episodio n. 15
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- l’ultima volta che sono stata qui, Seth,hai fatto di tutto per non farmi capire.. ma ora basta! Non mi lascerò sopraffare dai ricordi!-
leggendo i geroglifici, in modo corretto, la lapide si aprì e la donna poté finalmente entrare nel luogo maledetto. Rapidamente, scese le scale fino a trovarsi nel cuore del tempio. Subito una marea di ricordi e di rimorsi l’invase, ma la donna si fece forza. Percorse la stanza, finché non arrivò all’altare.
-la catena di morti è iniziata da questa donna…- disse guardando ciò che rimaneva dello scheletro ormai in avanzato stato di decomposizione, giaceva accanto alla vasca. –bene, è da qui che devo porre rimedio.- Xena prese le ossa della donna, cercando di non tralasciarne nemmeno un piccolo pezzo. Le depose sull’altare, prese la torcia che illuminava l’intero ambiente e le bruciò. Poi raccolse le sue ceneri.
Servendosi della daga, riuscì a cancellare la sua firma dalle pareti delle mura e a distruggere la famosa vasca.
Lo scempio era stato cancellato. Ne rimaneva, ormai, solo un ricordo atroce.
Xena uscì in fretta dal tempio, avrebbe voluto distruggere puro quello, così avrebbe rimediato ad un altro punto, ma non sapeva come fare, così decise che ci avrebbe pensato successivamente.
Non appena uscì, sentì una risata cupa e scura alle sue spalle.
Xena si girò di scatto e vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere.
Seth.. o meglio Olimpia. La sua amata compagna era un demone irriconoscibile, e per un attimo non poté fermare le lacrime che subito le invasero gli occhi e poi anche le guance. –Olimpia…- disse sottovoce. Il bardo aveva i capelli spettinati e ritti verso l’alto, gli occhi completamente gialli in cui si distinguevano solo due puntini neri (le pupille), intorno erano cerchiati di nero. La pelle era rugosa e all’altezza della fronte e delle orecchie si potevano vedere delle venature nere. Le labbra erano quasi nere, mentre suoi abiti erano stati come bruciati e stracciati.
-ti piace il nuovo aspetto di Olimpia?- chiese la voce cupa che animava la povera donna.
-maledetto!- gridò Xena –te la farò pagare!- disse la donna sfoderando la spada e correndo verso di lui. Il demone si fece apparire in mano una spada e rispose all’attaccò di Xena, con facilità.
La guerriera riattaccò, ma si rese conto che non riusciva a dare il meglio di se, in quelle condizioni. Non era proprio semplice dover lottare contro Olimpia.. era come se avesse paura di farle del male..
La ragazza indemoniata parò anche quest’ultimo colpo, poi attaccò lei mirando all’addome di Xena, la principessa guerriera lo evitò indietreggiando prontamente e girandosi riattaccò il demone, il quale parò il colpo e mirò alle sue caviglie con un movimento deciso della spada; Xena saltò appena in tempo
La lotta proseguiva a base di colpi su colpi e nessuno aveva la meglio, sull’altro. –Olimpia… puoi sentirmi?- disse Xena ad un certo punto, mentre a fatica parava l’offensiva del demone.
-illusa!- rispose quest’ultimo. –la sua personalità è ormai annientata al mio volere, io ora sono l’anima di Olimpia! Quello che vedi è solamente il suo corpo… come dire? Riadattato!- e scoppiò in una risata.
Xena stava traboccando di rabbia e odio, e riattaccò. Il demone, preso di sprovvista cadde a terra, ma prontamente la colpì ad un gamba. Xena strinse i denti dal dolore, ma riuscì ad evitare il prossimo colpo del demone, questa volta rivolto al torace.
-arrenditi, Xena!- ruggì Seth arrabbiato per non avercela fatta ad ucciderla.
-mai!- rispose lei, sempre più determinata.
-non vorrai farmi credere che ucciderai Olimpia?!-
il silenzio di Xena parlò per lei .
-e allora, come speri di fare? mia grandissima principessa sognatrice!!!!-
Xena a corto di argomenti e ben decisa di non rivelare il suo piano al dio, riprese l’offensiva, questa volta però col puro intento di farlo cedere.
Seth si trovava in difficoltà: la netta superiorità che aveva nei confronti della mortale, non lo stava aiutando affatto, anzi!
I suoi attacchi erano così potenti e veloci che a stento riusciva a pararli.
Xena fece una rovesciata e colpì il demone tra capo e collo, che svenne a terra. La principessa guerriera restò un attimo a fissare l’immondo essere svenuto. Poi sentì un rumore alle sue spalle.
Si voltò di scatto e vide uno strano demone, collegò che poteva essere Rehusi.
-non toccarlo!- ruggì il demone facendo apparire nelle sue mani una spada.
-salve Rehusi.. vuoi combattere anche tu? Ma come siete bellicosi voi egiziani!-
il demone gridò di rabbia, poi si scaraventò verso di lei.
Xena voleva fare in fretta e non perdere molto tempo con lei, sapeva che dietro di se, Seth, iniziava a risvegliarsi. Parò i colpi di Rehusi, cercando, in realtà, di non ferirla troppo , sapeva che era solo una bambina disperata.
Tuttavia era molto abile e non riusciva a chiudere il suo incontro.
-lo sia che tua sorella sta morendo per mano tua?- domandò Xena al demone.
Rehusi sembrò cambiare espressione ma solo un attimo, poi ritornò alla carica
Intanto Seth si era completamente ripreso, e Xena, grazie alla coda dell’occhio, poteva vedere che si era rialzato. In un baleno sfoderò la daga e colpì con violenza la sorella di Murel ad una gamba. La sistemò con un calcio, mentre, riponendo la daga insanguinata al suo posto, si girò per affrontare Seth.
Il dio, senza darle un secondo di tempo, attaccò e Xena non riuscì a deviare il colpo del tutto: l’attacco era rivolto al collo, ma lei se la cavò con una piccola ferita all’altezza della tempia.
Il dio rise:- come siete vulnerabili, voi mortali!-
-dici?- disse Xena, mentre lentamente riprendeva fiato, -sarai un dio ma a quanto pare avevi bisogno di una mortale per il tuo losco piano!-
-si! una mortale che mi ha anche permesso di vendicarmi! Niente male, eh? Mi sono vendicato di te e al contempo ho conquistato l’Egitto!!!-
-hai ragione solo in parte- disse Xena e attese un attimo per notare l’espressione del dio, che come previsto, era stupita. Riprese – ti sei goduto il tuo attimo di gloria? Spero di si, perché finisce qui!!!-
Xena sguainò la daga, in cui era intriso il sangue di tutte le vittime di questa storia che aveva lei come colpevole: le ceneri di Murel, il sangue di Rehusi.
Attaccò il demone e riuscì a ferirlo ad un braccio. Il dio capì quale era la soluzione che aveva adottato Xena, ma ormai era troppo tardi.
-qui c’è il sangue di Rehusi, della sacerdotessa e di Olimpia. Le persone più danneggiate a causa dei mie errori di trenta anni fa.-
-cosa speri di fare? questo incantesimo è vecchissimo! Non funzionerà mai! Sei stata un’ingenua a fidarti della sorella di un demone!-
Xena sapeva che Seth aveva ragione e anche Murel l’aveva avvertita che c’erano pari possibilità di riuscita come di sconfitta; ma doveva tentare.
-ora io rendo giustizia a questa gente con il mio sangue!- con la daga si impresse un piccolo taglio nel palmo della mano, il sangue che ne uscì si mischiò a quello delle altre – e chiedo a Maat, signora della giustizia, che queste donne siano vendicate e colpisco con questa daga l’anima del vero responsabile:l’odio. Affinché egli venga scacciato dalle loro anime e dai loro cuori!-
Seth comprese che ormai non aveva scampo ed indietreggiò ma Xena affondò la daga nel ventre di Olimpia, senza pietà. In un modo talmente violento che quasi la sconvolse: come se non pensasse più che quello era il corpo della sua Olimpia… e se l’incantesimo avesse fallito?
Ma ora non c’era tempo per pensare, corse da Rehusi, che esterrefatta guardava Seth tenersi il ventre ferito. La ragazza provò a reagire, vedendo arrivare Xena, ma la donna, mossa da violenza e determinazione, la colpì al volto con un calcio. Poi le sfilò l’anello di mano. Xena sentì subito il forte potere del talismano su di lei, del male… ma resistette e lo gettò sulla lapide del tempio. Come prevedibile ci fu un’esplosione e prima la lapide, poi le scale e quindi il resto del tempio, crollarono.
Soddisfatta e ansimante la principessa guerriera si voltò verso Seth.
Il corpo di Olimpia si era illuminato di una strana luce e dopo uno strano scatto, si accasciò a terra.
-Olimpia!- gridò Xena avvicinandosi e abbracciandola, ormai le erano state restituite le sue sembianze. Xena girò la sua attenzione sulla ferita all’addome , che straordinariamente si sanava. Olimpia era salva!
La poetessa aprì lentamente gli occhi, come se si svegliasse da un incubo durato davvero troppo tempo. –Xena…- disse con la voce che un po’ le tremava. Poi guardandosi intorno con aria incerta, disse di nuovo:-Seth ha usato il mio corpo?-
Xena annuì, mentre una lacrima di felicità le solcava le guance.
-ma allora com’è possibile? Io non dovrei essere in vita!-
-è tutto merito di Murel, lei mi ha suggerito l’incantesimo. Dovevo vendicare le vittime dei miei misfatti con il sangue dei colpevoli.
Poi io ho apportato qualche modifica… ho preso il tuo sangue, quello di Rehusi e della sacerdotessa e l’ho unito al mio, ossia a quello del colpevole... Ho chiesto a Maat di vendicare le vittime ed essendo la dea della giustizia non poteva certo rifiutare… quindi ho colpito te e quindi il colpevole universale di tutta la vicenda: l’odio-
-quindi io non sono morta perché la daga non è servita per spedire all’inferno Seth, ma agli occhi degli dei, per compiere un atto di giustizia. Anche se poi colpendomi mortalmente, hai anche spedito Seth negli Inferi e
salvato l’Egitto …-
Xena sorrise:- esatto. Che ne pensi?-
-geniale!- disse Olimpia rialzandosi in piedi.
Un ragazzina corse loro incontro, spaventata.. aveva circa 12 anni..
-scusate.. dove mi trovo?- chiese con la voce un po’ agitata.
Olimpia rispose:- tu devi essere Rehusi, non è così?- la ragazzina annuì.
“Affinché egli venga scacciato dalle loro anime e dai loro cuori!”
Xena ripensò alle parole da lei dette nell’incantesimo e collegò che ciò avrebbe incluso anche la liberazione di Rehusi dal male che albergava nel suo cuore.
“è finita” pensò poi notando che intorno a lei, la gente riprendeva a comportarsi con normalità , curava i feriti e seppelliva i morti di cui ,non sapevano neppure, di essere stati gli assassini.
-andiamo Rehusi, andiamo da Murel-

Le tre donne smontarono dalle loro cavalcature e si diressero nel tempio, Xena corse con ansia, solo lei sapeva in che condizioni si trovava Murel prima della sua partenza..
Ma fortunatamente udì due persone chiacchierare allegramente e riconobbe subito le voci dei suoi amici.
-Xena!!!!Olimpia!!!- urlò di gioia Murel quando le vide.
-lo sapevo che avrebbe funzionato!!!- disse Tanus.
Rehusi si vergognava un po’ della sorella,quasi percepisse di avere tanto sbagliato in passato, ma ora su due piedi, non sapeva più ricordare cosa avesse fatto. Olimpia corse per abbracciare Murel, ma si accorse che la piccola ragazzina di dodici anni si era rifugiata dietro una tenda e non accennava ad uscire.
-esci, dai. Non avere paura..- disse prendendola per mano.
Murel si alzò con il busto , sgranò gli occhi e subito scoppiò a piangere urlando:- Rehusi!!!!!- e spalancò le braccia, in attesa di un abbraccio della sorella. Rehusi lasciò la mano di Olimpia e corse anche lei piangendo verso Murel e si gettò tra le sue braccia. Murel strinse a se la bambina che ora aveva ritrovato, la sorella che aveva creduto perduta per sempre.
Rehusi cingeva con forza la schiena della donna egizia e affondava il viso nei suoi capelli neri, forse anche per nascondere le lacrime.
-piano.. piano..- l’ammonì Tanus. da poco Murel dava segni di miglioramento e non poteva certo rischiare che la bambina riaprisse la ferita.
Rehusi si staccò da Murel e subito volò fra le braccia forti di Tanus che la prese in braccio.
Olimpia guardò quel tenero trio e soprattutto il gioco di sguardi tra Tanus e Murel.. “È evidente che Tanus vive solo per Murel!Come ho potuto pensare che amasse Xena? ” si domandò, ma poi arrivò alla conclusione che la sua mente era completamente annebbiata da Seth..
-Xena, Olimpia- disse Murel invitandole ad avanzare verso di lei. –grazie-
le due guerriere si guardarono tra di loro, poi Xena disse:- Murel, non devi ringraziarci.. ho solo rimediato ad un mio errore.-
-non è cosa da poco, Xena- poi rivolta ad Olimpia –grazie anche a te, poetessa-
-a me?- disse sorpresa Olimpia.
-nonostante non fossi in te, lo starti vicina mi ha insegnato che l’amore è la cosa più importante. Non lo trascurerò mai più!- e detto questo tese la mano a Tanus che la prese e la baciò teneramente.
-bene.- disse Xena avvicinandosi a Tanus –volevo ringraziarti per il tuo aiuto-
-sono contento d’esserti stato di qualche utilità-
i due guerrieri si abbracciarono, poi Xena scompigliò con tenerezza i capelli di Rehusi e abbracciò anche Murel, che per fortuna, sarebbe sopravvissuta.
Olimpia fece lo stesso, poi disse a Tanus:-perdonami se ti ho trattato male. non ero in me-
-non ti preoccupare, Olimpia. L’ho dimenticato- i due si abbracciarono.
-addio amici miei- disse Olimpia –non credo che ripasseremo in Egitto molto presto-
-a presto, invece. Bisogna costruire l’Egitto ora, e può darsi che due guerriere come voi, siano d’aiuto. Quindi se riceverete un messaggio in un greco incomprensibile, sappiate che è di Tanus!- rise Murel ,che per la battuta, si guadagnò prima un leggero buffetto, poi un bacio dall’amato.
-lo terremo a mente- disse Xena.
Così le due guerriere si congedarono, avviandosi verso l’uscita.
Olimpia prese di slancio la mano di Xena, stringendola forte; la principessa guerriera la guardò con dolcezza, una dolcezza velata di tristezza.

Appena uscirono dal tempio, sentirono uno strano rumore e poco dopo videro correre verso di loro Argo II e l’altro cavallo di Olimpia, finalmente erano tornati. Xena lasciò la mano di Olimpia, per prendere le briglie del cavallo:
-Argo!- disse accarezzandola e stampandole un bacio sulla parte alta del muso.
-lo sapevo che saresti tornato!-
anche Olimpia stava accarezzando il suo cavallo e disse, notando la “commovente” scena tra la sua Xena e Argo II –Xena un po’ di contegno!- rise.
La principessa guerriera le fece la linguaccia e disse in tono orgoglioso:-te l’avevo detto che mi avrebbe trovato!-
-si, ma ci ha impiegato quattro giorni!per un cavallo prodigio, non è un po’ troppo??- domandò ilare Olimpia.
Xena alzò le spalle con indifferenza:- l’importante è che sia arrivato! No?-
Olimpia annuì, poi salì a cavallo; Xena fece lo stesso.
Tra le due cadde il silenzio. Xena sapeva da cosa dipendeva ma non aveva il coraggio di riprendere l’argomento, quasi avesse timore che Olimpia potesse rinnovarle il suo rifiuto; e poi anche per orgoglio: perché fare il primo passo se era stata lei a sbagliare??
Olimpia teneva lo sguardo basso e di tanto in tanto guardava Xena, che silenziosa e fiera marciava al suo fianco, a bordo del destriero bianco.
Prese fiato e soprattutto coraggio –Xena io…..-
La principessa guerriera non si voltò nella sua direzione, ma Olimpia percepì che era attentissima alle sue parole. –mi dispiace. Lo sai che non potrei vivere senza di te.. né potrei dirti mai addio.-
Xena la guardò un istante, poi tornò a focalizzare la sua attenzione all’orizzonte, ma Olimpia sapeva che le sue parole avevano avuto effetto.
Riprese:- se mai un giorno ci lasceremo, Xena, sarai per forza tu a deciderlo. Tu hai in te la mia anima e senza la mia anima io non posso vivere…-
Xena si voltò verso di lei e allungando una mano, le accarezzò leggermente una guancia:- mi hai fatto soffrire tantissimo.- disse.
-lo so- rispose Olimpia con gli occhi lucidi –perdonami-
-no, sei tu che devi perdonare me- confessò la principessa guerriera.
-avrei dovuto capire che non poteva essere la mia Olimpia, la ragazza gelosa e impertinente. Avrei dovuto capire prima, ma sono stata cieca e di questo mi dispiace-
Olimpia fece un sorriso e rispose:- non pensiamoci, più!-
Xena ricambiò il sorriso.
Un silenzio confidenziale e complice cadde tra le due, che cavalcavano fianco a fianco, lungo il deserto. Ormai il sole iniziava a tramontare e all’orizzonte si vedeva un bellissimo tramonto. La luce rossa illuminò i visi delle due donne, un calore profondo le colse quasi fosse stato fuoco.
Xena chiuse gli occhi, estasiata da quella stranissima sensazione.
-quando ti penso il mio cuore brucia con la stessa intensità di questo sole- disse Olimpia con un filo di voce, osservando la compagna. –sei bellissima-
Xena si girò verso di lei.
I loro occhi si guardarono a lungo, il blu e il ghiaccio di Xena si fusero dolcemente con il caldo e incantevole verde degli occhi di Olimpia.
Sguardi che parlavano più di mille altre parole.

FINE

di Diomeche

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