CAPITOLO
IV
Nel
frattempo nella grotta delle Graie, Olimpia sta riprendendo i sensi.
E’ riversa a terra con i polsi legati e un topo cammina vicino
al suo viso. Vedendolo, sobbalza per lo spavento, poi cerca di alzarsi
ma si rende conto di essere legata e avverte inoltre un forte mal
di testa. La grotta è molto buia e fredda e Xena non c’è.
Dopo qualche istante il bardo avverte una presenza alle spalle: una
delle Graie senza occhio le fa da guardia. La paura si fa ancora più
forte:
- Salve Olimpia! - sogghigna la vecchia senza denti. - Finalmente
ti sei svegliata… ti fa molto male la testa? -
Olimpia si ritrae:
- Dove mi trovo? Dove è Xena?… io ti ho gia visto! -
- Certo ... Sono Panfredo, qui ci sono anche le mie sorelle ci conosci?
-
- Lasciami! - il bardo cerca di allentare la corda mentre le altre
due si accorgono del suo risveglio e si avvicinano.
- Si vede che questa è la più vecchia! - commenta Deino
osservando la guerriera con l'occhio che condivide con le sorelle.
- Prestami l’occhio, sono curiosa, voglio vederla anch’io!
- dice Enio.
- Siete le Graie, vero? - domanda Olimpia inorridita nel vedere il
loro scambio dell’organo della vista.
- Sii - risponde prontamente Panfredo.
- Cosa volete da me? -
- Oh, sta tranquilla non vogliamo mangiarti. Sei qui perché
presto sarai regina! -
- Cosa?! E di quale regno? -
- Di tutti i regni! -
- … E realizzerai il tuo sogno avendo un figlio… - aggiunge
Deino.
- Io non voglio avere nessun figlio! Lasciatemi andare! -
Proprio in quell’istante Marte compare alle loro spalle. Nel
vederlo Olimpia rimane a bocca aperta: il dio ha scuri capelli mossi
che gli cadono sulle spalle, un folto pizzetto intorno al mento e
indossa un rigido abito di pelle scura che gli copre l’atletica
e possente muscolatura. Non è il Marte del suo presente, bensì
quello di molti anni fa:
- Tu?! … Tu sei il responsabile di tutto questo?! -
- Però!! … Negli ultimi anni sei diventata ancora più
carina … - esclama compiaciuto il dio per poi rivolgersi alle
Graie - Avete fatto un ottimo lavoro finora. Non deludetemi adesso.
Fate in modo che Xena non arrivi alla verità e riprenda la
vita di sempre con la sua “nuova” Olimpia… o forse
dovrei dire “vecchia”? - conclude scoppiando in una fragorosa
risata.
Dopo qualche attimo Marte si china verso Olimpia e afferrandola per
un braccio la costringe ad alzarsi per poi allontanarsi dalla grotta
portando la bionda guerriera con se.
Nel frattempo al presente, Xena e Olimpia marciano in sella ai rispettivi
cavalli a passo lento attraversando l’ultimo tratto della boscaglia.
Xena è immersa nei suoi pensieri: chi ha portato via Olimpia
e perché lo ha fatto? Che senso ha porre sul suo cammino un’altra
donna identica alla sua amica? E chi è questa donna?
- Xena? Dove stiamo andando?… - chiede timidamente il bardo
cercando di guardare in viso la principessa guerriera che invece guarda
fissa davanti a sé - Voglio dire… andiamo a cercare un
amico, ma chi è? -
- Vedrai… -
La fredda risposta delude Olimpia:
- Xena credimi sono io! Non riesco a capire come tu non lo ritenga
possibile…eppure mi pare d’avere lo stesso aspetto di
quando ci siamo separate! -
- Veramente sei diversa anche in quello… Dimmi Olimpia, dove
e con chi siamo state di recente? - controbatte Xena mettendo la donna
alla prova per l'ennesima volta.
- Di recente? … Io ricordo che Marte ha cercato di farti impazzire
e siamo andati da tua madre Irene. Poi abbiamo aiutato Boadicea in
Bretagna contro Cesare. - Olimpia avverte un forte dolore alla testa
quando prova a ricordare - … Non ricordo altro ... -
Xena tira le briglie di Argo per fermarlo. Ciò che ha udito
risale a più di venticinque anni prima e a guardare bene la
persona che ha davanti ora, le sembra di vedere la Olimpia di quegl’anni:
- Olimpia, dimmi, quando ci siamo divise. È importante ti prego
cerca di ricordare… -
Lo sguardo del bardo si fa pensieroso e diventa cupo mentre si sforza
di far riaffiorare il passato nella sua mente:
- … Non me lo ricordo … mi dispiace. -
La principessa guerriera azzarda un’altra domanda:
- Il nome Speranza ti dice niente? -
Olimpia scuote la testa dispiaciuta temendo di deludere Xena. La principessa
resta a riflettere ancora per qualche istante: ciò che le ha
detto le da quasi la certezza di avere di fronte la vera Olimpia anche
se si tratta di quella del passato:
- Mi dispiace per come ti ho trattato finora … è evidente
che qualcuno ci ha giocato un brutto tiro ma riusciremo a rimettere
le cose a posto vedrai. -
Il tono di Xena è rassicurante e per la prima volta da quando
l’ha rivista, Olimpia riconosce in lei la donna a cui è
legata da un amore profondo. Tuttavia non riesce a comprendere le
sue parole:
- Che significa “qualcuno ci ha giocato un brutto tiro”
Xena? -
La principessa guerriera non ha tempo per spiegare ciò che
è accaduto e non vuole spaventare la donna che ha di fronte
più di quanto lo sia già:
- Fidati di me Olimpia… ti ho mai tradito? -
- No, mai. - risponde il bardo senza esitazione.
- Bene, allora sta tranquilla. Ci sono pane e frutta in quella bisaccia
sul lato del cavallo. Mangia qualcosa, devi essere affamata. Raggiungeremo
Tebe al tramonto se galoppiamo di buona lena senza fare soste superflue.-
Marte e Olimpia si trovano nel tempio della guerra dove è aperta
la profonda voragine infuocata in cui il bardo precipitò molti
anni prima con la figlia Speranza, per salvare Xena. Guardandosi intorno
la bionda guerriera riconosce lo stesso altare e le stesse armi poste
come lugubre ornamento delle pareti. I dettagli di quei tristi momenti
riaffiorano nella sua mente come un brutto sogno che all’improvviso
si è costretti a vivere:
- Come posso trovarmi ancora qui Marte?! Riportami indietro! Subito!
- esclama Olimpia visibilmente contrariata.
Senza proferir parola, il dio della guerra prende un pugnale dello
stivale e lo porta all’altezza del petto del bardo. Temendo
le sue intenzioni, la bionda guerriera fa velocemente un passo indietro
e cerca di farsi scudo con le braccia, mentre Marte quasi compiaciuto
della sua paura, si avvicina a lei e recide con il pugnale la corda
che le imprigionava i polsi per poi rinfoderare l’arma nello
stivale destro:
- Non temere Olimpia. Non ho intenzione di farti del male. E se vuoi
che “ti riporti indietro”come tu hai appena detto, sappi
che l’ho già fatto…non mi dire che non riconosci
questo posto? -
- Per mia sfortuna so dove mi trovo, ma non riesco a capire perché
mi hai portato nel passato e in questo posto maledetto! -
Marte si avvicina lentamente alla bionda guerriera prendendole una
mano per stringerla tra le sue:
- Mia cara Olimpia…Tu sei qui per restare accanto a me per sempre.
Sarai la mia regina della guerra. Le Graie mi hanno fatto vedere in
anticipo gli eventi futuri e mi sono accorto…come dire…che
tanti errori inutili possono essere evitati. Xena è troppo
presuntuosa, per accettare le mie generose offerte e se proprio il
crepuscolo degli dei deve arrivare per tutti gli immortali, eccetto
me e Venere, preferisco assicurarmi discendenza con l’unica
donna a cui Xena non sarebbe capace di torcere un capello. Inoltre
sei diventata una guerriera forte e valorosa e questo ti rende perfetta
per regnare sul trono accanto a me. -
Marte porta la mano di Olimpia vicino alle sue labbra ma prima di
poterla baciare, il bardo la ritrae disgustata trattenendo a stento
la collera per ciò che ha appena udito:
- Il tuo piano è folle! Ma se pure esistesse una sola ipotesi
di successo per te, hai dimenticato una cosa fondamentale per il tuo
piano: non accetterò mai di diventare la tua sposa! E a questo
si aggiunge che Xena mi sta già cercando e quando saprà
che dietro a tutto questo ci sei tu, la pagherai cara! -
Marte risponde agli avvertimenti con una falsa e fragorosa risata
che s’interrompe di colpo per riprendere il dialogo:
- Xena in questo momento, ti ha già ritrovata, solo che sei
più giovane ai suoi occhi. -
Olimpia riflette brevemente arrivando alla più ovvia conclusione:
- Ci hai scambiate?! … Non funzionerà Marte, conosci
Xena, sai che non si arrenderà prima di mettere le cose a posto.
-
- Chi può dirlo. Tu sai essere molto convincente con lei se
vuoi - la mano di Marte azzarda una carezza ai biondi capelli di Olimpia.
- Non toccarmi! - intima con sguardo odioso il bardo convincendo il
dio della guerra a ritrarre la mano.
- Ti dico una cosa Olimpia: non metterti contro di me e i miei piani
o Xena morirà. Le Parche hanno ancora in mano il filo della
vita della principessa guerriera e sono pronte a tagliarlo al mio
ordine. - Olimpia non ha parole per replicare. Non si aspettava di
dover subire ancora una volta le conseguenze di un vecchio ricatto.
Può solo ubbidire per il momento e pensare ad una soluzione:
- Chi mi garantisce che non l’ucciderai comunque? -
- Le Parche. Le nozze al loro cospetto saranno una garanzia per entrambi.
Benediranno la nostra unione e da quel momento se tu mi tradirai si
sentiranno autorizzate a … -
Marte indica con l’indice e il medio della mano destra un veloce
sforbiciare ironizzando sulla morte di Xena:
- Non hai ancora risposto alla mia domanda…- ribatte la guerriera.
- Sai, non ti ricordavo cosi perfettina! Dunque, se Xena dovesse morire
per causa mia, le Parche porranno fine alla mia vita perché
non ho rispettato l’accordo sancito di fronte a loro. Sei soddisfatta,
ora? - dice con tono seccato, attendendo risposta per qualche secondo.
- Ora si! -
Il dio della guerra schiocca le dita richiamando l’attenzione
di due servitori alti e muscolosi con il volto coperto da una maschera
di cuoio nero e di due ancelle altrettanto alte che fino a quel momento
si trovavano in un'altra sala del tempio:
- Loro si occuperanno di te e ti sorveglieranno fino alle nozze. Dopo
sarai libera di andare dove vorrai ... tu tieni molto alla vita di
Xena e non azzarderai mosse sbagliate. … Portatela via! -
I due uomini afferrano la bionda guerriera per le braccia e la forzano
a camminare verso la porta laterale che dà accesso a un’altra
stanza del tempio,ma Olimpia dà un po’di strattoni per
dimenarsi dalla presa:
- Sò camminare con le mie gambe! Lasciatemi! -
Marte fa cenno ai suoi scagnozzi di accontentarla, restando comunque
accanto a lei per scortarla nella nuova stanza. Le due donne invece
si avvicinano al dio in attesa di ordini. Sono due fanciulle che servono
Marte in nome della loro fede verso Dahak e sua figlia Speranza, di
cui sono seguaci:
- Prendetevi cura di Olimpia, voglio che non le manchi niente. -
Le due giovani dopo aver fatto un cenno col capo in segno di sottomissione,
si ritirano mentre Marte rimasto solo pensa alla sua prossima mossa:
- Ora devo occuparmi di Xena. Devo assicurarmi che non arrivi alla
verità e che accetti la giovane Olimpia accanto a sé.
-
Mentre ripensa ai dettagli del suo piano, lancia un’occhiata
fuori dall’unica finestra del tempio della guerra e osserva
tre seguaci di Dahak intenti a dare fuoco ad alcune cataste di legna.
Sopra, ci sono due fanciulle vive e legate per un sacrificio umano
alla dea da poco morta pugnalata con il sangue della cerva d’oro
per mano di Xena. Gli adepti al signore dell’eterno fuoco incendiano
le pire di legna con delle torce, noncuranti dei lamenti delle due
donne ancora vive sulle cataste. L’aria acquista ben presto
un odore di fumo che inebria le narici del dio della guerra:
“Se quello stolto di Hercules non si fosse intromesso incitando
Xena, a quest’ora Callisto sarebbe ancora viva. Pochi sapevano
apprezzare il suo temperamento…” pensa Marte allontanandosi
dalla finestra e prendendo dal tavolo un calice d’oro in cui
è contenuto dell’ambrosia per berne qualche sorso.
CAPITOLO V
Xena e Olimpia
hanno ormai percorso metà del percorso che le conduce a Tebe.
Ancora al galoppo attraversano delle terre in cui alcuni contadini
sono alle prese con la mietitura del grano. Dopo aver fatto cenno
a Olimpia di fermarsi, Xena scende da cavallo e si avvicina ad un
anziano contadino che dirige il lavoro di carico della merce sul carro.
Riconoscendo nella donna una guerriera, i contadini s’interrompono
per guardarla, temendo ogni suo gesto:
- Non vorrei disturbarvi, ma ho solo bisogno di un’informazione.
- dice Xena rassicurandoli. - Conoscete Iolao? Sò che vive
con la sua sposa in un villaggio di questa zona. - domanda arricciando
gli occhi infastiditi dal sole alto nel cielo, nel tentativo di guardare
il volto del suo interlocutore.
L’uomo riflette qualche secondo prima di rispondere:
- Ma certo Iolao! Vive nel nostro villaggio. Segui il sentiero troverai
la sua casa sulla destra in fondo a un campo delimitato da piante
di fico. -
- Ti ringrazio molto - dice la principessa guerriera prima di congedarsi
e tornare in groppa ad Argo.
All’improvviso il contadino affretta il passo per raggiungerla:
- Perdonami se ti trattengo,vedo che hai fretta di riprendere il cammino,
ma la sposa di Iolao è molto malata e sono mesi che noi del
villaggio non lo vediamo. -
Xena rimane sorpresa dalla spiacevole notizia. Non vede Iolao da anni
e sperava di trovalo sereno nella pace della sua famiglia, dato che
da anni ha smesso di accompagnare Hercules nelle sue imprese in giro
per il mondo per sposarsi e condurre una vita semplice:
- Non accetta volentieri le visite ultimamente. Mi sono sentito in
dovere di avvisarti, nel caso dovesse cacciarti via in malo modo -
conclude l’uomo per poi tornare al suo lavoro.
Xena raggiunge lentamente Olimpia che la stava aspettando in sella
al suo cavallo:
- Cosa ti hanno detto Xena? Posso saperlo o come al solito farai mistero
del tuo piano fino alla fine? - chiede con tono stizzoso la bionda
fanciulla spronando il proprio cavallo a riprendere la marcia lungo
il sentiero.
- Nessun mistero. Sapevo che Iolao vive qui intorno da anni ormai,
perciò, prima di cercare Hercules a Tebe che è l’ultimo
posto in cui è stato visto, faremo meglio a chiedere prima
a lui se sa dove si trova. -
Quella domanda le ricorda i piccoli battibecchi avuti in passato con
la sua compagna di avventure dovuti al bisogno incessante di Olimpia
di imparare a combattere, di conoscere strategie di guerra e di apprendere
da Xena, come un allievo fa con il maestro, ogni piccola cosa. Con
gli anni il bardo si è trasformato in una guerriera capace
di scegliere cosa è giusto fare in ogni situazione e di imitare
le mosse di Xena conservando però il proprio stile.
Mentre riflette sul cambiamento della sua compagna scorge in lontananza
quella che secondo la descrizione dovrebbe essere la casa di Iolao:
- Ci siamo Olimpia. Non sorprenderti se lo trovi un po’ invecchiato.
Appena farò un po’ di luce su questa storia ti spiegherò
tutto, per favore evita le domande per ora. -
La serietà di Xena zittisce Olimpia e la sorprende per l’assurdità
della sua affermazione.
Le due donne lasciano il sentiero principale e incominciano a risalire
il viale alberato che porta all’abitazione del migliore amico
di Hercules. Dopo aver percorso un paio di metri le due amiche notano
un pastore che sostenendosi sul proprio bastone, si dirige a passo
svelto nella loro direzione intimando alle due di fermarsi gesticolando
in vari modi:
- Chi siete? Cosa fate nelle mie terre! Se vi ha mandato il capo villaggio
ditegli che non abbiamo bisogno di niente… -
Nel vedere la principessa guerriera, il vecchio riconosce una vecchia
amica che non vedeva da anni. L’emozione è tale che resta
immobile a pochi metri da lei e non si accorge che il bastone gli
sta scivolando dalle mani finendo a terra:
- Xena… sei proprio tu…-
La principessa guerriera resta a fissare l’uomo per qualche
istante poi scesa da cavallo insieme ad Olimpia si avvicina:
- Iolao … sono felice di rivederti. - esclama Xena abbracciando
l’amico.
Le rughe solcano il suo volto invecchiato dal tempo e dalla vita nei
campi. I suoi capelli un tempo color oro hanno conservato la lunghezza
e l’acconciatura di sempre ma hanno assunto il color della cenere
fredda e un filo di barba disegna un leggero pizzetto rendendo il
suo sguardo ancor più maturo. Le sue vesti impolverate sono
tipiche del contadino e nulla ricordano il suo passato da guerriero
leggendario.
Dopo essersi osservati a vicenda, Xena anticipa il commento di Iolao:
- Lo so sembriamo troppo giovani per essere noi! -
- Infatti… è prodigioso ma sono felice per voi. Hercules
ha seguito le tue avventure grazie ai racconti della gente e poi di
tanto in tanto me li riferiva.-
La sua attenzione si sposta su Olimpia e con dolce sorriso si rivolge
a lei dicendo:
- Sono contento di vederti cosi in forma, sembri addirittura ringiovanita.
-
- Parlami di te. Cosa hai fatto in questi anni? - si intromette Xena
cercando di sviare l’attenzione di Iolao su Olimpia per non
dargli troppe spiegazioni. - Credo che ne avrai di cose da raccontarci!
-
- E’ vero, ma vi prego venite in casa, non stiamo qui fuori
… il sole batte molto forte stamani. -
Xena accetta l’invito sorridendo all’amico e prese le
briglie di Argo, si incammina con lui verso la sua abitazione seguita
da Olimpia:
- Cos’è successo alla tua gamba? - domanda la principessa
guerriera osservando Iolao che cammina zoppicando vistosamente:
- Due lustri fa la mia casa ha preso fuoco. Mia figlia Metamira era
rimasta intrappolata dalle fiamme ed ero corso a salvarla. Un istante
dopo essere riuscito a metterla in salvo è crollato tutto e
la mia gamba destra è rimasta schiacciata sotto delle travi
di legno. Per fortuna Hercules è riuscito a mettere in salvo
anche me ed ha evitato che perdessi la gamba anche se da allora non
è mai tornata a posto. -
- Hai avuto una figlia? - chiede Olimpia incuriosita.
- Si, mia moglie Pizia mi ha dato anche un maschio: Stenelo. Metamira
ha sposato il figlio del capo villaggio, cinque anni fa e non ci siamo
ancora abituati alla sua assenza in casa. - Aggiunge Iolao con nostalgia
per la figlia.
- E tuo figlio vive ancora con voi? - domanda il bardo impedendo a
Xena di parlare.
- No, Stelelo è un guerriero Tebano. Sono due anni che non
lo vedo e non mi interessa sapere la sua sorte. - controbatte con
sdegno, lasciando intuire un dolore per il figlio primogenito. - Ma
non voglio annoiarmi con le mie storie. Ora vi presenterò la
mia sposa e voglio sedermi a bere del buon vino, ascoltando le vostre
avventure! Mi manca molto la mia vita passata… vorrei essere
ancora giovane per accompagnare Hercules in giro per il mondo…
-
Confrontandosi con Iolao, ha Olimpia la conferma che tutto intorno
a se è cambiato all’improvviso e comprende la freddezza
di Xena nei suoi riguardi appena l’ha vista nel bosco. Tuttavia
si sente di rimandare le spiegazioni ad un altro momento per la presenza
di Iolao e per rispettare le raccomandazioni della principessa guerriera.
Prima di riprendere il cammino, il bardo si ferma a raccogliere il
bastone dell’amico e glielo porge sorridendo:
- Grazie. E pensare che una volta andavo in giro con una spada...
invece adesso non posso fare a meno di questo - dice Iolao appoggiandosi
al sostegno del legno, sorridendo con rimpianto. - Venite, vi presento
la mia Pizia. Ha sentito spesso di parlare di voi, sarà felice
di vedervi, ma è molto debole di cuore perciò state
attente a non farla agitare nominando Steselo. -
La puntualizzazione dell’uomo suscita nelle due amiche un pizzico
di pena per la sofferenza morale e fisica che la vita gli ha inferto.
Il tempo consuma ogni cosa e il destino le cambia. Xena ha sempre
cercato di aiutare coloro che sono in difficoltà soprattutto
gli amici, ma stavolta non può farlo e l’impotenza è
una condizione che la principessa guerriera non accetta di buon grado.
- Posso domandarti come mai con tuo figlio ci sono incomprensioni?
-
Iolao risponde dopo qualche secondo continuando a camminare verso
l’abitazione:
- Io e lui non ci siamo mai trovati molto d’accordo purtroppo,
continuavamo a discutere su tutto. A tre giorni dalle sue nozze lasciò
la sua promessa sposa e dopo un ennesima discussione se ne andò
di casa e per il dolore gli dissi di non tornare mai più. -
Le due donne rimangono attente e comprendono la gravità della
situazione, ne Xena ne Olimpia hanno il coraggio di chiedere altro:
- Mi dispiace Iolao… - commenta il bardo - Gli dei ti hanno
negato la serenità che ti meritavi dopo molte imprese. -
L’uomo maschera il proprio rammarico con un finto sorriso:
- Non devi dispiacerti per me Olimpia. L’unica che soffre per
Stenelo è mia moglie. Sta morendo di dolore e nutre ancora
la speranza di rivederlo tornare a casa. -
- Sono madre anch’io e non posso credere che tu possa riuscire
a cancellare Stenelo dal tuo cuore. - interviene Xena colpita dall’ostilità
di Iolao all’allontanamento del figlio - Tua moglie soffre e
sta male fisicamente per questo ma non pensare che io possa crederti
estraneo a questo dolore. Sono pronta a cercare tuo figlio e a parlargli
se… -
- No Xena! - la interrompe Iolao con tono nervoso - Per favore, resta
fuori da questa faccenda. Finche avrò vita Stenelo non rimetterà
piede in questa casa! Non voglio emissari o pacieri perché
non voglio rivederlo mai più! - conclude l’uomo davanti
ai gradini della sua casa impedendo a Xena di continuare a parlare.
- Come vuoi Iolao. - risponde la principessa guerriera recuperando
un dialogo pacato.
Come molte altre volte indagherà nell’ombra per risolvere
le cose.
- Dai entriamo … - conclude Iolao. - La mia sposa ci aspetta.-
di
Darkamy e Xandrella