DESTINY
di
Carmen
(parte
nona)
Cap.11:
Il rapimento II (I cellulari vanno tenuti spenti!)
..
Mentre la compagna era sotto la doccia e lei si affaccendava in cucina
la melodia del cellulare di Allison risuonò nella stanza.
Luc spense il fuoco e velocemente andò a rispondere. Esitò
solo un attimo.
Al diavolo lei è la mia partner!
«Pronto?»
Dall’altra parte qualcosa che si rompeva dentro.
Silenzio, solo il respiro rotto e leggermente più pesante del
normale.
«Pronto?» guardò l’apparecchio per controllare
che non fosse caduta la linea, no c’era pure campo.
«Chi parla?» Luc cominciava a spazientirsi.
Una voce titubante rispose. «Potrei parlare con Allison?»
titubante si, ma decisamente maschile.
Aggrottò le sopracciglia. «In questo momento non può
rispondere, se mi dici chi sei ti farò richiamare.»
Cazzo, sembro la sua segretaria!
«È urgente.» insistette l’uomo con tono leggermente
più deciso.
Luc fece qualche passo in direzione delle scale, sempre più
innervosita.
«Chi hai detto di essere?»
«Chris. Sono Christopher Mallard.» pronunciò serio,
lasciando la donna con il piede sospeso a mezz’aria tra un gradino
e l’altro.
Ci mancava solo la chiamata di questo bamboccio!
Con il fumo che quasi le usciva dalle orecchie entrò senza
troppe cerimonie nel bagno, vide Allison coperta dall’asciugamani
ancora tutta bagnata. Lente gocce d’acqua scendevano sinuose
dall’incavo del suo collo fino ad arrivare all’attaccatura
dei seni per poi sparire nel nodo dell’asciugamani.
Luc era troppo nervosa per notare quello spettacolo. Con poca gentilezza
sbatté il telefonino sul ripiano del lavello.
«È il tuo fidanzato!» sibilò e poi uscì
sbattendo la porta.
Allison sussultò. Ancora confusa prese l’apparecchio
e se lo portò all’orecchio.
«Chris? Che cosa c’è?» dire che era sorpresa
per quella telefonata era un eufemismo, ma la cosa ancora più
sorprendente, che la rendeva segretamente felice, era la gelosia palesemente
evidente di Luc. Se in quel momento lo avesse avuto davanti era certa
che gli avrebbe sparato.
L’uomo dall’altro capo della linea sorrise riconoscendo
quella voce familiare.
«Allison, amore dobbiamo parlare.»
Al sospirò esausta. Ci manca solo lui!
«Non credo Chris.» disse dura.
«Io invece dico di si! Ti prego Al, almeno stammi a sentire?»
«Va bene.»
Il volto del ragazzo si illuminò. «Bene. Tesoro anche
se pensi che lasciarmi sia stata la scelta migliore, non è
così. Forse non dovremo parlare al telefono…»
«Chris, lo so che ti ho fatto del male e mi dispiace. Ma io
ora sto con un’altra persona.»
Tentare di farlo ragionare sembrava impossibile.
«Stronzate! Siamo stati insieme sei anni, sei! E ora tu vieni
a dirmi che non mi ami, che stai con un altro!»
«Chris…»
«No! È per colpa di quella donna vero? Quella con gli
occhi di ghiaccio? Cos’è sei finita in un brutto giro?
Qualcuno ti minaccia?»
«Chris, ascolta…»
L’uomo continuò. «Tu non sai nemmeno chi è!
Credimi lei non è quello che sembra, è una donna pericolosa!»
Allison si stava decisamente alterando. «Ma che cazzo dici!?»
«Al ho chiesto a un detective di indagare su di lei. Lucies
Killigrew giusto?»
La ragazza era sbiancata di colpo. «Che cosa ti ha detto?»
chiese titubante.
Se Chris scopriva la vera identità di Luc era la fine, l’avrebbe
fatta arrestare o chissà cos’altro!
«Non mi ha voluto dire nulla. Ma ha accennato al fatto che se
ci avviciniamo a lei, o a te, finiamo sottoterra!» rispose mestamente
il ragazzo con una punta di fastidio.
Oh grazie a Dio!
«Capisci Al. Quella donna è pazza, non è solo
la presidentessa della O.T. ma nasconde qualcosa di grosso, qualcosa
di pericoloso!»
Allison si imbronciò. Chris la stava portando all’esasperazione.
«Piantala con queste fesserie! Sono una donna adulta e so prendere
le mie decisioni!»
«No, tu sei troppo buona, ti fide delle persone.» disse
come se fosse stato il più grande peccato del mondo. «Lei
non è come sembra.»
«Chris tu non hai idea di chi sia Luc. Credimi quando ti dico
che è buona. Io la amo.»
Silenzio. Gelo. Un cuore che si spezza.
«Tu…? Tu la ami?»
Allison si rende conto di aver appena fatto la più grande stronzata
di tutta la sua vita.
Cazzo! Cazzo! Cazzo!
Lui non lo sapeva! Ora si che si scatenerà l’inferno.
Con un brivido si immaginò la reazione dei suoi ex-suoceri.
E i suoi amici…
Jenny, Donny….
Loro non mi capiranno mai.
«Allison sei impazzita.» soffia piano. «Sei innamorata
di una… donna.»
«Si.» dice semplicemente. Chris sa cosa si prova a vedere
il proprio mondo sgretolarsi sotto i piedi.
«Ma… ma come… è successo?»
«L’ho guardata negli occhi ed è successo.»
«L’hai solo guardata?»
Sospira. «Si. Credimi Chris so che può sembrare assurdo,
ma non lo è. Un giorno capiterà anche a te di incontrare
la tua anima gemella e allora capirai.»
È incredulo e anche leggermente incazzato. «Anima Gemella!?!
Ma che cazzo dici! Ti sei forse drogata? O altro? Ma che…»
«Non capisci. Non puoi.» stava iniziando a urlare.
«Spiegami allora! E non venirmi a dire di sguardi, che non ci
credo!»
Allison sospira sconfitta. «Chris se dovresti dirmi come mi
vedi, quando mi pensi, cosa diresti.»
Il ragazzo non sembra capire. «Non so, magari in riva al mare,
in un salotto a leggere. Se tu dovessi dire la cosa che amo di più
al mondo cosa diresti?»
«Non lo so. Credo che ti vedrei in… una classe ad insegnare.
Tu ami insegnare.»
Scuote la testa. «Mi conosci da sempre, sei stato il mio ragazzo
per sei anni, eppure non riesci a vedermi l’anima. È
questa la differenza, Luc mi ha saputo capire fin dal primo sguardo.
Mi ha vista dentro. È l’altra metà della mia anima.»
Può sentire le lacrime pungerle agli angoli degli occhi.
«E qual è la risposta. Che cosa ami al di sopra di tutto?»
«Non sono io a dovertela dare. Se tu mi avresti veramente conosciuto
lo sapresti. Addio Chris.»
Chiude il telefono senza dargli il tempo di ribattere nulla.
Si passa una mano stanca tra i capelli quasi asciutti. Speriamo che
abbia capito.
.
Quando torna in salotto trova Luc comodamente seduta sul divano, i
piedi sul tavolino, le braccia incrociate sul petto e l’espressione
più truce che le abbia mai visto.
Deglutisce un paio di volte.
È proprio arrabbiata.
«Luc?»
La donna non si muove di un millimetro. «Hai finito di chiacchierare
con il tuo fidanzatino?» sbotta acida.
«Lui non il mio fidanzatino, e lo sai bene!»
«Tsk!»
«Luc che cosa ti prende?»
La mora si volta di scatto gli occhi dilatati dalla rabbia.
«Mi prende che il tuo ex ti chiama sul cellulare come se fosse
una cosa naturale e pretende pure di parlare con te!»
Allison si siede accanto a Luc, che l’ha seguita con lo sguardo.
«Non devi essere gelosa di lui.»
Luc aggrotta le sopracciglia. «Non sono gelosa!»
Al sorride appena e Luc si scioglie. «Che cosa voleva?»
dice leggermente più calma.
«Mettermi in guardia da te.»
Luc è incredula. «Come?»
«Ha detto che ha chiesto a un detective di indagare su di te,
ma questi si è rifiutato categoricamente di dirgli qualsiasi
cosa. Gli ha detto però una cosa. Che se avvicinano a te o
a me, tu li sotterri!»
Luc sorride. Nell’ambiente nessuno l’avrebbe mai tradita.
Ma rimaneva il fatto che quel deficiente sospettasse qualcosa su di
lei. La polizia la copriva solo per alcune missioni, non tutte, e
sicuramente non potevano coprire gli omicidi commessi prima del suo
cambiamento verso il lato buono.
«Però non li uccido!» dice con ironia.
«Come sei buona! E io che per un attimo mi ero spaventata!»
Si accoccolano abbracciate sul divano.
«Luc mi sa che ho fatto una cazzata.» dice con aria seria.
Luc si irrigidisce temendo il peggio, ma non fiata.
«Gli ho detto che ti amo.»
La donna rilascia il fiato sollevata. Poi realizza le parole della
compagna.
Bene ora se ne aggiunge un altro che vuole farmi la pelle perché
sto con Al!
«E lui che cosa ha detto?»
«Per poco non gli è venuto un infarto.»
Luc scoppia a ridere seguita da Allison.
«Però, siamo brave a far venire un coccolone alla gente!»
.
Nella stanza buia un uomo siede a terra con la testa tra le mani.
Le guance umide dal recente pianto, il cuore che batte lento e senza
motivo.
Non credeva potesse stare così male per una cosa che fino a
un mese prima riteneva scontata. Non si era mai accorto di quanto
importante fosse quella ragazzina allegra e sorridente che lo aveva
visto crescere.
Lei era stata la prima cotta che poi si era evoluta in una cosa che
per lui avrebbe voluto dire una famiglia. Ma a quanto pareva lei non
era della stessa idea.
E ora si ritrovava improvvisamente solo.
Sta con una donna!
È assurdo!
Un’altra lacrima cade. Come se fosse una cicatrice deforma il
viso giovane e aitante dell’uomo.
Non posso permetterlo!
Con uno scatto prende il telefono e compone un numero che prima apparteneva
a uno di famiglia.
Non deve aspettare molto e la voce imperiosa di Harold Lovelace risponde.
«Harold, sono io. Ho parlato con Al, mi ha detto tutto.»
Un sospiro stanco. «Chris, troveremo il modo di risolvere la
situazione.»
«Dobbiamo. Quella donna non mi piace.» un lampo d’ira
brilla nei suoi occhi verdi.
«Lo so. Io non permetterò che mia figlia diventi….»
non riusciva a continuare, non poteva. Il solo pensiero che sua figlia,
il suo adorato angelo, possa baciare un’altra donna lo fa rabbrividire.
Chris si alza e si avvicina al carrello degli alcolici, sempre ben
fornito.
«Credo sia meglio non dire niente a nessuno. Per il momento
lo sappiamo solo noi quattro.»
Chris annuì portandosi alle labbra il bicchiere pieno di bourbon.
«Lo penso anch’io. E poi questa situazione non durerà.»
Allison io non ti permetterò di continuare questa follia!
.
.
Il lago ghiacciato era meraviglioso. Il sole risplendeva sulla sua
superficie creando giochi di luce splendidi.
Allison lo fissava a bocca aperta. Il giorno prima, quando erano arrivate,
non era riuscita a vederlo da vicino e a studiare quanta meticolosa
perfezione Madre Natura avesse impiagato per creare quel piccolo angolo
di mondo. Il lago, le montagne, il bosco, tutto era incastonato in
un gioco di equilibri che non poteva essere descritto. Non osava nemmeno
immaginare come potesse essere quel posto in primavera.
Chissà magari lo scoprirò presto.
Sentì le braccia di Luc stringerla da dietro e allargò
il suo sorriso avvertendo quel calore familiare che le riempiva il
cuore.
«Questo posto è…»
«… magico.» finì Luc per lei.
Allison annuì. «Già. Devi aver passato bei momenti
qui.»
«I migliori di tutta la mia infanzia. D’estate facevamo
il bagno, organizzavamo barbecue, mentre nelle fredde sere d’inverno
mia nonna mi raccontava delle storie fantastiche, di quanto sarebbe
stata meravigliosa la mia vita, quando avrei incontrato l’altra
metà di me stessa.»
Allison era ipnotizzata dalle sue parole, avevano un suono così
dolce e melodioso, e un tono nostalgico e felice che la fece commuovere.
«Io la prendevo sempre in giro dicendo che era un’inguaribile
romanticona. Non credevo che l’amore potesse far fare quello
che diceva lei.»
«Perché cosa diceva?»
«Che per la persona amata potevi anche gettarti nelle fiamme
dell’Inferno senza pensarci su nemmeno un attimo.»
Con un movimento delicato Luc la fa voltare per fissare i suoi occhi
brillanti.
Per quanto questo panorama sia bello, niente più battere questi
occhi.
«Solo ora mi rendo conto di quanto avesse ragione.»
Il suo è solo un sussurro, ma Allison lo ha sentito benissimo.
Fa un sorriso radioso.
«Sei dolcissima. Ti amo.» afferma ingoiando le lacrime.
Lei non è mai stata una ragazza dal pianto facile, lo trovava
inutile. Ma ora…
È tutto diverso.
È l’amore…
«Ora basta però, altrimenti quando torneremo dovrò
andare dal dentista!» mormora Luc leggermente imbarazzata. Non
ha mai detto quelle cosa a nessuno, in realtà non è
mai stata romantica con nessuno, ma ad Allison doveva dimostrare quello
che provava, doveva dirglielo, ogni momento. Non poteva farne a meno.
Forse per la paura inconscia che lei la lasciasse, o forse solo perché
per la prima volta quel Ti Amo non era una frase di circostanza, senza
valore, ma la verità, semplice e assoluta.
.
«Si può pattinare sul lago?»
Luc scuote la testa. «No. Una volta ci ho provato, avevo sei
anni. Se ci ripenso mi vengono ancora i brividi.»
«Incosciente fin da piccola! Devi aver fatto disperare la povera
Irene.»
«Non hai idea! Mia madre dava i numeri quando ne combinavo una
delle mie. E questo succedeva quasi ogni ora.»
Allison sorride, se la immagina da piccola con quegli occhietti azzurri
incantatori e il caratterino tutto pepe, non le sembra molto diversa
da ora.
«Poi quando conobbi Tony e Sheila, non ti dico nemmeno. Ma il
top lo raggiungemmo a tredici anni, quando si unì al gruppo
anche Jim e…» si interruppe bruscamente.
Allison sospirò. «… Marcus.»
Luc annuì con lo sguardo vuoto. Allison si sentì trafitta
da una spada rovente, sarebbe stata sempre seconda nel suo cuore.
Il rimpiazzo del suo primo amore.
Luc le prese la mano notando la sfumatura che avevano preso i suoi
pensieri.
«Al non pensare che abbia amato Marcus più di te. Quello
che provavo per lui è completamente diverso da quello che provo
per te ora.»
«Lo so.» dice sincera, ma non può impedirsi di
provare quel piccolo fastidio.
Luc la capisce, lei è la prima ad essere gelosa dei suoi ex.
«Bene. Che ne dici se d’ora in poi ci rendiamo irreperibili
per il resto del mondo e non ci concentriamo solo su di noi?»
Allison sorride. «Mmm, mi sembra una splendida idea.»
Luc ricambia il sorriso e si china sulla sua bocca.
Il week-end era appena cominciato!
.
.
Cap.12: Ogni giorno ne spunta fuori uno nuovo!
(Per la serie gli amici non sono mai troppi!)
.
«Allora com’è andata?»
Luc sospira esasperata. Sheila si è presentata quella mattina
ad un orario indecente, per lei, visto che Allison era già
a lavoro da un paio d’ore. A volte rimpiangeva di non essere
più una frigida stronza che non si curava degli altri, così
almeno era libera di cacciarla a calci!
«Sheila! Ma non hai nient’altro da fare?»
La bionda scosse i riccioli. «No, nulla.»
Luc ingoiò un’imprecazione con una sorsata di caffè.
«Andiamo Luc, voglio solo sapere che vi siete dette.»
«Si, si, come no!»
Si avviò nella camera da letto seguita a ruota dall’amica,
che non la finiva nemmeno un attimo di parlare.
«Sei proprio testarda, lo sai!»
Ridacchiò prendendo una maglia dall’armadio. «Senti
chi parla.»
Sheila incrociò le braccia infastidita e sbuffò, andandosi
a sedere sul letto
«Ah se questo lenzuolo potesse parlare! Ne avrebbe di cose da
raccontare!» disse portandosi l’oggetto incriminato vicino
al viso e prendendo un profondo respiro.
Luc girò gli occhi. È irrecuperabile!
«Ehi! Piantala di annusare le mie coperte! Sembri un cane da
tartufo.»
«Questo profumo… mamma mia che invidia!»
«Sei forse impazzita?!»
Scosse la testa. «No. È solo che odorano di voi. Dovrebbero
farci un profumo! Ti stordisce. Se penso a quello che è successo
qui…»
Luc non può non arrossire. «Ma la smetti! Sembri una
cinquantenne grassa e triste che parla della sua soap preferita. Mi
metti i brividi!»
Sheila fa un gesto vago con la mano.
«Avete già fatto programmi per Natale?»
«No.»
«No?» era scandalizzata. «Che vuol dire no?»
«Vuol dire che non abbiamo fatto programmi.» disse piano
senza scomporsi.
«Hai intenzione di passare il Natale con lei, vero?»
«Sheila ho intenzione di passare con lei tutte le feste della
mia vita!»
La bionda sorrise soddisfatta della risposta. «Magnifico! Ci
divertiremo un mondo. Ah, devo comprarle un regalo! Tu le hai comprato
un regalo?»
Luc sollevò le spalle. «C’è tempo.»
«No, no, no. Non vorrai ridurti all’ultimo momento spero.
Devi farle qualcosa subito. Qualcosa di spettacolare, che la faccia
rimanere senza fiato.»
Luc aveva smesso di ascoltarla già da un pezzo. Nella sua mente
appariva chiaro il regalo perfetto.
Al impazzirà!
Gli angoli della bocca si tirarono su in un sorriso che le illuminò
il viso.
Incurante dello sproloquio di Sheila si chiuse in bagno e aprì
la doccia.
.
Il silenzio nell’aula è quasi insopportabile, rotto solo
dalle penne che graffiano i fogli sperando di dare la risposta esatta.
Il ticchettio dell’orologio è angosciante.
Ancora dieci minuti…
Allison fissa i suoi studenti concentrati, ma non li vede. Per quel
che gliene importa potrebbero tenere i libri sul banco e consultarsi
vicendevolmente, ma loro non lo sanno e credono che lo sguardo serio
sia il segnale che li tiene d’occhio.
Ma lei pensa che tra dieci minuti quel supplizio sarà finito
e che potrà tornare a casa e rivederla.
Prima di incontrare Luc non era mai stata così insofferente
al lavoro, alla scuola. Le piaceva molto insegnare, e le piace ancora,
ma stare separate troppo a lungo le procura un senso di fastidio,
un disagio che non le permette di concentrarsi su quello che fa.
Si sente una drogata in astinenza.
Che Dio mi aiuti!
Fa un mezzo sorriso ripensando al week-end e immaginando il Natale
che sicuramente avrebbe passato con lei.
Devo farle un regalo. Una cosa speciale.
La farò rimanere a bocca aperta!
La prima ragazza che si alza a posare il suo compito sulla cattedra
la distoglie dai suoi pensieri, alza lo sguardo e la vede rileggere
con attenzione quello che ha scritto prima di appoggiarlo timidamente
davanti a lei. Tempo dieci minuti e tutti hanno diligentemente consegnato
il compito, chi meno convinto di altri, e ora contano i secondi che
mancano alla fine.
Tre… due… uno…
Si!
«Bene ragazzi, passate buone feste.»
Con un boato di gioia uno stuolo di ragazzini urlanti si precipitano
fuori dalle aule.
Allison sorride pensando a quanto li capisce.
Con la sua solita aria spensierata che serve a nascondere la fretta
che ha, entra nell’aula professori, dove un’esuberante
Gina già si prodiga in mille saluti.
«Al!» corre ad abbracciarla. «Oggi è l’ultimo
giorno del vecchio anno che ci vediamo!»
la bionda le batte leggermente la mano sulla schiena. «Su, su
potremo sempre sentirci.»
«Non credo che avrai il tempo.»
Allison fa una smorfietta.
«Non so che cosa ti abbia detto Luc, ma credimi ha esagerato.»
«Mi ha detto solo la verità! Quella donna è incredibile,
ma mi dici dove l’hai pescata? Se il tuo boy è incredibile
la metà di quello che è Luc…» continua con
espressione beata.
Gli occhi verdi di Al si illuminano.
Gina lo nota, ma continua.
«Ti viene a prendere lei?»
«No, sono venuta con la mia macchina.»
«Oh.» mormora Gina delusa, avrebbe sperato di vedere ancora
quella meravigliosa macchina.
Una donna meravigliosa alla guida di una macchina da urlo.
Il sogno erotico di ogni uomo!
Allison sorrise all’espressione affranta dell’amica.
.
Luc camminava sicura e spedita lungo il corridoio, arrivò davanti
ad una porta e l’aprì entrando.
L’uomo stravaccato sulla poltrona con i piedi comodamente adagiati
sulla scrivania non ci fece nemmeno caso, continuò a leggere
il giornale indifferente.
«Siamo chiusi. Torni più tardi.»
«Ciao Liev.»
L’uomo quasi cadde, sgranò gli occhi alla vista della
donna, che lo fissava con quel suo solito sguardo di ghiaccio e un
angolo della bocca appena tirato su.
«Lucies?»
«Già.» sia andò a sedere su una sedia davanti
alla scrivania e aspettò che l’uomo riprendesse a respirare
correttamente.
Liev deglutì, non si sarebbe mai aspettato di vederla lì.
I suoi occhi si infiammarono.
«A cosa devo l’onore?» disse sarcastico accendendosi
una sigaretta. Non poteva impedire a un leggero disagio di impadronirsi
di lui. Quella donna lo metteva in soggezione, e lui si odiava per
questo.
«Ho saputo che sei diventato una vecchia pettegola.»
«Senti, io non gli ho detto niente!»
Luc allargò il suo sorrisetto maligno. «Lo so, è
per questo che respiri ancora.»
L’uomo aggrottò le sopracciglia. «Allora che cosa
vuoi?»
«Voglio sapere tutto quello che ti hanno chiesto, quello che
gli hai detto, e come hanno reagito.»
Affermò ritornando seria.
Liev cacciò una nuvola di fumo e la guardò dissolversi.
«E io che cosa ci guadagno?»
«Liev non farmi incazzare, sono già abbastanza nervosa.»
L’uomo alzò le mani, meglio non scherzare con il fuoco.
Lui si stava ancora riprendendo dall’ustione che aveva avuta
la prima volta.
«Va bene, va bene. Mi hanno chiesto solo di scoprire se la biondina
frequentava qualcuno e chi era una strana donna. Ti lascio immaginare
quando ho scoperto che eri tu…»
Luc continuò a fissarlo impassibile.
«Comunque, quando ho saputo che l’angioletto era la tua
nuova…. fiamma ho detto a quei due che era maglio se lasciavano
perdere qualsiasi cosa avessero in mente. Non gli ho detto altro,
giuro.»
«Come hai saputo di Allison?»
Ora era il turno di Liev di sorridere. «Una ragazza come quella
al tuo fianco non poteva significare che una cosa. E poi il tuo amichetto
ha sparso la voce che chiunque si avvicini a lei farà una brutta
fine.» conclude spegnendo il mozzicone nella ceneriera piena
di cicche.
Luc è sorpresa oltre ogni dire.
Tony ha sparso la voce…
Questo decisamente non se lo aspettava.
E bravo Tony, hai sempre queste idee del cazzo!
Luc si alzò, stava quasi per uscire ma la voce dell’uomo
la bloccò.
«Lucies, loro non sono una minaccia per la Dea, ma fa attenzione
comunque.»
«Da quando ti preoccupi per me?» chiese sarcastica.
Liev scosse le spalle. «Non mi preoccupo. Solo non posso permettere
a nessuno di farti fuori. Questo onore spetta a me.»
Luc si voltò di scatto, sapeva che lui la odiava, come chissà
quante altre persone, ma non si preoccupava seriamente, ma ora c’era
anche Al, doveva preoccuparsi anche per lei.
«Tranquilla, non sono così vigliacco da usare la tua
bella. Anche perché so che non è l’angioletto
che sembra.»
Luc sorrise orgogliosa e uscì.
Addestrarla non sarebbe una cattiva idea. Mi sentirei più sicura.
.
.
Nella sala della palestra le due donne si guardavano negli occhi cercando
di trovare un lampo di esitazione, che le permettesse di porre fine
a quell’incontro.
Erano ore che si stavano allenando, il piccolo combattimento che avevano
messo su durava già da una buona mezz’ora, e anche se
non lo avrebbe mai ammesso si era dovuta impegnare parecchio per non
ritrovarsi stesa sul tappeto.
Luc era orgogliosa come non mai della figura bionda davanti a lei
che ora la scrutava attenta, i muscoli pronti a scattare ad ogni minimo
movimento.
Con un gesto fulmineo Allison caricò un pugno che andò
vuoto, il suo polso venne stretto nella presa salda di Luc, ma non
dolorosa.
Era venuto il momento di mettere fine a quell’allenamento.
Con un gesto secco della gamba Allison si ritrovò a terra,
Luc sorrideva allegra sul suo addome.
Aggrottò le sopracciglia.
«Hai perso!»
Scosse la testa sorridendo, in quel momento sembrava una bambina.
«Devo ammettere però che non sei affatto male.»
«Ah si…» Allison afferrò la mano tesa di
Luc e si alzò.
«Già, ho dovuto faticare parecchio.»
«Però, chi l’avrebbe detto. Sono riuscita a mettere
in difficoltà la grande Lucies!» dice orgogliosa, mentre
la mora allarga il suo sorriso.
Una asciugamano vola verso la bionda che l’afferra e inizia
ad asciugarsi il sudore. Non si era mai allenata tanto, era distrutta.
«Non capisco come mai hai voluto allenarti.» sbotta Al
mentre camminano per i corridoi semi-deserti verso gli spogliatoi.
Luc si limita a sollevare le spalle. «Non voglio ritrovarmi
con una ragazza cicciona.»
Allison le da un buffetto sul braccio.
«Ehi, guarda che io mi tengo benissimo in forma.»
Gli occhi cerulei della donna viaggiano lungo quelle curve perfette
accarezzandogliele lentamente. Si umetta le labbra. «Questo
lo vedo.» Allison arrossisce appena, Luc non ci fa caso.
«Ma voglio saperti in grado di difenderti.»
Il piccolo incidente avuto con Rains, e che le ha procurato quel piccolo
taglio ormai del tutto rimarginato, le attraversa la mente di scatto.
Se quella sera non fosse arrivata Luc…
Non sarebbero successe tante cose.
.
Stanno per entrare negli spogliatoi quando una voce le blocca.
«Allison?»
La bionda si volta e sorride riconoscendo l’amica.
«Jenny! Mi fa piacere vederti.»
Si abbracciano, un abbraccio sincero, ma la riccia si sente stranamente
a disagio.
Andavano in palestra insieme, era un loro piccolo rito per scaricarsi
e passare un po’ di tempo insieme. Si sente una bambina, avverte
quella stessa gelosia infantile verso quella donna dagli occhi di
ghiaccio che le ha portato via la sua migliore amica.
Non sa chi è, non l’ha mai vista, ma da quando è
comparsa ha perso la sua amica di sempre, la sua confidente. Allison
era come una sorella per lei.
Luc la fissa, ma non parla.
Ogni giorno ne spunta uno nuovo!
«Jenny, questa è Luc.»
Le due donne si stringono la mano, la presa salda di Luc fa aumentare,
in qualche maniera, il disagio di Jenny. Ma la ragazza si pianta un
sorriso, tra i più allegri che vanta il suo repertorio, e si
impone di non pensarci.
«Stavate andando via?»
Allison annuisce. «Si, ci stavamo andando a cambiare. Sono talmente
stanca.»
Gli occhi di Jenny si illuminano. «Perfetto! Che ne dite di
andarci a prendere un caffè?»
L’idea che le è improvvisamente saltata in mente le ha
subito riacceso l’entusiasmo.
Allison lancia uno sguardo a Luc, che anche se non esulta di gioia
non sembra particolarmente irritata.
«Perché no.» risponde infine, non del tutto convinta.
«Magnifico! Che aspettiamo allora, una doccia veloce e via!»
Le tre donne entrano nello spogliatoio accompagnate della voce allegra
di Jenny che continua a parlare ininterrottamente.
Luc sorride e scuote la testa.
Che tipo!
.
«Come mai sei venuta in palestra oggi?»
Chiede Allison mentre si insapona. Aveva proprio bisogno di una doccia.
«Owen è fuori città, mi annoiavo. E tu?»
Solitamente non andavano in palestra a quell’ora, e in quei
giorni pre-festivi. Solitamente passavano le serate come quelle a
casa di una di loro a chiacchierare, e a mangiare schifezze iper-caloriche,
che puntualmente facevano entrare in paranoia Jenny.
«Non chiedermelo!» sbotta lanciando un’occhiata
torva a Luc, che le sorride di rimando.
Entrambe devono fare appello a tutto il loro autocontrollo, trovarsi
sotto la doccia a pochi centimetri di distanza non è affatto
facile!
Jenny sembra non accorgersi della strana tensione, ed esce dal box
coprendosi con un asciugamano, seguita dalle due amiche.
Luc deglutisce a vuoto più volte.
Allison coperta solo da quel misero pezzetto di stoffa, con alcune
gocce d’acqua che le solcano la pelle in una sensuale carezza.
Sta prendendo i vestiti, la maglia le scivola da mano e lei si china
per raccoglierla.
Calma, controllati, un respiro profondo e…
Mio Dio è meravigliosa! Ed è solo mia.
Un sorriso le illumina gli occhi cerulei.
Questa volta Jenny lo nota, quello sguardo carico di desiderio e passione
è inequivocabile.
Ma cosa…
La voce di Allison le riscuote, ma in quelle parole c’è
una strana ironia, mista a soddisfazione che Jenny non riesce a comprendere.
«Allora, vi siete incantate?»
Quella frase è rivolta solo ed esclusivamente a Luc, che borbotta
qualcosa di poco chiaro e si riveste con gesti nervosi.
Anche la riccia inizia a rivestirsi, ma non può fare a meno
di pensare a quello sguardo e a quella voce.
C’è qualcosa di strano.
Gli occhi corrono ad Allison e poi a Luc, che ridacchiano sotto i
baffi.
Decisamente strano.
.
.
Cap.13: Fiori d’arancio?!
.
Il bar è pieno a quell’ora, le tre donne siedono ad un
tavolino con tre caffè fumanti davanti e chiacchierano.
Veramente Allison e Jenny sono impegnate in una piacevole, quanto
frivola, conversazione, che ha come argomenti principali i vari party
e le varie uscite che la bionda si è persa.
Luc guarda Allison che parla tranquilla e rilassata. Deve essere molto
affezionata ai suoi amici.
Per un attimo si sente in colpa, è entrata nella sua vita è
l’ha completamente sconvolta. Ha distrutto i rapporti con la
sua famiglia, abbandonato gli amici, per lei, solo per lei.
Non sa se se lo merita.
È troppo bella per me. Mi chiedo che cosa posso aver mai fatto
per meritarmela.
«Allora, hai qualche progetto speciale per queste feste?»
La domanda di Jenny attira completamente la sua attenzione.
Allison prende un sorso di caffè.
«No, non ancora.» dice guardando Luc, che le rivolge un
sorrisetto enigmatico.
«Tu non me la conti giusta. Devi aver organizzato qualcosa.
Lasciami indovinare Natale tranquillo, in famiglia e Capodanno caliente!»
Allison apre la bocca come per dire qualcosa ma poi si blocca.
«Ci ho azzeccato, vero?»
«Più o meno.» risponde.
In realtà non ha ancora affrontato l’argomento feste
natalizie con la compagna. Anche se è quasi certa di passarle
in sua compagnia, magari con Irene, John e gli altri. Sicuramente
la sua famiglia è esclusa, non vorranno passare certamente
una festività sacra con una peccatrice!
«Sarà un Natale diverso.» dice improvvisamente
Luc, che non ha praticamente aperto bocca, se non per ordinare.
Jenny la guarda incuriosita e leggermente infastidita. Non avrà
intenzione di passare le feste con lei?
Allison sorride leggermente, con lei non si aspettava certo l’alberello
e la cena in famiglia.
La mora si alza improvvisamente senza dire nient’altro al riguardo.
«Vado a pagare.»
Jenny stringe gli occhi a due fessure. «Perché?»
«Se aspettiamo che arrivi un cameriere facciamo notte.»
afferma avviandosi verso la cassa.
«Ma fa sempre così?» chiede a Allison una volta
che Luc si è allontanata.
Gli occhi di Al si illuminano. «Si.»
«È un tipo strano.»
«In che senso?» Allison è curiosa di sapere che
cosa pensa l’amica di Luc.
Jenny scrolla le spalle. «È silenziosa, e seria, ti congela
con quello sguardo. Non mi sembra il tipo che fa amicizia in fretta,
anzi! Dove l’hai conosciuta?»
«La macchina non partiva, e lei mi ha aiutato.» dice semplicemente.
«Avete subito legato.»
«Non ne hai idea.» sussurra Allison con voce sognante.
«Ti lancia delle occhiate strane!» dice improvvisamente
dopo un attimo di pausa.
La bionda spalanca gli occhi.
È così evidente?!
Fortunatamente il cellulare di Luc decide di squillare in quel momento,
risparmiando ad Allison una riposta che sarebbe stata sicuramente
imbarazzante.
Senza pensarci afferra la giacca di pelle poggiata sulla sedia e risponde
al cellulare, con tutta la naturalezza possibile, mandando ancora
più in confusione Jenny.
«Pronto?»
La voce calma di Irene risuona nella cornetta con una punta di ilarità.
«Al, tesoro. Spero di non aver interrotto niente!»
La bionda arrossisce appena, si sta abituando a battute del genere.
«No, tranquilla. Se aspetti un attimo ti passo Luc.» dice
alzandosi.
«Non c’è bisogno, posso dirlo pure a te.»
Allison torna a sedersi. «Dalla voce sembra qualcosa di bello!»
Gli occhi di Irene si illuminano.
«Si, ma non voglio svelarti nulla per telefono. Stasera siete
libere?»
«Si, certo. Perché?»
«Splendido! Allora ci vediamo al bar verso le nove. Cena in
famiglia.»
«Come mai così misteriosa?» chiede incuriosita
dallo strano comportamento della donna.
«Oh, vedrete. Preparatevi per una serata speciale, ho un annuncio
da fare.»
«Va bene, va bene. È inutile che insisto. Ci vediamo
più tardi.»
Chiude la comunicazione e in quel momento arriva Luc.
«Che succede?»
Allison le lancia un’occhiata ironica. «Ho finalmente
capito da chi hai preso il vizio di fare sorprese misteriose!»
«Perché?»
«Era Irene. Cena in famiglia, deve fare un annuncio.»
«Criptico.» afferma Luc infilandosi la giacca.
Jenny non può fare a meno di pensare che quelle due sembrano
una coppia sposata. Scaccia quel pensiero immediatamente trovandolo
assurdo, e sia alza imitando le altre due.
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Fuori l’aria gelida della sera le investe in pieno.
Jenny continua a fissare Luc, non riesce a capirla.
Quegli occhi…
«Quanto ti devo per il caffè?» le chiede mentre
camminano lentamente verso le auto.
Luc si volta appena e incrocia i suoi occhi in quelli della riccia.
«Per stasera ho offerto io.»
«Per una volta potevi anche far pagare me!» interviene
Allison con tono di rimprovero.
Luc non può impedire il formarsi di un sorriso malizioso sulle
sue labbra, e lo sguardo correre al fondoschiena della ragazza.
Jenny lo nota con disappunto, ma non dice nulla. Infondo cosà
può dire? Scusa Luc, ma tu sei per caso gay? Perché
sai ho notato che lanci degli sguardi strani alla mia amica…
No, da escludere!
Ma vuole, deve, capire che tipo di rapporto c’è tra quelle
due. E soprattutto se è lei la causa della sua rottura con
Chris, di cui l’amica si è categoricamente rifiutata
di parlare, a parte rilevarle di essersi innamorata di un misterioso
sconosciuto, del quale non è riuscita a sapere nemmeno il nome,
tanto da farle credere che si sia inventata tutto per giustificarsi.
Ma guardandola attentamente la trova completamente diversa.
Può vedere una specie di aurea avvolgerla, e lo sguardo brillare
di luce propria.
Per non parlare di quanto si comporti con naturalezza con Luc.
Sapeva per esperienza personale che nel suo intimo Allison è
una timidona, e che prima di accordare la sua piena fiducia in una
persona ci mette un po’, nonostante di natura sia abbastanza
socievole e allegra.
«Ehi, che cosa ne dici di venire alla festa pre-natale di Donny?»
«Festa pre-natale?» chiese Luc non capendo.
«Si, la organizziamo da quando siamo piccoli. Visto che non
potevamo passare il 25 insieme, Donny si fece venire in mente di festeggiare
il 22 solo con gli amici. È una tradizione!» spiega Jenny
con naturalezza e un sorriso radioso.
Allison non risponde, sta pensando. Da un lato muore dalla voglia
di rivedere tutti i suoi amici, mentre dall’altro non è
entusiasta di rivedere Chris, e la sua carissima sorella.
«Allora?» incalza «Andiamo Al, è da quando
abbiamo dieci anni che lo facciamo, non vorrai non venire? Non sarebbe
lo stesso.»
La bionda sorride. «Va bene.» infondo non è detto
che deve rinunciare alla sua vita per Luc no?
Lancia uno sguardo alla mora che non ha fatto una piega.
Jenny esulta. «Magnifico, così potremo finalmente conoscere
il tuo nuovo amore.»
Allison sospira, Luc scuote il capo sconsolata.
Possibile che tutti fossero fissati con quella storia!
Entrambe decidono saggiamente di non rispondere. Sarebbe troppo complicato
e ci sarebbe un nuovo litigio, nuovi sguardi sconvolti, e loro non
avevano la forza per affrontarli.
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Arrivano alle auto, e dopo un veloce saluto di circostanza Luc si
siede comodamente al posto di guida dell’auto di Allison che
si trattiene ancora qualche attimo per salutare con un caloroso abbraccio
l’amica.
«Ci vediamo presto allora.»
Al annuisce. «Si, certo. Non mancherei per nulla al mondo.»
Con un cenno della testa indica la macchina. «Come mai non guidi
tu?»
«È una lunga storia!» dice con un sorriso enigmatico,
per poi sparire dentro l’abitacolo.
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«Se vuoi puoi anche non venire.»
Luc si volta appena, ma poi torna a guardare la strada. «Dove?»
«Alla festa di Donny. Non sei obbligata.»
Annuisce. «Lo so. Ci sarà anche Chris?»
«Si. Perché non vorrai farti venire un’altra crisi
di gelosia?» chiede non tanto scherzosamente.
«Quell’uomo non mi piace. È subdolo. Ha fatto cercare
informazioni su di me! Non ha la più pallida idea di quanto
sia pericoloso.»
Allison sospira. «Che cosa succederebbe se qualcuno ti scoprisse?»
Luc fece spallucce. «Penso che mi arresterebbero. Dubito che
mi condannerebbero a morte, ma trent’anni non me li leva nessuno.»
La bionda è attraversata da un fremito di paura.
«Avevi detto che alcuni casi te li passava la polizia.»
«Si, è così. Ma fino a quattro anni fa ero una
mercenaria che uccideva senza una ragione. La polizia non mi potrebbe
coprire certo per quelli.»
«Sei molto cambiata da allora.» afferma con lo sguardo
lucido.
«Ci sto provando.»
Allison scuote la testa. «No, ci stai riuscendo.»
«Beh un angelo è sceso dal cielo per guidarmi.»
dice guardandola dolcemente.
La bionda sorride colpita dal complimento.
«E io che credevo di essere la poetessa tra di noi!»
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La macchina parcheggiò silenziosa e precisa accanto alla Ferrari
rosso fiammante.
Corrugando la fronte Allison pensò a quanto il suo mezzo di
trasporto (chiamato così perché Luc si rifiutava categoricamente
di definirla auto!) sfigurasse accanto a quel bolide.
Per non parlare della Ducati, Luc la venerava quasi come una Dea!
«Dobbiamo muoverci.» Luc scese rapidamente da quell’abominio.
Doveva convincerla a comprarsi un’altra macchina. Non che pretendeva
una Porsche, ma almeno qualcosa di più decente!
«Già, siamo in ritardo.» confermò lanciando
uno sguardo veloce all’orologio.
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Nell’appartamento regnava il caos più totale.
Fortunatamente Allison aveva lasciato qualche suo vestito lì
altrimenti non sarebbero mai arrivate a questa fantomatica cena.
In realtà Al quasi viveva lì, ormai andava a casa sua
solo per prendere qualche cambio e innaffiare le piante. Era talmente
assorbita da Luc e dalle sensazioni che avvertiva ogni vota che le
stava vicino che tutto il resto era scomparso, evaporato dietro il
turchino di quegli occhi profondi.
E a lei stava bene così. Nulla le era sembrato magnifico come
in quel periodo, reso ancora più magico dall’atmosfera
natalizia.
Il ritardo era notevolmente aumentato quando Luc aveva avuto la brillante
idea di farsi una doccia veloce.
Se la facciamo insieme risparmiamo tempo no?
Durante quella doccia era successo di tutto, tranne che risparmiare
tempo!
«Pronta?» chiese Luc apparendo nella stanza e afferrando
il giubbino di pelle con un gesto rapido.
Allison annuì. «Solo un secondo.»
Luc girò gli occhi. «Si, si, come no! Vedi di sbrigarti!»
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Irene sbuffò per l’ennesima volta guardando l’orario.
Ma dove sono finite!
John le poggiò delicatamente una mano sulla spalla.
«Forse hanno trovato traffico.»
La donna alzò un sopracciglio. «Si, traffico.»
Se conosceva sua figlia, e la conosceva, non era certo a causa del
traffico che erano in ritardo!
Sorrise pensando a come Allison aveva influito positivamente su di
lei.
Con la sua luce stava assorbendo l’oscurità presente
nell’animo di Luc, e la stava letteralmente facendo rinascere.
Anche lei provava un grande affetto per quella ragazza. La considerava
sua figlia ancora prima di conoscerla.
Un rombo familiare scosse l’aria.
Eccole!
Un minuto dopo le due donne entravano nel bar.
A quanto pareva mancavano solo loro.
Nessuno dei presenti, Tony in cima seguito degnamente da Sheila e
Jim, poté fare a meno di fare insinuazioni scherzose sul motivo
del loro ritardo, insinuazioni che fecero arrossire Allison e sorridere
orgogliosa Luc.
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«Tu ha idea di cosa hanno in mente?» chiese Jim indicando
Irene e John che complottavano in un angolo.
Luc scosse la testa. «Assolutamente. Almeno passeremo una serata
tranquilla.»
Il ragazzo annuì. «Sai è da qualche giorno che
mio padre si comporta stranamente. Stasera finalmente scoprirò
il perché. Sicuramente c’entra qualcosa Irene!»
«Non lo so, questa settimana non sono venuta spesso al bar.»
mandò uno sguardo ad Allison che chiacchierava allegramente
con Sheila. Rabbrividì appena pensando a cosa quelle due potessero
dirsi.
«Ho incontrato Liev qualche giorno fa.»
Jim sgranò gli occhi, Tony si avvicinò tranquillo.
«Ah, il nostro caro amico. Come sta?» chiese sarcastico.
«Ancora vivo se intendi questo.» rispose con noncuranza.
«Come mai l’hai incontrato?»
Luc aggrottò la fronte. «L’hanno ingaggiato per
indagare su Allison.»
Ora era il turno di Tony per sorprendersi. «Cosa? Chi?»
«Il suo ex. A quanto sembra vuole riconquistarla!» la
sua irritazione era tangibile, sentiva uno strano formicolio quando
ci pensava e il desiderio innato di piantargli un proiettile in fronte!
I due uomini scoppiarono a ridere.
«Che illuso! E io che per un attimo mi ero preoccupato!»
Luc sbuffa seccata. «Già. Sai a quanto pare un mio amichetto
ha fatto spargere la voce di starle alla larga!»
Tony sorride orgoglioso. «Meglio prevenire che curare dico io.»
«E da quando?» chiede Jim curioso.
L’uomo fa un gesto vago con la mano e si liscia il pizzetto
con noncuranza.
«Le notizie si spargono in fretta. Meglio essere chiari.»
Luc sorride.
Quando vuole quello zuccone può fare anche qualcosa di sensato.
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La cena procede tranquilla, tra risate e ottima cucina.
Battute e aneddoti scherzosi accompagnano il vino che scorre a fiumi.
Improvvisamente John e Irene si alzano.
L’uomo batte piano con un coltello il bicchiere che tiene in
mano per calamitare l’attenzione su di se.
«Bene, vi starete chiedendo il motivo di questa cena.»
inizia con una strana tensione che gli rende la voce leggermente più
bassa.
«La curiosità ci sta divorando!» la voce di Jim
si eleva da fondo del tavolo facendo scoppiare i convitati a ridere.
John fa un colpetto di tosse e un silenzio accettabile scende nella
sala, mentre il sorrisetto allegro è una costante permanente
sui volti di tutti.
«È giunto il momento di porre fine alla vostra curiosità!»
continua Irene prendendo un profondo respiro.
«Per farla breve, abbiamo deciso di sposarci.» conclude
John guadagnandosi un’occhiataccia dalla donna. Non è
mai stato bravo con i discorsi.
La sorpresa è diventata tangibile.
Luc si è dimenticata anche come si respira, Jim quasi perde
gli occhi tanto sono spalancati.
«Cosa?» Luc è la prima a riscuotersi dallo stato
di shock che quella notizia, buttata lì improvvisamente, ha
causato.
Irene sbuffa. «Avete capito benissimo. Ormai non siete più
bambini!»
Jim è ancora incredulo. «Perché?»
Una sopracciglia scura si solleva, John guarda suo figlio come se
fosse scemo.
«Non è una novità. Stiamo insieme da quando siete
piccoli!»
Tony inizia a battere le mani. «Congratulazioni!»
Sheila e Allison si uniscono a lui. Dopo qualche secondo anche Jim
inizia ad applaudire con un sorriso radioso.
«È bravo papà!» abbassa leggermente la voce
in modo che solo Luc e Allison possano sentirlo. «E io che credevo
non si sarebbero mai decisi!»
Luc allarga il suo sorriso annuendo convinta.
Anche la mora ora mostra il suo sorriso più compiaciuto, mentre
gli occhi brillano di una felicità tipicamente fanciullesca.
Si aspettava tutto dalla serata tranne quello!
L’amore ti stravolge completamente!
Pensa guardando i futuri sposi che si scambiano un tenero bacio.
«È a quando il grande avvenimento?» la domanda
più sensata giunge da Allison.
I due si guardano. «Pensavamo di fare una piccola cerimonia
il giorno di Natale.»
«Che romantico!» Sheila si soffia rumorosamente il naso.
L’atmosfera della cena ora è decisamente più allegra
e felice, di quanto non fosse prima.
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Luc osserva la neve che scende lenta seduta comodamente sul divano.
La strana euforia che ha quasi rischiato di farla urlare di gioia
quando sua madre ha annunciato di sposarsi la tiene sveglia già
da un bel po’.
Aveva sempre sperato che accadesse, ma ormai aveva perso definitivamente
ogni speranza.
Non è certo un pezzo di carta che fa la differenza in un rapporto.
E lei considerava la coppia sposata a tutti gli effetti. Sicuramente
considerava Jim un fratello e John un padre.
Sentì dei passi leggeri dietro di lei e la sua espressione
rilassata si tramutò in una di pura beatitudine.
Una mano si posò delicatamente sulla sua spalla, e una scarica
le attraversò la schiena.
«Non riesci a dormire?»
Luc scosse la testa. «No. Mi sento così…»
non riusciva a trovare una parola adatta.
Allison si siede accanto a lei, con un movimento soffice fa scendere
la testa della compagna che va a posarsi sulle sue ginocchia.
«E come se tutti i miei sogni di bambina si fossero realizzati.»
Allison non parla, si limita ad accarezzare i capelli di Luc, che
le scivolano morbidamente tra le dita.
In quel momento di profonda intimità tutto appare avviluppato
da una luce soffusa che brilla direttamente dai loro spiriti.
«Quando ero ancora piccola soffrivo molto per la mancanza di
un padre, poi è arrivato John e quel vuoto è svanito.
Ora mi sembra incredibile che diverrà legalmente mio padre.»
Alza lo sguardo per incontrare quei due smeraldi che le sorridono
dolcemente.
«E poi… Poi ci sei tu.» afferma timidamente.
«Io?» Allison sembra non aver capito.
«Sei tutto ciò che ho sempre desiderato. Sei la realizzazione
di un sogno.»
Luc asciuga velocemente una lacrima che scende sulla guancia di porcellana
della bionda.
Si china leggermente e la bacia, un tocco delicato e dolce che riempì
completamente Luc.
«Ti amo.»
La mora sorride.
«Beh questa sarà una settimana interessante. Il 22 cena
pre-natale, il 25 matrimonio, e ultimo ma il più importante,
il capodanno caliente.»
Un lampo di malizia passa nei loro occhi.
Decisamente quello sarebbe stato un fine anno impegnativo!