Una
volta entrate in casa, la principessa guerriera accompagnata da una
rinfrancata Olimpia, cerca subito Hercules trovandolo seduto in cucina
intento a parlare con il vecchio Iolao davanti a un bicchiere di sidro:
- Sei un po’ in ritardo, Xena. - commenta l’eroe vedendola
arrivare di primo mattino.
- Si è vero, ma credimi sono state ore spese bene. -
Intuendo che i due devono parlare dell’accaduto, Iolao si alza
e preso del latte invita Olimpia a seguirlo con un cenno del capo
e un sorriso rassicurante stampato in volto. La donna lo segue senza
chiedere spiegazioni per dimostrare a Xena che il dialogo avuto pochi
attimi prima l’ha rassicurata.
Rimasti soli, la principessa guerriera si siede al posto di Iolao
e tira un profondo sospiro prima di iniziare a raccontare:
- Sei stanca, vero? - chiede Hercules vedendola un po’ affaticata.
- Un po’, ma non importa perché sono vicina alla verità.
-
- Bene, era quello che mi aspettavo di sentire. Prima di iniziare
a parlare volevo solo dirti che Olimpia è molto sospettosa
... io e Iolao possiamo fare poco per convincerla che è tutto
a posto. -
- Non preoccuparti le ho già parlato appena sono arrivata.
-
- Bene. Raccontami tutto allora. -
- Sono stata dalle Parche e ho saputo che un personaggio misterioso
non solo ha scambiato la nostra Olimpia con quella del passato come
avevamo intuito, ma tiene anche in pugno le Parche. -
- … Deve essere una persona potente se riesce a influenzare
le Parche. E’ un evento più unico che raro… nemmeno
Giove riusciva a dominarle. Con loro non c’è minaccia
che tenga. -
- Avere in pugno le Parche significa controllare il destino …e
questo può accadere solo se sono loro a volerlo … non
credi? -
- … Non lo so Xena. Le Parche sono da sempre gli essere più
imparziali e giusti che esistano. … Cosa ti hanno detto di preciso?
-
- Di preciso niente. Hanno solo detto che non possono aiutarmi e che
se voglio rimettere le cose a posto devo distruggere il potere dell’occhio
e devo fare in fretta -
Lo sguardo di Hercules è sempre più crucciato di fronte
a tali indizi:
- Mi dispiace Xena ma non ho idea di quale potere parlino… so
solo che dobbiamo tornare nel passato se vogliamo sistemare le cose
e almeno in questo credo di poterti aiutare. -
- E come? -
- Con la pietra di Cronos ... la pietra che permette di viaggiare
nel tempo -
- Conosco quella pietra Hercules, ma è stata distrutta. -
- Si è vero, ma funziona ancora. Quando venne distrutta in
tanti pezzi da Callisto, Iolao li raccolse e li conservò. Quella
pietra è sempre stata pericolosa in mano agli uomini ma poteva
ancora tornarmi utile perciò, ho provato ad usare i frammenti
e sono riuscito a viaggiare nel tempo maq si posso usare solo nel
luogo esatto in cui è stata distrutta. Purtroppo però,
ogni frammento una volta usato non può essere riutilizzato
perché perde ogni potere. -
- E dove sono i frammenti adesso? -
- Lì ho conservati qui a casa di Iolao. Sono sotterrati in
una finta tomba dietro la stalla. -
- Originale come nascondiglio! -
- Lì ho seppelliti in profondità perciò, mentre
mi occupo di recuperarli potresti riposare un paio d'ore e prepararti
per il viaggio. -
- E’ molto lontano il posto dove dovremmo usare la pietra? -
- Abbiamo almeno dieci ore di cammino purtroppo. -
- Preferisco aiutarti a scavare allora, sarà meglio non perdere
tempo. -
- No, mi aiuterà volentieri Iolao. Lascia fare a lui adesso.
E’ già caduto in depressione perché non potrà
accompagnarci. Facciamolo sentire ancora utile. -
- … Va bene. -
I due si alzano e lasciano la cucina prendendo diverse direzioni:
Xena va nella camera da letto dove ha dormito Olimpia quella notte
e Hercules esce in cortile a chiamare Iolao per il lavoro da “becchino”.
- Abbiamo un morto da dissotterrare vecchio mio, esattamente come
avevamo previsto! - dice Hercules togliendosi la camicia.
- Fantastico! Vado a prendere le vanghe tu aspettami lì. -
CAPITOLO
III
Olimpia nel passato
continua ad osservare i movimenti di Xena e ha ascoltato il suo discorso
con Hercules.
"Sapevo che la mia Xena non era rimasta con le mani in mano.
E’ riuscita a scoprire molto più di ciò che sperassi
e per fortuna ha chiesto l’aiuto di Hercules… Una cosa
è certa: io sono la sola a sapere che le Parche non hanno potuto
aiutare Xena perché hanno un debito con Marte. Ormai nel presente
non c’è più niente su cui indagare, devono muoversi
a venire qui e una volta che avremo unito gli indizi potremo fermare
questo complotto … Non posso restare qui ad aspettare devo cercare
di sapere qual è il debito …anzi cominciamo col guadagnarci
un asso nella manica…"
La donna scruta i dintorni: Panfredo sta selezionando degli ingredienti
contenuti in tante ampolline diverse semplicemente soppesandole e
riconoscendole dalla forma, Enio mescola affannosamente il contenuto
di un grosso pentolone mentre Denio segue le tracce di un topo utilizzando
il suo olfatto. L’occhio è rimasto accanto al libro degli
incantesimi alle spalle di Panfredo apparentemente incustodito.
Lentamente e cercando di non fare rumore si avvicina al leggio e senza
particolare impegno, afferra il viscido organo e lo fa scivolare nella
piccola scarsella che ha sul fianco. Mentre sta per ritornare vicino
alla sfera che mostra il futuro, Denio le si para davanti velocemente:
- Cosa cerchi Olimpia? - dice cantilenando la Graia.
- Niente, sto solo guardando in giro. Cos’è non posso?
-
- … Sii, va bene. Ma non toccare niente! -
- Non preoccuparti, non mi interessano le vostre cose. -
- Già, sarà meglio! - risponde la vecchia allontanandosi
brontolando mentre Olimpia tirando un sospiro di sollievo per non
essere stata scoperta torna a guardare nella sfera delle Graie.
Nel presente l’altra
Olimpia si congeda dalla camera di Pizia, moglie di Iolao, e non vedendo
nessuno in giro per la casa, esce in cortile in cerca di Xena e gli
altri. La voce di Hercules e le risate di Iolao la conducono dietro
la stalla dove trova i due amici intenti a scavare con le vanghe vicino
ad una lapide di pietra. La scena è piuttosto sadica: l’eroe
e il suo amico stanno riesumando un cadavere, o almeno così
appare al povero bardo, ridendo delle loro più buffe avventure
dei bei tempi passati:
- Numi dell'Olimpo, cosa state facendo a questa povera tomba? E dov’è
Xena? -
- Xena? Sta dormendo. La sveglieremo appena avremo finito con l’asino
di Iolao che è seppellito qui sotto… - sorride Hercules
divertendosi a sconvolgere la povera Olimpia.
- … Ho paura a chiedervi perché, sarà meglio far
finta di niente ... andrò a cercare Xena! - conclude la giovane
voltando loro le spalle e dirigendosi verso casa, mentre i due ridono
di gusto.
- Povera Olimpia! Hercules sei un vero mascalzone! - ironizza Iolao
continuando a spalare.
Tornata in casa,
il bardo apre delicatamente la porta della camera di Xena e la vede
dormire stesa su un fianco dando le spalle alla porta. Le ante di
legno della finestra sono chiuse per favorire l’oscurità
e di conseguenza il riposo della principessa guerriera che ha solo
un paio d’ore per recuperare le forze prima del viaggio.
Olimpia rimane intenerita nel vederla riposare dopo tanto tempo e
non resiste al desiderio di avvicinarsi al letto dopo aver chiuso
lentamente la porta. Da quella posizione però, non riesce a
vedere il suo viso, quindi, cercando di non fare rumore, sale sulla
piazza libera del letto e le si avvicina.
Dalla grotta delle Graie intanto, il bardo del presente osserva la
scena con non poca apprensione per quello che potrebbe accadere, mentre
Enio, alle sue spalle cercando di non farsi notare, recita delle formule
in una strana lingua, rivolta verso la sfera del potere dell’occhio.
Nel presente, Xena avvertendo una presenza alle sue spalle si sveglia
di colpo e afferra la mano di Olimpia che stava cercando di accarezzarle
i capelli:
- Olimpia?! … Sei tu… scusa, pensavo ci fosse un’intruso.
- dice rilassandosi dopo il brusco risveglio, mollando la presa.
- Mi dispiace, non volevo svegliarti. Ma non ho resistito …
- si giustifica il bardo fissandola negli occhi. - ... Credevo che
avresti riconosciuto la mia presenza come fai sempre… -
- A cosa non hai resistito? - chiede Xena strofinandosi gli occhi
per il sonno.
- A passare qualche minuto da sola con te, qui al buio, in un comodo
letto… - la naturalezza con cui la donna pronuncia quelle parole
e il suo sguardo sicuro e passionale, fanno allontanare per un momento
dalla mente di Xena il pensiero che quella non è la sua Olimpia.
La bionda poetessa per avvicinarsi al viso di Xena, si stende su di
lei e continua a cercare i suoi occhi. La posizione è troppo
pericolosa per Xena in quel momento:
"Olimpia, sei tu … la stessa voce, lo stesso sguardo,
lo stesso corpo, le stesse labbra… come posso resisterti? …
Se cedessi adesso, non meriterei più la tua fiducia. Tu sei
mia, ma … appartieni a un’altra Xena."
- Perché continui a fissarmi e non mi baci? Vuoi che lo faccia
io? - chiede il bardo sorridendo, attendendo un’iniziativa della
principessa guerriera.
- No … non è questo … -
- E’ da quando ci siamo ritrovate nel bosco che aspetto questo
momento … ma se sei stanca, lo capisco. - la sua dolcezza la
rende ancora più irresistibile e in quel momento la principessa
guerriera non ha nessuna giustificazione per allontanarla senza ferirla.
- Non è per la stanchezza amore, è solo che non abbiamo
molto tempo e … -
- Come mi hai chiamato? - la interrompe il bardo, felice per aver
udito quella parola rivolta a lei dopo tanto tempo.
- Amore … - ripete Xena con un velo di tristezza negli occhi
per non avere di fronte la sua Olimpia.
- E’ bellissimo sentirtelo dire dopo tanto tempo … ti
amo Xena … - e così dicendo la donna chiude gli occhi
e si avvicina alle labbra della principessa guerriera. Ma questa prima
di un contatto, svia il suo obiettivo baciandole il mento. Olimpia
riapre gli occhi profondamente delusa, ma non rinuncia al suo intento:
- Ti prego Xena, baciami … un bacio soltanto … -
Nel passato intanto,
il nostro bardo vive attimi di impotenza e nervosismo per la scena
a cui assiste:
- Xena non cederà lo so …lei mi ama e … già,
… lei mi ama e potrebbe cedere perché è me che
ha di fronte adesso. E sono più giovane e avvenente …
- in quel momento si volta di scatto rifiutandosi di guardare oltre
e si accorge che alle sue spalle Enio sta agitando le mani verso la
sfera del potere.
- Ma cosa stai facendo? Sei tu non è vero? … Sei tu che
la stai izzando a provocare Xena! -
Presa dalla rabbia, il bardo si scaglia contro la Graia e afferratala
per le spalle la spinge all’indietro forzandola a camminare
velocemente e a sedersi su una vecchia sedia accanto al leggio con
il libro degli incantesimi.
- Adesso basta! - dice rivolgendosi a Enio e alle sue sorelle intente
fino a quel momento ad agitare il contenuto del pentolone e ad aggiungere
ingredienti.- Fate smettere Olimpia o rimarrete cieche per l’eternità!
-
Intuendo la sua minaccia, Panfredo barcolla velocemente verso il tavolo
in cerca dell’occhio ma non lo trova:
- Nooo! Ha preso l’occhio! - urla con voce stridula alle sorelle.
- Uccidiamola! - grida Denio avventandosi sul bardo che reagisce prontamente
spingendola con un solo braccio e facendola rovinare a terra.
- State lontane! … Fate smettere Olimpia o il vostro amato occhio
diventerà poltiglia! … Avete capito? Muovetevi! -
Messe alle strette, le vecchie sorelle decidono di obbedire all’ordine
e tendendo le mani verso la sfera iniziano a recitare formule magiche
per eliminare l’incantesimo dalla bionda e giovane guerriera
amazzone.
- Non cercate di ingannarmi. Fate come vi ho detto… - ribadisce
Olimpia rimanendo accanto a Enio per non abbassare la guardia.
Nel presente,
dopo la proposta del bardo, Xena non riesce a trovare una scusa plausibile
per evitare di darle un bacio, ma in quel momento Olimpia avverte
dei forti dolori alla testa e la sofferenza le compare in volto:
- Olimpia cosa ti succede? Ti senti male? … dimmi cos’hai!
- la principessa guerriera avvertendo il malessere della donna la
fa distendere a pancia in su sul letto, rompendo l’intimità
che si era venuta a creare pochi secondi prima.
- Ho delle fitte alla testa ma ora stanno passando … Xena, sei
tu! - dice il bardo guardandola con sorpresa come se la vedesse per
la prima volta.
- Certo che sono io … sei sicura di stare bene? -
- Si… perché me lo chiedi? -
La stranezza dell’accaduto insospettisce Xena:
"Sta accadendo qualcosa di strano …"
- Olimpia cosa ricordi? Voglio dire, cosa stavamo facendo fino a poco
fa? - l’espressione enigmatica del bardo conferma i sospetti
di Xena.
- Non me lo ricordo …che mi sta succedendo … Xena ti prego
aiutami a capire! -
- Sta calma, adesso è tutto finito. Sei qui con me, non aver
paura. -
Per tranquillizzarla, la principessa guerriera la stringe a sé,
avvertendo la sua paura:
"Qualcuno sta influenzando il suo comportamento, ne sono
certa. … Dobbiamo partire subito, non posso più aspettare.
Non permetterò che le facciano del male. Stanno giocando con
noi, come fossimo burattini, ma potranno farlo ancora per poco. Quando
li avrò di fronte non avrò pietà..."
- Abbiamo finito.
L’incantesimo è stato eliminato. Adesso ridacci l’occhio!
- dice Panfredo avvicinandosi ad Olimpia.
- Non avere fretta… prima dovete mettermi in contatto con Xena!
-
- No, questo non possiamo farlo! - dice categorica Denio piena di
sdegno.
- Diciamo pure che non volete farlo. Muovetevi! … O getto il
vostro occhio tra le fiamme! -
- Non farci fare questo! - piagnucola Enio - Marte si vendicherà
se lo facciamo! -
- Sta zitta stupida! - sbotta Panfredo, che voleva far credere al
bardo di non essere in grado di realizzare quell’incantesimo.
- Non volete aiutarmi? Bene allora adesso butterò via quest’oggetto
schifoso … - minaccia Olimpia avvicinandosi al fuoco.
- Aspetta non farlo! … E va bene ti aiuteremo! Maledetto il
momento in cui Marte ti ha portato qui! - conclude Panfredo arrendendosi.
- Coraggio sorelle … e tu Olimpia, avvicinati alla sfera. -
Le Graie iniziano a recitare altre formule magiche mentre Olimpia
viene colta da uno stato di trance e cade a terra come svenuta. Pochi
secondi dopo, si risveglia in un luogo buio come la notte dove non
c’è niente se non l’oblio. La paura che le Graie
l’abbiano ingannata si insinua nella sua mente e sente mancare
l’aria. Inizia a guardarsi intorno muovendo i passi nell’oscurità
e proprio quando l’agitazione si fa più forte, alle sue
spalle compare Xena che non ha il tempo di preoccuparsi del luogo
in cui si trova, vedendo finalmente la sua compagna davanti a sé:
- Olimpia … -
Udendo il suono della voce di Xena, il bardo si volta lentamente e
quando la vede si lancia tra le sue braccia.
- E’ solo un sogno vero? … - chiede Xena stringendola
forte a sé come se fosse tutto reale.
- Per te si. Xena non abbiamo molto tempo, purtroppo. Devi venire
a prendermi sono … -
In quel momento la principessa guerriera la bacia dolcemente sulle
labbra, stringendola ancora più forte. Olimpia le prende il
viso tra le mani e risponde al suo tenero bacio:
- Scusami, ma se non lo facevo, mi sentivo male… -
- Capisco cosa vuoi dire, mi manchi tanto … e vedo come stai
reagendo con la me stessa del passato. Ti ringrazio … -
- Non devi ringraziarmi … io voglio solo te. …-
Poi le due intuendo che non hanno molto tempo per continuare il discorso,
parlano delle rispettive posizioni:
- Sei nel passato vero? - chiede Xena.
- Si, hai trovato un modo per raggiungermi? Io non so come tornare
indietro. Le Graie mi hanno rapito. -
- Dunque sono loro le artefici di tutta questa storia … Ma certo
... sono loro che rappresentano il potere dell’occhio …
-
- Le Graie stanno solo aiutando Marte. Il responsabile è lui.
Vuole che diventi la sua sposa perché vuole degli eredi miei.
-
- … Marte … ancora lui … comunque con l’aiuto
di Hercules ti raggiungerò molto presto, non temere. Ti ha
fatto del male? -
- No, so difendermi per ora. Ma ha fissato le nozze per domani. Devi
far presto. Gli incantesimi delle Graie sono molto potenti e potrebbero
farmi cedere alla sua volontà. -
- Arriverò in tempo te lo prometto. Dimmi in che tempo devo
cercarti. -
- Ricordi quando mi credevi morta con Speranza nel pozzo infuocato?
-
- Certo, non potrò mai dimenticare quel triste periodo senza
di te. -
- Il giorno esatto è quello in cui tu ti trovavi nei pressi
del tempio della guerra con Corilo. -
- Certo ... ora tutto ha un senso ... la Olimpia del passato credeva
di avermi rincontrato dopo tanto tempo dalla caduta con la figlia
nel cratere ... Bene. C’è altro che devo sapere? -
- Marte tiene in pugno anche le Parche. C’è un debito
aperto tra loro. -
- Un debito? -
- Si ... ricordi che io ti impedii di uccidere Speranza? Marte mi
costrinse con la collaborazione delle Parche a impedirti di eliminare
mia figlia, minacciando di ucciderti tagliando il filo della tua vita
... -
- Si ricordo bene il ricatto di Marte ... intuisco che le Parche lo
avrebbero fatto a causa di questo debito … -
- Esatto … -
- Ma qual'è il debito del destino? -
- Questo non lo so ... ho provato a scoprirlo ma invano ... -
- Ho davvero poco tempo … mi conviene andare, anche se vorrei
tanto stare ancora qui con te. - Olimpia annuisce comprendendo perfettamente
le sue motivazioni:
- Hai ragione … io cercherò di scoprire qual è
il debito -
- Sta attenta mi raccomando … Marte è molto pericoloso.
-
Xena e Olimpia scompaiono da quel luogo oscuro, separandosi nuovamente.
Quando la principessa
guerriera apre gli occhi, subito dopo l’incontro con la sua
Olimpia, si ritrova abbracciata al bardo del passato:
"Quando ho gli occhi chiusi non avverto la differenza …sono
identiche … sono la stessa persona …è come vedere
dormire un angelo ma sarà meglio svegliarla, ora so che la
mia Olimpia sta bene e dove devo cercarla … non posso crederci
… è tutto molto simile al passato, quando temevo che
fosse morta in quel cratere e non sapevo dove cercarla … non
c’è più tempo da perdere, quel maledetto di Marte
vuole farla sua sposa domani e se le Graie fanno uno dei loro incantesimi
avrà gioco facile… le Parche mi hanno messo in guardia
anche se non potevano … devo capire perché mi hanno voluto
aiutare … la chiave di tutto è il debito che hanno con
il dio della guerra come ha detto Olimpia… spero che riesca
a scoprire qualcosa perché è la sola ad averne la possibilità
per ora."
- Olimpia svegliati … dobbiamo andare ora. - sussurra dolcemente
Xena all’orecchio della bionda guerriera che pochi secondi dopo
apre gli occhi e vedendosi stretta a Xena si stringe ancora di più
tra le sue braccia sorridendo:
- Restiamo qui ancora un po’ ti prego … -
- E’ molto bello stare qui, ma Hercules avrà finito di
scavare ormai e dobbiamo metterci in viaggio. -
- … Dove andiamo? -
- … Andiamo a casa. -
- … Noi non abbiamo una casa … anzi, io ci sono già
a casa: Io sono a casa quando sto con te. -
- … Hai ragione. Ed è per questo che ora dobbiamo partire.
-
Olimpia conosce quel modo di parlare di Xena. Per quante domande lei
possa farle in quel momento, la principessa guerriera non le dirà
esattamente la verità. E quando la tiene all’oscuro di
qualcosa c’è sempre un motivo. Perciò dopo averle
sorriso ancora, scioglie l’abbraccio e si alza dal letto per
preparare le poche cose che aveva con se per la partenza imminente:
- Finisco di prepararmi e poi vado a salutare Pizia -
- Bene, ti aspetto in cortile. -
Uscita dalla stanza,
Xena va in cerca di Hercules per raccontargli ciò che le ha
confidato Olimpia in sogno. L'eroe si trova al lavabo del cortile
a ripulirsi dalla polvere e il sudore dovuti al faticoso lavoro di
scavo per recuperare i frammenti della pietra di Kronos. Avvicinatasi
a lui, la principessa guerriera lo informa sugli sviluppi della faccenda:
- Dunque in parte ci avevo visto giusto … C’è Marte
dietro tutta questa storia anche se si tratta di quello del passato
…- commenta Hercules - ... Ormai abbiamo ben poco da scoprire,
non ci resta che andare a riprenderci Olimpia. -
- Potrebbe bastarci … ma se ne avrò la possibilità
voglio capire quale asso ha Marte nella manica per poter minacciare
le Parche. Credo che sia importante scoprirlo e magari fare qualcosa
per porre fine a questo ricatto altrimenti in futuro potremo avere
nuovi problemi. Risolviamo questa faccenda una volta per tutte. -
- Io sono con te e sai che non mi tirerò certo indietro. Del
resto le Parche sono forse gli unici esseri immortali giusti e imparziali
che non hanno mai penalizzato i mortali. -
- E la prova che vogliono aiutarmi me l’hanno data anche stavolta.
-
CAPITOLO
IV
Olimpia riapre
gli occhi a fatica avvertendo un fortissimo senso di vertigine. E’
ancora riversa sul pavimento accanto al mobile d’ottone che
regge la sfera del potere dell’occhio. Enio le si avvicina e
con un piede si diverte a stuzzicarla al livello del busto:
- He he! La nostra regina della guerra è stata annientata dal
mal di testa! - ride la graia finchè Olimpia riesce a rialzarsi
sorreggendosi alla meglio come può.
- Hai visto Xena, vero? Io vi ho osservate dalla sfera quando mi sono
ripresa l’occhio. -
- Che cosa mi avete fatto … mi sento molto debole … -
- Niente ... ti passerà presto è solo l’effetto
dell’incantesimo che svanisce. Non è un gioco far spostare
lo spirito di una persona cosa credi! - commenta Panfredo che nel
frattempo si è avvicinata vedendola in piedi.
- Adesso vedi di non metterci nei guai con Marte! Ti abbiamo aiutato
solo perché ci hai costrette perciò vedi di non dirgli
niente! - puntualizza Enio.
- Non preoccupatevi … se collaborate io non ho nessuna intenzione
di nuocervi. Piuttosto perché non parliamo un po’ del
rapporto di Marte con le Parche? - chiede prontamente Olimpia cercando
la soluzione all’ultimo enigma di questa tumultuosa storia.
Le Graie in verità, non hanno idea di quale sia il debito,
né tanto meno immaginano che tipo di informazioni la donna
stia cercando da loro.
- Sei sicura di non aver battuto la testa cadendo? Che domande fai?
Cosa vuoi che ne sappiamo noi degli affari delle nostre sorelle con
il dio della guerra! Siamo molto impegnate in questa grotta, cosa
credi? - risponde per tutte e tre Enio, sistemandosi le vesti impolverate
con aria altezzosa di chi è infastidito da una domanda stupida.
- Certo… i topi non si cacciano mica da soli … - osserva
il bardo divertita dall’atteggiamento della Graia più
bassa. - … Siete sicure di non sapere niente? A me risulta che
le Parche stiano aiutando Marte e … - i tentativi di Olimpia
di convincerle a parlare vengono interrotti da Panfredo:
- Quelle impiccione delle Parche! Passano i secoli a lavorare da sole
per paura che qualcuno possa intromettersi con le trame del destino
e poi per una volta che un dio importante chiede il nostro aiuto si
intromettono! E sai perché, mia cara? -
- … No … - risponde esitante Olimpia, stupita di vedere
tanta stizza verso le Parche.
- Perché sono invidiose! - conclude Enio al posto di Panfredo,
ansiosa di prendere parte al dialogo.
- … E gelose! - aggiunge Denio - ... Si, perché sanno
che noi con gli incantesimi siamo impareggiabili e il nostro occhio
è molto più potente della loro stupida tela! - conclude
la Graia mentre le sue sorelle annuiscono approvando il suo discorso.
Olimpia di nuovo scoraggiata e con un forte capogiro si siede su una
delle tre sedie della grotta tenendo la testa tra le mani, e i gomiti
appoggiati alle ginocchia per riflettere sul da farsi:
"Queste tre tonte non sanno niente del debito, è chiaro…
Non so se sperare che Marte venga presto a prendermi per sapere qualcosa
in più su questa storia oppure sperare che mi lasci qui fino
a domani, quando Xena starà di sicuro per arrivare e portarmi
via da qui ..."
di
Darkamy e Xandrella