EPISODIO N. 1
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CAPITOLO VI

Il mattino seguente Xena e Olimpia si preparano per l’escursione che le condurrà all’estremità opposta dell’isola. Fillide, decide di rimanere all’accampamento in loro attesa e appena sveglio, si addentra nella foresta per cacciare. Prima di partire, le due guerriere raggiungono l’oasi e come sono solite fare, si concedono un bagno rilassante. Ad un tratto l’attenzione di Xena viene richiamata da alcuni rumori provenienti da dietro a un cespuglio e dopo aver interrotto bruscamente il dialogo avuto fino a quell’istante con l’amica, si avvicina cautamente a nuoto in direzione dei suoni. Avendo già capito di che cosa si tratta, la donna si immerge per qualche istante raggiungendo il confine della sorgente, poi con scatto fulmineo, balza fuori afferrando Fillide per un braccio spingendolo violentemente in acqua nei pressi della cascata:
- Non te l’hanno mai detto che non si spiano le donne mente fanno il bagno? -
- E’ proprio uguale al padre… - commenta Olimpia coprendosi alla meglio. – Ma adesso dov’è finito? – domanda vedendo che il ragazzo non è ancora riemerso dopo il tuffo.
Xena osserva i dintorni per qualche istante senza però intravedere il ragazzo:
- Forse è la volta buona che l’ho fatto annegare … - ironizza mentre si avvicina al punto in cui l’acqua della cascata si riversa nel lago, immergendosi poi in cerca del giovane.
- L’hai trovato? – domanda Olimpia una volta che principessa guerriera è risalita in superficie.
- No… - continua raggiungendo la riva a nuoto per recuperare il corpetto posato sull’erba.
- E adesso che fai? -
- C’è una grotta aldilà della cascata… -
- Davvero? -
- Si, credevo fosse solo un massa rocciosa, invece è stata scavata una galleria… sicuramente quell’idiota di Fillide ci sarà entrato, vado a vedere in che guaio si è cacciato, tu vieni con me? -
- Certamente. – risponde con decisione Olimpia avvicinandosi l’amica per rivestirsi.
Una volta essersi tuffate nuovamente in acqua, le due nuotano in immersione verso il basso per oltrepassare con maggiore facilità la corrente provocata dalla rapida. Una volta riemerse aldilà della cascata, le guerriere imboccano l’ingresso roccioso della caverna che appare buia e umida. Xena raccoglie due pietre da terra e sfregandole tra di loro genera una scintilla che infiamma la superficie legnosa di un ramo, generando una torcia con la quale illumina i dintorni. Dalle pareti, piccole gocce d’acqua scorrono lentamente riversandosi a terra dando vita un lieve tintinnio che riecheggia per il cunicolo che si fa sempre più stretto. Le due procedono guardando cautamente i dintorni fino a quando si imbattono, alla fine del condotto, in uno scavo del suolo:
- Non è alto, possiamo tranquillamente calarci… - osserva la principessa guerriera illuminando la cavità.
- Ehiii!! Aiutatemi!! – grida all’improvviso Fillide dal cunicolo sotterraneo.
Le due guerriere si scambiano un’occhiata d’intesa e senza esitare, balzano nel cunicolo trovando, un istante dopo, il giovane appeso alla parete con le brache impigliate in uno spuntone roccioso sporgente. Osservandolo, rivedono il lui il ritratto del padre e considerata la buffa situazione in cui si è cacciato, non possono far a meno di scoppiare in un’allegra risata:
- Non riesci proprio a non combinare guai eh? – gli domanda divertita Olimpia.
- Nel caso non l’aveste capito, non sono in una posizione molto comoda… - osserva il ragazzo contorcendosi più volte cercando di alleviare le sue sofferenze. – Volete mettermi giù?! -
La principessa guerriera si avvicina a lui e alzandosi in punta di piedi, lo guarda dritto negl’occhi con espressione superba:
- Dovrei? -
- Xena non scherzare … non puoi lasciarmi qui, è disumano… ti prego aiutami! – la implora Fillide mentre la vede allontanarsi da lui di un passo.
La mora guerriera scambia un’occhiata divertita con Olimpia e una volta afferrato il chakram, taglia con un colpo netto, la stoffa dei pantaloni impigliata nella roccia, facendo cadere il giovane a terra sgraziatamente con un tonfo sordo:
- Grazie… - esclama sarcastico massaggiandosi il fondoschiena dolorante.
- Xena… guarda qui.- richiama Olimpia interrompendo l’attimo ironico - … La superficie di questo cunicolo è molto scheggiata… deve essere stata scavata da qualcuno. -
- Si, l’ho notato anch’io… proviamo a proseguire, vediamo dove ci porta. -
Su invito della principessa guerriera, i tre proseguono l’esplorazione della misteriosa caverna. Man mano che camminano lungo il cunicolo, questo si fa sempre più stretto costringendo i tre a camminare uno dietro l’altro chinando il capo. Xena, davanti a tutti, procede lentamente illuminando con la torcia il sentiero percorso, ma ad un tratto arresta bruscamente l’avanzata spingendo indietro i compagni con un braccio:
- Fermi… qui c’è un’altra buca… - commenta osservando con maggiore attenzione l’ennesima cavità che si presenta di fronte a loro. – Si direbbe uno scavo abbastanza ampio… sembra quasi una stanza… - continua riferendo ciò che riesce a scorgere.
Decisa a voler esplorare questo nuovo ambiente, Xena compie un lieve salto ricadendo a terra con sicurezza mentre i suoi amici la seguono con qualche secondo di ritardo: la cavità si presenta ampia e spoglia, ma alle pareti sono posizionate delle fiaccole che la principessa guerriera accende per illuminare il luogo.
Posto a terra al centro della stanza i tre trovano a sorpresa un forziere di legno voluminoso e ben rifinito.
- E questo che cos’è? – domanda Fillide inginocchiandosi davanti allo scrigno pronto ad aprirlo.
- A quanto pare ci sbagliavamo… - commenta Olimpia rivolgendosi alla compagna di viaggio. - … Quest’isola non è disabitata… -
- Già… - risponde pensierosa Xena mentre Fillide vinto dalla curiosità, apre il forziere svelandone il contenuto.
Una grande ricchezza appare ai loro occhi: gioielli, monete, oggetti di valore e armi appartenute a grandi guerrieri.
- Per gli dei dell’Olimpo… - esclama il giovane sconcertato dalla meraviglia che ha davanti a se - … Non ho mai visto tanto oro … siamo ricchi!! – continua entusiasta affondando le mani nel forziere per raccogliere a manciate l’immensa ricchezza.
- Giù le mani… - lo richiama Xena costringendolo a rialzarsi dopo avergli afferrato un orecchio. – Cosa ti fa pensare che terremo tutto quest’oro? -
- Ma ti va di scherzare?? Xena, ti rendi conto di cosa abbiamo qui! E’ una vera fortuna!! Ti immagini… potrei divenire re! Io, Fillide il più grande guerriero di tutti i tempi… -
- Re degl’idioti, ascoltami bene… - ribatte Xena severamente - …Noi non ci intascheremo proprio niente… questa ricchezza è frutto sicuramente di qualche scorribanda… se riusciremo ad andarcene da qui, una volta tornati in Grecia distribuiremo ciò che abbiamo trovato ai villaggi che avranno più bisogno di un aiuto economico… -
- Che cosa?! -
- Sono stata abbastanza chiara? – intima minacciosa.
- Si… si, Xena. -
- E allora inizia a posare quello che ti sei infilato nei pantaloni… - ordina al ragazzo notando la collana di perle che spunta dalla cintura.
- Ma… ma, almeno queste quattro cianfrusaglie non posso tenerle?! -
- Fillide…- lo richiama Olimpia – Non dici sempre di voler seguire le orme di tuo padre? -
- Certo! -
- E allora sappi che tuo padre non cercherebbe nessun profitto in questa situazione… lui ha sempre aiutato il prossimo, senza mai chiedere in cambio ricompense per i servizi resi…aveva un animo nobile e generoso, invece di imitare solo le sue gesta di guerriero dovresti imitare le sue gesta umane… -
- Si, forse hai ragione …- osserva il ragazzo mentre posa i gioielli sottratti dal forziere.
- Bravo, Corilo sarebbe fiero di te… - conclude il bardo ricevendo in risposta il sorriso di Fillide.
Xena si inginocchia a terra per chiudere il forziere quando sulla parte superiore un simbolo impresso a fuoco richiama la sua attenzione:
- Io questo l’ho già visto … - commenta osservandolo con interesse cercando di ricordare. – Ma certo… Anacreonte ha questo simbolo tatuato sul braccio… - realizza improvvisamente – Olimpia … questo tesoro appartiene ai predoni che ci hanno attaccato! -
- Ne sei sicura? -
- Si, più che sicura … e poi guarda, su questo forziere non c’è traccia di polvere, dev’essere stato nascosto qui da poco… -
- Hai ragione… questo significa che da qualche parte su quest’isola i predoni hanno un covo… dobbiamo trovarlo… -
- Puoi scommetterci e se tutto va come deve troveremo anche il modo di lasciare l’isola! -

CAPITOLO VII

Decisi a voler sottrarre il tesoro ai predoni dei mari, Xena incarica Fillide di costruire un piccolo scrigno nella quale custodire la ricchezza rubata. Nel forziere trovato nella caverna, vengono poi messe delle pietre per far sembrare inalterato il peso e trarre, così, in inganno i briganti. Lo scrigno composto dal figlio di Corilo viene poi strategicamente nascosto sottoterra nei pressi dell’oasi. In questo modo, secondo i piani della principessa guerriera, gli stessi predoni una volta scoperto l’inganno ordito, non avrebbero mai pensato che il tesoro sottratto si trovi ancora nei pressi del loro nascondiglio.
Una volta essersi organizzate, Xena e Olimpia partono alla ricerca dell’insediamento dei nemici. Mentre Fillide resta all’accampamento, le due iniziano la loro escursione addentrandosi nell’entroterra: il cammino le conduce, con il trascorrere di poche ore, nei pressi del capo opposto dell’isola. Fino a quel momento Xena aveva guidato la spedizione seguendo alcune tracce che man mano si facevano sempre più chiare e frequenti. Ormai convinta di essere nei pressi del covo, la principessa guerriera decide di scalare una piccola rupe dalla quale poter osservare i dintorni con tranquillità sfruttando l’elevazione della vetta che offre una visuale completa del luogo. Infatti, le due eroine elleniche, una volta scalata l’altura si trovano di fronte ad un panorama molto simile a quello della parte dell’isola sulla quale erano approdate a seguito del naufragio. La costa appare più compatta grazie alla presenza di grandi masse rocciose che hanno permesso hai predoni di edificare un attracco comodo e sicuro dove poter ormeggiare il galeone con il quale compiono le loro scorribande.
Un piccolo insediamento occupa la spiaggia e parte della macchia boschiva circostante:
- Ecco qua le formichine operaie … - commenta Xena con soddisfazione avendo scovato i nemici, mentre il desiderio di vendetta guida la sua mente ad elaborare un piano che le permetta di assecondare la sua volontà.
- Come ci muoviamo adesso? – domanda Olimpia attendendo istruzioni dell’amica che da sempre ha avuto il privilegio di scegliere le tattiche da adottare per fronteggiare i loro avversari.
- Mi voglio divertire… è da giorni che non meno un po’ le mani… evitiamo un confronto diretto, sono in tanti e rischiamo di farceli sfuggire e io voglio quel galeone per far ritorno a casa… li cattureremo ad uno ad uno e quando li avremo decimati affronteremo il resto alla vecchia maniera… -
- Quando diamo il via alle danze? -
- Anche subito… dobbiamo solo far attenzione, più saremo caute e meglio sarà, non dobbiamo perdere l’effetto sorpresa. -

Al fine di realizzare il suo piano, Xena resta nascosta sull’altura con Olimpia fino al tramonto ad osservare attentamente i movimenti dei predoni, studiando con cura le abitudini dell’equipaggio affinché posso agire senza dare nell’occhio.
Calata la sera, avvantaggiate dall’oscurità, le due inseparabili guerriere si avvicinano all’accampamento in cerca delle prime vittime da catturare: due marinai terminato, il loro turno di guardia, salutano i compagni e si allontanano dalla vedetta decisi a volersi ubriacare bevendo del sidro. Xena e Olimpia si avvicinano coattamente verso di loro fermandosi poi dietro a dei cespugli, mentre i due sventurati si siedono sulla sabbia chiacchierando, ignari della loro presenza. La bionda poetessa si arrampica su un albero in attesa dell’amica che, prima di raggiungerla, scuote energicamente alcuni rami dell’arbusto per richiamare l’attenzione degl’uomini di mare. Incuriositi dai suoni, i due muovono qualche passo in quella direzione guardandosi intorno cautamente, ma l’oscurità che avvolge i dintorni boschivi impedisce loro di scorgere sagome viventi. Dopo aver atteso qualche altro istante, convinti ormai che si trattasse dei rumori dovuti alla presenza di qualche animaletto, i due si voltano per tornare alla spiaggia, quando Xena balza dall’albero colpendo alla testa gli sventurati con le ginocchia. Il duro colpo fa perdere loro i sensi e alla principessa guerriera non resta altro da fare che trascinare i loro corpi lontano dall’accampamento con l’aiuto di Olimpia.
Dopo avergli legato i polsi con delle liane, le guerriere svegliano i prigionieri gettando dell’acqua sui loro volti intimando di fare silenzio. Costretti a sottomettersi alla volontà di Xena, i due marinai sotto invito di lei, iniziano a camminare senza proferire parola nella direzione che gli è stata indicata. In poche ore di marcia il sentiero percorso li conduce all’accampamento delle guerriere dove ad attenderli vi è Fillide, che vedendo le compagne fare ritorno si alza in piedi sorridendo:
- Siete tornate … - esclama contento - … Iniziavo ad annoiarmi tutto il giorno da solo … e questi chi sono? – domanda in un secondo momento vedendo i prigionieri.
- Abbiamo trovato l’insediamento dei predoni … - spiega in poche parole il bardo - … Xena ha già in mente un piano e come prima cosa dobbiamo iniziare a catturare un po’ di marinai… -
- Beh, vedo che avete già cominciato! -
- Già… -
- Domani ne cattureremo degl’altri … - si introduce Xena, mentre lega ad un albero i due marinai.
- Posso venire con voi? – chiede Fillide con entusiasmo.
- Si, credo che potrai esserci utile … -

Alle prime luci dell’alba, i due prigionieri vengono condotti nella grotta in cui era stato trovato il tesoro e dopo avergli offerto dei frutti per sfamarli, i tre guerrieri fanno ritorno all’insediamento dei predoni pronti ad organizzare nuove imboscate.
Una volta individuato il primo marinaio da catturare, Fillide corre nella sua direzione evitando di farsi scorgere da altri uomini e una volta attirata la sua attenzione si fa inseguire correndo per diversi metri il più velocemente possibile. L’uomo di mare recupera terreno e una volta raggiunto il giovane, sguaina la spada pronto ad aggredirlo, ma Xena spunta all’improvviso alle sue spalle richiamando la sua attenzione picchiettandogli ripetutamente la schiena con una mano. Il marinaio si volta di scatto ma non ha il tempo di realizzare ciò che sta accadendo in quanto un pugno lo colpisce con decisione in pieno volto facendogli perdere i sensi.
Nel frattempo Olimpia si tuffa in mare e si avvicina in immersione alla barca di tre marinai ormeggiati a largo per pescare:
- Aiuto… aiutatemi vi prego! – grida il bardo fingendo di annegare. - Salvatemi vi supplico… - continua con voce impaurita animando vivacemente le braccia per farsi individuare.
Le sue grida richiamano l’attenzione degl’uomini di mare che vedendo una bella donna naufragare, si avvicinano a lei remando velocemente per darle soccorso. Appena la distanza lo permette, uno dei predoni si sporge dall’imbarcazione allungando una mano alla bionda poetessa aiutandola poi a salire a bordo:
- Che ti è successo bella fanciulla? – domanda l’uomo sorridendole maliziosamente.
- Grazie mille bei marinai… non so cosa sarebbe accaduto senza il vostro aiuto… - esclama Olimpia con sensualità dimostrandosi molto malleabile e disponibile.
- Un momento… - interviene all’improvviso un altro predone – Io ti ho già vista! -
Ormai riconosciuta, la bionda guerriera afferra senza esitazione un remo scagliandolo sulla testa del suo interlocutore per poi farlo roteare davanti a se e colpire rapidamente gli altri due uomini prima che possano tentare di reagire.
In un secondo momento cala in acqua il remo improvvisato come arma e compiendo vigorose bracciate fa ritorno a riva prima di essere scoperta.
- Bel lavoro Olimpia… - commenta la principessa guerriera andandole incontro per aiutarla a far scendere dalla barca i tre prigionieri che, una volta essere stati legati e imbavagliati, vengono nascosti insieme all’uomo precedentemente aggredito da Xena e Fillide.
- Adesso che facciamo? – domanda il figlio di Corilo ancora eccitato.
- Niente … aspettiamo. – sentenzia Xena sedendosi a terra.
- Come sarebbe aspettiamo? -
- Sono scomparsi dall’accampamento sei uomini da ieri notte… questo avrà sicuramente insediato dubbi e sospetti tra l’equipaggio. -
- E quindi? -
- Anacreonte è un uomo prevedibile… manderà a breve una gruppo di uomini in spedizione… e come prima cosa, credo proprio che li incaricherà di andare a riprendere il suo forziere. Sarà molto sospettoso e penserà innanzitutto a mettere in salvo le sue ricchezze e poi metterà i suoi scagnozzi sulle tracce del nemico. -
- Allora dobbiamo tornare all’accampamento! Se entrano nella grotta libereranno i due marinai che abbiamo catturato e si accorgeranno del furto del tesoro! -
- Cerca di stare calmo… per andare alla grotta devono passare per forza da questa parte… li bloccheremo prima che possano arrivarci! -

Come previsto da Xena, la misteriosa scomparsa degl’uomini da lei catturati inizia a creare sospetti all’interno della ciurma di Anacreonte.
Un marinaio, dopo essersi consultato con i compagni, si avvicina al braccio destro di Anacreonte per informarlo sui fatti, che dalla sera precedente, stanno destando perplessità nell’accampamento:
- Creso, devo informarti che sei uomini sono spariti da ieri sera… -
- Cosa? -
- Euterpe e Gerione hanno terminato il loro turno di guardia ieri notte e sono andati a farsi una bevuta… nessuno li ha più visti da allora. Credevo si fosse trattato di un caso, magari quei due si sono buttati in mare ubriachi e sono annegati oppure sono stati divorati dagli squali. Ma oggi sono scomparsi altri quattro marinai e ho pensato che fosse il caso di avvisarti. -
- Hai fatto bene Menippeo… torna pure al tuo lavoro, di questa faccenda ora me ne occupo io. Salperemo a breve e la nave è ancora tutta da preparare… dì alla ciurma di affrettarsi. -
- Si, Creso. – conclude congedandosi chinando lievemente il capo mentre il suo interlocutore si incammina avvicinandosi alla tenda del capo.
- Anacreonte, perdona il disturbo… - esclama con tono sottomesso non appena entrato nella dimora del predone.
- C’è qualche problema? – domanda senza distogliere lo sguardo dalla mappa che stava osservando con cura già da qualche tempo.
- Si, sono appena stato informato che sei uomini sono misteriosamente scomparsi da ieri notte in momenti diversi. -
- Non sai dirmi altro a riguardo? – continua autoritario il capo rivolgendogli finalmente attenzione.
- No, non c’è alcuna traccia di loro… tra l’equipaggio iniziano a seminarsi dubbi e sospetti e se posso permettermi, anch’io sono un po’ perplesso… la situazione mi sembra molto strana, ma non posso avanzare ipotesi perché nessuno ha visto niente. -
- Uhm, si … in effetti è molto strano… dobbiamo vederci più chiaro. Deve essere sicuramente opera di qualcuno. -
- Ma Anacreonte, quest’isola è disabitata e poi tutti i nostri nemici sono morti, chi potrebbe averci seguito fin qui per darci problemi? -
- Non lo so, ma lo scopriremo presto. -
- Faccio preparare un gruppo di uomini per perlustrare la zona… -
- No… abbiamo ancora venti uomini… dividili in due squadre: una deve restare qui e continuare i preparativi per la prossima partenza, l’altra mandala alla caverna a riprendere il forziere che abbiamo nascosto, lo voglio qui al sicuro. Poi dai loro disposizioni affinché facciano un sopraluogo accurato di tutta l’isola, se veramente c’è qualcuno che si sta divertendo lo voglio qui in catene! -
- Come desideri Anacreonte! -

di Darkamy

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