- l’arma
di Maat non si trova in nessun luogo, ma poi avere un contatto con
la dea in un’oasi vicino alle rovine di Asyut. Posso dirti solo
questo-
la donna le passò una mano sugli occhi e Xena, istintivamente
li chiuse.
Stava per dire qualcosa, ma l’egiziana la precedette:- apri
gli occhi, ora-
Xena obbedì e si ritrovò nel tempio, a El Kharga.
Ringraziò la donna, stava per andarsene, quando questa la trattenne.
-rifletti, su ciò che ti ho detto, ma ricorda: a volte è
quasi impossibile tornare dal mondo di Maat-
Xena disse determinata:-ce la farò.-
La donna aprì finalmente i suoi occhi , così piccoli
ma così profondi da dire da soli, migliaia di parole. Le prese
le mani:- conosci il tuo destino bambina, Ora segui il suo percorso-
Xena annuì e si congedò dalla donna, che si risedette
sul trono.
“conosci il tuo destino…” ripensò e convenne
che era giusto.Camminò lentamente e ansimando ad ogni passo,
quell’incontro l’aveva sordita, ma ora sapeva cosa fare.
Olimpia s’appiattì
alla parete, impaurita.
Una donna era trascinata da una ragazzina per i capelli per il corridoio
verso la camera maledetta. La donna gridava di non farlo, che le voleva
bene, che sarebbe andato tutto per il meglio.. ma niente la ragazzina
era irremovibile.
Al suo passaggio la donna lasciava una striscia di sangue.
Gli occhi della ragazzina erano infuocati, le sue mani erano insanguinate
e piene di capelli che lentamente strappava dalla testa della madre.
La donna si voltò verso Olimpia, la poetessa la guardò
e le due si fissarono per un momento, quanta paura e implorazione
si rispecchiavano in quegli occhi pieni di lacrime. Quello sguardo
non l’avrebbe mai dimenticato, Olimpia ne era sicura.
Piombò sulla scena un altro fantasma, Olimpia riconobbe Murel,
anche se aveva circa 14 anni.. –Sorella mia… non fare
dal male a nostra madre, ti supplico! Risparmiala!-
Urlò Murel inginocchiandosi davanti a Rehusi, la bambina la
prese per i capelli e sollevandola la sbatté su una colonna,
Murel perse i sensi.
La madre cercò di nuovo di dimenarsi, ma le forze sembravano
abbandonarla… era ferita e graffiata quasi dappertutto e un
braccio completamente ciondolante e tranciato a metà. La ragazzina
continuava a trascinarla verso la sua camera, ma prima le diede un
sonoro schiaffo.
Poi la ragazzina scostò il velo della sua camera ed entrarono.
-Rehusi non farlo!!!!!- si sentì urlare.
–STA FERMA!!!!!!- seguì agghiacciante e demoniaca la
voce della ragazzina.
Olimpia si sentì impotente e tramortita. Decise d’andarsene,
aveva visto sin troppo.
Le urla disumane della madre torturata riecheggiavano nella casa..
o forse solamente nella mente di Olimpia.
La piccola comitiva
arrivò poco dopo e Olimpia, decise di non dire nulla dei fantasmi
che aveva visto nella casa di Murel.
Xena spiegò quello che la sacerdotessa aveva detto loro
Olimpia disse riflettendo:-allora Seth s’impossesserà
di un corpo.. lo utilizzerà per la sua venuta e per l’eternità…perché
Xena, ti senti in pericolo?-
La principessa guerriera rispose:- be, credo che voglia vendicarsi
per l’inganno di trenta anni fa.. quella volta non riuscì
a farmi diventare un suo demone ma ora ha l’opportunità
di utilizzare il mio corpo a suo piacimento, se lo vorrà.-
e guardando Murel –credo che anche tu sia in pericolo, Murel.
Dopo tutto sei la sorella di Rehusi, il suo braccio destro…-
Tanus assentì:- si è vero. Bisogna ritrovare l’arma
di Maat…-
Xena rimase perplessa, sentiva di essere proprio lei, la prescelta
di Seth. e se fosse accaduto? Le ritornò in mente quando era
diventata maligna, quando nel Tibet aveva dovuto invocare il male
per fermare Lord Larek… e aveva rischiato di far del male ad
Olimpia in quell’occasione, e se fosse accaduto di nuovo?
Olimpia sarebbe stata di nuovo in pericolo…no, non voleva…
Doveva proteggerla.. si, proteggerla da se stessa… questo, si
rendeva conto, era doloroso per entrambe ma convenne che era la cosa
giusta da fare.
Disse con la tristezza nel cuore:-forse dovremo dividerci…-
Tutti fissarono Xena, che seduta, teneva lo sguardo verso il basso.
Olimpia non capì che la divisione principale era proprio tra
lei e Xena, ma credette che sarebbe stata sola con la WP, liberandosi
almeno per un po’ di quell’odioso Tanus.
-si…- disse Olimpia contenta. –è la cosa giusta.-
e guardò dolcemente Xena negli occhi, sognante per il tempo
che finalmente avrebbero passato insieme.
Xena la guardò e in un momento realizzò che la sua amata
aveva frainteso.
Cercò di dire qualcosa ma Murel la precedette.
-approvo –disse l’Egiziana. –ma come ci divideremo?-
Xena colse l’occasione per spiegare la sua idea:- io credo che
tu Murel debba allontanarti, non so….-
-potrei andare al tempio più grande di Iside che si trova in
un villaggio qui vicino. Lì potrei cercare di ampliare i miei
poteri per il combattimento finale.- propose l’Egiziana.
-non da sola però.- l’ammonì Tanus. –ti
ricordo che anche tu sei nel mirino di Seth.-
Olimpia colse la palla al balzo:-potresti accompagnarla tu Tanus,
mentre io e Xena cerchiamo l’arma…-
Xena scosse la testa:- no, Olimpia.- la poetessa la fissò negli
occhi incredula.
-ecco io pensavo che tu potresti proteggere Murel da Seth, mentre
io e Tanus troviamo l’arma…-
Tanus aggiunse vittorioso:- mi dispiace, ma io potrei essere d’aiuto
a Xena, conosco le scritture sacre e le divinità egizie. Xena
ha bisogno di una guida da sola non la troverà mai- Xena assunse
un’espressione di disappunto a quelle parole, soprattutto all’ultima
parte della frase.
Olimpia scosse la testa incredula e credette che Xena voleva restare
sola con Tanus. ma lei non voleva mollare così.* eh, no non
ti liberi facilmente di me*
-NO!- urlò alzandosi – MAI!-
Tanus trattenne una risata, senza capire che Olimpia in quel momento
avrebbe potuto ammazzarlo. Disse:-Olimpia… ti prego, è
per la salvezza dell’Egitto….-
-ma quale Egitto, razza di porco!- Urlò la donna, le guance
arrossate, i pugni stretti.
-Olimpia!- l’ammonì Xena, mai aveva visto la donna che
amava, in un attacco così profondo di gelosia… non credeva
proprio che avrebbe reagito così.
Tanus si alzò irato, e disse:-prova a ripetere ciò che
hai detto…-
Olimpia colse l’occasione per attaccare Tanus:-hai capito benissimo,brutto
pervertito-
Tanus:-adesso basta!- e sfoderò la spada, lanciandosi verso
Olimpia.
La donna sorrise contenta e sfoderando i sais parò l’attacco
di Tanus.
Olimpia attaccava con una ferocia incredibile Tanus, mentre il ragazzo
non poteva far altro che difendersi, tale era la furia della donna
greca. Olimpia fece un affondo con il sai destro, che l’egizio
parò a fatica, poi con il sinistro mirò alla caviglia
dell’uomo, ma il ragazzo saltò, evitando il colpo.
Tanus, finalmente, attaccò con la spada ma Olimpia la fermò
con entrambi i sais.
Un rumore metallico e la spada di Tanus cadde a terra assieme ai sais
di Olimpia.
I due antagonisti si girarono contemporaneamente verso Xena, che riprese
il chakram.
Xena aveva indignazione nel volto, sia per Olimpia che per Tanus.
La guerriera dagli occhi cerulei fissò prima Olimpia e poi
Tanus.
Glaciale disse:-da te, Olimpia, questo non me lo sarei mai aspettato.
Che diavolo ti prende?- urlò alla fine.
Olimpia chiuse gli occhi e sussurrando disse:- mi dispiace.. non so
che mi sia preso.-
Xena riprese fredda:- prepareremo tutto, all’alba Murel e Olimpia
partiranno per il tempio di Iside –poi guardando Olimpia negli
occhi; la poetessa abbassò subito lo sguardo.- confido in te
Olimpia, proteggi Murel: non le deve accadere niente mentre io e Tanus
cerchiamo l’arma.- Olimpia annuì mesta.
Xena se ne andò dalla stanza, per dirigersi verso la propria.
Tanus, vittorioso disse ad Olimpia:-gran brutta malattia la gelosia…-
Olimpia lo fissò negli occhi:-stalle lontano..- sibilò
con rabbia.
Tanus scoppiò in una fragorosa risata e se ne andò anche
lui dalla stanza.
Era notte.
La principessa guerriera attraversò la casa di Murel immersa
nel buio e si diresse nella camera sua e di Olimpia, sperò
che la poetessa fosse addormentata ma la trovò in piedi, davanti
alla finestra. A guardare di fuori. Olimpia sentì la presenza
di Xena subito dopo e si voltò di scatto. Era così bella
che avrebbe voluto piangere.
Xena la guardò per un po’ negli occhi, poi si sedette
sul suo letto. Olimpia si sedette sul proprio ma non smise di fissare
la sua donna. –Xena…- disse sottovoce. La principessa
alzò lo sguardo fino ad incontrare quello di Olimpia.
-quando hai smesso d’amarmi?- continuò Olimpia sottovoce,
questa volta abbassando gli occhi. Xena si sentì come se qualcuno
l’avesse pugnalata al cuore… che ora lentamente sanguinava.
-io….- balbettò.- non ho mai smesso d’amarti. Non
potrei vivere. - disse piano Xena, fissando Olimpia, si rese conto
che aveva aperto il cuore alla persona che amava, che si era data
completamente e s’accorse che un po’ si vergognava, si
sentiva come nuda ed invulnerabile di fronte ad Olimpia. Ma nonostante
tutto non si pentiva d’averlo detto.
Olimpia scosse la testa poi disse piano:-si lo so.-
Xena sospirò di sollievo, cercò di dire qualcosa ma
diavolo non era mai stata brava con le parole. Olimpia iniziò
a piangere. -che c’è ora?- domandò Xena.
Olimpia si asciugò gli occhi e alzandosi in piedi disse:- lo
so che mi ami, ma forse questo non è sufficiente-
-non è sufficiente?-
Olimpia scosse la testa e tentò di spiegarsi:-Xena tu hai avuto
tanti uomini e donne in passato e forse l’unico che hai mai
amato è stato Aristarco… ma sono state tutte relazioni
brevi e passionali. Ed ora con me… Xena tu sei uno spirito libero,
a te piace metterti in continuazione in gioco, ti piace sfidare gli
altri, ti piace piacere agli altri…..per esempio quando donasti
a Marte la mela che lo rese di nuovo immortale, lui ti disse che avrebbe
sempre continuato a provarci con te, e tu te ne sei compiaciuta dicendo
che era ciò che ti aspettavi da lui…Tu usi le persone,
si tu le usi e basta!non capisci Xena? Tu credi d’amarmi, ma
il tuo non è amore… tu ti stancherai di me esattamente
come ti stancheresti di chiunque! Tu non ami me, tu non amerai mai
nessuno.-
Xena, incredula fissava Olimpia. Era così ferita che credeva
che sarebbe morta di lì a poco.–non mi starai lasciando,
vero Olimpia?- più che una domanda era una supplica.
-addio.- disse la poetessa con gli occhi umidi e alzatasi dal letto,
corse via.
Xena non ebbe neppure la forza di chiamare Olimpia per un maggiore
chiarimento, non si aspettava nulla di tutto questo, quella non era
la sua Olimpia.
Olimpia non le avrebbe mai detto cose simili, mai! Anche Olimpia,
l’amava ne era certa…. Non era in grado di dirlo ora,
ma sentiva che in tutta questa storia della gelosia di Olimpia, ci
fosse ben altro.
Si accasciò sul letto e chiuse gli occhi. Forse aveva ragione
a sospettare che Olimpia non fosse in lei, ma comunque fatto sta che
le aveva detto addio.
Nulla sarebbe stato più come prima.
Olimpia pianse
tutta la notte, appoggiata ad un divanetto nella sala della casa di
Murel. Davanti a lei, una candela appoggiata ad un tavolinetto. Ora
aveva finito tutte le lacrime che aveva a disposizione, non aveva
più neppure la forza per piangere. Non sapeva perché
aveva detto quelle parole a Xena, non lo avrebbe mai fatto. Fatto
sta che gliele aveva dette, ed ora Xena se ne sarebbe andata per sempre.
Dopo la missione non l’avrebbe mai più rivista. si picchiò
dandosi leggeri colpi alla testa e all’addome…. Come aveva
potuto fare questo, come?
Xena era la sua ragione di vita, tutto per lei. E lei le aveva detto
addio.
Ma ormai era troppo tardi per tornare in dietro. Ormai Xena non le
avrebbe mai più rivolto la parola. Sentiva ancora Xena che
le dichiarava il suo amore con una dolcezza infinita, quasi improbabile
per la temibile WP, e lei aveva sputato sopra tutto quello che Xena
le aveva detto, la guerriera gli aveva aperto il cuore, e lei glielo
aveva pugnalato.
Con che faccia ora gli avrebbe chiesto scusa?
Olimpia rimase immobile a fissare la fiamma della candela. Improvvisamente
si sentì la testa molto pesante e che le girava; sentiva freddo…
tanto freddo dentro.
Un rumore. Piccolo e quasi impercettibile, proprio accanto a lei.
Sentì la paura immobilizzarle ogni muscolo. Si guardò
intorno e in un attimo capì.
Quello era il suo sogno, o meglio quell’incubo che le aveva
gettato tanta angoscia.
Girò lentamente il capo e vide la morte che avanzava sicura,
come nel suo sogno.
Un cobra strisciava lentamente sul divanetto, accanto a lei.
Soffocò un grido, si appiattì e cercò di stare
immobile, sentiva nel cuore la stessa angoscia simulata nel suo sogno,
la stessa certezza che Xena non ci sarebbe stata questa volta. Il
cobra saettò. Olimpia gemette di dolore, tenendosi il polso
sanguinante, ove erano incisi due profondi solchi. Sentì qualcosa
espanderle nel suo corpo, forse non veleno, ma sicuramente qualcosa
che già da qualche giorno sentiva parte di se, qualcosa come
il male.
Fissò il cobra, che si dileguò lentamente come fosse
stato fumo.
CAPITOLO
IV
Il mattino seguente, come avevano deciso il giorno prima, Xena e Tanus
si diressero verso un’oasi, accanto alle rovine di Asyut e lì
avrebbero cercato l’arma di Maat, l’unica arma al mondo
capace di uccidere il corpo in cui albergherebbe Seth nel mondo dei
vivi. Tutti già erano sui cammelli, pronti per la partenza.
Olimpia guardava fiera l’orizzonte, il polso fasciato, gli occhi
semichiusi; si rifiutava a priori di incontrare lo sguardo di Xena.
La guerriera mora, lo percepiva.
Sospirò e disse:- bene, partiamo. Ci vediamo domani al tempio
di Iside, se tutto va per il meglio.-
-certo, andrà tutto bene.- disse Murel sforzandosi d’essere
ottimista, non le sfuggiva certo la tensione che c’era tra Xena
e Olimpia. Capiva che qualcosa non andava, qualcosa più grande
della semplice gelosia.
-allora a domani- salutò Tanus. Olimpia non salutò nessuno,
il suo sguardo era fisso all’orizzonte. I cammelli di Xena e
Tanus iniziarono a muoversi, poco dopo anche quelli di Murel e Olimpia.
Murel si trovava leggermente più indietro rispetto ad Olimpia,
che proseguiva nel suo impenetrabile silenzio. Sembrava un’altra.
Aveva un’aria così seria e cattiva. Murel prese coraggio
e disse:-a che pensi?-
Olimpia si girò, la guardò un istante, poi disse:-a
niente.-
Murel non si arrese:-posso chiederti una cosa?- Olimpia annuì.
-quando sei giunta in Egitto, ho capito subito che eri una donna particolare.
Vedevo in te una luce così diversa dalle donne egiziane, una
luce… non so… d’amore. Quando parlavi con Xena o..-
-NON VOGLIO SENTIRLA NOMINARE!- urlò Olimpia improvvisamente.
Murel sobbalzò sulla sella a quegli urli , ma continuò
lo stesso:-..o.. quando semplicemente vi guardavate, vedevo una forza,
una sicurezza in te, che solo l’amore può donare.-
Olimpia rimase silenziosa. E lei continuò:-ma ora non la vedo
più Olimpia.-
Olimpia scoppiò a ridere istericamente:- e ti sorprendi? Lei
ha scelto Tanus! mi ha lasciato!-
-ma come fai ad essere così cieca? Lei non prova nulla per
Tanus, NULLA! Non vedi che ha occhi solo per te? Olimpia devi dirmi
perché ti senti così cattiva… io .. io ho paura
di sapere ciò che ti sta accadendo, amica mia.-
Olimpia sbruffò nervosamente rispose:-io non solo mi sento
più cattiva- e la fissò negli occhi – ma ti assicuro
che se nominerai ancora una volta Xena e il suo amore per me…-
prese un sai dallo stivale,se lo passò sulla gola da destra
a sinistra.-chiaro?-
Murel annuì mesta. Aspettò che la donna deponesse il
suo sai, e riprese notando il polso fasciato:- che hai fatto al polso?-
-un morso-
-un morso? E cosa ti ha morso? Un serpente??-
-un cobra- rispose indifferente la donna bionda. Murel capì
in un attimo ciò che stava accadendo e disse preoccupata:-posso
vedere la ferita?-
-mi stai scocciando Murel.- disse Olimpia, ma poi acconsentì:
fece avvicinare il suo animale al cammello di Murel e si tolse lentamente
la benda dal polso sinistro.
Murel esaminò con orrore i due piccoli, sudici fori, e il pus
che era uscito copioso, ora indurito assieme al sangue. Murel s’inumidì
un dito e lo passò sulla ferita, poi se lo riportò in
bocca. –non è veleno.- disse poi presa da panico –
oddio Olimpia, dobbiamo tornare subito indietro, credo di sapere il
motivo del tuo odio! Tu non sei così, c’è Seth
dietro tutto!!! Avanti possiamo ancora raggiungere Xena e Tanus!-
Olimpia scattò subito,prese un sai e lo mise alla gola della
donna egizia.
-ora noi andremo al tempio di Iside. Non voglio più vedere
Xena, mai più..- Murel chiuse gli occhi impaurita, mentre sentiva
la gelida lama toccare sempre più insistente la pelle del suo
collo –ti avevo già avvertita Murel. Ora noi proseguiremo.
Non un’altra parola o ti costringerò a farti tacere troncandoti
le corde vocali-
Murel sospirò mentre riprendevano il loro viaggio, verso il
tempio di Iside.
L’egiziana fissò Olimpia seguire il ritmo lento e consueto
del cammello, gli occhi come sempre, inespressivi.
*Seth ha deciso di vendicarsi nel peggiore dei modi.
Catturare Xena e albergare nel suo corpo, non sarebbe stato sufficiente,
lui ha scelto Olimpia*
Arrivarono all’oasi
indicata dalla veggente, prima di quanto potessero mai sperare. Xena
non aveva parto bocca durante il tragitto e lo stesso aveva fatto
Tanus, rispettando il silenzio della donna. Xena aveva una sguardo
al contempo triste che determinato, voleva andarci in fondo in questa
storia, non poteva credere che sei anni con Olimpia fossero stati
cancellati di colpo, da una banale gelosia. No, ormai ne era sicura.
In tutto questo c’era qualcosa sotto, ma dannazione sembrava
che il suo istinto l’avesse abbandonata, non riusciva a capire
che cosa. L’oasi era bella, accogliente, una piccolo laghetto
in mezzo, alcune palme attorno e un pozzo abbastanza grande. Un lieve
venticello scompigliava i capelli della principessa guerriera che
sembrò per un attimo rilassarsi al contatto con tale freschezza.
Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare. La sua mente vagava,
non pensava a nulla. Tanus lo notò: quella era l’influenza
benevola di Maat, figlia di Ra.
Xena si destò poco dopo dal breve incantesimo creato da quel
vento, si riscosse e scese determinata dal cammello.
-forse anche tu saresti dovuto andare con loro- disse Xena rivolta
a Tanus.
Tanus scosse la testa:- no, credo di essere più utile a te.-
Xena assunse un’espressione contratta, poi tornò a fissare
le placide acque del laghetto. Dove si nascondeva l’arma? Sotto
l’acqua?
-Maat è una dea astratta. Figlia di Ra, Maat personifica la
giustizia, la verità. È qualcosa di superiore, un senso
di lealtà. Una regola a cui dei e uomini devono sottostare-
pronunciò con vigore Tanus. –lasciati andare e troverai
l’arma-
Xena scosse la testa:-non capisco. Io queste storie astratte proprio
non le comprendo, mi hanno sempre insegnato a ragionare ed utilizzare
l’istinto, a combattere per ottenere qualcosa…-
-ora invece devi utilizzare la forza del pensiero.- l’interruppe
Tanus –Quest’oasi non è un tempio dove puoi avere
un contatto con il dio; questo è un luogo scelto dalla dea,
per potersi contrapporre al male che regna nelle mura di Asyut. Lasciati
andare, se vorrà donarti l’arma per sconfiggere Seth,
sarà lei a cercare te.-
Xena continuava a non capire. –devo gettarmi in acqua?-
Tanus scosse dolcemente la testa e si avvicinò alla guerriera.
Posò le sue mani sulle spalle della donna. Xena continuava
a non comprendere.
-io non ho nessuno potere. Forse ti sarebbe stata più utile
Murel, però anch’io qualcosa posso fare.- le indicò
di stendersi. Xena, anche se un po’ contrariata si sedette a
terra, poggiando il capo su un cuscino fatto da stoffe e panni che
componevano la sella di Tanus. sentì ancora un venticello fresco
e rilassante, che le fece provare un gran senso di tranquillità
e serenità.
Tanus s’accorse che Xena stava per essere presa nel mondo di
Maat, così la scosse leggermente dal suo torpore. –che
c’è?- domandò Xena.- stavo per..-
-lo so. Ma voglio dirti una cosa: il mondo di Maat è qualcosa
di estremamente bello, ma anche pericoloso. Devi giurarmi che ne farai
ritorno.-
Xena annuì, con un pizzico di ilarità:-ma certo…-
-non scherzare!- L’ammonì Tanus –dovrai far ricorso
a tutta la tua voglia di tornare a casa, per uscirne!-
Xena comprese la gravità del pericolo e disse:-sta tranquillo,
tornerò.-
-giuralo! Giuralo sulla triade sacra di Tebe:giuralo su Amon-Ra, Muth
e Khons! sei l’unica speranza per l’Egitto!! Giuralo!!!-
-io delle tue divinità non ne capisco molto. Ma lo giuro…-
Tanus fece un sospiro di sollievo e sorrise:- me lo auguro per te.
un giuramento fatto su Amon-Ra, Muth e Khons la sacra triade di Tebe,
è un giuramento inviolabile!-
Xena ricambiò il sorriso e disse:-lo avrei mantenuto comunque,
ho qualcosa in sospeso qui.- Tanus le fece uno sguardo del tipo “lo
so” poi disse sfiorandole la fronte con la punta delle dita:-vai-
Xena chiuse gli occhi e si lasciò andare.
Sentì una musica lontana, come quella di un carillon, una musica
leggera.
Si sentì diversa, più leggera, più semplice e
più pura.
Si lasciò andare completamente.
di
Diomeche