EPISODIO N. 3
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Nerissa, astutamente, riuscì ad eludere di nuovo le due guerriere.
Xena la guardò con occhi pieni di astio, poi rivolse lo sguardo verso la sua amica e le disse –
Xena:<Olimpia, so che adesso non ricordi nulla. Belhur ha cancellato dalla tua memoria sia Nerissa che i lumin soltanto per proteggerti > -
Olimpia:<Belhur?> - Disse incredula.
Xena: <Sì Olimpia. È stato lui a condurmi da te…ti racconterò tutto dopo, ma adesso ho un conto in sospeso con Nerissa! > - Si mise in posizione di lotta impugnando la spada con entrambe le mani e la fissò in viso rabbiosa.
Xena:<A noi due Nerissa!> -
Nerissa:<Come vedi Xena, non è cambiato nulla. Dopo vent’anni siamo qui con gli stessi argomenti, l’una contro l’altra a contenderci il rispetto di Olimpia! > - Adesso la donna non sembrava affatto preoccupata e accettò la sfida.
Xena:<Tu sei folle! Non riuscirai mai a conquistare il suo rispetto, neanche con tutti i tuoi incantesimi ci riusciresti! > -
Nerissa:<Questo lo dici tu!> - Nerissa prese un piccolo pugnale che aveva nascosto dietro la schiena e glielo scagliò addosso. I riflessi di Xena erano sempre pronti e riuscì a schivarlo con destrezza.
Xena:<Olimpia va al riparo!> - E la spinse lontano da sé.
Xena:<Ma non capisci Nerissa? Sono i lumin a succhiare la tua linfa vitale…combattili!> - Anche se provava del rancore per quella donna, Xena cercò di aprirle gli occhi mettendola in guardia dai lumin.
Xena:<Non essere succube dei loro raggiri! > - Continuò la guerriera nel suo intento di farla ragionare.
Nerissa:<Tu parli troppo> - Fu la sua risposta.
Lumin:<Uccidila, Nerissa! Uccidila! > - Intanto le voci dei lumin divennero sempre più insistenti, incitandola a combattere. Nerissa prese una spada e iniziò la lotta.
Nerissa:<E’ la resa dei conti Xena…preparati a morire! > - Con un fendente ben assestato riuscì a farsi avanti, ma Xena, con un solo colpo, disimpegnò il proprio ferro da quello dell’avversaria .
Xena:<Stai arretrando Nerissa…Avanti, fatti sotto! > - Le disse con disprezzo insultante.
Nerissa:<Adesso vedrai Xena…> - Nerissa attaccò di nuovo la guerriera con un altro fendente che fu respinto con agilità da Xena, che con un calcio rotatorio la colpì in faccia, facendole sputare un molare.
Xena:<Ecco…adesso siamo pari > - Le disse, ricordandole di quella volta che anche lei perse un dente a causa sua.
Nerissa:<Maledetta!> -
Nerissa si pulì le labbra sporche di sangue con il dorso della mano. Stizzita per essere stata colpita in pieno viso, mostrò il suo ghigno con ferocia, ringhiando e minacciando di mordere ancora. Ma sapeva benissimo di essere in difficoltà.
Xena:<E’ tutto qui quello che sai fare Nerissa? Ti ricordavo più battagliera…mi deludi > - Le parlò con scherno -
Xena:<O magari sono solo gli anni che passano e che ti hanno indebolita. Avrai anche un aspetto giovanile grazie ai tuoi lumin ma rimani pur sempre una povera vecchietta!> Continuò a deriderla fino a quando Nerissa, sentendosi minacciata, fece ricorso proprio all’aiuto dei suoi lumin.
Nerissa:<Lumin, annientatela con la vostra potente energia!> -
Tre entità dall’aspetto iridescente comparvero all’improvviso, sprigionando bagliori accecanti. Erano incappucciati ed avvolti da una lunga tunica nera, due occhi rossi luccicavano attraverso due piccole fessure nel cappuccio.
Iniziarono a scagliare dardi infuocati su Xena, ma la principessa guerriera, con dei salti prodigiosi all’indietro, riuscì ad evitare di essere colpita.
Olimpia:<Xena, sta attenta!> - Gridò l’amica.
Purtroppo Olimpia non poté far altro che assistere alla scena impotente.

Lumin:<E’ inutile Xena, non potrai sconfiggerci. L’aiuto di Belhur non ti servirà! > La voce cupa e profonda degli spiriti si levò per l’intera caverna.
Continuarono a bombardarla con i loro poteri oscuri, scoccati da un lungo bastone che poggiavano per terra ogni qual volta decidevano di infierire.
Xena fu colpita alla schiena da un raggio di luce arroventato che la sbalestrò contro una parete.
Il fodero che Belhur le dette si dimostrò efficace. Proteggendola come uno scudo, salvò la vita alla principessa guerriera, che si alzò in piedi e senza un graffio, pronta a sfidarli di nuovo.
I lumin, per punire la sua insolenza nel volerli combattere ancora, tuonarono d’ira scuotendo la terra. Dai loro occhi uscirono pericolosi fulmini incandescenti.
Xena:<Sta giù !> -Urlò ad Olimpia -
Per proteggerla da questo nuovo assalto, Xena entrò in sintonia e simbiosi con la sua arma, parando, colpo su colpo, qualsiasi attacco estremo le venisse rivolto. Tutto questo accadeva sotto gli occhi ridenti di Nerissa.
La forza distruttiva dei lumin arrossò anche la cima del Vulcano.

Lumin:<Non uscirai viva da qui, Xena: questa sarà la tua tomba!> - Ed esplosero ancora saette di fuoco su di lei.
La principessa guerriera, con un’agilità incredibile, mise in moto il suo corpo con salti strepitosi e piroette per aggirare ogni azione violenta da parte dei lumin.
Mentre Xena era occupata a lottare contro di essi, Nerissa prese Olimpia alle spalle minacciandola con un pugnale.
Nerissa: <Arrenditi, Xena, o la uccido!> - L’atto intimidatorio di Nerissa arrestò di colpo il cuore della principessa guerriera.
Da una parte i Lumin e dall’altra Nerissa. Che cosa avrebbe potuto fare adesso Xena per salvare la sua amica?
Xena: <Non lo farai Nerissa. Se avessi voluto ucciderla l’avresti fatto già da un pezzo!> - Le disse la guerriera –
Nerissa:<Ne sei davvero sicura Xena? > - Ma anche questa volta gli occhi lucidi di Olimpia intenerirono l’animo di Nerissa, che ebbe un attimo di esitazione nel colpirla a morte.
Xena capì che quello era il momento adatto per agire, così sfruttò l’occasione a suo vantaggio. Si gettò nel furore della mischia accompagnata dal suo inconfondibile grido di battaglia. Con un salto mortale in avanti, sfoderò non solo la sua grinta ma anche un potente calcio alla testa per Nerissa, facendole perdere i sensi.
Ora alla mora guerriera non rimaneva che abbattere i Lumin. Con un ghigno stampato sulle labbra, disse loro –
Xena:<Signori, ho previsto per voi un viaggio di non ritorno negli inferi! > -
Questi erano pronti a scagliarle addosso altri fulmini e saette quando Xena, dapprima roteò l’arma nel suo pugno e dopo, con un solo colpo di spada ben assestato, staccò loro la testa.
La loro fine fu segnata da un’intensa esplosione di fumo e scintille.

Gli spiriti furono finalmente annientati dalla principessa guerriera che corse esultante da Olimpia.
Poi Xena si accorse che Nerissa era ancora per terra stordita e corrugò un sopracciglio.
Xena:<A quanto pare è ancora viva…> -
Olimpia:<Xena, adesso ricordo chi è Nerissa! E’ quella crociata che pretendeva di farsi giustizia da sé, emettendo giudizi e condanne in nome dei lumin e chi non si convertiva alla luce, lo puniva con la morte…Non è vero Xena?> -
Xena:<Esatto Olimpia... Anche tu una volta ti sei convertita alla luce, cadendo nel suo tranello. Così Belhur ha cancellato una parte dei tuoi ricordi per proteggerti dall’influenza negativa dei lumin, ma ora, essendo stati sconfitti, ti ha ridato quella parte del tuo passato di cui tu non avevi memoria> -
Con la scomparsa dei lumin anche i poteri di Nerissa svanirono. Lo scorrere veloce del tempo portò via alla donna la giovinezza che aveva da sempre bramato sotto gli occhi attoniti delle due guerriere. La sua pelle fresca lasciò il posto ad un’altra più avvizzita.
Non appena Nerissa riprese il controllo delle proprie facoltà, capì di aver perso per sempre la lotta.
La sua vita adesso non aveva alcun senso e i suoi occhi bagnati di lacrime chiedevano solo perdono per il male arrecato.
Il bardo si inginocchiò accanto a lei. Le sollevò il capo e con infinita bontà le accarezzò una guancia.
Nerissa:<Potrai mai perdonarmi?> -
Olimpia:<Tranquilla, Nerissa: ti ho già perdonata. Tu non sei colpevole di quanto è accaduto. La colpa è solo dei lumin che ti hanno plagiata per tutti questi anni…adesso sei libera!> - Le rispose con indulgenza –
All’improvviso ci fu un boato, seguito da una fortissima vibrazione che fece tremare l’intera caverna.
Era il vulcano che, il con il suo alito incandescente, scuoteva e muoveva la terra dalla rabbia. Per vendicare la morte dei lumin, vomitò un imponente colonna eruttiva composta da pomici, ceneri e lapilli.
Detriti di rocce si staccarono dalle pareti e iniziarono a piombare giù come pioggia battente.
Xena:<Presto, fuggiamo!> - Urlò la guerriera –
Xena:<E’ pericoloso restare qui!> -
Olimpia:<No, aspetta! Non possiamo lasciare Nerissa!> - Così le due aiutarono la donna ad alzarsi, ma questa zoppicava dolorante per una storta alla caviglia.
Nerissa:<Io resto qui, vi rallento la fuga!> - Ed indicò loro un passaggio segreto nelle mura -
Nerissa:<Vi porterà dritte alla spiaggia…Fuggite ora o morirete!> -
Olimpia:<Avanti Nerissa, vieni via con noi!> - Il bardo cercò di farla desistere dal suo proposito di morte ma Nerissa era convinta che, se avesse sacrificato la sua vita, avrebbe espiato i propri errori. Così le strinse le mani in segno di affetto e con la sua voce tremante le disse addio per sempre.
Nerissa:<Non dimenticare Olimpia che ti ho voluta bene. Su, adesso va… > -
Xena:<Forza…andiamo via…> - le disse la guerriera –
Xena:<Non possiamo fare più nulla per lei. Questa è una sua scelta> -
Olimpia a malincuore salutò Nerissa un’ultima volta e poi con Xena fuggì attraverso un condotto sotterraneo scavato nella roccia.

Nel frattempo la fase esplosiva del vulcano non accennava a diminuire. Una gigantesca nube di gas e di ceneri scaturì dal cratere abbattendosi sull’isola: questa sembrava sollevarsi dal mare per puntare verso il cielo.
La grande quantità di vapore riversato nell’atmosfera causò inoltre un’abbondante pioggia che, fluidificando gli immani depositi di cenere depositatisi sui fianchi del vulcano, li trasformò in enormi colate di fango.
Come se tutto ciò non bastasse, il collasso della colonna eruttiva creò la formazione di nubi ardenti che in poco più di una decina di minuti raggiunsero il mare bruciando e devastando tutto ciò che incontrarono lungo il loro cammino.
Fortunatamente le due guerriere erano riuscite a mettersi in salvo grazie all’aiuto di Nerissa.
Quella piccola deviazione sotterranea diede loro il tempo di arrivare sulla spiaggia e di salire a bordo della “nave nera”.
L’isola di vulcano ormai andava pian piano scomparendo alle sue spalle e sentendosi più al sicuro, Xena decise di scendere giù in cabina per raggiungere Olimpia.
Ci avrebbe pensato Fronio a riportarle a casa.
La guerriera entrò nella stanza e, vedendo la amica pensierosa, si avvicinò a lei e le chiese –
Xena:<Tutto bene?> -
Olimpia:<Sì, tutto bene… > - rispose Olimpia –
Olimpia:<Solo mi dispiace un po’ per Nerissa> -
Xena:<Sì, lo so, ma così ha riscattato il suo passato… però adesso devi pensare di più a te stessa…va bene? > -
Olimpia:<Sì, hai ragione Xena. A proposito, dovrai comprarmi un nuovo abito da guerriera, l’altro è andato perduto purtroppo > -
Xena:<Non preoccuparti, te ne comprerò un altro. Ne ho visto uno uguale nei mercati di Tebe. Nel frattempo però controlla le tue misure, nel caso l’abito risultasse più stretto…> -
Olimpia:<Stai cercando di dirmi che sono forse ingrassata? > -
Xena la guardò sorridendo ironicamente -
Olimpia:<Ma insomma, Xena! Non perdi mai l’abitudine di punzecchiarmi! > -
Xena:<Va bene, va bene, come non detto... Allora rotta verso Tebe! > -
Eolo, d’incanto, cacciò via le nubi ed il cielo tornò ad ammantarsi di un tappeto di stelle.

FINE

di Sietta

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