Nerissa, astutamente,
riuscì ad eludere di nuovo le due guerriere.
Xena la guardò con occhi pieni di astio, poi rivolse lo sguardo
verso la sua amica e le disse –
Xena:<Olimpia, so che adesso non ricordi nulla. Belhur ha cancellato
dalla tua memoria sia Nerissa che i lumin soltanto per proteggerti
> -
Olimpia:<Belhur?> - Disse incredula.
Xena: <Sì Olimpia. È stato lui a condurmi da te…ti
racconterò tutto dopo, ma adesso ho un conto in sospeso con
Nerissa! > - Si mise in posizione di lotta impugnando la spada
con entrambe le mani e la fissò in viso rabbiosa.
Xena:<A noi due Nerissa!> -
Nerissa:<Come vedi Xena, non è cambiato nulla. Dopo vent’anni
siamo qui con gli stessi argomenti, l’una contro l’altra
a contenderci il rispetto di Olimpia! > - Adesso la donna non sembrava
affatto preoccupata e accettò la sfida.
Xena:<Tu sei folle! Non riuscirai mai a conquistare il suo rispetto,
neanche con tutti i tuoi incantesimi ci riusciresti! > -
Nerissa:<Questo lo dici tu!> - Nerissa prese un piccolo pugnale
che aveva nascosto dietro la schiena e glielo scagliò addosso.
I riflessi di Xena erano sempre pronti e riuscì a schivarlo
con destrezza.
Xena:<Olimpia va al riparo!> - E la spinse lontano da sé.
Xena:<Ma non capisci Nerissa? Sono i lumin a succhiare la tua linfa
vitale…combattili!> - Anche se provava del rancore per quella
donna, Xena cercò di aprirle gli occhi mettendola in guardia
dai lumin.
Xena:<Non essere succube dei loro raggiri! > - Continuò
la guerriera nel suo intento di farla ragionare.
Nerissa:<Tu parli troppo> - Fu la sua risposta.
Lumin:<Uccidila, Nerissa! Uccidila! > - Intanto le voci dei
lumin divennero sempre più insistenti, incitandola a combattere.
Nerissa prese una spada e iniziò la lotta.
Nerissa:<E’ la resa dei conti Xena…preparati a morire!
> - Con un fendente ben assestato riuscì a farsi avanti,
ma Xena, con un solo colpo, disimpegnò il proprio ferro da
quello dell’avversaria .
Xena:<Stai arretrando Nerissa…Avanti, fatti sotto! > -
Le disse con disprezzo insultante.
Nerissa:<Adesso vedrai Xena…> - Nerissa attaccò
di nuovo la guerriera con un altro fendente che fu respinto con agilità
da Xena, che con un calcio rotatorio la colpì in faccia, facendole
sputare un molare.
Xena:<Ecco…adesso siamo pari > - Le disse, ricordandole
di quella volta che anche lei perse un dente a causa sua.
Nerissa:<Maledetta!> -
Nerissa si pulì le labbra sporche di sangue con il dorso della
mano. Stizzita per essere stata colpita in pieno viso, mostrò
il suo ghigno con ferocia, ringhiando e minacciando di mordere ancora.
Ma sapeva benissimo di essere in difficoltà.
Xena:<E’ tutto qui quello che sai fare Nerissa? Ti ricordavo
più battagliera…mi deludi > - Le parlò con
scherno -
Xena:<O magari sono solo gli anni che passano e che ti hanno indebolita.
Avrai anche un aspetto giovanile grazie ai tuoi lumin ma rimani pur
sempre una povera vecchietta!> Continuò a deriderla fino
a quando Nerissa, sentendosi minacciata, fece ricorso proprio all’aiuto
dei suoi lumin.
Nerissa:<Lumin, annientatela con la vostra potente energia!>
-
Tre entità dall’aspetto iridescente comparvero all’improvviso,
sprigionando bagliori accecanti. Erano incappucciati ed avvolti da
una lunga tunica nera, due occhi rossi luccicavano attraverso due
piccole fessure nel cappuccio.
Iniziarono a scagliare dardi infuocati su Xena, ma la principessa
guerriera, con dei salti prodigiosi all’indietro, riuscì
ad evitare di essere colpita.
Olimpia:<Xena, sta attenta!> - Gridò l’amica.
Purtroppo Olimpia non poté far altro che assistere alla scena
impotente.
Lumin:<E’
inutile Xena, non potrai sconfiggerci. L’aiuto di Belhur non
ti servirà! > La voce cupa e profonda degli spiriti si levò
per l’intera caverna.
Continuarono a bombardarla con i loro poteri oscuri, scoccati da un
lungo bastone che poggiavano per terra ogni qual volta decidevano
di infierire.
Xena fu colpita alla schiena da un raggio di luce arroventato che
la sbalestrò contro una parete.
Il fodero che Belhur le dette si dimostrò efficace. Proteggendola
come uno scudo, salvò la vita alla principessa guerriera, che
si alzò in piedi e senza un graffio, pronta a sfidarli di nuovo.
I lumin, per punire la sua insolenza nel volerli combattere ancora,
tuonarono d’ira scuotendo la terra. Dai loro occhi uscirono
pericolosi fulmini incandescenti.
Xena:<Sta giù !> -Urlò ad Olimpia -
Per proteggerla da questo nuovo assalto, Xena entrò in sintonia
e simbiosi con la sua arma, parando, colpo su colpo, qualsiasi attacco
estremo le venisse rivolto. Tutto questo accadeva sotto gli occhi
ridenti di Nerissa.
La forza distruttiva dei lumin arrossò anche la cima del Vulcano.
Lumin:<Non
uscirai viva da qui, Xena: questa sarà la tua tomba!> -
Ed esplosero ancora saette di fuoco su di lei.
La principessa guerriera, con un’agilità incredibile,
mise in moto il suo corpo con salti strepitosi e piroette per aggirare
ogni azione violenta da parte dei lumin.
Mentre Xena era occupata a lottare contro di essi, Nerissa prese Olimpia
alle spalle minacciandola con un pugnale.
Nerissa: <Arrenditi, Xena, o la uccido!> - L’atto intimidatorio
di Nerissa arrestò di colpo il cuore della principessa guerriera.
Da una parte i Lumin e dall’altra Nerissa. Che cosa avrebbe
potuto fare adesso Xena per salvare la sua amica?
Xena: <Non lo farai Nerissa. Se avessi voluto ucciderla l’avresti
fatto già da un pezzo!> - Le disse la guerriera –
Nerissa:<Ne sei davvero sicura Xena? > - Ma anche questa volta
gli occhi lucidi di Olimpia intenerirono l’animo di Nerissa,
che ebbe un attimo di esitazione nel colpirla a morte.
Xena capì che quello era il momento adatto per agire, così
sfruttò l’occasione a suo vantaggio. Si gettò
nel furore della mischia accompagnata dal suo inconfondibile grido
di battaglia. Con un salto mortale in avanti, sfoderò non solo
la sua grinta ma anche un potente calcio alla testa per Nerissa, facendole
perdere i sensi.
Ora alla mora guerriera non rimaneva che abbattere i Lumin. Con un
ghigno stampato sulle labbra, disse loro –
Xena:<Signori, ho previsto per voi un viaggio di non ritorno negli
inferi! > -
Questi erano pronti a scagliarle addosso altri fulmini e saette quando
Xena, dapprima roteò l’arma nel suo pugno e dopo, con
un solo colpo di spada ben assestato, staccò loro la testa.
La loro fine fu segnata da un’intensa esplosione di fumo e scintille.
Gli spiriti furono
finalmente annientati dalla principessa guerriera che corse esultante
da Olimpia.
Poi Xena si accorse che Nerissa era ancora per terra stordita e corrugò
un sopracciglio.
Xena:<A quanto pare è ancora viva…> -
Olimpia:<Xena, adesso ricordo chi è Nerissa! E’ quella
crociata che pretendeva di farsi giustizia da sé, emettendo
giudizi e condanne in nome dei lumin e chi non si convertiva alla
luce, lo puniva con la morte…Non è vero Xena?> -
Xena:<Esatto Olimpia... Anche tu una volta ti sei convertita alla
luce, cadendo nel suo tranello. Così Belhur ha cancellato una
parte dei tuoi ricordi per proteggerti dall’influenza negativa
dei lumin, ma ora, essendo stati sconfitti, ti ha ridato quella parte
del tuo passato di cui tu non avevi memoria> -
Con la scomparsa dei lumin anche i poteri di Nerissa svanirono. Lo
scorrere veloce del tempo portò via alla donna la giovinezza
che aveva da sempre bramato sotto gli occhi attoniti delle due guerriere.
La sua pelle fresca lasciò il posto ad un’altra più
avvizzita.
Non appena Nerissa riprese il controllo delle proprie facoltà,
capì di aver perso per sempre la lotta.
La sua vita adesso non aveva alcun senso e i suoi occhi bagnati di
lacrime chiedevano solo perdono per il male arrecato.
Il bardo si inginocchiò accanto a lei. Le sollevò il
capo e con infinita bontà le accarezzò una guancia.
Nerissa:<Potrai mai perdonarmi?> -
Olimpia:<Tranquilla, Nerissa: ti ho già perdonata. Tu non
sei colpevole di quanto è accaduto. La colpa è solo
dei lumin che ti hanno plagiata per tutti questi anni…adesso
sei libera!> - Le rispose con indulgenza –
All’improvviso ci fu un boato, seguito da una fortissima vibrazione
che fece tremare l’intera caverna.
Era il vulcano che, il con il suo alito incandescente, scuoteva e
muoveva la terra dalla rabbia. Per vendicare la morte dei lumin, vomitò
un imponente colonna eruttiva composta da pomici, ceneri e lapilli.
Detriti di rocce si staccarono dalle pareti e iniziarono a piombare
giù come pioggia battente.
Xena:<Presto, fuggiamo!> - Urlò la guerriera –
Xena:<E’ pericoloso restare qui!> -
Olimpia:<No, aspetta! Non possiamo lasciare Nerissa!> - Così
le due aiutarono la donna ad alzarsi, ma questa zoppicava dolorante
per una storta alla caviglia.
Nerissa:<Io resto qui, vi rallento la fuga!> - Ed indicò
loro un passaggio segreto nelle mura -
Nerissa:<Vi porterà dritte alla spiaggia…Fuggite ora
o morirete!> -
Olimpia:<Avanti Nerissa, vieni via con noi!> - Il bardo cercò
di farla desistere dal suo proposito di morte ma Nerissa era convinta
che, se avesse sacrificato la sua vita, avrebbe espiato i propri errori.
Così le strinse le mani in segno di affetto e con la sua voce
tremante le disse addio per sempre.
Nerissa:<Non dimenticare Olimpia che ti ho voluta bene. Su, adesso
va… > -
Xena:<Forza…andiamo via…> - le disse la guerriera
–
Xena:<Non possiamo fare più nulla per lei. Questa è
una sua scelta> -
Olimpia a malincuore salutò Nerissa un’ultima volta e
poi con Xena fuggì attraverso un condotto sotterraneo scavato
nella roccia.
Nel frattempo
la fase esplosiva del vulcano non accennava a diminuire. Una gigantesca
nube di gas e di ceneri scaturì dal cratere abbattendosi sull’isola:
questa sembrava sollevarsi dal mare per puntare verso il cielo.
La grande quantità di vapore riversato nell’atmosfera
causò inoltre un’abbondante pioggia che, fluidificando
gli immani depositi di cenere depositatisi sui fianchi del vulcano,
li trasformò in enormi colate di fango.
Come se tutto ciò non bastasse, il collasso della colonna eruttiva
creò la formazione di nubi ardenti che in poco più di
una decina di minuti raggiunsero il mare bruciando e devastando tutto
ciò che incontrarono lungo il loro cammino.
Fortunatamente le due guerriere erano riuscite a mettersi in salvo
grazie all’aiuto di Nerissa.
Quella piccola deviazione sotterranea diede loro il tempo di arrivare
sulla spiaggia e di salire a bordo della “nave nera”.
L’isola di vulcano ormai andava pian piano scomparendo alle
sue spalle e sentendosi più al sicuro, Xena decise di scendere
giù in cabina per raggiungere Olimpia.
Ci avrebbe pensato Fronio a riportarle a casa.
La guerriera entrò nella stanza e, vedendo la amica pensierosa,
si avvicinò a lei e le chiese –
Xena:<Tutto bene?> -
Olimpia:<Sì, tutto bene… > - rispose Olimpia –
Olimpia:<Solo mi dispiace un po’ per Nerissa> -
Xena:<Sì, lo so, ma così ha riscattato il suo passato…
però adesso devi pensare di più a te stessa…va
bene? > -
Olimpia:<Sì, hai ragione Xena. A proposito, dovrai comprarmi
un nuovo abito da guerriera, l’altro è andato perduto
purtroppo > -
Xena:<Non preoccuparti, te ne comprerò un altro. Ne ho visto
uno uguale nei mercati di Tebe. Nel frattempo però controlla
le tue misure, nel caso l’abito risultasse più stretto…>
-
Olimpia:<Stai cercando di dirmi che sono forse ingrassata? >
-
Xena la guardò sorridendo ironicamente -
Olimpia:<Ma insomma, Xena! Non perdi mai l’abitudine di punzecchiarmi!
> -
Xena:<Va bene, va bene, come non detto... Allora rotta verso Tebe!
> -
Eolo, d’incanto, cacciò via le nubi ed il cielo tornò
ad ammantarsi di un tappeto di stelle.
FINE