-
Vuoi uccidermi? – esclama Olimpia mentre la principessa guerriera
estrae la spada e le punta l’arma all’altezza del costato
- … Hai davvero dimenticato tutto? Ero con te quando hai ucciso
Hiodoshi e non hai voluto che ti riportassi in vita perché
volevi riscattare il tuo passato. Tu sapevi quanto sarebbe stato doloroso
per me accettarlo… - nelle parole del bardo c’è
rabbia e dolore, ma la principessa guerriera resta impassibile ad
ascoltare. – Vuoi davvero uccidermi e restare in quest’inferno
per sempre? … Non te lo permetterò Xena!-
Con un calcio la donna la disarma facendole cadere la spada giù
dal precipizio. Questo scatena la furia della diavolessa che dopo
aver lanciato un urlo di guerra, salta alle spalle del bardo e la
colpisce alla schiena, facendola rovinare per terra a qualche metro
di distanza dalla spada degli armarti di Bishamon. La tentazione di
usarla è forte considerata la superiorità di Xena in
battaglia ma la donna preferisce lanciarla nel fiume di lava per impedire
al demone di usarla contro di lei e di rimanerne ferita a sua volta
in quanto, un minimo graffio con quella spada divina le sarebbe stato
fatale.
- Sei stupida oltre che insignificante! – commenta la mora guerriera
osservando con perplessità il gesto della nemica.
- Voglio evitare che una di noi si penta delle proprie azioni …-
Xena corre incontro al bardo e la colpisce allo stomaco e al volto
inducendola a inginocchiarsi:
- Sei ancora sicura che gettare la spada nel fuoco sia stata una buona
idea? – le chiede tirandole i biondi capelli della nuca per
farle tenere la testa alta.
- … Si, perché adesso avrei potuto usarla contro di te
… - dice mentre il sangue le riga il volto per un taglio al
sopracciglio destro.
Lo sguardo delle due si incontra per qualche secondo fin quando nella
mente della mora riaffiora il ricordo del suo combattimento con Hiodoshi
quando stremata e senza forze il suo spirito stava per essere sopraffatto
dal nemico ma Olimpia, per aiutarla, si avvicinava alla fonte dell’acqua
santa per berne un sorso per poi essere colpita alla schiena dal demone,
scoprendo il suo magnifico tatuaggio raffigurante un grande drago
verde in grado di proteggerla da ogni spirito maligno. Il dubbio che
il bardo le stia dicendo la verità ormai non può più
essere controllato ma esige delle prove; Xena le lascia i capelli
e dopo averla afferrata per le braccia, la costringe a rialzarsi ponendosi
a pochi centimetri di distanza dal suo viso. La principessa guerriera
fa scorrere le mani lungo la schiena e fianchi di Olimpia per poi
afferrarle il corsetto e strapparlo. La donna un po’ imbarazzata
e sorpresa cerca di mantenersi l’abito alla meglio indietreggiando,
ma Xena non molla la presa e con uno strattone le abbassa il corsetto
fino alla vita lasciandola a torso nudo.
- Che cosa vuoi fare?! – urla il bardo avvicinandosi alla parete
rocciosa.
- Voltati! -
Olimpia resta immobile cercando di capire le sue intenzioni e non
riuscendo a fidarsi di lei decide di non voltarle le spalle:
- Voltati ho detto! – grida la principessa guerriera afferrandola
nuovamente per le spalle.
La scarsa collaborazione del bardo induce Xena ad usare la violenza
costringendo la donna a girarsi di spalle per controllare se sulla
sua schiena è tatuata la figura di un drago verde: la pelle
di Olimpia appare senza alcun segno o figura, ma Xena si sa, è
una donna intelligente e questa è una caratteristica che il
suo spirito con la morte non ha perso; la diavolessa si libra in volo
allontanandosi di qualche metro e dopo aver generato una sfera di
energia nella mano destra, la scaglia contro la schiena del bardo
che accusa il colpo riuscendo a stento a rimanere in piedi grazie
al sostegno trovato lungo la parete. Olimpia avverte acute fitte di
dolore della stessa intensità provata a seguito del colpo inflittole
da Hiodoshi e mentre Xena ritorna a terra accanto a lei, un grande
drago appare lentamente sulla sua pelle iniziando a brillare come
fiamma viva assorbendo l’energia negativa sprigionata dalla
sfera scagliata dalla diavolessa; la principessa guerriera tende la
mano verso il bellissimo disegno impresso sulla pelle della donna
mentre i ricordi si fanno più chiari nella sua mente. Olimpia
si volta a guardarla con il cuore colmo di speranza:
- Hai ricordo di me, non volevi uccidermi … volevi solo sapere
ciò che è successo … -
- … Devi andartene di qui, questo non è posto per te
– sussurra Xena ritraendo la mano e abbassando lo sguardo vergognandosi
di se stessa.
- Ma non è neanche il tuo! -
- Vestiti ora e torna tra i vivi; io ora appartengo al male. Conserva
il mio ricordo come stavi già facendo … non avrei mai
voluto che tu mi vedessi così, sarebbe stato meglio per tutti,
anche per me … adesso ricordo chi ero e ho dei rimpianti …
-
Un senso di pena per la condizione dell’amica pervade l’animo
della bionda guerriera che, anche se non vorrebbe, è consapevole
di doverla lasciare negl’inferi fino a quando non avrà
trovato una soluzione per aiutarla:
- Non ti lascerò qui … tornerò Xena, te lo prometto…
ti chiedo solo di non arrenderti al male finchè puoi .. -
La principessa ride a denti stretti:
- Guardami Olimpia: sono un demone … io sono il male stesso
ora … va via prima che la parte peggiore di me riprenda il sopravvento.
– conclude per poi voltarsi ed incamminarsi verso il rifugio
degl’Oni.
- Ciò che conta per me adesso è sapere che c’è
ancora amore nella tua anima e questo mi fa credere che non tutto
è perduto ... – dice sistemandosi il corsetto come meglio
può decisa ad uscire.
- E cosa ti fa pensare che nel mio spirito ci sia ancora amore …
- chiede Xena senza voltarsi indietro.
- Il fatto che ti sei ricordata chi sono e non hai avuto la forza
di uccidermi … -
Xena si volta a guardarla un’ultima volta prima di andarsene
sapendo che il bardo ha detto la verità mentre la bionda guerriera,
dopo averle lanciato un ultimo sguardo carico di dolcezza e speranza,
inizia ad arrampicarsi su per le rocce per raggiungere l’uscita.
CAPITOLO
IV
All’esterno
l’alba è vicina e la luna scompare lentamente con il
primo chiarore del giorno. Ritornare all’aria aperta è
un vero sollievo nonostante la vicinanza della colata di lava che
rende l’aria poco salubre.
Olimpia inizia a scendere lungo il fianco del monte infuocato in lenta
eruzione, mentre sente intensi brividi correrle lungo la schiena:
non può fare a meno di ripensare a Xena e a come poterla aiutare.
“Come posso fare per recuperare la purezza del suo spirito
guerriero … devo cercare il modo per porre fine alla sua esistenza
demoniaca ma senza distruggere del tutto la sua anima. Per farlo dovrei
conoscere meglio gli dei di questo popolo e i loro poteri …non
saprei a chi altri rivolgermi.”
Dopo aver percorso un lungo sentiero in discesa il bardo vede un villaggio
in lontananza e decide di raggiungerlo in cerca di un po’ di
ristoro dopo tanti affanni e chiedere informazioni sui demoni Oni.
Ad un tratto, lungo il cammino, Olimpia intravede un uomo anziano
e solitario seduto su un masso con in mano il suo bastone.
“Presenta insolita considerata l’ora e il luogo”
pensa la donna avvicinandosi al passante per chiedere il nome del
villaggio distante un paio di chilometri.
Prima di avere il tempo di formulare la domanda, l’anziano prende
la parola:
- Come mai una mortale occidentale torna ancora in vita dagl’inferi?-
- Oh! … Io … sono stata catturata dagl’Oni ma sono
riuscita a scappare … - risponde Olimpia colpita dalla schiettezza
del suo interlocutore.
- Difficile crederlo, da lì … - l’uomo indica il
vulcano con il bastone - … Non è mai trovato nessuno.
– Quali poteri hai ragazza per riuscire a convincere gli Oni
a lasciarti andare? -
L’invadenza dell’accigliato anziano inizia ad infastidire
Olimpia che ha ormai cambiato idea sul volersi trattenere con lui
a parlare:
- Non ho poteri, non sono né una dea né un demone. Sta
tranquillo … ora devo proseguire il cammino, a presto. -
Senza ottenere risposta la bionda guerriera riprende la sua “passeggiata”
verso la valle. Dopo alcuni minuti si volta per valutare la distanza
percorsa dall’uscita della grotta e si accorge che l’uomo
è sparito nel paesaggio desolato senza lasciare traccia lasciandola
sorpresa e perplessa.
“Non può essere andato lontano in così poco
tempo, lo avrei visto, specie se stesse raggiungendo un villaggio
come me … doveva essere uno spirito. Spero solo con non fosse
una spia di qualche nuovo demone …”
Seduta
sul suo trono con lo sguardo perso nel vuoto, la principessa guerriera
è intenta a pensare al suo incontro con Olimpia mentre orde
di Oni fanno baccano nella sala combattendo tra di loro e ridendo
sguaiatamente. Uno dei demoni si avvicina ai piedi del trono strisciando
lentamente per osservare più da vicino il chakram che Xena
ha riposto sul bracciolo destro della regale poltrona.
Infastidita dalla sua intrusione la demoniessa sferra un calcio sotto
il mento del malcapitato ribaltandolo:
- Non osare avvicinarti senza permesso viscido verme … -
- Volevo solo guardare … - risponde l’Oni mentre i suoi
compagni scoppiano a ridere assistendo alla scena.
- Invece di fare gli stupidi andate a prepararvi! Attaccheremo Bishamon
a sorpresa stanotte! –
La notizia rallegra i demoni che iniziano ad esultare a gran voce
invocando il nome di Xena.
- Fate silenzio adesso! E andate! - Ordina il capo dei demoni interrompendo
la loro esultanza.
Mentre la sala si sfolla uno degl’Oni si avvicina a Xena per
parlare:
- Cosa ne è stato dei prigionieri principessa? -
- Sono morti – risponde seccamente la diavolessa, mentendo.
- Com’è stato il tuo primo pasto? Immagino che ora ti
senti rinvigorita … le forze iniziano a diminuire quando noi
demoni non ci nutriamo di anime per lungo tempo -
- Si, è vero. Mi sento molto meglio ora … - finge Xena
che in realtà inizia ad avvertire una certa debolezza poiché
non ha mai ingoiato uno spirito da quando Ten-gu l’ha resa malvagia.
Olimpia
intanto raggiunge il villaggio quando ormai il sole splende alto nel
cielo; le prime finestre si aprono e alcune donne escono a fare provviste
chiacchierando sottobraccio mentre i venditori ambulanti sistemano
le mercanzie lungo la strada.
“Spero di trovare una taverna aperta … devo mangiare
qualcosa e chiedere informazioni sui demoni .. avverto la stanchezza
ma non ho tempo per riposare … devo salvare l’anima di
Xena e trovare il modo di farla riposare in pace come lei voleva …
com’è strano il destino … volevo che tornasse in
vita e adesso cerco il modo di farle raggiungere il paradiso …”
Mentre riflette su questo volta l’angolo di un’abitazione
e finisce con lo scontrarsi contro un uomo:
- Mi dispiace … ero soprappensiero! Reiko! Sei proprio tu! –
- Olimpia! Che gioia rivederti! – esclama il cacciatore di mostri
abbracciando la donna, felice di vederla ancora viva dopo averla lasciata
coi demoni - Il rimorso per averti abbandonata mi stava tormentando!
Per fortuna stai bene!-
Reiko osserva la poetessa dalla testa ai piedi, quasi incredulo di
averla davanti a se, notando che il laccio del suo corsetto è
stato strappato in malomodo ed è ora legato alla meglio con
dei nodi:
- Non fare caso al mio abbigliamento,dovrò trovarmi qualcos’altro
da mettere. – si giustifica Olimpia un po’ imbarazzata
- Gli altri dove sono? Li hai più visti dopo che sei uscito
dalla caverna? -
- Si, siamo arrivati insieme al villaggio. Si sono rimessi in cammino
poco fa per raggiungere il porto. -
- Bene, sono contenta per loro. Adesso avrei bisogno di trovare informazioni
sui demoni Oni. Sono sicura che tu puoi aiutarmi. -
- Cosa vuoi sapere ancora? … Olimpia, tu mi nascondi qualcosa:
prima i demoni vengono a cercarti sulla nave per riprendere il chakram,
poi rimani a discutere con il loro capo negl’inferi e riesci
ad uscire da quel luogo malefico senza difficoltà … so
di non avere diritto ad una spiegazione ma starti accanto inizia a
spaventarmi … -
- Hai ragione … Ti dirò tutto, ma prima incamminiamoci
verso una taverna, vorrei mangiare qualcosa di caldo. –
- Va bene, seguimi … da questa parte … -
I due amici si incamminano nella direzione da cui Reiko è arrivato
e il bardo inizia a spiegargli l’accaduto brevemente lasciando
l’uomo molto sorpreso:
- E’ incredibile … mi chiedo quale divinità o essere
infernale abbia trasformato la tua amica in un demone … potrei
fare qualche nome, ma potrei sbagliarmi … - commenta il cacciatore
di mostri alla fine del racconto entrando con Olimpia nella taverna
“Kokushi”.
- Lo so, ma ho bisogno di indizi. Devo scoprire chi sta a capo di
questa faccenda e il motivo per il quale hanno reso Xena un Oni. Non
merita di passare il resto dell’eternità negl’inferi
… voglio salvare la sua anima. -
I due guerrieri si avvicinano al bancone per ordinare da bere mentre
tutti i presenti nel locale si voltano ad osservare la bionda poetessa
in un’atmosfera che diviene presto tesa ed imbarazzante per
il bardo. Il taverniere si avvicina ai due nuovi clienti indicando
loro un piccolo tavolo dove possono accomodarsi:
- Cosa vi porto? – domanda l’uomo dalla pesante stazza
e i modi poco raffinati.
- Poi portarmi una zuppa di verdure e … del vitello. –
ordina Reiko sedendosi al tavolo. - E per te Olimpia? -
- Anche per me. – risponde la guerriera sedendosi accanto all’amico
continuando a sentirsi osservata dai presenti - Non capisco perché
continuano a fissarmi … Spesso la gente mi guarda incuriosita
perché sono forestiera, ma qui mi sembra un po’ esagerato
non trovi?-
- Non saprei dirti … -
Il taverniere si avvicina ad un uomo appoggiato alla parete accanto
all’uscita sul retro e gli sussurra all’orecchio facendo
attenzione a non dare molto nell’occhio. Poi, il tizio esce
e Olimpia che ha osservato tutta la scena, inizia a temere che stia
per accadere qualcosa:
- Questo posto è strano … credo sia meglio andarcene
… - commenta la donna alzandosi in piedi decisa ad uscire.
- Credo sia solo la tua suggestione, siediti e mangia, coraggio ...
-
Il bardo scuote la testa ma in quel momento due uomini robusti, armati
di sciabola e rivestiti di un’armatura di pelle nera entrano
nella taverna ribaltando i tavoli con una sola mano facendosi largo
verso Olimpia:
- Devi seguirci, non opporre resistenza o sarà peggio per te
… - intimano i due ponendosi di fronte alla prode poetessa.
- Suggestione eh? – dice sarcastica quest’ultima a Reiko
lanciandogli un occhiata di fuoco mentre l’uomo imbarazzato
dall’errore rimane in silenzio. - Chi siete e dove vorreste
portarmi? -
- Fa come ti hanno chiesto, sono due guardie di Bishamon. –
istruisce Reiko a bassa voce - Io ti seguirò se avrai bisogno
di aiuto. -
Rassicurata sull’identità dei guerrieri, il bardo si
volta verso di loro:
- Va bene,andiamo … -
Reiko resta a guardare finchè i tre non sono usciti dalla taverna,
poi inizia a seguirli rimanendo a debita distanza per non essere scoperto.
Olimpia viene scortata fino al tempio del dio della guerra, Bishamon,
nemico dei demoni nonché uno dei sette dei giapponesi della
fortuna.
Il tempio è posto alla sommità di una lunga scala di
pietra che Olimpia percorre stando in mezzo ai due uomini; salita
la rampa, la poetessa entra da sola nell’edificio mentre i guerrieri
al servizio del dio arrestano il loro cammino ponendosi a guardia
delle porte.
Avvolto da gelide mura di pietra, l’ambiente interno si presenta
debolmente illuminato dai raggi del sole che filtrano dalle finestre
poste su due lati della stanza dove si aggira il vecchietto incontrato
dopo la fuga dagl’inferi. L’uomo si muove lentamente aiutandosi
con il suo bastone e si china a fatica sui vasi di piccole piante
bonsai poste sul lato destro del tempio, per annaffiarle con un po’
d’acqua fresca.
Lance dalla punta dorata e katane sono appese alle pareti mentre,
al centro della sala, circondato da tavoli sui cui sono posti cesti
di frutta, carne e sakè, è posto un trono d’oro
dai magnifici intarsi.
L’anziano continua il suo lavoro finchè il bardo si avvicina,
non vedendo nessun’altro nel tempio a cui chiedere spiegazioni:
- Mi hanno detto che il dio Bishamon vuole parlarmi … non ho
molto tempo, perciò se puoi aiutarmi … - Olimpia interrompe
la frase vedendo che l’uomo non la presta attenzione - Ti prego,
invoca Bishamon per … immagino che tu sia un sacerdote di questo
tempio. Sei stato tu a farmi portare qui vero? Ci siamo incontrati
stamattina ai piedi del vulcano … -
- Si è vero – risponde finalmente l’uomo annaffiando
l’ultima piantina - Qual è il tuo nome, giovane donna?
-
- Olimpia -
- Perché hai tanta fretta? –
- Io… devo aiutare una persona … - risponde con esitazione
la donna temendo di addentrarsi in un discorso inutile con una persona
che non può aiutarla.
- Non bisogna mai avere fretta nella vita.- continua il vecchio con
tono saccente posando l’annaffiatoio per poi avvicinarsi al
trono - Ogni cosa ha i suoi tempi e non possiamo cambiarli …
guarda i bonsai: quando nascono sembrano già vecchi …
chi potrebbe mai dire che una pianta arida e piccola possa vivere
molti lustri? -
Questa osservazione inaspettata suscita la curiosità di Olimpia
che resta qualche istante in silenzio ad osservare l’anziano
che risiede sul trono e tirato un sospiro, le sorride osservando il
suo sguardo di sgomento non appena intuisce la sua vera identità:
- Perdona la mia insolenza Bishamon. Non immaginavo che dietro un
simile aspetto si celasse una divinità guerriera. – la
donna china il capo sperando che il dio le conceda un’altra
opportunità. – Devo ringraziarti per l’aiuto che
hai offerto a me e agl’altri uomini della nave ieri notte. Ti
devo la vita. -
Bishamon continua a sorridere compiaciuto dell’atteggiamento
di Olimpia:
- Il genere umano mi sta a cuore, specie quando soffre … Avvicinati
al tavolo e prendi qualcosa da mangiare, devi essere affamata giovane
guerriera. Abbiamo molto di cui parlare .. -
– Ti ringrazio ma non vorrei mancarti di rispetto cibandomi
delle tue offerte. – risponde il bardo tentennando di fronte
all’invitante proposta.
- Non preoccuparti io non ne ho bisogno e poi se rifiuti potrei offendermi
... - commenta Bishamon indicandole di non insistere oltre.
Olimpia si avvicina al tavolo e prende un frutto mai visto prima e
dopo aver lanciato uno sguardo a Bishamon, lo addenta timidamente
assaporandone il dissetante succo. Quando si volta nuovamente verso
il dio vede davanti a se una persona dall’aspetto diverso: un
uomo giovane e muscoloso che indossa un’armatura completa.
- Non spaventarti, io posso assumere molte forme ma questa è
quella che preferisco. - Il bardo si avvicina nuovamente al trono
osservando la sfavillante armatura dove fiamme incandescenti si agitano
continuamente in uno spettacolo visivo che non ha niente di umano:
- Al villaggio non ti conviene tornare. – istruisce Bishamon
- Gli uomini ti credono complice dei demoni e complottano per ucciderti.
– Un bel cambiamento … - commenta il bardo per nulla sorpresa
di ciò che le è appena stato detto - Xena è morta
come eroina dopo aver eliminato Hiodoshi … ora la ritrovo negl’inferi
trasformata in demone … -
- Cosa è successo negl’inferi? - domanda il dio alzandosi
dal trono per avvicinarsi ad Olimpia - Mi ha sorpreso il fatto che
ti abbia lasciato andare … - dice riferendosi a Xena senza giri
di parole.
- Tu sapevi che era diventata un demone?! Perché non lo hai
impedito?! E’ morta per eliminare Hiodoshi, non meritava anche
questo! Non è giusto! - il tono del bardo è nervoso
e pieno di rabbia ma Bishamon comprende il suo stato d’animo
e non si cura dell’affronto e delle accuse che la donna le sta
muovendo:
- Se avessi potuto impedirlo lo avrei fatto di certo. Xena è
un demone molto pericoloso ... forse più di Hiodoshi stesso.
Di tutti gli dei io sono quello che ne ha ricevuto maggior danno nell’averla
come nemica perché Ten-Gu l’ha posta a capo degl’Oni
che sono costretto a combattere da sempre per proteggere gli uomini.
-
- Chi è Ten-gu? – domanda il bardo che finalmente ottiene
un po’ di luce in questa oscura faccenda sperando di poter trovare
un modo di purificare l’anima di Xena.
- E’ il principe di tutti i demoni. E’ stato lui a catturare
l’anima di Xena e a trasformarla in un demone. -
- Come ha potuto? Voglio dire, deve esistere anche qui in Giappone
un dio dell’oltretomba che custodisca le anime dei giusti …
-
- Si certo, Emma-o: é il giudice dei morti. Ma Teng-gu ha inviato
i sette demoni principe a convincerlo che Xena meritava la pace …
così la sua anima è stata consegnata a loro e condotta
negl’inferi. -
- … E’ terribile … - commenta il bardo rimando impietrita
ascoltando l’accaduto.
- Tu ora devi aiutarmi ... – continua Bishamon interrompendo
i suoi dolorosi pensieri afferrandola per le spalle.
Così facendo le vesti lacerate della donna si trasformano in
un armatura d’acciaio che le lascia scoperte le braccia, le
mani vengono rivestite da guanti metallici, il gonnellino diventa
leggermente più lungo con due spacchi laterali e le gambe vengono
protette da due robusti paracolpi.
- So cosa vuoi chiedermi ma non posso farlo. – sentenzia la
poetessa intuendo le intenzioni di Bishamon - Questa è una
battaglia che non sarò mai pronta a combattere. Tengo troppo
a Xena e non leverò mai la spada contro di lei. Anche se fosse
il peggiore dei mostri. -
- Sapevo che mi avresti risposto così. Ma tu sei l’unica
persona di fronte alla quale tentennerebbe. Naturalmente questo varrà
ancora per poco. Quando inizierà a nutrirsi di anime come tutti
gli altri Oni, del suo spirito non rimarrà traccia e dimenticherà
ogni cosa. -
- E se lo avesse già fatto?- chiedi Olimpia temendo la risposta.
- Se ti ha lasciato andare significa che sta digiunando. Questo la
indebolisce e credo che avverta un forte desiderio d’ingoiare
un’anima adesso, ma non hanno prigionieri e questo mi da quasi
la certezza che possiamo ancora sconfiggerla nel suo stato. Dobbiamo
affrettarci e stare allerta però … probabilmente starà
già preparando il prossimo attacco.-
- No, non puoi ucciderla! Deve esserci un altro modo! - la donna sente
crescere l’ansia e a stento trattiene le lacrime - Xena non
merita tutto questo … se avessi saputo che il suo sacrificio,
sarebbe stato ripagato con tanta ingratitudine l’avrei riportata
in vita quando ne ho avuto la possibilità. Che pazza sono stata
a darle retta … è un incubo … non può essere
vero … credevo che ormai non poteva accadere niente di peggio
… ora mi ritrovo qui a discutere su come eliminare il suo spirito
…-
di
Darkamy e Xandrella