosi accanto a
Xena e cercando i suoi occhi.
- Olimpia non dire così, lo sai che non è vero. E’
proprio per te che sono dovuta andar via ieri sera. -
All’insaputa
delle due donne, la Graia Panfredo con l’occhio sta guardando
nella sfera degli incantesimi e le osserva dal passato, ascoltando
il loro dialogo mentre recinta delle strane parole agitando le rugose
mani sulla sfera del potere mentre Enio sghignazza comprendendo il
significato oscuro di quelle parole e il loro influsso sulle due donne.
Olimpia incuriosita si allontana dall’entrata della grotta e
si avvicina alle due Graie seguita da Denio che cerca di fermarla
senza riuscirci:
- Ma che state facendo? - chiede la bionda guerriera.
- Non puoi guardare! Vieni via! - urla Denio brancolando nel buio
della sua cecità nel tentativo di afferrare il bardo e fermarla,
ma senza risultato. La donna rimane a bocca aperta nel vedere nella
sfera quella scena: la sua Xena nel presente sta parlando con la giovane
Olimpia che dovrebbe essere nel passato in cui è ora intrappolata
ed osservando gli sguardi che si scambiano da una distanza ravvicinata
si ingelosisce molto.
-
Xena, dimmi cosa sta succedendo ti prego. - chiede la donna dai lunghi
capelli biondi con tono accorato guardando negli occhi la principessa
guerriera.
- Niente … - risponde la mora sistemando la sella di Argo.
- No! So che non è vero. … è qualcosa che riguarda
me, ma non riesco a capire cosa. Tu non mi riconosci più come
la donna che ti è stata accanto in tutti questi anni da quando
sono tornata. Non è così? -
- …Ti sbagli. E’ tutto come sempre. - finge Xena per cercare
di distoglierla dalla verità al solo scopo di non cambiare
il futuro qualora scopra tutto prima che questa faccenda sia risolta
e la donna torni nel passato.
Olimpia le accarezza delicatamente il viso guardandola negli occhi
e sente un’irrefrenabile desiderio di baciare la principessa
guerriera sotto l’influsso dell’incantesimo delle Graie.
Avvicina il suo viso a quello di Xena che non ha la forza di respingerla.
Olimpia chiude gli occhi e si avvicina pericolosamente al viso della
compagna:
"Non posso farlo … è Olimpia ma… non è
la mia Olimpia … non posso ..." pensa la mora guerriera
mentre il cuore le batte tanto forte nel petto da sembrare di voler
scoppiare.
Olimpia nel passato assiste alla scena con angoscia, circondata dalle
Graie che soddisfatte e incuriosite per ciò che sta accadendo,
osservano la sua reazione:
"Quella sono io… non devo essere gelosa … e allora
perché mi sto arrabbiando tanto? ... Non devo guardare questa
scena pensando che Xena sta baciando un’altra persona. Lei non
mi sta tradendo … sta per baciare me. E se lo farà davvero
sarà del tutto normale …eppure vorrei tanto spingerla
lontano da me stessa adesso. … Xena non farlo ti prego …
non voglio vederti baciare un’altra ..."
Dopo qualche secondo di esitazione, proprio quando la principessa
guerriera sta per avvicinare le sue labbra a quelle del bardo, trova
la forza per respingerla facendo tirare ad Olimpia nel passato, un
sospiro di sollievo.
- Nooo maledizione! - grida Panfredo per aver fallito.
Olimpia in quel momento intuisce che quella situazione non si è
creata per caso, ma per volere delle Graie:
- Vi è andata male! Xena non cederà tanto facilmente.
Non riuscirete mai a sostituirmi con questi incantesimi. - la donna
le spinge lontano dalla sfera degli incantesimi ancora nervosa per
l’accaduto, per interrompere il loro lavoro.
Intanto
nel presente Olimpia è visibilmente delusa dal rifiuto inspiegabile
di Xena che non sà come giustificarsi:
- Mi dispiace … sono un po’ stanca … - dice evitando
il suo sguardo sapendo di averla delusa. Il bardo sul punto di piangere
cerca di uscire velocemente dalla stalla senza proferire parola, ma
la principessa guerriera la raggiunge e la ferma per chiarire la questione:
- Lasciami stare Xena. -
- So che sei arrabbiata adesso ma, credimi … io sto facendo
tutto questo per il tuo bene. -
- Mi respingi perché mi vuoi bene? … Per favore Xena
abbi il coraggio di dirmi in faccia come stanno le cose. Non mi ami
più? -
- … Ma che sciocchezze! Certo che ti amo! - risponde prontamente
Xena dicendo in ogni caso la verità.
- E allora dimmi perché mi respingi… -
- … Ascolta … tu ti fidi di me? - chiede Xena guardandola
negli occhi e afferrandola per le spalle.
- Cosa centra questo ora? -
- Rispondimi … -
- Certo che mi fido di te … più di chiunque altro. -
- Allora non credere che io ti stia volutamente ingannando. Stavolta
per il tuo bene devo tenerti fuori da ciò che sta succedendo
e ti prometto che tutto tornerà al suo posto molto presto.
E anche tra noi non ci saranno più segreti. -
Xena si china per baciarle dolcemente la fronte. Mentre si guardano
negli occhi, entrambe avvertono nuovamente la sensazione di volersi
baciare, ma Xena dopo averle sorriso le pone un braccio sulle spalle
e la conduce fuori dalla stalla diretta in casa di Iolao.
Alla fine della
scena, Olimpia nel passato è decisa a conoscere la verità:
se da Marte non ha potuto ottenere nulla, almeno adesso potrà
costringere le Graie a parlare.
- Ma che diavoleria è questa! Avete mandato nel presente la
Olimpia del passato, vero? Che cosa volete fare? Parlate! …
Io non sono innocente e delicata come qualche anno fa, perciò
vi conviene parlare se nessuno vuole farsi male! -
Le tre sorelle iniziano a temere la donna visibilmente innervosita
da ciò che ha appena visto, decisa a conoscere le loro macchinazioni
anche a costo di usare la forza.
Enio cerca di improntare il dialogo in modo compassionevole prendendo
parola prima delle sorelle:
- Non vorrai picchiare tre povere vecchiette indifese e cieche? …
Ma ci hai visto? -
In effetti le tre sorelle delle Parche non sono certo di fisico vigoroso
ma ad Olimpia interessa poco in quel momento. Tutto ciò che
il bardo vuole è sapere la verità anche a costo di scuoterle
un po’.
- Sarete anche cieche e deboli di fisico, ma indifese no di certo.
I vostri poteri magici vi proteggono fin troppo bene ... suscitare
pietà per poi attaccare alle spalle con le vostre arti malefiche
è una delle vostre armi migliori. Vi conosco bene, purtroppo
... vi conviene parlare: perché avete mandato nel presente
Olimpia? -
Le tre sorelle si guardano l’un l’altra non sapendo cosa
fare, finchè Olimpia per farle decidere a parlare interviene
senza mezzi termini afferrando Denio per le vesti all’altezza
del petto e sollevandola di peso a pochi centimetri dal pavimento.
Il bardo non ha mai avuto una grande forza fisica ma riesce tranquillamente
a sollevare la Graia che spaventata inizia a strillare:
- Mettimi giù!! Ti prego! … Parleremo, parleremo! -
- Parla prima, poi si vedrà! -
Enio e Panfredo si avvicinano alla sorella intuendo la scena e cercano
di aiutarla brancolando nel buio, per sottrarla alle mani di Olimpia:
- State indietro voi due! -
Panfredo, la più intelligente delle tre sorelle, dopo aver
riflettuto qualche secondo, si avvicina a Enio e le parla all’orecchio:
-Ci conviene parlare. In fondo, anche se le diciamo la verità
cosa può fare? E’ bloccata qui con noi in questa grotta
e non può scappare. -
- Si, hai ragione… e poi domani Marte verrà a prenderla
e contro di lui non potrà niente. - conclude la Graia grattandosi
la testa piena di pidocchi.
- Allora, avete finito di consigliarvi? - chiede Olimpia spazientita
lasciando andare Denio che impaurita fa qualche passo indietro sistemandosi
gli stracci che ha indosso.
- Si cara, abbiamo finito … - conclude la goffa Enio.
- Dunque … -
Panfredo a questo punto si fa avanti in modo altezzoso come la più
saggia delle sorelle e inizia a spiegare una verità di fronte
alla quale il bardo sarà impotente:
- Marte ti ha voluto qui per farti sua sposa, ma non ha mai creduto
nella rassegnazione di Xena nel lasciarti qui nel passato. Perciò
ha chiesto il nostro aiuto nell’attuare lo scambio tra te e
la donna del passato cosicché la principessa guerriera possa
arrendersi. -
- Ma non avete visto? Xena sa che quella non sono io! O meglio, ha
capito che quella è la me del passato! Non si rassegnerà
mai! -
- Sarebbe come tu dici, se non fosse che presto cederà al nostro
potere e si convincerà che può vivere bene comunque,
con accanto una giovane Olimpia. - aggiunge Enio sogghignando.
- … I vostri incantesimi… Xena è furba e credo
che abbia già capito molto più di quanto voi immaginiate.
Verrà a riprendermi! -
L’angoscia attanaglia il cuore di Olimpia. Tutto ciò
che le permette di resistere è la fiducia nelle capacità
di Xena. In quel momento nella sua mente risuonano le parole che la
principessa guerriera nel presente ha detto al bardo per rincuorarla.
Quelle parole erano anche per lei. Soprattutto per lei …
"… Io mi fido di te, Xena … ti lascerò
fare e aspetterò ..."
La bionda guerriera si avvicina alla sfera delle Graie per osservare
il presente. Lì almeno si sentirà meno sola e potrà
guardare i progressi della sua Xena.
di
Darkamy e Xandrella