episodio n. 1
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- Vuoi uccidermi? – esclama Olimpia mentre la principessa guerriera estrae la spada e le punta l’arma all’altezza del costato - … Hai davvero dimenticato tutto? Ero con te quando hai ucciso Hiodoshi e non hai voluto che ti riportassi in vita perché volevi riscattare il tuo passato. Tu sapevi quanto sarebbe stato doloroso per me accettarlo… - nelle parole del bardo c’è rabbia e dolore, ma la principessa guerriera resta impassibile ad ascoltare. – Vuoi davvero uccidermi e restare in quest’inferno per sempre? … Non te lo permetterò Xena!-
Con un calcio la donna la disarma facendole cadere la spada giù dal precipizio. Questo scatena la furia della diavolessa che dopo aver lanciato un urlo di guerra, salta alle spalle del bardo e la colpisce alla schiena, facendola rovinare per terra a qualche metro di distanza dalla spada degli armarti di Bishamon. La tentazione di usarla è forte considerata la superiorità di Xena in battaglia ma la donna preferisce lanciarla nel fiume di lava per impedire al demone di usarla contro di lei e di rimanerne ferita a sua volta in quanto, un minimo graffio con quella spada divina le sarebbe stato fatale.
- Sei stupida oltre che insignificante! – commenta la mora guerriera osservando con perplessità il gesto della nemica.
- Voglio evitare che una di noi si penta delle proprie azioni …-
Xena corre incontro al bardo e la colpisce allo stomaco e al volto inducendola a inginocchiarsi:
- Sei ancora sicura che gettare la spada nel fuoco sia stata una buona idea? – le chiede tirandole i biondi capelli della nuca per farle tenere la testa alta.
- … Si, perché adesso avrei potuto usarla contro di te … - dice mentre il sangue le riga il volto per un taglio al sopracciglio destro.
Lo sguardo delle due si incontra per qualche secondo fin quando nella mente della mora riaffiora il ricordo del suo combattimento con Hiodoshi quando stremata e senza forze il suo spirito stava per essere sopraffatto dal nemico ma Olimpia, per aiutarla, si avvicinava alla fonte dell’acqua santa per berne un sorso per poi essere colpita alla schiena dal demone, scoprendo il suo magnifico tatuaggio raffigurante un grande drago verde in grado di proteggerla da ogni spirito maligno. Il dubbio che il bardo le stia dicendo la verità ormai non può più essere controllato ma esige delle prove; Xena le lascia i capelli e dopo averla afferrata per le braccia, la costringe a rialzarsi ponendosi a pochi centimetri di distanza dal suo viso. La principessa guerriera fa scorrere le mani lungo la schiena e fianchi di Olimpia per poi afferrarle il corsetto e strapparlo. La donna un po’ imbarazzata e sorpresa cerca di mantenersi l’abito alla meglio indietreggiando, ma Xena non molla la presa e con uno strattone le abbassa il corsetto fino alla vita lasciandola a torso nudo.
- Che cosa vuoi fare?! – urla il bardo avvicinandosi alla parete rocciosa.
- Voltati! -
Olimpia resta immobile cercando di capire le sue intenzioni e non riuscendo a fidarsi di lei decide di non voltarle le spalle:
- Voltati ho detto! – grida la principessa guerriera afferrandola nuovamente per le spalle.
La scarsa collaborazione del bardo induce Xena ad usare la violenza costringendo la donna a girarsi di spalle per controllare se sulla sua schiena è tatuata la figura di un drago verde: la pelle di Olimpia appare senza alcun segno o figura, ma Xena si sa, è una donna intelligente e questa è una caratteristica che il suo spirito con la morte non ha perso; la diavolessa si libra in volo allontanandosi di qualche metro e dopo aver generato una sfera di energia nella mano destra, la scaglia contro la schiena del bardo che accusa il colpo riuscendo a stento a rimanere in piedi grazie al sostegno trovato lungo la parete. Olimpia avverte acute fitte di dolore della stessa intensità provata a seguito del colpo inflittole da Hiodoshi e mentre Xena ritorna a terra accanto a lei, un grande drago appare lentamente sulla sua pelle iniziando a brillare come fiamma viva assorbendo l’energia negativa sprigionata dalla sfera scagliata dalla diavolessa; la principessa guerriera tende la mano verso il bellissimo disegno impresso sulla pelle della donna mentre i ricordi si fanno più chiari nella sua mente. Olimpia si volta a guardarla con il cuore colmo di speranza:
- Hai ricordo di me, non volevi uccidermi … volevi solo sapere ciò che è successo … -
- … Devi andartene di qui, questo non è posto per te – sussurra Xena ritraendo la mano e abbassando lo sguardo vergognandosi di se stessa.
- Ma non è neanche il tuo! -
- Vestiti ora e torna tra i vivi; io ora appartengo al male. Conserva il mio ricordo come stavi già facendo … non avrei mai voluto che tu mi vedessi così, sarebbe stato meglio per tutti, anche per me … adesso ricordo chi ero e ho dei rimpianti … -
Un senso di pena per la condizione dell’amica pervade l’animo della bionda guerriera che, anche se non vorrebbe, è consapevole di doverla lasciare negl’inferi fino a quando non avrà trovato una soluzione per aiutarla:
- Non ti lascerò qui … tornerò Xena, te lo prometto… ti chiedo solo di non arrenderti al male finchè puoi .. -
La principessa ride a denti stretti:
- Guardami Olimpia: sono un demone … io sono il male stesso ora … va via prima che la parte peggiore di me riprenda il sopravvento. – conclude per poi voltarsi ed incamminarsi verso il rifugio degl’Oni.
- Ciò che conta per me adesso è sapere che c’è ancora amore nella tua anima e questo mi fa credere che non tutto è perduto ... – dice sistemandosi il corsetto come meglio può decisa ad uscire.
- E cosa ti fa pensare che nel mio spirito ci sia ancora amore … - chiede Xena senza voltarsi indietro.
- Il fatto che ti sei ricordata chi sono e non hai avuto la forza di uccidermi … -
Xena si volta a guardarla un’ultima volta prima di andarsene sapendo che il bardo ha detto la verità mentre la bionda guerriera, dopo averle lanciato un ultimo sguardo carico di dolcezza e speranza, inizia ad arrampicarsi su per le rocce per raggiungere l’uscita.

CAPITOLO IV

All’esterno l’alba è vicina e la luna scompare lentamente con il primo chiarore del giorno. Ritornare all’aria aperta è un vero sollievo nonostante la vicinanza della colata di lava che rende l’aria poco salubre.
Olimpia inizia a scendere lungo il fianco del monte infuocato in lenta eruzione, mentre sente intensi brividi correrle lungo la schiena: non può fare a meno di ripensare a Xena e a come poterla aiutare.
“Come posso fare per recuperare la purezza del suo spirito guerriero … devo cercare il modo per porre fine alla sua esistenza demoniaca ma senza distruggere del tutto la sua anima. Per farlo dovrei conoscere meglio gli dei di questo popolo e i loro poteri …non saprei a chi altri rivolgermi.”
Dopo aver percorso un lungo sentiero in discesa il bardo vede un villaggio in lontananza e decide di raggiungerlo in cerca di un po’ di ristoro dopo tanti affanni e chiedere informazioni sui demoni Oni.
Ad un tratto, lungo il cammino, Olimpia intravede un uomo anziano e solitario seduto su un masso con in mano il suo bastone.
“Presenta insolita considerata l’ora e il luogo” pensa la donna avvicinandosi al passante per chiedere il nome del villaggio distante un paio di chilometri.
Prima di avere il tempo di formulare la domanda, l’anziano prende la parola:
- Come mai una mortale occidentale torna ancora in vita dagl’inferi?-
- Oh! … Io … sono stata catturata dagl’Oni ma sono riuscita a scappare … - risponde Olimpia colpita dalla schiettezza del suo interlocutore.
- Difficile crederlo, da lì … - l’uomo indica il vulcano con il bastone - … Non è mai trovato nessuno. – Quali poteri hai ragazza per riuscire a convincere gli Oni a lasciarti andare? -
L’invadenza dell’accigliato anziano inizia ad infastidire Olimpia che ha ormai cambiato idea sul volersi trattenere con lui a parlare:
- Non ho poteri, non sono né una dea né un demone. Sta tranquillo … ora devo proseguire il cammino, a presto. -
Senza ottenere risposta la bionda guerriera riprende la sua “passeggiata” verso la valle. Dopo alcuni minuti si volta per valutare la distanza percorsa dall’uscita della grotta e si accorge che l’uomo è sparito nel paesaggio desolato senza lasciare traccia lasciandola sorpresa e perplessa.
“Non può essere andato lontano in così poco tempo, lo avrei visto, specie se stesse raggiungendo un villaggio come me … doveva essere uno spirito. Spero solo con non fosse una spia di qualche nuovo demone …”

Seduta sul suo trono con lo sguardo perso nel vuoto, la principessa guerriera è intenta a pensare al suo incontro con Olimpia mentre orde di Oni fanno baccano nella sala combattendo tra di loro e ridendo sguaiatamente. Uno dei demoni si avvicina ai piedi del trono strisciando lentamente per osservare più da vicino il chakram che Xena ha riposto sul bracciolo destro della regale poltrona.
Infastidita dalla sua intrusione la demoniessa sferra un calcio sotto il mento del malcapitato ribaltandolo:
- Non osare avvicinarti senza permesso viscido verme … -
- Volevo solo guardare … - risponde l’Oni mentre i suoi compagni scoppiano a ridere assistendo alla scena.
- Invece di fare gli stupidi andate a prepararvi! Attaccheremo Bishamon a sorpresa stanotte! –
La notizia rallegra i demoni che iniziano ad esultare a gran voce invocando il nome di Xena.
- Fate silenzio adesso! E andate! - Ordina il capo dei demoni interrompendo la loro esultanza.
Mentre la sala si sfolla uno degl’Oni si avvicina a Xena per parlare:
- Cosa ne è stato dei prigionieri principessa? -
- Sono morti – risponde seccamente la diavolessa, mentendo.
- Com’è stato il tuo primo pasto? Immagino che ora ti senti rinvigorita … le forze iniziano a diminuire quando noi demoni non ci nutriamo di anime per lungo tempo -
- Si, è vero. Mi sento molto meglio ora … - finge Xena che in realtà inizia ad avvertire una certa debolezza poiché non ha mai ingoiato uno spirito da quando Ten-gu l’ha resa malvagia.

Olimpia intanto raggiunge il villaggio quando ormai il sole splende alto nel cielo; le prime finestre si aprono e alcune donne escono a fare provviste chiacchierando sottobraccio mentre i venditori ambulanti sistemano le mercanzie lungo la strada.
“Spero di trovare una taverna aperta … devo mangiare qualcosa e chiedere informazioni sui demoni .. avverto la stanchezza ma non ho tempo per riposare … devo salvare l’anima di Xena e trovare il modo di farla riposare in pace come lei voleva … com’è strano il destino … volevo che tornasse in vita e adesso cerco il modo di farle raggiungere il paradiso …”
Mentre riflette su questo volta l’angolo di un’abitazione e finisce con lo scontrarsi contro un uomo:
- Mi dispiace … ero soprappensiero! Reiko! Sei proprio tu! –
- Olimpia! Che gioia rivederti! – esclama il cacciatore di mostri abbracciando la donna, felice di vederla ancora viva dopo averla lasciata coi demoni - Il rimorso per averti abbandonata mi stava tormentando! Per fortuna stai bene!-
Reiko osserva la poetessa dalla testa ai piedi, quasi incredulo di averla davanti a se, notando che il laccio del suo corsetto è stato strappato in malomodo ed è ora legato alla meglio con dei nodi:
- Non fare caso al mio abbigliamento,dovrò trovarmi qualcos’altro da mettere. – si giustifica Olimpia un po’ imbarazzata - Gli altri dove sono? Li hai più visti dopo che sei uscito dalla caverna? -
- Si, siamo arrivati insieme al villaggio. Si sono rimessi in cammino poco fa per raggiungere il porto. -
- Bene, sono contenta per loro. Adesso avrei bisogno di trovare informazioni sui demoni Oni. Sono sicura che tu puoi aiutarmi. -
- Cosa vuoi sapere ancora? … Olimpia, tu mi nascondi qualcosa: prima i demoni vengono a cercarti sulla nave per riprendere il chakram, poi rimani a discutere con il loro capo negl’inferi e riesci ad uscire da quel luogo malefico senza difficoltà … so di non avere diritto ad una spiegazione ma starti accanto inizia a spaventarmi … -
- Hai ragione … Ti dirò tutto, ma prima incamminiamoci verso una taverna, vorrei mangiare qualcosa di caldo. –
- Va bene, seguimi … da questa parte … -
I due amici si incamminano nella direzione da cui Reiko è arrivato e il bardo inizia a spiegargli l’accaduto brevemente lasciando l’uomo molto sorpreso:
- E’ incredibile … mi chiedo quale divinità o essere infernale abbia trasformato la tua amica in un demone … potrei fare qualche nome, ma potrei sbagliarmi … - commenta il cacciatore di mostri alla fine del racconto entrando con Olimpia nella taverna “Kokushi”.
- Lo so, ma ho bisogno di indizi. Devo scoprire chi sta a capo di questa faccenda e il motivo per il quale hanno reso Xena un Oni. Non merita di passare il resto dell’eternità negl’inferi … voglio salvare la sua anima. -
I due guerrieri si avvicinano al bancone per ordinare da bere mentre tutti i presenti nel locale si voltano ad osservare la bionda poetessa in un’atmosfera che diviene presto tesa ed imbarazzante per il bardo. Il taverniere si avvicina ai due nuovi clienti indicando loro un piccolo tavolo dove possono accomodarsi:
- Cosa vi porto? – domanda l’uomo dalla pesante stazza e i modi poco raffinati.
- Poi portarmi una zuppa di verdure e … del vitello. – ordina Reiko sedendosi al tavolo. - E per te Olimpia? -
- Anche per me. – risponde la guerriera sedendosi accanto all’amico continuando a sentirsi osservata dai presenti - Non capisco perché continuano a fissarmi … Spesso la gente mi guarda incuriosita perché sono forestiera, ma qui mi sembra un po’ esagerato non trovi?-
- Non saprei dirti … -
Il taverniere si avvicina ad un uomo appoggiato alla parete accanto all’uscita sul retro e gli sussurra all’orecchio facendo attenzione a non dare molto nell’occhio. Poi, il tizio esce e Olimpia che ha osservato tutta la scena, inizia a temere che stia per accadere qualcosa:
- Questo posto è strano … credo sia meglio andarcene … - commenta la donna alzandosi in piedi decisa ad uscire.
- Credo sia solo la tua suggestione, siediti e mangia, coraggio ... -
Il bardo scuote la testa ma in quel momento due uomini robusti, armati di sciabola e rivestiti di un’armatura di pelle nera entrano nella taverna ribaltando i tavoli con una sola mano facendosi largo verso Olimpia:
- Devi seguirci, non opporre resistenza o sarà peggio per te … - intimano i due ponendosi di fronte alla prode poetessa.
- Suggestione eh? – dice sarcastica quest’ultima a Reiko lanciandogli un occhiata di fuoco mentre l’uomo imbarazzato dall’errore rimane in silenzio. - Chi siete e dove vorreste portarmi? -
- Fa come ti hanno chiesto, sono due guardie di Bishamon. – istruisce Reiko a bassa voce - Io ti seguirò se avrai bisogno di aiuto. -
Rassicurata sull’identità dei guerrieri, il bardo si volta verso di loro:
- Va bene,andiamo … -
Reiko resta a guardare finchè i tre non sono usciti dalla taverna, poi inizia a seguirli rimanendo a debita distanza per non essere scoperto.
Olimpia viene scortata fino al tempio del dio della guerra, Bishamon, nemico dei demoni nonché uno dei sette dei giapponesi della fortuna.
Il tempio è posto alla sommità di una lunga scala di pietra che Olimpia percorre stando in mezzo ai due uomini; salita la rampa, la poetessa entra da sola nell’edificio mentre i guerrieri al servizio del dio arrestano il loro cammino ponendosi a guardia delle porte.
Avvolto da gelide mura di pietra, l’ambiente interno si presenta debolmente illuminato dai raggi del sole che filtrano dalle finestre poste su due lati della stanza dove si aggira il vecchietto incontrato dopo la fuga dagl’inferi. L’uomo si muove lentamente aiutandosi con il suo bastone e si china a fatica sui vasi di piccole piante bonsai poste sul lato destro del tempio, per annaffiarle con un po’ d’acqua fresca.
Lance dalla punta dorata e katane sono appese alle pareti mentre, al centro della sala, circondato da tavoli sui cui sono posti cesti di frutta, carne e sakè, è posto un trono d’oro dai magnifici intarsi.
L’anziano continua il suo lavoro finchè il bardo si avvicina, non vedendo nessun’altro nel tempio a cui chiedere spiegazioni:
- Mi hanno detto che il dio Bishamon vuole parlarmi … non ho molto tempo, perciò se puoi aiutarmi … - Olimpia interrompe la frase vedendo che l’uomo non la presta attenzione - Ti prego, invoca Bishamon per … immagino che tu sia un sacerdote di questo tempio. Sei stato tu a farmi portare qui vero? Ci siamo incontrati stamattina ai piedi del vulcano … -
- Si è vero – risponde finalmente l’uomo annaffiando l’ultima piantina - Qual è il tuo nome, giovane donna? -
- Olimpia -
- Perché hai tanta fretta? –
- Io… devo aiutare una persona … - risponde con esitazione la donna temendo di addentrarsi in un discorso inutile con una persona che non può aiutarla.
- Non bisogna mai avere fretta nella vita.- continua il vecchio con tono saccente posando l’annaffiatoio per poi avvicinarsi al trono - Ogni cosa ha i suoi tempi e non possiamo cambiarli … guarda i bonsai: quando nascono sembrano già vecchi … chi potrebbe mai dire che una pianta arida e piccola possa vivere molti lustri? -
Questa osservazione inaspettata suscita la curiosità di Olimpia che resta qualche istante in silenzio ad osservare l’anziano che risiede sul trono e tirato un sospiro, le sorride osservando il suo sguardo di sgomento non appena intuisce la sua vera identità:
- Perdona la mia insolenza Bishamon. Non immaginavo che dietro un simile aspetto si celasse una divinità guerriera. – la donna china il capo sperando che il dio le conceda un’altra opportunità. – Devo ringraziarti per l’aiuto che hai offerto a me e agl’altri uomini della nave ieri notte. Ti devo la vita. -
Bishamon continua a sorridere compiaciuto dell’atteggiamento di Olimpia:
- Il genere umano mi sta a cuore, specie quando soffre … Avvicinati al tavolo e prendi qualcosa da mangiare, devi essere affamata giovane guerriera. Abbiamo molto di cui parlare .. -
– Ti ringrazio ma non vorrei mancarti di rispetto cibandomi delle tue offerte. – risponde il bardo tentennando di fronte all’invitante proposta.
- Non preoccuparti io non ne ho bisogno e poi se rifiuti potrei offendermi ... - commenta Bishamon indicandole di non insistere oltre.
Olimpia si avvicina al tavolo e prende un frutto mai visto prima e dopo aver lanciato uno sguardo a Bishamon, lo addenta timidamente assaporandone il dissetante succo. Quando si volta nuovamente verso il dio vede davanti a se una persona dall’aspetto diverso: un uomo giovane e muscoloso che indossa un’armatura completa.
- Non spaventarti, io posso assumere molte forme ma questa è quella che preferisco. - Il bardo si avvicina nuovamente al trono osservando la sfavillante armatura dove fiamme incandescenti si agitano continuamente in uno spettacolo visivo che non ha niente di umano:
- Al villaggio non ti conviene tornare. – istruisce Bishamon - Gli uomini ti credono complice dei demoni e complottano per ucciderti.
– Un bel cambiamento … - commenta il bardo per nulla sorpresa di ciò che le è appena stato detto - Xena è morta come eroina dopo aver eliminato Hiodoshi … ora la ritrovo negl’inferi trasformata in demone … -
- Cosa è successo negl’inferi? - domanda il dio alzandosi dal trono per avvicinarsi ad Olimpia - Mi ha sorpreso il fatto che ti abbia lasciato andare … - dice riferendosi a Xena senza giri di parole.
- Tu sapevi che era diventata un demone?! Perché non lo hai impedito?! E’ morta per eliminare Hiodoshi, non meritava anche questo! Non è giusto! - il tono del bardo è nervoso e pieno di rabbia ma Bishamon comprende il suo stato d’animo e non si cura dell’affronto e delle accuse che la donna le sta muovendo:
- Se avessi potuto impedirlo lo avrei fatto di certo. Xena è un demone molto pericoloso ... forse più di Hiodoshi stesso. Di tutti gli dei io sono quello che ne ha ricevuto maggior danno nell’averla come nemica perché Ten-Gu l’ha posta a capo degl’Oni che sono costretto a combattere da sempre per proteggere gli uomini. -
- Chi è Ten-gu? – domanda il bardo che finalmente ottiene un po’ di luce in questa oscura faccenda sperando di poter trovare un modo di purificare l’anima di Xena.
- E’ il principe di tutti i demoni. E’ stato lui a catturare l’anima di Xena e a trasformarla in un demone. -
- Come ha potuto? Voglio dire, deve esistere anche qui in Giappone un dio dell’oltretomba che custodisca le anime dei giusti … -
- Si certo, Emma-o: é il giudice dei morti. Ma Teng-gu ha inviato i sette demoni principe a convincerlo che Xena meritava la pace … così la sua anima è stata consegnata a loro e condotta negl’inferi. -
- … E’ terribile … - commenta il bardo rimando impietrita ascoltando l’accaduto.
- Tu ora devi aiutarmi ... – continua Bishamon interrompendo i suoi dolorosi pensieri afferrandola per le spalle.
Così facendo le vesti lacerate della donna si trasformano in un armatura d’acciaio che le lascia scoperte le braccia, le mani vengono rivestite da guanti metallici, il gonnellino diventa leggermente più lungo con due spacchi laterali e le gambe vengono protette da due robusti paracolpi.
- So cosa vuoi chiedermi ma non posso farlo. – sentenzia la poetessa intuendo le intenzioni di Bishamon - Questa è una battaglia che non sarò mai pronta a combattere. Tengo troppo a Xena e non leverò mai la spada contro di lei. Anche se fosse il peggiore dei mostri. -
- Sapevo che mi avresti risposto così. Ma tu sei l’unica persona di fronte alla quale tentennerebbe. Naturalmente questo varrà ancora per poco. Quando inizierà a nutrirsi di anime come tutti gli altri Oni, del suo spirito non rimarrà traccia e dimenticherà ogni cosa. -
- E se lo avesse già fatto?- chiedi Olimpia temendo la risposta.
- Se ti ha lasciato andare significa che sta digiunando. Questo la indebolisce e credo che avverta un forte desiderio d’ingoiare un’anima adesso, ma non hanno prigionieri e questo mi da quasi la certezza che possiamo ancora sconfiggerla nel suo stato. Dobbiamo affrettarci e stare allerta però … probabilmente starà già preparando il prossimo attacco.-
- No, non puoi ucciderla! Deve esserci un altro modo! - la donna sente crescere l’ansia e a stento trattiene le lacrime - Xena non merita tutto questo … se avessi saputo che il suo sacrificio, sarebbe stato ripagato con tanta ingratitudine l’avrei riportata in vita quando ne ho avuto la possibilità. Che pazza sono stata a darle retta … è un incubo … non può essere vero … credevo che ormai non poteva accadere niente di peggio … ora mi ritrovo qui a discutere su come eliminare il suo spirito …-

di Darkamy e Xandrella

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