Davanti
alla porta di casa, Iolao sorregge sottobraccio la moglie Pizia che
per la partenza di Xena, Hercules e Olimpia non ha voluto sentire
ragioni a rimanere a letto. I tre amici sono pronti per il viaggio
in sella ai propri cavalli. Iolao avrebbe voluto accompagnarli per
rivivere vecchie emozioni e avventure che da tempo ormai non assapora
più con il figlio di Giove, ma per rimanere accanto alla moglie
e per le sue stesse condizioni di salute, non ha nemmeno azzardato
a chiederlo agli amici:
- Mi raccomando Hercules, tira qualche pugno anche per me! -
- Sarà fatto amico mio, non temere! Torneremo presto vedrai.
-
- Andiamo a combattere? Chi dobbiamo fermare? - chiede ignara Olimpia
a Xena ascoltando i discorsi dei due uomini.
- Il viaggio è lungo te ne parlerò tra poco. - risponde
Xena - Abbi cura di te e di tua moglie Iolao. Spero di rivederti presto
e grazie per il tuo aiuto. -
- Mi ha fatto molto piacere rivederti Xena. Spero solo che non dovranno
passare ancora così tanti lustri prima di rivedere te e Olimpia.
Ora sai dove trovarmi. -
- Verremo presto a trovarti - risponde il bardo per entrambe, ignara
di non poter più tornare indietro dopo il viaggio.
Dopo gli ultimi saluti, i tre si mettono in marcia verso una zona
del bosco a nord di Tebe, dove molti anni prima, Iolao in viaggio
nel passato, vide distrutta la pietra di Kronos per mano di Callisto,
nel tentativo di impedire al giovane guerriero di salvare la vita
alla madre di Hercules e all’eroe stesso, che stava per venire
al mondo. In quel luogo infatti, i frammenti della pietra di Kronos
hanno ancora il potere di permettere a chi li ha in mano di viaggiare
nel tempo dovunque desideri. In questo modo i nostri amici, potranno
raggiungere Olimpia e salvarla da Marte per riportarla poi al presente
e allo stesso tempo ricondurre nella propria dimensione temporale
la giovane Olimpia.
Nel tempio delle
Parche intanto, sono iniziati i preparativi per le nozze di Olimpia
e Marte. I seguaci di Dahak stanno allestendo velocemente con drappi
rossi e neri tutta la sala per farle assumere un aspetto imponente
per quello che dovrebbe essere “un lieto evento”. Un lungo
tappeto attraversa tutta la sala fino a raggiungere l’altare,
adornato esclusivamente con fiori del colore della passione. Uno spazio
è stato allestito anche per i numerosi invitati attesi per
l’indomani: un gran numero di sedie e in prima fila delle sontuose
poltrone, più simili a dei troni, destinate agli dei dell’Olimpo.
Ma delle dee del tempio non c’è alcuna traccia. Marte
compare nella sala per verificare come procedono i preparativi. Si
guarda intorno compiaciuto, poi si avvicina a uno dei seguaci di Dahak
per fare il punto della situazione:
- State facendo un buon lavoro … Ma tutte quelle sedie in prima
fila non serviranno. Non ho invitato tutto l’Olimpo… solo
qualcuno di mia fiducia … -
- Farò provvedere ad eliminarle - risponde compiaciuto l’uomo,
gratificato dal complimento che ha appena ottenuto da Marte.
- Immagino che le Parche non si siano fatte vedere … -
- No, mio signore. -
- Meglio così… Hai fatto confezionare la veste per la
sposa? -
- Certamente! -
L’uomo batte le mani e due donne che poco prima stavano sistemando
dei drappi alla parete, si avvicinano a Marte a capo chino, con in
mano la veste per Olimpia.
- La scollatura è come tu avevi ordinato?… - aggiunge
il seguace di Dahak attendendo il giudizio di Marte sulla veste.
Quando gliela vedrò indosso ti dirò se avete fatto un
buon lavoro. Adesso tornate ad occuparvi dei preparativi. …
-
Il dio della guerra scompare dal tempio con l’abito da sposa
per riapparire nella grotta delle Graie:
- Queste nozze mi stressano! Spero che arrivi presto la luna di miele
per rilassarmi un pò! - commenta Marte non appena vede Olimpia
circondata dalla Graie che stavano ancora lamentandosi delle Parche
con la povera guerriera in cerca solo di un po’ di silenzio
in quella grotta piena di echi.
- Ti sono mancato mia cara? La guerra mi chiama… ovunque e ogni
giorno ci sono uomini che mi invocano e ho poco tempo da dedicarti
purtroppo. -
L’atteggiamento da marito premuroso di Marte è a dir
poco disgustoso per Olimpia:
- Potevi anche rimanere dov’eri, stavo molto meglio prima. -
- Lo sai che la mia pazienza ha un limite e che non mi piace sentirti
sempre così scostante nei miei riguardi. Cerca di cambiare
atteggiamento o mi vedrò costretto a … - la minaccia
del dio della guerra viene interrotta dalla sfida di Olimpia.
- Cosa? Puoi minacciarmi perché credi di aver vinto, ma non
è così. Non mi fai paura, te l’ho già detto.
-
- Xena non verrà a salvarti. Arrenditi all’idea e rassegnati.
Se non cambi atteggiamento nei miei confronti potrebbe essere molto
doloroso per te starmi accanto… -
- Non credo dato che rimedierai con uno degli incantesimi delle Graie.
Non è forse questo che hai in mente, se non dovessi riuscire
a soddisfare le tue “esigenze”? -
- … Chi può dirlo. Dimentichi che a me piace vedere il
dolore e la sofferenza altrui. Potrebbe essere eccitante costringerti…
ogni giorno … -
La sadicità di Marte mette a dura prova la calma del bardo,
che ormai non ha più nessun motivo per non ribellarsi ai suoi
piani:
- Questa è la tua veste per la cerimonia di domani, provala.
-
Olimpia prende il vestito rosso dalle mani di Marte e contro ogni
previsione del dio della guerra, lo afferra a due mani e lo strappa
con forza all’altezza del corpetto, rendendolo indossabile.
Poi lo lancia sul viso del dio della guerra mentre le Graie rimpiccioliscono
per la paura immaginando la reazione di Marte:
- Come ti permetti di disubbidirmi, stupida mortale! -
Il dio la afferra per le spalle e la strattona due volte, ma Olimpia
lo colpisce con una ginocchiata all’inguine e una gomitata sullo
zigomo sinistro, facendogli mollare la presa immediatamente. La rabbia
di Marte si fa sempre più grande per l’intraprendenza
della donna; tuttavia è compiaciuto dal vederla così
forte e pronta di spirito:
- … Mi ricordi una persona, ma non c’è bisogno
che ti dica chi è … Non ti conviene farlo un’altra
volta Olimpia, credimi.... domani mattina avrai il tuo abito da sposa
e lo indosserai ... ma non illuderti, verrai al tempio delle Parche
con qualsiasi cosa tu abbia addosso, questa la cerimonia avrà
luogo.-
- Non cederò mai Marte … rimandami a casa. - chiede per
l’ultima volta la guerriera dopo aver rinfrancato il concetto
sulla sua posizione riguardo alle nozze.
- La mia risposta è, e rimarrà, no. E dopo ciò
che hai appena fatto, non ci sarà nessun incantesimo ad impedirti
di realizzare ogni attimo della vita immortale che condurrai con me…lontano
da Xena. -
Il dio scompare dalla grotta, lasciando il bardo a riflettere sulla
punizione ricevuta. Il pensiero di dover dormire con lui la notte
successiva la fa rabbrividire per un attimo, ma il pensiero dell’arrivo
di Xena le è di conforto.
CAPITOLO
V
Lungo il sentiero
costeggiato da alti pini Xena, Hercules e Olimpia galoppano velocemente
per guadagnare minuti preziosi e raggiungere il luogo che aprirà
il varco temporale con i frammenti della pietra di Kronos. Vedendo
Olimpia piuttosto silenziosa e assorta nei suoi pensieri, come del
resto lo è anche Xena, il figlio di Giove decide di scambiare
due chiacchiere dato che, da quando i tre si sono messi in marcia
nessuno ha ancora proferito parola:
- E’ tutto a posto? -
- Si, certo. - risponde prontamente il bardo alla semplice domanda.
- Non amo molto viaggiare a cavallo e questo ritmo veloce mi tiene
concentrata! -
Il commento fa sorridere entrambi gli amici, distogliendo Xena dalle
riflessioni su Marte e le Parche:
- Comunque sto ancora aspettando spiegazioni su dove stiamo andando
così di corsa! … Xena? Parlo con te! - continua la giovane
dai capelli dorati.
- Si lo so … Stiamo andando a casa, te l’ho detto. -
- Cerca di essere più chiara per favore … - puntualizza
Olimpia che inizia a spazientirsi per la poca considerazione.
- …Andiamo a Potidea ...- dice di getto Xena, trovando nella
città natale del bardo la soluzione migliore da indicare in
quel momento, per giustificare il fatto di averle indicato come meta
il termine “casa”. Hercules le dà subito segno
di approvazione senza farsi vedere, sorridendole per la geniale trovata.
- Beh, non capisco perché stiamo correndo ma mi piace l’idea
di rivedere mia sorella e i miei genitori. E’ da un po’
che non li vedo e credo che saranno sorpresi nel vedere che sono affiancata
dal figlio di Giove! … Vedrai quanti ammiratori che si avvicineranno
a casa mia solo per vederti Hercules! -
- Ti farò fare bella figura sollevando qualche masso, non preoccuparti!
-
- Oh grazie! -
Olimpia ride vedendo l’uomo reggerle il gioco. Intanto Xena
riflette su come si evolvono gli eventi negli ultimi giorni:
"Comincio a credere che tutto questo era già stato
segnato dal destino… sono stata appena costretta a dire ad Olimpia
che la riportavo a casa sua per un caso puramente fortuito ... perché
non avevo una scusa valida da usare e ora che ripenso al passato capisco
che quando la ritrovai lì con Speranza e il Distruttore, un
motivo c’era… sono stata io a portarla lì …
o meglio, sto per farlo adesso…questo dovrebbe significare che
riuscirò a sistemare le cose… dovrò stare molto
attenta a non cambiare il passato altrimenti potrei pregiudicare il
presente"
- Xena a che pensi? - chiede Olimpia interrompendo i pensieri della
principessa guerriera.
- Pensavo che è ormai ora di pranzo e vorrei mangiare un boccone.
- risponde la mora cercando di non insospettire in alcun modo la compagna.
- C'è qualcosa nella tua sacca? -
- Certo. -
La donna ferma il cavallo e inizia ad aprire la propria bisaccia,
mentre Hercules e Xena si fermano per non lasciarla indietro. La bionda
guerriera tira fuori tre piccoli fagotti e ne distribuisce uno a testa
per il pranzo. Poi riprendono il cammino a passo meno sostenuto per
mangiare.
E così i
tre eroi continuano il cammino durante le ore successive quando il
sole si fa tiepido per poi scomparire lentamente dietro le montagne
e lasciare spazio alla luna. Attraversano molti sentieri e due boschi
prima di giungere in un’ampia pianura, dove sorgeva qua e là,
qualche arida pianta d’ulivo.
- Ho freddo… quando ci fermiamo per dormire? Non vedo l’ora
di accendere il fuoco. - introduce Olimpia strofinandosi le braccia
con le mani.
- Siamo arrivati. - dice tutto a un tratto Hercules, fermando il proprio
cavallo.
- Sei sicuro di aver riconosciuto il posto? È buio - domanda
Xena guardandosi intorno.
- Si Xena. E’ proprio qui. -
- Lasciamo andare i cavalli allora. -
- Ragazzi non per contraddirvi, ma sono sicura che non siamo ancora
arrivati a Potidea. - dice Olimpia facendo notare la strana svista
di Hercules.
- No Olimpia, scendi da cavallo, adesso prendiamo una scorciatoia.
Potidea è troppo lontana per arrivarci a cavallo e Hercules
ha la pietra di Kronos con sé. Possiamo usarla qui. -
La donna si insospettisce ulteriormente sentendo nominare la pietra
del più antico degli dei.
- Numi dell’Olimpo! Xena dimmi la verità qualcuno a casa
mia non sta bene e tu non vuoi dirmelo, vero? E’ per questo
che hai tanta fretta… -
- No… non è come pensi, i tuoi genitori e tua sorella
stanno benissimo … -
Xena riflette su cosa è meglio dire per lasciarla a casa dei
suoi genitori poichè, una volta giunti nel passato, potrebbe
non avere più il tempo e la calma per riflettere su una scusa
plausibile:
- Sono stata informata che al tuo villaggio in questi giorni una misteriosa
creatura è artefice di atroci omicidi ... stiamo andando a
Potidea per fermare questo mostro ... - spiega la principessa guerriera
facendo chiara allusione al distruttore.
- Capisco … A casa mia stanno tutti bene, vero? –
- Si, non preoccuparti, purtroppo però sono in pericolo …
dobbiamo raggiungere il villaggio il prima possibile. -
- D’accordo … facciamo presto allora. - conclude Olimpia
convinta che i due amici le stiano dicendo la verità.
- Venite avviciniamoci al punto esatto e mantenete un contatto fisico
tra di voi e me, altrimenti rischiate di rimanere qui. - dice Hercules.
Il figlio di Giove fa qualche passo con criterio incomprensibile per
le due donne per poi arrestarsi ed afferrare un sacchettino che aveva
appeso alla cintura:
- Dammi la mano Xena ... -
Il guerriero leggendario rovescia lentamente una parte del contenuto
sul palmo della mano della principessa guerriera: si tratta di frammenti
di varia misura di quella che doveva essere una grossa pietra di colore
verde. Xena richiude lentamente la mano trattenendo i frammenti senza
fare troppa pressione mentre Hercules afferra per un braccio entrambe
le compagne di viaggio:
- Ci siamo, ora non ti resta che desiderare dove vogliamo andare.
- spiega l'uomo alla mora dagl'occhi cerulei.
I tre eroi chiudono gli occhi avvertendo un forte senso di vertigine
subito dopo e quando li riaprono si ritrovano in una radura nel pieno
cuore della notte. Hercules si guarda intorno e non riconoscendo quei
luoghi si chiede se il viaggio temporale abbia funzionato:
- Xena ... il posto è questo? -
- Si è questo ... non siamo lontani da Potidea nè dal
luogo in cui potremo finalmente porre fine a questa faccenda. -
Nel pronunciare quest'ultima frase la principessa guerriera abbassa
la voce per non farsi sentire da Olimpia sebbene abbia dato un indicazione
molto vaga.
- Olimpia ... - riprende parola Xena - Avrei un favore da chiederti
... -
- Si dimmi ... -
- L'oscurità mi trae in inganno e vorrei accertarmi di essere
nel luogo preciso in cui desideravo essere ... è importante
... prosegui per questa vallata e scendi quella piccola collinetta
laggiù ... se intravedi un piccolo corso d'acqua abbiamo raggiunto
il luogo esatto. -
- Lo spero ... ora che mi hai detto come stanno le cose sono molto
preoccupata per la mia famiglia ... avresti dovuto dirmelo subito
Xena! -
- Non volevo darti preoccupazioni inutili ... ora avviati ...io ed
Hercules intanto dobbiamo riflettere su come affrontare questa creatura.
-
- D'accordo ... -
Detto questo il bardo si avvia a passo svelto verso il punto indicatole
dalla principessa guerriera che intanto la osserva insieme ad Hercules:
- Hai fatto bene ad allontanarla ... - commenta il figlio di Giove
- ... Ora dobbiamo pensare a come fare con lei ... non possiamo portarla
con noi ... se incontra Olimpia del nostro presente rischiamo di mutare
il corso del tempo. -
- Si lo so ed è per questo che ho deciso di giungere nel passato
in questo luogo. Il giorno che tra poche ore inizierà è
quello in cui molti anni fa, con l’intento eliminare Speranza,
incontrai Olimpia in un bosco non lontano da Potidea mentre ero in
cerca di sua figlia e dell'orrenda creatura che aveva messo alla luce:
il Distruttore. -
Hercules ascolta con attenzione le parole di Xena mentre ricostruisce
alla perfezione gli avvenimenti passati di quei luoghi.
- Ora con una scusa indurrò Olimpia ad avviarsi da sola verso
Potidea e per raggiungere il villaggio dovrà per forza attraversare
il bosco e mi incontrerà... in questo modo mi assicurerò
di averla tratta in salvo. -
- Non possiamo farlo ... rischiamo di modificare il corso del destino
... se Olimpia incontra la Xena di questo periodo temporale si troverà
disorientata dagli eventi e le racconterà cosa le è
accaduto in questi giorni. -
- Non temere Hercules, ho pensato anche a questo ... le sorelle delle
Gorgoni sono complici del complotto di Marte ... se riusciamo a sistemare
questa faccenda in tempo con le "buone maniere" potremmo
imporre alle Graie, con un sortilegio, di far perdere ad Olimpia i
ricordi di questa esperienza... -
- Se non dovessimo porre fine a questa storia prima dell'incontro
tra le due causeremo un grosso guaio ... -
- Si, me ne rendo conto ma non abbiamo altra scelta ... il tempo questa
volta sicuramente non è nostro alleato ... dobbiamo affrettarci,
abbiamo un matrimonio da sventare e Marte da fermare prima dell'incontro
di Olimpia con la Xena del passato ... ma sono fiduciosa amico mio
... qualcosa mi dice che riusciremo nel nostro intento ... il destino
sembra guidare le mie mosse ... -
- Si credo che tu abbia ragione. -
- Xena!! - grida Olimpia da lontano correndo verso i due guerrieri
interrompendo così il loro dialogo. – In fondo alla vallata
c’è il corso d'acqua di cui mi avevi parlato ... il luogo
è questo. -
Xena attende che il bardo li raggiunga prima di prendere parola:
- Bene Olimpia, allora dobbiamo darci da fare ... io ed Hercules ora
dobbiamo raccogliere informazioni sul mostro che sta terrorizzando
questa zona. Vorrei che tu ti avviassi al villaggio e ti assicurassi
che tutti siano al sicuro. -
- Vuoi che ci dividiamo? -
- Si Olimpia ... proteggi il tuo villaggio fino al nostro arrivo ...
noi ti raggiungeremo presto ... -
- La sicurezza di Potidea non potrebbe essere in mani migliori ...
- aggiunge Hercules.
- Credo che tu sia impaziente di riabbracciare la tua famiglia ...
-
- Si in effetti è da tempo che manco da casa e sono contenta
di essere qui ora. -
- Bene allora Olimpia ascoltami con attenzione ... - riprende Xena
- ... Segui il corso d'acqua che hai trovato prima ... ti condurrà
verso il bosco che circonda la zona del tuo villaggio ... se ti incammini
sin da ora credo che domani quando il sole sarà alto nel cielo
arriverai a casa. -
- Quando ci incontreremo? -
- …Domani… ma saluta Hercules adesso, perché dopo
che mi avrà aiutato se ne andrà. Domani verrò
da te da sola. -
- Oh… Immagino che tu abbia altre faccende da sbrigare …
- dice Olimpia rivolta al figlio di Giove prima di avvicinarsi a lui
per un abbraccio.
- Purtroppo si, e sono sicuro che tu e Xena saprete cavarvela molto
bene anche senza di me. … Abbi cura di te, a presto -
- Mi ha fatto piacere rivederti. Arrivederci Hercules. - Detto questo
i due amici si abbracciano poi l’attenzione del bardo si sposta
su Xena.
La principessa guerriera viene pervasa da un momento di commozione:
è giunto per lei il momento di salutare la giovane e dolce
Olimpia che vivrà sempre nei suoi ricordi.
La mora guerriera abbraccia forte il bardo cercando di trattenere
le lacrime e non insospettire Olimpia che ricambia l'effusione con
trasporto.
- Mi raccomando Olimpia fa attenzione ... -
- Si certo, anche tu sii prudente mi raccomando. -
Le due sciolgono l'abbraccio sorridendosi a vicenda. La principessa
guerriera si china baciandole la fronte per poi concludere:
- Coraggio ora va ... hai un lungo cammino da fare ... -
- Va bene .. a presto. - saluta il bardo sorridendo ad entrambi i
guerrieri per poi voltare loro le spalle e iniziare la sua marcia
verso casa, ignara di non poterli più rivedere se non nel proprio
futuro tra molti lustri.
La principessa guerriera la osserva allontanarsi mentre una lacrima
le riga il volto e un forte senso di tristezza le pervade l’animo.
Hercules si avvicina all'amica e posandole una mano sulla spalla cerca
di rincuorarla:
- Coraggio Xena, vedrai che andrà tutto bene ... -
- Lo spero Hercules ... sai, aver rincontrato la giovane Olimpia mi
ha riportato alla mente tanti splendidi ricordi di momenti trascorsi
con lei e vederla allontanarsi ora mi riempie di nostalgia. -
- Nessuno potrà portare via questi ricordi dal tuo cuore Xena
... ora cerca di farti forza ... dobbiamo salvare la tua Olimpia -
- Si hai ragione, non c'è tempo da perdere ... mettiamoci in
cammino! -
Dopo qualche sogno agitato, Olimpia si risveglia per terra, dove si
era adagiata per riposarsi senza l’intenzione di addormentarsi.
Le Graie sono sempre intente nelle loro faccende: incantesimi, orripilanti
pasti da cacciare, cucinare e mangiare e litigi continui sul possesso
dell’occhio e del dente.
"Non ne posso più di stare qui… e soprattutto
non sopporto i loro continui schiamazzi. Hanno delle voci insopportabili.
Chissà dov’è Xena…mi conviene stare allerta
adesso, perché potrebbe arrivare qui da un momento all’altro
e questo significa e ci sarà da combattere con Marte perché
di sicuro non può arrivare qui da sola. O almeno credo…"
Si alza lentamente dal suolo con le ossa indolenzite e si stiracchia
un po’ per rimettersi in forma. Poi si rivolge alla Graie
- Quanto manca all’alba? In questo posto non si distingue la
notte dal giorno…-
- Non molto direi… non vedo l’ora che Marte venga a prenderci
per la cerimonia! Sono secoli che non vado a un matrimonio! - risponde
Panfredo.
- Io ne farei volentieri a meno … -
- Lo sai Olimpia, non dovresti essere così ostile con Marte.
Ti dovresti sentire fortunata per queste nozze. Quando lo hai trattato
in quel modo poco fa, non avrei scommesso un topo che ti avrebbe perdonato.
- ammonisce Enio agitando il suo rugoso dito dalle unghie lunghe e
appuntite.
- Grazie del consiglio ma io mi sentivo già fortunata dov’ero
... non mi mancava niente… -
- Non mentire a te stessa, Olimpia. Noi ti abbiamo osservato bene,
abbiamo visto nel tuo spirito … - aggiunge Denio facendo notare
al bardo che non sta parlando con delle persone qualsiasi.
- Immagino… voi e Marte a discutere su cosa fosse meglio per
il mio bene … - dice sarcastica Olimpia mettendosi a sedere
accanto al tavolo mentre le Graie si avvicinano a lei tastandosi l’una
con l’altra per non cadere.
- Tu hai un animo gentile e sei una donna che sa amare e farsi amare
da tutti. Ma gli esseri come noi e il dio della guerra ti hanno segnata
e cambiata con il dolore. E’ sempre così mia cara: gli
uomini cambiano solo quando soffrono e nessuno può dire come:
possono peggiorare e diventare crudeli oppure possono diventare forti
e giusti. - Commenta Panfredo mostrando, come raramente accade, la
saggezza che una persona della sua età dovrebbe avere.
- Non voglio parlare di questo … non sono affari vostri. - dice
Olimpia restia a parlare di Dahak e della violenza subita dopo il
suo primo omicidio, con degli estranei e per di più suoi nemici.
Ma le Graie, che non sono mai stati esseri sensibili continuano il
discorso:
- Non è un caso, né un capriccio se Marte ti ha scelto.
Nel futuro credeva di poter fare di te la sua erede ma non ci è
riuscito perché non ne ha avuto i mezzi. Ma noi lo abbiamo
aiutato a capire… e a correggere i suoi sbagli - dice Enio lasciando
poi la parola a Denio:
- Tu sei adatta più di ogni altro ad essere la sua sposa, al
contrario di Speranza e della stessa Xena, perché ora sei una
donna forte ma allo stesso tempo gentile, sei intelligente e astuta,
ma non cattiva. Non potevi essere un erede perché odi la guerra
e soprattutto odi Marte, ma un figlio tuo e del dio della guerra,
sarebbe perfetto! Tu desideri diventare madre ed è l’unico
vero rimpianto che avrai per tutta la vita … -
- Smettetela! - Olimpia si alza di scatto molto nervosa per l’argomento,
lasciando cadere all’indietro la sedia su cui era seduta. -
Io non avrei mai avuto rimpianti se Dahak non mi avesse posto in grembo
quel mostro! E non permetterò a Marte di fare lo stesso! Non
voglio avere figli perché l’unica persone da cui ne vorrei
uno, non può darmelo, perciò sto bene così! -
Le Graie rimangono ammutolite e preferiscono non aggiungere nient’altro
temendo la reazione del bardo che si allontana velocemente dal tavolo
e va ad appoggiarsi all’ingresso della grotta per piangere in
solitudine su ferite mai rimarginate.
CAPITOLO
VI
Nel silenzio della
notte, due figure furtive si avvicinano al tempio della guerra…
due tipi poco raccomandabili a torso nudo con pantaloni di pelle nera
e con una maschera sul volto, sono posti a guardia del tempio e passeggiano
lentamente osservando in ogni direzione e perlustrando la zona ad
ogni singolo rumore della radura adiacente.
- Mi stavano aspettando Hercules – commenta Xena pregustando
lo scontro con i due guerrieri.
- Diamo inizio alle danze allora…uno a testa per scaldarci?
–
- …Va bene te lo concedo… ma vedi di non esagerare con
quelli che sono dentro! – sorride la principessa guerriera immaginando
la quantità delle guardie presenti nel tempio.
- Va bene ma se vai in giro a cercare Olimpia, non ti lamentare se
quando torni non ne troverai nemmeno uno in piedi. –
- Uhm… Scommetterei il chakram che Marte tiene lontana Olimpia
dal tempio. Ciò che mi interessa adesso è parlare con
quel viscido essere. –
- Basta parlare andiamo … -
I due amici con molta non-chalance escono dal cespuglio camminando
lentamente senza scomporsi verso il grosso portone d’ingresso
con le spade appoggiate su una spalla mentre le guardie, sconvolte
dal comportamento degli intrusi, gli corrono incontro pronti ad attaccarli.
Non appena il suo avversario le si pone di fronte Xena, lanciando
un urlo di guerra, da inizio allo sconto che dopo pochi colpi di spada
vede sconfitti i due scagnozzi di Marte. Senza esitare, intuendo l’arrivo
di altri guerrieri, i due amici corrono verso la porta d’ingresso
spalancandola con un calcio e si preparano a combattere ancora, ma
all’interno trovano una sorpresa: nessun guerriero ad attenderli.
di
Darkamy e Xandrella