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DESTINY

di Carmen

(parte quinta)

 


Cap.5: An ordinary day

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Il sole fa capolino dalla finestra, ma non è la sua luce soffusa che disturba il sonno delle due donne.
Con un grugnito infastidito Al spegne la sveglia con un gesto secco, non aprendo però gli occhi e rimanendo ancora avvolta in quel torpore meravigliosamente confortevole.
A pancia in giù con il braccio di Luc a tenerle possessivamente la vita è quasi incatenata al letto.
«Devo alzarmi.» Mormora a fatica, tentando di sgusciare da quella stretta senza svegliare la compagna.
Luc fa una leggera pressione con il braccio e la inchioda al materasso, impedendole di alzarsi.
«Resta qui.» sussurra appena sfiorandole il collo con il naso, venendo invasa da quel profumo di buono e fresco che la caratterizza.
«Non posso. Farò tardi.» tentò di protestare Al, ma sentiva che le sue resistenza non erano molto convincenti.
Le mani di Luc correvano lungo quella pelle vellutata che quella notte aveva imparato a conoscere, sentì che Allison era bagnata e sorrise contro le sue labbra.
«Vediamo se riesco a farti cambiare idea.» disse mentre la penetrava con un dito.
Al gemeva senza ritegno, mentre veniva colta dall’orgasmo.
Entrambe ansimavano. L’appagamento dipinto sul viso in un’espressione di pura beatitudine.
«Buongiorno.» sospirò Luc dandole un leggero bacio a labbra chiuse.
«Sei tremenda!» disse Al appena ebbe recuperato abbastanza fiato.
«Questa me la paghi.»
La stanza si riempì nuovamente di risate e di gemiti bassi e sensuali, vere voci dell’amore.
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Luc stesa al centro del letto fissava il soffitto, lo scroscio della doccia faceva da sottofondo ai suoi pensieri, la sente canticchiare allegramente, ed è avvolta dal suo profumo misto all’odore di sesso.
Era ancora scombussolata per quel risveglio particolarmente movimentato.
Vorrei svegliarmi così tutte le mattine.
Sente la doccia chiudersi e dopo cinque minuti vede Al entrare nella stanza parzialmente rivestita.
«Ti lascio le chiavi, così quando vai via chiudi la porta.» dice mentre si abbottona la camicia e si infila una felpa.
Luc annuisce. «Va bene. Ti dispiace se resto a poltrire ancora un poco?»
Al si avvicina e le sfiora le labbra. «Fa come se fossi a casa tua.»
«Ti vengo a prendere quando finisci?» chiede Luc sistemandosi meglio il cuscino.
«Sei la mia salvezza! La mia auto è ancora dal meccanico.»
Luc ride. «Non l’hai ancora buttata?»
Allison le lancia uno sguardo torvo.
«Se vuoi posso chiedere a John di procurarti una vera macchina.»
«Ehi! La mia macchina non ha niente che non va!»
«Si, si come vuoi.» si arrende alzando le braccia al cielo.
Al sorride. «E poi ora ho il mio autista personale!»
Anche Luc non può reprimere un sorrisetto allegro. «Non farci l’abitudine!»
«Scommetto che se mi impegno riesco anche a farmi prestare la Ferrari.» soffia gattonando sul letto con movenze feline.
Gli occhi di Luc brillano. Si lecca le labbra diventate improvvisamente secche. «Io non ci conterei.»
Chiude gli occhi in attesa della bocca di Al, ma la ragazza si toglie di scatto alzandosi dal letto.
«Ma non ora, sono già abbondantemente in ritardo!»
Luc sbatte le palpebre incredula. «Cosa?»
È incredibile come sia riuscita a trasformarla in un ammasso di gelatina di ormoni così facilmente.
Nessuno mai aveva avuto tutto questo potere su di lei.
L’espressione di Allison è quella di una persona completamente soddisfatta. I suoi occhi verdi emanano un luminosità quasi abbagliante, ha le gote leggermente arrossate e un sorriso angelico sulle labbra.
Luc stringe gli occhi a due fessure. «Questa me la paghi!»
«Sto già tremando.»
Luc ringhia. «Fai bene!»
Allison lascia l’appartamento con una risata divertita, lasciando una Luc completamente soddisfatta che scivola lentamente nelle braccia di Morfeo.
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Allison cammina spedita lungo i corridoi deserti. È in ritardo, ma non le importa nulla.
Con un sorriso beato entra nell’aula, il brusio creato dai ragazzi in attesa della professoressa si interrompe e tutti tornano ai loro posti rapidamente.
«Scusate il ritardo.» dice sedendosi e fissando la classe ammutolita.
«Bene, dove ci eravamo fermati l’ultima volta?»
Tutti prendono il volume dell’Iliade e lo aprono alla pagina indicata.
La lezione ha così inizio, tra sbuffi contrariati e sbadigli.
Nell’ultimo banco Nat fissa distratto un punto imprecisato alle spalle della prof. Nella sua mente si formano immagini poco caste sulla donna che siede dietro alla cattedra, che ora legge un passo di quella che secondo lui è solo una noia mortale.
«Signor Clark pensa di partecipare alla lezione? Che ne dice di illustrare alla classe il suo pensiero riguardo a quello che stavamo dicendo.»
Un sorriso strafottente si forma sulle labbra del ragazzo. Gli occhi verdi di Allison sono freddi e professionali, dentro vorrebbe uccidere quel teppistello.
Si alza senza perdere il sorrisetto. «Penso che sia tutt’un enorme stronzata.»
«Ah, potrebbe spiegarci il perché, magari utilizzando un linguaggio più appropriato.» afferma decisa senza perdere la calma.
Lui si limita a scrollare le spalle in segno di non curanza, poi torna a sedersi scompostamente al suo posto.
«Forse le parole usate erano troppo complesse per te?» dice con voce falsamente dolce e un angolo della bocca tirato in su.
Lo sta coglionando davanti a tutti.
Alcuni ridono sottovoce.
Lui non modo di ribattere. Impreca sottovoce.
«Segui la lezione se non vuoi finire nell’ufficio del preside.» la minaccia ha effetto immediato, Nat si solleva e torna a sedersi più compostamente. Ma continua a fare i suoi sogni erotici a occhi aperti, su quella pantera bionda.
La campanella segna la fine delle lezioni. Prima che la massa di adolescenti corra fuori riesce appena ad avvisarli del compito che si farà la settimana prossima.
«Mi raccomando studiate!»
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Con un sospiro stanco si stiracchia facendo scrocchiare le ossa del collo e delle braccia. Alcuni muscoli non si erano ancora ripresi del tutto. Arrossisce appena ricordandosi della notte appena trascorsa. Si sente felicemente appagata.
Non vedo l’ora di rivederla.
Una testa rossa fa capolino nell’aula rimasta vuota.
«Ehi!»
«Ciao Gina!»
Gina insegna matematica, fa quel lavoro per bisogno e non le piace molto. Nonostante sia molto vicina ai quaranta ha conservato una fresca bellezza e una simpatia straripante. Cosa non facile quando hai un ex marito che non paga gli assegni e una figlia adolescente che ti considera il diavolo reincarnato.
«Che hai fatto alla fronte?» chiede stupita, notando il taglio in via di guarigione.
Al si sfiora la ferita con un gesto distratto. «Nulla di grave. Un piccolo incidente.»
Gina le lancia uno sguardo scettico, ma non fa domande. «Allora vuoi un passaggio oggi?» chiede mentre la bionda sistema i libri in borsa.
«No, oggi non ne ho bisogno.» il sorriso che le si forma automaticamente sulle labbra non può essere fermato.
Gina la guarda con lo sguardo di chi la sa lunga. «Ah, ti viene a prendere l’innamorato!»
Al sembra risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti. «Come?»
«Chris, ti viene a prendere lui.» le ripete piano ridacchiando.
«Ah. No. Io e lui ci siamo lasciati.» dice quasi indifferente.
Gina è incredula. «Cosa? Perché?!»
Al fa un alzata di spalle, ma non dice nulla.
«Strano.» dice pensierosa.
Al la fissa chiedendo con lo sguardo di continuare.
«A vederti sembri una donna che ha passato una sana notte di sesso sfrenato.» conclude continuando a fissarla perplessa.
Al ha un eccesso di tosse. Gli occhi della rossa si illuminano.
«Ma certo! Allora chi è?»
«Chi è chi?» dice mentre si riprende a fatica dalla tosse nervosa che l’ha colpita.
La rossa si limita ad un’eloquente alzata di sopracciglia. «Guardati. Hai gli occhi che ti brillano e sembri camminare a un metro da terra. E poi» indica il foulard che ha legato al collo. «tu non li hai mai portati. Ah-Ah.»
Lo sposta con un dito lasciando scoperto il succhiotto.
Allison arrossisce come una scolaretta. Si stacca con un gesto brusco sistemandosi di nuovo il foulard.
«Brava Sherlock Holmes. Cosa vuoi un premio?»
«Voglio sapere tutto!» esclama con un po’ troppa esuberanza.
Al la fissa severa. Scuote la testa rassegnata e sospira.
È irrecuperabile!
«Non c’è niente da sapere.» sbotta avviandosi lungo il corridoio, seguita a ruota dall’amica.
«Dai, con quei segni ne devi avere molte di cose da raccontare!»
Oh si!
«No.»
Gina sbuffa. «Abbi pietà di me. Avanti racconta qualche dettaglio piccante ad una povera donna che praticamente non ha una vita sessuale!»
Al rotea gli occhi. «Smettila, sembri una bambina!»
Escono nel cortile, dove una Ferrari rosso fiammante è parcheggiata con una splendida donna dai capelli corvini e due occhi di ghiaccio, che sbuffava irritata dalle occhiate che le lanciano, poggiata mollemente sul cofano.
Mai vista una Ferrari! O una donna!
Appena vede la figura snella di Al fare capolino tra la folla di adolescenti, si alza e le lancia un sorriso innamorato, che viene pienamente ricambiato dalla compagna.
«Oh cazzo!» la voce di Gina al suo fianco non viene nemmeno registrata dalla mente di Allison, completamente concentrata sulla figura della compagna.
Lo sguardo di Gina si sposta dall’amica a quella donna continuamente.
«È una tua amica?» chiede con stupore.
«Già. È la mia autista personale!» dice con ironia avviandosi verso Luc.
La ragazza le apre la portiera e fa un gesto teatrale per invitarla ad entrare. «Signorina.»
Al si siede sul sediolino di pelle, con un movimento fluido che attira completamente l’attenzione di Luc.
Bellissima!
Un minuto dopo la Ferrari si allontana con un rombo assordante, lasciando alcuni ancora attoniti.
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«Mi hai sconvolto una scuola!» dice divertita Al guardando Luc che guida concentrata, con le labbra leggermente increspate.
«Proprio dei simpaticoni. Mi fissavano come se non avessero mai visto una macchina.» ha la voce infastidita e il viso imbronciato.
Al glielo accarezza e le soffia nell’orecchio «Ma non era per la macchina.»
Il broncio di Luc si trasforma in un sorriso soddisfatto.
«Allora che hai fatto tutta la mattinata senza di me?»
«Ho fatto un incontro interessante.»
Al aggrotta le sopracciglia. «Che incontro?»
Con un piccolo sbuffo Luc le racconta del brusco risveglio.
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Il campanello che suona insistente disturba il suo meraviglioso sogno sulla sua Dea dagli occhi color smeraldo.
Si alza e indossa la t-shirt dimenticata sul pavimento in chissà qual momento della serata.
Stropicciandosi gli occhi si avvia verso la porta, dove il misterioso scocciatore sembra aver incollato il dito al campanello.
«Arrivo, arrivo.»
Urla nel disperato tentativo di interrompere quel suono fastidioso.
Apre la porta con gli occhi ancora socchiusi dal sonno.
«Si?»
Una figura snella la guarda con un misto di sorpresa e superiorità.
Ma chi diavolo è questa Barbie?
«È in casa Allison?» chiede fissandola dall’alto in basso, con un tono che da praticamente sui nervi a Luc. Reprime la voglia di risponderle male e sbatterle la porta in faccia e si pianta in faccia il sorriso più falso mai visto.
«No. È a lavoro.»
«Ah. E tu chi saresti?»
La pazienza di Luc si sta allontanando velocemente, un lampo assassino passa negli occhi cerulei.
«Non credo che ti riguardi.» sbotta dura.
La Barbie fa per entrare, ma Luc la ferma con un braccio. Quella ragazza le ricorda qualcuno, e le sta pesantemente sulle palle.
«Sono venuta a prendere alcune cose di mio fratello.» dice con tono di superiorità, spostando il baraccio di Luc ed entrando.
L’appartamento è devastato. I vestiti delle due sono sparsi un po’ ovunque, quello che è successo appare evidente, ma la Barbie non ci fa caso.
Luc deve trattenersi per non farle del male fisico.
«Ehi, ma chi ti credi di essere!»
«Oh scusa, non mi sono presentata. Sono Holly.» il tono da perfetta stronza manda in ebollizione Luc più di quanto non sia già.
Calma, non puoi mica ucciderla!
«Bene Holly, perché non ritorni quando c’è Al.»
Lo sguardo gelido di Luc la costringe ad andare. Quella donna le mette i brividi.
«Bene! Ma dici a quella stronza che è solo una puttana. Mio fratello è stato un coglione a perdere tempo con lei per sei anni. Non se lo maritava!»
Luc le afferra un braccio con forza facendola gemere di dolore. «Ahi! Ma sei impazzita.»
«Ti consiglio di moderare i termini.»
Holly trema, quello sguardo è così freddo e minaccioso.
Ma chi diavolo è?
«E ora sparisci prima che perda quel poco di calma che mi è rimasta.»
Holly si allontana, volendo mantenere una certa dignità le rivolge uno sguardo sdegnoso.
Luc scuote la testa innervosita.
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«Mi dispiace.» mormora Al. Non si sarebbe mai aspettata che Holly si sarebbe presentata a casa sua così improvvisamente.
La notizie si è sparsa come una macchia d’olio.
Sa che da un momento all’altro arriverà la chiamata dei genitori, e l’ennesima ramanzina e richiesta di spiegazioni.
«Non preoccuparti. Quella è ancora fortunata a camminare sulle sue gambe!»
Al sorride. «Beh non mi sarebbe dispiaciuto. Non mi è mai stata molto simpatica!»
«E così ho fatto la conoscenza della sorella del tuo ex. Davvero interessante.»
«Non mi aspettavo che Chris spifferasse tutto così in fretta.» dice pensierosa.
«Se lo sa lei, lo sa tutto il mondo.» continua immersa nei suoi ragionamenti mentali ad alta voce.
Maledizione!
«Prima o poi avresti comunque dire a tutti che ti sei lasciata con Chris.» pronunciare quel nome la irrita.
Allison la fissa e poi torna a guardare fuori dal finestrino. «Mio padre mi ucciderà!»
«Tranquilla, io sarò sempre al tuo fianco.» le carezza una guancia con un sorriso dolce distraendosi per un attimo dalla guida. Per puro miracolo riesce a non tamponare una macchina quando passa senza accorgersi dello stop.
«Sempre che riusciamo a sopravvivere alla tua guida!» dice Al con un sorriso tirato lanciando uno sguardo indietro, dove un poveraccio inveisce contro di loro.
Luc scoppia a ridere.
Quando sono con lei non ho paura di nulla. Mi sento protetta!
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Nella stanza perfettamente arredata la tensione può essere tagliata con il coltello. La famiglia Mallard è riunita per riuscire a spiegarsi in modo razionale quello che è accaduto solo il giorno prima.
Due occhi verdi fissano le fiamme placide del camino ignorando quello che la sua famiglia sta dicendo della sua ex fidanzata.
Allison…
Un sospiro triste gli lascia le labbra.
Non riesce a capire, non vuole capire. Erano una coppia perfetta e poi…
Non ti amo più.
In quel momento aveva sentito chiaramente la stilettata di gelo colpirgli il cuore, avvertiva uno sguardo vittorioso sulla sua schiena e questo gli aveva fatto più male di quello triste che aveva scorto negli occhi di Al, velati dalle lacrime.
Ma chi è quella donna?
La voce della sorella che racconta della strana donna che aveva trovato a casa di quella stronza della sua ex, e di come quasi non gli spezzava un braccio attira improvvisamente la sua attenzione.
«Come?» chiede.
Holly gli lancia un’occhiata che voleva esprimere indifferenza, ma che invece mostrava quanto quegli occhi di ghiaccio l’abbiano turbata.
«Si comportava come se fosse casa sua. È una tipa pericolosa.»
Afferma sedendosi sul divano accanto al fratello, che l’ha seguita con lo sguardo, ma senza vederla davvero.
«Strano. Anche ieri mattina era a casa sua.» la voce gli esce automatica, come un ragionamento ad alta voce.
La voce più possente di suo padre interrompe il filo delle congetture che sta facendo dando vita ad un pensiero che era stato riposto in un angolo della mente, senza che avesse il coraggio di considerarlo davvero.
«Forse si trova nei guai. Magari è entrata a far parte di un brutto giro. Sicuramente quel taglio che hai detto non può esserselo fatto da sola.»
Gli occhi si spalancano dallo stupore. «Allison me l’avrebbe detto.»
Tenta nell’ultimo tentativo di scacciare quel pensiero.
Ora è il turno della madre a dar voce alle sue supposizioni. «Forse qualche poco di buono si è innamorato di lei e la minaccia.»
Chris scuote la testa, quello che ha detto la madre non può essere vero, eppure…
«E la donna del mistero chi sarebbe? Una guardia del corpo?» sbotta con sarcasmo Holly.
I due genitori le lanciano occhiate di rimprovero.
«No, no. Ci deve essere una spiegazione, che non siano le minacce di un boss.»
Non ti amo più…
Scaccia quella frase che continua a ripetersi nella sua mente all’infinito.
«Magari è solo un periodo. Forse non sono stato abbastanza presente. Sono certo che se torno da lei e le chiedo scusa tutto tornerà apposto.»
Vivien Mallard lo fissa con dolcezza. «Sono certa che è così. Infondo un periodo nero capita a tutti.
Robert annuisce. «Non si possono mica cancellare sei anni così. Tornerete insieme.»
Solo la sorella sbuffa. «Ma andiamo, quella ti ha mollato all’improvviso e tu vuoi ancora tornare con lei!»
«Holly! Quella come la chiami tu è la mia fidanzata. Io non le permetterò di mollarmi così!»
Si alza si scatto e si allontana sbattendo violentemente la porta.
Torneremo insieme Al, lo giuro. Ti riconquisterò!
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Vivien fissa la figlia con sguardo accigliato. Il padre borbotta qualcosa di incomprensibile, che dovrebbe essere un rimprovero.
«Che c’è? Ho detto solo quello che penso! Allison non mi è mai piaciuta molto!»
«Beh, fattela piacere, perché sposerà tuo fratello. Harold non permetterà a sua figlia di commettere una simile assurdità solo per chissà quale ripicca!»
Holly li guarda scettica.
Allison non è adatta a lui…






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