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episodio n. 5
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Xena e Olimpia stavano quindi dirigendosi verso Leucade; passeggiavano per il sentiero a piedi, mano nella mano, tirandosi dietro i loro cavalli. La guerriera era ancora molto arrabbiata con la dea, aveva in faccia stampato il broncio, e proprio per questo era rimasta taciturna lungo tutto il viaggio.
Olimpia le era rimasta accanto ed ogni tanto gettava qualche occhiata fugace verso di lei, che però non ne incrociava lo sguardo, anzi, col suo portamento fiero, guardava sempre avanti ed i suoi occhi azzurri erano diventati impenetrabili, mentre i suoi pensieri imperscrutabili. Sapeva quanto stavolta ci fosse rimasta male, perché la sua sorpresa era stata spifferata dalla stessa persona, e per la seconda volta.
<Già la stessa persona e per la seconda volta…> pensava. Poi rifletté: < Ricordo come se fosse ieri la sorpresa che Xena mi volle fare per il mio compleanno, l’ultimo prima della sua morte… Mi disse che Re Triopa aveva bisogno del nostro aiuto a Tebe… così ci dirigemmo là; dopo l’incontro con Ifigenia e la nostra consueta battaglia di scherzi, entrammo nel tempio di Venere per presentare la Dea ad Ifigenia, e fu là che dandomi gli auguri, Venere svelò per la prima volta, il segreto che Xena custodiva gelosamente per se… il Fato volle che sbagliò giorno e Saffo andò via senza che io la potessi sentir declamare… Ma dopo tutte quelle vicissitudini, quando finalmente recuperammo l’Elmo di Mercurio, fui colta di sorpresa quando Xena mi consegnò nel suggestivo tramonto di una rupe a picco sul mare, quella stupenda ode che aveva fatto scrivere per me da Saffo… Eh si, dopo quel gesto, l’ho amata ancora di più… >
Elaborando questi pensieri sentì dunque il bisogno irrefrenabile di baciare la guerriera, tanto che si fermò, costringendo a sua volta Xena a fermarsi; Ignara di tutto quello che stava passando per la testa a Olimpia in quel momento, Xena fu colta di sorpresa, aveva infatti un’espressione confusa. Il bardo la guardò negli occhi, si sollevò sulla punta dei piedi (in effetti era abbastanza la differenza di statura tra le due), e le afferrò le labbra in un lungo ed appassionato, ma allo stesso tempo dolcissimo bacio; infine, staccando, le sue labbra da quelle della guerriera, le sussurrò con aria accomodante: <Ehi, guarda che non crolla mica il mondo se Venere mi ha svelato la sorpresa… Io ti apprezzo lo stesso, non hai bisogno di dimostrarmi assolutamente nulla, perché so quanto grande è l’amore che provi per me!>
Gli occhi di Xena si fecero di colpo meno impenetrabili; sembrava che la donna stesse per cedere all’emozione, che stesse per dire qualcosa di importante all’amica, qualcosa del tipo: “Ti amo profondamente”, ma Venere aveva ragione: non si lasciava mai andare del tutto, non si faceva mai guidare completamente da quell’immenso amore che provava per la tenerissima poetessa; quindi si controllò pronunciando solo: <Guarda, siamo arrivate; quella è la casa di Saffo! Pronta?>
Olimpia fissò il suo sguardo in quegli occhi cerulei, stappando di prepotenza un accenno di sorriso da parte della guerriera, poi annuì comprendendo che stava appositamente sviando discorso, e le disse:
<Ho capito... Ma pensaci a quello che ti ho detto!>

di Bard and Warrior

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