La
sala centrale del tempio è ornata per le nozze dell’indomani,
ma nessuno è stato posto a guardia. Solo un seguace di Dahak
è rimasto per ultimare i preparativi e dopo l'irruzione di
Xena ed Hercules corre a nascondersi in una delle stanze minori della
dimora di Marte temendo la morte:
- Avevi visto giusto … - commenta il figlio di Giove guardandosi
intorno.
- Marte mi delude … non ha lasciato neanche i suoi guerrieri
ad accoglierci … non gli interessa farci perdere tempo …
-
- O forse non aspettava il nostro arrivo? –
- … Dici che ci ha sottovalutati? … Può darsi,
dato che non si aspetta di vedere qui il suo amato fratellino …
- ironizza Xena, osservando i paramenti per la cerimonia.
- Vediamo se il nostro amico ha qualcosa di bello da raccontarci …
- dice Hercules riferendosi al seguace di Dahak che è corso
a nascondersi.
- Va tu a prenderlo. Io do un’occhiata in giro. -
Xena si avvicina all’altare preparato a festa in cerca di indizi,
ma senza trovarne; si avvia verso le tre camere del tempio: nella
prima trova solo un gran numero di armi disposte sulle pareti e sui
tavoli, nella seconda trova un gran disordine dovuto ai preparativi
delle nozze dove sono mescolati drappi, doni per il dio della guerra,
sedie e altre armi. Nella terza sala invece, c’è un letto
e un piccolo mobile di legno adibito a rudimentale armadio. Il letto
è disfatto e l’assenza di polvere in giro fanno intuire
a Xena che qualcuno ha alloggiato lì di recente:
"Olimpia deve essere stata qui fino a poco fa"
La guerriera prende in mano il cuscino e lo annusa, riconoscendo il
profumo del bardo che le conferma la sua intuizione. Poi rovista sotto
il letto e nell’armadio in cerca di qualsiasi cosa che Olimpia
possa averle lasciato per aiutarla in qualche modo, senza però
trovare nulla. Sul davanzale della finestra però, c’è
ancora il vassoio con la frutta che due sere prima le ancelle avevano
servito alla bionda poetessa.
Hercules raggiunge Xena nella camera con il prigioniero tenendolo
per la veste all’altezza delle spalle.
- E’ un seguace di Dahak. Marte si fa aiutare dagli schiavi
del “suocero”… -
Xena con sguardo impassibile si avvicina all’uomo, guardandolo
negli occhi per incutergli timore:
- Dov’è Marte e la donna bionda che era con lui? Ti conviene
parlare! –
- Io non ho paura della morte. Presto arriverà comunque l’oblio
per tutti gli uomini, quando il mio signore verrà in questo
mondo. – dice il prigioniero ostentando sicurezza di fronte
alla principessa guerriera.
Decisa ad assecondarlo Xena applica il pinch lasciandolo poi in ginocchio
completamente paralizzato:
- Bene, allora questa sarà la tua morte ... Ti restano solo
dieci secondi a meno che tu mi dica dove sono Marte e Olimpia ...
cosa scegli? –
L’uomo, agonizzante dopo pochi secondi lascia uscire con flebile
voce queste parole:
- Dalle Graie …sono dalle Graie … -
Immediatamente la principessa guerriera applica di nuovo pressione
sul collo dell'uomo per permettere nuovamente al sangue di fluire
restituendogli inoltre le capacità di movimento avendo la certezza
che l’uomo continuerà a parlare:
- Da quanto tempo sono lì? E perché? –
- Marte ha dovuto allontanare la sua promessa sposa dal tempio perché
tu eri nei pressi e potevi scoprire il suo piano. –
I due amici capiscono che l’uomo si riferisce alla Xena del
passato:
- … Io stavo solo preparando la sala per le nozze. Non centro
niente con il suo piano. – si giustifica il seguace del signore
dell’eterno fuoco.
- Vai ora e non tornare mai più al tempio. Non sprecare la
tua vita per Dahak e Marte… la distruzione non è una
scelta giusta e la violenza non è fatta per i contadini come
te. – ammonisce Hercules accompagnando l’uomo alla porta
ancora indolenzito per la violenza subita.
Rimasti soli, il figlio di Giove aspetta di sentire ciò che
Xena ha in mente:
- Non possiamo andare dalle Graie. Marte ci ha teso una trappola,
ha allontanato Olimpia sia da me che dalla Xena del passato e di sicuro
le Graie adesso lo staranno già informando del nostro arrivo
qui al tempio. –
- Dobbiamo aspettare la sua prossima mossa… oppure fare qualcosa
che non si aspetta … -
- Per attirarlo qui?.. Dobbiamo riflettere … -
- AAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!
– urla Panfredo dalla grotta delle Graie facendo tremare la
caverna con la sua voce stridula.
Le sorelle le corrono incontro, trovandola accanto alla scura sfera
del potere, dove la Graia stava monitorando la situazione utilizzando
il prezioso occhio:
- Per tutti i rospi cosa succede sorella??! – chiede preoccupata
Denio.
- Xena! Xena è arrivata nella nostra dimensione temporale!
E ha portato Hercules con sé! –
La notizia fa sussultare le due Graie ignare fino a quel momento dell’accaduto
mentre Olimpia tira finalmente un sospiro di sollievo per l’arrivo
di Xena dopo tanto penare. Le tre megere sorelle invocano il dio della
guerra chiamandolo a gran voce sin quando Marte si manifesta nella
grotta, intuendo immediatamente dalle grida delle Graie che è
successo qualcosa di grave che potrebbe compromettere il suo piano.
- Marte! Marteee! – urlano le sorelle avvicinandosi a lui di
corsa.
- State buone! Sono qua! … Che è successo? Dalle vostre
facce rugose, non prevedo niente di buono e anche se di solito questo
mi renderebbe immensamente felice, le brutte notizie stavolta non
mi sono gradite… -
La Graia con l’occhio guarda verso la sfera alle sue spalle,
lasciando ad intendere che può capire da solo:
- Nooo… non ditemelo… - commenta Marte lasciando cadere
le braccia lungo i fianchi – E' arrivata Xena?! –
Le Graie annuiscono deludendo Marte:
- Maledizione! Chi è la vecchia o … voglio dire questa
o … insomma!!!!! Quale Xena è??! – Urla Marte spazientito,
per l’incapacità ad esprimersi.
- E’ la Xena del futuro. Ed è arrivata con Hercules.
– puntualizza Panfredo che aveva visto nella sfera l’arrivo
della principessa guerriera al tempio.
- Hercules?! C’è anche lui? …Maledetta Xena! Ma
mi vendicherò può starne certa! Vorrei proprio sapere
come hanno fatto a capire tutto! … Voi ne sapete niente? –
- No, no! – dicono in coro le Graie temendo una punizione del
dio per aver concesso ad Olimpia di incontrare Xena in sogno e rivelarle
il piano di Marte:
- Mhm… Adesso le cose cambiano… prendete tutto ciò
che vi occorre per i vostri incantesimi, tra poco verrete con me ed
Olimpia… -
- Non possiamo rimanere qui? – chiede timidamente Enio, ottenendo
in cambio solo lo sguardo d’odio di Marte.
- Non amiamo uscire… sono almeno sette secoli che non mettiamo
il naso fuori dalla grotta … - puntualizza Denio.
- Già, e poi oggi il tempo è umido… - conclude
Panfredo.
- … Muovetevi e non fatemi perdere tempo. – è l’unica
risposta di Marte prima di avvicinarsi al bardo rimasta in silenzio
fino a quel momento.
- E così la tua Xena è riuscita ad arrivare fin qui
con l’aiuto di Hercules… ma io ho ancora il pugnale dalla
parte dell'elsa… -
- Xena ti seguirà fino alle colonne d’Ercole se sarà
necessario … rinuncia a queste nozze, Marte. Stai solo perdendo
tempo. – dice Olimpia.
- Vediamo se riesce a raggiungerti dove ti porterò adesso e
soprattutto, ad arrivare in tempo per le nozze… -
Detto questo Marte si volta e avvicinandosi all’orecchio di
Denio, le dice a bassa voce:
– Fate un incantesimo, la voglio arrendevole alla mia volontà.
Tra poco verrò a prendervi. –
La Graia annuisce al guerrieri che senza aggiungere altro scompare
dalla grotta, lasciando il bardo più in ansia di prima, e le
Graie in grandi preparativi.
Come una furia,
il dio della guerra compare nella sala del tempio dove devono essere
celebrate le nozze. Avvertendo la sua presenza, Xena ed Hercules lasciano
la camera da letto e ritornano nella sala, ma non appena varcano la
porta, una sfera di fuoco viene lanciata nella loro direzione costringendoli
a lanciarsi rovinosamente per terra in due direzioni opposte per schivare
il colpo. In quell'attimo, la spada di Xena cade a terra e la donna
si ritrova a mani nude, mentre Marte punta velocemente verso di lei.
Il dio della guerra l'afferra per la gola prima che la principessa
guerriera possa rialzarsi e sollevandola da terra scompare con lei
dal tempio, lasciando Hercules da solo ad urlare il nome del fratello…
Marte conduce Xena sull'orlo di un precipizio di una montagna non
molto distante dal tempio della guerra senza allentare la presa sulla
principessa guerriera che si sente soffocare mentre, sospesa in aria,
viene minacciata di cadere nel vuoto:
- E’ giunto il momento di eliminarti per sempre Xena! …
Stavolta non dovevi intrometterti nei miei piani! … Ti avevo
dato la possibilità di continuare una vita tranquilla con la
tua contadina ma tu come al solito hai voluto fare di testa tua e
venire qui ad intrometterti… addio Xena! –
Proprio quando Marte sta per lasciarle il collo, la donna trova la
forza di sferrare un calcio contro l'avversario facendolo cadere all'indietro.
Liberatasi dalla stretta che la imprigionava, Xena precipita nel vuoto
riuscendo però ad afferrare una piccola sporgenza nel terreno
che le permette di trarsi in da morte sicura. Facendo poi forza sui
polsi Xena si slancia in avanti riuscendo a saltare fino al bordo
del precipizio e rialzarsi nello stesso momento di Marte:
- Credevi che fosse così facile uccidermi? – chiede Xena
sentendo crescere la rabbia verso il suo nemico, che di tutta risposta
sguaina la spada avvicinandosi per colpirla. La guerriera ha perso
la sua arma al tempio e potendo difendersi solo con il chakram lo
afferra contrastando gli affondi di Marte dopo averlo scomposto utilizzando
le lame a due mani.
Mentre i due combattono,
le Graie nella loro grotta, per costringere Olimpia a bere la pozione
che hanno appena finito di preparare per ordine di Marte, si avvicinano
con indifferenza alla sfera dove il bardo sta osservando tutta la
scena del combattimento con il cuore in gola e con una padella di
ferro, Panfredo la colpisce violentemente alla testa, facendola cadere
a terra svenuta:
- Fate presto ora, Enio falle ingoiare la pozione e tu Denio, spogliala
e mettile il vestito per le nozze che ha portato Marte! –
- Brava, e tu che farai? – commenta invidiosa Denio vedendo
la sorella impartire ordini.
- Metterò la sfera e le pozioni indispensabili in un sacco
per portarcele con noi. –
Intanto nel piccolo
spiazzo della montagna che dà sullo strapiombo, Xena e Marte
sono nel pieno del loro combattimento: il dio della guerra, nonostante
la completa conoscenza delle armi, è incuriosito dal nuovo
chakram posseduto Xena di cui ignorava l'esistenza.
- Interessante quell’aggeggio … - commenta Marte osservando
la destrezza con cui la guerriera riesce a respingere i suoi colpi
di spada per attaccare a sua volta grazie alla lama.
Dopo l’ennesimo colpo parato, Xena attacca velocemente al volto
del dio della guerra che non riuscendo a schivare del tutto lama,
rimane ferito anche se il taglio sulla guancia si rimargina immediatamente
senza mai sanguinare:
- Se tu non fossi immortale potrei sperare in un combattimento ad
armi pari, Marte. – commenta soddisfatta Xena per aver anticipato
per un attimo i pronti riflessi del dio.
- Mi dispiace Xena, ma adesso non ho più voglia di giocare
con te. E’ l’alba ormai e oggi vengono celebrate le nozze
con la mia promessa sposa. Ti inviterei volentieri ma credo che la
tua presenza non sia molto gradita … non me ne volere ma adesso
devo proprio andare… salutami tanto Hercules! – così
dicendo, Marte scompare senza ultimare il combattimento.
- No! Aspetta! –
Xena si guarda intorno in cerca di un punto di riferimento, finchè
vede nella valle, il tempio della guerra dove è rimasto Hercules
prima dello scontro con Marte. La donna corre giù per il lungo
sentiero cercando di raggiungere quanto prima il figlio illegittimo
di Giove:
"Il sole sta sorgendo e Marte è di nuovo scomparso…
devo trovare Olimpia devo fare presto!"
CAPITOLO
VII
Tornando alla
grotta delle sorelle delle Gorgoni, Marte trova le tre Graie pronte
ad aspettarlo mentre Olimpia è pronta per le nozze, ma svenuta
e legata. Il bardo indossa una veste di seta bianca con varie decorazioni
color oro dal bustino aderente e scollato sul seno; la gonna è
lunga e le scende morbida sui fianchi valorizzando le sue grazie e
l’acconciatura dei capelli, grazie ad un cerchietto d'oro, ha
eliminato la pratica frangia che la donna portava di solito :
- E’ bellissima … ma perché è svenuta? Vi
avevo detto di renderla mansueta così non posso portarla nemmeno
davanti alle Parche! –
- Non preoccuparti Marte, si sveglierà presto. Non avevamo
altro modo per convincerla a bere la pozione e a farla vestire. –
- Bene … io ho avuto un po’ di noie con Xena, ma adesso
non potrà più disturbarci. Ora andiamo, io devo ancora
prepararmi per la cerimonia. – conclude Marte per poi prendere
in braccio Olimpia e scomparire nel nulla insieme alle sue tre complici.
Xena corre veloce
giù per il sentiero che porta alle valle: ormai è quasi
in fondo.
Lo scontro con marte non le ha procurato ferite ma la guerriera avverte
una forte stanchezza dovuta agli eventi di quelle interminabili giornate
alla ricerca di Olimpia:
"Come farò a trovarti adesso … non so dove ti
ha portato … avrei voluto non vedere più il sole sorgere
stanotte … invece è già l’alba e non ti
ho ancora rivista…"
Ad un tratto un coro di tre voci richiama l'attenzione di Xena interrompendo
la sua corsa:
- Xena ... -
Udendo il richiamo, la donna si guarda intorno per qualche attimo
avvicinandosi a dei cespugli dove, davanti ai suoi occhi, si manifestano
le tre Parche circondate da un’aura dorata:
- Siete voi … che cosa volete? -
- Non essere turbata Xena ... raggiungerai la tua meta senza affanno.
- risponde Atropo leggendo quasi nella mente della guerriera.
- E perchè non dovrei? Marte e le Graie hanno portato Olimpia
in un luogo a me sconosciuto e presto verranno celebrate le nozze
... forse è già troppo tardi... -
- Non temere Xena… - dice Cloto introducendo il discorso delle
tre dee.
- Marte ha un appuntamento con il destino e se noi siamo qui, lui
non può iniziare la sua cerimonia … - aggiunge Lachesi.
- Dunque sarete voi tre a celebrare le nozze… dovevo immaginarmelo
… Marte vuole un legame inscindibile con l’anima di Olimpia.
E voi vi prestate a queste nozze assurde? …Mi deludete, eravate
le uniche in cui riponevo fiducia tra tanti dei. –
- Giudichi velocemente principessa guerriera... – ammonisce
Atropo rimanendo accanto alle sorelle.
- …Se noi ti avessimo aiutato prima, il destino non avrebbe
potuto fare il suo corso…- ammette Cloto lasciando la parola
alla sorella Lachesi:
- …Tu dovevi arrivare fin qui con le tue forze, ma adesso non
puoi più andare avanti da sola. Devi fermare Marte e noi ti
aiuteremo a raggiungerlo … -
- Ho bisogno di sapere dov’è ... –
- Lui, Olimpia e le Graie sono appena saliti sull’Olimpo dove
celebreranno le nozze di nascosto, per non dare sospetti agli altri
dei ed evitare una tua intrusione durante la cerimonia. – Le
parole di Atropo riaccendono la speranza nel cuore di Xena. –
Noi ti condurremo là con Hercules per permetterti di evitare
le nozze. Adesso corri dal figlio di Giove. Noi vi aspetteremo fuori
dal tempio di Marte. –
- Aspettate! Perché state aiutando sia me, che Marte? Tutto
questo non ha senso! … Io so che avete un debito aperto con
il dio della guerra e se voi ne parlaste potrei aiutarvi a …-
Xena viene interrotta da Lachesi che riprende la parola:
- Il destino non può avere debiti a meno che non li accetti
… -
- …Ma anche quando questo accade, il destino può modificarsi
perché non obbedisce a nessun dio o padrone … - aggiunge
Atropo.
- Non capisco… - dice Xena ascoltando quello strano discorso.
- Il padre degli dei, Giove, sei lune fa, ci ha interrogato sul futuro
degli uomini, come è solito fare quando lo ritiene opportuno
… - riprende Cloto.
- …E noi abbiamo visto ciò che tu conosci già,
Xena, perché lo hai già vissuto… - puntualizza
Lachesi, per farle capire che si tratta di eventi passati.
- Molte cose sono successe dopo che ho ritrovato Olimpia, spiegatevi
meglio. Cosa avete rivelato a Giove? – continua Xena.
- Il crepuscolo degli dei; la morte degli dei che segnerà la
libertà degli uomini… - dice finalmente Atropo.
- …Ma Giove, non ci ha creduto. Il dubbio adesso alberga nel
suo cuore, ma non vuole credere ad un evento lontano di cui non gli
abbiamo ancora spiegato le cause … - aggiunge Lachesi.
- La nascita di mia figlia Evi … perché non glielo avete
detto? – deduce Xena sapendo bene di che cosa si sta parlando.
- I tempi non sono maturi per lui… - continua Cloto - ... le
Parche non possono morire con tutti gli dei … ed è da
questo che si origina il debito - rivela la dea, lasciando poi la
parola a Lachesi:
- Tu sai bene che il mondo degli uomini ha bisogno di un equilibrio
fatto di amore e guerra, ma anche di vita e di morte, di passato e
futuro. Il destino non può cessare di esistere con gli dei
perché non può essere arbitrio dei mortali. –
dice concludendo la spiegazione.
Xena riflette su quelle parole cariche di significato, ma ancora non
riesce a capire cosa, le oneste Parche, possano avere da spartire
con l’ambiguo dio della guerra:
- Senza destino cosa avrebbe guidato la vita, la morte e tutti gli
elementi dell'esistenza? … Certo … il destino ha salvato
Marte e Venere dalla fine… voi lo avete permesso. –
– E ' così Xena - risponde Atropo - Abbiamo fatto ciò
che non avremmo mai dovuto fare: modificare la trama del destino per
salvare la nostra vita e quella di Marte e Venere… -
– Ma il dio della guerra ci ha scoperto e ci ha minacciato di
rivelare tutto a Giove e abbiamo temuto la collera del padre degli
dei, che vigila sul nostro operato … - continua Cloto. - Se
ciò che abbiamo fatto fosse stato scoperto, diverse sarebbero
state le ripercussione negl'eventi futuri. -
– Capisco… una mancanza d'imparzialità in questa
faccenda così delicata poteva costarvi cara, specie perché
non avete rivelato tutta la verità agli dei. … Marte
non vi ha certo dimostrato riconoscenza per aver salvato anche la
sua immortalità. Dopotutto da quell’essere non c’è
da aspettarsi mai nulla di buono. –
– Il dio della guerra ci ritiene in debito con lui perché
ci ha lasciato modificare il destino. - continua Atropo - Vorrebbe
dire la verità a Giove su ciò che abbiamo fatto ...
se noi verremo punite, il destino non verrà più modificato
e quando giungerà il tempo del crepuscolo potrà dominare
l’Olimpo ed ogni essere umano. –
– E’ un pazzo … - commenta Xena - ... Ora capisco
che nella vostra posizione dovete fargli credere di temerlo. –
– E’ per questo che ti stiamo aiutando senza che lui lo
sappia. - risponde Lachesi - Il destino non teme il dio della guerra,
lo sta solo usando. Adesso però devi affrettarti. Marte è
già giunto sulla vetta dell’Olimpo e ci sta aspettando
per celebrare le nozze. –
- Si, hai ragione ...corro a valle da Hercules. Vi ringrazio molto.
–
Detto questo la principessa guerriera si congeda dalle dee e riprende
il cammino con le idee chiare su quanto accaduto e sta per accadere.
Le Graie Enio, Denio e Panfredo seguono Marte in silenzio e cercando
di fare il minor rumore possibile con i loro goffi movimenti. Attraversano
un ampio corridoio formato da alte e robuste colonne di un candido
marmo, non paragonabili a quelle dei templi per quanto maestose possano
essere. La costruzione non ha alcun tetto. Sopra le loro teste, il
cielo sembra tanto vicino da poterlo toccare; infatti, non esiste
orizzonte fatto di paesaggi ma solo un’immensa distesa azzurra
che si perde all’infinito. La luce emanata dai pavimenti e dalle
mura, tutte di marmo bianco, è talmente forte da disturbare
l'occhio umano che faticherebbe ad abituarsi rapidamente a tanto scintillio.
Olimpia giace svenuta tra le braccia di Marte, mentre i quattro loschi
figuri attraversano un immenso salone circolare dove al centro è
posta un’imponente fontana d'acqua limpida:
- E a noi tocca stare in quella lurida grotta! Dovreste vedere come
si trattano bene gli altri dei … - commenta Denio, che ha l’occhio,
guardandosi in giro a bocca aperta per la sontuosità di quei
luoghi.
- Passami l’occhio voglio vedere anch’io! – chiede
Enio reclamando il viscido organo della vista.
- No, finitela! – sbotta Marte contrariato. – Adesso dobbiamo
trovare velocemente un posto tranquillo dove sistemarci prima che
qualcuno si accorga della nostra presenza. Nessuna divinità
deve sapere che le Parche celebreranno queste nozze… -
Le Graie rinunciano per il momento all’idea di poter sbirciare
in giro e continuano a seguire i passi del dio della guerra:
- Non capisco perché gli altri dei non devono saperlo…
in fondo è un matrimonio! Potresti guadagnarci qualche dono
… - chiede Denio non riuscendo a trattenere la curiosità
per tanto mistero.
- Ci guadagnerei solo dei ficcanaso! E sono l’ultima cosa che
mi serve adesso. – risponde Marte dirigendosi all’interno
di una nuova e deserta struttura imponente.
- … Hai paura che le voci possano giungere fino a Dahak, vero?
Il signore dell’eterno fuoco potrebbe adirarsi per la tua ingratitudine,
dopo che ti ha concesso sua figlia Speranza… - insinua Panfredo,
arrivando a una parziale conclusione.
- Può darsi… - si limita a rispondere Marte, temendo
in realtà molto di più le domande di Giove sulla complicità
delle Parche, che l’ira di Dahak.
In quel momento,
mentre il dio della guerra adagia Olimpia, ancora svenuta, su un triclinio
accanto a una tranquilla piscina in una delle immense stanze della
costruzione, le Parche, dopo aver aiutato Xena a spiegare ad Hercules
ciò che è accaduto, conducono i due amici sull’Olimpo
senza essere viste:
- Marte è sicuramente qui intorno. Avrà cura che nessuna
divinità si accorga della cerimonia, perciò dovrete
cercarlo ... si sarà già nascosto da qualche parte.
– dice Lachesi.
- Vi daremo il tempo di trovarlo prima di iniziare la cerimonia.-
continua Atropo - ... Ma fate in fretta altrimenti gli altri dei si
accorgeranno di tutto e non possiamo permetterlo … -
– Non preoccupatevi, avete già fatto tanto. - risponde
prontamente Xena - Troveremo Marte e nessuna divinità ci scoprirà.
Ci divideremo per cercarlo, cosa dici Hercules? –
- Si, credo che sia la soluzione migliore. –
Accordate sul da farsi le Parche si congedano dai due guerrieri lasciandoli
liberi di organizzare la loro “caccia al topo”.
Marte e le Graie
decidono di lasciare Olimpia nella sala dove l’hanno adagiata
considerandola al sicuro da occhi indiscreti. Intanto i quattro si
dirigono poco distante per incontrare le Parche nel luogo convenuto:
- Ancora non sono arrivate … maledizione! Prima Xena, adesso
loro … stiamo perdendo solo tempo prezioso. Potrebbero scoprirci.
Tornate da Olimpia voi tre, sarebbe sospetto se vi vedessero. Io rimarrò
qui ad aspettare –
Le Graie borbottando per il troppo cammino che sono costrette a fare,
si dirigono lentamente nella sala del bardo, mentre Hercules senza
essere notato, trova il fratellastro e appena le tre megere sorelle
si sono allontanate si avvicina a Marte che se ne sta appoggiato a
una colonna:
- Sorpreso di vedermi? –
- Tu qui?! Come ci sei arrivato? –
- Ho anch’io le mie risorse, cosa credi… -
- C’è anche Xena, vero? Dov’è? –
- Tu dove credi che sia? … Non ci metterà molto a trovare
Olimpia. Ormai il tuo piano è sfumato. Dì pure addio
ai tuoi sogni di gloria e alla tua invincibile stirpe di guerrieri.
–
Preso dall’ira, Marte scaglia una sfera infuocata contro il
fratello che lo schiva per un soffio, spostandosi velocemente di lato.
- Vuoi fare a botte qui? Ne sei sicuro? –
Marte si arresta riflettendo sulle parole di Hercules:
"Non ha tutti i torti, Giove potrebbe facilmente vederci
e questo mi creerebbe grossi problemi"
- Che cosa vuoi da me? - riprende nervosamente parola il dio della
guerra - Non potevi continuare a farti gli affari tuoi, invece di
aiutare Xena? –
- … Mhm no! – e così dicendo, l’eroe tira
un sonoro pugno alla mascella di Marte, facendolo indietreggiare di
qualche passo.
Il dio della guerra, preso ancora di più dalla rabbia, si lancia
contro il fratellastro che cerca di schivarlo, ma il dio riesce a
toccargli il braccio destro e a portarlo con sé lontano dall’Olimpo,
materializzandosi a pochi metri dal cratere di un vulcano:
- Che dici di questo posto per divertirci un pò? –
- Non c’è male… - commenta Hercules, soddisfatto
di avere allontanato Marte dall’Olimpo, per lasciare Xena libera
di salvare Olimpia.
Il combattimento tra i due ha inizio: Marte scaglia una serie di sfere
di fuoco contro il fratello, senza mai riuscire a colpirlo. Stanco
dei vani tentativi continua la sua offensiva cercando di avvicinarsi
il più possibile ad Hercules per dare avvio ad uno scontro
corpo a corpo. Un colpo violento allo stomaco e uno al mento, mettono
a terra il figlio mortale di Giove che trova però prontamente
la forza per rialzarsi e di iniziare un contrattacco sferrando una
serie di calci contro il dio della guerra; il guerriero para gli attacchi
per poi reagire al momento opportuno, assestando un pugno ben calibrano
riuscendo ad allontanare l'avversario.
Non è semplice per i due concentrarsi sul combattimento: fiumi
di lava incandescente scorrono lungo la montagna e permettono la lotta
solo all’interno di un triangolo largo pochi metri.
Hercules si guarda intorno in cerca di uno spiraglio: raggiungere
un isola di terra più grande gli risulta impossibile in quanto
un grande colata incandescente lo separa dalla meta e non vi sono
pareti da sfruttare per ottenere una spinta necessaria ad un tale
balzo. Il calore è molto forte e questo rende difficile la
respirazione dell’eroe a cui più volte si annebbia la
vista, ma nonostante le condizioni ambientali scelte da Marte, Hercules
continua la sua lotta contro il fratello che risulta, per forza ed
abilità alla pari.
CAPITOLO
VIII
Intanto sul monte
Olimpo, Xena dopo aver cercato in molte stanze, accede finalmente
a quella in cui è nascosta Olimpia, ignara di ciò che
sta accadendo tra Hercules e Marte.
La principessa guerriera entra nella prima sala, anch’essa come
le altre molto simile ad un tempio e dimora di chissà quale
divinità. Osserva con attenzione le statue di marmo che raffigurano
vari personaggi che impugnano alcuni oggetti simbolici:
"Devo stare attenta in questo posto … l’apparenza
può ingannare e qualcuno potrebbe spiarmi nell’ombra"
Con la coda dell’occhio la guerriera scorge un pezzo di veste
marrone, che sporge da dietro una statua. Temendo una presenza divina,
Xena, si nasconde dietro una colonna, attendendo un movimento del
presunto avversario che di sicuro l’ha vista entrare. Passano
alcuni minuti di silenzio senza che nessuno dei due si muova, poi,
il misterioso personaggio esce allo scoperto: è Denio. L’anziana
divinità credendo che Xena si sia allontanata, ancora impaurita
gironzola in giro dirigendosi verso la porta d’ingresso per
verificare se la guerriera sia uscita dell’edificio.
Intanto Xena silenziosamente, riconoscendo la Graia, le scivola alle
spalle e le punta la spada alla schiena impedendole di girarsi:
- Aahh! Sei ancora qui! – grida Denio che ha l’occhio
per poter vedere.
- Non gridare. Sarà meglio per te ... non fare strani incantesimi
e conducimi da Olimpia… -
- Non puoi uccidermi! Io sono immortale! – dice ostentando sicurezza
la Graia.
- Questo lo so, ma potrei rendere la tua immortalità un eterna
agonia ... Alza le mani ben in vista. –
Non appena Denio le ha obbedito, la principessa guerriera afferra
la corda che la sorella delle Parche porta in vita come cintura e
la usa per legarle i polsi.
- Adesso andiamo insieme da Olimpia. Marte è con lei? –
Innervosita per essere stata immobilizzata la Graia lancia un urlo
e prova a mordere Xena su un braccio, ma ottiene in cambio solo un
pugno sui denti che la zittisce. Il troppo rumore provocato dalla
gracchiante divinità, costringe Xena a nascondersi nuovamente
dietro l’imponente colonna di marmo con l’ostaggio, avendo
cura di tapparle la bocca con la mano intuendo l’arrivo delle
sue due sorelle.
di
Darkamy e Xandrella