Tornata
nelle stanze del tempio Olimpia si siede vicino alla finestra ad osservare
la luna che splende alta nel cielo, mentre la mente si affolla di
pensieri: la faccenda si fa sempre più complessa e le sarà
difficile trovare una soluzione.
Era convinta di poter far chiarezza grazie all’aiuto delle Parche
ma ora il bardo sà che le tre sorelle sono vittime del ricatto
di Marte.
Tuttavia non riesce a spiegarsi cosa possa essere accaduto per far
cedere la giustizia e l’onesta delle custodi del destino a un
ricatto del dio della guerra. Cosa hanno fatto le Parche che Giove
non deve sapere?
Mentre riflette sul da farsi e a chi poter chiedere aiuto, la sua
mente si rivolge a Xena:
"Come agirebbe lei ora? … Chissà cosa starà
facendo ora che è sola nel futuro … un momento e io?!
Cioè, io nel passato … chissà dove mi trovo…
forse a quest’ora sono già a Potidea alle prese Speranza
e il Distruttore … ci sono anche i miei genitori lì …
e Leuca … vorrei tanto rivederli. I miei genitori … sono
morti mentre giacevo nei ghiacci con Xena a riposare per 25 anni.
E questo sempre per colpa di Marte! … Avrei tanto voluto salutarli
un’ultima volta. Non facevo loro visita da anni … avranno
pensato che di loro non me ne importava più nulla… Se
solo potessi andare a trovarli … mi basterebbe guardarli da
lontano… Che sto dicendo! Non posso farlo. Se mi vedessero il
futuro potrebbe cambiare e non potrei più tornare a casa. Non
devo muovermi dal tempio … vorrei che Xena guardasse il cielo
in questo momento come sto facendo io … mi manchi Xena"
CAPITOLO
VII
Argo galoppa veloce lungo il sentiero che conduce a Tebe. La notte
non è buia, il cielo è stellato e la luce della luna
rompe qua e là le tenebre delle fronde degli alti alberi che
delimitano il sentiero. Nella mente di Xena passano immagini e suoni
che hanno per oggetto la sua ragione di vita: Olimpia. La sua risata,
il suo dolce sguardo, il suo abbraccio, le sue carezze, i suoi baci
…
- Olimpia dove sei … vorrei che potessi sentirmi adesso …
io ti amo e ti riporterò da me ad ogni costo … -
In quel momento, forse per la suggestione, Xena sente la voce di Olimpia
chiamarla per nome. La voce è lontana e immediatamente la principessa
guerriera tira le briglie del suo cavallo per arrestarne la corsa.
Si guarda intorno ma non vede nessuno:
- Olimpia… - esclama a bassa voce percependo i pensieri del
bardo.
Prima di ripartire, convinta di essere caduta vittima di uno scherzo
della stanchezza e della suggestione, volge lo sguardo al cielo dove
la luna splende alta e pensa tra sé e sé:
" Chissà dove sei amore … tra poco sarò
a Tebe da Hercules. Ti troveremo vedrai … spero solo che nessuno
ti abbia fatto del male."
Nella grotta sporca
e umida delle Graie, le tre vecchie sono intente nei loro affari.
La donna col dente sta consumando la sua cena: un malcapitato topo;
intanto la sorella con l’occhio sta osservando le vicende del
futuro mentre l’ultima rimasta sta reclamando metà della
cena!
- Sei un’ingorda! Lasciamene un po’! - grida Enio.
- No! Non ti meriti niente! Ieri ne hai mangiati due! Cosa credi che
i topi abbondino qui dentro?! - controbatte Panfredo.
La sorella affamata brancolando nel buio cerca di afferrare l’altra
per suonargliele di santa ragione quando la Graia con l’occhio
ha una visione di Xena al galoppo verso Tebe:
- Maledizione! Volete fare un po’ di silenzio voi due! Xena
sta andando a cercare Hercules e ha lasciato la nostra Olimpia da
Iolao! Adesso come faremo a fermarla? -
- Oh no! Adesso Marte non ci porterà il seguace di Dahak che
ci aveva promesso per pranzo domani! - commenta egoisticamente Enio.
- Taci stupida! Qui se non stiamo attente finiremo noi sulla brace!
Altro che pranzo! Se Olimpia non è con Xena non possiamo fare
l’incantesimo. Avevo già in mente un piano per farle
finire … diciamo così: in intimità … l’incantesimo
farebbe in modo che Xena dimentichi la sua Olimpia e si convinca che
la donna che ama ce l’ha a fianco. Xena non sarà mai
sotto il nostro influsso se quelle due non finiscono a …! -
s’interrompe Panfredo imbarazzata dall’argomento - Continuerà
a cercare la sua Olimpia e non si accontenterà mai di quella
che ha accanto ora! - conclude sputacchiando un po’di peli de
topo che sta mangiando.
- Ma sei un genioo! Brava! Non ci eravamo ancora arrivate! …
E smettila di sputare o ti cadrà il dente e lo perderemo un’altra
volta come è successo ieri! - ironizza Enio tirandole uno schiaffo
sul braccio con tutta la forza che un anziano, seppur immortale, può
avere.
Denio scuote la testa di fronte a tanta stupidaggine e continua ad
osservare nella sfera cosa sta facendo nel loro presente Olimpia:
- Beh almeno la futura sposa di Marte se ne sta tranquilla nel tempio.
… Credete che ci inviterà alle nozze? -
- Se non si mangiano seguaci di Dahak io non vengo alla festa e non
gli porto nemmeno un dono! - risponde stizzita Enio che ormai pensa
a una cosa sola: mangiare.
Giunta a Tebe grazie alle indicazioni di alcuni abitanti del villaggio,
Xena raggiunge la casa in costruzione dell’amico di Hercules:
Zorba. La dimora non è ultimata ma permette comunque l’alloggio
al suo interno. Solo quando si ritrova davanti alla porta per bussare,
Xena si rende conto che è notte fonda e che potrebbe recare
disturbo, ma non ha altra scelta.
Nell’istante in cui sta per picchiare contro la porta di legno,
avverte una presenza silenziosa alle sue spalle. Senza voltarsi capisce
di chi si tratta e ride per l’accoglienza che l’uomo in
quella notte e a quell’ora avrebbe riservato a chiunque:
- Credevi fossi un ladro o un assassino? … - chiede Xena ridendo.
- … Non saprei… ma a giudicare dal passo felpato potevi
avere brutte intenzioni … - risponde l’uomo.
Xena si volta in quel momento con il sorriso impresso sulle labbra
pronta a salutare un vecchio amico:
- Hercules! Sono molto felice di rivederti dopo tanto tempo. -
I due si guardano per un attimo prima di abbracciarsi. L’uomo
non è cambiato affatto. Capelli biondo cenere lunghi fino alle
spalle e muscolatura ben sviluppata in evidenza.
- Non sei cambiata affatto Xena … e questo ha del prodigioso
se sei davvero una mortale! -
- Lo sono. Ma c’è dietro una lunga storia che ora non
ho il tempo di raccontarti. -
- Come mai sei venuta a cercarmi? E’ successo qualcosa? -
- In effetti si … -
- Scusami se non ti invito ad entrare in casa, ma il mio amico sta
dormendo e credo si meglio che non venga a conoscenza dei nostri affari.
-
- Figurati non c’è problema. Anzi, allontaniamoci dalla
porta o lo sveglieremo. -
I due iniziano a passeggiare molto lentamente lungo il viale che porta
al sentiero mentre Xena racconta l’accaduto ad Hercules così
come aveva fatto con Iolao:
- … Questo è tutto. Non ho idea di chi possa aver fatto
una cosa simile, ma è certo che c’è sotto lo zampino
di qualcuno. Puoi aiutarmi a capire o almeno a darmi qualche suggerimento?
Hai mai sentito parlare di una cosa simile? -
Hercules riflette qualche momento avvicinandosi al muretto di pietra
per appoggiarsi:
- … Non sò dirti chi può aver fatto questo ma
ricordo che una volta mi è capitata una cosa simile…
litigando con Marte, Zeus schiantò un fulmine a terra e questo
aprì un varco spazio-temporale che portò in questa dimensione
un altro Iolao che nel suo mondo era un giullare di corte. La cosa
più assurda era che nell’altra dimensione ognuno di noi
aveva un doppio. C’eri perfino tu e Olimpia. Fu difficile risolvere
quella situazione e rimettere le cose a posto. -
- Stavolta è diverso però … io non ho visto passaggi
temporali e l'Olimpia che mi sono trovata di fronte è quella
del passato e su questo ormai ho pochi dubbi. -
- Quindi ricapitolando: se l'Olimpia del passato è qui …
quella del presente … -
- Credo si trovi nel passato - conclude velocemente Xena molto preoccupata.
- Per saperlo dovrei tornare “indietro” ma ammesso che
saprei come fare, non so di preciso in che momento del passato cercare.
Olimpia non ha ricordo di Speranza e neppure con uno scrupoloso interrogatorio
potrei risalire alla luna e il giorno precisi… -
- Sarebbe più semplice se conoscessimo chi ha fatto questo.
-
- Io ho tanti nemici Hercules e questo lo sai bene. Chiunque sia stato
purtroppo non ha lasciato tracce … il modo in cui Olimpia è
sparita lascia pensare che si tratti di una divinità ma Venere
è molto affezionata ad Olimpia, non le farebbe mai del male
e di Marte non so cosa pensare… -
- Forse dovremmo parlare con lui anche se non ho molta voglia di rivederlo
… ma … se è per farti un favore e dato che Olimpia
mi è molto cara ci verrò. -
- Grazie Hercules. … Se come suppongo Marte non ne sa niente
non so davvero cosa fare … -
L’eroe le mette una mano sulla spalla per darle conforto:
- Non disperarti Xena. Mantieni la calma; vedrai che verremo a capo
di questa storia. -
Dopo aver sorriso all’amico Xena si volta e raggiungere Argo
per ripartire alla volta del tempio della guerra, ma Hercules l’afferra
per un polso e la ferma:
- Xena … so che sei preoccupata per Olimpia e che questo probabilmente
non è il momento più opportuno, ma …volevo dirti
che mi sei mancata tanto. Non ci vediamo da anni e molte volte mi
sono chiesto cosa stessi facendo … abbiamo rinunciato a noi
perché il mondo aveva bisogno della nostra forza e del nostro
coraggio ma …devo ammettere che a volte rimpiango questa scelta.
Non dimenticherò mai mia moglie Selene ma … tu sei sempre
rimasta nel mio cuore come una persona speciale. Molto speciale Xena.
-
La principessa guerriera rimane a bocca aperta nell’udire quelle
parole. Non può credere a ciò che ha sentito: Hercules
sta cercando di dirle che la ama ancora …che l’ha sempre
amata ma che ha dovuto rinunciare a lei.
- Io… non so cosa dire Hercules. Credevo che questi sentimenti
appartenessero al passato … specie per te. -
L’eroe avverte il disagio di Xena e temendo di essere respinto
cerca di modificare ciò che ha detto:
- Beh … è ovvio che il mio discorso si riferisce al passato.
Volevo solo farti sapere che ti ho pensato spesso … anche se
ho sempre saputo che tra di noi non poteva funzionare. Essere il figlio
di Zeus spesso mi ha penalizzato e questa è una delle perdite
più gravi che il mio sangue potesse arrecarmi nella vita e
a questo si è aggiunto il fatto che tu sei una guerriera e
hai sempre avuto la tua strada da percorrere da sola. -
Così dicendo Hercules si dirige verso il proprio cavallo credendo
di aver concluso il discorso nel migliore dei modi e soprattutto togliendo
a Xena l’imbarazzo della situazione, ma la mora guerriera si
avvicina a lui nuovamente per parlare:
- Io non sono da sola Hercules se è questo che credi. Io sono
innamorata di un’altra persona …-
L’eroe guarda Xena negli occhi attendendo il nome con curiosità:
- Non dirmi che è Marte! - ride Hercules cercando di rendere
il momento meno serio - Perché se è così dovrò
uccidermi! Sto scherzando naturalmente; se fosse lui sarei comunque
felice per te. -
- No … non è Marte. Se avessi dovuto scegliere tra te
e lui avrei di sicuro scelto te. - sorride Xena.
- Oh … bè ti ringrazio! Allora posso sapere chi è?
Hai conosciuto qualcuno in questi anni? - domanda Hercules stanco
di aspettare.
- Molti anni fa ho conosciuto una persona che mi ha cambiato la vita.
Conoscerla è stata la più grande fortuna che mi sia
capitata … -
- Olimpia … - afferma Hercules approfittando di una pausa di
silenzio di Xena avendo capito di chi sta parlando.
I due si guardano negli occhi per interminabili secondi piuttosto
imbarazzati:
- Lo sai che non amo parlare di certe cose … - cerca di giustificarsi
Xena consapevole di non averglielo mai detto.
- Vieni qui - Hercules l’attira a sé per abbracciarla.
- Non c’è persona migliore di lei che sia degna di starti
accanto. Avrei dovuto capirlo… sono stato uno stupido. Scusami.
-
Xena scuote la testa rimanendo stretta al suo migliore amico ma solo
a questo punto ricambia l’abbraccio come per cercare un appiglio
ed evitare di piangere.
- L’idea che qualcuno me l’abbia portata via di nuovo
mi fa impazzire… aiutami a riportarla da me … sei il solo
che mi può portare a capo di questa storia. -
- La cercheremo finchè non l’avremo trovata te lo prometto
-
La principessa guerriera scioglie l’abbraccio: a stento è
riuscita a trattenere le lacrime.
- Grazie Hercules. Sei ancora il più grande eroe che questo
mondo conosca. -
L’uomo sorride per il complimento appena ricevuto:
- Entro un attimo ad avvertire il mio amico che partiamo ci metto
un attimo. -
- Va bene. -
Xena rimane da sola a ripensare alla rivelazione che ha appena fatto
all’eroe e inizia a temere il tempo che passa troppo velocemente:
- Dobbiamo fare in fretta o con il passare del tempo potrebbe essere
ancora più difficile trovare Olimpia. -
CAPITOLO
VIII
Nel passato intanto,
Olimpia non riesce a prendere sonno nel tempio della guerra. Continua
a fissare il soffitto stesa sul letto e a ripensare alle parole di
Marte con le Parche:
" Il debito delle Parche con Marte … non dimenticherò
mai cosa si prova a vedere scorrere il filo della vita di Xena tra
le dita di Marte che minaccia di tagliarlo … per salvarla mi
gettai nel pozzo infuocato con mia figlia… ma perché
le Parche permisero a Marte di giocare con le nostre vite? …
Deve essere di questo che stavano parlando…Probabilmente mi
trovo qui per lo stesso motivo. Devo riuscire a saperne di più…"
Mentre il bardo è immerso nei suoi pensieri, Marte si affaccia
alla porta con le braccia incrociate cercando di non fare rumore,
ma Olimpia lo vede subito e data la posizione vulnerabile, scatta
in piedi prima che lui possa avvicinarsi:
- Cosa vuoi? - chiede Olimpia con la voce carica d’odio.
- Pensavo dormissi. Volevo guardarti. -
- Credi davvero che con te nei paraggi qualcuno avrebbe il coraggio
di dormire?! -
- Se stai cercando di dirmi che non ti fidi di me, lo capisco. Certo
non è un bel modo questo di chiedere in sposa una donna ma
con te purtroppo non ci potevano essere mezze misure. -
Il dio della guerra si avvicina al letto e si siede mentre Olimpia
si allontana da lui avvicinandosi alla finestra. Mentre nella stanza
cala il silenzio la bionda guerriera ripensa al debito delle Parche
e decide di sfruttare la situazione a suo vantaggio cercando di strappare
a Marte qualche informazione:
- Quando verranno celebrate le nozze? -
- La tua domanda mi sorprende piacevolmente … se hai fretta
di avermi possiamo farlo anche ora … - propone Marte con tono
malizioso accarezzando la superficie del letto.
- Per favore! - risponde Olimpia ridendo della sua presunzione.
Le è molto difficile fare la “carina” con lui ma
è l’unico modo per spingerlo a parlare, anche se questo
richiede molta forza di volontà dato che il dio della guerra
la disgusta:
- Allora hai deciso il giorno o no? -
- No… ma se vuoi possiamo deciderlo insieme. Dopodomani va bene
per te? -
- Cosa?! Così presto?! Vuoi che mi sposi senza un vestito decente
e senza preparare un banchetto?! Mi serve molto più tempo.-
- Mi dispiace mia cara ma non si può e poi non ne hai bisogno
perché il tuo amato sposo ti sta facendo confezionare una veste
bellissima e i seguaci di Dahak stanno ripulendo ben tre villaggi
per preparare un banchetto nuziale senza eguali. Tutto per te…
non sei contenta? -
Olimpia vorrebbe urlargli che lo reputa un pazzo e non lo sposerebbe
nemmeno se fosse l’ultimo uomo al mondo ma le circostanze le
richiedono ben altro tipo di risposta:
- Chi celebrerà le nozze? -
Marte intuisce chiaramente che Olimpia sta fingendo: la donna non
può essersi arresa così rapidamente al suo ricatto.
Tuttavia vedere fino a che punto la donna si vuole spingere è
per il dio della guerra, una provocazione femminile a cui non ha mai
saputo resistere:
- Le Parche naturalmente…lo hai dimenticato? -
- Ah si, hai ragione… me ne avevi parlato a proposito di quel
“problema” con Xena … - dice ironicamente la donna
con un falso sorriso stampato sulle labbra.
- Bene Olimpia, ora vuoi spiegarmi cosa ti ha convinto ad accettare
di diventare mia moglie? -
Olimpia va a sedersi sul letto accanto a Marte mentre lui rimane in
attesa di una risposta:
- … Il fatto che non ho scelta e che ho sempre desiderato avere
un figlio. Un figlio voluto anche da me, non solo da suo padre …
perciò se tu saprai essere un marito gentile e generoso con
la madre dei tuoi eredi come hai detto … ti concederò
tutto quello che vuoi … - conclude il bardo con voce seria e
suadente.
Marte si lascia abbagliare dalle motivazioni che ha appena udito e
che coincidono perfettamente a ciò che avrebbe voluto sentirsi
dire, ma gli rimangono ancora molti dubbi sulla sincerità della
donna:
- Ti darò molto di più di ciò che chiederai se
farai davvero ciò che hai appena detto… - dice avvicinando
il suo viso a quello della donna e prendendole la mano.
- Davvero? - chiede Olimpia ormai vicina alla domanda che aspetta
di formulare dall’inizio del discorso.
- Certo. Chiedi e ti sarà dato -
- Beh, in effetti ci sarebbe una cosa … io vorrei sapere da
te … qual è …qual è il debito delle Parche,
Marte? -
Il dio della guerra scoppia a ridere, la furbizia di Olimpia lo aveva
quasi persuaso di averla fatta cedere al suo volere.
- Perché ridi? … - continua a fingere Olimpia nonostante
sa che Marte non è caduto nella sua trappola.
- Tu vuoi sapere qual è il debito delle Parche? - continua
a ridere il dio della guerra - Fa l’amore con me e te lo dirò!
- conclude velocemente Marte sorridendo e aspettando una prevedibile
reazione negativa da parte di Olimpia.
- Avevi detto che mi avresti dato qualsiasi cosa o sbaglio? - tergiversa
Olimpia.
- E tu non avevi detto che mi avresti concesso tutto di te? -
- … Certo, ma dopo le nozze. - sbotta Olimpia.
- Allora dopo le nozze saprai qual è il debito delle Parche
- conclude il dio della guerra alzandosi dal letto e uscendo dalla
stanza - Buonanotte … mia amata! -
Olimpia si stende nuovamente sul letto delusa dal suo fallimento.
" Sarà difficile convincere Marte a parlare, se sono
così fredda con lui…devo cercare di convincerlo con i
fatti … l’unico problema è che non nè ho
nessuna intenzione ..."
di
Darkamy e Xandrella