torna all'home page


::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni

 

SETTIMA STAGIONE (2001-2002)

Avete letto bene. "Settima stagione". Essendo la serie virtuale di Melissa Good e company, il seguito ideale delle sei stagioni televisive, e volendo questa nuova ricerca prendere le mosse dal mio saggio sul subtext, "Amore vero", mi pareva giusto ripartire anche nella numerazione, proprio come la SVS (da ora in poi la chiameremo così per semplicità), da dove la precedente versione si era fermata. Per altro anche se lo spirito resterà lo stesso, noterete qualche differenza nel modo in cui tratterò il soggetto. In "Amore vero", l'intento era quello di porre in evidenza ogni traccia che nelle immagini o nelle sceneggiature di ogni singolo episodio portasse legna al fuoco della tesi della relazione sentimentale, ma quell'intento, qui non avrebbe ragione di esistere. A prescindere dal fatto che le dichiarazioni di autori ed interpreti, dopo la chiusura della serie tv (e quindi al sicuro da ogni boicottaggio) sono state improntate alla conferma del fatto che Xena e Olimpia fossero una coppia, seppellendo quindi definitivamente, se ancora ce ne fosse stato bisogno, ogni dubbio al riguardo, questo seguito, come abbiamo visto prima, ha voluto dichiarare fin nel titolo il proprio programma e di conseguenza cercare indizi di subtext qui, sarebbe come stare con una bacchetta da rabdomanti in riva al mare. Quindi, anche se il lato sentimentale delle storie farà sempre la parte del leone, non troverete descritti nel dettaglio ogni battuta o sguardo romantico, ma spesso mi limiterò a segnalarli, riportandoli invece integralmente solo quando li giudicherò realmente significativi nel contesto dell'episodio in particolare o della serie in generale, dando così maggior spazio anche a dialoghi di altro genere. Ed inoltre, infatti, trattandosi qui di raccontare storie sconosciute alla maggior parte dei fans, ho preferito privilegiare la narrazione pura e semplice e, per questo motivo, evitare di interromperla con considerazioni a carattere personale, curiosità o informazioni di altro genere che invece relegherò in fondo ad ogni episodio sotto forma di post scriptum, che potrete leggere se vorrete o, se preferite, saltare a pié pari. Per il resto, continuerò a riferirmi ai personaggi già noti con i nomi dell'edizione italiana (Olimpia e non Gabrielle, Venere e non Aphrodite, ecc.) per non creare problemi a quelli che non li conoscono nella versione originale, mentre invece necessariamente dovrò quasi sempre utilizzare i nomi originali per quelli che appaiono qui per la prima volta. Anche i titoli degli episodi dovrò lasciarli in inglese, spiegandone comunque il significato, quando lo riterrò necessario, e di conseguenza, a differenza del precedente saggio, nei riferimenti eventuali ad episodi televisivi, utilizzerò il titolo originale, affiancandogli quello italiano solo la prima volta che li citerò. Ed eccoci quindi pronti a partire per questa nuova affascinante avventura che ci porterà, già in questa stagione, dalle foci del Nilo alla Grecia e dalle coste della Britannia fino ai confini del Nuovo Mondo, confermando gli obiettivi di una saga che ha fatto del viaggio una delle sue caratteristiche portanti, sia che fosse attraverso le terre e i mari che nelle regioni dell'anima, con una destinazione finale che nella serie tv nessuno avrebbe mai osato sognare.


A FRIEND INDEED (prima parte)

Nelle ultime immagini, indelebilmente scolpite nella nostra memoria, dell'episodio conclusivo della sesta ed ultima stagione televisiva di Xena, avevamo lasciato Olimpia sola su una nave che si allontanava lentamente dall'isola maledetta che aveva visto la morte della sua Xena, accompagnata solo dal suo spirito che l'avrebbe seguita ovunque lei fosse andata, cullandola nel suo amore. Un finale dolce e amaro che non poteva consolarci interamente, per quanto ci sforzassimo di accettarlo, ma che certamente, malgrado il suo sorriso triste, non poteva bastare a lungo ad Olimpia. Ed infatti è una donna immalinconita, stordita, emaciata, quella che ritroviamo due mesi dopo, sulla strada che porta a quell'Egitto in cui forse qualche migliaio di volte aveva sperato di essere andata con Xena come questa le aveva chiesto, prima che arrivasse quel monaco dal lontano oriente, involontario emissario del destino. Una notte, mentre si scalda al fuoco di un bivacco in un bosco, Olimpia rilegge le sue stesse pergamene.

OLIMPIA(leggendo): "Sono passati due mesi dal Giappone e dalla morte di Xena. E invece di diventare più facile, sta solo diventando più difficile. Quando lei non c'è, la vedo dappertutto. Quando c'è, tutto quello che vedo è un fantasma. Non ce la faccio a vivere con gli incubi che porta il sonno, e non so quando è stata l'ultima volta che ho mangiato qualcosa. La mia mente è piena di tante domande, domande a cui desidero ardentemente rispondere, ma non posso. E il mio cuore... Il mio cuore è vuoto. "Anche nella morte, Olimpia, non ti lascerò mai" aveva detto. Come può ciò che una volta era un dono, trasformarsi in una sventura?"

Perchè, come le aveva promesso, lo spirito di Xena continua ad apparirle, durante il giorno accompagnandola col suo fardello di ricordi e dolore, impedendole di venire a patti finalmente con la realtà e di affrontare la sua perdita, e la poveretta non riesce più a resistere. La mattina dopo il fantasma è di nuovo accanto a lei, ma Xena si rende subito conto dello strano atteggiamento della compagna che però non trova il coraggio di parlarle, e insieme proseguono il viaggio, con Argo, la cavalla che ha lasciato ad Olimpia insieme al suo chakram e alla sua pesante eredità. Ad un certo punto, accorgendosi che la ragazza si è addormentata in sella, Xena la invita a fare una pausa per riposare e rifocillarsi, ma questa, stanca e nervosa si rivolta rifiutandosi di seguire il consiglio, e finalmente il problema viene fuori.

OLIMPIA(rabbiosamente): Non sei più tu a dare gli ordini qui, Xena! Sei morta, ricordi? (Xena la fissa, con sguardo ferito.) Tu hai fatto le tue scelte. Adesso lasciami fare le mie.
XENA(cercando di calmarla): Olimpia, ascoltami...
OLIMPIA: No, Xena, ascoltami tu. Non ho bisogno di cibo, né di sonno. Quello di cui ho bisogno è di restare sola. Ho bisogno di piangerti. Non riesci a capire? (Lacrime cominciano a scorrerle lungo le guance, ma lei non sembra accorgersene.) Tu mi hai... lasciata. Ed io devo riuscire ad accettarlo. Ma come posso se tu continui a spuntarmi davanti nella mia vita come se non fosse cambiato nulla? Beh, qualcosa è cambiato! Tu sei morta! Tu sei morta e non tornerai! Devo abituarmici ed affrontarlo. Da sola. (Volta la testa, guardando nel vuoto per un lungo momento.) Io mi sono fatta da parte ed ho lasciato che facessi la tua scelta. Adesso sta a te farti da parte e lasciarmi fare la mia. Lasciami andare. Lasciami piangere. Te ne prego.

Xena rimane immobile, come pietrificata, il turbamento chiaramente scritto sul volto. E' evidente che vorrebbe dire qualcosa, qualunque cosa, ma il dolore provocatole dalle parole di Olimpia le paralizzano la lingua.

OLIMPIA: Addio, Xena. Ti amo.

Xena resta a guardare, mentre Olimpia, con gli occhi pieni di lacrime, monta a cavallo, allontanandosi al galoppo. Una lacrima le scende lungo la guancia.

XENA(sussurrando): Addio, Olimpia.

Giunta finalmente alla capitale dell'Egitto, Olimpia viene scortata dalla regina Zenobia, la sovrana che aveva cercato Xena e che appare di poco più anziana di lei, alta e snella, con un portamento regale, malgrado gli abiti laceri che indossa. Ha gli occhi e i capelli molto scuri, ed un viso bello, che porta però le tracce di una scarsa igiene. Senza parlare, la regina le gira intorno esaminandola da capo a piedi. Poi, fermatasi alla sua destra, guarda il chakram che le pende dalla cintura, e quindi la fissa negli occhi.

ZENOBIA: Sei diversa da come ti descrivono le leggende, Xena.
OLIMPIA: Il mio nome è Olimpia.
ZENOBIA(sorpresa): La Poetessa Combattente?
OLIMPIA: Qualcuno mi chiama così.
ZENOBIA: E Xena? Non viaggiate più insieme?
OLIMPIA(ingoiando a fatica): Lei è morta.
ZENOBIA(ansiosamente): Quando? Dove? Come? Le nostre leggende dicevano che non poteva essere sconfitta.
OLIMPIA: Due mesi fa. Su un isola nel lontano oriente. (pausa) E come, è qualcosa a cui preferisco non pensare ora.
ZENOBIA: E tuttavia sei qui?
OLIMPIA(con fermezza): Xena ha fatto una promessa e io sono qui per mantenerla.
ZENOBIA(stancamente): Questo... complica le cose. Come puoi vedere siamo nel bel mezzo di una guerra. Avevo sperato di poter contare sulle doti della Principessa Guerriera per sconfiggere il nemico.
OLIMPIA: Prima che... morisse, Xena mi ha insegnato tutto quello che sapeva sull'arte della guerra. Ho viaggiato e combattuto al suo fianco per sei anni. Vorrei esserti d'aiuto, se posso.
ZENOBIA(dopo aver riflettuto, la fissa negli occhi e sorride): Suppongo che ci siano sorti peggiori che avere la migliore allieva di Xena accanto in una guerra.
OLIMPIA(a voce bassa, con dolore): Molto peggiori, credimi.

A Zenobia non resta che spiegarle la situazione, che come Olimpia ha già intuito dalle condizioni della gente e della regina stessa non è delle più semplici. Il regno è infatti assediato dalle truppe di Brakus, un signore della guerra venuto dalla Grecia e che in poco tempo ha avuto ragione dell'esercito, ridotto ormai ai pochi uomini chiusi all'interno della fortezza. Olimpia si chiede come sia possibile che un semplice warlord possa aver ottenuto simili vittorie, ma Zenobia non sa cosa risponderle. Xena, nel frattempo, è tornata nel limbo nebbioso dell'oltretomba che raccoglie gli spiriti che non hanno superato le loro questioni terrene da dove, grazie a dei portali che si aprono di tanto in tanto e che offrono anche la possibilità di essere attraversati per entrare nel mondo dei vivi, può vedere Olimpia, mentre ripensa a quanto le ha detto la compagna, domandandosi se la sua scelta di non tornare in vita, costringendola ad accettare una decisione che non condivideva, non sia stata un errore. E le parole che lei stessa, le ha rivolto sul Monte Fuji, le tornano alla mente: "Se c’è una ragione per i nostri viaggi insieme, era che io imparassi da te abbastanza da sapere alla fine quale fosse la cosa giusta, la cosa buona da fare." Le ultime parole le echeggiano nella mente come una beffa estrema e l'accusa peggiore verso se stessa.

XENA(parlando a se stessa): Ero così sicura di essere nel giusto. Le anime di quelle persone dipendevano da me e dalla prima scelta non egoistica della mia vita., Ma come può una cosa tanto giusta sembrare così sbagliata?

Dalla nebbia emerge improvvisamente lo spirito di un vecchio sconosciuto che le si avvicina e, ignorando i tentativi di Xena di liberarsi di lui, afferma di essere un amico e una guida per gli spiriti smarriti e bloccati in questa dimensione intermedia da questioni irrisolte lasciate dietro di loro. Avvertendo i suoi dubbi e le sue angosce, lo sconosciuto la interroga.

SCONOSCIUTO: Perché ti nascondi dalla luce, cercando le tenebre? Hai paura?
XENA(stringendo gli occhi): Io non ho paura di niente.
SCONOSCIUTO: Allora devi scegliere il tuo sentiero.
XENA(ironicamente): Ho fatto troppe scelte nella mia vita. La maggior parte sbagliate. (a bassa voce) Lei sola era quella giusta.(...) Ed ora passerò il resto della mia esistenza sapendo che ho ferito la sola persona che per me significasse più della vita.

Lo spirito le offre allora la possibilità di operare una scelta, aprendo di fronte a lei due porte, una che conduce ad una luce splendente come quella del sole e l'altra in una tenebra assoluta, dicendole che per salvare se stessa e la sua compagna dovrà attraversare una delle due, scegliendo con saggezza. Mentre Xena è indecisa sul da farsi, un nuovo portale si apre e le mostra Olimpia che si ristora con un bagno dopo il lungo viaggio, e lo spirito della guerriera osserva per la prima volta le devastazioni che il dolore della sua morte ha provocato nella sua anima gemella. Il corpo una volta snello e muscoloso, è ora consumato e smagrito, con le ossa in dolente evidenza. Ingoiando le lacrime, Xena prende la sua decisione e supera la soglia luminosa, che però appena lei è sparita oltre, si oscura all'improvviso, mentre l'altra si illumina, sotto lo sguardo enigmatico dello sconosciuto. ("Scegli con saggezza, Xena di Amphipoli.") Nel frattempo, Olimpia, rimasta sola, nella sua stanza, estrae dal suo zaino l'urna contenente le ceneri di Xena da cui non si è mai separata e confidando che la sua compagna possa in qualche modo sentirla, cerca di spiegarle il suo comportamento.

OLIMPIA: Xena?... So che dovunque tu sia, puoi sentire i miei pensieri, e voglio che tu sappia che anche se non siamo insieme in questo momento, io ti amo ancora... con tutto il mio cuore. E mi manchi. Più di quanto saprai mai...(Una lacrima scende lungo la sua guancia cadendo sulla superficie lucida dell'urna.) So che potresti non capire perché ti ho chiesto di andartene. A volte non lo capisco neanch'io. Ma so che ho bisogno di... questo. Di questo tempo da trascorrere da sola coi miei pensieri. E con le mie emozioni. Fa male... da morire. Ma so che è meglio così. Deve esserlo. (Scoppia a piangere per un momento, poi si riprende con la forza d'animo che le è caratteristica.) Ricordo una volta, molto tempo fa, quando cercavi di insegnarmi le arti mediche. E mi dicesti che dovevo sempre rammentarmi di togliere con cautela le bende, perché rimuovendole con troppa fretta, avrei riaperto la ferita, e ci sarebbe voluto molto di più per guarire... Ecco cosa sono adesso, Xena. Una ferita aperta. E con te che... appari e scompari dalla mia vita a questo modo, non c'è verso che io guarisca. Spero solo che un giorno tu possa capire.(sollevando l'urna con reverenza, la bacia e poi se la stringe contro la guancia) Ricordi quando una volta ti dissi che c'erano due tipi di lacrime, Xena? Quelle per coloro che ci lasciano e quelle per coloro che non vorremmo mai lasciare andare? Beh, quelle parole hanno adesso più significato che mai. E non ti dirò addio, Xena. Perché saremo di nuovo insieme. Un giorno.

La confessione di Olimpia è sincera e toccante, ma Xena non ha potuto sentirla, perché la porta che ha scelto di attraversare l'ha condotta alle soglie dell'Inferno e, subito individuata dai demoni guardiani, la Principessa Guerriera è stata scortata davanti al nuovo signore degli inferi dopo la dipartita di Mefistofele, Lucifero, l'ex-angelo, che proprio grazie alla sua astuzia è stato costretto ad assumerne il governo. Il demone non può credere ai suoi occhi e già pregusta un'eternità di tormenti per la sua vecchia nemica, ma Xena, che dopo il suo ingresso nell'Inferno pare svuotata della sua umanità, con un atteggiamento gelido ed irridente riesce a spiazzarlo, convincendolo che è lì solo per stare in un luogo in cui poter continuare a "prendere a calci qualcuno". Intanto, nella capitale, Olimpia, che ingoiando il suo dolore, cerca di concentrarsi sul suo compito, è riuscita a sventare un'irruzione degli uomini di Brakus, conquistandosi il rispetto e la fiducia dei soldati, della popolazione e della regina stessa, che le confida di comprendere perfettamente i suoi sentimenti, poiché anche lei ha perso la persona che amava, suo marito, ucciso durante il primo attacco di Brakus, ma che è riuscita a superarla dedicandosi totalmente alla cura e alla protezione del suo popolo.

OLIMPIA: E questo ti ha aiutata?
ZENOBIA: Non all'inizio, no. Ma poi, ho imparato a indossare... una maschera, se vuoi. Che separasse la donna dentro di me dalla Regina che il popolo vede. E a volte, quella maschera mi permette di... dimenticare... per breve tempo il dolore che porto.
OLIMPIA(tristemente): Non credo che riuscirò mai a dimenticare.
ZENOBIA(prudentemente): Mentre combattevi quegli uomini, oggi, ne sembravi capace.(Olimpia la fissa sorpresa, poi il suo sguardo si tinge d'angoscia quando scorge la verità nelle parole di Zenobia.) Non devi sentirti in colpa, Olimpia. La capacità di dimenticare è uno dei doni più grandi della vita. Ci permette di superare difficoltà che pensiamo impossibili. Il tuo dolore sarà sempre là. Solo che qualche volta resterà nascosto. Ci sono ancora molte notti, quando sono sola nei miei appartamenti, che desidererei ardentemente il tocco della sua mano sul mio viso, e il suono della sua voce al mio orecchio. E so, nel profondo della mia anima, che questo non passerà mai. E non desidero che accada.
OLIMPIA: Tu mi capisci davvero.
ZENOBIA: Sì. Proprio come capisco che il tuo amore per Xena brucia intensamente, e che tu onori la sua memoria e la sua eredità, con ogni tuo respiro. Come faccio io per mio marito.

Rinfrancata da questa confidenza, Olimpia si sente più forte per affrontare le difficoltà che ancora l'attendono, ma sarebbe assai meno tranquilla se sapesse quello che Xena nel suo giro turistico per l'Inferno, organizzatole da Lucifero, ha appena scoperto. Dietro gli attacchi e le vittorie di Brakus, c'è proprio il signore degli inferi, che vuole assoggettare anche l'Egitto, ancora fedele agli antichi dèi. Durante il suo giro, infatti, Xena scorge un gruppetto di demoni, occupato a scommettere su una battaglia, che seguono grazie ad un portale utilizzato come una tv, in cui è coinvolta Olimpia che, insieme a Yavin, generale degli Egizi , sta cercando di portare via gli approvigionamenti destinati all'esercito assediante. La vittoria di Olimpia sorprende i demoni che non credono che una donna possa sconfiggere un'armata e dà l'occasione a Xena di sfidare uno dei demoni per dimostrargli quanto si sbaglia. Naturalmente, Xena batte senza difficoltà il suo avversario, ma con un esito che non sappiamo ancora quanto imprevisto, perché alla morte col petto squarciato del demone, i suoi poteri attraverso il contatto con la spada si trasferiscono alla Principessa Guerriera, trasformandola a sua volta nella sua identità demoniaca che avevamo già conosciuto in "Fallen Angel" ("Xena e il ritorno dall'aldilà") della quinta stagione. Appena tornata demone, Xena perde ogni residua traccia di umanità e si scaglia come una furia verso il portale proiettandosi nella realtà materiale, dove entra in contatto con Brakus, che teme l'abbia mandata Lucifero per punirlo di non essere riuscito ancora a conquistare tutto l'Egitto. Ma il demone Xena lo rassicura: è venuta solo ad aiutarlo. Nella fortezza, la fama di Olimpia cresce ulteriormente dopo la nuova vittoria che ha portato anche cibo e medicinali al popolo provato di Zenobia, e Olimpia e Zenobia cominciano a rilassarsi, scambiandosi ricordi affettuosi dei loro perduti amori, e sorridendo l'un l'altra nelle proprie memorie.

ZENOBIA(ridendo): Mio marito aveva la tremenda abitudine di non pulirsi mai gli stivali dal fango.
OLIMPIA(annuendo): Avevo quasi lo stesso problema con Xena. Metteva sempre i piedi sul tavolo. Non dovevo preoccuparmene il più delle volte, se non quando ci fermavamo in un posto per qualche tempo. Non riuscivo a farle tenere gli stivali lontano dal tavolo. Mi faceva impazzire!

Entrambe scoppiano a ridere e poi si guardano.

OLIMPIA: E' bello, no? Riuscire a pensare a cose per cui avrei voluto ucciderla, e desiderare che sia ancora qui per poterla sgridare.
ZENOBIA: Certamente. Loro ci amavano, Olimpia. E avrebbero voluto che andassimo avanti.

Ma questo momento di serenità viene bruscamente interrotto. Giungono infatti notizie di un attacco improvviso che ha indebolito le fortificazioni della città e soprattutto circolano voci che l'assalto fosse guidato da una specie di figura demoniaca. La notizia inquieta profondamente Olimpia che ordina l'immediato rinforzo di tutte le difese, mentre scruta preoccupata l'orizzonte quasi presentendo la presenza della sua compagna ("Riesco a sentirti."), ma in una forma che non vorrebbe mai rivedere. Intanto, l'iniziativa del demone Xena non ha messo di buonumore neanche Lucifero, che deve riconoscere però che l'arrivo di Olimpia ha sicuramente causato un brusco rallentamento alla sua campagna di conquista. Tuttavia non vuole concedere la ragione a Xena quando afferma di essere l'unica che possa eliminare la guerriera bionda e affida al suo fedele luogotenente Baltazar la missione. Una nuova battaglia si accende tra le truppe di Zenobia e di Brakus. Olimpia alla guida dei suoi uomini si batte valorosamente, ma d'improvviso una creatura volante si aggiunge alle forze degli aggressori, è il demone Baltazar che subito si dirige verso Olimpia deciso ad ucciderla. Questa non appena realizza che non si tratta di Xena, si sente sopraffare dal sollievo e un attimo dopo, mentre il demone sta per attaccarla, una luce accecante emana dalla sua schiena. Il grande dragone che le fu tatuato sulla schiena in Giappone brilla con la luminosità di un sole e incenerisce il demone. Il tatuaggio protettivo di Akemi non ha ancora perso niente del suo potere e può ancora distruggere le creature demoniache. Ma scampato il pericolo e respinto il nemico almeno per ora, Olimpia non sente diminuire la sua angoscia per il timore che dietro questi nuovi attacchi possa esserci Xena. Dopo aver visto polverizzare il suo migliore demone, Lucifero non dubita più della pericolosità di Olimpia e decide di accettare l'offerta di Xena. Sarà lei ad occuparsi della sua ex-compagna. All'inizio però, il demone Xena non sembra più molto interessata alla cosa, trovando molto più divertente il suo nuovo impiego di inventare torture per i nuovi arrivati, inoltre da demone neanche lei potrebbe accostarsi ad Olimpia senza finire incenerita. L'unica soluzione, la suggerisce Lucifero stesso, sarebbe quella di riacquistare forma umana per poterla avvicinare in sicurezza. Naturalmente ritornando a quella demoniaca a missione compiuta e tenendo in cambio accanto a se all'Inferno l'anima di Olimpia per sempre. Dopo qualche titubanza, Xena accetta, con un sorriso maligno che le danza negli occhi gialli.

continua...

PS: Recita un famoso proverbio inglese "A friend in need is a friend indeed" (più o meno il nostro "Gli amici veri si vedono nel bisogno"), e a quel proverbio, già servito, nella sua prima parte, come ispiratore del titolo del doppio episodio conclusivo della serie tv, rimanda anche il titolo di questo primo episodio on web, rifacendosi però alla sua seconda parte, e quindi collegandosi direttamente alla fine di quella storia per far comprendere fin dal primissimo istante che quella che sta incominciando in quell'autunno del 2001, è molto di più che una delle tante saghe che la serie tv "Xena Warrior Princess" aveva ispirato su internet. Qui non si tratta dell'ennesima opera di fanfiction, ma neanche di una "stagione virtuale" come quella iniziata appena un mese prima su un altro sito o come quelle che di lì a poco avrebbero invaso il web, mantenendo più una somiglianza con la già citata fanfiction che con un ideale seguito della serie televisiva. E che qui si respiri un'aria diversa, un'aria nuova, ma soprattutto si assapori l'impressione netta di essere davvero tornati in contatto con un mondo ed una storia che sembrava finita senza speranza appena pochi mesi prima, è testimoniato chiaramente dalla semplicità e la complessità ad un tempo già di questo primo episodio. Qui l'attenzione, soprattutto all'inizio, è puntata sui sentimenti tra le due compagne, e io trovo di un'umanità e di un realismo quasi sconcertante, per quello che dovrebbe essere solo una storia d'avventure, il comportamento di Olimpia. Questa sua rabbia e questo rancore, contenuti con sforzo tanto a lungo, verso Xena, che continua a starle accanto, sì, ma in una forma incompleta, che non può soddisfarla, e in più non le permette di sfogare totalmente il suo dolore, esplodono all'improvviso in una frase ("Ho bisogno di piangerti") che ci fa capire tutto lo smarrimento della ragazza davanti ad una decisione che le ha distrutto l'esistenza, e costringe Xena a riflettere profondamente, comprendendo finalmente la portata della sofferenza che ha causato alla persona che ama e a pensare a come rimediarvi, e comunica con poche semplici parole uno stato dell'anima, logico ed impervio nello stesso momento, quello che la psicologia definisce "elaborazione del lutto", e che permette a noi miseri esseri umani di superare le peggiori traversie della vita trovando nonostante tutto la forza per andare avanti. Da notare anche i momenti di straziante tenerezza in cui la ragazza ricorda la sua vita con Xena o parla con lei, confidando che questa possa sentirla dovunque sia. E en passant, cominciamo ad apprezzare l'abilita con cui le autrici dell'episodio (la Good per il soggetto e Susanne Beck e TNovan per la sceneggiatura, ma ci torneremo sopra nel prossimo intervento) ci fanno intravedere la ragnatela che Xena sta tessendo intorno a Lucifero, ottimamente caratterizzato per altro tra l'ironico e il minaccioso, proprio come il personaggio che ricordavamo in "Heart of Darkness" ("Xena e la rivolta di Lucifero") ed ancor di più in "You Are There" ("Xena e l'intervista alla mitologia") entrambi della sesta stagione, senza però farci capire se il suo piano non le abbia preso la mano, facendole perdere definitivamente la sua identità umana. Di un'intensità non comune, questi primi momenti della SVS, ci confermano meglio di qualunque slogan di lancio, che quella che è appena iniziata è in tutto e per tutto il degno seguito della serie televisiva. Breve nota finale, per ora: le frasi che Olimpia ripete, rivolgendo il suo pensiero a Xena, sono tratte dall'indimenticabile "The Quest", seconda stagione, mentre ovviamente quella che risuona nella mente di Xena, viene direttamente dalla sua bocca negli ultimi tragici momenti di "Friend in Need".

 





torna all'home page