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NEANCHE LA MORTE :::
CHOISES
Dopo il loro ricongiungimento, Xena e Olimpia sono tornate in Grecia e hanno ripreso a viaggiare insieme, ma una notte nell'accampamento che dividono, Xena si rende conto di quanto ancora Olimpia non abbia superato la lunga crisi che le ha separate. La ragazza è infatti preda di continui incubi in cui rivive attimo per attimo i momenti del ritrovamento del suo corpo trafitto di frecce e decapitato e anche se cerca di rassicurarla che ne uscirà, non può non ammettere che la cosa la preoccupi. Lungo la strada, il mattino dopo esaminano insieme la questione. OLIMPIA: Credevo che dopo il tuo ritorno sarebbe stato più
facile. Non so cosa sia, ma sembra che non riesca a scuotermi da
quello che è successo. Xena allunga una mano e le accarezza la schiena. XENA: Dagli tempo. Ma le due donne non hanno il tempo di approfondire la cosa, perchè riescono a malapena a scansarsi dalla strada, prima di essere travolte da un carro guidato da qualcuno evidentemente troppo spaventato anche solo per notarle, e poco dopo si imbattono in una carovana, i cui componenti cercano di convincerle a non proseguire nella direzione in cui stanno andando. In fondo alla strada c'è Milltos, un luogo che secondo loro rappresenta la "fine della strada" in molti sensi. La curiosità di Xena è naturalmente sollecitata, ma Olimpia appare stranamente esitante. Tuttavia la ragazza ammette che forse un po' di distrazione potrebbe aiutarla e quindi le due compagne si dirigono verso il villaggio. Giunte sul posto, l'attenzione di Xena e Olimpia è subito destata dallo strano simbolo sulle vesti degli abitanti intorno a loro, un coltello dentellato. Perplesse le due donne vengono avvicinate dalla locandiera che si offre di ospitarle, ma l'attenzione di Xena è attirata dal vociare confuso di un gruppo di persone incappucciate e che indossano vesti con lo stesso simbolo, che stanno trascinando lungo la via principale un uomo avvolto in bende come una mummia e imbavagliato. Resistendo alle insistenze della locandiera che le vorrebbe spingere dentro prima che passi lo strano corteo, Xena e Olimpia intervengono e riescono a liberare l'uomo, neutralizzando gli individui incappucciati e facendo fuggire l'ostaggio. Ma al loro ritorno alla locanda, Xena e Olimpia si trovano ad affrontare l'ostilità imprevista degli abitanti che le aggrediscono accusandole di aver profanato una cerimonia religiosa e vengono immediatamente circondate da guardie armate. Portate di fronte al consiglio del villaggio, le due donne apprendono da Brandon, il capo del villaggio di essere imputate di aver impedito, con la fuga del "latore del tributo", il pagamento che ogni luna il DioToola pretende dagli abitanti di Milltos in cambio della sua protezione ed ora il dio irato si vendicherà sul villaggio. Le parole di Brandon suonano come una profezia quando rumori di tuono risuonano sulle loro teste e pietre enormi cominciano a rotolare dalla vicina montagna su Milltos. In attesa di decidere della loro sorte, Xena e Olimpia vengono rinchiuse nella prigione. Le due donne decidono per il momento di assecondare i loro carcerieri, ma presto la situazione precipita. La montagna sembra sul punto di esplodere e gli abitanti sempre più spaventati decidono che saranno Xena e Olimpia a sostituire l'uomo fuggito in offerta a Toola. Ma tra il dire e il fare, con Xena e Olimpia, ci sono di mezzo almeno un paio di oceani, come scoprono a loro spese Brandon e i suoi uomini, e nella collutazione che segue la prigione va in fiamme. Ma la situazione non è affatto risolta, dato che dalla montagna arrivano messaggi sempre più minacciosi. Il dio sta per scatenare la sua rabbia sul villaggio e allora Brandon, vista la mancanza di alternative, si assume la responsabilità della salvezza dei suoi concittadini prendendo su di sé l'onere di recare il tributo a Toola, sacrificando la sua vita. La decisione presa in apparente serenità ridà speranza agli abitanti di Milltos, ma non certo alla moglie ed ai figli dell'uomo che inutilmente cercano di dissuaderlo. Olimpia che ha osservato attentamente gli sviluppi (e vi riconosce in parte un dramma molto simile che ha attraversato lei stessa) vorrebbe aiutare Brandon e la sua famiglia, ma Xena non vuole mettersi contro tutto il villaggio per una decisione presa da questi in completa autonomia. Anche la rabbia della moglie di Brandon che l'accusa di essere responsabili di tutta quella situazione non sembra smuoverla. Anzi la guerriera l'esorta ad apprezzare l'eroismo di suo marito, ma la donna le risponde che "solo gli stupidi sono tanto vogliosi di morire. Morire è facile. E' chi resta a soffrirne le conseguenze" ed esce come una furia, mentre Olimpia è immobile, col viso teso e senza espressione. XENA(a Olimpia): Se il loro dio è tanto pericoloso, dovrebbe
apprezzare la scelta che ha fatto lui per salvare tutti. E Olimpia si allontana senza un altro sguardo. La reazione di Olimpia colpisce profondamente Xena che forse per la prima volta comincia a capire i sentimenti della compagna. Una nuova processione accompagna questa volta Brandon, che stringe tra le mani lo scrigno col tributo, verso il suo destino. Tra la folla anche la moglie dell'uomo con i figli. MOGLIE(a Xena): Devi pensare che sia un'egoista, vero? Ma improvvisamente Xena si accorge di non riuscire più a vedere Olimpia e apprende che la ragazza ha detto che sarebbe andata a fare una lunga passeggiata per pensare. Il presentimento della guerriera si avvera quando sorprendentemente Brandon riappare nella piazza del villaggio affermando che Olimpia si è offerta di prendere il suo posto. E mentre l'uomo riabbraccia, incredulo, la sua famiglia, Xena si lancia disperata fuori dalle porte del villaggio. Olimpia con in mano lo scrigno del tributo è ormai in una caverna dentro la montagna pronta a buttarsi da una piattaforma in una cascata sottostante, quando Xena si getta su di lei trascinandola via. OLIMPIA(lottando per liberarsi dalla presa): Non lascerò
che quell'uomo muoia, Xena. Non per qualcosa che abbiamo fatto noi,
giusta o sbagliata. Xena fissa Olimpia, chiaramente ferita e un po' scioccata. XENA(dimessamente): Credo di essermelo meritato, eh? Olimpia smette di dibattersi e resta tra le braccia di Xena, tutta la sua rabbia sbollita alla vista della tristezza nello sguardo tormentato della compagna. OLIMPIA: Nessuna di noi lo merita. Olimpia guarda Xena, ora. Entrambe infradiciate dagli spruzzi della cascata. OLIMPIA: Quello mi ha ferita. Xena le posa un bacio sui capelli e, quando Olimpia alza il viso verso di lei, uno sulle labbra. XENA: Da ora in poi. Lo prometto. Questo era un discorso da lungo tempo rimuginato in silenzio ed ora che è finalmente venuto a galla, quella specie di cappa che sembrava soffocare il loro rapporto, pare essersi dissolta e Xena e Olimpia possono finalmente tornare ad affrontare insieme i problemi. A cominciare da quello che hanno sottomano al momento. Olimpia confessa alla compagna che non aveva le idee molto chiare su ciò che avrebbe fatto, se si fosse gettata giù dalla cascata. Se la corrente l'avesse portata da Toola avrebbe cercato di convincerlo a lasciare in pace la gente del villaggio. Ma Xena ha un piano migliore. Sotto la cascata ha intravisto un crepaccio e camminando su uno stretto cornicione le due donne raggiungono, non senza difficoltà, l'apertura ed emergono sull'altro lato della montagna da dove, dietro una parete rocciosa scorgono strane luci. Oltre di essa le attende una visione sorprendente: un vasto accampamento pieno di gente. Donne e uomini in armi, tende sparse ovunque, in un'atmosfera di allegria e ubriacatura generale. E contro la parete un gigantesco maglio posato su un altrettanto grande piatto di metallo e vicina una leva pronta a bloccare con un complicato sistema il flusso della cascata. Lo scopo della prima è subito chiaro quando un paio di uomini si avvicinano al maglio e battendolo sulla roccia provocano vibrazioni e caduta di pietre. Il fondo della cascata non lascia dubbi su ciò che è stato dei tributi degli abitanti di Milltos. Resesi conto della truffa, Xena e Olimpia si gettano sui banditi che troppo sorpresi e ubriachi non riescono a reagire prontamente e la lotta che si accende violenta dura in realtà molto poco. Ma nella fuga uno dei malfattori scaglia una freccia contro Olimpia e Xena riesce appena in tempo a spostarla dalla traettoria, finendo a terra con lei. Olimpia si trova così intrappolata sotto il peso della compagna che non sembra disposta a spostarsi. OLIMPIA: Xena? Ma Xena non dà segni di volerla lasciare andare. OLIMPIA: Perché sto sospettando che ci siano altre ragioni? L'atmosfera tra le due compagne sembra proprio cambiata e con un sorriso Xena si solleva lasciando che Olimpia si rialzi. Raccolto tutto il bottino abbandonato dai banditi in fuga, le due donne tornano al villaggio per raccontare a Brandon e agli altri come siano stati vittime di una frode per molto tempo, e dopo i grandi festeggiamenti che seguono alla notizia, finalmente si ritirano per una notte di meritato riposo. XENA(a Olimpia): Stanca? Olimpia sorride ed abbracciate le due donne entrano nella locanda. La mattina dopo le trova ancora l'una nelle braccia dell'altra sul grande letto nella loro stanza. Il sole della tarda mattinata bacia la schiena nuda col grande drago tatuato di Olimpia che giace ancora pacificamente addormentata su Xena. La guerriera la guarda sorridendo e quando un gallo balza sul davanzale della finestra pronto a cantare lo spinge via con un calcio, prima di richiudere gli occhi. PS: Nella frequentatissima pagina della posta del sito della SVS,
Melissa Good ha spiegato come, dopo aver risolto "fisicamente"
il problema del ritorno di Xena, occorresse anche giungere ad una
soluzione psicologica della faccenda. Non bastava che la Principessa
Guerriera tornasse viva accanto alla sua compagna per risolvere
tutto. Come si capiva bene sia in "Friend in Need" che
in "A Friend Indeed"
Una mattina nel solito accampamento Olimpia viene svegliata da una Xena innervosita dal fatto di non riuscire a ritrovare la sua frusta. La compagna le ricorda l'uso che lei stessa ne ha fatto la notte prima, estraendola da sotto la coperta del giaciglio che condividono. E in caso vi chiedeste cosa si possa fare con una frusta di notte nel proprio letto, chissà che questo dialogo non possa illuminarvi. OLIMPIA: D'accordo, cosa c'è che non va? Che ne dite? E' suonato qualche campanello? Ma lasciamo perdere e torniamo al racconto. Xena non vuole dire ad Olimpia la ragione del suo nervosismo e la discussione presto degenera in un battibecco tra le due donne che non si accorgono di avere una testimone invisibile, una certa adorabile quanto svampita dèa di nome Venere che sente il desiderio espresso da Olimpia che proprio non riesce a capire la sua compagna ("Sai come sarebbe più facile leggere nelle menti?"), e immemore evidentemente dei guai combinati in passato, decide su due piedi di accontentarla. Immediatamente, Olimpia che è scesa al fiume a prendere dell'acqua, comincia udire delle voci nella mente e con sua grande sorpresa capisce che provengono da dei pesci che la stanno osservando sotto il pelo dell'acqua. Indecisa su quello che le è appena capitato, Olimpia raggiunge Xena senza dirle nulla e le due si rimettono in viaggio. Ma di lì a poco, Olimpia si rende conto di non avere avuto un allucinazione, perché continua a sentire i pensieri degli animali, come quelli di Argo che le comunica di avere un sasso nello zoccolo o quelli di un coniglio che lei si era offerta di cacciare per la cena e che la prega invece di risparmiarlo perché ha moglie e sedici figli, o ancora quelli di due scoiattoli impertinenti che si permettono apprezzamenti di dubbio gusto sul suo odore. La situazione sta sfuggendo di mano alla poveretta, senza contare che nel vederla in quello stato Xena comincia a temere che sia impazzita, finché giunte in un villaggio Olimpia si accorge di poter udire anche i pensieri degli abitanti e non potendone più confessa a Xena quello che le sta succedendo. All'inizio, Xena pensa davvero che sia impazzita, ma quando questa le dimostra le sue capacità, deve arrendersi all'evidenza. In seguito ad una rissa provocata da Olimpia nella locanda del posto, le due compagne sono costrette a trascorrere la notte nella stalla e, nonostante le recenti disavventure, questa scena la dice lunga sulla ritrovata sintonia. OLIMPIA: Mi dispiace. Xena ride e si toglie gli stivali mentre Olimpia fa il broncio per la presa in giro. Xena se ne accorge e senza preavviso la getta sulla paglia, poi si china su di lei con le dita a pochi millimetri dalla sua pelle. Ora stanno entrambe ridendo. OLIMPIA: XENA! NO! Xena comincia a solleticarla. Olimpia ride e si dimena nel tentativo di sottrarsi. OLIMPIA: MI ARRENDO! BASTA! Xena si ferma e fissa Olimpia. Stanno entrambe sorridendo, divertite dalla loro zuffa. XENA: Pagami. Olimpia si solleva dalla paglia e si trova naso a naso con Xena. I loro occhi si chiudono e le loro labbra s'incontrano. (Altra breve parentesi, mi perdonerete. Io trovo questa scena deliziosa. I dialoghi, le espressioni delle due protagoniste, la lotta col solletico. Tutto lascia proprio pensare di essere tornati a quei felici momenti di pura commedia che tanto abbiamo amato nella serie tv. Con in più il saporito ingrediente della seduzione, e forse qui possiamo finalmente renderci conto tutti, soprattutto i non subtxters, di quanto in realtà ci mancasse, magari senza neanche saperlo. Fine della digressione.) Dopo il rilassante intermezzo, Olimpia che si sta adesso chiedendo come mai senta i pensieri di tutti, tranne che quelli di Xena, sta cercando insieme alla compagna di ricostruire gli avvenimenti del giorno prima per capire quando e come si sia realizzato il fenomeno. Discutendone, le due donne arrivano nel centro del villaggio dove improvvisamente Olimpia tira da una parte la compagna indicandole degli uomini: stanno organizzando una rapina al magistrato esattore. Ma non c'è modo per loro di denunciare il fatto prima che avvenga senza destare sospetti e quindi dovranno agire autonomamente. Mentre in un tempio di Venere abbandonato, Olimpia riposa (l'affollamento di "voci" nella sua mente le dà il mal di testa) e Xena pensa al da farsi, le due donne ricevono la visita della dèa dell'amore e finalmente capiscono chi c'è dietro i loro problemi. Seraficamente Venere ammette la sua responsabilità, accorgendosi dell'errore commesso: lei voleva che Olimpia potesse sentire solo i pensieri di Xena e invece ha provocato esattamente l'opposto. La dèa neutralizza il sortilegio e Olimpia può riappropriarsi della sua mente. Ma resta il problema dei rapinatori. Promettendo di non ricorrere ai suoi poteri, Venere ottiene da Xena il permesso di partecipare all'operazione, visto che in fondo se hanno la possibilità di prevenire un crimine, il merito è suo. E per la prima volta (visto che non può "trasportarsi" e con quei tacchi neanche camminare a lungo), Olimpia le concede il privilegio di cavalcare dietro Xena, senza approfittarsene, però. Venere monta aiutata da Xena e subito avvolge le braccia intorno alla vita della guerriera, godendosi deliziata il contatto. VENERE(ad Olimpia): Adesso capisco perché ti piace tanto.
Xena lancia un gridolino quando sente le mani di Venere posarsi su qualche posto sensibile. Olimpia estrae i suoi sai e la fissa. VENERE: Non molto, almeno. (Sussurrando velocemente) Non risuccederà. Il tragitto a cavallo con Xena concilia il sonno alla dèa che si addormenta con la testa sulla schiena della guerriera ("Allora non succede solo a me" commenta Olimpia), che al risveglio confessa di non aver dormito così bene da anni e che dovrebbe proprio farsi anche lei "una di queste", indicando la schiena di Xena. Ma non c'è più tempo per gli scherzi, è il momento di occuparsi dei rapinatori e, incredibilmente con l'aiuto attivo della dèa, Xena e Olimpia non tardano ad aver ragione dei banditi e a convincerli a desistere, mettendoli in fuga. Soddisfatta del suo operato, Venere scompare e le due compagne restano sole ad osservare da lontano il carro dell'esattore che passa completamente inconsapevole del rischio corso. OLIMPIA(a Xena): Ora che abbiamo fatto la nostra buona azione quotidiana,
che ne diresti di trovare una bella stanza per la notte? PS: Dopo i pianti di "Friend in Need" e "A Friend Indeed" e i sorrisi a mezza bocca di "Choises", torna il sereno sulla nostra coppia preferita in un episodio che per leggerezza e divertimento ricorda "A Day in The Life" ("Xena contro il gigante"), e che vede inoltre il ritorno della simpaticissima dèa dell'amore (l'ultima volta l'avevamo incontrata in "Many Happy Returns", "Xena e l'elmo di Mercurio", sesta stagione) nella veste non insolita per lei di involontaria combina guai (tra i suoi più classici piccoli grandi disastri, ricordiamo qui, "The Quill is Mightier...", "Xena e l'incantesimo di Venere", terza stagione, e "Little Problems", "Xena e il sortilegio di Venere", quinta stagione). Una delle caratteristiche di maggiore impatto per gli xeniti, oltre all'azione, all'inimitabile mix di storia e mito e al mai abbastanza discusso subtext, erano senz'altro le virate improvvise che la serie prendeva nella commedia (riuscendo magicamente a non alterare i caratteri delle due protagoniste e anzi facendo risaltare l'innegabile feeling che scorreva tra loro) e che trasformavano le sceneggiature in fuochi d'artificio di battute caustiche e dialoghi fulminanti. In questo episodio, TNovan, che aveva già collaborato alla sceneggiatura di "A Friend Indeed", fin dalla prima scena, affastella battute e situazioni umoristiche una dopo l'altra, senza forzature, dominandole con grande abilità (comprese quelle con gli animali "parlanti" dove il rischio del ridicolo è sempre in agguato) ritrovando con estrema naturalezza quel feeling e ridandoci atmosfere di cui sentivamo molta nostalgia, arricchite in più, da quello che è il tema distintivo di questa nuova serie, l'amore visibile e "tangibile" finalmente, per rendercele ancora più gustose. Piccola curiosità finale: questo episodio è stato "recitato" dal vivo davanti ad un pubblico di fans durante una crociera commemorativa organizzata con autori e interpreti della serie nell'estate del 2002. Per l'occasione, Xena fu interpretata da Claire Stansfield (che nella serie era la strega Antinea) e Olimpia da Danielle Cormack (l'Amazzone Anfitea). Lo spettacolo riscosse un grande successo, e forse è inutile aggiungere che la scena del bacio fu particolarmente gradita.
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