NOTE
Questa fan fiction
si ricollega alla storia di Speranza. Nel dettaglio gli episodi in
questione sono:
“Xena e la rinascita di
una dea”/ “Sacrifice
part 1” (ep. n°21 stagione 3)
“Xena e il sacrifico supremo”/
“Sacrifice part 2”
(ep. n°22 stagione 3)
“Xena contro il distruttore”/
“A family affair”
(ep. n°3 stagione 4)
“Xena e il segreto della
pergamena”/ “Soul
possession” (ep. n°20 stagione 6)
Per maggiori informazioni visita la sezione
episodi di Xena de “Il chakram di Xena”.
Questo nostro episodio è collocatato tra “Xena e il sacrifico
supremo” e “Xena contro il distruttore”. Vogliamo
ricostruire un lasso di tempo ancora avvolto nel mistero e chiarire
tanti perché di una vicenda ancora incompleta. Buona lettura.
NOTE
MITOLOGICHE
GRAIE:
Figlie di Ceto e Forco, le Graie vennero al mondo con i capelli bianchi
e da questo è stato scelto il loro nome. Graia infatti in greco
significa “donna vecchia”. Tuttavia per non confonderle
con altre dee in su con l’età furono dette anche Forcidi
dal nome del padre. Tale appellativo le distingue dalle sorelle Gorgoni
e dalle Parche (Morie in greco) pure loro vecchie.
Resta incerto quante siano le Graie:
Esiodo nomina due Graie: Panfredo dalla bella veste ed Enio dalla
veste color zafferano. Secondo molti altri racconti vi è una
terza sorella di cui sono stati tramandati due nomi: Deino (la terribile)
e Perso.
Eschilo nella tragedia “Prometeo” dice che le Graie avessero
un unico occhio e un unico dente in comune e che si passavano a turno
l’un l’altra. Vivevano in una grotta dove non sorgevano
mai né il sole né la luna, alle porte del paese delle
Gorgoni al di là del fiume Oceano, sul fianco dalla montagna
Atlante.
CAPITOLO
I
- Xena, credi
di essere felice? - esordisce Olimpia rompendo il silenzio che fino
a quell’istante regnava nel bosco nella notte.
Il bardo e la principessa guerriera sono stese da qualche minuto sotto
una calda pelliccia, mentre i carboni del fuoco da poco spento fumano
debolmente.
Xena, che giaceva sul lato destro, si volta verso Olimpia per guardarla.
La domanda le lascia intendere che la sua compagna di viaggio le vuole
parlare:
- … Si, direi di si … - è la risposta della mora
guerriera mentre guarda Olimpia negl’occhi per qualche istante
per poi accarezzarle il naso per interrompere la serietà di
quell’attimo, attendo in cambio un dolce sorriso.
- Perché me lo chiedi adesso? -
- Ieri notte ho fatto uno strano sogno ... sembrava reale …
- continua Olimpia guardando nel vuoto ricordando perfettamente ciò
che aveva sognato.
Xena appoggia la testa sul braccio e cerca di cacciare via il sonno:
- Dai racconta … -
- Ero avvolta dalla nebbia … tutt’attorno c’era
una palude. La strada, per quel poco che vedevo, mi ha condotto in
una grotta dove mi attendevano le tre Graie … -
- Le Graie?! - domanda Xena sorpresa - … Hai sognato le tre
vecchie sorelle dall’unico occhio e da un solo dente? Immagino
non sia stato un bel sogno allora! -
- Già … quando le ho viste mi sono spaventata e mi sono
mantenuta a debita distanza con i sai in mano! - sorride il bardo
raccogliendo lo scherzo di Xena.
- Avevi paura che ti mangiassero? Saresti un bel bocconcino …
uhm, fammi assaggiare … -
La principessa guerriera si avvicina ad Olimpia e le morde debolmente
le labbra per poi tentare di darle un bacio ma il bardo si ritrae:
- Ehi, lasciami stare! E’ presto per la colazione! -
- Peccato … dai vai avanti a raccontare, sono curiosa di saper
se sei riuscita a farti invitare a cena! -
- Ma la smetti o no?! - sbotta il bardo cercando di darsi un contegno
mentre Xena si gira a pancia in su a guardare le stelle:
- Scusami … continua … -
- Una delle tre sorelle, Enio che al momento usava l’occhio
e l’unico dente che condividono, mi ha fatto segno di avvicinarmi.
Conoscendo la loro malvagità mi sono tenuta comunque lontana
e ho domandato loro cosa volevano da me. Panfredo prende parola e
mi spiega che mi trovavo nella loro grotta perché potevano
rivelarmi ciò che mi mancava per essere davvero felice. Questa
loro proposta mi parve assurda … io ero già felice, non
avevo bisogno di nient’altro. -
- Le sorelle delle Gorgoni sono di natura malvagia, mi sembra strano
che nel tuo sogno volessero aiutarti … - commenta Xena.
- Infatti … ma ancora più strana è stata la loro
risposta: “Un figlio è ciò che ti manca per essere
felice” -
La principessa guerriera rimane in silenzio per qualche istante; il
suo pensiero si rivolge al passato e a Speranza, la figlia di Dahak
e Olimpia. Non vorrebbe toccare l’argomento con la compagna:
ha paura di riaprire una ferita che infondo non si è mai rimarginata.
- … E’ la verità? Vorresti un figlio? -
- No Xena, sta tranquilla. In passato abbiamo sofferto troppo e con
noi i nostri figli … non posso pensare di metterne al mondo
un altro. E poi … non ha senso … come potrei avere un
altro figlio? -
A quella domanda Xena sa risponde solo con un triste sorriso.
- E’ tardi … - conclude Olimpia - … Mettiamoci a
dormire. Svegliami solo dopo che avrai acceso il fuoco, i questi giorni
all’alba fa particolarmente freddo. -
- Va bene, ma tu in cambio ti occupi della colazione! -
- Non ti devo nulla in cambio dato che avevamo stabilito che al fuoco
ci avresti pensato tu fino a quando saremmo rimaste in Tracia! -
- Si hai ragione, lo avevo dimenticato. -
- Comunque dai, per questa volta la colazione la preparo io ok? -
- Brava! -
Xena si sdraia accanto ad Olimpia e le da un bacio alla quale il bardo
risponde per qualche istante:
- Buona notte amore … - le sussurra la principessa guerriera
dolcemente.
- Buona notte.- conclude Olimpia mettendosi comoda per dormire.
La principessa guerriera invece rimane a pensare alle parole di Olimpia.
L’assale la paura che non sia completamente felice e il peso
delle responsabilità per la nascita di Speranza ritorna a straziarla.
Mille ricordi le attraversano la mente: Perdicca, la morte di Speranza
e di Seleuco, il ritorno della figlia di Dahak …ma piano piano
la stanchezza prende il sopravvento e la principessa guerriera riesce
a trovare riposo nel mondo di Morfeo.
CAPITOLO
II
Nella grotta umida
e buia delle Graie, le tre sorelle canute dalla nascita, sono intente
a discutere come al solito su chi tra le tre debba usare l’occhio
e quindi avrà la possibilità di vedere. A un tratto
il dio della guerra, Marte, si materializza di fronte a loro afferrando
dalle mani di una delle Graie l’unico occhio che si dividono
in tre:
- Che schifo! E' davvero rivoltante … - commenta Marte - …
Ma veniamo a noi. Dov’è Olimpia? -
Le tre sorelle si lasciano assalire dal panico quando realizzano di
aver perso l’oggetto a cui sono morbosamente attaccate:
- Restituiscicelo Marte! - grida con voce rauca Panfredo.
- No, dallo a me! E’ tutto il giorno che queste due mi impediscono
di mangiare! - ribatte Enio.
- Te lo sei meritato perché quando hai il dente non vuoi mai
prestarcelo un pochino! - conclude Deino.
- Ragazze … - le interrompe Marte poco interessato ai loro battibecchi,
poi accorgendosi del termine poco appropriato si corregge - …
Signore? Si forse è meglio … - dice con ironia il dio
della guerra osservando le profonde rughe che solcano il viso delle
donne. - … Sentite, io voglio Olimpia. Consegnatemela e vi restituirò
l’occhio. -
- Ma non capisci?! Non potevamo portartela adesso! - continua Denio.
- Già … dovevamo prima farle venire dei dubbi …
- aggiunge Panfredo ostentando sicurezza nel loro piano.
- Deve riaffiorare in lei l’istinto materno, così si
concederà a te spontaneamente! - conclude Enio.
- Voi non conoscete Olimpia! - contrasta Marte - Lei mi disprezza
… e disprezzo è dire poco! E’ una storia troppo
lunga per spiegarvela ora, ma fate in fretta prima che la Xena del
futuro scopra tutto! -
- E la Xena del presente? - chiede Panfredo cercando di afferrare
con un goffo slancio l’occhio della mani di Marte, ma senza
risultato.
- Xena? Oh, è in giro con quell’idiota del suo amico
Corilo! … Sta cercando Olimpia, crede di averla perduta quando
è caduta nel cratere con Speranza ... non sà che io
le ho salvato entrambe. Sto controllando i suoi movimenti per assicurarmi
che non diventi una minaccia per i miei piani. -
Un sorriso di compiacimento si stampa sul volto di Marte:
- Piuttosto … perché non mi fate dare un’altra
occhiata al futuro. Magari mi sfugge qualche dettaglio … -
Le tre sorelle si allontanano per consultarsi a voce dal momento che
non hanno occhi per intendersi. Quando il loro vociferare è
terminato, una delle Graie si rivolge a Marte dicendo:
- Restituiscici prima l'occhio e ti permetteremo di vedere, ma devi
darci prima la tua spada perché non ci fidiamo! -
- Mi credete tanto stupido da consegnare la mia immortalità
in mano vostra! Fatemi vedere da questo viscido occhio gli eventi
futuri se non volete che v’incenerisca! -
- Hai già visto troppo del futuro! Portaci Olimpia e prosegui
con il tuo piano … noi ci occuperemo dello scambio! - risponde
con decisione Denio alle minacce di Marte.
Il dio seccato non aggiunge neanche una parola e scompare. Dopo qualche
minuto però si rimaterializza di fronte a loro portando con
se Olimpia legata e imbavagliata. La ragazza è più giovane,
con una muscolatura meno pronunciata e lunghi capelli dorati che le
coprono le spalle. Indossa un corpetto verde e una gonna a portafoglio
color terra.
Marte passa la corda che tiene legata Olimpia a una delle Graie:
- Se proverete a torcerle un solo capello non vi darò neanche
il tempo di gridare per il dolore, che vi ritroverete direttamente
di fronte alla barca di Caronte! - intima Marte con un dito puntato
contro le tre vecchie.
- Potevi almeno portarci un seguace di Dahak. Non mangiamo da giorni
ormai … - si lamenta la più magra delle Graie.
- La prossima volta ve ne porterò uno a testa se mi farete
trovare qui la guerriera che voglio! -
dice Marte rivolgendo il suo sguardo sulla bionda prigioniera per
poi accarezzarle una guancia mentre il bardo si ritrae ripugnata.
Un istante dopo il dio della guerra scompare lasciando un alone violaceo
nell’aria che rapidamente si dissolve per materializzarsi dopo
qualche attimo nella sala delle Parche, che dalla notte dei tempi,
seguono le trame della vita di uomini e dei.
Il dio non le incontrava dalla caduta di Speranza ed Olimpia nel profondo
pozzo infuocato che avrebbe fatto da passaggio a Dahak al mondo. Ma
eccolo di nuovo di fronte a loro, pronto a costringerle a modificare
il destino di Xena e di Olimpia:
- Le Graie sono pronte ad effettuare lo scambio. Ora tocca a voi …
Io diverrò il re degli dei e Dahak verrà dimenticato.
Dovete solo aprire il passaggio in modo che Olimpia possa raggiungere
il passato e io avrò la mia bionda regina guerriera a fianco.
-
- Anche se proverai a modificare il futuro … - è la risposta
di Cloto.
- … Tutto rimarrà immutato … - continua Lachesi.
- … Perché nessuno comanda il destino. - conclude Atropo.
- Questo lo vedremo … -
- Noi non abbiamo intenzione di continuare ad appoggiarti Marte ...
- controbatte Atropo con voce ferma e decisa.
- … Non concordiamo con te sulle scelte che hai fatto. - aggiunge
Lachesi.
Il dio della guerra fa un cenno con la testa manifestando il suo disappunto:
- Noi abbiamo un accordo … non potete negarmi collaborazione
ora! -
- Ti stiamo aiutando fin troppo Marte … - è la risposta
decisa di Lachesi.
- Questa volta dovrai arrangiarti da solo! - conclude Atropo.
Il dio osserva le tre donne con astio per poi congedarsi da loro,
tornando dalle Graie visibilmente innervosito:
- Quelle stupide delle Parche non hanno voluto aiutarmi! -
- Dove è il nostro occhio!? Te lo sei portato via! -dice piagnucolando
la più bassa delle tre sorelle.
Stufo di sentire continue lamentele Marte si infila una mano in tasca
e restituisce il maltolto alla vecchie canute per poi sedersi su una
roccia a pensare al da farsi:
- Senza l’aiuto delle Parche sarà tutto più difficile
ma puoi farcela Marte!- lo incoraggia Panfredo.
- Non c’è una sola Xena, ce ne sono due! Dovrei convincere
questa del presente che la sua Olimpia è morta e dare a quella
del futuro la Olimpia del presente… ma senza l’aiuto delle
Parche Xena si accorgerà dello scambio e capirà tutto.
E’ troppo complicato … la situazione potrebbe sfuggirmi
di mano….come farei a tenere a bada, non una, ma due, Xena!-
- Xena non può tornare nel passato e difficilmente capirà
chi ha effettuato lo scambio. - dice con aria saccente Denio mentre
strofina l’occhio sulla veste per ripulirlo dalla polvere.
- Fidati Marte, le Parche non ti servono… - conclude Enio sistemandosi
il dente.
Lo sguardo di Marte ricade su Olimpia, seduta in un angolo ancora
imbavagliata e con le mani legate.
- La biondina ha ascoltato troppo… quando sarà con Xena
le rivelerà tutto… -
- Le faremo bere una pozione e non si ricorderà niente. -
Marte si avvicina al bordo e chinatosi su di lei, le abbassa lo straccio
che le fa da bavaglio. In preda alla rabbia la donna si dimena e urla:
- Sei un viscido animale! Quando Xena saprà che non sono morta
precipitando con Speranza te la farà pagare per avermi tenuto
prigioniera! -
- Non vuoi aiutare tua figlia? - domanda il dio delle guerra affascinato
dalla sua foga - Speranza tra qualche tempo darà alla luce
tuo nipote … potrebbe aver bisogno di te … certo suo figlio
non avrà la tua bellezza ma avrà la forza di Dahak che
lo renderà un distruttore -
Marte, detto ciò, da sfogo a una risata malvagia e beffarda
mentre ricopre la bocca di Olimpia con il bavaglio impedendole di
aggiungere altro.
CAPITOLO
III
Alle prime luci
dell’alba Xena e Olimpia hanno già iniziato una nuova
giornata. Dopo aver radunato le loro cose in previsione di un nuovo
viaggio le due vanno in cerca di un po’ di cibo. Ferme di fronte
a un albero di mele selvatiche Xena si arrampica tra i rami per raccoglierne
qualcuna mentre Olimpia dal basso le indica quale scegliere:
- Se ti spingi un po’ più a destra ce n’è
un'altra … la vedi? -
- Si … - risponde Xena strappando la mela dal ramo per poi lanciarla
ad Olimpia che la prende al volo.
- Direi che bastano Xena … -
La principessa guerriera fa presa al ramo di un albero e con salto
mortale in avanti torna a terra perfettamente di fronte al bardo per
poi prendere una mela dalla bisaccia e addentarla:
- Andiamo adesso … Fillide ci sta aspettando al villaggio. -
- D’accordo … prendo la bisaccia e l’otre e ti raggiungo.
-
La principessa guerriera si sposta in direzione di Argo II e controlla
la sella e le briglie prima di slegarlo, ma un istante prima che potesse
montare in sella, sente un rumore proveniente alle sue spalle e si
volta a vedere cosa fosse successo: Olimpia si è accasciata
a terra tenendosi la testa tra le mani.
- Olimpia che ti succede? … Cos’hai?! - domanda preoccupata
Xena soccorrendola.
Un espressione di dolore è stampata sul volto del bardo:
- Xena, aiutatami ti prego … -
La principessa guerriera non ha il tempo di farle un'altra domanda
nel tentativo di capire quali sono i sintomi che la fanno star male
che il bardo si dissolve come per magia davanti ai suoi occhi:
- Olimpia … Olimpia!!! -
Attonita Xena resta immobile mentre il respiro si ferma per qualche
istante. Per interminabili secondi la mora guerriera resta a fissare
il suolo non riuscendosi a spiegare cosa fosse successo ad Olimpia
e dove fosse finita: è scomparsa davanti ai suoi occhi come
un miraggio.
Ad un tratto ode un fruscio tra i sottili rami di un cespuglio e intuendo
che non si tratti di Argo scatta in piedi sguainando la spada. Dopo
essersi guardata intorno per qualche istante la guerriera corre in
direzione del rumore che aveva udito e nascosta da un cespuglio vede
la sua compagna di avventure rannicchiata a terra, quasi nascosta
e visibilmente impaurita. Il bardo vedendola si alza e la abbraccia:
- Oh Xena! Finalmente … non posso crederci, sei tu! -
L’abbraccio di Olimpia è lungo e carico di affetto al
contrario di quello di Xena che resta quasi immobile come confusa
dagli eventi: nell’aspetto di questa bionda fanciulla non riconosce
la sua Olimpia. Disorientata Xena si ritrae bruscamente sciogliendo
l’abbraccio e scettica punta la spada alla gola del bardo:
- Che sei tu? -
- Ma come chi sono Xena?! … Sono io, Olimpia … che ti
succede?! -
- … Stai mentendo! - afferma sicura la principessa guerriera.
- No! … Sono proprio io credimi …come puoi non riconoscermi?!
-
La lacrime solcano il volto del bardo, che smarrita, si lascia vincere
dalla paura e dalle emozioni.
Xena la osserva per qualche attimo combattuta sul da farsi, poi decide
di rinfoderare la spada e mettere alla prova la donna per andare a
fondo a questa strana faccenda:
- Se sostieni di essere Olimpia … dimmi, che cosa abbiamo raccolto
poco fa da un albero? -
- Che cosa? … Ma se ci siamo ritrovate solo ora! -
- Ritrovate? … Ma quand’è che ci saremmo separate!!
-
- Da quando … - la frase della donna non trova conclusione.
Non ha più ricordi di ciò che le è accaduto se
non qualche flash confuso.
- Poco fa io e la vera Olimpia abbiamo raccolto delle mele …
smettila con questa falsa e dimmi chi sei! -
La principessa guerriera è nervosa: Olimpia è scomparsa
inspiegabilmente e ora ha di fronte a se una donna all’apparenza
tutto e per tutto identica a lei qualche anno fa: cappelli lunghi,
completo verde e marrone e sguardo dolce e innocente. Nell’osservarla
attentamente nota dei lividi sui suoi polsi, segno che è stata
legata in modo energico:
- Chi ti ha fatto quei segni sui polsi? -
- … Non lo so … io … ricordo solo che ti stavo cercando
e che ti sono stata molto lontana … - cerca di spiegare la donna
mentre si osserva le braccia e le mani.
- … E’ follia … - controbatte Xena - … Tu
… tu sembri l'Olimpia di molti anni fa! Non riesco a capire
dove sia finita quella di sempre e che ho avuto accanto fino ad ora!
-
La guerriera chiude per un istante gli occhi cercando di mantenere
la calma e riprende a guardarsi intorno in cerca della compagna. Senza
esitare si avvicina ad aArgo e si prepara a partire mentre Olimpia
la osserva da lontano incredula:
- Dove stai andando? -
- Devo cercare qualcuno o qualcosa che mi aiuti a capire che succede.
-
- E hai intenzione di lasciarmi qui?! -
La mora guerriera monta in sella dando di spalle al bardo e dopo aver
dato un deciso colpo al fianco di Argo inizia la sua marcia senza
proferire parola convinta del fatto che quella donna non sia la sua
compagna di avventure, bensì potrebbe trattarsi di un nuovo
nemico.
- Xena! … Non puoi andartene così! Torna indietro! -
grida la bionda fanciulla che per la disperazione scoppia in lacrime
inginocchiandosi a terra.
La principessa guerriera arresta la sua marcia e resta per un attimo
ad osservare Olimpia sino a quando i rimorsi e l’amore vincono
la sua razionalità e la conducono a tornare indietro:
- Il tuo cavallo è vicino a quella quercia. Fai in fretta,
ti aspetto … - istruisce con tono distaccato Xena.
Il bardo si asciuga gli occhi e ancora afflitta va a prendere la sua
cavalcatura:
- Non ho mai avuto un cavallo mio durante i nostri viaggi …
- dice cercando di calmarsi dal pianto e dalla delusione per il benvenuto
che ha appena ricevuto.
Avvicinatasi al cavallo ne scioglie le briglie legate al tronco di
un giovane e sottile albero, mentre Xena la attende ansiosa di riprendere
il cammino: vuole scoprire al più presto cosa stia accadendo.
Dopo qualche altro minuto di attesa Olimpia monta a cavallo e una
volta raggiunta Xena si avviano insieme al sentiero che le condurrà
fuori dalla boscaglia:
- Dove andiamo? -
- A cercare un amico … so che non è lontano da qui in
questo periodo. - sentenzia Xena con tono enigmatico.
di
Darkamy e Xandrella