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::: NEANCHE LA MORTE :::

- STORIA E ANALISI DELLA RESURREZIONE DI UN MITO -

(dalla Xena Warrior princess Subtext Virtual Seasons)

di A.Scaglioni

Timidamente, cautamente, Olimpia si tende in avanti e preme le labbra su quelle di Xena in un bacio tenero e dolce, e Xena risponde con la stessa intensità, lasciando che sia Olimpia a decidere il tono di questo loro primo "vero" bacio. La mano di Olimpia scivola verso l'alto fino ad immergersi nei capelli di Xena e il bacio s'intensifica naturalmente finchè i respiri di entrambe s'appesantiscono. Olimpia si stacca con riluttanza, col volto arrossato e gli occhi palpitanti e luminosi.

OLIMPIA: Oh... Questo era...
XENA(con voce roca): Molto piacevole.
OLIMPIA: Direi. Possiamo rifarlo?

Xena ridacchia.

OLIMPIA: Dico sul serio, Xena. Era come... poesia. Morbido e caldo. Eccitante. Appassionato. Una fanciulla potrebbe farci l'abitudine. (aggrottando la fronte) Eccetto che...
XENA(incuriosita): Eccetto che...?
OLIMPIA(arrossendo furiosamente): Eccetto che... beh... io non ho molta esperienza in queste cose. Voglio dire, a parte Perdicca, e con lui è stato solo per una notte. E anche allora...
XENA: Olimpia...
OLIMPIA: ... non era che sapessi davvero quello che stavo facendo e...
XENA: Olimpia...
OLIMPIA: ...lui era molto dolce e gentile e...

Il balbettìo quasi incoerente di Olimpia è interrotto da dita che delicatamente si posano sulle sue labbra. I suoi occhi si dilatano.

XENA(sorridendo): Fidati di me.

Olimpia annuisce, un po' nervosamente, e Xena leva le dita e la fissa con espressione seria.

XENA: Stai bene?
OLIMPIA: Sì! Sì, sto... umh... sto... benissimo.
XENA: Olimpia...
OLIMPIA: No, davvero! Io lo voglio. Voglio...(abbassando lo sguardo e poi rialzandolo timidamente) Io ti amo, Xena.

Xena le prende il viso con una mano.

XENA(mormorando): Anch'io ti amo, Olimpia.

Olimpia le sorride ancora radiosamente, e il suo corpo si rilassa visibilmente. La testa di Xena si abbassa, mentre quella di Olimpia si solleva e le loro labbra s'incontrano ancora in una delicata esplorazione. Le mani di Olimpia risalgono le braccia di Xena, lungo carne morbida e soffice pelle, fino a premersi tra i suoi capelli per avvicinarsi ancora di più. Xena posiziona Olimpia più confortevolmente contro il suo corpo, persa in una calda sensazione d'amore che sorpassa di gran lunga qualunque altra passione abbia mai provato. Ma non ha il tempo di rifletterci sopra, mentre la bocca di Olimpia si fa più decisa. Con un leggero sorriso, si distende su un fianco con Olimpia, l'una di fronte all'altra. Sollevandosi appena un po', tende una mano per spostare i capelli biondi sulla fronte di Olimpia e accoglie con un sorriso lo sguardo che si concentra su lei, quando questa riapre gli occhi.

XENA: Come va?
OLIMPIA(sorridendo radiosa): A meraviglia.

Posando la testa su una mano, Xena sfiora con le dita la pelle nuda di Olimpia sul collo e sullo stomaco, osservandola mentre richiude gli occhi e il suo respiro accellera. A Olimpia sembra di volare. Il tocco di Xena, così tenero e sicuro, le causa piccole esplosioni di sensibilità tutte le volte che se ne sente sfiorare. Il suo cuore galoppa e i suoi polmoni si allargano. Sente un lieve tirare e poi un brivido la coglie mentre il suo corpetto si apre e la fresca aria notturna le percorre la pelle come in adorazione. Il freddo alito dell'aria è sostituito dal calore delle mani di Xena e poi da quello ancora più intenso della sua bocca. Olimpia geme lievemente mentre il suo corpo risponde chiedendone ancora. Improvvisamente, quel calore è di nuovo rimpiazzato dall'aria della notte quando il corpo che giaceva accanto a lei sembra svanito.
Olimpia tende una mano a tentoni e riapre gli occhi in tempo per vedere Xena spogliarsi, la pelle bagnata dai raggi della luna attraverso le fessure della finestra. Sente la sua bocca asciugarsi e cerca, vanamente, di inghiottire.

OLIMPIA: Per gli dèi...

Xena le sorride, mentre si libera dell'ultimo indumento. Lei si sente ammutolita dall'assoluta bellezza della donna che ama. Con naturale grazia, Xena ritorna a letto. Avvolge Olimpia in un caldo abbraccio, bisognosa di sentire ogni parte di quel giovane corpo contro il suo. Rabbrividisce mentre le labbra di Olimpia le esplorano il collo e il seno e lascia che la testa cada all'indietro per darle un migliore accesso. Le sue mani percorrono quella pelle, traendo godimento dalla sua morbidezza. Esamina ogni reazione di Olimpia ad ogni suo tocco e carezza anche mentre sente una fresca ondata di passione sommergerla a causa dell'esplorazione sempre più audace dell'altra. Olimpia geme ancora quando sente la sua cintura allentarsi e la sua gonna aprirsi, ma ogni brivido è immediatamente soffocato dall'incomparabile calore delle gambe di Xena che si avviluppano intorno alle sue. L'emozione è quasi travolgente e quando avverte una mano scivolare lungo la sua coscia, si perde in quella sensazione di dolcezza e bruciante desiderio. Il suo corpo reclama ciò che la sua bocca non riesce a dire, e il suo silenzioso desiderio è esaudito, consumandola completamente. I suoi pensieri si sfaldano, portati via da un bisogno così potente che non può fare nient'altro che arrendervisi. Labbra calde incontrano nuovamente le sue e lei se ne impadronisce avidamente mentre il suo corpo risponde a quei tocchi delicati e suadenti. Con un debole gemito, il suo corpo libera la tensione in un'esplosione di una tale potenza che tutto cessa di esistere tranne quelle ondate di indescrivibile passione. Olimpia torna sulla terra stretta tra forti braccia che la cullano gentilmente mentre una voce profonda le sussurra all'orecchio parole che non capisce. Palpebre pesanti si aprono infine e lei resta ad occhi spalancati, come incantata, nella stanza illuminata dalla luna, totalmente inconsapevole del sorriso beato sul suo volto. Sorridendo, Xena scosta la frangia di capelli fradici di sudore dagli occhi di Olimpia.

XENA: Stai bene?
OLIMPIA: Io? Ohhh sì. Sto proprio... da dio. Non sento le gambe, ma sto...ohhh!

Ridendo sommessamente, Xena stringe a sé Olimpia che getta indietro la testa per un bacio.(Ormai avrete capito che la mia promessa iniziale di cercare di non disturbare il racconto degli episodi con considerazioni personali o altro, non ce la faccio proprio a mantenerla sempre. Se siete subtexters, sapete quanto me, da quanto a lungo era attesa una cosa simile. E sicuramente capirete perché ho deciso di riportare questa lunghissima sequenza nella sua integralità. D'altra parte come si poteva non evidenziare adeguatamente la "prima volta"? Ogni sguardo, ogni parola, ogni esitazione, ogni sospiro, posseggono un'intrinseca importanza in questa scena e niente poteva essere trascurato. Io mi sono limitato a riportare fedelmente ogni frase, quindi la bellezza di questo passaggio è da ascrivere interamente alla bravura di chi lo ha composto originariamente. Ma ora vi lascio nuovamente al racconto e rimandiamo a dopo il discorso, per chi lo vorrà.) Il racconto di Olimpia termina in perfetta coincidenza con l'arrivo del gruppetto alle porte del Tempio, e con il contemporaneo nuovo svenimento di Vesta e Anteia. In compenso, pare che invece le capacità narrative di Olimpia e lo "speciale soggetto" abbiano conquistato tutte le altre vergini che la fissano con occhi sognanti, alcune hanno dovuto anche ricorrere ad un tuffo nelle acque fredde di un vicino stagno per calmare i bollori, quindi questo significherebbe per Peonia l'immediato reintegro nell'ordine, se non che la ragazza non sembra più così convinta che quella sia la sua strada e chiede ad Olimpia, visto che è una regina Amazzone, se potesse mettere una buona parola per lei presso le sue sorelle per farla diventare Amazzone a sua volta. Olimpia promette e saluta le vergini, mentre Vesta e Anteia che si stavano appena riprendendo, alla sua sola vista svengono nuovamente. Tornata al luogo dell'appuntamento con Xena, il laghetto dell'inizio, Olimpia non vede la sua compagna, ma quasi subito, da dietro le spalle, due mani le si posano sugli occhi e la voce di Xena le chiede di tenerli chiusi, poi una benda le viene legata intorno al viso e Olimpia si sente condotta accanto al laghetto, in un posto più intimo, dove sempre senza sbendarla, Xena la denuda e dopo averla detersa con acqua calda e una spugna e asciugata, la fa sedere su una pelliccia d'orso accanto ad un fuoco acceso ed un'ampia varietà di cibi. L'odore suggerisce ad Olimpia che sono tutte cose che lei predilige e sorridendo chiede alla compagna se non stia cercando di farsi perdonare il piccolo imbroglio della moneta. Ma non è così.

XENA(prendendole il volto tra le mani): Olimpia, in tutto questo tempo insieme, tu ti sei presa cura di me come nessun altro aveva fatto mai. Mi hai fatta sentire apprezzata ed amata. Adesso voglio renderti tutto questo.
OLIMPIA(posando la sua mano su quella di Xena): Xena, non è trascorso un giorno in cui tu non mi abbia fatta sentire la persona più preziosa del mondo.
XENA(sorridendo timidamente): Se potessi te lo regalerei il mondo, e tutto ciò che contiene. Concedimi almeno di donarti questa notte.

E così dicendo, Xena comincia ad imboccare la sua bendata compagna con tutti i frutti e i cibi che lei più apprezza, condendoli con sorsi di vini dolci e baci non meno dolci equamente distribuiti tra le labbra e la pelle di Olimpia. E poi passa al dessert, una grossa e tenera fragola, il cui rosso succo scivola lungo il mento e il collo della ragazza scorrendole fino alla linea tra i seni, subito seguito dalla lingua di Xena che si assicura di suggerlo tutto risalendo lungo quel percorso per arrivare nuovamente alle sue labbra. Ma Olimpia non ce la fa più. Afferra la compagna e la trascina con sé sulla calda e morbida pelliccia sotto di loro.

OLIMPIA: Xena, ti prego. Ho bisogno di vederti.

Sorridendo, Xena rimuove la benda e Olimpia sospira osservando la luna appena sorta che accende gli occhi della sua compagna di una speciale luce.

XENA(sommessamente): Tanti anni fa, in una radura non molto diversa da questa, incontrai il mio destino.(accarezzandole i capelli) E me ne innamorai.

Poi la Principessa Guerriera si china su Olimpia e la bacia con tutto l'amore che è in lei, spostando solo le labbra di quel tanto da poterle sussurrare qualcosa all'orecchio.

XENA: Felice anniversario, Olimpia.

PS: Prima di tutto vorrei tornare per un attimo al riferimento a proposito della frase d'esordio del racconto di Olimpia. Quella frase non può non richiamare alla memoria il racconto (che io, a suo tempo, nel saggio sul subtext, avevo colpevolmente trascurato), citato nell'episodio della prima stagione "Athens City Academy Of Performing Bards" ("Xena e l'accademia di Atene"), accendendo di nuova luce quelle parole che ora suonano come una specie di slogan programmatico di quanto già allora, ed eravamo appena agli inizi della serie, gli autori, Robert Tapert in testa, intendessero quella saga come un lungo viaggio destinato a finire con il trovarsi di due anime. Vale la pena, secondo me, citarle qui nuovamente, anche per fare ammenda della mia mancanza di allora. Come ricorderete Xena e Olimpia erano sedute in una taverna e Olimpia aveva appena detto alla compagna che intendeva iscriversi all'accademia di Atene, e le due donne si ritrovano a rievocare un'antica storia che entrambe conoscevano: XENA: "Ricordo solo una storia che mi raccontarono quando ero giovane. Riguardava due orfani che decisero di andare per il mondo alla ricerca delle loro famiglie. E parlava di tutte le loro avventure e della loro continua ricerca. Ma la parte che ricordo meglio è il finale." XENA e OLIMPIA(insieme): "Ma quando il primo di loro..." OLIMPIA: "... giunse alla fine del suo viaggio, si ritrovò..." XENA e OLIMPIA(insieme): ... come all'inizio." OLIMPIA: "La famiglia che aveva sempre cercato aveva viaggiato per il mondo insieme a lui. La sola famiglia che avesse mai conosciuto... di cui avesse mai avuto bisogno... stava proprio accanto a lui. " Che ne dite? Nel rileggerla adesso, mi chiedo come abbia fatto a non accorgermene prima. Spero che questo omaggio tardivo possa almeno rimediare in parte. E adesso riprendiamo il discorso sulla "prima volta". Come scrissi nel mio articolo dedicato appunto a questo speciale avvenimento ("La prima volta di Xena e Olimpia" presente su questo sito), c'era un acceso dibattito tra i fans su quando esattamente si fosse verificato (al punto da aprire nel vasto territorio della fanfiction addirittura un filone appositamente dedicato). Alla fine si era raggiunta una certa identità di vedute. Tutto lasciava supporre che il fatidico momento fosse scattato poco dopo il ritorno di Xena in "The Quest" o, in seconda ipotesi, subito dopo "A Necessary Evil", l'episodio immediatamente seguente (le ragioni di questa convinzione, se non le immaginate da soli, potete trovarle in quell'articolo), ma un conto è pensarlo e un conto sentirselo supportare dal creatore della serie. Sì, perchè questo bellissimo episodio, programmato appositamente per S.Valentino (come per altro alcuni episodi mitici della serie tv, guarda caso tutte pietre miliari del subtext : "A Day in The Life" nella seconda stagione, "One Against An Army" nella terza, e "Between The Lines" , "Xena e il suo karma", nella quarta ), porta tra le firme dei suoi autori anche quella di Robert Tapert. In realtà, come ci raccontano le due sceneggiatrici, Melissa Good e Susanne Beck, l'idea da cui nasce (oltre il desiderio di chiarire una volta per tutte il come e il quando, seguendo gli indizi lasciati dalla saga tv), era un episodio pensato da Tapert per la sesta stagione, ma non girato (un altro), che partiva come un clip-episode (cioè quel tipo di storie che venivano realizzate almeno una volta a stagione e che erano raccontate attraverso inserimenti di scene di episodi passati come, ad esempio il citato "Athens City...") in cui Olimpia ricordava la sua vita a fianco della Principessa Guerriera, e finiva per mostrare alla fine la scena con la fragola, stile "9 settimane e 1/2", che avete appena letto. Poi l'idea saltò, ma al momento di scrivere la storia della "prima volta" per la SVS, la Good si ricordò di quella scena e, dopo aver sottoposto a Tapert una sintesi dell'episodio in cui voleva utilizzarla, ottenne il suo entusiastico permesso. Il diverso mezzo di comunicazione consentiva cose che difficilmente uno show televisivo avrebbe potuto concedersi, a meno che non fosse su Showtime (il canale indipendente che ha trasmesso in questi anni "Queer As Folk" e "The L Word", forse le due serie americane più trasgressive in assoluto) e quindi Tapert era probabilmente il primo ad essere lieto che un episodio come questo che non avrebbe mai, quasi sicuramente, potuto davvero far parte di un'eventuale stagione tv, vedesse comunque la luce. E così le due autrici si misero al lavoro per costruire forse la storia più attesa di tutte, descrivendo più graficamente del solito, come non era mai accaduto prima e non accadrà più in seguito, il rapporto sessuale, mai dimenticando però che questa non è fanfiction, ma, come recita il manifesto della SVS, "una continuazione della serie, nella quale si lavora sui personaggi così come sono stati concepiti da coloro che li hanno creati, ma portandoli là dove molti sono convinti fossero sempre stati", e quindi, anche senza "spengere le luci" al momento critico, preoccupandosi di mantenere un livello accettabile di visto/non visto (da bollino non proprio giallo, ma nemmeno rosso, diciamo arancione, per intendersi, o come dice la Good "a soft R" ) e aggiungendovi un po' di sana ironia sulle mentalità chiuse di quelli che lasciano che siano i dogmi religiosi a pensare per loro (e qui credo che ogni riferimento ai problemi avuti dalla serie tv da parte di alcuni oppositori del subtext, particolarmente accaniti, anche se ormai in rotta, non sia casuale), oltre ad un paio di considerazioni illuminanti di Olimpia sulla famosa notte di nozze con Perdicca ("Return of Callisto", "Xena e il ritorno di Callisto", seconda stagione), altro piccolo "sassolino tolto dalla scarpa". Il tutto in un riuscitissimo mix di passato e presente che ci permette anche di apprezzare appieno la crescita e la maturazione di Olimpia da ragazzina timorosa alla prima esperienza a partner consapevole di Xena, arricchito in più dalle immagini di una Lucìa De Nobrega decisamente ispirata. E direi che il risultato finale sia valso la lunga attesa. Non credete?


BEEN A WONDERFUL LIFE

Intervenute per salvare un villaggio dall'ennesimo warlord, Xena e Olimpia vengono per una volta adeguatamente festeggiate e mentre Xena è occupata ad intrattenere i giovani del luogo, insegnando loro alcune mosse con la spada, Olimpia viene avvicinata da un'anziana donna, Cassandra, che la ringrazia chiedendole di trattenersi insieme alla sua compagna per addestrare i loro uomini alla difesa. La ragazza appare triste e continua a guardare Xena come colta da pensieri improvvisi sul loro passato. La donna le consiglia di lasciar perdere, perché il passato è un posto pericoloso dove fermarsi. Ma Olimpia non può fare a meno di chiedersi cosa potrebbe essere successo se anche una sola cosa del passato fosse stata diversa. Come ad esempio, se lei fosse davvero morta in Tessaglia, all'inizio del loro viaggio insieme. ("Is There A Doctor In The House?", "Xena e il risveglio di Olimpia", prima stagione) Più tardi, è Xena a scorgere Olimpia mentre ha intorno a sé tanti bambini affascinati dalle sue storie, e ancora è Cassandra a soffermarsi con lei a guardarla e a raccogliere le sue confidenze. Xena è portata a domandarsi se avrebbe potuto fare qualcosa per renderle la vita a cui era destinata, quella di più grande narratrice di tutta la Grecia. E la sera fuori dal villaggio accanto al fuoco e sotto le stelle, come al solito, le due donne si comunicano vicendevolmente i loro dubbi.

OLIMPIA: (...) Ti sei mai chiesta cosa sarebbe successo, se fossimo state separate permanentemente anni fa?
XENA: Dici, se l'ambrosia non avesse funzionato?
OLIMPIA: Esattamente. O forse se Perdicca fosse vissuto.
XENA(perplessa e un po' addolorata): Perdicca?
OLIMPIA(rendendosi conto dell'errore): Oh, Xena, non intendevo in quel senso. Io amo te. Lo sai. Stavo solo chiedendomi cosa sarebbe successo se le cose fossero state diverse.
XENA: Credo che non lo sapremo mai quindi non ha senso preoccuparsene. Giusto?
OLIMPIA: Giusto.

E le due compagne si addormentano l'una tra le braccia dell'altra. Nel profondo della notte, una luce si forma all'improvviso al centro del loro accampamento e il fantasma di Anfitea fa la sua apparizione destandole. Sorprese nel rivedere lo spirito della loro vecchia amica Amazzone (era già apparso in "The Last Of Centaurs", "Xena e l'ultimo dei centauri", sesta stagione), si sentono dire che è lì per dare una risposta ai loro dubbi e le invita a seguirla. Attraverso una nebbia sorta all'improvviso che risveglia in Xena mai sopiti timori ("Odio la nebbia. Non porta che problemi."), rammentandole evidentemente quella presente nel limbo di "A Friend Indeed", Anfitea le conduce in una foresta che immediatamente riconoscono per quella che circonda il villaggio amazzone. Questo, dice loro, è quello che sarebbe accaduto se l'ambrosia non fosse stata recuperata e quindi Xena fosse rimasta morta. ("The Quest", seconda stagione) Il villaggio sembra uguale e diverso nello stesso tempo. Le Amazzoni presenti, che non possono vederle, conducono la loro solita vita e le tre donne possono entrare indisturbate nella capanna della regina. E qui, Olimpia ha la possibilità di vedere un'altra se stessa, molto più anziana e ancora con i capelli lunghi. Il suo fisico porta le tracce di una lunga vita di battaglie e stenti, ma ciò che colpisce di più è lo sguardo vuoto di questa Olimpia, come quello di qualcuno che non abbia più voglia di vivere, priva di speranza. Una copia più anziana di Anfitea entra e le comunica che le guerriere sono pronte all'ispezione. Ma una volta uscite, vengono avvicinate da delle bambine che le consegnano dei fiori e la regina Olimpia si rivolge alla sua amica.

REGINA OLIMPIA: Devo portarli a lei. Sarebbe uno spreco lasciarli morire.

E così le due donne (seguite a loro insaputa dalle testimoni invisibili) si dirigono verso una piccola radura accanto ad un ruscello, dove all'ombra di un grande albero giace una tomba. La regina si avvicina e vi deposita i fiori. Poi accarezza la pietra, si china e vi posa un bacio.

REGINA OLIMPIA: Ciao, amore mio. E' una bellissima giornata.(asciugandosi una lacrima) Dèi, Xena... Perché mi ci è voluta la tua morte per ammetterlo con me stessa? Con te.

Là accanto, Xena stringe a sé la "sua" Olimpia, leggendo la scritta sulla lapide.

XENA DI AMPHIPOLI
PRINCIPESSA GUERRIERA
HA DATO LA VITA PER L'ALTRUI LIBERTA'
NOI NON DIMENTICHEREMO

Lo sguardo della regina si volge verso il sole che filtra tra i rami.

REGINA OLIMPIA: Il festival sta per cominciare. Vorrei che tu fossi qui a vedere queste donne. Si battono sempre così duramente per l'onore di portare il tuo chakram ed essere il campione della regina per un anno.
ANFITEA(avvicinandosi): Olimpia, ti prego, ti prego non farti questo! Sono quasi dieci anni dalla morte di Xena. Il popolo prospera sotto il tuo governo. E tu non ti godi nulla di ciò che ci hai dato.(...) Non credi che sia ora di lasciarla andare?
REGINA OLIMPIA: No.
ANFITEA: Perché no?
REGINA OLIMPIA: Perché non le ho mai detto che l'amavo, Anfitea. E' morta senza neanche sapere ciò che provavo per lei.

Davanti alle parole della reggente, che cerca di scuoterla, rammentandole che non ha scritto più niente da anni, con grande shock delle silenziose testimoni, la regina estrae un moncherino da sotto il mantello rispondendo che tutte le sue storie sono morte con Xena.

REGINA OLIMPIA: Ho dato a questo popolo tutto ciò che avevo... tutto ciò che sono. Non è abbastanza? Non potete avere la mia anima, Anfitea. Quella è di Xena, e sarà completa solo quando sarò di nuovo con lei. E vogliano gli dèi che io non abbia molto da aspettare!

Quel dialogo doloroso è insostenibile per Xena che si allontana tenendo sempre stretta Olimpia che ha nascosto il viso contro il suo seno, rifiutando di assistere alla scena. Anche le parole di conforto di Olimpia che le ricordano che tutto questo non è successo, non bastano a consolarla, ma riattraversata la nebbia e tornate al loro accampamento ora dovranno affrontare l'altra faccia della medaglia, quello che sarebbe accaduto se a morire fosse stata Olimpia. Una Xena solitaria, senza armatura e senza armi, sta percorrendo la strada per Potidea, ma giunta in vista della vecchia casa di Olimpia, viene accolta da Erodoto, il padre della sua compagna che con un forcone in pugno le intima di andarsene, accusandola di essere responsabile della morte della figlia nella battaglia tra Tessalici e Etoli. Xena che era solo venuta a riportare ai genitori le pergamene di Olimpia, ingoiando il dolore le lascia a terra e galoppa via, verso la tomba della ragazza, davanti a cui s'inginocchia.

XENA(parlando rivolta verso la tomba): Perché ci rendiamo conto dell'amore solo quando è troppo tardi? So che puoi sentirmi. (sorridendo amaramente) E per una volta dovrai stare in silenzio ad ascoltare. Ti amo, Olimpia. Non sono certa di riuscire a restare sul sentiero che ho iniziato con te, ma ti prometto che non diventerò un mostro. Questa è una promessa che intendo mantenere. Ho posato la mia spada. Sapevo che se l'avessi ripresa non ci sarebbe stata possibilità di tornare indietro. Tu mi hai dato così tanto e io non disonorerò la tua memoria divenendo qualcosa che tu odieresti. (osservando il volo di una colomba che si posa lì accanto, sorride) Penso che saresti orgogliosa di me. Sto usando le mie capacità di guaritrice. Vado in giro e faccio quello che posso per la gente. Incredibile, eh? Da messaggera di morte a portatrice di conforto.

Continuando a seguire questa versione alternativa della Principessa Guerriera, Xena, Olimpia e lo spirito di Anfitea giungono ad Amphipoli, dove quest'altra Xena incontra sua madre e apprende che suo figlio Seleuco che lei aveva ripreso dai centauri (a cui lo aveva affidato anni prima subito dopo il parto, "Past Imperfect", "Xena e la pietra di Issione", quarta stagione) per lasciarlo a casa sua ad Amphipoli, è scappato, e convinto che sua madre lo abbia abbandonato di nuovo si è unito ad un'armata. Partita alla ricerca del figlio, Xena lo ritrova arruolato all'esercito di Callisto, la pericolosa warlord che sta rapidamente conquistando tutta la Grecia (in questa realtà, l'arcinemica di Xena non è morta e quindi non si è redenta divenendo prima un angelo e poi reincarnandosi in Evi,). Il ragazzo che appare ormai cresciuto messo di fronte alla madre si rifiuta di seguirla e sotto lo sguardo compiaciuto e divertito di Callisto, le grida di odiarla e la sfida in combattimento. Ma Xena si rifiuta di battersi con suo figlio e nonostante gli assalti con la spada di questi si limita a difendersi schivando i colpi. Non sopportando di vedere altro, Xena, accompagnata da Olimpia e Anfitea, decide di tornare al suo accampamento e qui lo spirito dell'Amazzone le racconta l'epilogo di quella triste versione della storia in cui madre e figlio si uccideranno a vicenda, Seleuco consumato dal suo odio di figlio che si crede abbandonato e Xena, che resasene conto, lo uccide a sua volta per impedirgli di diventare quello che lei era stata un tempo. Ma una piccola consolazione resta comunque ad attenuare la malinconia della Principessa Guerriera.

OLIMPIA(posando una mano sulla schiena di Xena per confortarla): Non è successo in questo modo. E anche se quello che accadde fu orribile, sappiamo entrambe che lui adesso è felice.
XENA: Lo so. Quando Seleuco morì, non riuscivo ad immaginare sorte peggiore per lui. Fino adesso.

Ma il viaggio delle due donne non è finito, e il mattino dopo lo spirito le porta ad incontrare attraverso il tempo alcuni dei loro discendenti, tra cui c'è anche Janice Covington, discendente di Olimpia (che abbiamo conosciuto nella seconda stagione in "The Xena Scrolls", "Xena e le antiche pergamene") destinata a ritrovare proprio le pergamene della sua ava durante la seconda guerra mondiale, per cui è imperativo, come dice Anfitea, che Olimpia continui a scrivere poiché proprio i suoi manoscritti contribuiranno a combattere un giorno un uomo di nome Hitler. Ma lo spirito non può dirle altro per non mettere a rischio il futuro, anche se Olimpia sarebbe incuriosita di sapere come possa avere dei discendenti, se passerà la sua vita con Xena e a questo quesito sentite come risponde lo spirito di Anfitea.

ANFITEA: C'è tanto tempo, Olimpia. Fidati di me... Parlo per esperienza. Dove c'è una volontà, c'è una maniera.

(Intrigante, no? Come dire che se si desidera fortemente una cosa si finisce per ottenerla. Purtroppo fino ad ora questo enigma non è stato risolto, ma mai dire mai. Comunque lasciamo perdere per adesso e torniamo alla storia.) Insomma, con la loro vita, con ciò che hanno fatto e che ancora potranno fare, Xena e Olimpia hanno dato un contributo notevole al bene, e le due compagne si ritrovano nel villaggio, che ora appare stranamente deserto, in cui questo loro viaggio era iniziato, a baciarsi con passione, per poi guardarsi negli occhi sorridenti.

OLIMPIA: Io... io credo che sia stata una vita meravigliosa, eh?
XENA: Stata? No, Olimpia. E' una vita meravigliosa. E io sono felice di dividerla con te

Anfitea sembra svanita, ma ecco riapparire Cassandra, la vecchia che avevamo incontrato all'inizio dell'episodio. La donna le invita a seguirla in un antico tempio, arredato all'interno come un teatro,dove anche Anfitea si unisce a loro, per intraprendere "l'ultima parte del viaggio alla scoperta di loro stesse". Lo spirito e la vecchia vengono avvolte da una luce abbagliante e al loro posto adesso ci sono due bellissime sconosciute e dietro loro altre sette donne che si presentano. Loro sono le Muse delle nove arti, giunte lì per ringraziarle, mostrando loro i benefici effetti che hanno avuto sulla vita di tante persone, e come attraverso le arti e la storia tanti altri apporteranno in futuro e come proprio grazie a loro le Muse siano sopravvissute al Crepuscolo degli Dèi ancora capaci quindi di guidare ed ispirare nei secoli e millenni a venire l'umanità. Dopo che una per una le Muse hanno lasciato il loro messaggio, tutto scompare. Quella notte, le due donne nel loro accampamento cercano di capire ciò che è accaduto, ancora stordite.

XENA: Non so che dire. E' stato incredibile. Non avevo mai pensato a quanto abbiamo fatto.
OLIMPIA: Siamo state più importanti di quello che pensavamo, e non soltanto per le persone che abbiamo conosciuto e aiutato, ma l'una per l'altra. Xena, io non avrei mai immaginato quello che poteva succederti, se io fossi morta.
XENA: Lo so. E io non avevo mai pensato che le cose potessero mettersi tanto male per noi due. (baciando teneramente la mano di Olimpia) Tu non hai idea di quanto io ami le tue storie e la passione che metti nello scriverle. Sono felice che tu l'abbia ritrovata. E' una parte talmente importante di te, che lo è anche di me.
OLIMPIA(prendendole la mano e accarezzandole il viso): Capisco quello che vuoi dire. Ti ho vista in quell'altro tempo e non riuscivo a crederci... Sembravi così stanca, così sola. La tua forza e il tuo controllo fanno così parte di te. E tu hai condiviso con me la parte più importante di te stessa. Ti ringrazio.
XENA(stringendo Olimpia tra le braccia e guardando verso il cielo stellato): Passiamo così tanto tempo a prenderci cura degli altri. E non ne abbiamo mai davvero per noi stesse. Penso che dovremmo prenderci del tempo per noi un po' più spesso.
OLIMPIA(ridendo e dando un buffetto sullo stomaco di Xena): Sono anni che te lo dico.
XENA(ridendo a sua volta): Lo so, lo so, dovrei imparare ad ascoltarti.
OLIMPIA: Perfettamente d'accordo.
XENA: Sai, separate l'una dall'altra siamo persone complete, ma insieme siamo...

Xena s'interrompe, cercando le parole per esprimere il suo pensiero. Olimpia la guarda dritta negli occhi.

OLIMPIA: Compiute? Insieme siamo compiute.
XENA: Si, si, esatto. Siamo compiute.

Olimpia si tende in avanti per posare un tenero bacio sulle labbra di Xena.

OLIMPIA: Ti amo, Xena. E prometto di dirtelo più spesso.
XENA: Ti amo anch'io, Olimpia e prometto di dimostrartelo più spesso.

Il giorno dopo di primo mattino, Xena e Olimpia risalgono in groppa ad Argo pronte a ripartire per una nuova avventura, ma prima vogliono dare un'ultimo sguardo al villaggio da cui è iniziato il loro viaggio spirituale e davanti a loro vedono solo un'enorme distesa di fiori di ogni colore. Olimpia si stringe alla compagna, ammirando quella vista.

OLIMPIA: Sai cosa?
XENA: Cosa?
OLIMPIA: Io credo che fosse il nostro posto. Solo per noi.
XENA: Sono d'accordo con te.
OLIMPIA: Xena, se decideremo mai di smettere di viaggiare e sistemarci da qualche parte, possiamo tornare qui?
XENA: Senza dubbio. Penso che sia dove siamo destinate a stare.
OLIMPIA: No, è solo un posto. Noi siamo destinate a stare insieme.
XENA: Ancora più d'accordo.

PS: Quello delle realtà alternative è uno dei temi più affascinanti del fantastico. Cosa sarebbe successo se...? E via con le più fantasiose ipotesi. Nella stessa serie di Xena ne troviamo due esempi illuminanti: "Remember Nothing" ("Xena e i tre volti del destino") della seconda stagione, in cui Xena vede cosa sarebbe accaduto, se lei non fosse mai diventata una guerriera, e il bellissimo "When Fates Collide" ("Xena e il corso del destino") della sesta stagione, forse l'episodio tv più bello in assoluto. Il tema si presta anche molto al rimpianto, alla malinconia e al romanticismo e quindi era quasi fatale che un episodio del genere prima o poi sarebbe apparso nella SVS. Meno ovvio era che sarebbe stato firmato da quella TNovan, che fino ad ora aveva mostrato le sue migliori doti nella storie brillanti e che di conseguenza poteva sembrare la meno adatta a scrivere una storia come questa. Ma non dimentichiamo che TNovan aveva anche collaborato alla stesura di "A Friend Indeed" e che quindi aveva mostrato ottime qualità anche sul difficile terreno del dramma. La vicenda, firmata per il soggetto anche da Denise Byrd, regista fissa della serie, ma esordiente assoluta nel team degli sceneggiatori, e Trish Kocialski, new entry del gruppo, e scrittrice nata come tanti sulle fanfiction per poi approdare al vero mercato editoriale, è a tratti crudele fino al sadismo (o al masochismo, visto che tutte queste autrici sono anche fans accanite). Le immagini di Olimpia regina che piange sulla tomba del suo perduto amore Xena, a cui non ha mai neanche potuto dire che l'amava sono strazianti come poche altre, e anche la scena quasi speculare che le vede a parti invertite, poco dopo, non è da meno. Per poi proseguire addirittura (anche se per fortuna ci viene risparmiato di assistervi) con la morte della stessa Xena per mano di suo figlio, non prima di averlo a sua volta ucciso per impedirgli di diventare un guerriero spietato come era stata lei. Poi la vicenda si alleggerisce, anche troppo forse, nella seconda fase con il viaggio alla ricerca dei discendenti e soprattutto la parata delle Muse, di cui francamente mi sfugge un po' l'utilità ai fini della storia, che finisce per trasformarla in una specie di episodio celebrativo che forse sarebbe stato più adatto come series finale. Questa differenza di tono nelle due parti nuoce, secondo me, ad un episodio che altrimenti sarebbe stato eccellente, e che comunque si risolleva nel dialogo finale in cui, forse definitivamente, le due compagne mettono da parte imbarazzi e ritrosie per vivere più compiutamente la loro vita insieme. Tutto sommato, un bell'episodio, che risente forse per la prima volta un po' troppo della preparazione di base delle autrici nella fanfiction (troppe parole e poca azione), dovuto anche forse al fatto che, come dicevo prima, i due terzi del team creativo erano al loro esordio assoluto, ma che ci regala anche momenti molto intensi e che rappresenta comunque un ulteriore importante passaggio nella vita delle due compagne. Oh, una nota che ho trascurato: la morte e la redenzione di Callisto come angelo, e poi il trasferimento della sua anima nel feto ancora nel ventre di Xena, avvengono rispettivamente in "Sacrifice I e II", ("Xena e la rinascita di una dèa" e "Xena e il sacrificio supremo"), finale terza stagione, e"Fallen Angel" e "Seeds of Faith" ("Xena e il trionfo dell'amore"), quinta stagione. Ultima notazione, tutta la storia a cominciare dal titolo rende omaggio evidentemente all'indimenticabile classico di Frank Capra "La vita è meravigliosa" con James Stewart, anche se tutti e due e molti altri non possono che fare riferimento all'immortale racconto di Dickens, "Canto di Natale" (a cui per altro Xena aveva già reso un corposo omaggio nella seconda stagione con "A Solstice Carol", "Xena e il solstizio d'inverno").






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