episodio n. 19
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Una volta entrate in casa, la principessa guerriera accompagnata da una rinfrancata Olimpia, cerca subito Hercules trovandolo seduto in cucina intento a parlare con il vecchio Iolao davanti a un bicchiere di sidro:
- Sei un po’ in ritardo, Xena. - commenta l’eroe vedendola arrivare di primo mattino.
- Si è vero, ma credimi sono state ore spese bene. -
Intuendo che i due devono parlare dell’accaduto, Iolao si alza e preso del latte invita Olimpia a seguirlo con un cenno del capo e un sorriso rassicurante stampato in volto. La donna lo segue senza chiedere spiegazioni per dimostrare a Xena che il dialogo avuto pochi attimi prima l’ha rassicurata.
Rimasti soli, la principessa guerriera si siede al posto di Iolao e tira un profondo sospiro prima di iniziare a raccontare:
- Sei stanca, vero? - chiede Hercules vedendola un po’ affaticata.
- Un po’, ma non importa perché sono vicina alla verità. -
- Bene, era quello che mi aspettavo di sentire. Prima di iniziare a parlare volevo solo dirti che Olimpia è molto sospettosa ... io e Iolao possiamo fare poco per convincerla che è tutto a posto. -
- Non preoccuparti le ho già parlato appena sono arrivata. -
- Bene. Raccontami tutto allora. -
- Sono stata dalle Parche e ho saputo che un personaggio misterioso non solo ha scambiato la nostra Olimpia con quella del passato come avevamo intuito, ma tiene anche in pugno le Parche. -
- … Deve essere una persona potente se riesce a influenzare le Parche. E’ un evento più unico che raro… nemmeno Giove riusciva a dominarle. Con loro non c’è minaccia che tenga. -
- Avere in pugno le Parche significa controllare il destino …e questo può accadere solo se sono loro a volerlo … non credi? -
- … Non lo so Xena. Le Parche sono da sempre gli essere più imparziali e giusti che esistano. … Cosa ti hanno detto di preciso? -
- Di preciso niente. Hanno solo detto che non possono aiutarmi e che se voglio rimettere le cose a posto devo distruggere il potere dell’occhio e devo fare in fretta -
Lo sguardo di Hercules è sempre più crucciato di fronte a tali indizi:
- Mi dispiace Xena ma non ho idea di quale potere parlino… so solo che dobbiamo tornare nel passato se vogliamo sistemare le cose e almeno in questo credo di poterti aiutare. -
- E come? -
- Con la pietra di Cronos ... la pietra che permette di viaggiare nel tempo -
- Conosco quella pietra Hercules, ma è stata distrutta. -
- Si è vero, ma funziona ancora. Quando venne distrutta in tanti pezzi da Callisto, Iolao li raccolse e li conservò. Quella pietra è sempre stata pericolosa in mano agli uomini ma poteva ancora tornarmi utile perciò, ho provato ad usare i frammenti e sono riuscito a viaggiare nel tempo maq si posso usare solo nel luogo esatto in cui è stata distrutta. Purtroppo però, ogni frammento una volta usato non può essere riutilizzato perché perde ogni potere. -
- E dove sono i frammenti adesso? -
- Lì ho conservati qui a casa di Iolao. Sono sotterrati in una finta tomba dietro la stalla. -
- Originale come nascondiglio! -
- Lì ho seppelliti in profondità perciò, mentre mi occupo di recuperarli potresti riposare un paio d'ore e prepararti per il viaggio. -
- E’ molto lontano il posto dove dovremmo usare la pietra? -
- Abbiamo almeno dieci ore di cammino purtroppo. -
- Preferisco aiutarti a scavare allora, sarà meglio non perdere tempo. -
- No, mi aiuterà volentieri Iolao. Lascia fare a lui adesso. E’ già caduto in depressione perché non potrà accompagnarci. Facciamolo sentire ancora utile. -
- … Va bene. -
I due si alzano e lasciano la cucina prendendo diverse direzioni: Xena va nella camera da letto dove ha dormito Olimpia quella notte e Hercules esce in cortile a chiamare Iolao per il lavoro da “becchino”.
- Abbiamo un morto da dissotterrare vecchio mio, esattamente come avevamo previsto! - dice Hercules togliendosi la camicia.
- Fantastico! Vado a prendere le vanghe tu aspettami lì. -

CAPITOLO III

Olimpia nel passato continua ad osservare i movimenti di Xena e ha ascoltato il suo discorso con Hercules.
"Sapevo che la mia Xena non era rimasta con le mani in mano. E’ riuscita a scoprire molto più di ciò che sperassi e per fortuna ha chiesto l’aiuto di Hercules… Una cosa è certa: io sono la sola a sapere che le Parche non hanno potuto aiutare Xena perché hanno un debito con Marte. Ormai nel presente non c’è più niente su cui indagare, devono muoversi a venire qui e una volta che avremo unito gli indizi potremo fermare questo complotto … Non posso restare qui ad aspettare devo cercare di sapere qual è il debito …anzi cominciamo col guadagnarci un asso nella manica…"
La donna scruta i dintorni: Panfredo sta selezionando degli ingredienti contenuti in tante ampolline diverse semplicemente soppesandole e riconoscendole dalla forma, Enio mescola affannosamente il contenuto di un grosso pentolone mentre Denio segue le tracce di un topo utilizzando il suo olfatto. L’occhio è rimasto accanto al libro degli incantesimi alle spalle di Panfredo apparentemente incustodito.
Lentamente e cercando di non fare rumore si avvicina al leggio e senza particolare impegno, afferra il viscido organo e lo fa scivolare nella piccola scarsella che ha sul fianco. Mentre sta per ritornare vicino alla sfera che mostra il futuro, Denio le si para davanti velocemente:
- Cosa cerchi Olimpia? - dice cantilenando la Graia.
- Niente, sto solo guardando in giro. Cos’è non posso? -
- … Sii, va bene. Ma non toccare niente! -
- Non preoccuparti, non mi interessano le vostre cose. -
- Già, sarà meglio! - risponde la vecchia allontanandosi brontolando mentre Olimpia tirando un sospiro di sollievo per non essere stata scoperta torna a guardare nella sfera delle Graie.

Nel presente l’altra Olimpia si congeda dalla camera di Pizia, moglie di Iolao, e non vedendo nessuno in giro per la casa, esce in cortile in cerca di Xena e gli altri. La voce di Hercules e le risate di Iolao la conducono dietro la stalla dove trova i due amici intenti a scavare con le vanghe vicino ad una lapide di pietra. La scena è piuttosto sadica: l’eroe e il suo amico stanno riesumando un cadavere, o almeno così appare al povero bardo, ridendo delle loro più buffe avventure dei bei tempi passati:
- Numi dell'Olimpo, cosa state facendo a questa povera tomba? E dov’è Xena? -
- Xena? Sta dormendo. La sveglieremo appena avremo finito con l’asino di Iolao che è seppellito qui sotto… - sorride Hercules divertendosi a sconvolgere la povera Olimpia.
- … Ho paura a chiedervi perché, sarà meglio far finta di niente ... andrò a cercare Xena! - conclude la giovane voltando loro le spalle e dirigendosi verso casa, mentre i due ridono di gusto.
- Povera Olimpia! Hercules sei un vero mascalzone! - ironizza Iolao continuando a spalare.

Tornata in casa, il bardo apre delicatamente la porta della camera di Xena e la vede dormire stesa su un fianco dando le spalle alla porta. Le ante di legno della finestra sono chiuse per favorire l’oscurità e di conseguenza il riposo della principessa guerriera che ha solo un paio d’ore per recuperare le forze prima del viaggio.
Olimpia rimane intenerita nel vederla riposare dopo tanto tempo e non resiste al desiderio di avvicinarsi al letto dopo aver chiuso lentamente la porta. Da quella posizione però, non riesce a vedere il suo viso, quindi, cercando di non fare rumore, sale sulla piazza libera del letto e le si avvicina.
Dalla grotta delle Graie intanto, il bardo del presente osserva la scena con non poca apprensione per quello che potrebbe accadere, mentre Enio, alle sue spalle cercando di non farsi notare, recita delle formule in una strana lingua, rivolta verso la sfera del potere dell’occhio.
Nel presente, Xena avvertendo una presenza alle sue spalle si sveglia di colpo e afferra la mano di Olimpia che stava cercando di accarezzarle i capelli:
- Olimpia?! … Sei tu… scusa, pensavo ci fosse un’intruso. - dice rilassandosi dopo il brusco risveglio, mollando la presa.
- Mi dispiace, non volevo svegliarti. Ma non ho resistito … - si giustifica il bardo fissandola negli occhi. - ... Credevo che avresti riconosciuto la mia presenza come fai sempre… -
- A cosa non hai resistito? - chiede Xena strofinandosi gli occhi per il sonno.
- A passare qualche minuto da sola con te, qui al buio, in un comodo letto… - la naturalezza con cui la donna pronuncia quelle parole e il suo sguardo sicuro e passionale, fanno allontanare per un momento dalla mente di Xena il pensiero che quella non è la sua Olimpia. La bionda poetessa per avvicinarsi al viso di Xena, si stende su di lei e continua a cercare i suoi occhi. La posizione è troppo pericolosa per Xena in quel momento:
"Olimpia, sei tu … la stessa voce, lo stesso sguardo, lo stesso corpo, le stesse labbra… come posso resisterti? … Se cedessi adesso, non meriterei più la tua fiducia. Tu sei mia, ma … appartieni a un’altra Xena."
- Perché continui a fissarmi e non mi baci? Vuoi che lo faccia io? - chiede il bardo sorridendo, attendendo un’iniziativa della principessa guerriera.
- No … non è questo … -
- E’ da quando ci siamo ritrovate nel bosco che aspetto questo momento … ma se sei stanca, lo capisco. - la sua dolcezza la rende ancora più irresistibile e in quel momento la principessa guerriera non ha nessuna giustificazione per allontanarla senza ferirla.
- Non è per la stanchezza amore, è solo che non abbiamo molto tempo e … -
- Come mi hai chiamato? - la interrompe il bardo, felice per aver udito quella parola rivolta a lei dopo tanto tempo.
- Amore … - ripete Xena con un velo di tristezza negli occhi per non avere di fronte la sua Olimpia.
- E’ bellissimo sentirtelo dire dopo tanto tempo … ti amo Xena … - e così dicendo la donna chiude gli occhi e si avvicina alle labbra della principessa guerriera. Ma questa prima di un contatto, svia il suo obiettivo baciandole il mento. Olimpia riapre gli occhi profondamente delusa, ma non rinuncia al suo intento:
- Ti prego Xena, baciami … un bacio soltanto … -

Nel passato intanto, il nostro bardo vive attimi di impotenza e nervosismo per la scena a cui assiste:
- Xena non cederà lo so …lei mi ama e … già, … lei mi ama e potrebbe cedere perché è me che ha di fronte adesso. E sono più giovane e avvenente … - in quel momento si volta di scatto rifiutandosi di guardare oltre e si accorge che alle sue spalle Enio sta agitando le mani verso la sfera del potere.
- Ma cosa stai facendo? Sei tu non è vero? … Sei tu che la stai izzando a provocare Xena! -
Presa dalla rabbia, il bardo si scaglia contro la Graia e afferratala per le spalle la spinge all’indietro forzandola a camminare velocemente e a sedersi su una vecchia sedia accanto al leggio con il libro degli incantesimi.
- Adesso basta! - dice rivolgendosi a Enio e alle sue sorelle intente fino a quel momento ad agitare il contenuto del pentolone e ad aggiungere ingredienti.- Fate smettere Olimpia o rimarrete cieche per l’eternità! -
Intuendo la sua minaccia, Panfredo barcolla velocemente verso il tavolo in cerca dell’occhio ma non lo trova:
- Nooo! Ha preso l’occhio! - urla con voce stridula alle sorelle.
- Uccidiamola! - grida Denio avventandosi sul bardo che reagisce prontamente spingendola con un solo braccio e facendola rovinare a terra.
- State lontane! … Fate smettere Olimpia o il vostro amato occhio diventerà poltiglia! … Avete capito? Muovetevi! -
Messe alle strette, le vecchie sorelle decidono di obbedire all’ordine e tendendo le mani verso la sfera iniziano a recitare formule magiche per eliminare l’incantesimo dalla bionda e giovane guerriera amazzone.
- Non cercate di ingannarmi. Fate come vi ho detto… - ribadisce Olimpia rimanendo accanto a Enio per non abbassare la guardia.

Nel presente, dopo la proposta del bardo, Xena non riesce a trovare una scusa plausibile per evitare di darle un bacio, ma in quel momento Olimpia avverte dei forti dolori alla testa e la sofferenza le compare in volto:
- Olimpia cosa ti succede? Ti senti male? … dimmi cos’hai! - la principessa guerriera avvertendo il malessere della donna la fa distendere a pancia in su sul letto, rompendo l’intimità che si era venuta a creare pochi secondi prima.
- Ho delle fitte alla testa ma ora stanno passando … Xena, sei tu! - dice il bardo guardandola con sorpresa come se la vedesse per la prima volta.
- Certo che sono io … sei sicura di stare bene? -
- Si… perché me lo chiedi? -
La stranezza dell’accaduto insospettisce Xena:
"Sta accadendo qualcosa di strano …"
- Olimpia cosa ricordi? Voglio dire, cosa stavamo facendo fino a poco fa? - l’espressione enigmatica del bardo conferma i sospetti di Xena.
- Non me lo ricordo …che mi sta succedendo … Xena ti prego aiutami a capire! -
- Sta calma, adesso è tutto finito. Sei qui con me, non aver paura. -
Per tranquillizzarla, la principessa guerriera la stringe a sé, avvertendo la sua paura:
"Qualcuno sta influenzando il suo comportamento, ne sono certa. … Dobbiamo partire subito, non posso più aspettare. Non permetterò che le facciano del male. Stanno giocando con noi, come fossimo burattini, ma potranno farlo ancora per poco. Quando li avrò di fronte non avrò pietà..."

- Abbiamo finito. L’incantesimo è stato eliminato. Adesso ridacci l’occhio! - dice Panfredo avvicinandosi ad Olimpia.
- Non avere fretta… prima dovete mettermi in contatto con Xena! -
- No, questo non possiamo farlo! - dice categorica Denio piena di sdegno.
- Diciamo pure che non volete farlo. Muovetevi! … O getto il vostro occhio tra le fiamme! -
- Non farci fare questo! - piagnucola Enio - Marte si vendicherà se lo facciamo! -
- Sta zitta stupida! - sbotta Panfredo, che voleva far credere al bardo di non essere in grado di realizzare quell’incantesimo.
- Non volete aiutarmi? Bene allora adesso butterò via quest’oggetto schifoso … - minaccia Olimpia avvicinandosi al fuoco.
- Aspetta non farlo! … E va bene ti aiuteremo! Maledetto il momento in cui Marte ti ha portato qui! - conclude Panfredo arrendendosi.
- Coraggio sorelle … e tu Olimpia, avvicinati alla sfera. -
Le Graie iniziano a recitare altre formule magiche mentre Olimpia viene colta da uno stato di trance e cade a terra come svenuta. Pochi secondi dopo, si risveglia in un luogo buio come la notte dove non c’è niente se non l’oblio. La paura che le Graie l’abbiano ingannata si insinua nella sua mente e sente mancare l’aria. Inizia a guardarsi intorno muovendo i passi nell’oscurità e proprio quando l’agitazione si fa più forte, alle sue spalle compare Xena che non ha il tempo di preoccuparsi del luogo in cui si trova, vedendo finalmente la sua compagna davanti a sé:
- Olimpia … -
Udendo il suono della voce di Xena, il bardo si volta lentamente e quando la vede si lancia tra le sue braccia.
- E’ solo un sogno vero? … - chiede Xena stringendola forte a sé come se fosse tutto reale.
- Per te si. Xena non abbiamo molto tempo, purtroppo. Devi venire a prendermi sono … -
In quel momento la principessa guerriera la bacia dolcemente sulle labbra, stringendola ancora più forte. Olimpia le prende il viso tra le mani e risponde al suo tenero bacio:
- Scusami, ma se non lo facevo, mi sentivo male… -
- Capisco cosa vuoi dire, mi manchi tanto … e vedo come stai reagendo con la me stessa del passato. Ti ringrazio … -
- Non devi ringraziarmi … io voglio solo te. …-
Poi le due intuendo che non hanno molto tempo per continuare il discorso, parlano delle rispettive posizioni:
- Sei nel passato vero? - chiede Xena.
- Si, hai trovato un modo per raggiungermi? Io non so come tornare indietro. Le Graie mi hanno rapito. -
- Dunque sono loro le artefici di tutta questa storia … Ma certo ... sono loro che rappresentano il potere dell’occhio … -
- Le Graie stanno solo aiutando Marte. Il responsabile è lui. Vuole che diventi la sua sposa perché vuole degli eredi miei. -
- … Marte … ancora lui … comunque con l’aiuto di Hercules ti raggiungerò molto presto, non temere. Ti ha fatto del male? -
- No, so difendermi per ora. Ma ha fissato le nozze per domani. Devi far presto. Gli incantesimi delle Graie sono molto potenti e potrebbero farmi cedere alla sua volontà. -
- Arriverò in tempo te lo prometto. Dimmi in che tempo devo cercarti. -
- Ricordi quando mi credevi morta con Speranza nel pozzo infuocato? -
- Certo, non potrò mai dimenticare quel triste periodo senza di te. -
- Il giorno esatto è quello in cui tu ti trovavi nei pressi del tempio della guerra con Corilo. -
- Certo ... ora tutto ha un senso ... la Olimpia del passato credeva di avermi rincontrato dopo tanto tempo dalla caduta con la figlia nel cratere ... Bene. C’è altro che devo sapere? -
- Marte tiene in pugno anche le Parche. C’è un debito aperto tra loro. -
- Un debito? -
- Si ... ricordi che io ti impedii di uccidere Speranza? Marte mi costrinse con la collaborazione delle Parche a impedirti di eliminare mia figlia, minacciando di ucciderti tagliando il filo della tua vita ... -
- Si ricordo bene il ricatto di Marte ... intuisco che le Parche lo avrebbero fatto a causa di questo debito … -
- Esatto … -
- Ma qual'è il debito del destino? -
- Questo non lo so ... ho provato a scoprirlo ma invano ... -
- Ho davvero poco tempo … mi conviene andare, anche se vorrei tanto stare ancora qui con te. - Olimpia annuisce comprendendo perfettamente le sue motivazioni:
- Hai ragione … io cercherò di scoprire qual è il debito -
- Sta attenta mi raccomando … Marte è molto pericoloso. -
Xena e Olimpia scompaiono da quel luogo oscuro, separandosi nuovamente.

Quando la principessa guerriera apre gli occhi, subito dopo l’incontro con la sua Olimpia, si ritrova abbracciata al bardo del passato:
"Quando ho gli occhi chiusi non avverto la differenza …sono identiche … sono la stessa persona …è come vedere dormire un angelo ma sarà meglio svegliarla, ora so che la mia Olimpia sta bene e dove devo cercarla … non posso crederci … è tutto molto simile al passato, quando temevo che fosse morta in quel cratere e non sapevo dove cercarla … non c’è più tempo da perdere, quel maledetto di Marte vuole farla sua sposa domani e se le Graie fanno uno dei loro incantesimi avrà gioco facile… le Parche mi hanno messo in guardia anche se non potevano … devo capire perché mi hanno voluto aiutare … la chiave di tutto è il debito che hanno con il dio della guerra come ha detto Olimpia… spero che riesca a scoprire qualcosa perché è la sola ad averne la possibilità per ora."
- Olimpia svegliati … dobbiamo andare ora. - sussurra dolcemente Xena all’orecchio della bionda guerriera che pochi secondi dopo apre gli occhi e vedendosi stretta a Xena si stringe ancora di più tra le sue braccia sorridendo:
- Restiamo qui ancora un po’ ti prego … -
- E’ molto bello stare qui, ma Hercules avrà finito di scavare ormai e dobbiamo metterci in viaggio. -
- … Dove andiamo? -
- … Andiamo a casa. -
- … Noi non abbiamo una casa … anzi, io ci sono già a casa: Io sono a casa quando sto con te. -
- … Hai ragione. Ed è per questo che ora dobbiamo partire. -
Olimpia conosce quel modo di parlare di Xena. Per quante domande lei possa farle in quel momento, la principessa guerriera non le dirà esattamente la verità. E quando la tiene all’oscuro di qualcosa c’è sempre un motivo. Perciò dopo averle sorriso ancora, scioglie l’abbraccio e si alza dal letto per preparare le poche cose che aveva con se per la partenza imminente:
- Finisco di prepararmi e poi vado a salutare Pizia -
- Bene, ti aspetto in cortile. -

Uscita dalla stanza, Xena va in cerca di Hercules per raccontargli ciò che le ha confidato Olimpia in sogno. L'eroe si trova al lavabo del cortile a ripulirsi dalla polvere e il sudore dovuti al faticoso lavoro di scavo per recuperare i frammenti della pietra di Kronos. Avvicinatasi a lui, la principessa guerriera lo informa sugli sviluppi della faccenda:
- Dunque in parte ci avevo visto giusto … C’è Marte dietro tutta questa storia anche se si tratta di quello del passato …- commenta Hercules - ... Ormai abbiamo ben poco da scoprire, non ci resta che andare a riprenderci Olimpia. -
- Potrebbe bastarci … ma se ne avrò la possibilità voglio capire quale asso ha Marte nella manica per poter minacciare le Parche. Credo che sia importante scoprirlo e magari fare qualcosa per porre fine a questo ricatto altrimenti in futuro potremo avere nuovi problemi. Risolviamo questa faccenda una volta per tutte. -
- Io sono con te e sai che non mi tirerò certo indietro. Del resto le Parche sono forse gli unici esseri immortali giusti e imparziali che non hanno mai penalizzato i mortali. -
- E la prova che vogliono aiutarmi me l’hanno data anche stavolta. -

CAPITOLO IV

Olimpia riapre gli occhi a fatica avvertendo un fortissimo senso di vertigine. E’ ancora riversa sul pavimento accanto al mobile d’ottone che regge la sfera del potere dell’occhio. Enio le si avvicina e con un piede si diverte a stuzzicarla al livello del busto:
- He he! La nostra regina della guerra è stata annientata dal mal di testa! - ride la graia finchè Olimpia riesce a rialzarsi sorreggendosi alla meglio come può.
- Hai visto Xena, vero? Io vi ho osservate dalla sfera quando mi sono ripresa l’occhio. -
- Che cosa mi avete fatto … mi sento molto debole … -
- Niente ... ti passerà presto è solo l’effetto dell’incantesimo che svanisce. Non è un gioco far spostare lo spirito di una persona cosa credi! - commenta Panfredo che nel frattempo si è avvicinata vedendola in piedi.
- Adesso vedi di non metterci nei guai con Marte! Ti abbiamo aiutato solo perché ci hai costrette perciò vedi di non dirgli niente! - puntualizza Enio.
- Non preoccupatevi … se collaborate io non ho nessuna intenzione di nuocervi. Piuttosto perché non parliamo un po’ del rapporto di Marte con le Parche? - chiede prontamente Olimpia cercando la soluzione all’ultimo enigma di questa tumultuosa storia.
Le Graie in verità, non hanno idea di quale sia il debito, né tanto meno immaginano che tipo di informazioni la donna stia cercando da loro.
- Sei sicura di non aver battuto la testa cadendo? Che domande fai? Cosa vuoi che ne sappiamo noi degli affari delle nostre sorelle con il dio della guerra! Siamo molto impegnate in questa grotta, cosa credi? - risponde per tutte e tre Enio, sistemandosi le vesti impolverate con aria altezzosa di chi è infastidito da una domanda stupida.
- Certo… i topi non si cacciano mica da soli … - osserva il bardo divertita dall’atteggiamento della Graia più bassa. - … Siete sicure di non sapere niente? A me risulta che le Parche stiano aiutando Marte e … - i tentativi di Olimpia di convincerle a parlare vengono interrotti da Panfredo:
- Quelle impiccione delle Parche! Passano i secoli a lavorare da sole per paura che qualcuno possa intromettersi con le trame del destino e poi per una volta che un dio importante chiede il nostro aiuto si intromettono! E sai perché, mia cara? -
- … No … - risponde esitante Olimpia, stupita di vedere tanta stizza verso le Parche.
- Perché sono invidiose! - conclude Enio al posto di Panfredo, ansiosa di prendere parte al dialogo.
- … E gelose! - aggiunge Denio - ... Si, perché sanno che noi con gli incantesimi siamo impareggiabili e il nostro occhio è molto più potente della loro stupida tela! - conclude la Graia mentre le sue sorelle annuiscono approvando il suo discorso.
Olimpia di nuovo scoraggiata e con un forte capogiro si siede su una delle tre sedie della grotta tenendo la testa tra le mani, e i gomiti appoggiati alle ginocchia per riflettere sul da farsi:
"Queste tre tonte non sanno niente del debito, è chiaro… Non so se sperare che Marte venga presto a prendermi per sapere qualcosa in più su questa storia oppure sperare che mi lasci qui fino a domani, quando Xena starà di sicuro per arrivare e portarmi via da qui ..."

di Darkamy e Xandrella

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