torna all'home page


DESTINY

di Carmen

(parte nona)

 


Cap.11: Il rapimento II (I cellulari vanno tenuti spenti!)
..
Mentre la compagna era sotto la doccia e lei si affaccendava in cucina la melodia del cellulare di Allison risuonò nella stanza.
Luc spense il fuoco e velocemente andò a rispondere. Esitò solo un attimo.
Al diavolo lei è la mia partner!
«Pronto?»
Dall’altra parte qualcosa che si rompeva dentro.
Silenzio, solo il respiro rotto e leggermente più pesante del normale.
«Pronto?» guardò l’apparecchio per controllare che non fosse caduta la linea, no c’era pure campo.
«Chi parla?» Luc cominciava a spazientirsi.
Una voce titubante rispose. «Potrei parlare con Allison?» titubante si, ma decisamente maschile.
Aggrottò le sopracciglia. «In questo momento non può rispondere, se mi dici chi sei ti farò richiamare.»
Cazzo, sembro la sua segretaria!
«È urgente.» insistette l’uomo con tono leggermente più deciso.
Luc fece qualche passo in direzione delle scale, sempre più innervosita.
«Chi hai detto di essere?»
«Chris. Sono Christopher Mallard.» pronunciò serio, lasciando la donna con il piede sospeso a mezz’aria tra un gradino e l’altro.
Ci mancava solo la chiamata di questo bamboccio!
Con il fumo che quasi le usciva dalle orecchie entrò senza troppe cerimonie nel bagno, vide Allison coperta dall’asciugamani ancora tutta bagnata. Lente gocce d’acqua scendevano sinuose dall’incavo del suo collo fino ad arrivare all’attaccatura dei seni per poi sparire nel nodo dell’asciugamani.
Luc era troppo nervosa per notare quello spettacolo. Con poca gentilezza sbatté il telefonino sul ripiano del lavello.
«È il tuo fidanzato!» sibilò e poi uscì sbattendo la porta.
Allison sussultò. Ancora confusa prese l’apparecchio e se lo portò all’orecchio.
«Chris? Che cosa c’è?» dire che era sorpresa per quella telefonata era un eufemismo, ma la cosa ancora più sorprendente, che la rendeva segretamente felice, era la gelosia palesemente evidente di Luc. Se in quel momento lo avesse avuto davanti era certa che gli avrebbe sparato.
L’uomo dall’altro capo della linea sorrise riconoscendo quella voce familiare.
«Allison, amore dobbiamo parlare.»
Al sospirò esausta. Ci manca solo lui!
«Non credo Chris.» disse dura.
«Io invece dico di si! Ti prego Al, almeno stammi a sentire?»
«Va bene.»
Il volto del ragazzo si illuminò. «Bene. Tesoro anche se pensi che lasciarmi sia stata la scelta migliore, non è così. Forse non dovremo parlare al telefono…»
«Chris, lo so che ti ho fatto del male e mi dispiace. Ma io ora sto con un’altra persona.»
Tentare di farlo ragionare sembrava impossibile.
«Stronzate! Siamo stati insieme sei anni, sei! E ora tu vieni a dirmi che non mi ami, che stai con un altro!»
«Chris…»
«No! È per colpa di quella donna vero? Quella con gli occhi di ghiaccio? Cos’è sei finita in un brutto giro? Qualcuno ti minaccia?»
«Chris, ascolta…»
L’uomo continuò. «Tu non sai nemmeno chi è! Credimi lei non è quello che sembra, è una donna pericolosa!»
Allison si stava decisamente alterando. «Ma che cazzo dici!?»
«Al ho chiesto a un detective di indagare su di lei. Lucies Killigrew giusto?»
La ragazza era sbiancata di colpo. «Che cosa ti ha detto?» chiese titubante.
Se Chris scopriva la vera identità di Luc era la fine, l’avrebbe fatta arrestare o chissà cos’altro!
«Non mi ha voluto dire nulla. Ma ha accennato al fatto che se ci avviciniamo a lei, o a te, finiamo sottoterra!» rispose mestamente il ragazzo con una punta di fastidio.
Oh grazie a Dio!
«Capisci Al. Quella donna è pazza, non è solo la presidentessa della O.T. ma nasconde qualcosa di grosso, qualcosa di pericoloso!»
Allison si imbronciò. Chris la stava portando all’esasperazione.
«Piantala con queste fesserie! Sono una donna adulta e so prendere le mie decisioni!»
«No, tu sei troppo buona, ti fide delle persone.» disse come se fosse stato il più grande peccato del mondo. «Lei non è come sembra.»
«Chris tu non hai idea di chi sia Luc. Credimi quando ti dico che è buona. Io la amo.»
Silenzio. Gelo. Un cuore che si spezza.
«Tu…? Tu la ami?»
Allison si rende conto di aver appena fatto la più grande stronzata di tutta la sua vita.
Cazzo! Cazzo! Cazzo!
Lui non lo sapeva! Ora si che si scatenerà l’inferno.
Con un brivido si immaginò la reazione dei suoi ex-suoceri. E i suoi amici…
Jenny, Donny….
Loro non mi capiranno mai.
«Allison sei impazzita.» soffia piano. «Sei innamorata di una… donna.»
«Si.» dice semplicemente. Chris sa cosa si prova a vedere il proprio mondo sgretolarsi sotto i piedi.
«Ma… ma come… è successo?»
«L’ho guardata negli occhi ed è successo.»
«L’hai solo guardata?»
Sospira. «Si. Credimi Chris so che può sembrare assurdo, ma non lo è. Un giorno capiterà anche a te di incontrare la tua anima gemella e allora capirai.»
È incredulo e anche leggermente incazzato. «Anima Gemella!?! Ma che cazzo dici! Ti sei forse drogata? O altro? Ma che…»
«Non capisci. Non puoi.» stava iniziando a urlare.
«Spiegami allora! E non venirmi a dire di sguardi, che non ci credo!»
Allison sospira sconfitta. «Chris se dovresti dirmi come mi vedi, quando mi pensi, cosa diresti.»
Il ragazzo non sembra capire. «Non so, magari in riva al mare, in un salotto a leggere. Se tu dovessi dire la cosa che amo di più al mondo cosa diresti?»
«Non lo so. Credo che ti vedrei in… una classe ad insegnare. Tu ami insegnare.»
Scuote la testa. «Mi conosci da sempre, sei stato il mio ragazzo per sei anni, eppure non riesci a vedermi l’anima. È questa la differenza, Luc mi ha saputo capire fin dal primo sguardo. Mi ha vista dentro. È l’altra metà della mia anima.»
Può sentire le lacrime pungerle agli angoli degli occhi.
«E qual è la risposta. Che cosa ami al di sopra di tutto?»
«Non sono io a dovertela dare. Se tu mi avresti veramente conosciuto lo sapresti. Addio Chris.»
Chiude il telefono senza dargli il tempo di ribattere nulla.
Si passa una mano stanca tra i capelli quasi asciutti. Speriamo che abbia capito.
.
Quando torna in salotto trova Luc comodamente seduta sul divano, i piedi sul tavolino, le braccia incrociate sul petto e l’espressione più truce che le abbia mai visto.
Deglutisce un paio di volte.
È proprio arrabbiata.
«Luc?»
La donna non si muove di un millimetro. «Hai finito di chiacchierare con il tuo fidanzatino?» sbotta acida.
«Lui non il mio fidanzatino, e lo sai bene!»
«Tsk!»
«Luc che cosa ti prende?»
La mora si volta di scatto gli occhi dilatati dalla rabbia.
«Mi prende che il tuo ex ti chiama sul cellulare come se fosse una cosa naturale e pretende pure di parlare con te!»
Allison si siede accanto a Luc, che l’ha seguita con lo sguardo.
«Non devi essere gelosa di lui.»
Luc aggrotta le sopracciglia. «Non sono gelosa!»
Al sorride appena e Luc si scioglie. «Che cosa voleva?» dice leggermente più calma.
«Mettermi in guardia da te.»
Luc è incredula. «Come?»
«Ha detto che ha chiesto a un detective di indagare su di te, ma questi si è rifiutato categoricamente di dirgli qualsiasi cosa. Gli ha detto però una cosa. Che se avvicinano a te o a me, tu li sotterri!»
Luc sorride. Nell’ambiente nessuno l’avrebbe mai tradita. Ma rimaneva il fatto che quel deficiente sospettasse qualcosa su di lei. La polizia la copriva solo per alcune missioni, non tutte, e sicuramente non potevano coprire gli omicidi commessi prima del suo cambiamento verso il lato buono.
«Però non li uccido!» dice con ironia.
«Come sei buona! E io che per un attimo mi ero spaventata!»
Si accoccolano abbracciate sul divano.
«Luc mi sa che ho fatto una cazzata.» dice con aria seria.
Luc si irrigidisce temendo il peggio, ma non fiata.
«Gli ho detto che ti amo.»
La donna rilascia il fiato sollevata. Poi realizza le parole della compagna.
Bene ora se ne aggiunge un altro che vuole farmi la pelle perché sto con Al!
«E lui che cosa ha detto?»
«Per poco non gli è venuto un infarto.»
Luc scoppia a ridere seguita da Allison.
«Però, siamo brave a far venire un coccolone alla gente!»
.
Nella stanza buia un uomo siede a terra con la testa tra le mani. Le guance umide dal recente pianto, il cuore che batte lento e senza motivo.
Non credeva potesse stare così male per una cosa che fino a un mese prima riteneva scontata. Non si era mai accorto di quanto importante fosse quella ragazzina allegra e sorridente che lo aveva visto crescere.
Lei era stata la prima cotta che poi si era evoluta in una cosa che per lui avrebbe voluto dire una famiglia. Ma a quanto pareva lei non era della stessa idea.
E ora si ritrovava improvvisamente solo.
Sta con una donna!
È assurdo!
Un’altra lacrima cade. Come se fosse una cicatrice deforma il viso giovane e aitante dell’uomo.
Non posso permetterlo!
Con uno scatto prende il telefono e compone un numero che prima apparteneva a uno di famiglia.
Non deve aspettare molto e la voce imperiosa di Harold Lovelace risponde.
«Harold, sono io. Ho parlato con Al, mi ha detto tutto.»
Un sospiro stanco. «Chris, troveremo il modo di risolvere la situazione.»
«Dobbiamo. Quella donna non mi piace.» un lampo d’ira brilla nei suoi occhi verdi.
«Lo so. Io non permetterò che mia figlia diventi….» non riusciva a continuare, non poteva. Il solo pensiero che sua figlia, il suo adorato angelo, possa baciare un’altra donna lo fa rabbrividire.
Chris si alza e si avvicina al carrello degli alcolici, sempre ben fornito.
«Credo sia meglio non dire niente a nessuno. Per il momento lo sappiamo solo noi quattro.»
Chris annuì portandosi alle labbra il bicchiere pieno di bourbon. «Lo penso anch’io. E poi questa situazione non durerà.»
Allison io non ti permetterò di continuare questa follia!
.
.
Il lago ghiacciato era meraviglioso. Il sole risplendeva sulla sua superficie creando giochi di luce splendidi.
Allison lo fissava a bocca aperta. Il giorno prima, quando erano arrivate, non era riuscita a vederlo da vicino e a studiare quanta meticolosa perfezione Madre Natura avesse impiagato per creare quel piccolo angolo di mondo. Il lago, le montagne, il bosco, tutto era incastonato in un gioco di equilibri che non poteva essere descritto. Non osava nemmeno immaginare come potesse essere quel posto in primavera.
Chissà magari lo scoprirò presto.
Sentì le braccia di Luc stringerla da dietro e allargò il suo sorriso avvertendo quel calore familiare che le riempiva il cuore.
«Questo posto è…»
«… magico.» finì Luc per lei.
Allison annuì. «Già. Devi aver passato bei momenti qui.»
«I migliori di tutta la mia infanzia. D’estate facevamo il bagno, organizzavamo barbecue, mentre nelle fredde sere d’inverno mia nonna mi raccontava delle storie fantastiche, di quanto sarebbe stata meravigliosa la mia vita, quando avrei incontrato l’altra metà di me stessa.»
Allison era ipnotizzata dalle sue parole, avevano un suono così dolce e melodioso, e un tono nostalgico e felice che la fece commuovere.
«Io la prendevo sempre in giro dicendo che era un’inguaribile romanticona. Non credevo che l’amore potesse far fare quello che diceva lei.»
«Perché cosa diceva?»
«Che per la persona amata potevi anche gettarti nelle fiamme dell’Inferno senza pensarci su nemmeno un attimo.»
Con un movimento delicato Luc la fa voltare per fissare i suoi occhi brillanti.
Per quanto questo panorama sia bello, niente più battere questi occhi.
«Solo ora mi rendo conto di quanto avesse ragione.»
Il suo è solo un sussurro, ma Allison lo ha sentito benissimo.
Fa un sorriso radioso.
«Sei dolcissima. Ti amo.» afferma ingoiando le lacrime.
Lei non è mai stata una ragazza dal pianto facile, lo trovava inutile. Ma ora…
È tutto diverso.
È l’amore…
«Ora basta però, altrimenti quando torneremo dovrò andare dal dentista!» mormora Luc leggermente imbarazzata. Non ha mai detto quelle cosa a nessuno, in realtà non è mai stata romantica con nessuno, ma ad Allison doveva dimostrare quello che provava, doveva dirglielo, ogni momento. Non poteva farne a meno. Forse per la paura inconscia che lei la lasciasse, o forse solo perché per la prima volta quel Ti Amo non era una frase di circostanza, senza valore, ma la verità, semplice e assoluta.
.
«Si può pattinare sul lago?»
Luc scuote la testa. «No. Una volta ci ho provato, avevo sei anni. Se ci ripenso mi vengono ancora i brividi.»
«Incosciente fin da piccola! Devi aver fatto disperare la povera Irene.»
«Non hai idea! Mia madre dava i numeri quando ne combinavo una delle mie. E questo succedeva quasi ogni ora.»
Allison sorride, se la immagina da piccola con quegli occhietti azzurri incantatori e il caratterino tutto pepe, non le sembra molto diversa da ora.
«Poi quando conobbi Tony e Sheila, non ti dico nemmeno. Ma il top lo raggiungemmo a tredici anni, quando si unì al gruppo anche Jim e…» si interruppe bruscamente.
Allison sospirò. «… Marcus.»
Luc annuì con lo sguardo vuoto. Allison si sentì trafitta da una spada rovente, sarebbe stata sempre seconda nel suo cuore. Il rimpiazzo del suo primo amore.
Luc le prese la mano notando la sfumatura che avevano preso i suoi pensieri.
«Al non pensare che abbia amato Marcus più di te. Quello che provavo per lui è completamente diverso da quello che provo per te ora.»
«Lo so.» dice sincera, ma non può impedirsi di provare quel piccolo fastidio.
Luc la capisce, lei è la prima ad essere gelosa dei suoi ex.
«Bene. Che ne dici se d’ora in poi ci rendiamo irreperibili per il resto del mondo e non ci concentriamo solo su di noi?»
Allison sorride. «Mmm, mi sembra una splendida idea.»
Luc ricambia il sorriso e si china sulla sua bocca.
Il week-end era appena cominciato!
.
.
Cap.12: Ogni giorno ne spunta fuori uno nuovo!
(Per la serie gli amici non sono mai troppi!)

.
«Allora com’è andata?»
Luc sospira esasperata. Sheila si è presentata quella mattina ad un orario indecente, per lei, visto che Allison era già a lavoro da un paio d’ore. A volte rimpiangeva di non essere più una frigida stronza che non si curava degli altri, così almeno era libera di cacciarla a calci!
«Sheila! Ma non hai nient’altro da fare?»
La bionda scosse i riccioli. «No, nulla.»
Luc ingoiò un’imprecazione con una sorsata di caffè.
«Andiamo Luc, voglio solo sapere che vi siete dette.»
«Si, si, come no!»
Si avviò nella camera da letto seguita a ruota dall’amica, che non la finiva nemmeno un attimo di parlare.
«Sei proprio testarda, lo sai!»
Ridacchiò prendendo una maglia dall’armadio. «Senti chi parla.»
Sheila incrociò le braccia infastidita e sbuffò, andandosi a sedere sul letto
«Ah se questo lenzuolo potesse parlare! Ne avrebbe di cose da raccontare!» disse portandosi l’oggetto incriminato vicino al viso e prendendo un profondo respiro.
Luc girò gli occhi. È irrecuperabile!
«Ehi! Piantala di annusare le mie coperte! Sembri un cane da tartufo.»
«Questo profumo… mamma mia che invidia!»
«Sei forse impazzita?!»
Scosse la testa. «No. È solo che odorano di voi. Dovrebbero farci un profumo! Ti stordisce. Se penso a quello che è successo qui…»
Luc non può non arrossire. «Ma la smetti! Sembri una cinquantenne grassa e triste che parla della sua soap preferita. Mi metti i brividi!»
Sheila fa un gesto vago con la mano.
«Avete già fatto programmi per Natale?»
«No.»
«No?» era scandalizzata. «Che vuol dire no?»
«Vuol dire che non abbiamo fatto programmi.» disse piano senza scomporsi.
«Hai intenzione di passare il Natale con lei, vero?»
«Sheila ho intenzione di passare con lei tutte le feste della mia vita!»
La bionda sorrise soddisfatta della risposta. «Magnifico! Ci divertiremo un mondo. Ah, devo comprarle un regalo! Tu le hai comprato un regalo?»
Luc sollevò le spalle. «C’è tempo.»
«No, no, no. Non vorrai ridurti all’ultimo momento spero. Devi farle qualcosa subito. Qualcosa di spettacolare, che la faccia rimanere senza fiato.»
Luc aveva smesso di ascoltarla già da un pezzo. Nella sua mente appariva chiaro il regalo perfetto.
Al impazzirà!
Gli angoli della bocca si tirarono su in un sorriso che le illuminò il viso.
Incurante dello sproloquio di Sheila si chiuse in bagno e aprì la doccia.
.
Il silenzio nell’aula è quasi insopportabile, rotto solo dalle penne che graffiano i fogli sperando di dare la risposta esatta.
Il ticchettio dell’orologio è angosciante.
Ancora dieci minuti…
Allison fissa i suoi studenti concentrati, ma non li vede. Per quel che gliene importa potrebbero tenere i libri sul banco e consultarsi vicendevolmente, ma loro non lo sanno e credono che lo sguardo serio sia il segnale che li tiene d’occhio.
Ma lei pensa che tra dieci minuti quel supplizio sarà finito e che potrà tornare a casa e rivederla.
Prima di incontrare Luc non era mai stata così insofferente al lavoro, alla scuola. Le piaceva molto insegnare, e le piace ancora, ma stare separate troppo a lungo le procura un senso di fastidio, un disagio che non le permette di concentrarsi su quello che fa.
Si sente una drogata in astinenza.
Che Dio mi aiuti!
Fa un mezzo sorriso ripensando al week-end e immaginando il Natale che sicuramente avrebbe passato con lei.
Devo farle un regalo. Una cosa speciale.
La farò rimanere a bocca aperta!
La prima ragazza che si alza a posare il suo compito sulla cattedra la distoglie dai suoi pensieri, alza lo sguardo e la vede rileggere con attenzione quello che ha scritto prima di appoggiarlo timidamente davanti a lei. Tempo dieci minuti e tutti hanno diligentemente consegnato il compito, chi meno convinto di altri, e ora contano i secondi che mancano alla fine.
Tre… due… uno…
Si!
«Bene ragazzi, passate buone feste.»
Con un boato di gioia uno stuolo di ragazzini urlanti si precipitano fuori dalle aule.
Allison sorride pensando a quanto li capisce.
Con la sua solita aria spensierata che serve a nascondere la fretta che ha, entra nell’aula professori, dove un’esuberante Gina già si prodiga in mille saluti.
«Al!» corre ad abbracciarla. «Oggi è l’ultimo giorno del vecchio anno che ci vediamo!»
la bionda le batte leggermente la mano sulla schiena. «Su, su potremo sempre sentirci.»
«Non credo che avrai il tempo.»
Allison fa una smorfietta.
«Non so che cosa ti abbia detto Luc, ma credimi ha esagerato.»
«Mi ha detto solo la verità! Quella donna è incredibile, ma mi dici dove l’hai pescata? Se il tuo boy è incredibile la metà di quello che è Luc…» continua con espressione beata.
Gli occhi verdi di Al si illuminano.
Gina lo nota, ma continua.
«Ti viene a prendere lei?»
«No, sono venuta con la mia macchina.»
«Oh.» mormora Gina delusa, avrebbe sperato di vedere ancora quella meravigliosa macchina.
Una donna meravigliosa alla guida di una macchina da urlo.
Il sogno erotico di ogni uomo!
Allison sorrise all’espressione affranta dell’amica.
.
Luc camminava sicura e spedita lungo il corridoio, arrivò davanti ad una porta e l’aprì entrando.
L’uomo stravaccato sulla poltrona con i piedi comodamente adagiati sulla scrivania non ci fece nemmeno caso, continuò a leggere il giornale indifferente.
«Siamo chiusi. Torni più tardi.»
«Ciao Liev.»
L’uomo quasi cadde, sgranò gli occhi alla vista della donna, che lo fissava con quel suo solito sguardo di ghiaccio e un angolo della bocca appena tirato su.
«Lucies?»
«Già.» sia andò a sedere su una sedia davanti alla scrivania e aspettò che l’uomo riprendesse a respirare correttamente.
Liev deglutì, non si sarebbe mai aspettato di vederla lì. I suoi occhi si infiammarono.
«A cosa devo l’onore?» disse sarcastico accendendosi una sigaretta. Non poteva impedire a un leggero disagio di impadronirsi di lui. Quella donna lo metteva in soggezione, e lui si odiava per questo.
«Ho saputo che sei diventato una vecchia pettegola.»
«Senti, io non gli ho detto niente!»
Luc allargò il suo sorrisetto maligno. «Lo so, è per questo che respiri ancora.»
L’uomo aggrottò le sopracciglia. «Allora che cosa vuoi?»
«Voglio sapere tutto quello che ti hanno chiesto, quello che gli hai detto, e come hanno reagito.»
Affermò ritornando seria.
Liev cacciò una nuvola di fumo e la guardò dissolversi.
«E io che cosa ci guadagno?»
«Liev non farmi incazzare, sono già abbastanza nervosa.»
L’uomo alzò le mani, meglio non scherzare con il fuoco. Lui si stava ancora riprendendo dall’ustione che aveva avuta la prima volta.
«Va bene, va bene. Mi hanno chiesto solo di scoprire se la biondina frequentava qualcuno e chi era una strana donna. Ti lascio immaginare quando ho scoperto che eri tu…»
Luc continuò a fissarlo impassibile.
«Comunque, quando ho saputo che l’angioletto era la tua nuova…. fiamma ho detto a quei due che era maglio se lasciavano perdere qualsiasi cosa avessero in mente. Non gli ho detto altro, giuro.»
«Come hai saputo di Allison?»
Ora era il turno di Liev di sorridere. «Una ragazza come quella al tuo fianco non poteva significare che una cosa. E poi il tuo amichetto ha sparso la voce che chiunque si avvicini a lei farà una brutta fine.» conclude spegnendo il mozzicone nella ceneriera piena di cicche.
Luc è sorpresa oltre ogni dire.
Tony ha sparso la voce…
Questo decisamente non se lo aspettava.
E bravo Tony, hai sempre queste idee del cazzo!
Luc si alzò, stava quasi per uscire ma la voce dell’uomo la bloccò.
«Lucies, loro non sono una minaccia per la Dea, ma fa attenzione comunque.»
«Da quando ti preoccupi per me?» chiese sarcastica.
Liev scosse le spalle. «Non mi preoccupo. Solo non posso permettere a nessuno di farti fuori. Questo onore spetta a me.»
Luc si voltò di scatto, sapeva che lui la odiava, come chissà quante altre persone, ma non si preoccupava seriamente, ma ora c’era anche Al, doveva preoccuparsi anche per lei.
«Tranquilla, non sono così vigliacco da usare la tua bella. Anche perché so che non è l’angioletto che sembra.»
Luc sorrise orgogliosa e uscì.
Addestrarla non sarebbe una cattiva idea. Mi sentirei più sicura.
.
.
Nella sala della palestra le due donne si guardavano negli occhi cercando di trovare un lampo di esitazione, che le permettesse di porre fine a quell’incontro.
Erano ore che si stavano allenando, il piccolo combattimento che avevano messo su durava già da una buona mezz’ora, e anche se non lo avrebbe mai ammesso si era dovuta impegnare parecchio per non ritrovarsi stesa sul tappeto.
Luc era orgogliosa come non mai della figura bionda davanti a lei che ora la scrutava attenta, i muscoli pronti a scattare ad ogni minimo movimento.
Con un gesto fulmineo Allison caricò un pugno che andò vuoto, il suo polso venne stretto nella presa salda di Luc, ma non dolorosa.
Era venuto il momento di mettere fine a quell’allenamento.
Con un gesto secco della gamba Allison si ritrovò a terra, Luc sorrideva allegra sul suo addome.
Aggrottò le sopracciglia.
«Hai perso!»
Scosse la testa sorridendo, in quel momento sembrava una bambina.
«Devo ammettere però che non sei affatto male.»
«Ah si…» Allison afferrò la mano tesa di Luc e si alzò.
«Già, ho dovuto faticare parecchio.»
«Però, chi l’avrebbe detto. Sono riuscita a mettere in difficoltà la grande Lucies!» dice orgogliosa, mentre la mora allarga il suo sorriso.
Una asciugamano vola verso la bionda che l’afferra e inizia ad asciugarsi il sudore. Non si era mai allenata tanto, era distrutta.
«Non capisco come mai hai voluto allenarti.» sbotta Al mentre camminano per i corridoi semi-deserti verso gli spogliatoi.
Luc si limita a sollevare le spalle. «Non voglio ritrovarmi con una ragazza cicciona.»
Allison le da un buffetto sul braccio.
«Ehi, guarda che io mi tengo benissimo in forma.»
Gli occhi cerulei della donna viaggiano lungo quelle curve perfette accarezzandogliele lentamente. Si umetta le labbra. «Questo lo vedo.» Allison arrossisce appena, Luc non ci fa caso.
«Ma voglio saperti in grado di difenderti.»
Il piccolo incidente avuto con Rains, e che le ha procurato quel piccolo taglio ormai del tutto rimarginato, le attraversa la mente di scatto.
Se quella sera non fosse arrivata Luc…
Non sarebbero successe tante cose.
.
Stanno per entrare negli spogliatoi quando una voce le blocca.
«Allison?»
La bionda si volta e sorride riconoscendo l’amica.
«Jenny! Mi fa piacere vederti.»
Si abbracciano, un abbraccio sincero, ma la riccia si sente stranamente a disagio.
Andavano in palestra insieme, era un loro piccolo rito per scaricarsi e passare un po’ di tempo insieme. Si sente una bambina, avverte quella stessa gelosia infantile verso quella donna dagli occhi di ghiaccio che le ha portato via la sua migliore amica.
Non sa chi è, non l’ha mai vista, ma da quando è comparsa ha perso la sua amica di sempre, la sua confidente. Allison era come una sorella per lei.
Luc la fissa, ma non parla.
Ogni giorno ne spunta uno nuovo!
«Jenny, questa è Luc.»
Le due donne si stringono la mano, la presa salda di Luc fa aumentare, in qualche maniera, il disagio di Jenny. Ma la ragazza si pianta un sorriso, tra i più allegri che vanta il suo repertorio, e si impone di non pensarci.
«Stavate andando via?»
Allison annuisce. «Si, ci stavamo andando a cambiare. Sono talmente stanca.»
Gli occhi di Jenny si illuminano. «Perfetto! Che ne dite di andarci a prendere un caffè?»
L’idea che le è improvvisamente saltata in mente le ha subito riacceso l’entusiasmo.
Allison lancia uno sguardo a Luc, che anche se non esulta di gioia non sembra particolarmente irritata.
«Perché no.» risponde infine, non del tutto convinta.
«Magnifico! Che aspettiamo allora, una doccia veloce e via!»
Le tre donne entrano nello spogliatoio accompagnate della voce allegra di Jenny che continua a parlare ininterrottamente.
Luc sorride e scuote la testa.
Che tipo!
.
«Come mai sei venuta in palestra oggi?»
Chiede Allison mentre si insapona. Aveva proprio bisogno di una doccia.
«Owen è fuori città, mi annoiavo. E tu?»
Solitamente non andavano in palestra a quell’ora, e in quei giorni pre-festivi. Solitamente passavano le serate come quelle a casa di una di loro a chiacchierare, e a mangiare schifezze iper-caloriche, che puntualmente facevano entrare in paranoia Jenny.
«Non chiedermelo!» sbotta lanciando un’occhiata torva a Luc, che le sorride di rimando.
Entrambe devono fare appello a tutto il loro autocontrollo, trovarsi sotto la doccia a pochi centimetri di distanza non è affatto facile!
Jenny sembra non accorgersi della strana tensione, ed esce dal box coprendosi con un asciugamano, seguita dalle due amiche.
Luc deglutisce a vuoto più volte.
Allison coperta solo da quel misero pezzetto di stoffa, con alcune gocce d’acqua che le solcano la pelle in una sensuale carezza.
Sta prendendo i vestiti, la maglia le scivola da mano e lei si china per raccoglierla.
Calma, controllati, un respiro profondo e…
Mio Dio è meravigliosa! Ed è solo mia.
Un sorriso le illumina gli occhi cerulei.
Questa volta Jenny lo nota, quello sguardo carico di desiderio e passione è inequivocabile.
Ma cosa…
La voce di Allison le riscuote, ma in quelle parole c’è una strana ironia, mista a soddisfazione che Jenny non riesce a comprendere.
«Allora, vi siete incantate?»
Quella frase è rivolta solo ed esclusivamente a Luc, che borbotta qualcosa di poco chiaro e si riveste con gesti nervosi.
Anche la riccia inizia a rivestirsi, ma non può fare a meno di pensare a quello sguardo e a quella voce.
C’è qualcosa di strano.
Gli occhi corrono ad Allison e poi a Luc, che ridacchiano sotto i baffi.
Decisamente strano.
.
.
Cap.13: Fiori d’arancio?!
.
Il bar è pieno a quell’ora, le tre donne siedono ad un tavolino con tre caffè fumanti davanti e chiacchierano.
Veramente Allison e Jenny sono impegnate in una piacevole, quanto frivola, conversazione, che ha come argomenti principali i vari party e le varie uscite che la bionda si è persa.
Luc guarda Allison che parla tranquilla e rilassata. Deve essere molto affezionata ai suoi amici.
Per un attimo si sente in colpa, è entrata nella sua vita è l’ha completamente sconvolta. Ha distrutto i rapporti con la sua famiglia, abbandonato gli amici, per lei, solo per lei.
Non sa se se lo merita.
È troppo bella per me. Mi chiedo che cosa posso aver mai fatto per meritarmela.
«Allora, hai qualche progetto speciale per queste feste?»
La domanda di Jenny attira completamente la sua attenzione.
Allison prende un sorso di caffè.
«No, non ancora.» dice guardando Luc, che le rivolge un sorrisetto enigmatico.
«Tu non me la conti giusta. Devi aver organizzato qualcosa. Lasciami indovinare Natale tranquillo, in famiglia e Capodanno caliente!»
Allison apre la bocca come per dire qualcosa ma poi si blocca.
«Ci ho azzeccato, vero?»
«Più o meno.» risponde.
In realtà non ha ancora affrontato l’argomento feste natalizie con la compagna. Anche se è quasi certa di passarle in sua compagnia, magari con Irene, John e gli altri. Sicuramente la sua famiglia è esclusa, non vorranno passare certamente una festività sacra con una peccatrice!
«Sarà un Natale diverso.» dice improvvisamente Luc, che non ha praticamente aperto bocca, se non per ordinare.
Jenny la guarda incuriosita e leggermente infastidita. Non avrà intenzione di passare le feste con lei?
Allison sorride leggermente, con lei non si aspettava certo l’alberello e la cena in famiglia.
La mora si alza improvvisamente senza dire nient’altro al riguardo.
«Vado a pagare.»
Jenny stringe gli occhi a due fessure. «Perché?»
«Se aspettiamo che arrivi un cameriere facciamo notte.» afferma avviandosi verso la cassa.
«Ma fa sempre così?» chiede a Allison una volta che Luc si è allontanata.
Gli occhi di Al si illuminano. «Si.»
«È un tipo strano.»
«In che senso?» Allison è curiosa di sapere che cosa pensa l’amica di Luc.
Jenny scrolla le spalle. «È silenziosa, e seria, ti congela con quello sguardo. Non mi sembra il tipo che fa amicizia in fretta, anzi! Dove l’hai conosciuta?»
«La macchina non partiva, e lei mi ha aiutato.» dice semplicemente.
«Avete subito legato.»
«Non ne hai idea.» sussurra Allison con voce sognante.
«Ti lancia delle occhiate strane!» dice improvvisamente dopo un attimo di pausa.
La bionda spalanca gli occhi.
È così evidente?!
Fortunatamente il cellulare di Luc decide di squillare in quel momento, risparmiando ad Allison una riposta che sarebbe stata sicuramente imbarazzante.
Senza pensarci afferra la giacca di pelle poggiata sulla sedia e risponde al cellulare, con tutta la naturalezza possibile, mandando ancora più in confusione Jenny.
«Pronto?»
La voce calma di Irene risuona nella cornetta con una punta di ilarità.
«Al, tesoro. Spero di non aver interrotto niente!»
La bionda arrossisce appena, si sta abituando a battute del genere.
«No, tranquilla. Se aspetti un attimo ti passo Luc.» dice alzandosi.
«Non c’è bisogno, posso dirlo pure a te.»
Allison torna a sedersi. «Dalla voce sembra qualcosa di bello!»
Gli occhi di Irene si illuminano.
«Si, ma non voglio svelarti nulla per telefono. Stasera siete libere?»
«Si, certo. Perché?»
«Splendido! Allora ci vediamo al bar verso le nove. Cena in famiglia.»
«Come mai così misteriosa?» chiede incuriosita dallo strano comportamento della donna.
«Oh, vedrete. Preparatevi per una serata speciale, ho un annuncio da fare.»
«Va bene, va bene. È inutile che insisto. Ci vediamo più tardi.»
Chiude la comunicazione e in quel momento arriva Luc.
«Che succede?»
Allison le lancia un’occhiata ironica. «Ho finalmente capito da chi hai preso il vizio di fare sorprese misteriose!»
«Perché?»
«Era Irene. Cena in famiglia, deve fare un annuncio.»
«Criptico.» afferma Luc infilandosi la giacca.
Jenny non può fare a meno di pensare che quelle due sembrano una coppia sposata. Scaccia quel pensiero immediatamente trovandolo assurdo, e sia alza imitando le altre due.
.
Fuori l’aria gelida della sera le investe in pieno.
Jenny continua a fissare Luc, non riesce a capirla.
Quegli occhi…
«Quanto ti devo per il caffè?» le chiede mentre camminano lentamente verso le auto.
Luc si volta appena e incrocia i suoi occhi in quelli della riccia.
«Per stasera ho offerto io.»
«Per una volta potevi anche far pagare me!» interviene Allison con tono di rimprovero.
Luc non può impedire il formarsi di un sorriso malizioso sulle sue labbra, e lo sguardo correre al fondoschiena della ragazza.
Jenny lo nota con disappunto, ma non dice nulla. Infondo cosà può dire? Scusa Luc, ma tu sei per caso gay? Perché sai ho notato che lanci degli sguardi strani alla mia amica…
No, da escludere!
Ma vuole, deve, capire che tipo di rapporto c’è tra quelle due. E soprattutto se è lei la causa della sua rottura con Chris, di cui l’amica si è categoricamente rifiutata di parlare, a parte rilevarle di essersi innamorata di un misterioso sconosciuto, del quale non è riuscita a sapere nemmeno il nome, tanto da farle credere che si sia inventata tutto per giustificarsi. Ma guardandola attentamente la trova completamente diversa.
Può vedere una specie di aurea avvolgerla, e lo sguardo brillare di luce propria.
Per non parlare di quanto si comporti con naturalezza con Luc.
Sapeva per esperienza personale che nel suo intimo Allison è una timidona, e che prima di accordare la sua piena fiducia in una persona ci mette un po’, nonostante di natura sia abbastanza socievole e allegra.
«Ehi, che cosa ne dici di venire alla festa pre-natale di Donny?»
«Festa pre-natale?» chiese Luc non capendo.
«Si, la organizziamo da quando siamo piccoli. Visto che non potevamo passare il 25 insieme, Donny si fece venire in mente di festeggiare il 22 solo con gli amici. È una tradizione!» spiega Jenny con naturalezza e un sorriso radioso.
Allison non risponde, sta pensando. Da un lato muore dalla voglia di rivedere tutti i suoi amici, mentre dall’altro non è entusiasta di rivedere Chris, e la sua carissima sorella.
«Allora?» incalza «Andiamo Al, è da quando abbiamo dieci anni che lo facciamo, non vorrai non venire? Non sarebbe lo stesso.»
La bionda sorride. «Va bene.» infondo non è detto che deve rinunciare alla sua vita per Luc no?
Lancia uno sguardo alla mora che non ha fatto una piega.
Jenny esulta. «Magnifico, così potremo finalmente conoscere il tuo nuovo amore.»
Allison sospira, Luc scuote il capo sconsolata.
Possibile che tutti fossero fissati con quella storia!
Entrambe decidono saggiamente di non rispondere. Sarebbe troppo complicato e ci sarebbe un nuovo litigio, nuovi sguardi sconvolti, e loro non avevano la forza per affrontarli.
.
Arrivano alle auto, e dopo un veloce saluto di circostanza Luc si siede comodamente al posto di guida dell’auto di Allison che si trattiene ancora qualche attimo per salutare con un caloroso abbraccio l’amica.
«Ci vediamo presto allora.»
Al annuisce. «Si, certo. Non mancherei per nulla al mondo.»
Con un cenno della testa indica la macchina. «Come mai non guidi tu?»
«È una lunga storia!» dice con un sorriso enigmatico, per poi sparire dentro l’abitacolo.
.
«Se vuoi puoi anche non venire.»
Luc si volta appena, ma poi torna a guardare la strada. «Dove?»
«Alla festa di Donny. Non sei obbligata.»
Annuisce. «Lo so. Ci sarà anche Chris?»
«Si. Perché non vorrai farti venire un’altra crisi di gelosia?» chiede non tanto scherzosamente.
«Quell’uomo non mi piace. È subdolo. Ha fatto cercare informazioni su di me! Non ha la più pallida idea di quanto sia pericoloso.»
Allison sospira. «Che cosa succederebbe se qualcuno ti scoprisse?»
Luc fece spallucce. «Penso che mi arresterebbero. Dubito che mi condannerebbero a morte, ma trent’anni non me li leva nessuno.»
La bionda è attraversata da un fremito di paura.
«Avevi detto che alcuni casi te li passava la polizia.»
«Si, è così. Ma fino a quattro anni fa ero una mercenaria che uccideva senza una ragione. La polizia non mi potrebbe coprire certo per quelli.»
«Sei molto cambiata da allora.» afferma con lo sguardo lucido.
«Ci sto provando.»
Allison scuote la testa. «No, ci stai riuscendo.»
«Beh un angelo è sceso dal cielo per guidarmi.» dice guardandola dolcemente.
La bionda sorride colpita dal complimento.
«E io che credevo di essere la poetessa tra di noi!»
.
La macchina parcheggiò silenziosa e precisa accanto alla Ferrari rosso fiammante.
Corrugando la fronte Allison pensò a quanto il suo mezzo di trasporto (chiamato così perché Luc si rifiutava categoricamente di definirla auto!) sfigurasse accanto a quel bolide.
Per non parlare della Ducati, Luc la venerava quasi come una Dea!
«Dobbiamo muoverci.» Luc scese rapidamente da quell’abominio.
Doveva convincerla a comprarsi un’altra macchina. Non che pretendeva una Porsche, ma almeno qualcosa di più decente!
«Già, siamo in ritardo.» confermò lanciando uno sguardo veloce all’orologio.
.
Nell’appartamento regnava il caos più totale.
Fortunatamente Allison aveva lasciato qualche suo vestito lì altrimenti non sarebbero mai arrivate a questa fantomatica cena.
In realtà Al quasi viveva lì, ormai andava a casa sua solo per prendere qualche cambio e innaffiare le piante. Era talmente assorbita da Luc e dalle sensazioni che avvertiva ogni vota che le stava vicino che tutto il resto era scomparso, evaporato dietro il turchino di quegli occhi profondi.
E a lei stava bene così. Nulla le era sembrato magnifico come in quel periodo, reso ancora più magico dall’atmosfera natalizia.
Il ritardo era notevolmente aumentato quando Luc aveva avuto la brillante idea di farsi una doccia veloce.
Se la facciamo insieme risparmiamo tempo no?
Durante quella doccia era successo di tutto, tranne che risparmiare tempo!
«Pronta?» chiese Luc apparendo nella stanza e afferrando il giubbino di pelle con un gesto rapido.
Allison annuì. «Solo un secondo.»
Luc girò gli occhi. «Si, si, come no! Vedi di sbrigarti!»
.
Irene sbuffò per l’ennesima volta guardando l’orario.
Ma dove sono finite!
John le poggiò delicatamente una mano sulla spalla.
«Forse hanno trovato traffico.»
La donna alzò un sopracciglio. «Si, traffico.»
Se conosceva sua figlia, e la conosceva, non era certo a causa del traffico che erano in ritardo!
Sorrise pensando a come Allison aveva influito positivamente su di lei.
Con la sua luce stava assorbendo l’oscurità presente nell’animo di Luc, e la stava letteralmente facendo rinascere.
Anche lei provava un grande affetto per quella ragazza. La considerava sua figlia ancora prima di conoscerla.
Un rombo familiare scosse l’aria.
Eccole!
Un minuto dopo le due donne entravano nel bar.
A quanto pareva mancavano solo loro.
Nessuno dei presenti, Tony in cima seguito degnamente da Sheila e Jim, poté fare a meno di fare insinuazioni scherzose sul motivo del loro ritardo, insinuazioni che fecero arrossire Allison e sorridere orgogliosa Luc.
.
«Tu ha idea di cosa hanno in mente?» chiese Jim indicando Irene e John che complottavano in un angolo.
Luc scosse la testa. «Assolutamente. Almeno passeremo una serata tranquilla.»
Il ragazzo annuì. «Sai è da qualche giorno che mio padre si comporta stranamente. Stasera finalmente scoprirò il perché. Sicuramente c’entra qualcosa Irene!»
«Non lo so, questa settimana non sono venuta spesso al bar.» mandò uno sguardo ad Allison che chiacchierava allegramente con Sheila. Rabbrividì appena pensando a cosa quelle due potessero dirsi.
«Ho incontrato Liev qualche giorno fa.»
Jim sgranò gli occhi, Tony si avvicinò tranquillo.
«Ah, il nostro caro amico. Come sta?» chiese sarcastico.
«Ancora vivo se intendi questo.» rispose con noncuranza.
«Come mai l’hai incontrato?»
Luc aggrottò la fronte. «L’hanno ingaggiato per indagare su Allison.»
Ora era il turno di Tony per sorprendersi. «Cosa? Chi?»
«Il suo ex. A quanto sembra vuole riconquistarla!» la sua irritazione era tangibile, sentiva uno strano formicolio quando ci pensava e il desiderio innato di piantargli un proiettile in fronte!
I due uomini scoppiarono a ridere.
«Che illuso! E io che per un attimo mi ero preoccupato!»
Luc sbuffa seccata. «Già. Sai a quanto pare un mio amichetto ha fatto spargere la voce di starle alla larga!»
Tony sorride orgoglioso. «Meglio prevenire che curare dico io.»
«E da quando?» chiede Jim curioso.
L’uomo fa un gesto vago con la mano e si liscia il pizzetto con noncuranza.
«Le notizie si spargono in fretta. Meglio essere chiari.»
Luc sorride.
Quando vuole quello zuccone può fare anche qualcosa di sensato.
.
La cena procede tranquilla, tra risate e ottima cucina.
Battute e aneddoti scherzosi accompagnano il vino che scorre a fiumi.
Improvvisamente John e Irene si alzano.
L’uomo batte piano con un coltello il bicchiere che tiene in mano per calamitare l’attenzione su di se.
«Bene, vi starete chiedendo il motivo di questa cena.» inizia con una strana tensione che gli rende la voce leggermente più bassa.
«La curiosità ci sta divorando!» la voce di Jim si eleva da fondo del tavolo facendo scoppiare i convitati a ridere.
John fa un colpetto di tosse e un silenzio accettabile scende nella sala, mentre il sorrisetto allegro è una costante permanente sui volti di tutti.
«È giunto il momento di porre fine alla vostra curiosità!» continua Irene prendendo un profondo respiro.
«Per farla breve, abbiamo deciso di sposarci.» conclude John guadagnandosi un’occhiataccia dalla donna. Non è mai stato bravo con i discorsi.
La sorpresa è diventata tangibile.
Luc si è dimenticata anche come si respira, Jim quasi perde gli occhi tanto sono spalancati.
«Cosa?» Luc è la prima a riscuotersi dallo stato di shock che quella notizia, buttata lì improvvisamente, ha causato.
Irene sbuffa. «Avete capito benissimo. Ormai non siete più bambini!»
Jim è ancora incredulo. «Perché?»
Una sopracciglia scura si solleva, John guarda suo figlio come se fosse scemo.
«Non è una novità. Stiamo insieme da quando siete piccoli!»
Tony inizia a battere le mani. «Congratulazioni!»
Sheila e Allison si uniscono a lui. Dopo qualche secondo anche Jim inizia ad applaudire con un sorriso radioso.
«È bravo papà!» abbassa leggermente la voce in modo che solo Luc e Allison possano sentirlo. «E io che credevo non si sarebbero mai decisi!»
Luc allarga il suo sorriso annuendo convinta.
Anche la mora ora mostra il suo sorriso più compiaciuto, mentre gli occhi brillano di una felicità tipicamente fanciullesca.
Si aspettava tutto dalla serata tranne quello!
L’amore ti stravolge completamente!
Pensa guardando i futuri sposi che si scambiano un tenero bacio.
«È a quando il grande avvenimento?» la domanda più sensata giunge da Allison.
I due si guardano. «Pensavamo di fare una piccola cerimonia il giorno di Natale.»
«Che romantico!» Sheila si soffia rumorosamente il naso.
L’atmosfera della cena ora è decisamente più allegra e felice, di quanto non fosse prima.
.
Luc osserva la neve che scende lenta seduta comodamente sul divano.
La strana euforia che ha quasi rischiato di farla urlare di gioia quando sua madre ha annunciato di sposarsi la tiene sveglia già da un bel po’.
Aveva sempre sperato che accadesse, ma ormai aveva perso definitivamente ogni speranza.
Non è certo un pezzo di carta che fa la differenza in un rapporto.
E lei considerava la coppia sposata a tutti gli effetti. Sicuramente considerava Jim un fratello e John un padre.
Sentì dei passi leggeri dietro di lei e la sua espressione rilassata si tramutò in una di pura beatitudine.
Una mano si posò delicatamente sulla sua spalla, e una scarica le attraversò la schiena.
«Non riesci a dormire?»
Luc scosse la testa. «No. Mi sento così…» non riusciva a trovare una parola adatta.
Allison si siede accanto a lei, con un movimento soffice fa scendere la testa della compagna che va a posarsi sulle sue ginocchia.
«E come se tutti i miei sogni di bambina si fossero realizzati.»
Allison non parla, si limita ad accarezzare i capelli di Luc, che le scivolano morbidamente tra le dita.
In quel momento di profonda intimità tutto appare avviluppato da una luce soffusa che brilla direttamente dai loro spiriti.
«Quando ero ancora piccola soffrivo molto per la mancanza di un padre, poi è arrivato John e quel vuoto è svanito. Ora mi sembra incredibile che diverrà legalmente mio padre.»
Alza lo sguardo per incontrare quei due smeraldi che le sorridono dolcemente.
«E poi… Poi ci sei tu.» afferma timidamente.
«Io?» Allison sembra non aver capito.
«Sei tutto ciò che ho sempre desiderato. Sei la realizzazione di un sogno.»
Luc asciuga velocemente una lacrima che scende sulla guancia di porcellana della bionda.
Si china leggermente e la bacia, un tocco delicato e dolce che riempì completamente Luc.
«Ti amo.»
La mora sorride.
«Beh questa sarà una settimana interessante. Il 22 cena pre-natale, il 25 matrimonio, e ultimo ma il più importante, il capodanno caliente.»
Un lampo di malizia passa nei loro occhi.
Decisamente quello sarebbe stato un fine anno impegnativo!






torna all'home page