episodio n. 1
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CAPITOLO III

E proprio lì, nelle profondità degl’inferi poco dopo l’assalto alla nave, si trova Xena intenta ad esercitarsi con il re di tutti i demoni, Ten-gu, in un combattimento di arti marziali di cui il sommo capo degli spiriti demoniaci è completo conoscitore.
I due si battono a mani nude accanto ad un fiume di lava servendosi delle pareti rocciose per spiccare acrobatici salti in ogni direzione e per la maggior parte del tempo, la lotta si svolge in volo con colpi capaci di far tremare l’intera caverna.
I due demoni hanno uguali capacità tecniche e forze equivalente ed entrambi sembrano divertirsi molto:
- Basta così Xena. Adesso abbiamo cose importanti di cui parlare … com’è andata la spedizione? Hai riavuto il tuo chakram? – chiede il re dei demoni Ten-gu, respingendo l’ultimo pugno della principessa guerriera.
La diavolessa prende il chakram che porta sul fianco e lo mostra al suo signore piena di orgoglio:
- Come puoi vedere gli Oni con l’aiuto degli Jikininki hanno fatto un ottimo lavoro. Ci sono anche dei prigionieri, se vuoi serviti pure. – conclude Xena mentre Ten-gu va a sedersi sul suo trono fatto di ossa laminate d’oro.
- No, ti ringrazio. Lascio a te il bottino. Questo dovrebbe essere il tuo primo pasto se non sbaglio … -
- Si, è così. – conferma la diavolessa.
- … Vedrai, ti piacerà. Ingoiare un anima dà una forza straordinaria. Più ne mangerai e più diventerai potente! -
Fiamme brillano negl’occhi del re dei demoni che ha il corpo di un uomo e il volto di un orrenda scimmia; come gli altri demoni, ha lunghe unghie appuntite e disegni incomprensibili sul volto. Da tempi immemorabili regna sulle gerarchie demoniache del Giappone:
- Quando l’avrò fatto ti saprò dire. -
- Bene … e dimmi Xena, Bishamon è intervenuto per cercare di salvare gli uomini? -
- Non direttamente. Ha inviato dieci armati prima del nostro arrivo. Non si aspettava che saremmo stati così numerosi ad attaccare. Quando ha inviato rinforzi ormai era troppo tardi. I miei uomini avevano sterminato quasi l’intera nave e hanno portato con se ciò che ne rimaneva. -
Ten-gu scoppia in una risata malefica carica di soddisfazione:
- Ben fatto Xena, ben fatto … -
- Sono lieta di averti accontentato e ti ringrazio di avermi posto a capo degl’Oni … - risponde Xena rendendo il dialogo ulteriormente serio.
- Non devi ringraziarmi. Se non ho ingoiato la tua anima per vendicare Hiodoshi è stato solo perché puoi servirmi per sconfiggere Bishamon una volta per tutte … Hiodoshi è stato un grande demone e meritava vendetta. Il tuo castigo è stato perdere per sempre la tua anima e credimi, se ci fosse ancora un minimo di amore nel tuo cuore capiresti che non devi affatto ringraziarmi. E adesso vattene!! -
Le parole sprezzanti di Ten-gu non riescono ad assumere significato per la principessa guerriera che ora è un demone con deboli ricordi della sua vita terrena.
Xena abbandona la sala con sguardo inebetito, diretta alla caverna degl’Oni.

Lungo un cunicolo sotterraneo che conduce a una delle tante caverne in cui i dimorano i demoni Oni c’è una grossa cella in cui Reiko, Olimpia e otto uomini dell’equipaggio della nave sono stati rinchiusi dopo la fuga degl’esseri infernali dalla battaglia. Nella prigione aleggia un puzzo nauseabondo, dovuto alla presenza di alcuni corpi in avanzato stato di decomposizione; probabilmente si trattava dei prigionieri precedenti, uccidi senza pietà dai demoni bramosi di divorarne le anime. E’ inutile dire che tra i prigionieri, ad eccezione di Reiko e Olimpia ancora priva di sensi, regna la paura e la disperazione della propria sorte.
Provate ad immaginare cosa si possa provare quando demoni affamati e senza pietà vi girano intorno guardandovi come un delizioso bocconcino mentre in un angolino della vostra prigione c’è un realistico esempio di ciò che potresti diventare tra poco …
Reiko si avvicina ad Olimpia e prova svegliarla dandole dei colpetti sul viso:
- Svegliati coraggio … -
La donna apre lentamente gli occhi, poi ricordandosi gli ultimi istanti prima di perdere i sensi, sobbalza improvvisamente, mettendosi a sedere respirando affannosamente:
- Sta calma, non ci sono demoni … per ora … - dice Reiko tendendole la mano per aiutarla a rialzarsi.
- Dove siamo? -
- Nel covo degl’Oni. Siamo all’interno di un vulcano, ci hanno fatto prigionieri quando Bishamon ha inviato dei rinforzi e i demoni se la sono levata a gambe. –
La bionda guerriera avverte un fastidio sul lato sinistro della testa e quando porta una mano per controllare a cosa sia dovuto scopre un bel bernoccolo:
- Ora ricordo … mi hanno colpito e sono svenuta e questo ne è la prova … ahi!! -
dice indicando la protuberanza al muscoloso cacciatore di mostri.
- Infatti, ma adesso abbiamo un altro problema. Siamo di nuovo disarmati e non appena a qualcuno di loro verrà fame ci mangeranno … o meglio, prima ci uccideranno e poi divoreranno le nostre anime. Dobbiamo farci venire un idea. – spiega Reiko parlando a bassa voce per non spaventare ulteriormente gli altri prigionieri.
Olimpia istintivamente controlla se ha ancora con se il chakram sul fianco, ma non lo trova:
- Hanno preso il chakram! -
- Ecco, a proposito di quell’arma della tua amica … vuoi spiegarmi perché gli Oni la stavano cercando? Quando si sono accorti che l’avevi tu hanno lasciato perdere tutti gli altri e ti sono piombati addosso … -
Reiko attende una spiegazione che il bardo purtroppo non sa fornirgli:
- … Non capisco … non ne ho idea, ma vorrei tanto saperlo anche io. –
La donna si avvicina alle sbarre chiuse con un grosso lucchetto per guardarsi intorno: il cunicolo è stretto a tal punto da permettere ad una sola persona alla volta di camminarci ed è completamente buio; solo una torcia posta di fronte alla cella sul muro permette di fare un po’ di luce:
- Ogni tanto passa una sentinella per controllarci … – informa il cacciatore di mostri.
- Siamo messi male … non tanto per il lucchetto perché quello potrei provare a forzarlo con la punta dei miei sais, quanto per queste gallerie così strette. Se proviamo a scappare incontreremo di sicuro dei demoni prima o poi e non potremo nasconderci da nessuna parte. – osserva con acume il bardo.
- Abbiamo solo la punta di una spada degli armati di Bishamon per difenderci. Quando mi hanno catturato la mia spada è stata spezzata e sono riuscito a nasconderne un pezzo nella confusione. – rivela l’uomo mostrando l’oggetto ad Olimpia.
- E’ sempre meglio di niente. Adesso aspettiamo che passi la sentinella … poi proverò ad aprire il lucchetto. Quando ci sarò riuscita aspetteremo che la guardia torni e la ucciderai con la punta della spada prima di andarcene. -
- Ottimo piano! Peccato che non abbiamo ancora risolto il problema degl’altri demoni in giro per i cunicoli! – sbotta Reiko giudicando troppo superficiale il piano della donna.
- Non preoccuparti, ci penseremo a tempo debito … adesso siediti e fa finta di niente.- taglia corto la bionda guerriera cercando di controllare il nervosismo.
Dopo circa dieci minuti la sentinella fa il suo arrivo impugnando una spada; i prigionieri restano immobili e in silenzio mentre il demone si avvicina alle sbarre per guardarli uno per uno. Poi fa dietro front e torna nelle stessa direzione da cui era arrivato. Olimpia rimane seduta finchè riesce ad udire i passi della guardia per poi prendere uno dei suoi pugnali dallo stivale e, cercando di fare meno rumore possibile, si avvicina al lucchetto; con la punta del siais cerca di forzare la serratura per diversi minuti finchè un sonoro click l’avverte che è riuscita ad aprila:
- Ci siamo. -
Reiko e gli altri tirano un sospiro di sollievo, anche se il peggio deve ancora a venire:
- Adesso che ho tolto il lucchetto la sentinella se ne accorgerà. Reiko avvicinati alle sbarre con me e sta pronto a colpirla, ma ricordati che se ne avremo modo dovremo farci indicare la strada giusta da seguire prima di ucciderlo. – spiega Olimpia facendo ripiombare nell’angoscia i suoi compagni di sventura.
I due guerrieri si posizionano all’ingresso della cella con le spalle contro il muro laterale; Reiko finge di avere le mani appoggiate alle sbarre per prepararsi ad aprire la porta all’arrivo della sentinella mentre trascorrono interminabili minuti in assoluto silenzio. Quando in lontananza si odono dei passi, Olimpia lancia al compagno uno sguardo d’intesa; la guardia arriva dinanzi alla cella come previsto senza proferire parola ai prigionieri: li osserva velocemente, forse per contarli poi, controlla il lucchetto e rimane sorpreso di vederlo aperto.
- Ma cosa … -
Il demone Oni non ha il tempo di aprire la porta della prigione poiché Reiko la spinge contro di lui con forza colpendolo in pieno volto. La sentinella prova ad urlare ma Olimpia gli immobilizza le mani dietro la schiena e con un calcio dietro le ginocchia lo costringe a piegarsi in avanti mentre il cacciatore di mostri gli punta ciò che resta della sua spada alla gola:
- Ti consiglio caldamente di non urlare. – intima il bardo avvicinandosi all’orecchio dell’Oni che si dimena per liberarsi.
- Dicci da che parte è l’uscita e ti risparmieremo la vita … - dice Reiko premendo la punta della katana contro la sua gola ed ottenendo in risposta un urlo agghiacciante.
- Uccidilo presto! – comanda Olimpia al cacciatore di mostri che esegue rapidamente l’ordine colpendolo al ventre.
- Presto dobbiamo andarcene di qui! Arriveranno a controllare tra poco! – dice Olimpia invitando gli otto uomini ad uscire dalla cella.
- Che direzione prendiamo? – chiede uno degl’uomini di mare staccando la torcia dal muro.
- Rimanete un attimo in assoluto silenzio per favore … - la bionda guerriera, seguendo gli insegnamenti di Xena, chiude gli occhi e si concentra solo sui suoni, specie su quelli lontani e deboli per cercare di capire da quale direzione stiano arrivando i demoni. Inizialmente non ode nulla poi, riesce a concentrarsi nel modo giusto, tanto da riuscire a sentire le gocce di condensa sulle rocce che una alla volta si infrangono al suolo, il rumore della lava che scorre continuamente e i passi dei demoni provenienti da destra verso la sua direzione.
- Allora Olimpia … da che parte andiamo? – chiede Reiko a bassa voce, interrompendo la sua concentrazione.
- A sinistra … tre sentinelle stanno arrivando dall’altra parte: hanno il passo svelto, credo che abbiano sentito l’urlo del loro compagno. - risponde la donna aprendo gli occhi e incamminandosi per prima.
- Fantastico! … Devi insegnarmi come si fa, potrebbe tornarmi utile. – dice il cacciatore d’anime seguendola. – Dato che sei tu la prima della fila prendi tu la punta della spada. -
- No, se non dovessi accorgermi del pericolo, mi ferirebbero di sicuro e voi morireste con me. Se la tieni tu avrai il tempo di realizzare ciò che succede e difenderti. Adesso fate silenzio e muoviamoci. -
La donna si mette all’ascolto di ogni possibile rumore avanzando a passo svelto con in mano la torcia accesa.
Il cubicolo diventa sempre più stretto e basso, tant’è che per camminare la compagnia deve spesso abbassare la testa o camminare di lato. Olimpia inizia a dubitare che la direzione presa possa portare all’uscita e teme di trovarsi demoni di fronte da un momento all’altro. A questo si aggiunge l’afa crescente e l’aria sempre più rarefatta capace di stordire facilmente chi è già provato dalla stanchezza e dalla paura. Improvvisamente la galleria si allarga come a formare una piccola stanza, dove sono conservate un gran numero di spade ed altre armi: dei demoni nessuna traccia.
- Presto cerchiamo le spade di Bishamon. Probabilmente le hanno portate qui se non le hanno gettate. – dice Olimpia illuminando le pareti rocciose piene di buchi in cui sono infilate decine di katane.
Reiko e gli altri osservano rapidamente le else senza riuscire a trovare nessuna spada in grado di uccidere i demoni. Ad un tratto uno degl’uomini di mare calpesta qualcosa di metallico attirando l’attenzione del bardo che, chinatasi fino al pavimento, scopre un sacchetto che Reiko raccoglie per scoprirne il contenuto. All’interno i due trovano due spade di Bishamon:
- Almeno adesso possiamo difenderci … - dice il guerriero porgendo una spada alla compagna.
- Dobbiamo continuare a camminare, gli Oni si saranno già accorti della nostra fuga e ci staranno dando la caccia - dice Olimpia mentre uno dei suoi compagni trova una torcia spenta sul muro.
- C’è anche questa … -
- Bene la terrà chi è a metà fila. -
Dopo averla accesa i dieci sventurati riprendono la fuga, ma di li a poco si trovano di fronte ad un bivio: la galleria si divide in due cunicoli di uguali dimensioni e questa volta il bardo non ha molto tempo per scegliere la giusta direzione in quanto sente i demoni alle loro spalle troppo vicini:
- Stanno arrivando … Reiko scegli …vuoi essere il primo o l’ultimo della fila? -
- … L’ultimo … mi va di fare quattro salti con quei mostri e poi, sei tu che sai dove portarci. -
- Lo spero … - risponde la donna avvicinandosi alla galleria di sinistra per far luce.
Il condotto appare molto in discesa ma Olimpia non sente arrivare nessuno. Al contrario, nell’altra direzione la strada si presenta in salita ma percepisce la marcia di un gran numero di uomini.
- Dobbiamo scendere da questa parte. – indica il bardo iniziando a percorrere il cunicolo di sinistra - Che state aspettando? Muovetevi! – continua in un secondo momento accorgendosi di non essere seguita dai compagni.
- Non stiamo facendo altro che scendere … l’altra strada è in salita e noi dobbiamo tornare in superficie! – risponde uno degl’uomini parlando per tutti.
- Non posso obbligarvi a seguirmi e non ho tempo di discutere. Siete liberi di fare come meglio credete, anche se, vi avverto che se seguirete l’altra direzione andrete in contro a morte sicura perché troverete almeno venti Oni che stanno venendo verso di noi. Ditemi in fretta che cosa volete fare perché avete diritto ad una spada. – dice Olimpia corretta come sempre.
Gli uomini si guardano in giro spaesati cercando di fare la scelta giusta:
- Allora? – chiede ancora il bardo consapevole di perdere secondi preziosi.
- … Veniamo con voi … - concludono gli uomini seguendo subito la donna ormai costretta a correre giù per la galleria che si fa sempre più larga tanto da permettere ai fuggitivi di formare file di quattro persone durante il tragitto.
Ormai, tutti possono udire chiaramente i passi degl’inseguitori alle loro spalle e mentre la tensione si fa sempre più forte, la galleria si interrompe ponendo i dieci compagni di fronte ad un sentiero roccioso costeggiato da un fiume di lava incandescente che scorre nella loro stessa direzione di marcia:
- Se questa lava porta all’aria aperta siamo sulla strada giusta! – grida Olimpia per rincuorare i compagni.
- Finalmente una buona notizia! – risponde Reiko dall’ultima posizione con i demoni a pochi metri di distanza. – Questi maledetti corrono veloci, dovete accelerare! -
Il pericolo imminente permette alla compagnia già stremata di trovare l’ulteriore forza di aumentare il passo, per avere salva la vita. La corsa continua per una decina di interminabili minuti, finchè Olimpia scorge la luce della luna filtrare da una fessura al termine della galleria. L’uscita non si presenta agevole: una serie di rocce appuntite e dalla forma irregolare si ergono dinanzi a loro ponendo un nuovo ostacolo sul loro cammino per raggiungere la libertà. Mentre osserva i dintorni la poetessa inizia a rallentare per far avanzare i prigionieri disarmati:
- Arrampicatevi presto … io e Reiko vi copriremo le spalle! – la bionda guerriera si ferma e girandosi trattiene il compagno. – Dobbiamo batterci se vogliamo dare alg’altri il tempo di uscire da qui! -
- D’accordo! -
I due guerrieri si posizionano per prepararsi al combattimento mentre i demoni si pongono di fronte a loro, pronti ad aggredirli; pochi istanti e lo scontro tra le due forze rivali ha inizio: una ventina di Oni si scaglia contro Reiko ed Olimpia che, spada alla mano, si impegnano a contrastare gli attacchi avversari mettendo a frutto la loro abilità combattiva che li porta rapidamente ad avere un netto vantaggio sui nemici. Nei minuti seguenti un altro gruppo di Oni sopraggiunge a dare aiuto ai compagni rendendo sempre più arduo il tentativo dei due guerrieri di difendersi:
- Dobbiamo uscire Olimpia! Comincia ad arretrare, ti copro le spalle! – dice Reiko consapevole di non poter resistere ancora a lungo.
Mentre i due continuano a battersi nelle schiere nemiche si apre un varco, come se qualcuno o qualcosa stesse passando tra i demoni esigendo spazio per raggiungere i fuggitivi. Gli Oni smettono di attaccare i due guerrieri e lasciano passare il loro capo: Xena.
Olimpia viene colta di sorpresa nel vedere un demone che somigli incredibilmente alla principessa guerriera e stenta a credere ai suoi occhi. Reiko continua ad attaccare gli Oni e preso dalla foga della battaglia, scaglia un affondo di spada verso la diavolessa, ma il bardo si frappone tra i due, bloccando la spada dell’amico a due mani davanti al suo volto:
- Sei impazzita? Dai le spalle a questi mostri?! Spostati! -
Il cacciatore di mostri tenta di spingerla via ma la donna oppone resistenza:
- No! Non farlo … va via Reiko … vattene adesso! -
Olimpia è sconvolta e tutto ciò che vuole adesso è sapere cosa è successo a Xena e non avendo tempo di dare spiegazioni al cacciatore di mostri, decide di congedarlo anche a costo di rimanere bloccata nel covo dei demoni per sempre:
- Ti ho detto di andartene! … Fa come ti ho detto! – esclama il bardo spingendo Reiko verso l’uscita con violenza per convincerlo ad andarsene.
- … Buona fortuna … - dice il guerriero nipponico mentre arretra lentamente guardando la donna negl’occhi per poi voltarle le spalle e correre ad arrampicarsi verso l’uscita incredulo per la decisione di Olimpia di voler restare.
Xena intanto osserva il bardo rapita dalla sua figura; nonostante il male le abbia avvelenato l’anima, ha la sensazione di aver già visto la donna che ha di fronte: riesce a ricordare il suo viso e in special modo il suo dolce sorriso mentre la chiama per nome … ma l’intervento di due demoni per cercare di immobilizzare Reiko interrompono i suoi ricordi.
Olimpia riprende a combattere per dare all’uomo il tempo di mettersi in salvo fuori dalla caverna:
- Basta così! Vi ordino di ritirarvi! – urla Xena con voce stridula agl’Oni che restano sorpresi dal controproducente ordine ed esitano a ritornare indietro.
- Ma capo, così i prigionieri scapperanno … - dice uno dei demoni alla principessa guerriera mentre il bardo interrompe il combattimento vedendo le due guardie indietreggiare e fermarsi dinanzi alla diavolessa.
- Vi ho detto di fermarvi! Non ne avete avuto abbastanza per stanotte di anime? … Di loro mi occupo io. Se osate di nuovo discutere i miei ordini la pagherete cara! Tu … - dice rivolgendosi al demone che le aveveva contestato il comando - … Aspettami nella sala del trono … -
- … Si, come desideri Xena … - risponde il demone a testa bassa intuendo che di li a poco, la diavolessa lo avrebbe eliminato per vendicare l’affronto subito.
- Xena? – ripete la bionda guerriera mentre i demoni si allontanano. – Allora è vero … sei proprio tu! Numi del cielo … cosa ti è successo? Sei un demone! -
Il bardo è incredula è combattuta tra un misto di felicità per averla rivista e il dolore per il suo malefico aspetto; vorrebbe abbracciarla ma ha il timore di essere respinta o addirittura uccisa.
- Tu sei la guerriera che mi ha rubato il chakram… – risponde la diavolessa con tono sprezzante credendo di avere di fronte un nemico.
- Non mi riconosci vero? – domanda Olimpia muovendo un passo verso di lei ancora con la spada in mano - … Chi ti ha fatto questo? –
Il volto del bardo si riga di lacrime mentre Xena osserva titubante le sue reazioni:
- Non ti avvicinare! Dimmi chi sei … -
Olimpia si china lentamente a terra per posare la spada senza mai staccare lo sguardo dagl’occhi neri del demone:
- Sono la donna con cui hai vissuto per anni … non ricordi niente di noi? … Sono Olimpia. -
La bionda guerriera muove un altro passo ma Xena alza un braccio impedendole di continuare mostrandole gli artigli:
- Ti ho detto di non muoverti … - la diavolessa non riesce a ricordare niente se non il volto della donna che ha di fronte e questo non le è sufficiente per fidarsi di lei specie dopo quello che Ten-gu le ha raccontato. - … So che hai rubato il mio chakram e mi stai cercando per uccidermi … -
- No, non è vero … Xena tu devi credermi … - Olimpia intuisce che Ten-gu ha volutamente fatto del male allo spirito della principessa guerriera e l’ha messa in guardia contro di lei per impedirle di trovare la pace meritata dopo essersi sacrificata per eliminare Hiodoshi. Parlare con un demone è inutile, specie in quel momento di forte tensione:
“… Non riuscirò a convincerla, anche se le parlassi per ore … potrebbe anche farmi del male adesso … devo andarmene, anche se non posso crederci … lei è qui davanti a me! … E non posso fare niente per aiutarla … è Xena ed è un mostro.”

di Darkamy e Xandrella

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