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NEANCHE LA MORTE ::: CROSSROADS Impegnate in un rilassante, nonché foriero di interessanti sviluppi, bagno in un laghetto, presso un'allegra cascata, in un incantevole angolo di una foresta, Xena e Olimpia vengono sorprese dall'arrivo di un gruppo di donne, che appena scorgono la guerriera, mentre esce dal lago nuda insieme alla compagna, subito la riconoscono per la sacerdotessa Lea dell'ordine delle vergini del Tempio di Hestia di cui fanno parte loro stesse. Lea è una vecchia conoscenza di Xena e Olimpia (ricordate "Warrior... Priestess... Tramp", "Xena e la congiura al tempio" della terza stagione, vero?) e la sua impressionante somiglianza con la Principessa Guerriera ha causato non pochi problemi ed equivoci in passato. Somiglianza che però si ferma all'aspetto fisico, dato che Lea rappresenta per tutte le vergini dell'ordine il più sublime esempio di virtù e dedizione all'amore puro e casto predicato nel Tempio. Immediatamente Vesta, a capo del gruppo, si prodiga a preservare il pudore della "sacerdotessa", cercando di coprirne le nudità, ma quando si accorge che gli unici abiti presenti sono quelli di una guerriera e che anche Olimpia è nuda, la situazione sfugge alle sue cognizioni di vergine del Tempio, lasciandola incapace di comprendere cosa stia succedendo, né di grande aiuto le sono le sue compagne. Tutto ciò che le limitate conoscenze del gruppetto, per la prima volta fuori dal loro Tempio per recarsi dalle loro consorelle di Tebe, suggeriscono loro è che le due donne siano state assalite e colpite in testa dagli stessi banditi che hanno aggredito anche loro e che abbiano perso il ben dell'intelletto. Visto che le parole non bastano a spiegare l'equivoco, Xena decide di andare per le spicce e mostra loro quanto poco di casto e puro ci sia in lei dando sfoggio delle sue doti ginniche e finendo con un salto per afferrare Olimpia e baciarla appassionatamente. L'imprevisto spettacolo ha un risultato ancora più imprevisto nello svenimento dell'intero gruppo. Ormai convinte di non essere in presenza della loro sacerdotessa, Vesta e le sue sorelle se ne stanno in disparte e rifiutano l'aiuto di Olimpia e Xena che si offrono di accompagnarle a Tebe, scandalizzate dai comportamenti licenziosi delle due donne, così lontani dagli insegnamenti di Hestia. Alla fine però un'altra delle vergini, Anteia, riesce a convincerle che avendo effettivamente bisogno d'aiuto, è meglio soprassedere per il momento sulla moralità della scorta disponibile. Xena e Olimpia tirano a sorte chi di loro accompagnerà le vergini e chi si occuperà invece dei banditi ancora in zona. La moneta assegna le vergini ad Olimpia e i banditi a Xena. OLIMPIA: Non
è giusto... A te toccano sempre i cattivi e a me tocca sempre
scortare le vergini. E Xena mostra a una sbalordita Olimpia una moneta con due "teste", prima di allontanarsi a cavallo, dandole appuntamento di lì a tre giorni in quello stesso posto, e ad Olimpia non resta che mettersi in cammino con le sue riluttanti compagne di viaggio. Così mentre Xena, dal canto suo, dopo aver liquidato con irrisoria facilità i banditi si reca al mercato della città più vicina e si produce in un'attività decisamente insolita per lei, acquisti, facendoci sospettare che nel suo "imbroglio" ci fosse un secondo fine che per ora resta oscuro, Olimpia raccoglie tutta la pazienza che ha per affrontare il tragitto che l'attende in compagnia delle vergini che con il loro atteggiamento intransigente e tetragono, minacciano di fargliela perdere velocemente. Specialmente Vesta e Anteia, evidentemente le anziane del gruppo, paiono particolarmente ostiche ad accettare punti di vista differenti dai propri. Assistendo nel bosco all'atto sessuale tra due conigli, mostrano livelli d'ingenuità incredibili non riuscendo a capire cosa stiano facendo, e quando Olimpia tenta di spiegarglielo cadono letteralmente dalle nuvole, asserendo che l'unica forma d'amore è quella che Hestia ha per le sue creature. Per la verità una tra loro, Peonia, sembra decisamente più sveglia, ma quando ha l'infelice idea di lasciarsi scappare che sua madre le ha raccontato che è così che nascono i bambini, invece che portati da un gigantesco uccello o trovati in un campo di cavoli come affermano Vesta e Anteia, viene immediatamente emarginata dal gruppo. Minacciando di abbandonarle nel bosco, una Olimpia esasperata riesce ad ottenere per la poveretta di poter continuare il viaggio insieme alle altre, ma solo fino al Tempio, dopodiché dovrà abbandonare l'ordine. Allora, Olimpia decide di fare un patto: lei racconterà una storia sulla bellezza dell'amore e se anche ad una sola di loro piacerà dovranno scusarsi con Peonia e riammetterla nelle loro file. Convinte che la loro fede sia a tutta prova, Vesta accetta la sfida e Olimpia comincia a raccontare di "due persone che viaggiarono per il mondo in cerca dell'amore senza accorgersi che l'amore aveva sempre viaggiato insieme a loro". E se questa frase vi ricorda qualcosa, prendetene nota mentalmente, e ci ritorneremo sopra nel post-scriptum, mentre noi raccolti da una ideale macchina del tempo, veniamo traportati indietro di trent'anni per incontrare una Xena ed un'Olimpia, reduci da un periodo molto confuso della loro vita insieme, allora ancora quasi agli inizi, che aveva visto il ritorno dalla morte (il primo) di Xena, grazie all'ambrosia divina, e la battaglia tra due neo-dèe che era quasi costata la vita ad Olimpia.("The Quest" e "A Necessary Evil", "Xena contro Velsinea", nella seconda stagione) Ma in tutto quel caos, forse era un'altro l'avvenimento che aveva profondamente scosso l'allora giovanissima compagna della Principessa Guerriera, il bacio tenero e dolcissimo che Xena le aveva dato nel loro incontro sul piano spirituale, e adesso nel bel mezzo di un indiavolatissimo baccanale, il festival dedicato al dio Bacco durante il quale ogni inibizione viene abbandonata, quel sottile turbamento che da giorni sente dentro di sé comincia a precisarsi in maniera inquietante. Lei, seduta ad un tavolo, mentre tutto intorno energia sessuale si sprigiona dai partecipanti al festival, ha appena rifiutato un invito a ballare di un giovane e ha visto invece la sua compagna accettare quello di un altro uomo, con una strana tristezza in fondo al cuore. Ma dopotutto è stata proprio lei ad insistere con Xena perché si lasciasse andare e cercasse di divertirsi e quindi cos'ha adesso da lamentarsi, mentre la vede volteggiare sulla pista? Tuttavia, il ballo non dura molto e Xena torna a sedersi accanto a lei. Sorpresa, Olimpia le chiede perchè abbia già smesso e, con la sua solita laconicità, Xena le risponde che era un pessimo ballerino. La ragazza protesta, non è vero, ha visto bene come facevano scintille insieme. Ballavano entrambi benissimo, al contrario di lei. Nel vederla così sconsolata, Xena la prende per mano e senza preoccuparsi delle sue resistenze la conduce in mezzo alla sala. Là tra le braccia della compagna, Olimpia scopre di non essere poi così goffa come credeva e, prima imitando e poi seguendo armonicamente i movimenti di Xena, giunge al termine della danza stupita ed emozionata dalla sintonia che si è stabilita tra loro sulla pista e alla guerriera che la interroga, un po' preoccupata dal suo viso arrossato e dal battito cardiaco accellerato, risponde sibillinamente che secondo la leggenda nella notte del baccanale bisogna esprimere a fondo le proprie più profonde passioni o il dio si adirerà provocando la pazzia di chi è incorso nella sua ira. Poi questa conversazione inspiegabilmente imbarazzata si sposta sulla loro avventura contro le baccanti ("Girls Just Wanna Have Fun", "Xena e le baccanti", sempre della seconda stagione), le sacerdotesse vampire di Bacco, e Olimpia, rammentando che Xena si era fatta volontariamente mordere da lei, momentaneamente trasformata in una di quei mostri, per sconfiggere la divinità, le chiede cosa si provi ad essere morsa e Xena glielo mostra senza esitazioni, chinandosi su di lei e mordendola delicatamente sul collo. Poi si stacca da lei, spiandone ansiosa le reazioni. Olimpia ha gli occhi chiusi e il viso completamente immobile. Mentre Xena la osserva, i suoi occhi si aprono lentamente su uno sguardo che la compagna non le ha mai visto prima. OLIMPIA: Xena? E con queste parole, d'impulso la ragazza, prima che la compagna possa fare o dire qualunque cosa, le prende il viso tra le mani e posa le sue labbra su quelle di lei. Il bacio, all'inizio esitante, diventa sempre più profondo. Xena vi risponde e quel momento si prolunga oltre quanto nessuna delle due pensasse. Poi le bocche si separano e gli occhi di Xena si allargano per la sorpresa e lo smarrimento. Anche Olimpia la osserva sconvolta per un momento, poi la comprensione del gesto fatto si fa strada nella sua mente, e la ragazza balbettando delle scuse cerca di scappare via, ma Xena la blocca e sempre tenendola per mano la porta fuori con sé, lontano dalla folla. Lentamente, le due donne camminano fianco a fianco, silenziose, verso la locanda presso cui si sono fermate per la notte. Olimpia ha un'espressione avvilita e Xena continua a scrutarla preoccupata. Appena giunte nella loro stanza, Olimpia ha una crisi rabbiosa di pianto e le chiede come faccia ancora a starle accanto. XENA(sconcertata):
Come faccio a...? Olimpia... Olimpia la fissa in un'espressione mista di speranza e incredulità. OLIMPIA: Ma
tu non l'avevi chiesto. Lo sguardo di Olimpia corre all'unico oggetto d'arredamento della stanza, il letto, per poi tornare su Xena. XENA(sorridendole): Prometto che non ti morderò. A dispetto del suo umore, Olimpia scoppia a ridere al tentativo di umorismo di Xena. OLIMPIA: Neanche se fossi io a chiedertelo? Xena sorride e posandole un braccio intorno alle spalle la conduce verso il letto. XENA: Coraggio. Xena e Olimpia siedono sul bordo del letto, vicine, ma senza toccarsi. Il silenzio acquista quasi solidità tra loro, mentre entrambe cercano di trovare il modo migliore di articolare i loro pensieri. OLIMPIA(guardando
Xena): Sai, Xena, non so dirti quante volte ho fantasticato sul
fatto che noi due avessimo questa conversazione, e che cosa ci saremmo
dette, e dove sarebbe successo. e cosa avrei detto io e cosa... Xena si muove leggermente sul letto, le sue mani, strette tra loro, pendono tra le ginocchia. XENA: Ammettiamolo, Olimpia. Le mie passate esperienze con le relazioni non sono un granché. E tu... la nostra amicizia... è la cosa più importante del mondo per me. Non voglio rovinarla. Olimpia annuisce, mordendosi il labbro inferiore. OLIMPIA: Posso
chiederti una cosa? Xena annuisce. OLIMPIA: Tu volevi che io ti baciassi? Dopo un attimo di esitazione, Xena solleva la testa e fissa Olimpia direttamente negli occhi. XENA: Sì. Un leggero sorriso in cui si affacciano sollievo e felicità illumina il viso di Olimpia. OLIMPIA: Credi
che i nostri cuori stiano cercando di dirci qualcosa? Il sorriso di Olimpia si allarga a tutto il volto. OLIMPIA: Posso
chiederti un'altra cosa?
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