episodio n. 18
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NOTE

Questa fan fiction si ricollega alla storia di Speranza. Nel dettaglio gli episodi in questione sono:
Xena e la rinascita di una dea”/ “Sacrifice part 1” (ep. n°21 stagione 3)
Xena e il sacrifico supremo”/ “Sacrifice part 2” (ep. n°22 stagione 3)
Xena contro il distruttore”/ “A family affair” (ep. n°3 stagione 4)
Xena e il segreto della pergamena”/ “Soul possession” (ep. n°20 stagione 6)
Per maggiori informazioni visita la sezione episodi di Xena de “Il chakram di Xena”.
Questo nostro episodio è collocatato tra “Xena e il sacrifico supremo” e “Xena contro il distruttore”. Vogliamo ricostruire un lasso di tempo ancora avvolto nel mistero e chiarire tanti perché di una vicenda ancora incompleta. Buona lettura.

NOTE MITOLOGICHE

GRAIE: Figlie di Ceto e Forco, le Graie vennero al mondo con i capelli bianchi e da questo è stato scelto il loro nome. Graia infatti in greco significa “donna vecchia”. Tuttavia per non confonderle con altre dee in su con l’età furono dette anche Forcidi dal nome del padre. Tale appellativo le distingue dalle sorelle Gorgoni e dalle Parche (Morie in greco) pure loro vecchie.
Resta incerto quante siano le Graie:
Esiodo nomina due Graie: Panfredo dalla bella veste ed Enio dalla veste color zafferano. Secondo molti altri racconti vi è una terza sorella di cui sono stati tramandati due nomi: Deino (la terribile) e Perso.
Eschilo nella tragedia “Prometeo” dice che le Graie avessero un unico occhio e un unico dente in comune e che si passavano a turno l’un l’altra. Vivevano in una grotta dove non sorgevano mai né il sole né la luna, alle porte del paese delle Gorgoni al di là del fiume Oceano, sul fianco dalla montagna Atlante.

CAPITOLO I

- Xena, credi di essere felice? - esordisce Olimpia rompendo il silenzio che fino a quell’istante regnava nel bosco nella notte.
Il bardo e la principessa guerriera sono stese da qualche minuto sotto una calda pelliccia, mentre i carboni del fuoco da poco spento fumano debolmente.
Xena, che giaceva sul lato destro, si volta verso Olimpia per guardarla. La domanda le lascia intendere che la sua compagna di viaggio le vuole parlare:
- … Si, direi di si … - è la risposta della mora guerriera mentre guarda Olimpia negl’occhi per qualche istante per poi accarezzarle il naso per interrompere la serietà di quell’attimo, attendo in cambio un dolce sorriso.
- Perché me lo chiedi adesso? -
- Ieri notte ho fatto uno strano sogno ... sembrava reale … - continua Olimpia guardando nel vuoto ricordando perfettamente ciò che aveva sognato.
Xena appoggia la testa sul braccio e cerca di cacciare via il sonno:
- Dai racconta … -
- Ero avvolta dalla nebbia … tutt’attorno c’era una palude. La strada, per quel poco che vedevo, mi ha condotto in una grotta dove mi attendevano le tre Graie … -
- Le Graie?! - domanda Xena sorpresa - … Hai sognato le tre vecchie sorelle dall’unico occhio e da un solo dente? Immagino non sia stato un bel sogno allora! -
- Già … quando le ho viste mi sono spaventata e mi sono mantenuta a debita distanza con i sai in mano! - sorride il bardo raccogliendo lo scherzo di Xena.
- Avevi paura che ti mangiassero? Saresti un bel bocconcino … uhm, fammi assaggiare … -
La principessa guerriera si avvicina ad Olimpia e le morde debolmente le labbra per poi tentare di darle un bacio ma il bardo si ritrae:
- Ehi, lasciami stare! E’ presto per la colazione! -
- Peccato … dai vai avanti a raccontare, sono curiosa di saper se sei riuscita a farti invitare a cena! -
- Ma la smetti o no?! - sbotta il bardo cercando di darsi un contegno mentre Xena si gira a pancia in su a guardare le stelle:
- Scusami … continua … -
- Una delle tre sorelle, Enio che al momento usava l’occhio e l’unico dente che condividono, mi ha fatto segno di avvicinarmi. Conoscendo la loro malvagità mi sono tenuta comunque lontana e ho domandato loro cosa volevano da me. Panfredo prende parola e mi spiega che mi trovavo nella loro grotta perché potevano rivelarmi ciò che mi mancava per essere davvero felice. Questa loro proposta mi parve assurda … io ero già felice, non avevo bisogno di nient’altro. -
- Le sorelle delle Gorgoni sono di natura malvagia, mi sembra strano che nel tuo sogno volessero aiutarti … - commenta Xena.
- Infatti … ma ancora più strana è stata la loro risposta: “Un figlio è ciò che ti manca per essere felice” -
La principessa guerriera rimane in silenzio per qualche istante; il suo pensiero si rivolge al passato e a Speranza, la figlia di Dahak e Olimpia. Non vorrebbe toccare l’argomento con la compagna: ha paura di riaprire una ferita che infondo non si è mai rimarginata.
- … E’ la verità? Vorresti un figlio? -
- No Xena, sta tranquilla. In passato abbiamo sofferto troppo e con noi i nostri figli … non posso pensare di metterne al mondo un altro. E poi … non ha senso … come potrei avere un altro figlio? -
A quella domanda Xena sa risponde solo con un triste sorriso.
- E’ tardi … - conclude Olimpia - … Mettiamoci a dormire. Svegliami solo dopo che avrai acceso il fuoco, i questi giorni all’alba fa particolarmente freddo. -
- Va bene, ma tu in cambio ti occupi della colazione! -
- Non ti devo nulla in cambio dato che avevamo stabilito che al fuoco ci avresti pensato tu fino a quando saremmo rimaste in Tracia! -
- Si hai ragione, lo avevo dimenticato. -
- Comunque dai, per questa volta la colazione la preparo io ok? -
- Brava! -
Xena si sdraia accanto ad Olimpia e le da un bacio alla quale il bardo risponde per qualche istante:
- Buona notte amore … - le sussurra la principessa guerriera dolcemente.
- Buona notte.- conclude Olimpia mettendosi comoda per dormire.
La principessa guerriera invece rimane a pensare alle parole di Olimpia. L’assale la paura che non sia completamente felice e il peso delle responsabilità per la nascita di Speranza ritorna a straziarla. Mille ricordi le attraversano la mente: Perdicca, la morte di Speranza e di Seleuco, il ritorno della figlia di Dahak …ma piano piano la stanchezza prende il sopravvento e la principessa guerriera riesce a trovare riposo nel mondo di Morfeo.

CAPITOLO II

Nella grotta umida e buia delle Graie, le tre sorelle canute dalla nascita, sono intente a discutere come al solito su chi tra le tre debba usare l’occhio e quindi avrà la possibilità di vedere. A un tratto il dio della guerra, Marte, si materializza di fronte a loro afferrando dalle mani di una delle Graie l’unico occhio che si dividono in tre:
- Che schifo! E' davvero rivoltante … - commenta Marte - … Ma veniamo a noi. Dov’è Olimpia? -
Le tre sorelle si lasciano assalire dal panico quando realizzano di aver perso l’oggetto a cui sono morbosamente attaccate:
- Restituiscicelo Marte! - grida con voce rauca Panfredo.
- No, dallo a me! E’ tutto il giorno che queste due mi impediscono di mangiare! - ribatte Enio.
- Te lo sei meritato perché quando hai il dente non vuoi mai prestarcelo un pochino! - conclude Deino.
- Ragazze … - le interrompe Marte poco interessato ai loro battibecchi, poi accorgendosi del termine poco appropriato si corregge - … Signore? Si forse è meglio … - dice con ironia il dio della guerra osservando le profonde rughe che solcano il viso delle donne. - … Sentite, io voglio Olimpia. Consegnatemela e vi restituirò l’occhio. -
- Ma non capisci?! Non potevamo portartela adesso! - continua Denio.
- Già … dovevamo prima farle venire dei dubbi … - aggiunge Panfredo ostentando sicurezza nel loro piano.
- Deve riaffiorare in lei l’istinto materno, così si concederà a te spontaneamente! - conclude Enio.
- Voi non conoscete Olimpia! - contrasta Marte - Lei mi disprezza … e disprezzo è dire poco! E’ una storia troppo lunga per spiegarvela ora, ma fate in fretta prima che la Xena del futuro scopra tutto! -
- E la Xena del presente? - chiede Panfredo cercando di afferrare con un goffo slancio l’occhio della mani di Marte, ma senza risultato.
- Xena? Oh, è in giro con quell’idiota del suo amico Corilo! … Sta cercando Olimpia, crede di averla perduta quando è caduta nel cratere con Speranza ... non sà che io le ho salvato entrambe. Sto controllando i suoi movimenti per assicurarmi che non diventi una minaccia per i miei piani. -
Un sorriso di compiacimento si stampa sul volto di Marte:
- Piuttosto … perché non mi fate dare un’altra occhiata al futuro. Magari mi sfugge qualche dettaglio … -
Le tre sorelle si allontanano per consultarsi a voce dal momento che non hanno occhi per intendersi. Quando il loro vociferare è terminato, una delle Graie si rivolge a Marte dicendo:
- Restituiscici prima l'occhio e ti permetteremo di vedere, ma devi darci prima la tua spada perché non ci fidiamo! -
- Mi credete tanto stupido da consegnare la mia immortalità in mano vostra! Fatemi vedere da questo viscido occhio gli eventi futuri se non volete che v’incenerisca! -
- Hai già visto troppo del futuro! Portaci Olimpia e prosegui con il tuo piano … noi ci occuperemo dello scambio! - risponde con decisione Denio alle minacce di Marte.
Il dio seccato non aggiunge neanche una parola e scompare. Dopo qualche minuto però si rimaterializza di fronte a loro portando con se Olimpia legata e imbavagliata. La ragazza è più giovane, con una muscolatura meno pronunciata e lunghi capelli dorati che le coprono le spalle. Indossa un corpetto verde e una gonna a portafoglio color terra.
Marte passa la corda che tiene legata Olimpia a una delle Graie:
- Se proverete a torcerle un solo capello non vi darò neanche il tempo di gridare per il dolore, che vi ritroverete direttamente di fronte alla barca di Caronte! - intima Marte con un dito puntato contro le tre vecchie.
- Potevi almeno portarci un seguace di Dahak. Non mangiamo da giorni ormai … - si lamenta la più magra delle Graie.
- La prossima volta ve ne porterò uno a testa se mi farete trovare qui la guerriera che voglio! -
dice Marte rivolgendo il suo sguardo sulla bionda prigioniera per poi accarezzarle una guancia mentre il bardo si ritrae ripugnata.
Un istante dopo il dio della guerra scompare lasciando un alone violaceo nell’aria che rapidamente si dissolve per materializzarsi dopo qualche attimo nella sala delle Parche, che dalla notte dei tempi, seguono le trame della vita di uomini e dei.
Il dio non le incontrava dalla caduta di Speranza ed Olimpia nel profondo pozzo infuocato che avrebbe fatto da passaggio a Dahak al mondo. Ma eccolo di nuovo di fronte a loro, pronto a costringerle a modificare il destino di Xena e di Olimpia:
- Le Graie sono pronte ad effettuare lo scambio. Ora tocca a voi … Io diverrò il re degli dei e Dahak verrà dimenticato. Dovete solo aprire il passaggio in modo che Olimpia possa raggiungere il passato e io avrò la mia bionda regina guerriera a fianco. -
- Anche se proverai a modificare il futuro … - è la risposta di Cloto.
- … Tutto rimarrà immutato … - continua Lachesi.
- … Perché nessuno comanda il destino. - conclude Atropo.
- Questo lo vedremo … -
- Noi non abbiamo intenzione di continuare ad appoggiarti Marte ... - controbatte Atropo con voce ferma e decisa.
- … Non concordiamo con te sulle scelte che hai fatto. - aggiunge Lachesi.
Il dio della guerra fa un cenno con la testa manifestando il suo disappunto:
- Noi abbiamo un accordo … non potete negarmi collaborazione ora! -
- Ti stiamo aiutando fin troppo Marte … - è la risposta decisa di Lachesi.
- Questa volta dovrai arrangiarti da solo! - conclude Atropo.
Il dio osserva le tre donne con astio per poi congedarsi da loro, tornando dalle Graie visibilmente innervosito:
- Quelle stupide delle Parche non hanno voluto aiutarmi! -
- Dove è il nostro occhio!? Te lo sei portato via! -dice piagnucolando la più bassa delle tre sorelle.
Stufo di sentire continue lamentele Marte si infila una mano in tasca e restituisce il maltolto alla vecchie canute per poi sedersi su una roccia a pensare al da farsi:
- Senza l’aiuto delle Parche sarà tutto più difficile ma puoi farcela Marte!- lo incoraggia Panfredo.
- Non c’è una sola Xena, ce ne sono due! Dovrei convincere questa del presente che la sua Olimpia è morta e dare a quella del futuro la Olimpia del presente… ma senza l’aiuto delle Parche Xena si accorgerà dello scambio e capirà tutto. E’ troppo complicato … la situazione potrebbe sfuggirmi di mano….come farei a tenere a bada, non una, ma due, Xena!-
- Xena non può tornare nel passato e difficilmente capirà chi ha effettuato lo scambio. - dice con aria saccente Denio mentre strofina l’occhio sulla veste per ripulirlo dalla polvere.
- Fidati Marte, le Parche non ti servono… - conclude Enio sistemandosi il dente.
Lo sguardo di Marte ricade su Olimpia, seduta in un angolo ancora imbavagliata e con le mani legate.
- La biondina ha ascoltato troppo… quando sarà con Xena le rivelerà tutto… -
- Le faremo bere una pozione e non si ricorderà niente. -
Marte si avvicina al bordo e chinatosi su di lei, le abbassa lo straccio che le fa da bavaglio. In preda alla rabbia la donna si dimena e urla:
- Sei un viscido animale! Quando Xena saprà che non sono morta precipitando con Speranza te la farà pagare per avermi tenuto prigioniera! -
- Non vuoi aiutare tua figlia? - domanda il dio delle guerra affascinato dalla sua foga - Speranza tra qualche tempo darà alla luce tuo nipote … potrebbe aver bisogno di te … certo suo figlio non avrà la tua bellezza ma avrà la forza di Dahak che lo renderà un distruttore -
Marte, detto ciò, da sfogo a una risata malvagia e beffarda mentre ricopre la bocca di Olimpia con il bavaglio impedendole di aggiungere altro.

CAPITOLO III

Alle prime luci dell’alba Xena e Olimpia hanno già iniziato una nuova giornata. Dopo aver radunato le loro cose in previsione di un nuovo viaggio le due vanno in cerca di un po’ di cibo. Ferme di fronte a un albero di mele selvatiche Xena si arrampica tra i rami per raccoglierne qualcuna mentre Olimpia dal basso le indica quale scegliere:
- Se ti spingi un po’ più a destra ce n’è un'altra … la vedi? -
- Si … - risponde Xena strappando la mela dal ramo per poi lanciarla ad Olimpia che la prende al volo.
- Direi che bastano Xena … -
La principessa guerriera fa presa al ramo di un albero e con salto mortale in avanti torna a terra perfettamente di fronte al bardo per poi prendere una mela dalla bisaccia e addentarla:
- Andiamo adesso … Fillide ci sta aspettando al villaggio. -
- D’accordo … prendo la bisaccia e l’otre e ti raggiungo. -
La principessa guerriera si sposta in direzione di Argo II e controlla la sella e le briglie prima di slegarlo, ma un istante prima che potesse montare in sella, sente un rumore proveniente alle sue spalle e si volta a vedere cosa fosse successo: Olimpia si è accasciata a terra tenendosi la testa tra le mani.
- Olimpia che ti succede? … Cos’hai?! - domanda preoccupata Xena soccorrendola.
Un espressione di dolore è stampata sul volto del bardo:
- Xena, aiutatami ti prego … -
La principessa guerriera non ha il tempo di farle un'altra domanda nel tentativo di capire quali sono i sintomi che la fanno star male che il bardo si dissolve come per magia davanti ai suoi occhi:
- Olimpia … Olimpia!!! -
Attonita Xena resta immobile mentre il respiro si ferma per qualche istante. Per interminabili secondi la mora guerriera resta a fissare il suolo non riuscendosi a spiegare cosa fosse successo ad Olimpia e dove fosse finita: è scomparsa davanti ai suoi occhi come un miraggio.
Ad un tratto ode un fruscio tra i sottili rami di un cespuglio e intuendo che non si tratti di Argo scatta in piedi sguainando la spada. Dopo essersi guardata intorno per qualche istante la guerriera corre in direzione del rumore che aveva udito e nascosta da un cespuglio vede la sua compagna di avventure rannicchiata a terra, quasi nascosta e visibilmente impaurita. Il bardo vedendola si alza e la abbraccia:
- Oh Xena! Finalmente … non posso crederci, sei tu! -
L’abbraccio di Olimpia è lungo e carico di affetto al contrario di quello di Xena che resta quasi immobile come confusa dagli eventi: nell’aspetto di questa bionda fanciulla non riconosce la sua Olimpia. Disorientata Xena si ritrae bruscamente sciogliendo l’abbraccio e scettica punta la spada alla gola del bardo:
- Che sei tu? -
- Ma come chi sono Xena?! … Sono io, Olimpia … che ti succede?! -
- … Stai mentendo! - afferma sicura la principessa guerriera.
- No! … Sono proprio io credimi …come puoi non riconoscermi?! -
La lacrime solcano il volto del bardo, che smarrita, si lascia vincere dalla paura e dalle emozioni.
Xena la osserva per qualche attimo combattuta sul da farsi, poi decide di rinfoderare la spada e mettere alla prova la donna per andare a fondo a questa strana faccenda:
- Se sostieni di essere Olimpia … dimmi, che cosa abbiamo raccolto poco fa da un albero? -
- Che cosa? … Ma se ci siamo ritrovate solo ora! -
- Ritrovate? … Ma quand’è che ci saremmo separate!! -
- Da quando … - la frase della donna non trova conclusione. Non ha più ricordi di ciò che le è accaduto se non qualche flash confuso.
- Poco fa io e la vera Olimpia abbiamo raccolto delle mele … smettila con questa falsa e dimmi chi sei! -
La principessa guerriera è nervosa: Olimpia è scomparsa inspiegabilmente e ora ha di fronte a se una donna all’apparenza tutto e per tutto identica a lei qualche anno fa: cappelli lunghi, completo verde e marrone e sguardo dolce e innocente. Nell’osservarla attentamente nota dei lividi sui suoi polsi, segno che è stata legata in modo energico:
- Chi ti ha fatto quei segni sui polsi? -
- … Non lo so … io … ricordo solo che ti stavo cercando e che ti sono stata molto lontana … - cerca di spiegare la donna mentre si osserva le braccia e le mani.
- … E’ follia … - controbatte Xena - … Tu … tu sembri l'Olimpia di molti anni fa! Non riesco a capire dove sia finita quella di sempre e che ho avuto accanto fino ad ora! -
La guerriera chiude per un istante gli occhi cercando di mantenere la calma e riprende a guardarsi intorno in cerca della compagna. Senza esitare si avvicina ad aArgo e si prepara a partire mentre Olimpia la osserva da lontano incredula:
- Dove stai andando? -
- Devo cercare qualcuno o qualcosa che mi aiuti a capire che succede. -
- E hai intenzione di lasciarmi qui?! -
La mora guerriera monta in sella dando di spalle al bardo e dopo aver dato un deciso colpo al fianco di Argo inizia la sua marcia senza proferire parola convinta del fatto che quella donna non sia la sua compagna di avventure, bensì potrebbe trattarsi di un nuovo nemico.
- Xena! … Non puoi andartene così! Torna indietro! - grida la bionda fanciulla che per la disperazione scoppia in lacrime inginocchiandosi a terra.
La principessa guerriera arresta la sua marcia e resta per un attimo ad osservare Olimpia sino a quando i rimorsi e l’amore vincono la sua razionalità e la conducono a tornare indietro:
- Il tuo cavallo è vicino a quella quercia. Fai in fretta, ti aspetto … - istruisce con tono distaccato Xena.
Il bardo si asciuga gli occhi e ancora afflitta va a prendere la sua cavalcatura:
- Non ho mai avuto un cavallo mio durante i nostri viaggi … - dice cercando di calmarsi dal pianto e dalla delusione per il benvenuto che ha appena ricevuto.
Avvicinatasi al cavallo ne scioglie le briglie legate al tronco di un giovane e sottile albero, mentre Xena la attende ansiosa di riprendere il cammino: vuole scoprire al più presto cosa stia accadendo.
Dopo qualche altro minuto di attesa Olimpia monta a cavallo e una volta raggiunta Xena si avviano insieme al sentiero che le condurrà fuori dalla boscaglia:
- Dove andiamo? -
- A cercare un amico … so che non è lontano da qui in questo periodo. - sentenzia Xena con tono enigmatico.

di Darkamy e Xandrella

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