episodio n. 1
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Volta dalla disperazione Olimpia corre fuori dal tempio per piangere, ma il dolore e la stanchezza le fanno mancare le forze e non può fare a meno di sedersi sul secondo gradino della lunga scala mentre Bishamon la raggiunge fermandosi alla sue spalle:
- Non ti chiedo di accettarlo adesso … ma devi essere preparata. Va con i miei armati e lo vedrai con i tuoi occhi: Xena purtroppo va eliminata per ristabilire l’equilibro tra le forze del bene e del male, altrimenti troppi innocenti continueranno a morire. -
- Andrò con loro ma solo per impedire che le facciate del male. Nel suo spirito c’è ancora del buono e te lo dimostrerò. - dice la prode poetessa con fredda determinazione asciugandosi le lacrime dal volto con le mani.
- Ne riceverai solo una grande delusione se ti ostinerai a crederlo …- conclude Bishamon scuotendo la testa mentre il bardo si rialza e si volta verso di lui.
- Come posso riportata in vita? – la domanda sembra assurda a lei stessa ma nutre la speranza che possa essere realizzabile.
- Non credo che esista più un modo. Xena è già stata giudicata da Emma-o e lui era il solo a poterla riportare tra i vivi. In ogni caso il dio dell’oltretomba esige una valida motivazione per farlo. –
La risposta è deludente per la donna ma nella sua mente prende a poco a poco forma un progetto rischioso che decide di conservare come ultima carta da giocare nel caso non riuscireste a trovare un altro modo.
- Chi è l’uomo che ti seguiva? – chiede Bishamon indicando con lo sguardo un albero lontano al termine del viale che conduce al tempio.
- Un amico. – risponde Olimpia ricordandosi di Reiko..
- I demoni … non usciranno allo scoperto prima del tramonto. I miei armati ti aspetteranno qui dopo il color del sole, sii puntuale. – conclude Bishamon congedandola.
- La sarò. A più tardi –
Mentre il dio scompare alle sue spalle, la donna inizia a scendere la lunga scala pensando al modo migliore di agire quella notte:
“Xena non si arrenderà ma sono certa che non potrà uccidermi perché ricorda bene chi sono. Temo che questo non cambierà affatto le cose … Bishamon vuole vederla fuori gioco per avere di nuovo la possibilità di battere gli Oni ad armi pari e io non sono forte abbastanza per impedirgli di ucciderla … devo giocare d’astuzia e batterlo sul tempo … sempre che riesca a far superare questa lunga notte a Xena. Se Bishamon ha ragione e non ha ancora ingoiato nessun anima posso provare a farla ragionare …”
- Olimpia! Come è andata? - Reiko esce allo scoperto in attesa di notizie e interrompe i suoi pensieri.
- Grazie per avermi seguito. –
- Oh figurati! Sapevo che Bishamon non ti avrebbe fatto del male ma per sicurezza ho voluto controllare. Vedo che ti ha dato un’armatura, ti prepari a combattere per lui immagino… -
- Non vorrei ma sono costretta dalle circostanze come avrai capito la mia amica è diventata un demone perché Ten-gu ha voluto vendicare Hodoshi e ora Bishaman vuole eliminarla. Devo impedirglielo. -
Il cacciatore di nostri rimane perplesso e il bardo intuisce che l’uomo non approva la sua scelta:
- Reiko, cerca di capirmi ... ho vissuto tutta la vita con Xena e anche se adesso è un demone non permetterò che le facciano del male … -
- … Comprendo il tuo dolore … ma Bishamon è molto saggio ed è in grado di provare pietà per ogni creatura. Se ti ha detto che non può salvare la tua amica evidentemente … - l’uomo non conclude la frase temendo di essere indelicato con Olimpia. Nutre molto rispetto per lei, nonostante la conosca da un giorno soltanto.
- … Capisco cosa vuoi dire. Ma se non mi arrendo è perché ho ancora una speranza. Ho bisogno del tuo aiuto … - continua la poetessa che, spinta dall’importanza dell’argomento, prende la mano del cacciatore di mostri, cercando il suo appoggio.
- … La fiducia che dimostri mi lusinga ma, non approvo ciò che stai per chiedermi. Non posso accettare un simile compito, mi dispiace.-
- Hai già intuito cosa ho in mente … -
- … Si e sappi che non te lo permetterò. E’ follia rischiare la vita per andare nell’oltretomba e incontrare Emma-O sapendo che non ti concederà mai di riportare Xena in vita. Perché dovrebbe farlo? Riflettici Olimpia … il dio dei morti è intransigente e applica la sua legge senza ascoltare le regole dei vivi o degl’altri regni. Il tuo sacrificio sarebbe vano e se pure Xena dovesse tornare in vita sareste divise comunque per sempre: tu tra i morti e lei tra i vivi. -
- … Non avevo in mente questo … – Olimpia lascia la mano dell’uomo e gli fa segno di allontanarsi dal viale guardandosi intorno per verificare che nessuno li stai osservando. - … Quando Xena è morta per uccidere Hiodoshi io ho tentato di riportarla in vita cremando il suo corpo raccogliendo le sue ceneri in un’urna. Se avessi versato nella fonte del monte Fuji le sue ceneri prima del tramonto, Xena sarebbe tornata in vita. – spiega la guerriera scrutando un uomo appoggiato al muro di una casa di mattoni che sembra fermo ad aspettarli lungo la strada:
- E perché non lo hai fatto? – chiede Reiko camminando lentamente al suo fianco.
- Perché se Xena fosse tornata in vita, le diecimila anime che aveva salvato sarebbero andate perdute … lei stessa ha voluto che non modificassi lo stato delle cose … -
- Deve esservi costato molto sacrificio e dolore … la tua amica meriterebbe davvero clemenza di Emma-O per il suo coraggio. -
Avvicinandosi al punto della strada dove lo sconosciuto li sta aspettando, Reiko ricorda di averlo già visto nella taverna poco prima che le guardie del dio della guerra arrivassero:
- … Credo che stia aspettando noi … -dice riferendosi all’uomo dal volto semicoperto da un largo cappello impagliato.
- Si, l’ho notato anch’io … prima che ci interrompa volevo chiederti di seguirmi questa notte. Mi unirò agl’armati di Bishamon per una spedizione contro gli Oni e se dovesse succedermi qualcosa in battaglia dovrai seguire lo stesso procedimento che ti ho descritto poco fa per riportare in vita il mio spirito. E’ importante che tu versi le mie ceneri nella fonte sacra solo poco prima del tramonto altrimenti non avrò il tempo di presentarmi davanti a Emma-O. -
- Ammiro il tuo coraggio e temo per la tua sorte… farò come mi hai chiesto perché so che andresti avanti anche senza il mio aiuto nel tuo folle piano. -
- Ti ringrazio Reiko … sono stata fortunata ad incontrarti sulla nave ieri notte. –
- Sono io che devo ringraziarti. Sai bene che se non avessimo combattuto insieme, gli Oni avrebbero avuto la meglio. – le sorride il guerriero cercando il suo sguardo - Sai una cosa? – continua Reiko. – …Quando ti ho visto sul ponte della nave mi sono detto “Quella guerriera è molto carina, mi piacerebbe conoscerla meglio” -
La bionda poetessa sorride imbarazzata per l’inaspettata rivelazione:
- Non prendermi in giro! – lo interrompe il bardo mentre le guance le diventano rosse contro la sua volontà.
- … Non credo sia il momento adotto per dirtelo ma … tu mi piaci … - continua l’uomo guardando dritto davanti a lui per evitare il suo sguardo. – Naturalmente non mi aspetto nulla da te. Specie in questo momento … tu mi hai colpito dal primo momento che ti ho vista e … volevo dirtelo perché forse non avrò più modo di farlo… - Solo al termine della frase il guerriero rivolge nuovamente lo sguardo ad Olimpia rimasta senza parole a pensare alla cosa giusta da dire. - Bè … ho detto che non pretendo che tu dica qualcosa ma se lo facessi adesso te ne sarei grato! E’ piuttosto imbarazzante … - ironizza Reiko.
- Scusami … io non me lo aspetto … forse è colpa mia, avrei … avrei dovuto accorgermene? – riflette il bardo ad alta voce.
- … No, assolutamente. – Reiko non riesce a nascondere l’agitazione dovuta dalla delusione. – Sono stato un idiota a dirtelo. Non dovevo nutrire speranza con te … sono stato irrispettoso. -
- No! Non preoccuparti, per me è tutto a posto, ma …indipendentemente dal rischio che abbiamo corso in questi giorni, non sarei mai in grado di guardarti con occhi diversi i quelli di un’amica. -
- Credevo che fossi sola, in viaggio con la tua amica… c’è qualcuno allora … - conclude l’uomo rallentando il passo.
- No, non è questo … è solo che ti ho incontrato in un periodo non felice della mia vita … - risponde Olimpia fermandosi per concludere l’argomento prima dell’incontro con l’uomo misterioso.
- … Spero di avere il tempo di farti cambiare idea allora. Non preoccuparti non farò più parola dell’argomento, promesso. -
Intanto l’uomo che li attendeva si incammina verso di loro e prima di avvicinarsi inizia a parlare:
- Siete i guerrieri sopravvissuti agl’Oni? – domanda senza alcuna presentazione.
- … Si, e tu chi sei? – risponde prontamente il bardo temendo di avere di fronte un nemico - Mi ricordo di te … eri alla taverna … ti sei allontanato dopo che il taverniere ti ha segnalato la nostra presenza … Perché hai chiamato le guardie del tempio di Bishamon per farci catturare?
- Perdonatemi, sono il capo villaggio e alcuni uomini mi avevano avvisato che due spiriti erano arrivati dalla montagna infuocata. Quando vi ho visto però, ho capito che non siete demoni ma per tranquillizzare la mia gente ho dovuto farvi portare al tempio del nostro divino protettore. – la sincerità delle sue parole e il rammarico sentito per il gesto compiuto non ha bisogno di ulteriori chiarimenti da parte dei due eroi. - Per scusarmi, vi prego di accettare la mia ospitalità. La mia casa è la vostra da questa momento. Mia moglie cucinerà per voi e mia figlia potrà allietarvi suonando l’arpa se lo desiderate. -
- Il tuo invito è generoso e accettiamo volentieri in attesa della battaglia di questa notte. – risponde cordialmente Reiko sorridendo al suo interlocutore.
- Reiko non dovremmo incomodare quest’uomo e la sua famiglia. Non sono d’accordo. – ribatte il bardo temendo di mettere in pericolo altri innocenti con la loro presenza.
- Non preoccuparti rimarremo solo per oggi. Se rifiuteremo potrebbe offendersi o pensare che siano in collera con lui. – bisbiglia l’eroe avvicinandosi all’orecchio della bionda guerriera. - La mia amica ha accettato il tuo gentile invito. – conclude Reiko senza neanche aspettare la risposta di Olimpia.
- Bene, seguitemi, la mia dimora non è molto lontana. -

CAPITOLO V

Intanto nelle profondità del vulcano nella sala del trono del principe dei demoni Ten-gu, si sta tenendo un incontro privato e molto ravvicinato tra la principessa guerriera e il suo signore dalla faccia da scimmia. La diavolessa gli siede sulle gambe a cavalcioni frontalmente per soddisfare i suoi viscidi desideri.
Le mani di Ten-gu scorrono lungo il suo corpo che, nonostante il vestito di pelle, mostra al tatto ogni sua sensuale curva. Xena non gradisce simili attenzioni, ma non può sottrarsene senza mostrarsi poco ubbidiente agl’ordini del suo superiore limitandosi così a fare buon visto a cattivo gioco:
- Alcuni uomini mi hanno riferito una cosa che non mi ha fatto piacere sentire … - dice il demone senza arrestare le sue mani che corrono lungo il fondoschiena della demoniessa intenta a muoversi sinuosamente per compiacerlo.
- … Cosa? – domanda Xena con tono curioso e sorpreso allo stesso tempo.
- … Mi hanno detto che hai risparmiato la bionda guerriera che ti accompagnava nei tuoi viaggi quando era ancora in vita… mi hanno forse detto una menzogna? – la domanda inquisitoria di Ten-gu appare molto diretta a Xena che, cercando di mantenere la calma per fingersi sorpresa, risponde al principe dei demoni con tono indignato per la poca fiducia riposta in lei:
- … E’ stato solo un caso se è riuscita a scappare … l’avrei uccisa se non fosse stata così veloce a fuggire. -
- Sei una sporca bugiarda! – esclama il demone tirando a Xena un forte schiaffo che le fa perdere l’equilibrio facendola cadere a terra - Osi non eseguire i miei ordini? – dice alzandosi dal trono e avvicinandosi con l’intenzione di picchiarla ancora. – Se il tuo spirito esiste ancora e guidi un esercito di demoni lo devi solo a me! Se credi di poterti prendere gioco del principe dei demoni hai fatto male i tuoi conti! – Il demone le afferra con violenza i capelli costringendola a rialzarsi con la forza - I miei uomini al contrario di te mi sono sempre fedeli come puoi vedere … ti do un’ultima possibilità Xena …uccidi Olimpia stanotte e ti risparmierò nonostante la tua condotta. -
La demoniessa non oppone resistenza ma i suoi occhi sono colmi di odio dovuto alla sottomissione forzata al prepotente Ten-gu:
- Non credo che Olimpia ci sarà stanotte … attacchiamo le guardie del tempio di Bishamnon a sorpresa …Olimpia probabilmente si sarà già imbarcata sulla prima nave diretta in Grecia.- osserva Xena con soddisfazione per aver fatto salva la vita del bardo.
- Inganni me o te stessa? La biondina tiene molto a te e so che si farebbe ammazzare volentieri pur di raggiungerti negl’inferi. Le mie spie mi hanno riferito che è stata al tempio di quello sporco verme – dice il principe degl’inferi riferendosi a Bishamon per poi sputare in segno di maledizione nei confronti dell’acerrimo nemico. - Stanotte ci sarà anche lei vedrai … - conclude lasciando i capelli di Xena per poi scomparire lasciandola sola davanti al trono colma di rabbia.
- Certo … vedrai anche tu maledetto … -
Xena promette vendetta al suo aguzzino ingoiando il rospo ancora una volta e giurando a sé stessa che è l’ultima.

Lontano dal centro del villaggio dopo aver attraversato un bosco non molto esteso ma dalla vegetazione così fitta da impedire ai raggi del sole di illuminare i passi dei viaggiatori con la luce del giorno, Olimpia, Reiko e il capo villaggio Saedo giungono a casa di quest’ultimo accolti dalla sua famiglia:
- Mia moglie Akane e mia figlia Shila … - la presentazione viene seguita dall’inchino in segno di saluto delle due donne che i due guerrieri ricambiano quasi immediatamente.
- Entriamo in casa, a tavola potremmo parlare meglio. -
Dopo essersi sistemati nella sala da pranzo su dei morbidi cuscini di seta blu posti intorno al tavolo, la moglie di Saedo serve agl’ospiti uno stufato di verdure con della carne di pollo cotta in umido accompagnata da una scodella di riso bianco.
Olimpia ha modo di guardarsi intorno ascoltando con poco interesse i racconti avventurosi di Reiko e i problemi del villaggio descritti da Saedo. Durante tutto il pranzo i drappi, i quadri e i mobili lasciano intendere l’agiatezza in cui vive la famiglia dell’uomo, di sicuro tra le più ricche della zona.
Più volte il bardo incrocia lo sguardo delle due donne che immediatamente lo abbassano in segno di sottomissione secondo le loro tradizioni. In genere di fronte a una donna della stessa classe sociale non avrebbero esitato a sorriderle cordialmente e a scambiare una parola di convenienza ma di fronte a una guerriera la tradizione impone diversamente:
- Tua moglie e tua figlia non mangiavo con noi? – chiede Olimpia in un momento di silenzio.
- … Oh, no … le donne mangiano in cucina di solito …specie in presenza di ospiti … so che in Grecia non c’è quest’abitudine. -
- No infatti, mi farebbe piacere che si avvicinassero di più al tavolo e mangiassero con noi … altrimenti andrò in cucina con loro … -
- Olimpia … cosa dici? – Reiko riprende l’amica giudicando scortese la sua richiesta, ma la donna non sembra intenzionata a cambiare idea mettendo alle strette il padrone di casa.
- Va bene … se per Reiko non è un problema, ovviamente. -
- Certo che no … - risponde prontamente l’eroe.
Saedo fa cenno alla sua famiglia di avvicinarsi al tavolo per mangiare con gli altri:
- In verità quando siamo soli, pranziamo tutti insieme anche se ovviamente è mia moglie a servirmi … - confida ricordando la sua superiorità di uomo.
- E’ un bel gesto … in Grecia le donne sono libere di parlare, uscire e fare mille altre cose e non servono il proprio marito per obbligo ma per amore. Anche senza tutte queste regole un uomo e una donna si rispettano e si amano vicendevolmente.
- … Deve essere un bel sistema … ma non credo che funzioni così bene come dici. Se un giorno la moglie dovesse decidere di non cucinare più cosa farebbe il marito? -
- Credo che brucerebbe qualcosa in cucina ma alla fine mangerebbe comunque. E in ogni caso dovrà provare a risolvere i suoi problemi con la consorte … -
La giovane Shila incrocia lo sguardo del bardo sorridendole per la sua intraprendenza che a quanto pare, approva. Il padre della ragazza rimane perplesso di fronte alla soluzione proposta giudicandola inconcepibile per la sua apertura mentale:
- … Non riuscirei mai a vivere in Grecia! Credo che gli uomini non siano rispettati a sufficienza … -
- … E io non riuscirei mai a vivere qui perché sono le donne a non ricevere la giusta considerazione … ovviamente non voglio in alcun modo offendere te e il tuo paese. Consideralo il punto di vista di un’amica di larghe vedute. – puntualizza il bardo temendo di aver esagerato nel parlare.
- Certo, non temere. Adesso vorrei parlare della prossima battaglia con i demoni. Qual è il vostro piano? -
- Non c’è un piano. – risponde Reiko - Bishamon ha chiesto ad Olimpia di trovarsi al tempio al calar del sole ed io ho deciso di accompagnarla. Ci saranno gli armati ad attendere gli Oni e credo che sarà una lotta ad armi pari questa volta. -
- Dovrò avvertire la gente del villaggio di non uscire di casa per nessuna ragione … - conclude Saedo.
- In verità credo che gli uomini adulti debbano venire con noi a battersi. – conclude l’eroe seguito dalle motivazioni del bardo.
- E’ ora che la tua gente impari a difendersi da questi spiriti maligni piuttosto che continuare a nascondersi. -
- Sono pescatori, mercanti, artigiani … non sanno impugnare le armi e non sanno recitare le preghiere dei monaci esorcisti. Non posso mandarli alla morte. -
Il rifiuto dell’uomo appare categorico e Reiko ed Olimpia non sanno come ribattere per cercare di convincerlo. Dopotutto Saedo ha ragione.
- Il problema degl’Oni non si risolverà certo questa notte … cosa farete domani o tra un anno? Continuerete a nascondervi? Se continuate a non partecipare alle battaglie un giorno Bishamon potrebbe essere sconfitto o peggio ancora essere eliminato e … - la bionda guerriera viene interrotta dai gesti di preghiera di Saedo e della sua famiglia di fronte alla bestemmia della donna verso il loro divino protettore. Reiko le fa cenno di smettere di parlare pur approvando il discorso.
- Non amo che certe parole vengano pronunciate nella mia casa … Shila va al tempio e accendi due ceri, uno per noi e uno per la nostra ospite … Bishamon è clemente e ci perdonerà. -
La ragazza obbedisce immediatamente agl’ordini del padre e quasi correndo esce di casa interrompendo il pranzo. Olimpia sempre più contrariata dalle usanze e dalle regole del luogo, si alza in piedi e cercando di non mostrarsi arrogante, chiede di congedarsi dalla casa di Saedo:
- Non volevo mancarti di rispetto perciò adesso con il tuo permesso e ringraziandoti dell’ospitalità vorrei andar via. –
- Oh no, ti prego, resta. Non devi offenderti, voglio solo che gli dei non smettano di proteggere la mia casa. Devi essere molto stanca e tra poche ore ti attende una dura battaglia … sarei onorato se tu restassi, posso metterti a disposizione una stanza per riposare. -
- Sei molto gentile Saedo … -
- Cara mostra alla nostra ospite la sua stanza. – conclude Saedo rivolgendosi alla moglie che si limita ad annuire in cenno di assenso.

Seduta sul bordo del profondo letto di roccia del fiume di lava, Xena è assorta nei suoi pensieri riflettendo sulle parole di Ten-gu e sulla sua richiesta di uccidere Olimpia a pena di eliminarla definitivamente:
- Olimpia… ma perché sei venuta fin qui! … Senza ricordi non avrei provato tanto dolore adesso… Ten-gu ha ragione devo ucciderti! … Così magari questa ossessione uscirà dalla mia testa per sempre! … E potrò iniziare la mia nuova esistenza … devo farlo stanotte ora che sono ancora in tempo … le forze mi stanno abbandonando… ho digiunato troppo a lungo, potrei non averne più il coraggio… - la demoniessa rialzandosi velocemente carica di rabbia raggiunge il più vicino gruppo di Oni intenti ad armarsi per la battaglia:
- Tu! Portami un prigioniero! -
- … Mia signora mi dispiace ma non ne sono rimasti vivi .. -
- Nemmeno uno?! -
- … No… stanotte ne cattureremo altri ….-
- Finite di prepararvi, muovetevi! Manca poco ormai! Stanotte non sarà facile come le altre volte, ci saranno gli armati di Bishamon a frotte al tempio … -
- Sissignora! – risponde prontamente lo spirito infernale prima di allontanarsi.

CAPITOLO VI

- Mia signora … è ora di andare … -
Olimpia riapre bruscamente gli occhi e subito il cuore inizia a batterle tanto forte da poterlo sentire fino in gola. Shila è accanto al suo letto e aspetta che la sua ospite si rialzi dopo aver dormito tutto il pomeriggio:
- E’ quasi il tramonto, il suo amico la sta aspettando per andare … -
- E’ arrivata troppo in fretta questa triste ora … - commenta il bardo sedendosi sul letto non ha avuto il tempo per riflettere e decidere della sua sorte sentendosi molto incerta e combattuta sul da farsi.
- Un marinaio ha riportato la tua borsa. I tuoi scritti sono salvi. – continua Shila mostrando la bisaccia adagiata sullo scrittoio di fronte al letto per poi allontanarsi verso la porta.
- Probabilmente non tornerò a salutarti … - dice Olimpia lasciando intuire alla giovane di temere di morire in battaglia omettendo il dettaglio che la tragedia potrebbe accadere per sua volontà per cercare di salvare Xena. - Dovrai dire a tuo padre di mandare qualcuno a recuperare le mie armi e di farle caricare con le pergamene sulla prima nave diretta in Grecia … nella sacca c’è il nome della donna a cui dovranno essere consegnati … il suo nome è Evi, è la figlia di Xena. -
- Lo farò, non temere … anche se spero di vederti tornare. -
La risposta di Olimpia è un dolce sorriso che congeda la giovane dalla sua stanza. Rimasta sola, il bardo assapora quello che crede essere l’ultimo momento di solitudine della sua vita: i ricordi affollano la sua mente in un susseguirsi di emozioni che non lasciano rimpianto. Ha vissuto intensamente una vita avventurosa accanto alla principessa guerriera come aveva sognato di fare, ha amato ed è stata riamata. I suoi pensieri vanno ai genitori, alla sorella Leuca, a Perdicca, Evi, Corilo e Anfitea e infine tornano a Xena, dove per amor suo tutto termina e si completa. Anche la vita stessa.
Un profondo sospiro la riporta alla realtà: è ora di andare. La bionda guerriera sistema la cintura della sacra katana di Bihamon legandola dietro la schiena, i sais nei calzari ed esce dalla stanza con il cuore in pace.

di Darkamy e Xandrella

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